#19 - Swell like teen spirit

di Sergio Gambitt

 

 

Salem Center, Westchester.

Ore 9.02 del mattino.

Il Sole è già sorto da qualche ora, e la luce dei suoi raggi adesso entra dalle tapparelle riempiendo di strisce oblique le lenzuola disfatte dell’ampio letto matrimoniale sul quale un ragazzo si sta svegliando dopo un sonno tranquillo.

“Mmmm... uhm... buon... giorno...” dice rivolto alla ragazza dai capelli fucsia che lo sta guardando aprire gli occhi.

Klatu barada nikto, Adam.” risponde lei con un sorriso dolce.

“Eh... ?” chiede Adam Berman, anche conosciuto come Primal, mentre cerca di fare mente locale.

Klatu barada nikto. Nella mia lingua significa più o meno: “il signore dei sogni ti è amico”. E’ un modo per augurare buon risveglio.”

“Mi ricorda qualcosa... ma comunque grazie Gaia. Tu sei sveglia da molto?”

“Da un po’...”

“E che facevi?”

“Ti guardavo... mi rilassavo... pensavo...”

“E a cosa?”

“Che sto bene. Molto bene. Forse... troppo.”

“Che intendi dire?”

“Bhe... da qualche tempo a questa parte procede tutto tranquillo. Cioè dopo il viaggio nella Terra Selvaggia1 e l’Inferno non è più successo niente di particolare. Si è tutto... stabilizzato.”

“In pratica ti annoi?”

“No! Cioè sì! Cioè... se ero rimasta dopo che mi avevate richiamata per quella faccenda di Emplate2 non era solo perché stavo bene con voi. Anche, ma pure perché da queste parti c’è sempre una minaccia cosmica, o un cattivo da sistemare, o un problema da risolvere. Divertimento, insomma. Ora invece è da un po’ che non succede niente, la dottoressa Cecilia Reyes si è trasferita a San Francisco3, io e te facciamo coppia fissa ed è tutto grandioso e perfetto ma... io voglio vivere! Ho passato troppo tempo incatenata ad una lastra di marmo, ho tanto da recuperare!”

Adam rimane in silenzio per un po’, poi:

“Vuoi... lasciarmi?”

“No! No no! Non hai capito! Mi piaci tu e mi piace stare con te, ma è questo rimanere fermi senza che succeda niente che mi sta ucciden-”

Gaia non riesce a finire la frase. Se un secondo prima era davanti ad Adam, adesso di punto in bianco è scomparsa. Il ragazzo rimane qualche secondo interdetto a guardare la sua parte del letto vuota. Mi mancavano queste cose... , pensa poi.

 

In un punto indefinito dell’universo.

Più o meno mezzo secondo dopo.

All’inizio non c’è nulla. Solo il nero del vuoto spaziale cosparso di stelle che tracciano strane e sconosciute costellazioni. Poi, l’attimo dopo, una porzione di spazio si riempie. Di una ragazza dai capelli fucsia e vestita soltanto di biancheria intima dello stesso colore, più esattamente. E’ dentro una bolla trasparente, che non si sa come le permette di respirare.

“Ma che...?!” fa per imprecare, quando due figure imponenti e autoritarie le vengono incontro. La prima è un uomo alto e longilineo, la pelle blu in una specie di tunica gialla, mentre la seconda ha le sembianze di un vecchio dalla lunga barba grigia, e tiene in mano una grossa falce. Dietro di loro, una figura incappucciata li segue, mentre andando più in là si intravede un’altra bolla trasparente, all’interno della quale vi è una specie di robot rosso con un lungo mantello, che sembra privo di conoscenza. Alzando una mano in segno di saluto, il primo dei due che si stanno avvicinando proclama:

“Siamo il Gran Maestro e Padre Tempo degli Antichi dell’Universo, tu sei Gaia di Krylok?!”

Al vederli Gaia ha un’improvvisa reazione. Quasi senza pensarci, la sua biancheria viene rimodellata a mo’ della tuta fucsia che lei indossa di solito durante le missioni.

“Sì.” conferma Padre Tempo “Mi sembra ovvio che lo sei.”

“Perché mi avete portata qui?” chiede Gaia, più incuriosita che spaventata. In fondo conosce la reputazione del Gran Maestro e sa che le sue intenzioni di solito non sono malvagie. Piuttosto invece...

“Siamo qui per proporti un gioco.” risponde l’Antico.

 

Intanto, a Salem Center.

Sono passate settimane, e di lei continua a non esserci nessuna traccia. Da quando hanno affrontato quella specie di strega, esattamente. L’ultima cosa che Jono Starsmore, alias Chamber, si ricorda di Penance prima di perdere i sensi è quando nel tentativo di sconfiggere l’incantatrice l’aveva seguita attraverso il suo stesso portale, per poi sparire nel nulla per intere settimane4. E questo non solo ha aumentato i suoi sensi di colpa, visto che comunque era l’unico al quale Gateway aveva rivelato la vera identità della ragazza e l’unico che si era preso la responsabilità di riportare a galla la sua personalità, ma lo ha anche lasciato perplesso per la reazione dell’aborigeno. O almeno per la sua mancanza di reazione. Da quanto aveva capito, Gateway gli aveva suggerito che Penance potesse essere la chiave per risolvere una specie di gioco in atto, ma la sua scomparsa non lo aveva turbato minimamente. Anzi, sembrava che tutto stesse procedendo come sempre. Aveva anche tentato di parlargli, ma l’unico risultato che aveva ottenuto era stato un invito ad aspettare e a continuare a mantenere il segreto sull’identità della ragazza. E adesso... a dire il vero... Jono stava quasi cominciando a dimenticarla. Si era biasimato abbastanza per la sua perdita, aveva avuto tutto il tempo del mondo di abituarsi alla sua mancanza, ed ora il tempo e gli obblighi all’Istituto Xavier stavano prendendo il sopravvento nella sua scala delle priorità. Si avvicinavano gli esami finali del quarto anno, e tutti i ragazzi si erano messi d’impegno per poterli superare al meglio. Ormai quasi tutti passavano più tempo all’Istituto che fuori, e la tensione era alle stelle, per questo la decisione di dedicare una mattinata allo shopping a Salem Center era stata una benedizione un po’ per tutti. Tranne che per Jono, forse. Perché una volta accantonato il problema dello studio era tornato subito quello di Penance.

“Ma non ti stanchi mai di fare la parte del musone asociale?”

Una voce di ragazza, chiara e cristallina. Inconfondibile.

*Ho una reputazione da mantenere...* la risposta di Jono, dritta dritta nella mente di Paige Guthrie *Le mie fans potrebbero essere deluse se cominciassi a uscire con gli altri come tutti i ragazzi normali.*

“Stupido...” Paige lo prende a braccetto “Ti stai perdendo l’evento del secolo: Jubilee e Monet alleate contro Everett.”

*Ouch... povero ragazzo. Non vorrei essere al suo posto per niente al mondo.*

“Ehehhehe... già. E pensare che bastava un nemico comune per fare andare d’accordo quelle due! Chi ha detto che dall’odio non esce niente di buono?”

*Ma ce l’hanno ancora per quell’avventuretta di Synch con quella Fire-Fly nella Terra Selvaggia5? E’ passato un mucchio di tempo!*

“Le donne non dimenticano, impara. E poi non è che sono ancora arrabbiate, adesso semplicemente si divertono a punzecchiarlo e nemmeno Angelo riesce a replicare all’acido di quelle due lingue assieme. Uno spettacolo!”

*E tu come mai te lo stai perdendo? Non dirmi che era solo per venire a cercare me...*

“Avevo... bisogno di qualcuno con cui parlare, credo...”

*Contento di essere io la tua scelta... Vuoi parlare di Angelo?*

“Mi stai leggendo la mente?”

*Non mi permetterei mai...*

“Mmmm... faccio finta di crederci. Comunque sì, è di lui che volevo parlarti. Posso?”

*Sono qui, no?*

“Ok... bhe ecco il fatto è che quello che è successo durante Inferno mi ha portata a rivalutare il nostro... rapporto. Stava succedendo qualcosa tra di noi, ma forse... ecco... mentivo a me stessa. Ti ricordi quando ci hanno spiegato all’Istituto che Inferno ha tirato fuori i nostri dubbi e le nostre paure più grandi? Bhe... credo che la mia sia quella di non conoscere mai l’amore. Ho una paura così immensa di non vivere mai la storia della mia vita che mi butto su tutte le possibilità che mi capitano, anche se in fondo non me ne importa poi molto. Ti sembra normale?”

*Mi sembra... umano.*

“E’ già qualcosa. Comunque mi sentivo sola, qui all’Istituto, e Angelo, bhe lui era sempre lì per me. Sempre. Mi piaceva, mi dava sicurezza, ma era tutto lì, credo. Invece poi la cosa tra noi due si è evoluta più di quanto volessi. Mi ha preso in un momento di debolezza ma ora, ecco ora non penso di avere più bisogno di lui. Suona cinico come mi sembra?”

*Uh uh... Ma credo di capirlo comunque. Dovresti dirlo a lui, no? Magari non proprio con queste parole...*

“Sì... lo so...” Paige abbassa lo sguardo per un attimo. Poi sbuffa e rialza il volto “Che dici, torniamo dagli altri?”

*Sì, andiamo.*

 

Poco lontano da lì.

“Guarda quanto è carina quella lampada, M! Starebbe proprio bene sul mio comodino...”

“Se ritieni carino un pugno nell’occhio, Jube...”

Le due ragazze si guardano, poi la prima ammicca alla lampada. E’ fatta da un gigantesco cuore rosso sospeso su un piedistallo di acciao a spirale. Quindi entrambe si girano verso Everett, pieno di pacchi e pacchetti risultato delle loro poche ore di shopping.

“Però ripensandoci...” riprende Monet con uno sguardo sadico “...si intona con il colore delle tende, potremmo anche prenderla.”

“Non credete di aver già speso abbastanza?” piagnucola Everett, quasi piegato in due sotto il peso dei pacchi.

“Siamo due teenager in libera uscita e dotate della carta di credito dell’istituto Xavier, cocco, non è mai abbastanza!” risponde Jubilee, per poi girarsi di nuovo verso la vetrina del negozio “E che amore che è quella poltroncina!!”

“Mi odiano... decisamente mi odiano...” dice rassegnato Everett Thomas calando la testa sconsolato davanti al suo amico Angelo Espinoza.

“Sii uomo, amigo, resisti con stoica sopportazione!” risponde lui ridacchiando sotto i baffi.

“La fai facile tu! Almeno potresti aiutarmi!!”

“Eh... lo sai che ho la pelle delicata! E poi... hanno detto a te di portare i loro acquisti e il solo pensiero di mettermi contro quelle due mi dà i brividi...”

“Molto comodo...”

“Ehy salve ragazzi come va?”

I quattro si voltano e vedono Paige avvicinarsi a braccetto con Jono.

“Il figliol prodigo qui ha deciso di tornare tra i comuni mortali...” continua la ragazza sorridendo. Angelo lancia una fugace occhiata ai due, poi dopo essersi accorto che Paige l’ha notata sposta immediatamente lo sguardo.

“Jono, almeno tu, salvami!!” lo implora Everett, ma dopo una pesante occhiataccia di Jubilee e Monet Jono si affretta a rispondere:

*No grazie, ci tengo alla vita...*

“Ma io... io... ooofff....” e tutt’assieme Everett crolla a terra sotto il peso dei pacchi, il cui contenuto si riversa su tutto il marciapiede.

“Il mio tailleur firmato!!” esclama Monet.

“Le mie Dr. Martins!!” le fa eco Jubilee.

Poi le due socchiudono gli occhi e Monet dice per entrambe:

“Pagherai per questo...”

Aiuto...” geme Everett.

“Ragazzi!!!”

La voce di Adam Berman che sta correndo verso di loro li fa voltare tutti di scatto. Una volta arrivato comincia a parlare con ancora il fiatone della corsa:

“E’... uuff... è successa una... annnf... cosa.... Gaia è... oofff.... è spari-” ma non finisce la frase che anche i sei ragazzi che ha davanti spariscono.

Ma allora è un vizio... , pensa Adam.

 

Nello stesso momento, vicino al punto in cui si trova Gaia, compare un’altra bolla, molto più grande, con dentro i sei ragazzi di Generation X.

Que diable...

“Chi è quel puzzone...”

“Eh?”

*Ouch!*

Mierda!

“In guardia, ragazzi. Qualche idiota deve aver deciso di rovinarci la giornata...”

“Ehm... no veramente credo che la colpa sia mia.”

Tutti si voltano verso la persona che ha appena parlato. E’ intrappolata in una bolla trasparente come la loro, e li guarda grattandosi la nuca come se volesse scusarsi per qualcosa.

“GAIA?!” esclamano in coro i ragazzi.

“Ehm... sì, ma vi assicuro che c’è un motivo per tutto questo!”

“La ragazza dice il vero.” tuona in quel momento il Gran Maestro, al cui seguito avanza Padre Tempo e la figura incappucciata.

“Chi sono questi buffoni?!” esclama Jubilee nel vederli.

“I primi due sono Antichi dell’Universo, gente che ha consacrato la propria vita ad una determinata occupazione. Il Gran Maestro per esempio ha coltivato quella del gioco, mentre Padre Tempo è il creatore e conservatore delle leggende. Sono molto potenti... io non parlerei loro così.”

“Puzzoni sono e puzzoni rima-”

“Sì ma cos’è che vogliono da te? E che c’entriamo noi?” la interrompe Paige.

“Mi hanno... ecco... proposto un gioco.” risponde Gaia “Una specie di scommessa. E voi ne siete parte integrante.”

 

Salem Center.

Due sparizioni in un giorno, non può essere una coincidenza. E se già una era un bel problema, due lo rendono un gran bel problema. Che però Adam ha i mezzi per risolvere. Entra di corsa in casa di Gaia, e senza aspettare un secondo afferma a voce alta e chiara:

“Krylok One, passa a comando vocale. UserID: Adam, Password: Primal.”

-         USERID E PASSWORD RICONOSCIUTE – BUONGIORNO ADAM BERMAN –

Per fortuna che Gaia mi ha registrato tra gli utenti della sua astronave, pensa Adam, avere un altro in grado di poterla usare durante le emergenze è molto comodo.

“Krylok One, opera una ricerca lungo tutto il cosmo sui segnalatori addosso agli identificativi: Gaia ed Everett Thomas.”

-         RICERCA IN CORSO – ATTENDERE PREGO –

Passano una trentina di secondi, quindi la voce metallica dell’astronave torna a farsi sentire.

-         SEGNALATORI RINVENUTI NEI PRESSI DELLA GALASSIA DI ORIONE –

Orione... , pensa Adam, ma cosa cacchio li ha spinti fin laggiù?!

Il ragazzo ci pensa su qualche minuto, poi, un po’ atterrito ed un po’ incuriosito dalle nuove prospettive che quello che sta per fare gli apre, dà l’ordine:

“Krylok One, tornare a modalità astronave e prepararsi ad un viaggio interstellare. Destinazione: Orione.”

 

Nei pressi della galassia di Orione. Più o meno.

Molto tempo dopo.

“Cioè... in pratica... tu mi stai dicendo che quell’Antico... quel Padre Tempo... possiede il tuo sistema stellare?!”

Paige Guthrie non crede alle proprie orecchie.

“Proprio così.” conferma Gaia con naturalezza “Ho sempre creduto che fosse stata distrutto da uno di loro, un Antico chiamato Latore di Caos, che per convincermi ad attivare l’Amalgamatore Universale e fondere tutto il cosmo in un’unica entità indefinita mi disse che l’avrebbe annientato se non l’avessi fatto. A quanto pare invece non era vero, l’aveva solo rimpicciolito e conservato, forse pensando di riutilizzarlo per potermi ricattare in seguito. Invece il qui presente Padre Tempo gliel’ha vinto durante un gioco cosmico, e adesso me lo sta mettendo in palio in cambio... bhe in cambio di me.”

“Che intendi dire?” chiede Monet.

“Le ho proposto una sfida.” tuona Padre Tempo “Se vincerà lei ripristinerò il suo sistema stellare e lo rimetterò dov’era prima.” e in quel momento nella sua mano compare una palla trasparente, non più grande di una boccia, all’interno della quale si intravede un sistema di stelle doppie centrale attorno al quale ruotano circa una dozzina di pianeti “Ma se perderà, dovrà consegnarsi spontaneamente a me e accettare di divenire una leggenda del cosmo come tutti gli altri in mio possesso.”

“No Gaia, non lo fare!” reagisce subito Everett.

“Devo, Ev. Ci sono miliardi di persone in ballo, e sono la mia gente. Per colpa mia sono stati imprigionati e tocca a me liberarli. E poi, scusa ma anche se perdessi non vedo cosa ci sarebbe di male a divenire una leggenda vivente! Cioè, sai che figata!!”

“Non per essere egoista...” interviene Angelo “Ma in tutto questo noi che c’entriamo?”

“Ecco... dovreste essere voi a battervi per me...” risponde Gaia con una certa difficoltà.

“Cosa?!” esclama Jubilee.

“Sì... la sfida che mi hanno proposto sarebbe uno scontro frontale, in cui vince chi prima neutralizza l’avversario, ma siccome in questo universo ci sono poche entità in grado di confrontarsi con il mio potere e siccome una sfida tra me e qualcuno al mio stesso livello potrebbe durare decenni, ecco, si è pensato di coinvolgere persone meno potenti... voi.”

“Ed io garantirò che i vostri sfidanti siano alla vostra altezza.” assicura il Gran Maestro.

Tutti i ragazzi ammutoliscono, quindi una voce arriva nelle menti di ognuno:

*Per me va bene.*

E’ Jono ad aver parlato, al quale Paige fa eco:

“Sì, anche per me.”

Angelo li guarda entrambi, poi corruga la fronte e:

“Sono con voi.”

“Anche io.” afferma Monet.

“Sei mia amica, Gaia, non ci penso due volte.” dichiara Everett.

“Allora è deciso, ragazzi, chi dobbiamo massacrare?” conclude Jubilee rivolgendosi al Gran Maestro.

“Prima le regole.” risponde lui “Ognuno di voi si scontrerà con un avversario del suo stesso livello. La vittoria sarà del primo in grado di neutralizzare l’oppositore, non è necessario ucciderlo. Siccome siete in sei, in caso di pareggio o di sconfitta perderete, mentre se quattro di voi riescono a battere il proprio avversario potete considerarvi vincitori. Chiaro?”

I sei ragazzi annuiscono.

“Allora, accettate la sfida?”

In quel momento un piccolo punto luminoso sull’orizzonte scuro comincia a farsi sempre più grande, finché non si concretizza in una piccola e veloce astronave dallo sgargiante colore fucsia, che si ferma di botto proprio vicino ai due Antichi.

“Adam?!” esclama Gaia stupita constatando telepaticamente l’identità del pilota della sua astronave “Che ci fai qua?!”

“Sono... venuto a salvarti! O no?” le risponde dalla cabina di comando il ragazzo, un po’ intimidito dalla presenza delle due entità cosmiche. Poi nota anche gli altri ragazzi, e “Ah ma sono tutti qui? Cos’è... un party a sorpresa?”

“Uff... non ho il tempo di stare a spiegare tutto pure a te... Scusa, tesoro.”

“Scusa per co... ?!” ma viene interrotto dal pacchetto di informazioni su quanto sta succedendo che Gaia scarica direttamente nella sua mente.

“Uh... oh... doh!” esclama Adam massaggiandosi le tempie violentemente mentre tenta di calmare l’emicrania improvvisa “Va bene che ci sono abituato, amore, ma non ti sembra di esagerare a volte...?”

“Scusami, caro, ma non ho proprio tempo da perdere...”

“Ben detto, ragazza,” interviene il Gran Maestro, e poi, rivolgendosi ai ragazzi di Generation X “allora... accettate?”

I sei ragazzi si guardano in faccia, poi Paige risponde:

“Sì, accettiamo.”

“Bene.” dichiara il Gran Maestro, e, rivolgendosi a Padre Tempo “Chiama i tuoi sfidanti.”

Padre Tempo si volta verso una delle due figure incappucciate dietro di lui.

“Axel Asher, tocca a te.” dice, e l’altro si toglie la tunica rivelando un ragazzo dai cortissimi capelli ramati in un costume blu e rosso. Di malavoglia, come se stesse facendo qualcosa contro la sua volontà, apre un portale luminoso rettangolare nello spazio, da cui compaiono sei figure vestite con strani costumi.

“Generation X,” proclama Padre Tempo con voce solenne “ecco a voi i vostri sfidanti. Il gruppo di eroi conosciuto come... Young Justice!”

 

 

Solo un sadico vi lascerebbe così dopo una rivelazione del genere. Bene: continua...

 

 

Note dell’autore: avete letto bene... benvenuti al primo crossover ufficiale tra MarvelIT e i personaggi della DC. La cosa è in continuity in entrambi gli universi (ve ne accorgerete nel prossimo numero), ed è giustificata dalla presenza di Axel Asher (qualcuno lo ha riconosciuto?). Per il resto con questo numero inizia la penultima saga di Generation X, che risolverà i destini di due dei membri ufficiali del team oltre a presentare momenti di godimento puro. Chi è più forte tra Monet e Superboy, come reagirà Robin nel rivedere Jubilee (se vi siete persi il loro primo incontro correte a recuperare il megacrossover Marvel vs DC!!), chi è in grado di gestire meglio il proprio potere tra Chamber e Secret? Non vi resta che aspettare il prossimo numero per scoprirlo!

Per commenti, suggerimenti o insulti, l’indirizzo è: gambittolo@hotmail.com

 

 



1 nella saga Ragazzi Selvaggi cominciata su Generation X MIT #14 e finita nel #16

2 nel fondamentale Generation X MIT #2

3 come già sa chi sta leggendo il Ghost Rider MIT di Jojin

4 nel prim tie-in di Inferno, due numeri or sono, in cui Generation X affrontava la strega Grace Cross

5 avvenuta nel mitico Generation X MIT #15