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Ottanta Nostalgia, gli anni '80 in mostra a Milano

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Riceviamo e pubblichiamo:

OTTANTA NOSTALGIA

I mitici Ottanta tra tormentoni, successi, moda, cartoni e fumetti

20 maggio – 1° ottobre 2017
(chiusa in agosto)

WOW SPAZIO FUMETTO
Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata di Milano

Viale Campania 12 – Milano

Info: 02 49524744/45 - www.museowow.it - Ingresso intero 5 euro, ridotto 3 euro
Orario: da martedì a venerdì, ore 15.00-19.00; sabato e domenica, ore 15.00-20.00. Lunedì chiuso

(agosto chiuso)

WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata di Milano (Viale Campania 12) dedica una non-mostra/omaggio ai mitici anni Ottanta, decennio che ha influenzato, con i suoi eccessi e le sue mode, i nuovi quarantenni e che sta vivendo in questo periodo un’autentica (ri)scoperta anche da parte delle nuove generazioni. Giochi, giornali, dischi, manifesti cinematografici, modellini, fumetti, giochi in scatola, memorabilia, videogames e tutto quello che rese, nel bene e nel male, quel magico decennio indimenticabile vengono esposti in un percorso cronologico che vuole rapire la memoria del visitatore sulla scorta della nostalgia, ma anche aiutare chi non ha vissuto quel periodo a comprenderlo meglio e, perché no, rivalutarlo.

Nichilisti, superficiali, colorati, eccessivi, tosti, galli, entusiasmanti, pop… Comunque li si voglia definire, gli anni Ottanta sono stati un decennio incredibile. Sono stati gli anni del boom dei videogames e dei cartoni animati giapponesi, del trionfo delle tv private e delle hit parade, dei paninari e del cinema fantasy. Sono stati il decennio in cui alle otto di sera si restava incollati alla tv ad assistere impotenti all’arresto di “un uomo per bene”, senza poter correre al pc per dire la propria sul primo social a portata di clic, e subito dopo dimenticare tutto gettandosi a capofitto nella leggerezza di programmi ricolmi di luci, pupazzi e paillettes. Sono stati il decennio in cui sono cresciuti i papà e le mamme di oggi, un’epoca di cui stiamo vivendo una forte mitizzazione che, sull’onda della nostalgia, porta anche chi non li ha vissuti a volerli scoprire e indagare. Per questo motivo WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto di Milano (Viale Campania 12) raccoglie la richiesta di molti visitatori ed allestisce una “non-mostra” dedicata proprio a quel decennio: una “non-mostra” perché OTTANTA NOSTALGIA, visitabile dal 20 maggio al 1° ottobre (chiuso ad agosto), come si può facilmente intuire dal titolo, e dalla coloratissima locandina disegnata appositamente da Claudio Sciarrone, non intende proporre un autentico approfondimento storico-sociologico-culturale di uno dei decenni più controversi della seconda metà del Novecento, ma solo un viaggio divertente alla (ri)scoperta di passioni, icone e simboli che ci hanno aiutato a crescere. Per tutta la durata della mostra saranno organizzate visite guidate e incontri con proiezioni, musica, videogames e ospiti.

Manifesto della mostra disegnato appositamente da Claudio SCiarrone

Grazie all’esposizione di autentici cimeli provenienti da collezioni private e dall’archivio della Fondazione Franco Fossati, sarà possibile passeggiare di anno in anno approfondendo gli aspetti più singolari del periodo 1980-1989. Tra un’icona e l’altra, tra un cubo di Rubik (con 100 milioni di pezzi venduti nel solo 1982) e un walkman (con tanto di musicassetta con penna bic utilizzata per riavvolgere il nastro senza consumare le batterie), grandi pannelli dedicati ad ogni anno propongono approfondimenti su fatti di cronaca (dalla tragedia di Vermicino all’attentato a Giovanni Paolo II, da Ustica a Bologna, dall’arresto di Tortora alla caduta del muro di Berlino, da Chernobyl alla morte di Enrico Berlinguer) e di costume (dal matrimonio di Lady Diana ai Mondiali dell’82), parlando anche di cinema e musica. Per ogni anno si possono ammirare testimonianze importanti tra giocattoli, console di videogames, pagine di giornali, dischi, manifesti e locandine cinematografiche originali, riviste, tavole originali di fumetti, giochi da tavolo, modellini, robot e tante altre sorprese.

Molto spazio è dedicato alle serie animate con l’esposizione di rodovetri originali delle serie più amate provenienti dalla collezione di Simone Caradonna, vere protagoniste del decennio con l’invasione dal Giappone sulle neonate tv private. Per mettere ordine in un universo vastissimo i cartoni sono rigorosamente suddivisi nelle canoniche categorie “senza famiglia” (chissà perché nelle serie nipponiche andava tanto di moda rimanere senza genitori, a partire da Candy Candy fino a Remì e Spank), “sportivi” (Jenny la tennista, Mimì, Mila e Shiro e due cuori nella pallavolo, Holly e Benji), “maghette” (Bia, Creamy, Lamù, Emi), fino agli immancabili robottoni (da Goldrake, il primo ad arrivare in Italia, a Mazinga, da Daltanious a Daitarn 3 e Gundam), senza ovviamente dimenticare autentici protagonisti dei pomeriggi come Lady Oscar o i Puffi, con le immancabili sigle cantate dai Cavalieri del Re e Cristina D’Avena. All’inizio degli anni Ottanta gli anime giapponesi diventano protagonisti, loro malgrado, di una lunga polemica. Mentre i bambini vorrebbero vedere cartoni a ogni ora del giorno, genitori, insegnanti e persino politici li considerano violenti e diseducativi, responsabili delle peggiori nefandezze e pure disegnati male, oltre che “fatti con il computer” come si poteva leggere spessissimo su giornali e riviste di quegli anni. Gli eroi dei cartoni diventano i campioni dell’immancabile gara di ascolti contesa tra Bim Bum Bam, lo storico programma per ragazzi targato Mediaset (all’epoca Fininvest), che lanciò un giovanissimo Paolo Bonolis, e Big, il programma antagonista targato Rai.

E proprio la TV svolge un ruolo importantissimo: provenienti dalla collezione privata di Carlo Emanuele Lanzavecchia si possono ammirare i giochi da tavolo più popolari ispirati proprio ai programmi con maggior ascolto, da “Il pranzo è servito” (cult condotto da Corrado) a “Bis” (con Mike Bongiorno), ma anche vere e proprie chicche come il gioco e il flipper ispirato al programma “Help” condotto da Stefano Santospago e Fabrizia Carminati. Ai giochi da tavolo, vera e propria moda degli Ottanta, è dedicato molto spazio con l’esposizione di classici indimenticati come Brivido (la casa stregata con il teschio bianco che rotolando dalla torre centrale decideva il destino dei giocatori), Indovina chi?, Forza 4, L’allegro chirurgo e Cluedo.

Gli Ottanta sono anche gli anni del grande boom dei videogiochi: spopolano le sale giochi e nelle case arrivano le prime console da collegare al televisore, con autentici must come Pac-Man e Donkey Kong (padre del futuro Super Mario). Grazie alla collaborazione di VideoGame Mermorabilia in mostra si potranno vedere le console più famose, dal mitico Nintendo NES all’alternativo Sega Master System, con uno scontro diretto sul campo da tra Sinclair ZX Spectrum e Commodore 64. Non mancherà poi un vero coin-op, cioè un videogioco da sala originale, uno di quelli in cui migliaia di ragazzi hanno sperperato la paghetta in gettoni.

Gli anni Ottanta sono stati anche invasi anche da tantissimi giocattoli, sia per i maschietti che per le femminucce. Grazie alla collezione di Massimo Combi in mostra ci saranno i miti Masters of The Universe, i Transformers, i GI Joe, oltra alla Barbie, i Popples e i Mio Mini Pony. Per i bambini più creativi, desiderosi di costruire e inventare, c’erano invece i LEGO e i Playmobil, protagonisti di uno dei tanti “scontri” generazionali che hanno caratterizzato il decennio.

Il cinema, con il grande trionfo di Steven Spielberg dall’estero e dei comici nostrani in patria, sarà rappresentato da manifesti e locandine originali scelte seguendo le classifiche italiane e straniere di ogni anno: dagli USA spopolano Indiana Jones, ET (ma anche il poetico Brisby e il segreto di NIMH), I Goonies, Ritorno al Futuro, Ghostbusters e in patria esplodono Adriano Celentano, la coppia Benigni/Troisi, Francesco Nuti e gli episodi con i comici della tv. In TV si guarda “Drive In”, si impazzisce per “Dallas” ma in libreria spopola “Il nome della rosa”. Così la musica, con le immancabili hit parade che vedono artisti di fama mondiale come Madonna e i Duran Duran battersela con le sigle dei cartoni animati più in voga cantate da I Cavalieri del Re e Cristina D’Avena, “Il ballo del qua qua” di Romina Power o le sigle dei programmi tv cantate da Gigi Sabani e Heather Parisi.

Al centro del decennio, e quindi della mostra, quell’incredibile 1986 che per il fumetto si rivela fondamentale: negli Stati Uniti escono “Watchmen” e “Il ritorno del Cavaliere Oscuro”, che cambiano per sempre la figura del supereroe, dando vita a un’interpretazione dei personaggi che ancora adesso influenza i tanti film dedicati al mondo degli eroi in calzamaglia. Ma il 1986 è anche l’anno di Dylan Dog, che arriva in edicola rivoluzionando il fumetto italiano. Nel giro di pochi anni l’Indagatore dell’Incubo, con il volto ispirato all’attore Rupert Everett, arriva a vendere centinaia di migliaia di copie, superando persino per qualche tempo il mitico Tex. Forse però Dylan Dog non sarebbe nato senza l’arrivo, nel 1982, di Martin Mystère, la prima rivoluzione in casa Bonelli. È il primo tentativo della casa editrice di staccarsi dai generi più tradizionali (l’avventura e il western) per avvicinarsi alla fantascienza, al mistero (con Martin Mystère) e all’horror con Dylan Dog.

Dopo avere iniziato a lavorare nel 1977 su AlterAlter (Le straordinarie avventure di Pentothal) negli anni Ottanta esplode anche il talento di Andrea Pazienza, che crea in questi anni i suoi personaggi più amati, tra cui Zanardi, collaborando con testate come Frigidaire. Sono anni in cui il fumetto si apre agli autori e in cui rinascono le riviste, sull’esempio del mercato francese. Al fumetto d’avventura è dedicata Corto Maltese (1983) sulle cui pagine arrivano i rivoluzionari Watchmen e Il ritorno del Cavaliere Oscuro. Arrivano in Italia anche le riviste francesi Pilot e Metal Hurlant ma ci sono anche L’eternauta, 1984, Comic Art e Orient Express. C’è spazio anche per la satira: nel 1980 nasce Totem, mentre dall’86 all’88 l’Unità pubblica un inserto umoristico chiamato Tango, ideato da Sergio Staino, proprio negli stessi anni in cui Bobo arriva in tv nel Drive In.

Non può poi mancare un focus dedicato ai Paninari, autentico fenomeno di costume che travolse i ragazzi degli Ottanta imponendo vestiario e slang: in mostra si potrà ammirare un’accurata ricostruzione dell’abbigliamento tipico del vero “gallo” e numeri originali della rivista a fumetti Il paninaro, vera Bibbia del movimento che arrivò a vendere oltre un milione di copie generando numerose imitazioni.

Luigi F. Bona, direttore di WOW Spazio Fumetto dichiara: “Dopo il grande successo della mostra dedicata a “I Promessi Sposi” così come ce li hanno raccontati il fumetto e l’illustrazione d’autore, abbiamo deciso di mettere in programma questa non-mostra, come ci piace chiamarla, per accogliere una richiesta che da un paio d’anni ci arriva dal nostro pubblico. Gli anni Ottanta, anche se per ragioni anagrafiche li ho vissuti da uomo adulto, sono stati formativi per quella che oggi è la generazione dei papà e delle mamme che portano i suoi bambini al Museo. Stiamo vivendo un periodo in cui molti programmi televisivi e pagine internet ne ripropongono i protagonisti, le serie tv, le popolarissime serie animate e le icone di costume. Come Museo del Fumetto, frequentatissimo da pubblici di tutte le età, non potevamo restare indifferenti a una richiesta tanto pressante e abbiamo quindi deciso di dedicare la programmazione estiva a un argomento divertente e leggero… con qualche piccola nota di riflessione”.

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Nicola Mari in mostra a Milano

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Riceviamo e pubblichiamo:

18 marzo – 15 aprile 2017
mostra
Out Now
Di-segni Nicola Mari

WOW SPAZIO FUMETTO
Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata di Milano
Viale Campania, 12 - Milano

Info: 02 49524744/45 - www.museowow.it – Ingresso libero
Orario: da martedì a venerdì, ore 15.00-19.00; sabato e domenica, ore 15.00-20.00. Lunedì chiuso

Un artista che ha fatto del noir e dell’instabilità esistenziale la propria essenza: è Nicola Mari, da 25 anni nella scuderia di Sergio Bonelli e da 20 disegnatore di Dylan Dog, cui ha regalato il proprio tratto tormentato e cupo, pieno di profondi neri. WOW Spazio Fumetto lo celebra portando a Milano dal 18 marzo al 15 aprile 2017 la sua prima mostra personale “Out Now. Di-segni Nicola Mari”, curata da ABC Arte Bologna Cultura e Luca Baldazzi, e allestita per la prima volta a Bologna dal 18 novembre al 18 dicembre 2016, in occasione del Festival Internazionale di Fumetto BilBOlbul.

L'inaugurazione ufficiale sarà sabato 18 marzo alle ore 16:00. Nicola Mari racconterà la mostra e i segreti della sua arte in un incontro aperto al pubblico.

«La mostra “Out Now” presenta decine di bozzetti, sketch, tavole, illustrazioni e prove di copertina di Nicola Mari, uno degli artisti più popolari del fumetto italiano – dice Luca Baldazzi, giornalista ed esperto di fumetti, curatore della mostra insieme ad ABC -. In attività da quasi trent’anni, Mari ha dato un contributo decisivo nel caratterizzare alcuni tra i personaggi più noti e amati degli albi dell’editore Bonelli, come il fantascientifico e ombroso detective Nathan Never e Dylan Dog, l’investigatore dell’incubo ideato da Tiziano Sclavi. Ma il suo stile particolare va molto oltre i confini della narrativa di genere».

Per la mostra, articolata nelle tre sezioni Dylan Dog, Nathan Never e Eros e Noir, il disegnatore ha aperto i cassetti degli inediti, portando alla luce un affascinante e incessante percorso alla ricerca del segno perfetto e rivelatore. Realizzati con grande varietà di tecniche (matite, pennarelli e penne, acquerelli, acrilici, su carte, cartoncini, a volte su semplici tovaglioli e supporti di ogni tipo), i bozzetti di Mari aprono porte su altri mondi.

Oltre ai disegni per Nathan Never e Dylan Dog, sono in mostra numerose opere che fanno emergere la dimensione del sogno, del perturbante, di un Eros inevitabilmente accompagnato a Thanatos: un universo in cui donne di algida bellezza si accompagnano a mostri e divinità di lovecraftiana memoria. L’artista è il moderno sciamano che, con la sola forza del segno grafico, ci traghetta dalla nostra realtà ad altri stati di percezione. «Il mio tratto è sempre stato oscuro – ha detto una volta Mari -. Senza l’ombra che contrasta con la luce, non si distinguerebbe nemmeno il paesaggio. La mia evoluzione, per motivi a me ignoti, è l’evoluzione della parte in ombra».

Spesso definito “artista gotico”, Mari rivela nelle sue opere un immaginario dalle molteplici fonti. Nel fumetto, la “linea scura” che va da Milton Caniff ad Alex Toth fino ai contemporanei Bill Sienkiewicz e Mike Mignola, con echi di Moebius. Nel cinema, l’espressionismo tedesco di Lang e Murnau. In arte, suggestioni che vanno dalle visionarie pitture e incisioni di William Blake a Egon Schiele, Otto Dix, Francis Bacon. Su tutto, un personalissimo gusto per la sintesi e la deformazione del grottesco.

«Il mio disegno – dice Nicola Mari – è mosso dalla passione e dalla necessità. La passione vorrebbe arginare il pragmatismo promosso della necessità, mentre la necessità tenta di dare una direzione plausibile alla spinta anarchica e caotica della passione. Ogni mio segno è l’esito di questo conflitto incessante».

La mostra, allestita a WOW Spazio Fumetto in collaborazione con ABC Arte Bologna Cultura, dal 18 marzo al 15 aprile a ingresso libero, sarà inaugurata sabato 18 marzo alle ore 16:00 con un incontro con Nicola Mari.

Al bookshop di WOW Spazio Fumetto sarà possibile trovare il volume “The Artbook of Nicola Mari” dell'Editore Inkiostro, che raccoglie molte delle opere esposte in mostra, e le edizioni da libreria “Dylan Dog – Il sorriso dell'oscura signora” e “Nathan Never – L'abisso delle memorie”, che ripropongono due delle migliori storie disegnate dall'autore per Sergio Bonelli Editore.

L'autore

Ferrarese, classe 1967, Nicola Mari dopo gli studi artistici muove i suoi primi passi da disegnatore professionista nel 1987, realizzando fumetti erotici per la Edifumetto. Continua la sua attività di fumettista con la casa editrice Acme, lavorando, in contemporanea, come grafico pubblicitario. Nel 1989 inizia a collaborare stabilmente con la Sergio Bonelli Editore lavorando alla prima stagione di Nathan Never e, a partire dal 1995, entrando stabilmente nello staff di Dylan Dog. Nei primi anni Novanta, Nicola Mari presta il proprio segno anche per le case editrici Glamour International, Glittering Images, e per le Edizioni Scarabeo. In tempi recenti ha realizzato due illustrazioni a colori per la serie “Torture Garden”, sceneggiata dalla scrittrice Barbara Baraldi, per le Edizioni Inkiostro, a cui si deve l’Art Book dedicato all’opera extra fumetto di Nicola Mari.

ABC Arte Bologna Cultura

ABC è un’associazione culturale nata a Bologna nel settembre 2013. Arte, Bologna, Cultura, sono tre concetti chiave. Sua mission è quella di vivere l’arte come azione di impegno civile, dando il proprio contributo a per un’azione di rinnovamento culturale, offrendo il miglior contributo possibile sul piano dello sviluppo artistico. Agire localmente pensando globalmente: il progetto aperto di attività artistiche e iniziative culturali di ABC non vogliono solo essere vetrine per amanti dell’arte, ma azioni che facciamo e promuovano comunità, incontro, dialogo, ascolto.

I campi principali di azione sono quelli delle arti visive e design, musica, cinema e video, poesia e letteratura.

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L'altro Crepax in mostra a Milano

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Mostra
L'ALTRO CREPAX
30 anni di Clinicommedie su Tempo Medico
15 ottobre – 13 novembre 2016

WOW SPAZIO FUMETTO
Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata di Milano
Viale Campania, 12 - Milano

Info: 02 49524744/45 - www.museowow.it – Ingresso intero 5 euro, ridotto 3 euro
Orario: da martedì a venerdì, ore 15.00-19.00; sabato e domenica, ore 15.00-20.00. Lunedì chiuso

WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata di Milano dedica una mostra a Guido Crepax, uno dei maggiori protagonisti del fumetto italiano. Non si tratta però di un percorso convenzionale ma di un’esposizione davvero unica che per la prima volta porta al pubblico milanese un aspetto meno noto della produzione del grande disegnatore: 60 tavole originali disegnate per illustrare le Clinicommedie pubblicate sulle pagine della rivista Tempo Medico dal 1965 al 1993. È infatti sulle pagine di questa importante rivista scientifica che nascono tipi e silhouette di donna che saranno di ispirazione per Valentina e tante altre “eroine” di Crepax e in cui è possibile rivivere alcuni decenni della nostra vita e del costume, seguendo l'evoluzione della figura del medico. La mostra è allestita da WOW Spazio Fumetto con il contributo dell’Ordine dei Medici di Milano, la collaborazione di Zadig e Archivio Crepax e la sponsorizzazione tecnica di Pixartprinting.

Guido Crepax è uno dei più amati fumettisti italiani. Il suo segno unico e la grande sensualità dei suoi personaggi femminili hanno contribuito a renderlo uno dei pochi autori di fumetti il cui nome è conosciuto anche al di fuori della cerchia degli appassionati, in Italia e nel mondo.

La sua creazione più famosa è l'affascinante fotografa Valentina Rosselli, i cui tratti e l'inconfondibile caschetto si ispirano alla celebre diva degli anni Venti e Trenta, Louise Brooks. Nata come comprimario nelle avventure del fidanzato Philip Rembrandt, Valentina diventa presto la vera protagonista della serie e, in breve tempo, uno dei personaggi a fumetti più noti nel mondo.

Oltre a continuare le avventure di Valentina, Crepax, autore assai prolifico, crea negli anni Settanta numerose altre eroine (Belinda, Bianca, Anita), realizzando anche sofisticate versioni a fumetti di alcuni classici della letteratura erotica, a partire da Histoire d'O, seguita da Emmanuelle e Justine, senza dimenticare le splendide rivisitazioni di grandi classici della letteratura, come Dracula (1983) e Frankenstein (2002), l'ultimo fumetto da lui pubblicato.

Non molti sanno che, ancora prima di essere un autore di fumetti, Crepax è stato un illustratore: mentre frequenta la facoltà di Architettura esordisce nel campo dell'illustrazione e della grafica realizzando copertine di dischi, poi immagini pubblicitarie e copertine di libri. Nell'agosto 1958 viene stampato il primo volumetto della collana Piccola Biblioteca Ricordi, dal titolo "Eroi e fuorilegge nella ballata popolare americana", per il quale realizza copertina e illustrazioni interne.

Ma la sua collaborazione più duratura è senza dubbio quella con Tempo Medico, il primo news magazine rivolto ai medici italiani. Sua è la copertina del numero zero (15 novembre 1958), poi modificata per il numero 1 (marzo 1959), così come quasi tutte le copertine fino alla seconda metà degli anni Ottanta, spesso dedicate a ritratti dei maggiori medici italiani, che ricevevano poi in dono il disegno originale.

Nel gennaio 1965, pochi mesi prima della nascita di Valentina, Crepax inizia a illustrare la rubrica “Circuito interno”, in seguito diventata Clinicommedie, formata da vere e proprie tavole a fumetti dalla struttura sempre più moderna e animata dal caratteristico stile narrativo dell'autore: in ogni numero viene presentato un caso clinico sotto forma di dialogo tra un importante medico e i suoi assistenti, che sulla base dei sintomi presenti cercano di formulare una diagnosi corretta. Il lettore/medico può cercare di formularla insieme ai personaggi, e verificare poi di avere risposto correttamente. La rubrica è stata un appuntamento irrinunciabile per i lettori: Crepax illustra in tutto 356 casi, fino al dicembre 1993. Una produzione poco conosciuta, poco vista e quasi mai ristampata, ma in cui lo stile personalissimo di Crepax è ben presente, con figure femminili che pur avvolte in austeri camici, hanno la medesima sensualità delle più celebri eroine dell'artista milanese. A questo magnifico percorso è dedicata la mostra L’altro CREPAX allestita presso WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata (Viale Campania 12) dal 15 ottobre al 13 novembre.

Dopo una breve presentazione della figura di Guido Crepax, della storia della rivista Tempo Medico e del legame tra di loro, la mostra ripercorre cronologicamente la rubrica “Circuito interno” con una selezione delle più belle illustrazioni originali realizzate dall'autore, accanto ai numeri della rivista.

Il percorso è scandito da pannelli che raccontano per ogni anno un'importante avvenimento del mondo della medicina attraverso un articolo di Tempo Medico e, parallelamente, di cosa si stava occupando Guido Crepax in quel momento, permettendo così di mettere in relazione il suo lavoro per la rivista con quello delle sue produzioni più famose.

Il cuore della mostra sarà costituito da una selezione di 60 tavole originali per “Circuito interno”, grandi fogli di cartoncino Schoeller – proprio come le pagine delle sue storie più famose – dove Crepax incastrava tutte le vignette e le sequenze che sarebbero poi state sparpagliate nelle pagine della rubrica. È la prima volta che questi originali, provenienti dall'Archivio Crepax e della società editoriale Zadig che per decenni ha curato i contenuti di Tempo Medico, vengono esposti al pubblico milanese: un tesoro della produzione di Crepax sconosciuto anche per i cultori della sua opera e che merita di essere riscoperto. Nelle grandi vignette in bianco e nero è possibile rintracciare lo stile del disegnatore, la sensualità delle sue donne, l'attenzione alla moda, la gestualità dei personaggi, il suo inimitabile tratteggio. Ma è nell'invenzione dei casi clinici di ogni puntata che Crepax realizza dei piccoli veri capolavori, riuscendo a donare una personalità precisa in una sola vignetta a ognuno dei 356 pazienti comparsi in 30 anni. Ad affiancare le tavole saranno esposti i giornali da cui sono tratti, per mostrare al visitatore come venivano impaginati i disegni, permettergli di leggere la storia che illustravano e sfidarlo a risolvere l'enigma medico.

Il percorso sarà completato da una piccola selezione delle copertine originali a colori di Crepax per Tempo Medico, divenute assai rare perché sparpagliate nelle case e negli studi di gran parte dei medici ritratti. Tra queste, spiccano quelle dedicate alla rivista stessa, come la versione inedita di quella del numero 100 “Il medico che legge”, scelta come immagine di locandina della mostra.

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Star Wars in mostra a Milano

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Comunicato stampa:

STAR WARS
dal fumetto al cinema… e ritorno una mostra-evento celebra la saga stellare più amata di tutti i tempi!

19 marzo - 5 giugno 2016

WOW SPAZIO FUMETTO
Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata di Milano
Viale Campania 12 – Milano

Info: 02 49524744/45 - www.museowow.it – Ingresso intero 5 euro, ridotto 3 euro
Orario: da martedì a venerdì, ore 15-19; sabato e domenica, ore 15-20. Lunedì chiuso

La mostra STAR WARS: DAL FUMETTO AL CINEMA… E RITORNO, allestita da WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto di Milano (Viale Campania 12) in collaborazione l’Associazione Galaxy, La Bettola di Yoda, 501st Legion Italica Garrison e Rebel Legion Italian Base, grazie alla preziosa partecipazione di Panini Comics propone uno straordinario percorso espositivo dedicato alla saga di Star Wars unendo due aspetti fondamentali: la passione dei fans, che prestano i gioielli delle loro collezioni private, e lo straordinario percorso editoriale compiuto dai fumetti parallelamente al cinema, dal 1977 (e ancora prima come fonte d’ispirazione) ad oggi. In mostra saranno esposti tavole originali di autori italiani e stranieri, albi provenienti da tutto il mondo (dal mitico n. 1 americano a quello italiano, fino agli albi giapponesi e a quelli autografati), gadget rarissimi, manifesti cinematografici, foto di scena, grafiche, statue, accuratissime riproduzioni dei costumi usati per il film, postazioni multimediali, video, diorami in Lego e modellini provenienti dagli archivi del Museo e delle associazioni di fans coinvolte. Durante tutta la durata della mostra saranno organizzati eventi in collaborazione con la redazione del mensile Best Movie. Il catalogo della mostra è realizzato da WOW Spazio Fumetto e dalla redazione di SBAM! Comics. La mostra è inserita nel palinsesto Ritorni al futuro del Comune di Milano.

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Le guerre stellari prima di Guerre Stellari

Da sempre attento a tutte le declinazioni storiche e tematiche del fumetto internazionale, WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto di Milano apre i suoi spazi a una delle saghe stellari più amate di tutti i tempi: Star Wars. La mostra propone infatti un percorso cronologico scandito dall’evoluzione grafica del fumetto: dal primo numero del 1977, pubblicato dalla Marvel in concomitanza con l’uscita nelle sale di Guerre stellari (di cui si espone anche il primissimo manifesto originale) alle serie più recenti, alle quali hanno partecipato moltissimi disegnatori italiani, che fanno da prequel al film Star Wars – Il risveglio della Forza (terzo film campione d’incassi a livello mondiale). Il percorso viene introdotto da una preziosa sezione interamente dedicata al fumetto di fantascienza che a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta ispirò a George Lucas personaggi e trama di quella che sarà la “sua Star Wars”: da Flash Gordon (Lucas stesso dichiarò che la sua primaria intenzione era quella di girare un film dedicato al personaggio inventato negli anni Trenta da Alex Raymond) a Buck Rogers, da John Carter a tutta la narrativa di fantascienza da cui il “Creatore”, avido lettore, ha tratto ispirazione. Con un colpo d’occhio si potrà percepire quanto le coloratissime pagine di Flash Gordon possano aver ispirato a Lucas battaglie stellari, soldati spaziali, duelli con spade e principesse in pericolo da sottrarre alle grinfie di un cattivo senza scrupoli. Grazie all’esposizione di volumi d’epoca (provenienti dall’archivio della Fondazione Franco Fossati) si potrà anche scoprire da dove provengono alcuni “must” della poetica starwarsiana: dalle spade laser, citate in un romanzo di Edmond Hamilton del 1933, al personaggio di Chewbacca, certo ispirato a Thun, principe degli uomini leone e amico di Gordon. Grazie ad alcuni spezzoni dello storico serial cinematografico degli anni Trenta si potrà anche notare con facilità alcune somiglianze, a partire dagli iconici testi introduttivi che scorrono sullo schermo allontanandosi verso lo spazio profondo che aprivano gli episodi dello sceneggiato tanto amato da Lucas e introdotti in apertura di ogni episodio della sua saga. La mostra offre anche l’occasione di comprendere quanto poi “Guerre stellari” (1977) abbia a sua volta ispirato la successiva versione cinematografica di Flash Gordon nel 1980: da questi suggestivi rimandi deriva non a caso il titolo della mostra.

Tra cinema e fumetto

Grazie alla collaborazione di Panini Comics, editore in Italia della serie, dopo la parte introduttiva sulla genesi del mito la mostra propone l’esposizione di albi originali, riproduzioni in grande formato, tavole originali e pannelli esplicativi: dal primo numero americano, pubblicato dalla Marvel nel 1977, sulla cui copertina a stento si riconoscono quelli che saranno destinati a diventare gli eroi spaziali più amati di tutti i tempi (Darth Vader, Leia, Luke, Han Solo e Obi-Wan Kenobi), al grande successo del numero 1 della nuova serie, uscito sempre per Marvel (Panini Comics in Italia) nel 2015, primo fumetto degli anni Duemila a superare il milione di copie vendute. Ma non solo: una serie di isole tematiche aiuteranno anche i meno esperti a orientarsi: ecco quindi Luke e Leia, i due fratelli che sono, con loro padre Anakin (poi Darth Vader), il vero motore di tutta la saga. Poi una sezione dedicata al Lato Oscuro: Darth Vader (con una precisa ricostruzione del suo costume e un’affascinante spiegazione della sua genesi… per scoprire che il suo mitico casco fu ispirato da quello dei samurai visti da Lucas negli ammiratissimi film del regista giapponese Akira Kurosawa), l’Imperatore, Darth Maul, il Conte Dooku e l’ultimo arrivato Kylo Ren. Poi i “pirati”: Han Solo, Chewbacca, Lando Calrissian e il Millennium Falcon… sì perché “il pezzo di ferraglia” più veloce della galassia è diventato un vero e proprio personaggio a sé (in mostra anche un raro modello LEGO gigante). Fino ai nuovi eroi come il pilota Poe Dameron (a cui viene intestata una serie di albi). I droidi: due magnifiche riproduzioni a grandezza naturale di R2D2 (per i meno giovani C1-P8) e C-3PO presentano tutti i colleghi robotici che hanno fatto la fortuna della serie e che ritroviamo protagonisti anche nei fumetti e rappresentati in mostra grazie a modellini accurati, compreso il simpaticissimo BB-8 che ha conquistato il pubblico al cinema nell’ultimo episodio. Tra Stormtroopers (gli iconici soldati in armatura bianca di prima e ultima generazione), cacciatori di taglie (al mitico Boba Fett è dedicata una sezione con tanto di riproduzione fedele della sua armatura autografata dall’attore Jeremy Bulloch), caschi, spade laser (anche queste diventate vere e proprie icone) e creature aliene di ogni tipo si arriva a una sezione dedicata a quei personaggi che nella serie a fumetti (spesso lontana e distante da quella cinematografica tanto da sviluppare un universo espanso parallelo) svolgono un ruolo importante, a partire dal coniglio verde Jaxxon al grande ammiraglio Thrawn. Una postazione multimediale realizzata appositamente da GlobalMedia permetterà al visitatore, con un solo tocco sullo schermo, di scoprire vita, morte (se c’è) e miracoli di tutti questi personaggi meno noti al pubblico cinematografico. Molta attenzione sarà dedicata anche agli autori italiani che, pubblicati da Panini Comics, si sono guadagnati ammirazione anche a livello internazionale come Simone Bianchi (le cui tavole originali sono state acquistate da Lucas in persona), Marco Checchetto e Gabriele Dell’Otto, solo per citarne alcuni.

A impreziosire la mostra, una selezione di tavole originali, raccolte grazie anche alla collaborazione dell'Associazione La Nona Arte, che riunisce i collezionisti italiani di tavole originali. Oltre ad alcuni disegni originali di Howard Chaykin, il primo autore ad aver messo su carta le avventure di Luke e Leia, e di autori Marvel come Mike Deodato Jr, troveranno spazio tavole degli italiani Simone Bianchi, Davide Fabbri, Luca Bertelè e altri ancora. La mostra sarà chiusa dalle immancabili parodie, con un occhio di riguardo alla produzione Disney di autori come Andrea Freccero e Paolo Mottura e una tavola inedita di Romano Scarpa.

Con un semplice colpo d’occhio il visitatore potrà percepire quanto sia cambiata la grafica di Star Wars dal 1977 ad oggi, non solo per quanto riguarda i fumetti, che nelle prime pubblicazioni sembravano rifarsi più ai mondi della fantascienza classica che non ai personaggi portati sullo schermo da Lucas, a testimonianza di quanto poco i produttori credessero in quel film, ma anche le confezioni dei giochi, la grafica dei videogames e soprattutto i manifesti cinematografici: la prima edizione italiana, disegnata da Michelangelo Papuzza nel 1977, ritrae i protagonisti in maniera pressoché irriconoscibile e pone il mitico Darth Vader in secondo piano, a differenza di quelli successivi, rifacendosi più alla grafica dei fumetti di Flash Gordon che non a quella di Star Wars. Anche il merchandising, così importante e presente nello sviluppo del mito della saga starwarsiana, è cambiato tantissimo: dalle prime statuine in plastica e stoffa prodotte dalla Kenner (in esposizione vere e proprie rarità provenienti dalla collezione de La Bettola di Yoda) fino alle ultimissime action figures prodotte da Hasbro e ai bellissimi busti e statue della collezione www.animetoys.it.

Nel cuore di ogni vero appassionato di Star Wars ci sono i set LEGO®: grazie alla partecipazione di BrianzaLUG e di AFDL, due gruppi di appassionati italiani del mattoncino colorato, sarà possibile ammirare alcune costruzioni davvero incredibili come un Millennium Falcon gigante (composto da 5000 pezzi), un fantastico diorama di quasi due metri riproducente le scene ambientate sulla Luna Boscosa di Endor tratta da “Il ritorno dello Jedi” (opera di Massimiliano Torzo realizzata con più di 40.000 mattoncini e oltre 230 omini), il palazzo di Maz Kanata che compare in Episodio VII (realizzato da Roque Errichetti del Gruppo AFDL - Adulti Fan LEGO) e molte altre sorprese, come un bellissimo modello a grandezza naturale del droide R2D2 costruito interamente in mattoncini.

Molti degli oggetti da collezione esposti, soprattutto quelli più vintage, provengono dalla straordinaria collezione della Bettola di Yoda di Amedeo Tecchio, museo situato a Camisano (Vicenza) che da anni raccoglie ogni testimonianza possibile su questo fantastico universo e dagli archivi personali di grandi collezionisti privati.

Grazie alla collaborazione con Pixartprinting e GlobalMedia, la mostra sarà animata da ingrandimenti scenografici, allestimenti interattivi e installazioni multimediali che immergeranno il visitatore nell'universo di Star Wars.

Nel corso di tutta la mostra, dal 19 marzo al 5 giugno, grazie alla collaborazione con Panini Comics, si terranno incontri con autori e disegnatori importanti. Durante gli eventi più significativi, grazie alla fondamentale partecipazione della 501st Legion Italica Garrison e della Rebel Legion Italian Base, i due gruppi ufficiali di costuming Star Wars, sarà possibile incontrare in mostra uno degli eroi della saga (con cui scattarsi una foto indimenticabile nello speciale photo set con tanto di spada laser), partecipare a corsi di spada laser tenuti da Jedi Generation e portarsi a casa l’ambitissimo diploma di cadetto imperiale.

Allo shop del museo si potranno acquistare gadget, fumetti, libri e tutto quello che serve per iniziare, o completare, una collezione stellare.

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