MARVEL IT PRESENTA:
 
 
 
 


Storia: Giovanni Scoto "Eriugena"
Vick Sebastian Shaw
Supervisione: rossointoccabile
Editor in Chief: Carlo Monni

I L  C A N T O
Parte Prima

 

 
 

NOTA BENE! Questo episodio si svolge prima di The Others n.6 : China Force

    Cina - Altopiano mongolo - catena montuosa del Quilian Shan - aperto deserto
   Non è possibile!
    Non è possibile e, tuttavia, lo vedo accadere davanti ai miei occhi. Un uomo… o chissà esattamente cosa, si sta liquefacendo di fronte a me. Se è un uomo, una cosa o altro non lo so, ma si fa chiamare Random - casualità - un nome certamente azzeccato. Lo guardo mentre, rivolgendoci il suo sorriso stupido, i lineamenti del volto si fanno una melma rosa e penetrano nella terra polverosa del deserto cinese.
    Ho girato il mondo in compagnia di emeriti sconosciuti inventando una scusa assurda per evitare una settimana di lezioni di fisica alle mie classi e mi ritrovo in Cina con un uomo che si scioglie, un silenzioso uomo in impermeabile ed infine un uomo coi capelli totalmente bianchi, nonostante l'età, che indossa un costume in lattice aderente di color bianco e blu.
    Che cosa ci faccio io, John Edwards, in Cina?
    Penso a questo e a tant'altro mentre fisso, come un segugio, la bocca d'aerazione che sbuca dal bel mezzo del nulla del deserto roccioso cinese. Solo a pensare che, sotto di me, si estendono chilometri di gallerie dove un gruppo paramilitare del governo cinese svolge le proprie ricerche su armi di vario tipo mi sembra pura follia. Sono un professore di Fisica, non l'eroe di un libro di Flemming (1) !
    Forse gli uomini che ho introno a me si sentir
anno degli eroi. Loro sono mutanti, come me, ma dall'espressione che hanno dipinta in viso, dai movimenti e dai loro atteggiamenti sono avvezzi a tutte queste stranezze.
    Dio, perché mi hai fatto proprio mutante? Perché io, cosa ti ho fatto di male?
    Dio tace, come di solito fa, ma le sbarre del bocchettone d'aerazione cadono e, solo dopo il loro tonfo secco per terra, vedo che la telecamera a circuito chiuso ha smesso di muoversi avanti ed indietro. I miei compagni - dei perfetti sconosciuti - si inoltrano nello stretto condotto.
    Non mi hanno aspettato. Anche se sono l'unico che ha in dotazione uno strano palmare sul quale viene disegnata l'intricata serie di gallerie sotterrarne attraversate da una sottile linea gialla - il nostro filo d'Arianna - che ci condurrà verso la meta. Dovrei essere irritato,io sono il loro leader, eppure non lo sono, mi limito a seguirli con calma. Li osservo penetrare nelle gallerie per qualche metro e poi fermarsi al primo bivio, indecisi. Io passo in mezzo a loro e prendo la svolta di sinistra. Ad ogni azione ne corrisponde una di forza uguale e contraria, penso divertito, lo sanno anche i miei giovani studenti; lo impareranno anche loro.
    - Aiuto!-
    - Sono qui! -
    Cos'è stato?
    Un sussurro tra le pareti di roccia e metallo? Mi fermo all'improvviso e Random quasi mi cammina sopra. Mi stanno guardando come un marziano, Random dice qualcosa, ma non lo sento neanche, il canadese brizzolato mi guarda con più sospetto di prima, se questo è possibile, e Madrox… anche Madrox, insensibile a tutto dall'inizio del nostro viaggio all'aeroporto di Heathrow (2) , per un attimo l'ho visto turbato… turbato da me.
    L'ho sentito solo io, dunque.
    Non mi hanno messo a posto il cervello bene come sembrava (3) . Ma non è questo il momento di pensarci; personalmente il mio unico vero obbiettivo di questa "missione" pazzesca è quello di tornare a Londra tutto d'un pezzo.
    Già Londra sembra un eternità…

***

    Londra - Una settimana fa:
    - Per domani preparate lo studio della fluidodinamica visto che faremo esercitazione in classe. E ora filate via.- dal silenzio assoluto parte lo schiamazzo generale.
    La bella Sendy inizia a civettare con attorno uno stuolo di ragazzi, mentre Paul e Ralf discutono animatamente sulla risoluzione dell'ultimo problema che gli ho affidato, prima o poi quei due dovrebbero pensare anche alle ragazze o diventeranno dei lebbrosi sociali. Dio, sto proprio diventando vecchio ormai penso come il mio professore del liceo Byron! Eppure è impossibile non affezionarsi a questa massa di marmocchi che si credono piccoli uomini e piccole donne.
    A volte invido l'ingenuità con la quale guardano questo dannato mondo. Ma in fondo i sogni sono il miele della vita, e non sarò certamente io rovinare i loro… ne ho già abbastanza dei miei, di sogni infranti.
    Mi dirigo rapidamente al mio ufficio. Northfolk, il mio assistente più asfissiante, cerca di accalappiarmi, ma io con abile mossa lo lascio intento in una discussione interminabile col direttore didattico. Infondo anche questa per lui sarà un'importante lezione: evitare i burocrati siano esse esattori delle tasse o pesantissimi gerarchi universitari con i baffi impomatati.
    Sul tavolo trovo la mia copia del Times. Sfoglio svogliatamente la cronaca e mi lascio attirare da un breve articolo di carattere astronomico.

GROSSO METEORITE ATTRAVERSA I CIELI CINESI
Le autorità tranquillizzano la popolazione

    I cinesi sembra proprio che abbiano tutte le fortune.Un meteorite! Dio quanto mi piacerebbe potermi permettere una settimana di osservazioni astronomiche.
    Ricordo ancora con gioia il mio periodo di ricerca all'osservatorio di Greenwich! Una bella tazza di the bollente e lunghe serate ad osservare uno stupendo cielo stellato, cosa potrebbe chiedere di più un uomo? Una buona pinta di birra ovviamente!!
    Sto iniziando a fare le battute da solo! E anche ridere da solo, spero proprio che Carla torni presto, ho bisogno di normalità.
    Meglio pensare ad altro.
    Chissà che tipo di pellicola sarebbe meglio utilizzare per scattare una foto ad un simile oggetto? Sono sempre stato affascinato dalla cosmologia e quando mio padre mi ha messo in mano il mio piccolo newtoniano ho passato intere notti nel freddo delle campagne inglesi. Poi all'università mi appollaiavo sulla collina vicino al dormitorio universitario insieme agli amici del club di astronomia. Eravamo in pochi. Molti si iscrivevano solo per fare colpo sulle ragazze e se ne andavano via dopo pochi giorni. Ah…
    Bei tempi quelli!

    Il piccolo orologio a pendolo batte l'una. Ora di andare in mensa a prendere la mia razione di sbobba.
    Carla quando torni!
    Sto diventando veramente un nostalgico… mio nonno mi apostroferebbe in malomodo! A buon vecchio Thempleton! Basta, Jonh, esci immediatamente di qui.
Infondo per una giornata invernale non è male…
    La limousine nera si ferma davanti al mio istituto non appena metto il piede fuori dalla soglia. No, di nuovo? Così presto? L'autista scende con calma, il motore della grossa macchina ancora in moto. Apre la portiera e con fare sardonico fa quasi un inchino per incoraggiarmi a salire, o forse semplicemente è il suo modo di ordinarmelo.
    Adesso ho troppo da perdere, anche se poco da guadagnare, è indubbio. Salgo, e subito partiamo.
    - Bene "Alfred", non ti da fastidio se ti chiamo così. Ah… dove saremmo diretti stavolta? - chiedo con un misto di insofferenza e curiosità.
    Nessuna risposta.
    Come al solito, forse gli hanno tagliato la lingua di recente. Bah, di certo non mi porterà in Cina a caccia di meteoriti

    Cina. Nei cunicoli di passaggio all'interno dell'installazione militare cinese.
    I quattro uomini proseguono semi-indisturbati la sua discesa verso l'obiettivo nel cuore della installazione segreta.
    Cosa diavolo ci faccio io Jean Paul Beaubier, con questa massa di idioti lo sa solo iddio!
    Questo posto non mi piace, assomiglia tanto ai terribili ospedali dove il dipartimento H faceva curare Jeanne-Marie: asettici e futuribili. Solo che qui, al posto di malati mentali si trovano numerosi mezzi di distruzione.
    Quel dannato coso, Random, da sfoggio delle sue abilità mutanti. Quell'idiota di Random continua a fare lo sbruffone con quei suoi pistolini organici. Pensa di darsi delle arie facendo strada a questo scompaiato gruppo di mutanti, idiota. Non so nemmeno se siamo tutti mutanti il "tipetto inglese" non so proprio chi sia, nessuno si è degnato di spiegare nulla.
    E sembra proprio che il leader dovrebbe essere lui. Diavolo! Uno che veste ancora in tweed, il mondo sta proprio cadendo in basso.
    Random è un idiota, su questo non ci piove. Madrox è un incognita, soprattutto dopo quello che ha fatto a mia sorella (4) . E l'inglese sembra uscito da una partita di polo!
    La situazione è veramente strana. Ho già vissuto situazioni poco chiare, anzi ne ho vissute pure troppo maledizione! Ma questa ha ancora meno senso…
    I miei pensieri vengono interrotti da una sentinella che dopo averci avvistato scappa chissà dove, certamente cercando di dare l'allarme!
    -Ci penso io!- urlo volando incontro al malcapitato militare. Il soldato, però, è più coriaceo del previsto e riesce ad azionare l'allarme prima che io lo renda inoffensivo.

    UAAAAAWWW!!! Una sirena fa vibrare l'intera struttura sotterranea, maledizione!

    -Complimenti signorina, ottimo lavoro!- ironizza Random mentre le sirene dell'allarme cominciamo ad ululare. Non ho il tempo di dargli il fatto suo, le guardie cinesi arrivano da ogni lato e sono costretto a guardare il dannato mercenario che li tiene a bada coi biocolpi del suo "cannone" Facendoci largo.
    - Random, razza d'imbecille, smettila subito di sparare a caso. Siamo qui per recuperare un manufatto alieno e non per fare strage di militari cinesi, chiaro?!- urla il capo squadra, un inglese dal cuore tenero, incredibile!
    - Adesso ascoltatemi tutti. Dobbiamo dividerci. Madrox e Random, voi terrete a bada le truppe attirandole in qualche altra sezione della base. - la faccia di Random sarebbe da immortalare.
    - Northstar… - sentiamo che vorrà - tu ed io andremo a recuperare quest'aggeggio. Quando avremo trovato quello per cui siamo venuti vi chiameremo via radio e ce ne torneremo a casa.-
    - Mi raccomando voi due e fate attenzione. - parole sprecato inglese sembra proprio che tu non abbia capito ancora chi ti trovi di fronte.
    - Ehi cocco, aspetta un attimo! - come volevasi dimostrare! Risolutamente Random si impunta, proprio quando dovrebbe stare zitto.
    - Io sono un uomo d'azione mica un amo da pesca!- che farai mio bell'inglesotto, adesso?
Improvvisamente si ferma. Io e Madrox lo guardiamo perplessi, ha deciso di affrontare la gelatina rosa proprio ora? Ma nessuno di questi diseredati sa attendere il momento opportuno?.
    Random sembra invitato a nozze, ha messo su un sorriso veramente idiota. Si avvicina minaccioso all'inglese, ha le spalle grosse il doppio e lo sovrasta di oltre venti centimetri.
    Quasi quasi l'inglese mi fa un po' pena, forse dovrei intervenire.
    Ma, prima di potersi avvicinare adeguatamente il braccio del mercenario si blocca, poi tutto il corpo di Random rimane immobile. Solo la testa riesce a muoversi.
    L'inglese lo squadra con uno sguardo insofferente - O sei con noi o niente! -
    Dio che frase da macho del cazzo! Ma con Random sembra funzionare a dovere - Ok capo, come vuoi. Ma adesso sbloccami, per favore? -
    Dopo di che, si gira verso di me - Muoviamoci!- sibila.
    Il pivello non è poi così irrisoluto, un punto per l'inglese.
    Tuttavia, mentre lo seguo una cosa mi lascia perplesso nel suo comportamento. A volte, mentre avanziamo verso il bersaglio, sembra che si fermi come per ascoltare, come se qualcuno o qualcosa lo stesse chiamando. Che stia impazzendo come Aurora?
    No, Aurora sembra essersi rimessa per il meglio, almeno così sembra. Chissà cosa sta facendo a Montreal…

***

    Montreal. Cinque giorni prima.
    I gemelli Beaubier passeggiano allegramente per il centro, godendosi la bella giornata. È da molto tempo che non possono godersi in pace una bella giornata di sole e oggi hanno deciso di approfittarne per festeggiare la presunta guarigione di Aurora.
    - Fratellone, non mi sono mai sentita meglio di così. Qualunque cosa fosse quello che Madrox mi ha iniettato, mi ha fatto decisamente bene.-
    - Mi sento al settimo cielo- continua Jeanne-Marie - e non sono mai stata così lucida. Tutte le mie vecchie personalità contrastanti sono scomparse rendendomi la ragazza normale che ho sempre sognato essere. -
    - Sono guarita!!!- cinguetta lei facendo una piroetta su se stessa.
    - Sorellina, mi piacerebbe che fosse possibile vederti guarire dopo una semplice iniezione, ma sono molto preoccupato. Chissà cose c'era in quella siringa e quali effetti può avere su di te.- risponde di rimando Jean Paul alla gemella.
    - Beh ! - risponde Aurora, con uno splendido sorriso sulle labbra - Jean Paul caro, se non fossi tornata normale adesso non noterei il bel ragazzo biondo che cammina dall'altra parte della strada.- ed indicandolo con un gesto plateale guarda il fratello ridacchiando, divertita del suo gioco.
    - In effetti, credo tu abbia ragione. E poi quel tipo ha degli "argomenti" veramente notevoli.- risponde con fare da intenditore il fratello, sogghigndo a sua volta.
    I gemelli scoppiano in una fragorosa risata, tanto che alcuni passanti li guardono un po straniti. Tuttavia i due proseguono sereni e tranquilli nella loro passeggiata.
    La loro tranquillità però è infranta quando, da dentro un vicolo, spuntano fuori due uomini.
    Uno dei due lo conoscono entrambi: Jamie Madrox il misterioso salvatore di Aurora.
    L'altro è vestito di tweed ed ha un aria spaesata e guardinga.
    I due ragazzi si inquietano nel vedere che si avvicinavano a loro.
    - Salve Jeanne-Marie. - saluta con un cenno indifferente Madrox - Jean Paul, devi venire con noi. - dice l'uomo multiplo senza giri di parole.
    - Mio fratello non va da nessuna parte senza di me. - dice agguerrita Jeanne-Marie frapponendosi tra i due uomini ed il fratello, quasi a difenderlo.
    - Sorellina, lascia stare. - cerca di calmarla e guardando Madrox - Tutto ha un prezzo a questo mondo. -
    - Ma … - cerca di obbiettare lei.
    - Sono maggiorenne e vaccinato, non ti preoccupare. - e rivolgendosi all'uomo vestito di tweed domanda - Dove andiamo? - quest'ultimo rovista in una tasca e gli lancia un oggetto. Jean Paul lo afferra prontamente.
    Un dolce della fortuna cinese…

***

    Cina. Nei cunicoli di passaggio all'interno dell'installazione militare cinese.
    Io e Northstar ci facciamo strada tra i corridoi sotterranei della base. La cosa non è particolarmente complessa visto il rilevatore che guardo ogni volta che si presenta una biforcazione. Tuttavia, così senza ragione Northstar si ferma, sono proprio strani questi canadesi.
    - Cosa ha iniettato Madrox ad Aurora? Tu lo sai vero?- mi domanda con tono minaccioso. Ma nessuno riesce a trovare il momento opportuno per le sue paranoie?
    -Non so di cosa tu stia parlando Beaubier. Lascia stare e lasciami concentrare su questa "nostra" dannata missione.- rispondo forse un po troppo brusco, ma sono stufo di queste bambocciate. Prima Random, poi Northstar. Rimpiango di non essermi portato dietro Madrox.     Almeno lui se ne sta zitto.
    - Tuttavia toglimi una curiosità. Chi diavolo è Aurora?- domando incuriosito cercando di raffreddare le acque. Ma ottengo il risultato opposto.
    - Non prendermi per il culo, amico! Non sono come quello sciocco di Random!- impetuoso il ragazzo. Non faccio in tempo a pensare a questo che Beaubier, infuriato, mi solleva di dieci centimetri buoni da terra e mi sbatte contro il muro.
    "Super-forza", penso che si dica così nel gergo mutante, bisognerà che me ne ricordi in futuro.
    Una dolce musica inizia a ronzarmi nelle orecchie. Non ora! impreco tra me, cercando di non essere confuso dallo spiacevole diversivo che la mia mente vuole propinarmi, e mi concentro sulle emergenze presenti. Inoltre avere i piedi a penzoloni è particolarmente fastidioso!
    - Ascoltami, ehm… Northstar. Non so davvero chi è questa fantomatica Aurora. Non sono stato io a scegliere voi, anzi io sono stato scelto a mia volta.-
    - Ora, lo ripeterò per l'ultima volta.
    - Non sono un militare, non sono un "supereroe", non conto assolutamente nulla. Ma, da quel poco che ho capito, sono soltanto il vostro cane da guardia. E se mi è concesso di dirlo sono anche l'unico che si rende conto di trovarsi in un'installazione militare segreta e che, nel caso ci catturino, non ci daranno una bella torta di mele come premio di consolazione!-
    Silenzio, almeno da Beaubier, la melodia triste e soffusa continua.
    - Beh… A meno che tu non voglia appendermi qui, ti sarei grato se mi mettessi giù, adesso.- i miei piedi, finalmente, toccano terra.
    - John Edwards, docente di Fisica università di Londra.- gli dico porgendogli la mano. Un po' incerto e meravigliato ricambia porgendo a sua volta la mano e si presenta a sua volta.
    - Jean Paul Beaubier, sciatore, supereroe e mutante.- non una presentazione tanto normale, ma è un inizio, almeno.
    Poi mi chino per recuperare il rilevatore ma tristemente mi accorgo che lo schermo è andato in frantumi quando mi è caduto di mano mentre ricevevo le cortesi attenzioni di Beaubier.
    - Beh Northstar… Sei anche un bell'idiota. Hai rotto il palmare. Adesso siamo nei guai, almeno smettesse questa maledetta musica!-
    - Quale musica?- bene adesso non si preoccuperò più di cosa ho fatto alla sua benedetta Aurora, ma della mia precaria salute mentale, è già qualcos….
    Non ho il tempo di finire di pensare a ciò che la vedo.
    Una donna, scappa all'interno del tunnel poco più avanti. Una donna identica a Carla, la mia Carla (5) . Poi sento la voce.

    Aiuto, John! Sono qui!

    Questo richiamo sembra far vibrare tutto il mio corpo, a stento riesco a restare in piedi.
    Non so in che modo mi deve aver guardato Northstar, non gliel'ho mai chiesto. Ma di una cosa sono sicuro, se aveva qualche dubbio sulla mia sanità mentale a quel punto i suoi dubbi si erano totalmente dissipati, per lui io ero totalmente pazzo. Tuttavia non me ne importa, non troppo almeno ora ho problemi maggiori da affrontare.
    - Presto, seguimi Beaubier - dico correndo via.
    - Ma…- cerca di protestare lui poi, dopo una scrollata di spalle, mi segue.
    Quella che inizialmente era un passo veloce si trasforma in una corsa e in pochi minuti ho il fiatone e sto grondando sudore. E, perso nella corsa verso una meta imprecisata, i miei pensieri ritornano al Cairo mentre scendevo dall'aereo sudato come non mai.

***

    Aeroporto del Cairo. Tre giorni prima.
    Dopo due soste intermedie per il rifornimento, siamo arrivati alla nostra ultima destinazione per il reclutamento dell'ultimo "agente".
    Cerco di mantenere un profilo coerente, da professionista (Dio mio, parlo come una spia ormai), ma sono sconcertato da come il "Comitato" possa aver organizzato tutto ciò.
    I mezzi a sua disposizione sembrano infiniti. Alfred non ha spiacciato una parola per tutto il viaggio, tuttavia, mi ha consegnato, prima di cimentarsi nelle procedure d'atterraggio a Montreal, un piccolo palmare sul quale sono comparse le sommarie istruzioni della nostra missione. Una toccata e fuga da quel che posso dedurre.
    L'unico vero problema è che tutto questo lo faremo in un'installazione segreta cinese. La Cina, patria della libera opinione e dell'economia di mercato! Già fare una cosa simile in un paese occidentale vorrebbe dire rischiare di passare il resto della vita in un carcere di massima sicurezza, ma in Cina vuol dire finire all'inferno! Anzi, a ben vedere sarebbe un inferno comunque, in Cina quanto in America... l'unico vero rimedio a questa situazione sarebbe tronarsene a casa, cosa che non posso fare.
    Non riesco a fare a meno di chiedermi che diavolo c'entro io qua in mezzo.
    Mentre aspettiamo sulla pista d'atterraggio nella torbida giornata del Cairo. Osservo furtivamente i miei due attuali compagni di viaggio.
    Un uomo bardato con una strana divisa che nasconde alla bene e meglio sotto un impermeabile, Jamie Madrox almeno così si è presentato.
    L'altro è canadese, o almeno vive in Canada visto che lo abbiamo recuperato là. Jean Paul, lo ha chiamato Madrox mentre, con il garbo di un elefante, lo trascinava nella nostra divertente scampagnata cinese.
    I due si guardano in cagnesco da quando sono saliti a bordo, devono conoscersi almeno di vista, ma a me ovviamente non è dato sapere oltre le mie supposizioni.
    Finalemente arriva un taxi. In mezzo ad una pista di atterraggio, ma si può?
    Penso proprio di si visto cosa ne scende.
    Ha la pelle di un rosa acceso, la barbetta incolta. Indossa dei jeans strappati qua e là, un gilet di pelle, degli stivaloni da motociclista che gli arrivano fin sul ginocchio ed una bandana in testa. Il suo sguardo rimane celato da un grosso paio d'occhiali scuri da sole. Sembra proprio uno di quei bikers randagi americani che trascorrono la vita girando gli States a bordo della loro Harley.
    L'uomo, appena sceso dall'auto, ci nota.
    - Chi è qui il capo?- esordisce. Oltre che avere l'aspetto di un biker deve averne il cervello… senza offesa ai poveri bikers, ovviamente.
    Madrox e Jean Paul si allontanano leggermente scuotendo il capo, mentre io getto in terra la sigaretta che stavo fumando. Direi che le presentazioni sono fatte, e mi dirigo verso l'hangar dove Alfred ha parcheggiato il nostro aereo, tuttavia...
    - Bene cocco, mi sa proprio che dobbiamo alzare il conto spese del mio contratto!- mi affera per una manica della camicia l'omino rosa.
    Sto per dirgliene quattro quando, da un hangar, spunta fuori un velivolo nero che si ferma davanti a noi spalancando il portello per farci salire.
    Incredibile, sono veramente in un romanzo di Flemming!
    I primi a salire sono Jean Paul e Madrox ai quali si aggiungono io li seguo di filato per evitare il coso, scoprirò più tardi che si chiama Random.
    I motori iniziano a ronzare ed in men che non si dica iniziano le procedure di decollo.
    L'interno del jet è pieno di apparecchi ultratecnologici. Incuriosito mi sposto verso la cabina del pilota dove, con mia grande - ma poi non troppo - sorpresa, trovo Alfred alla cloche.
    - Rotta per la Cina! - dico più a me stesso che ad Alfred.
    Con una virata secca l'aereo cabra cambiando direzione ed io, come i miei compagni della sezione posteriore, mi afferro come posso per evitare di cadere rovinosamente…
    che fosse un presagio?

***

    Cina. Nei cunicoli di passaggio all'interno dell'installazione militare cinese.
    Madrox e Random corrono per i corridoi della base schivando i colpi dei soldati che li seguono da un bel pezzo. Madrox, utilizzando i propri multipli, è riuscito in vario modo a danneggiare l'installazione disseminando, durante la fuga attraverso i corridoi dell'installazzione, un grosso numero di sue copie pronte ad atti di sabotaggio.
    I colpi al plasma del mutante rosa abbattono l'ennesima porta, il corridoio esplode mentre dietro di loro a causa di un sovraccarico di una condotta elettrica.
    Madrox sorride tra se, soddisfatto della sua mossa.
    I due si ritrovano in una gigantesca cavità. Lo spazio interno è enorme, in grado di contenere più palazzi. La struttura è a forma di parrallelpipedo che si restirnge penetrando nelle profondità della terra, come un maestoso cuneo conficcato nelle viscere del pianeta.
    L'enorme hangar è un formicaio di attività ed enormi pontoni mobili collegano i vari piani interni.
    Come in un grande formicaio l'irruzione dei due nel centro della base è accolta da una immane attività rivolta contro di loro.
    Arrivati ad uno snodo tra vari ponti si ritrovano accerchiati da militari in esoscheletro e da piccoli elibot armati di laser. Vari doppi di Madrox sarebbero stati tagliati a fettina se ognuno non avese coperto le spalle reciprocamente all'altro, creando un impenetrabile occhio con un campo visuali di quasi trecentosessanta gradi.
    Diversamente dall'uomo multiplo Random era stato già affettato varie volte ed ogni volta, con sempre maggior rabbia, si ricomponeva in una forma umana
Costruendo una pila umana Madrox raggiunge il piano superiore e si moltiplica varie volte fin quasi a sovrastare il numero dei cinesi.
    Random, approfittando della carica guidata dall'uomo multiplo, si scatena sparando raffiche ad altissima intensità. Il mutaforma elimina un robot volante ad ogni colpo, mentre i doppi dell'Uomo Multiplo si danno un gran da fare contro gli uomini dell'esercito cinese sacrificandosi spesso x proteggere l'originale.
    - Ehi, simpaticone, ma che cavolo ci facciamo in questo alveare di api dagli occhi a mandorla?- chiede rivolto ad uno dei tanti Madrox
    - Lavoriamo.- rispondono in coro con un effetto di eco dovuto al grande spazio gli indaffarati Madrox.
    - Per chi cazzo mi hai preso, cocco? - ringhia Random eliminando un altro avversario.
    -Tu ti guadagni i tuoi soldi che ti vengono addebitati sul conto segreto alle Kayman. Io ricevo quello che ho chiesto al Comitato…- dicono beffardi i Madrox occupati nelle loro mille attività.
    - Conosci il Comitato?- Chiede il mutante rosa con una luce strana negli occhi
    - Forse - rispondono sbrigativamente i Jamie, con un sorriso sardonico sul viso e assestando colpi qua e là.

***

    Cina. Installazione militare cinese - Centro di controllo.
    Il generale Chen Rongji guarda i monitor di sorveglianza sudando freddo. Un numero incredibile di "demoni occidentali (6) " sta mettendo a ferro e fuoco l'hangar della sua base segreta. E, nonostante gli sforzi, le sue truppe non sembrano riuscire ad ostacolarli.
    -Cosa vuol dire che China Force non è disponibile, Capitano?- abbaia furibondo il generale Chen contro il suo sottoposto.
    -A ehm… - temporeggia il militare, in evidente imbarazzo, vagliando la scusa migliore.
    - I componenti effettivi del gruppo non sono ancora stati richiamati- cerca di giustificarsi il sottoposto - come lei ben sa l'installazione non è ancora operativa al cento per cento. Signore.-
Chen fulmina il sottoposto con un occhiataccia. Non ha tempo di fare ramanzine, ora.
    -Allora chiamate quegli idioti della sezione cyborg e mandate su tutti i loro giocattolini!- sentenzia scocciato il generale.
    - Mi scusi Signore, ma l'oggetto alieno recuperato sembra fare interferenza con il corretto funzionamento dei nostri cyborg e con vari altri dei sistemi di sicurezza.- risponde il povero capitano con imbarazzo sempre maggiore.
    - Maledizione! Possibile che un'installazione militare tecnologicamente all'avanguardia come questa sia stata messa a soqquadro da una coppia di P.A.G. (portatori d'anomalia genetica)?!"
    Il Capitano, sempre più mortificato sembra volere aggiungere qualcosa, così il Generale Chen dice con tono seccato
    - Che altro c'è ancora, capitano? -
    - Veramente il primo avvistamento parlava di quattro intrusi…-
    - COSA?!?!?!- strilla esasperato il Generale
    - Presto, perlustrate tutta la base! Controllate ogni angolo! Trovateli e catturateli, vivi o morti, non mi importa, voglio le loro teste, o avrò la sua. Ci siamo capiti? -
    Il capitano con viso esangue riesce semplicemente a fare un cenno affermativo col capo. Dannati diavoli occidentali!

***

    Cina. Nei cunicoli di passaggio all'interno dell'installazione militare cinese.
    Mi sono ridotto a seguire un professore di Fisica, per giunta pazzo, sei proprio caduto in basso, Jean Paul?
    Non riesco a capire cosa stia facendo quel dannato Edwards, stiamo procedendo alla cieca da più di un'ora, anzi peggio!
    Ad ogni bivio si ferma come se aspettasse indicazioni da qualcuno, come se aspettasse che un segnale da una voce prima di prendere una strada piuttosto che un'altra… Strano perché non abbiamo dei comunicatori addosso, a meno che quelli del Comitato non gli abbiano impiantato una sorta di radiofaro, anche se mi sembra improbabile…
    Ci stiamo addentrando sempre di più nel settore ricerca della base credo. Ormai l'inglese sta bloccando più uomini in camice bianco che militari, ed è certamente un bene visto che altrimenti prima o poi ci troveremo alle costole un esercito.
    Ci incamminiamo di gran carriera nell'ennesimo corridoio, quando, improvvisamente, Edwards si ferma davanti ad una porta blindata. Quasi gli finisco addosso non notando la sua repentina sosta. Il professore, ora che ci penso ne ha proprio l'aria, sfiora la porta cercando fessure, spiragli o comunque un modo per aprirla.
    Poi si blocca per un secondo come ad ascoltare qualcuno e si rivolge a me.
    - Northstar butta giù questa porta, su!-
    - COSA? - esplodo io, guardandolo allibito, deve essere proprio andato del tutto - Va bene che sono più robusto e leggermente più forte degli umani normali, ma non credo proprio di farcela a buttare giù una porta blindata come questa.-
    - Fidati! - mi dice. Facile per lui, sono io che rischio di spaccarmi una mano.
    Tuttavia che altro posso fare?
    Ormai sono in ballo, balliamo allora! Carico il pugno immaginando già il dolore all'impatto, mentre una buona parte delle ossa della mano si rompevano in mille pezzettini.
CRASH!
    Rimango sbigottito quando la porta si frantuma come cristallo al mio primo colpo, addirittura rischio di sbilancarmi e cadere dentro la porta.
    Ma come diavolo ha fatto?
    Edwards s'introduce nello stanzone, che sembra essere una specie di hangar.
    - Prendiamo il manufatto che c'interessa e andiam…- inizia a dire, interromepndosi all'imporvviso.
    Cerco di entrare a mia volta ma Edwards sta li fermo impalato come un fesso. Cosa diavolo avrà sta volta?
    Poi la vedo anch'io.

    E' una cosa enorme. No, non è una cosa ma un essere enorme, immenso.
    All'interno dell'hangar una creatura collegata a non so quali macchinari lievita infelice nell'angusto spazio riservatole. Assomiglia molto lontanamente ad una balena, anche se le dimensioni sono ancora maggiori. E' veramente imponente. E' totalmente bianco, assomiglia un po' a Moby Dick, dio ora capisco cosa provava il capitano Hakab sulla sua piccola lancia al cospetto di un simile essere.
    - Allora eri tu. - sussurra Edwards tra se.
    E mentre, sto per chiedere all'inglese di cosa sta parlando, la mia mente venie invasa da un canto dolcemente malinconico e tristemente melodico.
    Adesso sento anch'io le voci…

    Continua...

FINE EPISODIO 02

Note su

Bentornati su X-factor, dopo, ahi Noi una lunga assenza!
Pultroppo, causa impegni, il buon Marco Rizzo ha dovuto lasciare la sedia di copilota nella gestione della serie. Un gran "in bocca al lupo" a Marco che, tra l'altro, sta facendo un ottimo lavoro con il suo Comic US.
Per aiutare il sottoscritto abbiamo, però, reclutato il buon Vick "Seba" [per gli amici ^_^] Shaw, che i lettori di Marvel IT hanno già visto sulla miniserie di Tempesta e su alcune serie della nostra sezione Extreme, e così eccoci di nuovo in carreggiata, sperando di essere un po' più puntuali per il futuro.

Giovanni Scoto                     

[1]Ian Flemming è lo scrittore inglese "papà" di James Bond [N.d.r.]
[2] L'aeroporto di Londra [N.d.r.]

[3] John Edwards aveva un tumore al cervello inoperabile - vedi episodio n.1.
[4] Vedi episodio precedente ( X-factor n.1) N.d.r.
[5]   Carla è la moglie di Edwards
[6]   Così i cinesi usavano chiamare gli stranieri N.d.r.
Anteprima su
L'oggetto alieno non è, poi, così facilmente trasportabile! Inoltre Edwards, Northstar, Madrox e Random si trovano ad affrontare tutte le forze dell'installazione segreta.
Il Canto - seconda parte - un nuovo episodio offertovi dal diabolico duo Scoto - Shaw e fagistralmente supervisionato dal "tutto minuscolo" rossointoccabile.