(CAVALIERI MARVEL)

 

ANNUAL N°2

 

SPECIALE CROSSOVER

 

IL RACCONTO DI DUE HELL’S KITCHEN[1]

 

Di Carlo Monni

 

 

PROLOGO

 

 

Universi Paralleli. Un qualunque lettore di fantascienza è familiare con il concetto: mondi quasi identici in cui certi avvenimenti sono andati in maniera differente creando divergenze spesso incolmabili.

Oggi le barriere che dividono due di questi mondi si sono improvvisamente infrante ponendo a confronto le vite di alcuni particolari abitanti.

 

Da un lato un uomo lotta per mantenere intatta la sua sanità mentale e si nasconde nei panni un comune tassista mentre usa le sue non poche risorse per combattere il crimine. Hanno potuto portargli via tutto, ma non la sua determinazione.

Dall’altro lato lo stesso uomo (o è un uomo diverso dopotutto?) ha trovato un equilibrio che intende difendere a tutti i costi.

 

La sua vita è stata distrutta troppe volte ed alla fine lui sta cedendo al suo lato oscuro. Per cercare di fare del bene sta dannando se stesso.

La sua vita non è perfetta, lo sa, ma cerca di viverla meglio che può assieme ai suoi amici. Cerca giustizia, non vendetta.

 

Ha perso molte cose, ma non quelle che contano. Ha dei buoni amici, uno scopo, una donna che presto lo renderà padre. Che altro può chiedere?

Ha molto di cui essere fiero e molte domande senza risposta che tormentano la sua vita. Non smetterà di lottare e cercare le risposte.

 

            È un mercenario. Vende i suoi servigi al miglior offerente. Credeva di avere un’etica, poi ha scoperto di aver venduto l’anima al diavolo ed ora non sa come venirne fuori.

            È un mercenario, ma ha una sua etica. A volte si chiede dove sarebbe arrivato se per amore del denaro avesse tradito i pochi principi che lo guidano. Sta per scoprirlo e la risposta non gli piacerà.

 

            Sono solo alcune delle storie e delle vite che s’intrecceranno in questa convulsa giornata destinata a sfociare in una notte ancora più convulsa.  

 

 

1.

 

 

Universo MIT. Hell’Kitchen. Consultorio Legale Gratuito Karen Page.           

            Mi chiamo Matt Murdock ed in questo preciso momento ho un tremendo mal di testa. Da quando il misterioso portale su un altro mondo si è aperto ad Hell’s Kitchen sembra che tutto il mondo abbia concentrato tutta la propria attenzione su questo angolo di New York un tempo insignificante, se non per i suoi abitanti.

La zona è costantemente sorvolata da elicotteri; le strade sono intasate da giornalisti, curiosi, supereroi e profughi interdimensionali. Vorrei davvero correre fuori nei panni di Devil, l’Uomo Senza Paura, e cercare di tenere sotto controllo la situazione, ma il fatto è che la situazione è decisamente molto più grande di me. E’ il genere di cosa che i Fantastici Quattro trattano nel tempo libero, forse, ma io non saprei nemmeno da dove iniziare per chiudere un portale interdimensionale e così rimango qui, solo, all’interno del consultorio gratuito che ho chiamato col nome della donna che ho amato più di ogni altra nella mia vita e che non riuscirò mai a dimenticare, senza che un solo cliente osi bussare alla porta in questa giornata convulsa… fino ad ora.

 Prima ancora di avvicinarmi alla porta sento l’odore di feromoni che permea l’aria ed un battito cardiaco incredibilmente forte che riconosco all’istante, per quanto non lo senta da tempo.

Ancora prima che la porta si apra, so che mi troverò davanti Luke Cage, ma le altre tre persone sono una sorpresa. Due donne, su questo non c’è il minimo dubbio. È proprio una di loro ad emettere i feromoni che solo io, sembra, riesco a distinguere con chiarezza. Non lo fa apposta, le viene naturale, ma volente o nolente disturba i miei sensi e mi costringe ad uno sforzo per metterli a fuoco. Mi ricorda le sensazioni che ho provato incontrando per la prima volta il Gufo e Killgrave. Una superumana con qualcosa di animale… di ragnesco, forse? Una delle Donne Ragno, ma quale? Il terzo è un uomo sulla trentina il cui braccio sinistro mi rimanda echi metallici e che sulla schiena porta un disco anch’esso metallico nascosto dai vestiti. Lo scudo di Capitan America? Ma lui non è né l’originale, né il ragazzo che lo ha sostituito. Chi allora?

-Luke, da quanto tempo; sei l’ultima persona che mi aspettavo di vedere, di questi tempi.- dico cercando di mostrarmi cordiale.

-Anche io non mi sarei mai aspettato di venire a chiedere il tuo aiuto, ma non sono sicuro di quanto riusciremo ad allontanarci da Hell’s Kitchen con gli sgherri della H.A.M.M.E.R alle costole.-

-Di cosa stai parlando, Luke?-

-Abbiamo bisogno di protezione e di un passaggio per la base dei Vendicatori – interviene la prima ragazza.

-Non sono sicuro di capire. Avete bisogno di un avvocato?-

-Sappiamo che sei Devil, Matt, questo non è il momento per le identità segrete – rivela la seconda, aumentando la dose di feromoni, forse nel tentativo di calmarmi. Ancora una volta devo fare appello a tutta la mia concentrazione.

-Venite dall’altra parte del portale, allora. Non so cosa pensiate di sapere del Matt Murdock del vostro mondo, ma io non posso fare niente per portarvi dai Vendicatori se non chiamarvi un taxi.

-Siamo proprio sicuri che questo tizio sia il capo della Mano? – chiede incredula la prima ragazza.

La dichiarazione della donna mi lascia a bocca aperta, quasi abbastanza da non farmi notare il frastuono di un veicolo estremamente rumoroso che atterra sul tetto dell’edificio; persino i presenti che non hanno supersensi possono sentirlo.

-Ci hanno trovato – capisce l’uomo dal braccio meccanico, indossando una maschera. Dunque è davvero il Capitan America di quel mondo dall'altra parte del portale.                              .
Qualcuno o qualcosa passa attraverso il soffitto, scendendo dolcemente verso terra.

-Chiedo scusa per l’intromissione, ma questi uomini sono ricercati – dice Visione, con una voce metallica ed al tempo stesso spettrale.

-Andate, vi copro io – annuncia la prima ragazza, prima di rilasciare una scarica di energia dalle mani. Visione deve averla considerata inoffensiva, rendendosi tangibile troppo presto: il colpo è sufficiente a scaraventarlo dall’altra parte della stanza.

Il corpo della donna è avvolto da un lampo di luce, e posso avvertire i suoi vestiti scomparire per essere rimpiazzati da un costume. Chi è che è capace di fare trucchetti simili? Miss Marvel?  L’altra ragazza lascia cadere a terra l’impermeabile, che sicuramente nascondeva il costume della Donna Ragno, poi mi afferra per la giacca.

-Andiamo, Matt, non abbiamo molto tempo.- mi dice.

-Al contrario – interviene una voce femminile, un istante prima che la giacca si strappi nel momento più inopportuno. E’ la voce di una donna che conosco, appena entrata dalla porta i cui cardini hanno ceduto sotto una leggera spinta; Capitan America non si interroga su quante siano poche le possibilità che tutto ciò accada con una precisione così conveniente, riconoscendo la donna:

-Scarlet! Ci mancava solo questa!!! – esclama, recuperando lo scudo agganciato alla schiena e lanciandolo con abbastanza forza da non lasciare alla donna il tempo di reagire lanciando un incantesimo.

A questo punto sono pronto a mandare all’aria la mia identità segreta lanciando il mio bastone per deflettere la traiettoria dello scudo, quando un secondo scudo rimbalza sul primo.

Entrambi gli scudi eseguono una serie di rimbalzi impossibili, tornando ai legittimi proprietari: Capitan America e Capitan America, se non ho preso il più colossale granchio della mia carriera.

-Steve!? – si lasciano scappare entrambi.

-Okay gente, time out – richiama l’attenzione Luke Cage, prima di aiutarmi a rialzarmi.

-Tutto a posto?

-Ne ho passate di peggio, Luke. E a quanto ho capito, anche la mia controparte nella vostra realtà.

-Matt, la tua vita è un gran casino in qualsiasi universo.

Poche volte ho sentito una frase più veritiera di questa.

 

Universo MIT. Hell’s Kitchen, zona del portale.

Dall’alto di un edificio osservi la zona in cui si aperto il misterioso portale verso un altro mondo così simile al tuo eppure così diverso. Anche dall’altra parte c’è un Daniel Rand, un Iron Fist, che forse si sta ponendo le tue stesse domande o magari ha già trovato e risposte.

Qualcosa colpisce i tuoi sensi, la precisa sensazione di non essere più solo. Come ha potuto qualcuno arrivarti alle spalle in modo così silenzioso? Ti giri di scatto, assumendo istintivamente la posizione di combattimento, per trovarti davanti… te stesso. Le uniche differenze sono una lieve barbetta di un giorno ed il costume un po’ diverso.

-Io e te dobbiamo parlare, credo.- ti si rivolge l’altro Iron Fist.

 

Universo MIT. Hell’s Kitchen, zona del portale.

Maledetta curiosità, pensa un uomo dalle molte identità, ma che in questo momento risponde al nome di Jake Lockley, tassista, al momento senza clienti. Sarà anche l’avatar terreno di un dio egizio della vendetta di cui non si ricordano più nemmeno gli egittologi, ma queste cose cosmico/fantascientifiche non fanno per lui. Ogni volta che ci si è trovato in mezzo ha avuto solo guai, come in quelle follie dell’Infinito di qualche anno fa. Ora poi dovrebbe pensare ad indagare su quella specie di licantropo che gli è piombato sul Taxi la notte scorsa[2] e di cui il cofano porta ancora il segno, è sicuro che ci sia qualcosa di grosso dietro ed i licantropi sono il suo terreno, dopotutto il suo primo avversario quando è diventato Moon Knight è stato proprio un licantropo.[3]

            Perché è qui, dunque? Quale oscuro istinto lo ha condotto così lontano dalla sua solita base di operazioni?

-È opera tua Konshu? Mi stai manipolando come hai fatto altre volte?- chiede alzando gli occhi verso il pallido riflesso della luna al tramonto, mentre si infila il costume bianco, dopo essersi accertato che nessuno lo stia osservando.

            Se il dio della Luna e della Vendetta di Hermopolis lo sente, non si da la pena di rispondere.

 

 

2.

 

 

Universo MUSA. Hell’s Kitchen, zona del portale.

Riflessi speculari: dall’altro lato del portale, in un universo tanto simile all’altro e tanto diverso quanto può esserlo un’immagine vista attraverso uno specchio deformante, un taxi è fermo praticamente nell’identica posizione dell’altro ed è guidato da un altro Jake Lockley. A differenza di quello dall’altra parte, però, lui non ha altre identità in cui rifugiarsi. Gli hanno portato via tutto quello che aveva. Niente più Marc Spector o Steven Grant, niente più villa e rifugio sotterraneo,[4] ora c’è solo Jake Lockley, un uomo determinato a tutti i costi a restare sano di mente. Stanotte è qui per indagare sugli strani comportamenti di Devil. Lui è l’ultimo che avrebbe il diritto di questionare la sanità mentale di qualcuno, ma in passato Devil non aveva mai avallato atti di vigilantismo selvaggio ed ora sta addirittura costruendo una prigione privata in mezzo a Hell’s Kitchen.[5] Decisamente non è da lui. C’è davvero qualcosa di storto.

“Giusto. Perché perdere tempo ad imprigionarli i criminali, quando si fa prima ad ucciderli risolvendo così il problema alla radice?”

            Jake ignora la voce nella sua testa e comincia a riflettere sul da farsi

 

           

A cavallo dei due universi. Hell’s Kitchen, zona del portale.

Quando ha seguito i suoi colleghi Nuovi Vendicatori oltre il portale, Danny Rand alias Iron Fist non era molto sicuro di cosa avrebbe trovato dall’altra parte. L’altro Iron Fist cosa sa di Orson Randall e del retaggio e la maledizione del Pugno d’Acciaio? Magari in quel mondo le cose sono andate diversamente… magari suo padre (non è esattamente suo padre, lo sa, ma non riesce a pensarla altrimenti) ha vinto la sfida con Shou Lao e non c’è mai stato un suo incontro con la futura Heather Rand e non c’è quindi nessun Danny Rand. Gli hanno detto che le principali differenze tra i due mondi riguardano solo gli ultimi due o tre anni, ma deve verificare personalmente.

            Attraversare il portale non gli ha provocato alcuna reazione particolare, a parte una sorta di lieve pizzicore. Qualcosa che riguarda solo lui a causa del potere che gli scorre nelle vene o l’hanno provato anche gli altri? Non glielo chiede.

            Una volta dall’altra parte ha lasciato silenziosamente i suoi compagni e si è diretto altrove, guidato da una sorta di insondabile istinto e lo ha trovato. Immobile sull’orlo di un tetto, con lo sguardo perso ad inseguire chissà quali pensieri. Il suo doppio in questo mondo. Non ha bisogno di conferme: lo sa con certezza: il suo chi vibra ancora più che con Orson Randall.

            L’altro Danny Rand ha sentito la sua presenza e si volta pronto a combattere. Lui alza la mano in segno di pace e dice:

-Io e te dobbiamo parlare, credo.-

 

Universo MUSA. Hell’s Kitchen. Shadowland.

Normalmente l’apertura di un portale verso un altro mondo non m’importerebbe più di tanto, ma è accaduto a Hell’Kitchen, il mio territorio. Ho sacrificato troppo per proteggerlo: la mia vita, i miei ideali, ho rotto tutti i ponti con la mia vecchia vita ed i miei vecchi amici. Molti pensano che io sia impazzito e forse hanno ragione: forse la strada che ho intrapreso non porta alla redenzione ma alla dannazione... ma ormai non posso tornare indietro, non posso.

            Il mio nome è Matt Murdock, ma sono anche Devil, il protettore di Hell’s Kitchen e sono anche il capo della Mano.

            L’emergenza ha accellerato il mio ritorno a New York dal Giappone. Accompagnato dalla mia fedele Tigre Bianca, l’ex agente del F.B.I. Angela del Toro, uccisa dalla Mano, resuscitata come mia nemica ed ora fedele alleata, giungo al mio quartier generale, dove trovo un altro fedele luogotenente: Tarantula Nera.

-Ragguagliami sulla situazione.- gli chiedo.

            In breve Carlos La Muerto mi racconta tutto quello che è avvenuto in mia assenza dopo l’apertura del portale.

-L’apertura di un varco verso un mondo parallelo potrebbe essere di qualche utilità per i nostri piani.- dice la Tigre Bianca.

-Non sono d’accordo.- replica Tarantula Nera –Io dico di non interferire.-

-In effetti, non hai torto. Gli rispondo –Eppure… non ti nascondo che sono curioso di sapere come se la passa il Matt Murdock di quel modo. Magari… magari si potrebbe portarlo dalla nostra parte.-

-Matt, ti senti bene?- mi si rivolge Tarantula Nera –Mi è sembrato che...-

-Perché non dovrei stare bene? – taglio corto –Deve essere colpa del jet lag. Vado un attimo a riposare, poi valuteremo il da farsi.-

            Una volta nelle mie stanze mi faccia una rapida doccia e poi apro l’armadio e sfioro con la mano uno dei costumi da Devil. Non ho bisogno di vederlo per sapere che è nero come la notte, a parte le due D rosso fuoco sul petto. Non ricordo nemmeno di averlo commissionato, ma mi sembra giusto che sia qui. Lo tengo tra le mani per qualche istante, lasciando che le mie dita ne percorrano la stoffa, poi lo indosso. Non ho dubbi ormai: è il costume appropriato per il nuovo signore di Hell’s Kitchen, per guidare il nuovo ordine che sarà costruito sulle ceneri del vecchio.

 

 

3.

 

 

Universo MIT.  Manhattan. Park Avenue.

Il nome scritto sul contratto d’acquisto di questo spazioso attico è Paul Dennis, ma tra coloro che lo conoscono pochi sarebbero pronti a scommettere che questo sia davvero il suo nome. Il solo nome con cui sono abituati a conoscerlo è semplicemente Paladin, mercenario amante della tecnologia e galante con le belle donne, pronto ad accettare qualsiasi incarico purché sia ben retribuito e la causa sia giusta… e a volte anche se la causa non è poi tanto giusta, purché il compenso sia adeguato ai compromessi che richiede la sua etica. Etica: un tempo avrebbe riso a quella parola. Non ti aiuta a pagare l’affitto avrebbe detto, poi ha conosciuto Janet van Dyne, Wasp. Con lei è stata una cosa seria, più seria di quanto avrebbe mai ammesso, con lei avrebbe potuto andare diversamente, poi Jan ha deciso di dare un’altra chance al suo ex marito, Henry Pym, ed è andata com’è andata. Quando ha saputo che era morta ha represso le lacrime ed ha bevuto alla sua salute. Quando ha saputo che era ancora viva ha resistito all’impulso di andarla a trovare. La sua vita, a quanto ha saputo, è già abbastanza complicata senza che un ex amante si faccia vivo per complicarla ancora di più… e poi che cosa avrebbe pensato la Vedova Nera? Avranno anche un rapporto aperto, come amano dire, ma uno sarebbe matto a pensare ad un’altra donna quando ha al fianco una come lei, o no?

            La notte scorsa Natasha non era di buon umore e lui ha rispettato la sua privacy, ma vorrebbe poterla aiutare, se solo si aprisse di più con lui… già, come se lui fosse sempre pronto a condividere con lei i suoi segreti.

            Con un gesto d’affetto le accarezza i capelli sparsi sul cuscino e la sente mugolare come una gattina, poi sente un altro rumore, un costante ronzio che viene dal vicino comodino, ma cosa…?

            Natalia Alianovna Romanova, meglio nota come la Vedova Nera, la più letale spia di tre continenti si sveglia di scatto ed afferra un piccolo oggetto da uno scomparto della sua cintura: la communicard dei Vendicatori.

-Guai, Babe?- le chiede Paladin.

.-Qualcosa del genere.- risponde Natasha -È un’allerta generale per tutti i Vendicatori disponibili per una possibile emergenza globale, ma non dice quale... e ti ho già detto di non chiamarmi Babe.-

-Prima di aspettare che Capitan America o chiunque altro comandi i Vendicatori questa settimana ti ragguagli, vediamo che dicono i TG.-

            Paladin prende il telecomando e pochi istanti dopo, sul mega schermo ultrapiatto incassato nella parete di fronte a loro appaiono delle immagini interessanti, mentre Paladin fa zapping tra i vari canali di notizie 24 ore su 24.

<<… portale dimensionale a Hell’Kitchen…>>

<<… mondo parallelo quasi identico…>>

<<… ignota la causa…>>

<<… Ritrasmettiamo il servizio della nostra inviata Trish Tilby…>>

-Ma che diav…- si lascia scappare Paladin

-Shh!- gli intima Natasha –fammi sentire.

            Sullo schermo appaiono due donne identiche, potrebbero essere gemelle, ma la Vedova sa che non è così semplice.

<<Qui è Trish Tilby che vi parla da Hell’s Kitchen, dove in questo vicolo è successo qualcosa che ha dell’incredibile persino per questa città. Sono qui con una collega che non avrei mai pensato di intervistare…Trish Tilby>>.

<<Anche per me è strano, Trish – risponde l’altra donna, con la stessa voce e perfino la stessa espressione sul viso <<Come potete vedere da queste immagini, alcune persone sono apparse all’improvviso in questo vicolo; sembra che ci sia una sorta di portale invisibile che mette in comunicazione questa città con…con un’altra città non esattamente identica. Trish?>>

<<Da quanto abbiamo potuto capire, le due città fanno parte di due linee temporali parallele: nel vostro universo, per esempio, lo S.H.I.E.LD. è stato rimpiazzato dalla H.A.M.M.ER. e gli Skrull hanno invaso la terra. Da dove provengo io, invece, sono stati i marziani a cercare di conquistare il mondo.>>

<<In quello che è stato chiamato “universo MIT” nell’articolo di Frontline.com che ha dato per primo la notizia, per esempio, la cosiddetta Guerra Civile e l’attacco di Hulk non sono mai avvenuti; e questa è solo la prima di numerose differenze che stiamo scoprendo in diretta.>>

<<Ancora non è chiaro quale sia l’origine del portale che collega il mio “universo MIT” a quello che l’articolo dell’edizione on-line del Daily Bugle ha battezzato “universo MUSA”, ma una cosa è sicura: ci saranno sicuramente grandi sviluppi per quella che si sta rivelando…>>

            Natasha smette di ascoltare. Ora ne sa più che abbastanza. Il fatto che le sia arrivato solo un preavviso indica che i Vendicatori in servizio attivo ritengono di essere in grado di gestire da soli l’emergenza per ora, ma a scanso di guai è meglio che lei sia presente.

-Paul io devo andare.- dice.

            Paladin fa una smorfia. Hell’s Kitchen è il quartiere di Devil, uno dei vecchi amori di Natasha e magari ci sarà anche Occhio di Falco. Tasha si sente in debito con loro. Tanto peggio, si dice Paladin, lasciala andare, non impicciarti in questa storia. Non ci sono soldi da guadagnare, non ti riguarda.

            Sospira.

-Te la senti di volare su un ciclojet a due posti?- le chiede.

 

Universo MIT.  Manhattan

Luke Cage esce dal bagno ed entra in camera da letto, vestendosi rapidamente. Sta pensando a come organizzare la giornata quando quello che sente dalla vicina TV lasciata accesa su un canale di notizie, gli scombussola tutti i piani.

<<… identificato come Luke Cage, il famoso e famigerato eroe a pagamento, sia pure con un look diverso...>>

-Ma che…-

            Essendo questo un racconto destinato ad un pubblico più vasto possibile, non vi riferiremo tutte le colorite imprecazioni che Luke emette mentre segue il servizio secondo cui da un portale dimensionale apparso improvvisamente a Hell’Kitchen è passato da poco un gruppetto di uomini e donne in costume, tra cui: un suo doppio pelato e con la barba, Iron Fist e Capitan America con un diverso costume, l’originale Donna Ragno, Miss Marvel, Mimo ed un tizio mai visto prima.

            Anche se ci sono Capitan America e Mimo (è ancora viva dall’altra parte dunque?) devono essere la loro versione attuale dei Difensori. Chi sarebbe mai così matto da riunire una formazione di Vendicatori come quella?

            Lui odia queste faccende di altre dimensioni, non gli hanno mai portato bene le poche volte in cui ci si è lasciato coinvolgere, ma non può assolutamente lasciare che un altro Luke Cage si aggiri impunemente nella sua città.

            Per fortuna di Danny Rand, proprietario della casa che lo ospita, Luke, uscendo, non sbatte la porta abbastanza forte da farla uscire dai cardini.

 

Universo MIT. Hell’s Kitchen, zona del portale.

Elektra Natchios pensa che sarebbe stata un’idea migliore restarsene a letto fino a mezzogiorno od in alternativa farsi tre ore di allenamento in palestra. Di tutte le scelte che poteva fare, venire a Hell’s Kitchen è di gran lunga la peggiore, lo sa, o meglio lo sente. Non può vedere la frattura nello spaziotempo, ma riesce a percepirla e ne è attirata come una falena dalla fiamma. C’è qualcosa dall’altra parte, qualcosa di maligno, di terribile, qualcosa che lei ha già sconfitto a fatica due volte ed a cui non vuole nemmeno pensare.

 

 

4.

 

 

Universo MUSA Il Cubo. Località segreta.      

Se i Vendicatori Oscuri, come li chiama qualcuno della comunità supereroica fuorilegge, sono la facciata pulita e rispettabile del sistema di potere di Norman Osborn, i Thunderbolts ne sono il lato oscuro, quello che ufficialmente non esiste, il pugnale nascosto sotto la cappa, per così dire.

            Paladin ne fa parte e comincia a chiedersi il perché. Credeva che il denaro che Osborn gli passa sarebbe bastato a tacitare la sua già traballante coscienza, ma quello che ha visto sembra avergliela risvegliata, invece.

            Gli sembra di essere l’unico sano di mente in una banda di psicopatici: il Flagello si mantiene lucido (se così si può dire) solo grazie ad un miscuglio di psicofarmaci e chissà cos’altro, Mr. X è un maniaco omicida che se non uccide qualcuno per un certo periodo di tempo va in crisi d'astinenza, lo Spettro è ossessionato dalla sicurezza e dalla privacy, Grizzly sembra solo determinato e Ant Man... si atteggia a maniaco sessuale, ma sembra disgustato quanto lui da questa manica di pazzi. Deve prendere una decisione, ma pare che dovrà essere rimandata, perché Norman Osborn ha una nuova missione per loro:

<<Quei buffoni che si fanno chiamare Nuovi Vendicatori hanno oltrepassato il portale e sono finiti sull’altra Terra. Non m’importa perché l’hanno fatto, possono comunque compromettere i miei piani. Non posso occuparmene personalmente. Come capo dei Vendicatori e dello H.A.M.M.E.R. sono impegnato in delicate quanto frustranti trattative diplomatiche,[6] quindi l’incarico di eliminarli passa a voi.>>

-Sarà fatto, signore.- risponde il Flagello.

-Per eliminare intende…- interviene Ant Man.

<<Farli fuori, ovvio. L’Uomo Ragno non è con loro e quindi non dovete avere remore. Non ha importanza nemmeno che vi vedano: non è il vostro mondo e la responsabilità potrà facilmente essere attribuita alle vostre controparti, quindi buona fortuna.>>

-Non ci ha neanche chiesto del carnefice.- borbotta Ant man.

-Forse non si è neanche accorto che non era con noi. Chissà quanto è pazzo quell’uomo.- commenta Paladin.

-Non devi parlare così del nostro comandante.- lo rimprovera il Flagello.

-Altrimenti?- replica Paladin. Forse sta esagerando, ma comincia a non poterne più.-

-Suggerisco di rimandare qualsiasi conflitto interno a quando saremo tornati dalla missione.- interviene lo Spettro con la sua voce inquietante.

-Giusto.- concorda Grizzly –Ora pensiamo alla missione. Quanto a… a quello che è successo al Carnefice,[7]  ne informeremo Osborn al ritorno dalla missione.-.

            Se torneremo, riflette Paladin, eliminare quel gruppo di Vendicatori non è uno scherzo e tante cose possono ancora accadere.

 

Universo MIT. Manhattan, Stark Tower.

La vita non è mai stata uno scherzo per Luke Cage e per lui essere sulla lista dei ricercati non è certo una novità. Per fortuna in questo mondo che i media hanno ribattezzato Terra MIT gli sgherri di Osborn (dell’Osborn della sua Terra, perché quello di questa non è esattamente un agnellino, ma almeno non ha le leve del potere in mano) non arrivano sin qui e men che meno nella Stark Tower, sede temporanea dei vendicatori di questo mondo.

            Ripensandoci, non era stata una grande idea rivolgersi a Matt Murdock. Come poteva pretendere che li aiutasse a raggiungere il quartier generale dei Vendicatori, che peraltro ha un indirizzo pubblico che lui conosce benissimo. L’incontro con quegli altri Vendicatori è stato fortunato, però, e adesso c’è un vero meeting dei vendicatori di due mondi, proprio come nei fumetti che leggeva da bambino in cui c’era sempre una crisi annuale tra mondi paralleli.

            Adesso, però ha altro in mente.

-Un penny per i tuoi pensieri Luke.- gli si rivolge la Donna Ragno.

-Non valgono tanto…- ribatte Cage -…e puoi immaginarli benissimo da sola. Stavo pensando a mia moglie, alla bambina… e a Danny. Dopo che abbiamo attraversato il portale, ci siamo dispersi. Clint e Bobbi li abbiamo ritrovati qui,[8] ma lui manca ancora all’appello, non vorrei che fosse finito nei guai.-

-Stai parlando di Iron Fist, non del tuo fratellino di 11 anni.-

Hai ragione, ma… io e lui siamo amici da tanti anni e mi sento davvero un po’ il suo fratello maggiore.-

-Scusate…- interviene il Capitan America MIT -... ma credo che dovreste fare attenzione a questo.- ed indica il monitor, dove stanno apparendo le ultime notizie.

A quanto pare, mentre loro perdevano tempo a discutere, l’Ercole del mondo MIT ha pensato bene di farsi un giretto nei pressi del portale ed ha finito per darsele di santa ragione con l’Ares del mondo MUSA e stando a quello che si vede, ora l’uno ora l’altro si ritrova proiettato oltre il portale.

-Tipico di quegli esaltati che si fanno chiamare deicommenta Mimo.

-Non dirlo a Thor, ma sono d’accordo – ribadisce Thunderstrike.

-Suggerisco di recarci tutti al portale per fermare questa follia.- interviene Visione.

 -Sarebbe anche una bella idea… se io ed i miei amici non corressimo il rischio di essere arrestati da quelli della H.A.M.M.E.R. non appena mettessimo il naso dall’altra parte.- ribatte Luke Cage

-Intendi dire che intendi restare indietro?- gli chiede Stature, del gruppo che nell’altro universo è noto come Potenti Vendicatori.

-Niente affatto. Non vedo l’ora di suonarle ancora a quegli Oscuri Vendicatori messi insieme da Osborn.-

-Se mi è consentito…- interviene il Capitan America MIT -… io direi che è meglio che i vostri gruppi rimangano defilati mentre una nostra delegazione va a trattare con quell’Osborn. Non credo che caricarli a testa bassa serva a qualcosa in questa situazione.

-Io preferirei farlo lo stesso…- aggiunge il Capitan America MUSA -… ma il ragazzo non ha tutti i torti.

            L’importante è che questo mi permetterà di andare a cercare Danny, pensa Cage.

 

Universo MUSA. Hell’s Kitchen, zona del portale.

Elektra Natchios si chiede cosa stia facendo qui, osservando qualcosa di invisibile nel bel mezzo di Hell’s Kitchen. Dovrebbe concentrarsi su altro. Matt Murdock sta davvero impazzendo come sostiene Maestro Izo? E se è così, cosa può farci lei. Come ha messo piede nel quartiere l’ha sentita: la presenza di un male antico che si sta pian piano espandendo. È passato molto tempo da quando l’ha affrontato l’ultima volta. Potrà vincere questa volta e più di tutto: potrà salvare l’anima di Matt o è già condannata?

            La risposta è qui. Non sa ancora come o perché ma ne è sicura.

 

 

5,

 

 

Universo MUSA. Hell’s Kitchen. Shadowland.

N elle viscere del quartiere chiamato Clinton, ma ancora noto fra suoi abitanti come Hell’s Kitchen, seduto su una specie di trono che non ricordo nemmeno di aver chiesto di preparare rifletto, ponderando le mie prossime mosse. Un tempo, quando ero semplicemente Devil, l’Uomo Senza Paura, sarei uscito là fuori per cercare di tenere sotto controllo la situazione mentre esseri molto più potenti di me facevano la loro parte. Ma ora sono il leader supremo della Mano, ed ho delle responsabilità più grandi.

-Chi avrebbe mai detto che questa orribile città di Midgard potesse nascondere delle segrete così affascinanti – esordisce un uomo appena uscito dalle ombre.

Non è un uomo, ovviamente, ma questo i ninja della Mano non lo sanno e lo attaccano così come farebbero con un uomo: cercando di tagliargli la testa.           

Non riesco a fermarli in tempo ed il mio senso radar esamina l’uomo dall’elmo con le corna avvicinarsi sempre di più, deliziato da come le katane si tramutino in serpenti intenti a squartare gli assassini che hanno cercato di fermarlo.

Il suo battito cardiaco è molto più forte e regolare di quanto dovrebbe essere. Il suo odore è un misto di neve fresca, ferro, arsenico e sangue. Ed ancora più inspiegabilmente, sento l’odore di una civetta. È come Thor, non potente come lui, forse, ma appartiene alla stessa razza.  Non importa come appaia: non è umano.

-Stai cercando di creare l’ordine sfruttando il caos, Devil. Non posso dire di apprezzare l’idea, ma la tua imprevedibilità è deliziosa. Comincio a capire perché Mefisto abbia sprecato così tanto tempo con te.-

-Dimmi che cosa vuoi e vattene da Shadowland, straniero.- La mia stessa voce mi sembra estranea. Se potessi vedere colui che sta davanti a me sono certo che avrebbe un sorriso maligno.

-Oh credimi, voglio andarmene di qui. Così come tu vuoi che quel portale se ne vada…adesso è proprio nel mezzo del tuo territorio. Un re non può lasciare che una simile invasione possa continuare, ed io posso darti i mezzi per debellarla.-

-Dimmi di più – rispondo –Sono curioso di sapere quanto posso trovare interessante la proposta che vuoi farmi.-

            Sento che mi sta squadrando, che sta penetrando nei più oscuri recessi della mia anima. Chissà se è preparato a quello che ci troverà.

         Improvvisamente si ritrae come un uomo che abbia toccato un nido di serpenti.

-TU!- esclama.

-E così ora sai chi sono… ed io so chi sei tu, Loki dio del male della mitologia nordica. Hai giustamente paura?-

-Sono… giustamente impressionato, si.- replica Loki scegliendo con cura le parole –i tuoi piani sono sempre gli stessi? Suppongo di si, quelli come noi sono condannati a recitare sempre lo stesso copione.-

-I forti debbono dominare ed i deboli perire. Tu dovresti essere d’accordo con me.-

-Mi confondi col dio… o con l’umano sbagliato.- replica Loki.

-Se non puoi essermi utile, allora vattene.-

-Si, credo che proprio che me ne andrò. Quello che credevo di trovare non è qui, non più almeno. Quanto a te, ti do un avvertimento: il tuo potere non è saldo come credi e la tua caduta non è impossibile.-

         Svanisce lasciando un vago odore indefinibile come prova del suo passaggio. Se credeva di impressionarmi non c’è riuscito. Questa volta trionferò. Ne sono certo.

 

Universo MIT. Hell’s Kitchen, zona del portale.        

Quello che hai di fronte è il tuo doppio proveniente da un’altra dimensione. In molti racconti che ti è capitato di leggere questo genere di incontri finiva regolarmente con uno scontro tra i due, ma tu e l’altro Danny Rand siete persone ragionevoli… o almeno lo speri.

-Non… non sei pazzo, malvagio o a capo di una setta segreta, vero?- gli chiedi sentendoti un po’ stupido.

-No, quello è Devil.- ti risponde ridacchiando –Io sono solo un aspirante benefattore ed un Vendicatore.-

-Meno male, Io temevo… cos’hai detto di Devil?-

-Lascia stare, è una storia lunga. Dicevi che temevi…-

-… di dover combattere contro di te.-

-Come in un classico scontro tra supereroi che poi, dopo l’iniziale fraintendimento, fanno squadra insieme? Temo sia fuori moda ormai.-

- Peccato, però: Mi sono chiesto spesso cosa poteva accadere se due esseri dotati entrambi del potere del pugno d’acciaio si fossero scontrati.-

-Questo vuol dire che non hai mai incontrato Orson Randall?-

-Conosci Orson Randall? Io ho appena scoperto il suo nome grazie a vecchie carte di mio padre… e mi sono accorto di quanto poco sapessi di lui.-

-Orson e papà avevano molti segreti, in effetti. Quando hai tempo, chiedi a Lei Kung di farti leggere il Libro degli Iron Fist o parla con Lucky Pierre… se è ancora vivo.-

-Lo è. Io e mia sorella stavamo per partire per la Francia per incontrarlo, quando è scoppiata l’emergenza.-

-Miranda è viva? Questa si che è una notizia. Quanto a Lucky Pierre, se lui è vivo, allora anche Orson deve quasi certamente esserlo.-

-Vuoi spiegarmi chi è Orson Randall e che legame aveva con mio padre?-

-Magari più tardi.- interviene una terza voce a loro ben nota –Se voi ragazzi del Kung Fu non ve ne siete accorti ci sono problemi più urgenti da queste parti adesso.-

-Dategli retta ragazzi perché ha ragione… e non lo dico solo perché lui è me.- dice un altro nuovo arrivato e solo la capigliatura e la barba permettono di distinguerlo dal primo.

-Luke!- esclamano all’unisono i due Iron Fist.

-Esatto! Rispondono in contemporanea i due Cage.

-Parlavate di cose più urgenti?- chiede l’Iron Fist MIT

-Guardati intorno fratello.- si limita a rispondere il Cage MUSA.

Il portale di collegamento tra i due universi è ora visibile: un quadrato di luce della stessa larghezza del vicolo. Resta così solo per pochi istanti, prima di espandersi verso l’alto come una lama di luce la cui visione è a dir poco accecante ed anche i quattro, che sono su un tetto abbastanza lontano dall'epicentro del fenomeno, devono comunque proteggersi gli occhi.

-Ma cosa sta accadendo?- chiede, abbastanza retoricamente l’Iron Fist MUSA.

-Non lo so…- replica il Cage MIT -... ma di sicuro non è nulla di buono.-

Senza che i quattro lo sappiano la lama di luce ha letteralmente tagliato in due l’Eliveicolo dello S.H.I.E.L.D. facendo anche esplodere il misterioso essere noto come Sentry[9] ed ora qualcosa di più grande di una portaerei sta precipitando in una delle città più popolose della Terra, Decisamente la situazione è seria.

 

Universo MIT e MUSA. Hell’s Kitchen, zona del portale.

Moon Knight sente qualcosa scuoterlo nel profondo mentre il suo corpo è avvolto da un calore intenso, Un attimo dopo riapre gli occhi e si trova sempre nello stesso vicolo, ma ora davanti a lui c’è un altro Taxi identico al suo e da dietro ecco un altro Moon Knight.

-Tu chi sei? Come sei arrivato qui?- lo apostrofa.-

“non perdere tempo in chiacchiere… falla finita e uccidilo”

-Tu sta zitto!-

-Ehi ma con chi stai parlando? Chiede il Moon Knight MIT –Non con me di certo e… cavolo, tu sei me, giusto?-

-Non parlo con le allucinazioni, sparisci.-

-Non sono un’allucinazione, io…-

Non… deVI TOCCARMI!- così dicendo il Moon Knight MUSA colpisce l’altro e lo sbatte lontano.

-Amico, devi credermi, non avevo intenzione di combattere, ma visto che sembri capire solo il linguaggio dei pugni, ti accontenterò

            Moon Knight MIT si tuffa contro il suo doppelganger ed in breve i due sono in mezzo ad un vero scontro a mani nude.

 

 

6.

 

 

Universo MIT. Hell’s Kitchen, zona del portale.        

Spinti dalla curiosità Paladin e la Vedova Nera sono finalmente giunti a Hell’s Kitchen quando la colonna di luce si alza verso il cielo. Paladin sterza appena in tempo per evitare di esserne investito, ma così facendo la Vedova perde l’equilibrio e cade dal ciclojet verso il suolo.

-Natasha!- urla angosciato Paladin, poi dirige il ciclojet verso il basso in un disperato tentativo di intercettare la caduta della donna.

            Natasha Romanoff non è, però, una comune pulzella in pericolo. Senza perdersi d’animo ha lanciato dal polso destro un sottile ma robustissimo cavo che fa presa su un vicino cornicione. La caduta si arresta, ma i suoi guai non sono ancora finiti, perché alla velocità che ha preso, si scontrerà con il muro dell’edificio di fronte a lei con una forza tale da spezzarle tutte le ossa o almeno buona parte. Dalla padella nella brace.

Improvvisamente, qualcosa la strattona verso l’alto. No, non qualcosa: qualcuno, qualcuno con una forza tale da sollevarla come se fosse senza peso ed ora la tira verso il tetto.

Quando vi arriva, per un attimo ha la sensazione di vederci doppio: davanti a lei ci sono due Iron Fist e due Luke Cage, riconoscibilissimi anche se i loro vestiti sono un po’ differenti (e nel caso di Cage non solo i vestiti). Sono stati i due Cage a tirarla su.

-Pare che vi debba dei ringraziamenti ragazzi.- dice loro, poi si rivolge a quello con i capelli e senza barba, vestito con la tradizionale camicia gialla aperta sul petto. -Tu sei quello del mio mondo, giusto? Dovresti davvero pensare al tuo look, sai?-

-E assomigliare a quello là?- ribatte lui indicando il Cage rasato e con la barba, che indossa una T shirt gialla –No grazie.-

-Ehi cosa hai da dire sul mio look?-

-Nulla, se vuoi fare il gangsta non sono certo affari miei.-

-Ora non mettetevi a litigare tra di voi.- interviene ancora Natasha. -Ci sono affari più urgenti a cui badare o ve ne siete scordati?-

In quel momento il ciclojet di Paladin atterra sul tetto e lui si precipita verso la Vedova abbracciandola.

-Grazie a Dio stai bene, Tasha.- dice –Mi sono preso una di quelle paure.-

-Un momento…- interviene Cage MUSA –Vuoi dire che qui stai con Paladin? Quel tizio da noi è uno dei cattivi, è un membro dei Thunderbolts.-

-I Thunderbolts?- esclama, sorpreso, Paladin –Vuoi dire quel gruppo di ex supercriminali che ha sconfitto i Signori del Male un po’ di tempo fa? Credevo che si fossero sciolti.-

-Parla della squadra della morte di Norman Osborn.- interviene l’Iron Fist MUSA –Meno di una settimana fa mi hanno rapito ed hanno tentato di farmi il lavaggio del cervello, ma gli è andata male.-[10]

-Insomma, parla di noi.- dice una voce dura e sarcastica.

Nuovi guai sono arrivati.

 

. Dopo che Cage ed i suoi amici hanno lasciato il mio consultorio assieme a quel gruppetto di Vendicatori, ho passato un po’ di tempo a riflettere, poi ho tirato fuori il mio sgargiante costume rosso ed eccomi qui. Certo, non posso vedere il muro giallo che ha isolato quello che ormai è il vicolo più importante del mondo dal resto della città, ma il mio senso radar ne avverte la forma e gli altri miei sensi percepiscono l’energia che irradia, ma per quanto mi sforzi, anche i miei sensi iper-sviluppati non riescono a percepire nulla di ciò che si trova dall’altra parte.

È molto più semplice sentire il caos che si è sviluppato all’esterno del muro. Giornalisti e curiosi si sono affollati di fronte alla barriera, oltre alle povere persone la cui vita è stata totalmente stavolta quando il loro quartiere si è trasformato nel porto di mare del multiverso ed io non posso farci niente.

-Ehi Devil. Non sei completamente matto da questa parte, vero? –

La voce è quella dell’Uomo Ragno e la domanda che ha fatto chiarisce che è quello del cosiddetto Universo MUSA, un nome appioppatogli dal mio amico Ben Urich, o meglio dalla sua controparte in quel mondo.

Non posso dire di essere sorpreso dal suo arrivo… ho sentito il caratteristico suono dei suoi lanciaragnetele a due isolati di distanza… ma quando mi accorgo che non è solo… beh un po’ sorpreso lo sono: c’è un altro Uomo Ragno con lui, assolutamente indistinguibile per i miei sensi, diversamente dalle pur impercettibili differenze che ci sono con i suoi cloni che ho avuto modo di conoscere. Entrambi atterrano sul tetto su cui mi trovo.

-Nah, è solo un adulto che si mette una calzamaglia per combattere il crimine, e tutti sappiamo che questo è un atteggiamento del tutto normale – risponde, l’altro, quello che deve essere l’Uomo Ragno MIT, quello del mio mondo insomma.

-Se dovete rimanere entrambi nella stessa città, fatemi il piacere di stare zitti cinque minuti. Avete intenzione di andare dall’altra parte?-

-Lo sai che c’è una barriera impenetrabile di mezzo, vero?

-Ho “visto” numerosi eroi entrare senza problemi, credo che la barriera sia in qualche modo selettiva. I giornalisti non hanno…-

-Aspetta, vuoi dire che potresti entrare quando vorresti ma preferisci startene qui? Cavolo, i nostri Devil sono davvero diversi – si lamenta l’Uomo Ragno MUSA.

-Tutti si stanno preparando a qualcosa di grosso, molto più grosso di quanto qualcuno come me possa gestire. Ma qualcuno deve pure tenere d’occhio la città, mentre voi salvate il mondo.

-E secondo te per me sarebbe diverso? – mi chiede l’Uomo Ragno MIT.

-Ho sentito dire che dall’altra parte Norman Osborn controlla il mondo.- mi limito a dire.

I due Uomo Ragno annuiscono, lanciando una ragnatela a testa… il cui filo passa oltre la barriera senza alcun problema.

-Tienimi d’occhio New York, Devil, mi ci sono affezionato – si congeda l’Uomo Ragno MIT.

-E se mai ti venisse in mente di cercare di salvarla prendendo il controllo di un’organizzazione di super-ninja che hanno venduto l’anima al diavolo, passa al piano B – mi suggerisce l’Uomo Ragno MUSA.

            Aspetto che siano spariti oltre la barriera ed il portale che sta proteggendo. Quello che hanno detto e quello che sono riuscito a sapere da altre fonti, mi ha convinto. Non posso restare a guardare mentre una parte di mondo, di qualsiasi mondo va a rotoli: che mi piaccia o meno, devo intervenire.

-Puoi uscire adesso Elektra.-

            Alle mie spalle ecco materializzarsi come se fosse uscita dal nulla, Elektra, mio primo amore ed ora ninja letale e assassina.

-Da quanto sapevi che ero qui?- mi chiede.

-Da abbastanza tempo.- rispondo –Se sei qui per il motivo che immagino, allora puoi unirti a me, perché io ora andrò dall’altra parte e fermerò l’altro Devil a qualsiasi costo.-

-Verrò… per fare quello che se sarà necessario al posto tuo.-

            Non faccio domande: ho paura delle risposte.  Mi lancio nel vuoto. Alle mie spalle Elektra è già scomparsa.

 

            Universo MUSA. Hell’s Kitchen, zona del portale.

La scena ha un che di surreale: due uomini avvolti nello stesso costume bianco si combattono in maniera speculare. Nessuno dei due riesce a prevalere sull’altro. Per ogni trucco che uno di loro usa, l’altro replica allo stesso modo portando ad una situazione di stallo.

            Alla fine Marc Spector MIT si ferma e si sfila il cappuccio guardando negli occhi la sua controparte e dice.

-Basta! Tutto questo non ha senso. Io la pianto qui.-

-Vuoi dire che ti arrendi?- replica Moon Knight MUSA.

-Mettila come ti pare. Io non intendo continuare uno scontro chiaramente stupido mentre il resto del mondo rischia di precipitare nel caos. Ci deve essere di meglio che posso... che possiamo fare tutti e due.-

“Non dargli retta. Stendilo e dopo avrai non uno ma ben due mondi di criminali da punire e torti da vendicare. Dammi retta!”

            Moon Knight MUSA ignora la voce che solo lui può udire e si sfila anche lui il cappuccio mentre dice:

-Hai ragione: c’è una crisi in atto e noi dobbiamo fare tutto quello che possiamo per…-

-Tutto quello che voi dovete fare, intrusi, è morire.-

A parlare è stato uno di molti ninja della Mano improvvisamente apparsi nel vicolo.

Marc Spector, anzi Jake Lockley, MUSA si reinfila il cappuccio mentre dice:

-Le milizie di Devil ci danno il benvenuto, ma scopriranno che non sono così facile da eliminare.-

-Lo stesso vale per me.- aggiunge Moon Knight MIT, poi… -Hai detto le milizie di Devil? La Mano lavora per Devil da queste parti? Questo mondo è sempre più strano.-

Mentre parlavano già quattro ninja sono caduti sotto i loro colpi. La vittoria non è impossibile.

 

 

7.

 

 

Universo MIT. Hell’s Kitchen. Zona del Portale.

Piombano dall’alto sullo sconcertato gruppetto preso completamente di sorpresa.

-Nel caso te lo chiedessi ancora…-dice Cage MUSA rivolto a Paladin MIT -… erano questi i Thunderbolts a cui alludevo.-

            Senza aspettare risposta si mette sulla strada di Mr. X che spezza una delle sue katane contro la pelle impenetrabile di Cage MUSA.

-Io e te abbiamo qualche questione in sospeso, amico, ed a me non piacciono le questioni in sospeso.-

            Mr. X scarta di lato evitando facilmente il colpo di Cage.

- Non puoi sorprendere chi è in grado di anticipare ogni tua mossa mentre la pensi.- dice.

-Hai poco da anticipare le mie mosse.- replica Cage MUSA –Io voglio solo metterti le mani addosso e prima o poi ci riuscirò. Vogliamo scommettere che ti stancherai prima di me?-

            Il Flagello spara all’impazzata su chiunque gli stia davanti.

-Siete un pericolo per la sicurezza nazionale.- urla –Dovete essere eliminati.-

            La Vedova Nera sposta bruscamente uno degli Iron Fist (non sta a controllare quale), evitando una raffica i proiettili, poi corre incontro al nemico. I suoi movimenti sembrano passi di danza, mentre evita i proiettili. Se è vero che un essere umano non è più veloce di un proiettile di pistola, nessuno sembra averne informato la Vedova Nera. Natasha corre a zig zag, poi arriva a tiro del Flagello.

-Ti credi un servitore dello Stato?- lo apostrofa –Non hai mai pensato che chi ti ha mandato qui non è infallibile?-

-Io sono un soldato. Non contesto gli ordini.-

-Hanno detto lo stesso i Nazisti a Norimberga ed altri dopo di loro. Sbagliavano.-

-Taci traditrice. Non ho dimenticato come ci hai ingannato fingendoti una di noi mentre eri una serpe in seno.-

-Mi confondi con un’altra Vedova Nera[11] amico, io non ti ho mai incontrato, almeno credo.-

            Mentre si trova alle prese con ben due Iron Fist, Max Markham, già noto come Grizzly, maledice la fretta del Flagello nell’attaccare. Dovrà dire a Osborn quanto è inaffidabile...  se lo ascolterà, cioè e sempre ammesso che lui sopravviva allo scontro di oggi. La sua forza bruta pare del tutto inutile di fronte alle abilità marziali dei suoi avversari.

Paladin MIT osserva un altro se stesso. Vorrebbe dire che sta osservando un riflesso distorto di se, ma teme che in realtà quello sia il vero Paladin, non l’illusione di se stesso che si è costruito negli ultimi tempi.

-Perché ti sei unito a questa banda di assassini?- gli chiede.

-La paga era buona ed ero stufo di correre di qua e di là.- risponde Paladin MUSA -Sembrava una buona idea al momento.-

-E adesso?-

-Adesso non sono più sicuro di niente. Vorrei solo… ATTENTO!-

            Paladin MUSA spara contro un punto alle spalle della sua controparte MIT, che sente uno sfrigolio.

-Cosa…?-

-Lo Spettro ha tentato di friggerti il cervello. Non ho potuto ferirlo nel suo stato intangibile, ma l’ho costretto alla fuga.-

-Hai saltato il fosso.-

-Tanto avevo già deciso di mollarli prima o poi. Ci sono cose che tutto il denaro del mondo non potrebbe mai comprare. Non trovi strano che sia io a dirlo?-

-Ripensandoci… no.- replica Paladin MIT –Adesso che ne dici se aiutiamo gli altri… e gratis, per giunta?-

-Perché no? Non sarebbe la sola cosa pazza che ho fatto oggi.-

            Luke Cage MIT pondera un istante chi aiutare: se il suo doppio contro quel Mr. X oppure la Vedova Nera contro il Flagello. Che razza di scelta è, si chiede ed eccolo afferrare per una spalla il Flagello e dargli un fortissimo pugno che lo fa volare a diversi metri di distanza.

-Grazie…- gli dice Natasha -… me la sarei cavata comunque, ma grazie.-

-Non ne dubito. Ho solo voluto affrettare le cose. Comunque non l’ho steso del tutto, è sveglio e gli è saltata la maschera. Che pazzoide: si è fatto tatuare in faccia la bandiera.-

            La Vedova Nera spalanca la bocca in un’espressione di assoluto stupore.

-Nuke!- esclama.

-Che stai dicendo?-

-Lui… è Nuke, la versione distorta del Progetto supersoldato, al servizio dell’Incubo americano. Anni fa scatenò una piccola guerra in Hell’s Kitchen solo per uccidere Devil. Credevo fosse morto.-[12]

-Ora che me lo dici… avevo sentito qualcosa. All’epoca io…-

-Attento!-

            Il Flagello o Nuke, che dir si voglia si è rialzato e corre verso di loro.

-Avete fatto saltare la mia copertura, la pagherete.-

            Cage riceve un suo pugno in faccia, un pugno che avrebbe staccato il collo a chiunque altro.-

-Sei forte, sei superpotenziato anche tu?- dice. -In fondo non me ne importa un accidenti. Questo vuol solo dire che non devo frenare i pugni.-

            Mr. X evita l’ennesimo colpo di Cage MUSA e constata per l’ennesima volta che i suoi colpi non hanno grande effetto sul suo avversario. Diviene sempre o più difficile anticipare le mosse di uno il cui unico pensiero fisso è farti fuori e per giunta si sta stancando, come Cage aveva anticipato, poi ecco che un colpo fortunato lo prende alla mascella. Mr. X barcolla, poi riceve un altro colpo al ventre.

-Non è giusto.- mormora.

-Oh, credimi, è giustissimo.- gli risponde Cage MUSA mentre gli piazza un sinistro che lo stende definitivamente.

            I due Iron Fist guardano un Grizzly ormai steso.

-Non è stato così difficile, vero?- dice Iron Fist MIT

-Per nulla.- concorda Iron Fist MUSA.

            Nuke carica come un toro infuriato e si scontra con il Luke Cage MIT. I due rotolano avvinghiati.

-Vorrei sparargli…- dice il Paladin MUSA -… ma ho paura di colpire quello sbagliato.-

            Cage MIT allontana il suo avversario che si rimette in piedi.

-Ho bisogno di una rossa.- dice, prendendo una manciata di pillole da una tasca. Ne inghiotte una, ma qualunque cosa volesse fare dopo nessuno la saprà mai. La mano intangibile dello Spettro gli attraversa il cervello solidificandosi quanto basta per mandarlo completamente in tilt e farlo cadere dinanzi ai suoi avversari.

-Perché l’hai fatto?- gli chiede la Vedova Nera.

-Non c’era più scopo in questa battaglia.- risponde l’altro -Confido che adesso mi lascerete andare senza conflitto. Del resto non vedo come potreste fermarmi.-

Va pure a farti ammazzare altrove, se quello che vuoi. È la risposta di Cage MIT.

-Ehi…- interviene Paladin MUSA -…ma dove è finito quella peste di Ant Man? Non l’ho visto durante tutta la battaglia.-

            Già: che fine ha fatto Eric O’Grady- alias Ant Man? Ha semplicemente ricordato che la discrezione è la parte migliore del valore e... se l’è filata non appena è cominciata la battaglia.

 

Universo MUSA Hell’s Kitchen, nei pressi di Shadowland.

            Una volta attraversato il portale non è difficile trovare il nostro bersaglio. Io non la vedo, ma Elektra mi descrive molto bene la fortezza che sorge nel bel mezzo di Hell’s Kitchen. Shadowland l’ha chiamata il mio doppio: la Terra delle Ombre, un segno inequivocabile che il Devil di questo mondo è completamente impazzito o posseduto da una qualche forza del Male come sostiene Elektra.

-Lei è qui.- esclama improvvisamente la mia compagna di viaggio.

-Chi è qui?- chiedo istintivamente mentre i miei sensi cominciano a darmi già la risposta: un'altra Elektra esce dalle ombre.

-Hai avuto la mia stessa idea.- dice rivolta alla sua controparte –Possiamo solo sperare che non sia troppo tardi.-

-Oh, ma è già troppo tardi… è sempre stato troppo tardi per tutti voi.-

            Conosco quella voce… è la mia, ma ora ha un timbro diverso. Se si potesse dire, allora direi che ha un accento malvagio.

Quello che ho di fronte, circondato da un nutrito gruppo di adepti della Mano potrà anche sembrare Matt Murdock, ma sono certo che è qualcosa di diverso. Le sensazioni che provo mi raggelano. Ho incontrato il diavolo in persona… o almeno qualcuno che dice va di esserlo e non ho avuto paura, ma ora so cosa significa averne.

 

La lotta è dura, perché I Ninja della Mano sono davvero tanti, ma Moon Knight è un avversario di valore e due Moon Knight lo sono anche più del doppio. Il vicolo è ormai pieno di tuniche vuote da cui si alza una polvere sottile, quando odono la voce.

-Oh, ma è già troppo tardi… è sempre stato troppo tardi per tutti voi.-

            Proprio nel vicolo accanto… due Devil, uno con un costume nero e l’altro col classico costume rosso.

-Fammi indovinare… sussurra il Moon Knight MIT alla sua controparte -… uno dei due è il doppio malvagio dell’altro.-

-Ero venuto qui per lui…- risponde l’altro -… quando è scoppiato tutto il casino.-

-Bene. È stato gentile da parte sua indossare quel costume, così potremo picchiarlo senza temere di sbagliare bersaglio. Sei con me?-

-Non c’è bisogno di chiederlo.-.

            I due Moon Knight scattano all’unisono.

 

 

8.

 

 

Universo MUSA Hell’s Kitchen, nei pressi di Shadowland

            E così eccolo davanti a me: il Matt Murdock di quell’altro mondo. Non lo si può certo definire puro, ma non è passato attraverso quei travagli che qui lo hanno condotto a me. Sento dentro di lui il dolore per la morte della donna amata, la frustrazione per l’irriducibile dicotomia tra legge e giustizia, ma ha resistito alla tentazione di prendere entrambe nelle sue mani. Ha avuto una vita diversa… una vita che purtroppo per lui finirà stanotte.

-Chi sei veramente?- mi chiede.

         Rido di gusto. I suoi sensi hanno fatto un ottimo lavoro. Sono davvero una risorsa preziosa. Quasi non fanno rimpiangere la perdita della vista… quasi.-

-Chiedilo alla tua amica chi sono. Elektra ha buoni motivi per ricordarsi di me. Entrambe ce l’hanno.-

-È la Bestia del Caos, rispondono praticamente all’unisono le due Elektra -Venerata dalla Mano e specialmente dalla Setta dei Serpentieri. Il suo scopo è la distruzione. Diversi anni fa aveva preso il controllo del candidato alla Presidenza degli Stati Uniti Ken Wind ed aveva quasi scatenato una guerra nucleare.-[13]

-Qualche anno dopo, nella mia realtà è tornato e ci sono volute le forze congiunte del cuore di Shou Lao il Re Drago e del potere del Pugno d’Acciaio per sconfiggerlo.-[14] aggiunge l’Elektra del cosiddetto Universo MIT. Informazione molto interessante. Forse, invece di ucciderli subito, starò ad ascoltarli ancora un po’. Chissà che informazioni ancor più interessanti potrebbero darmi?

–Quindi esistono modi per sconfiggerlo.- commenta l’altro Devil

-Se la possessione non è troppo avanzata e la sua presa su questa realtà non ancora stabile… - spiega la “mia” Elektra -... si può ricacciarla nel suo mondo uccidendo il suo corpo ospite… ed è proprio quello che sono venuta a fare.-            

            Sono ben due i sai che saettano verso di me, ma non ha molta importanza, li afferro facilmente e sorrido, poi mi rivolgo ai miei Ninja.-

-Uccidetele tutte e due. Di lui mi occupo personalmente io.-

         Due miei ninja cadono come fulminati mentre un’altra donna salta al fianco del mio doppio e delle due rinnegate. Non potrei mai confonderla con nessun’altra: è la Vedova Nera.

-Se non sei venuta ad unirti a me, Natasha...- le dico -… allora hai scelto di morire coi miei nemici.-

Tanto nessuno vive per sempre, no?- replica lei –Nemmeno tu.-

-se a voi non dispiace avere dei rinforzi, noi siamo qui.-

            Moon Knight, due di loro. Questa faccenda del portale dimensionale mi sta creando più problemi di quanto credessi.

         È a questo punto che l’altro Devil mi colpisce.

 

         La donna che si fa chiamare Tigre Bianca fa un passo avanti per mettersi al  fianco del Devil Nero, ma una stretta possente le blocca le braccia.

-No Angela, non lo farai.- dice con voce ferma Tarantula Nera.

-Lasciami andare Carlos.-

No tu sei ancora sotto il controllo della Mano, l’ho capito. Non ti permetterò di aiutare la Bestia.-

-Allora mi dispiace, Carlos, perché dovrai morire.-

            La Tigre Bianca si divincola e cerca di afferrare la sua katana, ma prima che possa riuscirci Tarantula Nera la afferra per il collo e subito dopo si ode il sinistro rumore delle vertebre cervicali che si spezzano e Angela Del Toro si accascia senza vita.

-Mi dispiace Angela.- mormora Carlos La Muerto –Avrei davvero voluto che andasse a finire diversamente.-

 

         Il doppio malvagio. Un concetto ben noto ai racconti avventurosi. Anni fa ne avevo incontrato uno, un demone creato o evocato da un essere che si faceva chiamare Magus e che a sua volta era il doppio malvagio di un tizio chiamato Warlock.[15] Questa volta è diverso, però, perché quello con cui sto combattendo è proprio un altro me stesso.

            Quale ne sia stato il motivo, questo Matt Murdock ha ceduto al cosiddetto lato oscuro e non so se possa essere salvato. Non voglio credere che l’unica alternativa sia ucciderlo come dice Elektra.

-Ascoltami!- gli dico mentre combattiamo –Deve esserci ancora qualcosa di Matt Murdock in te. Ribellati alla Bestia. So che puoi farcela.-

-Idiota!- mi risponde –Matt Murdock è morto. C’è solo la Bestia e tu… sei uno sciocco se credi di potermi sconfiggere.-

-Me lo hanno detto in tanti e forse è vero. Hai avuto buon gioco a sfruttare per i tuoi scopi il senso di giustizia di Devil. Conosco la frustrazione che dà il vedere la giustizia tradita o negata, Conosco il dolore. Tu l’hai usato contro di lui, ma io non ti permetterò di vincere a costo di mettere in gioco la mia vita.-

-Ed è proprio quello che accadrà. Io ti ucciderò, Murdock, io ti ucciderò!-

         Sento crepitare energie oscure dai suoi stessi occhi. Ormai di umano ha solo l’involucro. Mi scaglio contro di lui e finiamo in un corpo a corpo. Sento le sue mani sul mio collo.

-Ora morirai.-

-Non credo.-

            Non so quale delle due Elektra lo ha trafitto alla schiena. Fatto sta che una katana ora lo trapassa da aperte a parte.

-No!-

         L’altra Elektra lo trafigge allo stomaco.

-Ero così vicino, così vicino.-

         C’è una specie di lampo ed il mio doppio è a terra. Non c’è più segno di vita in lui. Non so come definire la sensazione che provo. È come se un’atmosfera malsana si fosse dissolta. Un uomo buono è morto e quell’uomo era me. È strano “vedere” il proprio cadavere.

            Una delle Elektra si avvicina al cadavere e gli toglie la maschera.

-Avrei voluto che andasse diversamente, Matt.- dice e capisco che è la Elektra di questo mondo –ma forse c’è un’ultima cosa che posso fare per te.-

            Gli toglie la maschera e gli prende il viso tra le mani. Sento un improvviso calore e capisco cosa sta facendo. Dalle labbra mi esce un grido:

-No!-

            Troppo tardi! Le energie crepitano, ed avvolgono Elektra e l’altro Matt e quando è finita, accanto a lui rimangono solo i vestiti vuoti dell’Elektra di questo mondo.

-È finita. Ha fatto quel che doveva fare… quello che forse avrei fatto io al suo posto.- commenta la “mia” Elektra.

            Matt apre gli occhi che guardano nel vuoto e mormora:

-Cos’è successo?-

Non c’è più traccia della Bestia in lui. Elektra sapeva quel che stava facendo.

-Ci vorrà tempo per spiegartelo.- li dico –E ci saranno cose difficili da accettare, credimi.-

            Gli porgo la mia mano per aiutarlo a rialzarsi e lui l’accetta, ancora frastornato e nel momento stesso in cui mi tocca sento qualcosa.

-Matt!- urla Elektra.

            Non mi sento molto diverso, ma so di esserlo. Ricordi che non sono miei mi riempiono la mente. Ricordi di una caduta nel baratro che non è mia, eppure lo è, di una donna cieca che ho sposato e che un antico nemico ha fatto diventare pazza, di una donna che ha cercato di confortarmi, e di tanto altro.

La realtà intorno a noi muta e si confonde.  Non è ancora finita e so che cosa devo fare. Sono ancora il protettore di questo angolo di New York e farò il mio dovere.

 Le due terre si stanno fondendo come io e l’altro Devil ci siamo fusi. No, non è corretto: siamo un corpo solo, ma due menti che cercano di mantenersi sane, per quanto è ancora possibile.

C’è una battaglia in corso e si può sperare che i buoni la vinceranno, intanto io ho altre priorità. Il mio senso radar ha colto l’immagine familiare di Ben Urich assieme a quella che sembra una ragazzina di dodici anni, ammesso che tutto sia come sembra, che sta correndo verso un tizio in un’armatura simile, ma non esattamente identica, a quella di Iron man. Grazie al mio superudito riesco a sentire perfettamente tutte le loro parole.:

-Aspetta un minuto, Osborn – sta dicendo la ragazzina, mentre, Ben Urich, la afferra per un braccio senza riuscire a fermarla e grida:

-Layla! Ti farai ammazzare!-

            Forse non ha torto, è meglio che intervenga, perché quelli che stanno accanto a Osborn (Norman Osborn, immagino, ma perché l'Uomo Ragno non è da queste parti ora che servirebbe?) l’hanno notata e non sembra che abbiano intenzioni amichevoli.

-La mia giornata fortunata; lasciami il ficcanaso, boss – si offre uno che ho sentito chiamare Occhio di Falco, ma che è senza alcun dubbio Bullseye sotto mentite spoglie. Osborn, alias Iron Patriot ha radunato un gruppo di criminali e sta cercando di farli passare per eroi, ma il suo castello di carte sta crollando miseramente.

-La bambina è mia. Non mangio da stamattina – si fa avanti Venom, leccandosi le zanne.

-A cuccia – gli intima la ragazza, guardando il mostro negli occhi. Una strana luce si accende nei suoi occhi, e Venom crolla a terra; il simbionte riprende dimensioni umane, e Mac Gargan si rannicchia in posizione fetale.

<<Cosa diavolo…>> esclama un sorpreso Osborn.

-Ho fuso per un attimo la sua mente con la sua controparte dell’altro universo…che è morta – spiega Layla.

-Ah sì? Ed io cosa sono? – domanda “Occhio di Falco”, scagliando una freccia.

A questo punto il mio bastone devia la freccia, rimbalza su un muro, passa attraverso la forma intangibile di Miss Marvel, colpisce "Occhio di Falco" alla nuca ed infine mi ritorna in mano

-Un perdente, Bullseye, così come in qualsiasi altro universo – gli rispondo.

-Tu quale sei, il mio Devil o quello MIT? – mi chiede Ben.

-Sì – è la risposta di Layla.

-Stai cominciando a diventare irritante…

            A questo punto due figure scendono dal cielo grazie a dei jetpack ed atterrano proprio al mio fianco. Uno è Nick Fury, ma la donna al suo fianco è per me una perfetta sconosciuta.[16]

            Non mi degnano di uno sguardo e proseguono verso Osborn.

-È un mondo pazzo, questo,- commenta Ben Urich.

-Non hai idea di quanto hai ragione, Ben.- gli rispondo

-Costume mezzo rosso e mezzo nero? Non è un look che ti consiglierei di tenere, Matt.-

-E non vorrei io...-

            La ragazzina, Layla, mi guarda e mi fa l’occhiolino. Non so come faccio a saperlo, ma lo so.  Mi sento pervaso da uno strano pizzicore e d ecco che dove eravamo uno, ora ce ne sono due.

-Questo si che è uno sviluppo interessante.- esclama un sorpreso Ben Urich -Chi di voi due sarebbe il mio Devil?-

-Quello in nero.- gli rispondo –Trattalo bene, Ben. Ne ha passate veramente tante, forse troppe per un solo uomo.-

            Una lunga giornata è finita ed una nuova alba sta arrivando, finalmente.

 

 

 

EPILOGO

 

 

            Il mio nome è Ben Urich e sono un giornalista. Oggi vi racconterò la storia di due mondi e degli uomini e donne che li hanno salvati entrambi. Devo affrettarmi a scriverla, però, perché i ricordi stanno sbiadendo e domani potrebbero sembrare solo un sogno la cui memoria svanisce al risveglio.

            Non vorrei che fosse dimenticato il momento in cui l’armatura di Iron Patriot è stata disattivata ed un Norman Osborn sempre più fuori di testa, privato di quella stessa armatura è stato abbattuto da un pugno dell’Uomo Ragno e consegnato alle autorità del suo mondo assieme ai suoi sgherri. Tutti dovrebbero ricordare gli eroi che hanno fermato la più bizzarra invasione aliena e qualunque mondo abbia mai visto.

            Non voglio dimenticare quella bizzarra ragazzina di nome Layla Miller, che ha guardato due mondi negli occhi e li ha salvati con una sola frase:

“Ricordate cosa vi rende unici”.

            No, non voglio dimenticare, nessuno dovrebbe, ma accadrà. Già ora guardo lo schermo e mi chiedo cosa sto scrivendo, poi alzo gli occhi a guardare le stelle e so che c’è sempre un’altra parte dove guardare e c’è sempre qualcosa oltre quel fragile eppure rassicurante velo che siamo abituati a chiamare realtà.

            Mi chiamo Ben Urich e questa… questa non è stata la mia storia.

 

 

FINE

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Come? 18 pagine di racconto ed ora pure le note? Tranquilli: sarò rapidissimo.

1)    Innanzitutto è chiaro che per comprendere questi avvenimenti appieno dovete non solo aver letto i recenti episodi di Marvel Knights, ma anche gli episodi di Devil e Thunderbolts Marvel USA precedenti alla miniserie "Assedio".

2)    Il nemico ipertecnologico di Iron Man nonché membro dei Thunderbolts il cui nome originale è “The Ghost”, è sempre stato chiamato “Lo Spettro” in tutte le sue apparizioni precedenti alla sua entrata nei Thunderbolts, dove è stato, invece tradotto con Il Fantasma. In Marvelit, le rare volte che è apparso è sempre stato chiamato lo Spettro e per coerenza così l’ho chiamato in questa storia. Spero non me ne vogliate.

3)    A livello di continuity, gli eventi di questa storia si svolgono tutti prima di Marvel Knights #48 e tra i capitoli 3 e 4 di Devil #47. nonché parallelamente a Crossover #2/5.

4)    A questo proposito, un doveroso ringraziamento va a Fabio Furlanetto, di cui ho letteralmente ripreso e riadattato intere parti dei citati episodi di Crossover con Devil come protagonista.

5)    Per la storia completa di ciò che è successo a Hell’s Kitchen raccomando di leggere la citata miniserie Crossover e per altri retroscena i vari speciali che cvi abbiamo confezionato.

Grazie per la pazienza.

 

 

Carlo



[1] Che Charles Dickens mi perdoni. -_^

[2] Questa storia si svolge prima degli eventi che riguardano Moon Knight narrati in Marvel Knights #47/50.

[3] Jack Russell in Werewolf by Night #32/33 (agosto/settembre 1977), purtroppo inediti in Italia.

[4] È avvenuto in Moon Knight #20/25(in Italia su 100% Marvel Moon Knight #3).

[5] Come visto in Daredevil #504 (in Italia su Devil & Hulk #168).

[6] Un modo un po’ contorto e non del tutto corretto di illustrare il ruolo del buon Norman in Crossover #1 e 2.

[7] Ucciso dal Flagello sotto comando mentale dell'Uraniano in Thunderbolts #140 (In Italia su Marvel Mix #88).

[8] Come visto in Vendicatori Annual #4

[9] Il tutto è accaduto in Crossover #3 Non credeteci sulla parola, andate a leggerlo, se non l’avete ancora fatto.

[10] In Thunderbolts #137 (In Italia su Marvel Mix #88).

[11] In effetti, è proprio così La Vedova Nera MUSA si era infiltrata nei nuovi Thunderbolts creati da Norman Osborn fingendo l’altra Vedova Nera: Yelena Belova.

[12][12] In Daredevil #233 (In Italia su fantastici Quattro, Star, #42.

[13] Nella miniserie Elektra Assassin.

[14] È avvenuto in Marvel Knights #16/18

[15] Nella miniserie Infinity War (In Italia su Marvel Comics Presenta #18/23).

[16] Ma i lettori di Crossover sanno bene che si tratta di Victoria Hand, già braccio destro di Norman Osborn come direttore del H.A.M.M.E.R.