Ma#velit & D.C.italia present:

 

What if... in a Else World. n.1

Kaine in:

Ghosts of Past... Shadows of Future. #7

 

di Yuri N. A. Lucia

 

 

Uomini in guerra.

 

Gordon e Grayson erano dove gli avevo chiesto di incontrarmi: davanti al vecchio Hollister's Restourant, all'angolo tra Amsterdam street e la Second Avenue, nei pressi della chiesa di Saint Willem, in quello che un tempo era stato il famoso quartiere olandese, un concentrato di edifici in stile coloniale, case tardo vittoriane e Regina Anna.

Mi aspettavano da cinque minuti ma prima di andare da loro mi ero attardato da Selina per spiegarle cosa avrebbe dovuto fare. Sembrava impazzita quando le dissi che stavo andando a stanare il Batman e che non volevo venisse con me.

A dire il vero neanche lei voleva seguirmi, desiderava semplicemente che io non andassi e che insieme partissimo per un altro posto, uno qualsiasi, dove dimenticarci di tutta questa storia e far finta che le nostre vite potessero davvero ricominciare da zero.

"Non mi è possibile Selina - le risposi con gentilezza, e quasi me ne vergogno, con una punta di rimpianto. -, non volterò le spalle alle mie responsabilità, non quando un bambino pagherà le mie azioni al posto mio."

Le raccomandai di essere prudente, di non  fare nulla di avventato. Le diedi il numero del mio conto come Abel Fitzpatrick e firmai un foglio dove la autorizzavo a prelevare tutto, le dissi che se avesse lasciato un messaggio ad una certa casella postale internet, qualcuno avrebbe confermato telefonicamente al mio posto quella richiesta. Ovviamente mi riferivo a Peter... a lui avevo lasciato un messaggio in segreteria, salutandolo e dicendogli di abbracciare per me la sua famiglia e che gli volevo un gran bene e che avrei voluto essere un fratello migliore.

Mi ero preparato a morire.

 

Il nostro concilio di guerra, perché questo era, fu rapido e pervaso da un'atmosfera sinistra. Sapevamo tutti cosa ci accingevamo a fare e sapevamo che era necessario farlo da soli. Gordon non poteva chiedere aiuto a nessuno dei suoi per non rischiare una fuga di notizie che avrebbe tradito i nostri intenti e lo stesso valeva per Dick.

Il commissario indossava, sotto la camicia, un giubotto di kevlar rinforzato da una speciale copertura polimerica, e nascoste sotto la giacca e il soprabito, diverse armi da fuoco: una Smith & Wesson 38, una Beretta Glock 39, un fucile Riot Shot Gun di fabbricazione russa, un aggeggio leggero e letale, e un equivalente di UZI di fabbricazione serba.

Aveva con se diverse munizioni e caricatori, persino un paio di fumogeni e di granate.

Nascondeva anche un coltello da incursore e la cosa mi fece sorridere perché non riuscivo ad immaginarmi quell'uomo di mezza età, dall'aspetto così dignitoso e distinto, che si esibiva in un feroce assalto all'arma bianca ma sapevo anche che invece ne sarebbe stato capacissimo.

Anche Claws non era andato leggero. La sua uniforme era coperta da un lungo trench di pelle nero, portava un paio di pugnali da lancio e un lungo macete assicurato ad una coscia, un paio di Uzi e una Parker 39.

Nel baule della vecchia Ford di Gordon c'era anche un lancia missili, un Blaizer T 10, e un paio di missili incendiari.

Roba seria.

Esposi loro quello che avevo scoperto e, mentre lo facevo, maledissi la mia stupidità per non esserci arrivato prima.

Quando Gordon mi accennò alla leggenda legata ai Wayne qualcosa aveva cominciato ad affacciarsi alla mia mente, ma evidentemente ero troppo preso da altre questioni per metterla a fuoco e capire che era la risposta ai miei interrogativi.

"Ma ne sei davvero sicuro?"

chiese Claws che ormai doveva essere stato denunciato come disertore dai suoi ex compagni.

"Si, e tutto torna, più ci penso, più mi dico che sono stato uno scemo a non capirlo prima: Villa Wayne è il posto dove dobbiamo andare! La sera in cui sono stato attaccato dai doogies nei suoi pressi è la prova che volevano proteggere il posto da me, ecco perché mi hanno dato la caccia con così tanta insistenza, hanno cercato di farmi allontanare il più possibile! La storia di Gordon si adatta benissimo alla cosa... sono sicuro che ci siamo allontanati un po' dal centro abitato e l'ingresso alle caverne in cui siamo passati doveva trovarsi nei pressi della Villa... quello è il famoso sistema di gallerie con cui venivano portati in salvo gli schiavi in fuga... e sono certo che ci siano delle entrate anche nella vecchia casa..."

"Stai andando un po' ad intuito, ammettilo."

l'osservazione di Gordon era effettivamente vera e non potei far altro che alzare le spalle mentre lui si accendeva un'altra delle sue sigarette.

"Quella robaccia che ti fai da solo ti accorcia la vita."

commentò Dick un po' infastidito dal fumo.

"Credo che la mia vita sia stata accorciata nel momento in cui ho deciso di partecipare a questa specie di folle crociata. Ti rendi conto, che se anche avessi ragione, anche se davvero esistessero le caverne e passassero sotto Villa Wayne, e che al suo interno, per un fortuito caso, trovassimo un accesso ad esse, saremmo noi tre contro la più potente organizzazione criminale della città? Pensi che contro quel mostro e tutti i suoi sgherri avremmo quelche chance di farcela?"

come suo solito il poliziotto dai capelli bianchi era stato schietto e diretto. Avevo alzato la maschera fino al naso e sfoggiai uno dei miei sorrisi migliori.

"Se c'è una cosa che ho imparato in tutti questi anni è che il punto più forte di qualcosa o qualcuno, spesso è anche il suo punto debole. Nella sua tana il nostro bastardo, si sente al sicuro, al riparo da qualunque cosa. Pensa che anche se qualcuno sapesse dove si trova, non avrebbe mai il coraggio di attaccarlo li. Invece io lo voglio inchiodare proprio sul suo bel trono e godermi la faccia che farà. Abbiamo dalla nostra la sorpresa e nessuno di noi tre è uno sprovveduto, diciamo che sappiamo il fatto nostro. Non vi mentirò, effettivamente c'è il rischio di lasciarci tutti le penne, ma non voglio starmene qui ad aspettare che sia lui a dettare le condizioni dello scontro finale, se si gioca, voglio farlo alle mie regole. Ho chiesto il vostro aiuto ma siete liberi di rifiutarmelo..."

"Non dire scemenze! Ora che ci hai coinvolti fino a questo punto, in un modo o nell'altro siamo segnati tutti e due... presto o tardi capiranno che esistono delle connessioni con te e ce la faranno pagare... preferisco stirare le zampe che farmi sorprendere con le brache calate, magari mentre sto leggendo una rivista sul cesso."

commentò agguerrito Dick mentre l'altro assentiva tranquillamente con la testa.

"Allora sappiate che dovremo essere rapidi e decisi e che... forse... ci dovremo sporcare le mani. Non avrei mai pensato di dirlo... ma non potremo pensare più di tanto alle vite dei nostri nemici... non possiamo permetterci di fallire. Mi potete capire?"

ancora un assenso.

Pregai silenziosamente Dio di perdonarmi per tutti i miei peccati passati o, se proprio non poteva farlo, almeno di permettermi di portare dritto all'inferno con me quel figlio di troia.

 

Con la macchina arrivarono fino a Florance Garden, poco fuori l'aria urbana di Gotham, superando i controlli grazie al tesserino di Gordon. Scesero, dopo aver parcheggiato la macchina in un vicoletto, tra una vecchia casa in stile classicheggiante e un'altra in stile vittoriano. Portarono con sé solo una sacca dove stava il lancia missili e alcuni utili attrezzi, proseguendo a piedi lungo la Bernard Halliwell street, in un quartiere ormai disabitato, ad eccezione di qualche clochard che viveva in puzzolenti cartoni, in mezzo alla lordura che si era accumulata dai giorni del terremoto. Era uno spettacolo davvero desolante, vedere le facciate danneggiate, i timpani caduti a terra, i colonnati crepati, le scalinate coperte di calcinacci, i giardini incolti e pieni di erbacce.

Lasciarono la strada per prendere un sentiero laterale che si inoltrava in un querceto che separava la zona abitata dal boschetto di Agnese's Hills. Li mi riunii a loro e facemmo la strada fino alla vecchia magione degli Wayne insieme.

Quando la raggiungemmo non potei fare a meno di guardala ammirato, ipnotizzato dai giochi di forme e dalle simmetrie.

Ero ammirato dall'abilità dell'architetto che l'aveva costruita, un russo di nome Vasilich, se non mi ingannava la memoria, di armonizzare tra di loro curve acute e linee dure, senza mai scadere nel pacchiano o nel grottesco. Era un edificio piuttosto imponente, e la sua posizione elevata lo faceva apparire ancora più grande. Il grande corpo centrale sembrava quello di un maniero europeo, con i tetti spioventi, gli abbaini, i comignoli che spuntavano quasi fossero antiche torri merlate. Si trovava al centro di un grande giardino di forma esagonale, recintato da un muro di mattoni rossi, alto circa 3 metri, con inferriate protettive sulla sommità. Superammo, dopo averlo scostato, il grande cancello in ferro battuto, decorato da enormi rose bronzee, coperto in molti punti dalla stessa edera che ormai dominava gran parte della facciata di villa Wayne. Un tempo doveva essere stato un giardino magnifico, mi riferisco ai giorni in cui la dinastia Wayne aveva dominato dall'alto di quel colle tutta Gotham che, vista da lì, aveva davvero l'aspetto di un enorme cattedrale gotica. Adesso era solo un mucchio di erbacce, fiori selvatici, dominato da un silenzio rotto solo occasionalmente dal movimento di qualche animale, forse gatti selvatici, forse donnole o topi. Respirai profondamente, sino a sentire persino nella mia bocca, il sapore acre della notte selvatica, una notte fatta di caccia e morte e provai un brivido lungo la schiena. Salimmo sull'ampio terrapieno, fino a raggiungere il colonnato davanti ai grandi scalini di marmo bianco che portavano a due porte di legno, sui cui pannelli erano state scolpite delle scene che riecheggiavano quelle delle chiese romaniche e gotiche. Ai suoi lati, due enormi vetrate istoriate, su cui comparivano quelli che avrebbero potuto essere benissimo santi, vestiti di umili saii e dallo sguardo implorante e carico di cristiano perdono rivolto verso l'alto. 

Ci avvicinammo con molta circospezione, ma il mio senso di ragno non individuò nulla che facesse pensare ad un sistema di sorveglianza: possibile che non si aspettasse che qualcuno potesse entrare da li? L'interno della vecchia abitazione, vuota dai tempi dell'estinzione della famiglia, era avvolto in un atmosfera irreale, dove il tempo sembrava essersi bloccato, come le lancette di una grande pendola inglese del tardo '800 che stava alla parete sulla nostra sinistra. C'erano alcune porte di legno scuro e davanti a noi un'ampia scalinata che si biforcava in un pianerottolo che dava su altre due rampe di scale.

"Molto bene ragno - fece Gordon -, ora che siamo qui da dove iniziamo?"

"Ho un idea... hai detto che uno dei Wayne portava gli schiavi attraverso i tunnel vero? Ho dato un occhiata ad un interessante file scaricato da internet prima di venire da voi... tutti i lavori di restauro che sono stati fatti nel corso degli anni, non hanno cambiato di molto la pianta della casa, e i suoi padroni, i signori Wayne, dormivano sempre nella stessa camera da letto dei propri ancestori*  e passavano il loro tempo a riflettere nella biblioteca privata costruita nel 1729... io direi che quello è il posto più adatto per cercare un ingresso alle caverne."

Sapevo di non sbagliare e salimmo alla biblioteca, un grande ambiente con un pavimento di noce coperto da un impolveratissimo e prezioso tappeto cinese dalle forti tinte cremisi e con una smorta carta da parati azzurra alle pareti, e morbidi drappi di velluto con frange che arrivavano fino a terra alle finestre. Le vecchie librerie di noce erano cariche di libri rovinati dal tempo e dall'incuria, e notai che in quella centrale, c'erano un gran numero di testi a carattere teologico e giuridico. Cominciammo a cercare in ogni dove, attenti anche al più piccolo ed insignificante indizio. C'erano dei mezzi busti, sorretti da colonne corinzie, che raffiguravano i vari padroni di quella casa che si erano avvicendati nel corso degli anni... volti dai lineamenti decisi ma allo stesso tempo aggraziati, fronti alte e mascelle virili, labbra piene, occhi gentili ma dallo sguardo intenso. Erano uomini belli, di una bellezza severa, mascolina, impregnata di una dignità che veniva dal retaggio di una famiglia che aveva costruito una città e ne aveva fatto la gloria e la fortuna. Ripensai al povero vecchio Pennyworth, chiuso da una vita in quell'ospedale, ai giorni in cui aveva servito fedelmente in quella stanza i suoi signori, intenti nelle letture o in piacevoli conversazioni, quando ancora il sole filtrava mollemente con i suoi raggi dai vetri piombati ormai ridotti in frantumi. Non potei far a meno di notare che c'erano diversi oggetti religiosi a decorare quel posto: Icone russe ai muri, crocefissi latini e greci sui mobili di legno scuro, una stuatua della Maria Regina su di un piedistallo di marmo verde; c'erano anche rotoli su cui erano raffigurate divinità egizie, persiane, cinesi, giapponesi... tutte benigne ma tutte quante all'apparenza pronte ad impugnare le armi contro il male quando ce ne fosse stato bisogno. Ci guardavano tutti, bambinelli, santi e idoli pagani, quasi si aspettassero che noi, i primi dopo decenni a mettere piede in quella polverosa stanza, dicessimo o facessimo qualcosa di decisivo**. Ero catturato dai disegni gemetrici di una tenda damascata, un tempo probabilmente di un acceso color oro ed ora smorta e spenta, come una falena catturata dalla luce di una fiamma...

"Hey ragno! Non è il momento di ammirare l'ambientino."

Claws aveva ragione, mi scossi dal torpore che stranamente mi aveva colpito, e ripresi la ricerca del passaggio insieme a loro.

Lo trovammo... era sito proprio a fianco dell'alto camino di marmo, una porta mimetizzata con la parete, tradita solo da un pezzo di carta da parati lacerato e da uno spiffero che passava da una piccola fessura... una cosa a mala pena percettibile, a meno di non cercare qualcosa di particolare e strano. Il meccanismo che ne provocava l'apertura, era una statuetta raffigurante il dio egizio Anubi, che indifferente e vagamente minacciosa, ci osservava dall'alto di una mensola di pietra colorata.

 Girato il contatto, che era la testa stessa del dio, la porta si aprì se pur tra mille e più cigolii. Dietro di essa degli stretti scalini, di pietra grigia, incredibilmente arrotondati e lisci, come se fossero stati consumati dall'utilizzo da parte di molte persone... ci incamminammo, facendoci luce con la luce della mia cintura, pronti ad affrontare il nostro destino, o almeno così pensavamo.

 

 

 

Discesa nel pozzo.

 

 

Scendemmo per un po', prima di trovarci innanzi un corridoio sormontato da arcate di legno, ormai preda dei tarli, che si inoltrava nel buio, scendendo leggermente. Camminavamo in fila indiana, calpestando il suolo di terra battuta, attenti ad ogni movimento per non innsescare nessuna trappola ma, proprio come prima, continuavo a non avvertirne la presenza.

Ad un tratto mi assalì di nuovo la stessa sgradevole sensazione che avevo provato quando mi ero trovato di fronte il Batman per la prima volta e realizai che eravamo vicinissimi al nostro bersaglio. Con un gesto avvertii gli altri di prepararsi e tenersi pronti a tutto e quelli, senza pormi domanda alcune, estrassero le loro armi. Sentimmo dei passi ed io spensi la luce della mia cintura per non attirare l'attenzione. Dopo qualche secondo, l'eco delle gallerie, portò alle nostre orecchie brani di una conversazione tra due uomini:

"... questo è certo! Nessuno può mettersi impunemente contro di lui! Presto anche le ultime voci di dissenso saranno messe a tacere e il Pretore farà meglio a smetterla di fare la voce grossa con l'Intermediario!"

"Quell'uomo è solo un idiota! Ma con chi crede di avere a che fare? Non sà che il maestro, come ha fatto la sua fortuna, può essere artefice della sua rovina?"

"Sciocco miserabile! Pagherà la sua insolenza vedrai! E quando arriverà il tempo, e credimi, sento che è questione di giorni, noi che siamo stati i suoi fedeli servi verremo ricompensati! Nel giorno della definitiva ascesa delle tenebre, saremo tutti i suoi principi al cospetto della corte infernale che regnerà nei secoli a venire."

"Eppure... quel Dark Spider è riuscito ad eliminare il Campione del Nostro Oscuro Signore..."

"Silenzio! Non dire queste cose neanche sottovoce... non pensarle neanche! Dunque non ricordi che noi dobbiamo Lui la massima fiducia? Che la nostra fede deve trascendere i dubbi? Chi è poi questo Dark Spider? Qualcuno a cui il Maestro ha concesso per suo diletto, il permesso di infastidirlo e di vivere ancora qualche giorno! Ha battuto Bane, è vero, ma Bane era un uomo, potenziato, ma pur sempre un uomo! Il Maestro è il Maestro e nessun Campione sarà mai forte quanto lui in persona! E poi vedrai che faccia farà il ragno, quando vedrà il suo amichetto, quella piccola carogna che ha osato aiutarlo... quando vedrà cosa gli stiamo per fare..."

Provai un moto di rabbia improvvisa e se Gordon, che aveva intuito cosa stavo per fare, non mi avesse messo prontamente una mano sulla spalla, avrei commesso l'incredibile sciocchezza di attaccare quei due e perdere così una preziosa occasione per ritrovare Tim.

Calmato mi  voltai solo un secondo per fare un cenno d'assenso al commissario, inutile per via dell'assenza di luce,  poi invitai i  compagni a seguirmi, facendo il massimo silenzio.

Ci inoltrammò ancora di più nel buio, attraverso un corridoio secondario che si immetteva in quello dove stavano passeggiando i due accoliti del così detto Maestro, misurando ogni passo, evitando ogni piccolo rumore. C'erano un leggero chiarore, e l'odore di olio che bruciava... torce appese ai muri, assicurate mediante degli anelli di ferro, il cui fumo doveva essere aspirato da piccole forature che si trovavano sul soffito, che in quel tratto si alzava notevolmente. Anche l'ambiente in cui erano arrivati era più largo e, l'ingresso, era mimetizzato nelle ombre di un punto non illuminato dal fuoco. Notai che i due che avevamo cominciato a seguire, tenendoci sempre ad una certa distanza, erano vestiti con tuniche e cappuccio, come gli appartenenti ad uno di quei bizzarri culti fuori di testa, tanto in voga ultimamente negli States. Con un gesto bloccai i miei amici, invitandoli a tornare indietro e ad aspettarmi all'ingresso dove eravamo passati. Io aderii al soffitto, strisciando lungo la sua superfice, bloccandomi ogni tanto, per nascondermi dietro un arco di pietra, e riprendere il mio silenzioso inseguimento.

Dal resto della loro conversazione, dedussi che stavano andando a prendere Tim per portarlo dal loro signore e, alla fine, mi condussero in una caverna, dove era stata costruita una cella in cui evidentemente, venivano portati tutti quelli che si erano avvicinati troppo al covo del Batman o quelli che lui avrebbe torturato per il suo sadico piacere.

Nelle mie orecchie risuonava ancora la voce disperata di Selina che mi narrava le orripilanti angherie subite da quel pazzo e quelle di cui lui in persona, con un ghigno di febbrile follia, si era vantato.

Uno dei due cominciò a chiamare il ragazzo schernendolo, dicendogli che presto sarebbe morto tra atroci sofferenze, e in quel momento lo udii gridare contro di loro, dicendogli che non si sarebbe mai messo a piangere per far felice quel bastardo del loro padrone.

Attesi qualche secondo, giusto il tempo di fargli aprire la pesente porta di legno, rinforzata con due barre di ferro e poi gli calai addosso, come un ombra della notte che all'improvviso si era animata.

Non lasciai loro neanche il tempo di gridare, ci fu soltanto il tonfo dei loro crani che si scontravano l'uno contro l'altro.

Tim uscì con passo incerto dalla sua prigione, guardandomi stralunato ed io avvertii un tuffo al cuore.

Metà del suo viso era tumefatto, l'occhio destro completamente chiuso, gli abiti laceri e diverse contusioni e tagli sul corpo. Il sangue secco che lo imbrattava. Mi fissò come se stesse cercando di capire chi fossi e perché mi trovassi là.

Gli dissi con un filo di voce:

"Tim... sono io..."

soffocò un singhiozzo che stava per esplodere tappandosi la bocca con tutte e due la mani, chiudendo per un istante gli occhi pieni di lacrime e poi, con uno scatto fulminio, si gettò tra le mie braccia. Mi piegai sul ginocchio, per stringerlo, carezzargli la nuca, baciarlo sulla fronte...

 

Ci eravamo messi addosso le tuniche delle due guardie che avevo rinchiuso nella cella dopo avergli tappato la bocca con la tela. Raggiunto l'ingresso che l'avrebbe riportato in superfice, trovai Gordon e Dick che mi avevano atteso pazientemente. Anche loro, quando videro il ragazzino, non riuscirono a trattenere un espressione di rabbioso sdegno misto a incredula pietà.

Gli raccomandai di uscire di li, di scappare il più lontano possibile, di raggiungere Bludheaven e chiedere del dottor Maine all'Hotel dove alloggiava, di dirgli che l'avevo mandato io e di dargli ospitalità per un po'... se non mi fossi fatto vivo entro un giorno, sarebbe stato doc ad occuparsi di lui ma non doveva mai più ritornare a Gotham... mai più.

"Ma Lea! E tutti i miei amici? Non puoi chiedermi di far questo... non puoi chiedermi di abbandonarli!"

La sua voce era rotta dalla strazio e dalla sofferenza. Avrei tanto voluto potergli dire qualcosa che fosse rassicurante e che non suonasse come una bugia ma era impossibile in quel frangente.

"Tim, ascolta. Non ti voglio mentire. Se non riesco a fermare il Batman ora, sarà la fine per questo posto, lo capisci? Tu devi metterti in salvo e sopravvivere, perché comunque non potresti fare niente per contrastarlo. Sarà Maine a vedere che cosa potrà fare per i tuoi amici, lui ha conoscenze molto in alto, ed è intimo amico anche degli Ones... vedrai che farà qualcosa per Lea e gli altri. Però tu ora devi promettermi, anzi no, devi giurarmi che farai quello che ti ho chiesto ora. Te ne prego! E' molto importante, perché solo con questa certezza potrò combattere al meglio e senza preoccupazioni quel miserabile verme."

"Io... te lo prometto Spider... so che ce la puoi fare! Tu lo sconfiggerai vero?"

"Ce la metterò tutta, su questo ci puoi giurare."
"Io..."
"Si... dimmi Tim..."

"Se per caso tu... tu non dovessi... ti giuro che un giorno prenderò il tuo posto! E sarò io a ucciderlo con le mie stesse mani!"

Lo fissai, annichilito dalla rabbia con cui lo aveva detto... quella rabbia che io stesso avevo conosciuto così spesso...

"No Tim... ascoltami bene. Non posso chiederti di non affrontarlo quando sarai grande ma devi promettermi due cose... che aspetterai il momento giusto... ossia non prima che tu sia un uomo e che... non lo farai con quest'odio nel cuore. So che è difficile quest'ultima cosa... io stesso non riesco a non provarlo nei suoi confronti ma devi sapere un segreto: lui non è completamente umano... è... un demone nel senso vero della parola e si nutre dell'oscurità nel cuore altrui. Non lasciare che usi la tua rabbia e la tua furia contro di te... non lasciare che esse crescano possenti nel tuo animo... ora va piccolo... e ricordati sempre di me!"

Lo abbracciai ancora una volta, sentendolo di nuovo piangere sulla mia spalla, poi gli presi il mento tra due dita e scherzosamente gli dissi:

"Hey! Non devi fare così! Pensa che sei stato indispensabile nella mia lotta contro quel mostro! Volevo farti diventare il mio assistente personale!"

"Davvero...?"

"Si, tu che nome ti saresti scelto per aiutarmi nella lotta contro le forze del male?"

"Spider kid!"

"Ah! Spider kid? Niente male davvero! Allora Spider Kid vai, e pensa che quello che ti ho chiesto di fare è una missione della massima importanza, capito? Ricordati di dire al dottor Maine tutto su questo posto, dove si trova, e come può essere raggiunto! Digli anche di mandare un messaggio a chi sa lui, perché gli ho spedito altre informazioni mediante un corriere riservato... ora corri ragazzo! Vai!"

Indietreggiò di qualche passo, guardandomi con gli occhi ancora velati dalle lacrime, ma un sorriso sul viso duramente colpito:

"Tu tornerai, lo so! E allora io e te saremo soci! Sarò il tuo partner fisso e ti aiuterò sempre e comunque! Ora vado a compiere il mio dovere!"

Si girò e corse via, mentre provavo un gran senso di sollievo man mano che lo sentivo allontanarsi.

"Signori - dissi voltandomi. -, ora è arrivato il momento di prendere il bastardo."

 

 

Gordon e Grayson camminavano fianco a fianco, i volti nascosti dagli ampi cappucci delle tuniche, mentre io li seguivo dall'alto.

Oramai il soffitto si era riempito di stalattiti e si alzava sempre di più. Alla fine riconobbi il luogo dove ero passato con l'Intermediario e fui sorpreso di vederlo all'imbocco della sala privata del Batman, le mani sui fianchi, vestito con un attilatto completo Broke's Brothers e costosissime scarpe Church ai piedi, il viso coperto da una maschera candida, su cui spiccavano due occhi neri.

"Avete portato il prigioniero?"

"Abbiamo chiesto aiuto perché il ragazzo si divincolava come un ossesso. Lo porteranno tra qualche minuto, erano proprio dietro di noi."

Capii subito che non l'aveva bevuta. Quella merda conosceva le voci di tutti quelli che erano impiegati nel loro covo e quella di Dick gli giungeva nuova. Il senso di ragno cominciò a ronzare e seppi subito che si stava creando uno situazione di pericolo. Mi scostai di scatto, evitando un proiettile che fece staccare una piccola stalattite che cadde pesantemente in terra, frantumandosi in decine e decine di frammenti. Un cecchino nascosto nelle ombre, forse con un rilevatore di infrarossi, mi aveva visto ed era quasi riuscito a farmi fuori. Nell'ambiente, da alcune entrate nascoste, si riversarono una cinquantina di soldati, in tenuta da combattimeno, molto simile a quella dei doogies fuorché il colore.

Un energumeno, che era evidentemente stato pompato come Bane, si scagliò contro Gordon il quale, senza perdere la calma, estrasse dalle pieghe del mantello il lancia razzi armato con una testata incendiaria ed un secondo dopo, ci fu una violenta fiammata rossa e un puzzo soffocante di carne bruciata tale da bloccare per qualche istante gli altri, in preda a crisi di tosse convulsa. Dick aveva lasciato venire fuori Claws e si era gettato come un falco notturno sulla preda, usando il macete e gli artigli del costume. Sapevo che in altri momenti lo avrei fermato, impedendogli quella carneficina, ma ora sarebbe stato fuori luogo e da pazzi, visto che arano armati sino all'inverosimile e desiderosi solo di ucciderci.

Vibrò diversi fendenti, amputanto mani, lasciando squarci su spalle, aprendo gole... e poi, afferrato l'Uzi dopo aver tirato fuori gli artigli da un ventre che aveva gettato un fiotto di sangue e disgustosi fluidi organici, aveva aperto il fuoco a distanza ravvicinata su dieci soldati che stavano cercando di riorganizzarsi.

Intanto bloccai con un paio di tele di impatto alcuni assalitori che avevano cercato di accerchiare Gordon. Anche quest'ultimo se la cavava piuttosto bene, muovendosi con una agilità e un vigore inaspettati in un uomo di quell'età. Lo vidi fare lo slalom tra i bozzoli girgi, per tenersi fuori tiro da un paio di uomini che lo avevano raggiunto. Inaspettatamente, ne aggirò uno, arrivandogli di lato e lo freddò con un colpo ravvicinato alla tempia. Poi, con un rapido movimento circolare, infilò il suo pugnale nel fianco di un altro, usandolo come scudo per proteggersi dai colpi dei due rimasti. Quello urlava mentre i proiettili penetravano il suo corpetto protettivo e mentre il commissario girava la lama nelle carni, lanciò una granata contro i due che un attimo dopo si ritrovarono in terra, uno privato delle gambe e ancora vivo, l'altro senza la tesa. Balzai in terra, saltando da una parte all'altra della caverna, usando la mia suit per mimetizzarmi nelle ombre e tornare a colpire. Spaccai visiere, fecendo penetrare vetri nelle carni e negli occhi. Ruppi e frantumai ossa, senza pensarci su due volte. Schiacchiai letteralmente casse toraciche sotto i miei piedi e, alla fine, mi lanciai nella sala del trono del mostro...

 

 

 

L'Apprendista... Lo Stregone... L'Olocausto.

 

 

Quando feci il mio ingresso avvertì una morsa selvaggia dietro alla nuca, così forte che quasi temetti di uscire di senno. L'Intermediario era accanto al trono del suo Signore, piegato sul ginocchio e il capo abbassato. I faretti proiettavano le loro colonne di luce azzurrina verso l'alto, verso un soffitto che sembrava lontanissimo.

"BENVENUTO DI NUOVO, OH FIGLIO DELL'OSCURITA. DIMMI... SEI VENUTO ANCORA CON L'IMPUDENZA DI INSEGNARE... O FINALMENTE HAI RICONOSCIUTO I TUOI LIMITI, E FATTOTI PENITENTE E UMILE SEI VENUTO QUI PER APPRENDERE?"

La sua voce sembrava essere divenuta più profonda, quasi cavernosa, solcata da un curioso stridere, un suono acuto e indecifrabile, qualcosa di sbagliato in una voce normale. Non riuscii a capire da dove provenissime a causa dell'eco ma, in preda all'ira urlai:

"Non ci provare con me! I tuoi trucchetti da signore del male risparmiateli per quei pazzi che hanno deciso di seguirti! Con me non hanno nessun effetto! Sei solo un maniaco omicida e questo lo sai bene! Vieni fuori e facciamola finita!"

"AH! QUALE DOLORE CHE MI DAI! QUALE DISPIACERE! SENTIRE TANTE SCIOCCHEZZE DA QUALCUNO CON COSI TANTO POTENZIALE! NON E' UN PECCATO, EH DENT?"

L'Intermediario, senza sollevare il volto dal paviemento di pietra del costone di roccia, che come un isola apparentemente sospesa nel vuoto, si stagliava dall'abisso fin li, al centro dell'enorme caverna, rispose con un filo di voce:

"Perdono mio Signore! E' colpa mia se questo impudente eretico e i loro amici sono penetrati sin qui, nel tuo santuario! La mia colpa è grande, perché ho disatteso i tuoi ordini! Dimmi come posso espiare ed io lo faro! Prendi la mia vita se questo potrà anche minimamente soddisfarti, ed io te la darò..."

"DENT... DENT... MIO CARO AMATO DENT... TI HO MAI DETTO QUALE AMANTE FAVOLOSO SAI ESSERE? TI HO SEMPRE PREFERITO A SELINA ED E' PER QUESTO CHE TU SEI DIVENUTO IL MIO BRACCIO DESTRO E LEI NO... PER QUESTO E PER LE TUE MOLTEPLICI CAPACITA'. MA PRIMA O POI TUTTI CI DELUDONO, IN UN MODO O NELL'ALTRO, SENZA NESSUNA ECCEZIONE E QUESTO VALE ANCHE PER TE, MIO DOLCE DENT. TUTTAVIA DECIDERO' DOPO CHE COSA FARNE DI TE... PRIMA HO ALTRE QUESTIONI DI CUI OCCUPARMI... LASCIACI SOLI DENT... VOGLIO PARLARE CON LUI..."

Senza nessuna replica vidi l'Intermediario ubbidire prontamente all'ordine e, passandomi di fianco, uscì dall'ambiente, tornando di la dove ancora si stava combattendo. Non feci nulla per fermarlo, perché adesso non era lui a preoccuparmi... non era lui che desideravo uccidere...

"VUOI LA MIA MORTE VERO? EH SI! NON PUOI MENTIRMI SPIDER... NON ORA... NON OGGI... PERCHE' ADESSO IO E TE, SIAMO UNITI PIU' CHE MAI ED I PENSIERI DI UNO SONO QUELLI DELL'ALTRO. PROPRIO COSI', CREDIMI, SOLO CHE TU NON HAI ANCORA CAPITO COME ASCOLTARE I MIEI... ANZI, IN REALTA' NON VUOI NEANCHE FARLO, CONCENTRATO COME SEI SUI TUOI ASSURDI ED ANTIQUATI VALORI DI GIUSTIZIA, MORALITA' E, COM'E' CHE SI CHIAMA? AH SI... BENE... PICCOLO RAGNETTO NERO, COME SEI COMMOVENTE NELLA TUA CIECA STOLTEZZA  E QUANTA PENA MI SUSCITI, MENTRE ORA DA QUI VEDO TUTTI I TUOI TIMORI, LE TUE PAURE... TI STAI RODENDO DENTRO, LO SO... CERCHI DI REPRIMERE I TUOI DESIDERI MA NON CI RIESCI. GUARDATI! A STENTO TI TRATTIENI ORA! QUELLO CHE VORRESTI E' IL MIO SANGUE, LA MIA TESTA, VEDERMI SOFFRIRE, TORTURARMI, MUTILARMI... NO? OH, SI CHE LO VUOI, E SCOMMETTO CHE IL CAZZO TI DIVENTA DURO SOLO A PENSARCI! SAREBBE INTERESSANTE SCOPARMI MENTRE MI AMPUTI QUALCHE PARTE DEL CORPO O MENTRE MI SFREGI IN MODO IRRIMEDIABILE IL VISO. IO SO QUELLO CHE SI PROVA SAI? E' BELLISSIMO, CREDIMI!"

"MOSTRO!!!"

Avevo ringhiato quelle parole e ormai l'ira stava tracimando possente, abbattendo tutte quelle barriere di autocontrollo che avevo faticosamente costruito in anni di duro lavoro su me stesso. Mai dal giorno del mio rinsavimento mi ero sentito così simile al vecchio Kaine che in quel momento.

"AH! ORA SI CHE RAGIONIAMO! ASPETTA... RENDIAMO LE COSE ANCORA PIU' INTERESSANTI, LASCIMITI MOSTRARE UNA PICCOLA SORPRESA CHE HO PREPARATO PER TE SOLO, MIO IMPAVIDO CAVALIERE OSCURO, SPERANDO CHE TU LA GRADISCA..."

Uno dei faretti illuminò un punto verso l'alto e, con mio sommo orrore, vidi che appesa ad una funa che veniva calata da una specie di carrucola fissata alla roccia, c'era Selina.

Indossava il costume di Catwoman, ridotto ormai ad un ammasso di cenci insanguinati, e il suo corpo era ricoperto da ferite recenti. Aveva un bavaglio alla bocca e gli occhi colmi di lacrime mentre mi fissava impotente.

"Selina..."

mormorai impietrito.

"L'AMORE FA MIRACOLI NEVVERO? UNA SQUALLIDA PUTTANA ASSASSINA DA QUATTRO SOLDI SI REDIME E CORRE A SALVARE L'UOMO CHE AMA. COMMOVENTE! HO SEMPRE AMATO LE BELLE STORIE ROMANTICHE! PECCATO CHE NON ABBIA AGITO CON LA DOVUTA CAUTELA E SI SIA MESSA NEI GUAI. ONESTAMENTE L'AVEVO SOTTOVALUTATA... NON PENSAVO AVESSE CAPITO DOVE SI TROVAVA IL MIO NASCONDIGLIO, IL MIO... TEMPIO... ED INVECE E' MOLTO PIU' INTELLIGENTE DI QUANTO AVESSI MAI CREDUTO. VOLEVA PRECEDERTI E PRENDERMI ALLA SPROVVISTA E SAI, C'ERA QUASI RIUSCITA MA... SONO IO CHE HO PRESO ALLA SPROVVISTA LEI..."

mi lanciai di lato finendo quasi oltre l'orlo della roccia sulla quale mi trovavo, evitando l'ombra che era calata come un fulmine dall'alto e che mi era stata annunciata dal mio senso di ragno. Due occhi di brace mi fissavano con malizia ed odio, una larga bocca carica di zanne ghignava perversamente mentre la mole oscura della creatura si rivelava in tutta la sua imponenza.

"IL DANARO PUO' COMPRARE MOLTE COSE SPIDER: VITE, ANIME, POTERE... E I MIGLIORI GENIGEGNERI SULLA PIAZZA. SAI, ORIGINARIAMENTE FACEVANO PARTE DI UN PROGETTO GOVERNATIVO SEGRETO PER CREARE DEI SUPER TROOPERS CAPACI DI COMBATTERE IN CONDIZIONI ESTREME E NEGLI AMBIENTI PIU' DISPARATI. GOTHAM ERA IL TERRENO IDEALE PER TESTARE I LORO PRODOTTI E IL PRETORE ROSS E' STATO FELICISSIMO ALLA PROSPETTIVA DI POTER CONTARE SULLA LORO OPERA. E' STATA SOLO UNA QUESTIONE DI PREZZO E, OVVIAMENTE, PRIMA CI SONO STATI DIVERSI DOLOROSISSIMI TEST SU QUALCHE MIGLIAIO DI CAVIE... MA TRA TERREMOTI ED EPIDEMIE IN QUELLA CHE ORMAI E' TERRA DI NESSUNO, CHI VUOI CHE SI ACCORGA SE QUA E LA MANCANO UN MILLE O DUEMILA SENZA TETTO?

NON NE VALEVA FORSE LA PENA? GUARDAMI PREDATORE! GUARDA IL TUO FRATELLO NELLA TENEBRA!!!"

Spiegò le ampie ali membranose, come una malefica nube che si spandeva all'improvviso per divorare tutto l'orizzonte, cacciando da quella enorme gola uno strillo acuto che mi fece accapponare la pelle.

Ero così disorientato da quello che vedevo da farmi prendere in contropiede quando, sospinto dalle zampe, mi si lanciò contro mandandomi a finire in terra. Senti la fedda pietra contro la schiena mentre i suoi artigli mi laceravano il costume, intrappolando la spalla sinistra in una morsa dalla quale riuscii a liberarmi aumentando ancora di più il dolore che sentivo quando, allontanando di forza quell'arto animalesco, lembi di pelle e carne furono strappati via.

Gemetti mentre con l'altra mano tenevo lontano dalla mia gola il muso di quella cosa che, altrimenti, mi avrebbe dilaniato in pochi istanti.

"BELLO VERO?! NON MI TROVI MERAVIGLIOSO?! PRIMA ERO IL BATMAN ED ERA FANTASTICO! MA ORA? ORA SONO UN MANBAT!!! E SONO UN DIO!!!! E' COSI' CHE TI SENTI??! E' QUESTO CHE VUOL DIRE ESSERE UN PREDATORE DOTATO DI MENTE RAZIOCINANTE?!?! POTER GUSTARE APPIENO LA PROPRIA FEROCE VOGLIA DI CARNE E SANGUE!!! LA GIOIA SELVAGGIA DELLA CACCIA!!! OH SPIDER MIO!!! CHE COSA MI SONO PERSO FIN'ORA! MA PER RECUPERARE C'E' TEMPO!!!"

GAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Non fu tanto l'urlo a sorprenderlo ma il fatto che con un calcio lo avevo fatto volare diversi metri addietro.

Per un attimo, quando superò il limite del costone, sperai, poi lo vidi riemergere dalle tenebre, quella parodia che era divenuto il suo volto sconvolta dalla rabbia e dall'umiliazione, posarsi rapido e leggero sul suo trono, accucciato come se stesse di nuovo per saltarmi addosso.

"NO!!! COSA SIGNIFICA!?! NON PUOI FARMI QUESTO!!! NON ORA!!! NON ORA!!! HO DATO IN OLOCAUSTO LE ULTIME VESTIGIA DELLA MIA UMANITA' PER DIVENIRE QUESTO!!! IL PERFETTO SOLDATO DEL MALE!!! SONO DECINE DI VOLTE PIU' FORTE DI UN NORMALE UOMO!!!"

Mi alzai in piedi, il costume sul torace strappato, la spalla aperta con il sangue che si era quasi completamente seccato*** , la testa in fiamme e un truce sorriso che si era allargato sotto la maschera dai grandi occhi a specchio.

"Imbecille! Ecco cosa sei!!! Tu sarai anche decine di volte più forte... ma io sono cento volte più forte di uomo!!! Il tuo olocausto è stato completamente inutile bastardo! Come tutta la sofferenze che hai fatto patire alla gente di questa città... stanotte però finisce tutto! Capolinea Batman o Manbat o qualsiasi sia il nome del cazzo con cui vuoi farti chiamare! Vuoi vedere come agisce un predatore?! Vuoi una lezione di come si macella una preda?! Vieni qui rottinculo figlio di troia!!! Vieni qui succhiacazzi psicopatico e ti faccio vedere io cosa vuol dire maciullare qualcuno!!!"

Stavo per spiccare un balzo su di lui quando, improvvisamente, fu lui che si proiettò verso l'alto e urlai vedendolo addosso alla donna che amavo. Le teneva il viso tra due lunghe e affilate unghie e cominciò a leccarle una guancia.

"NEANCHE IO ME LA CAVO MALE IN QUANTO A SQUARTAMENTI MIO CARO! SAPESSI QUANTI NE HO PRATICATI! VUOI VEDERE?! EH?! TI FACCIO VEDERE COME APRO LA FACCIA A QUESTA BALDRACCA?!! EH?! MAGARI LE PIACE! HA GUSTI PARTICOLARI LA NOSTRA SELINA E TU LO SAI!!! ANCHE QUANDO ANDAVA A QUEL FOTTUTO COLLEGIO!!! AH SI, QUESTO MAGARI NON TE LO HA  DETTO!!! LA SADICA DIRETTRICE CHE LA PUNIVA PER LE SUE AZIONI E LEI CHE IN SEGRETO SI INFRADICIAVA TRA LE COSCE MENTRE ASPETTAVA DI ESSERE BATTUTA DI SANTA RAGIONE!!! AH CHE DONNA!!!! VUOI VEDERE COME LE COLA LA FIGA MENTRE LE FACCIO IL SERVIZIETTO AL VISO!?!"

"Bastardo!!! FIGLIO DI TROIA BASTARDO!!!! Vieni qui da me!!! Oh sai solo farti scudo con un una donna indifesa eh?! Avanti!!! Vieni qui e poniamo fine a questo duello tra me e te!!!"

Nonostante il cranio fosse in fiamme e dietro la nuca sentissi martellare fu troppo tardi quando mi accorsi che da alcune grate poste in terra ne era fuoriscito un gas verdognolo che avevo in parte inalato.

I polmoni erano in fiamme e quasi non ci vedevo più mentre mi ritolavo in terra in preda alle convulsioni.

Vomitai nella maschera facendo un macello e per evitare di morire soffocato dovetti strapparmene un pezzo all'altezza della bocca lasciando cadere in terra una pozza di materia limaciosa e gialla.

Calò su di me rapido e spietato come la morte, colpendomi con le nocche dure la testa, la schiena, la spalla ferita, il ventre.

Tre lunghi artigli in cui terminavano le zampe posteriori mi lacerarono le carni sulla coscia sinistra e fui sollevato e sbattuto in terra diverse volte mentre dalle bocca stavolta stavo buttando sangue.

Mi inchiodò in terra, accecato e con il corpo in gran parte insensibile al dolore.

Il suo alito fetido era sulla mia faccia tumefatta e tagliata e lo sentivo mormorare una sorta di litania, poi, come tornato in sé cominciò a parlarmi, ma stavolta con un tono comprensivo, persino indulgente, come un adulto che sta riprendendo un bambino senza però voler essere troppo duro.

"QUANTO POTENZIALE SPRECATO AMICO MIO... FRATELLO MIO!!! ANCHE TU HAI PENSATO CHE FOSSI SOLO UN BRUTALE PEZZO DI MERDA... ED INVECE COME HAI VISTO SONO UN PEZZO DI MERDA FURBO!!! MI SONO DOCUMENTATO SU ALCUNI SCONTRI DI SPIDER MAN A NEW YORK, SAI, NOI SIGNORI DEL CRIMINE ABBIAMO I NOSTRI CANALI PRIVILEGIATI. SICCOME TU SEI IN TUTTO E PER TUTTO UGUALE A LUI BEH, HO CREDUTO CHE GLI STESSI METODI AVREBBERO POTUTO FUNZIONARE SU DI TE. UNA PAIO DI VOLTE E' STATO STORDITO DA UN GAS RICAVATO, PENSA UN PO', DA UN VELENO PENSATO PER ELIMINARE ALCUNE FASTIDIOSE SPECIE DI ARACNIDI... NON E' SORPRENDENTE? HO CHIESTO UN PARERE AI MIEI SCIENZIATI E LORO HANNO DETTO CHE POTEVA FUNZIONARE E COSI' GLI HO FATTO PREPARARE L'ARMA CHE HAI POTUTO SPERIMENTARE... PRIMA DI TRUCIDARLI TRA ATROCI SOFFERENZE OVVIAMENTE! CHE CI VUOI FARE? ERO AFFAMATO!!! CON QUESTO CORPO HO SCOPERTO CHE UN SANDWICH NON BASTA PIU' COME SPUNTINO E DOVEVO PRENDERE QUALCOSA DI SOSTANZIOSO!!!"

Tremavo tutto, come un bimbo, un po' per il gas, un po' per la paura.

"Uccidimi insopportabile stronzo! Fammi fuori... - biascicai quelle parole dopo essermi leccato le labbra spaccate in più punti - basta che non ti senta più! Se però pensi che mi ti metta a supplicare, hai completamente sbagliato!!!"

"OH SPIDER, SPIDER! COME AVREBBE DETTO ALFRED DI HAPPY DAYS: GIA' GIA' GIA'...; A TE PIACEVA HAPPY DAYS? IO LO ADORAVO! TU NON HAI CAPITO NIENTE VERO? CHE TRISTEZZA! SEI CONVINTO CHE QUESTA FOSSE UNA LOTTA TRA IL BENE E IL MALE... TRA LA LUCE E LA TENEBRA... QUANTO HAI SBAGLIATO! NON E' MAI STATO COSI'! DIO SE NE E' ANDATO DA TEMPO DA QUESTO POSTO!!! E' SCAPPATO A GAMBE LEVATE E CON LA CODA TRA LE GAMBE!!! QUI I PECCATI DEGLI UOMINI SONO STATI COSI' GRAVI DA RENDERE IMPOSSIBILE OGNI REDENZIONE!!! MI SENTI?!?! NESSUNA REDENZIONE!!! NE' ORA NE' TRA MILLE ANNI, NE' MAI!!! C'ERI MENTRE QUESTA GENTE SI DAVA AL CANNIBALISMO DURANTE L'EPIDEMIA?! LI POTEVI VEDERE AVVENTARSI COME DEMONI SUI PIU' DEBOLI, DONNE, VECCHI, BAMBINI, E MANGIARSELI VIVI? UN PEZZO DOPO L'ALTRO? C'ERI?!? NO!!! E TU CREDEVI DI ESSERE ARRIVATO QUI PERCHE' ERA STATA UNA FORZA CELESTE A MANDARTI PER SALVARLI TUTTI!?!!?

NON PUOI SALVARLI!!! SONO DANNATI PER L'ETERNITA'!!! DA PRIMA DI TUTTE QUESTE PIAGHE!!! E TUTTI QUELLI CHE SONO ARRIVATI DOPO SONO STATI ATTRATTI DAL LEZZO DI MARCIO CHE VENIVA DAI SASSI E DALLE PIETRE DI GOTHAM CITY!!! ORMAI SIAMO IN UN POZZO, UNA FERITA SANGUINOLENTA E INFETTA CHE SI ALLARGA, UN GIORNO DOPO L'ALTRO, SEMPRE PIU' VORACE, SEMPRE PIU' FEROCE! E LUI CHIEDE SEMPRE NUOVE VITTIME, SEMPRE!!! PERCHE' HA FAME AMICO MIO!!! OH, SAPESSI QUANTA NE HA! IO... LO SO BENE..."

la sua voce si fece triste all'improvviso, e quello che disse dopo lo disse con infinito strazio e costernazione:

"L'HO SEMPRE CONOSCIUTO, COME OGNI ABITANTE DI QUESTA CITTA' E COME TUTTI, HO SEMPRE FATTO FINTA CHE NON CI FOSSE, FORSE PERCHE' NE AVEVO PAURA. MA LUI... LEI... E' VENUTA DA ME UN GIORNO... PARLANDOMI, SUSSURRANDOMI, PRENDENDOMI ORA CON LA FORZA ORA CON LA GENTILEZZA. QUANTO ERO PATETICO ALLORA, POCO MENO DI UNA NULLITA' PIAGNUCOLANTE, CAPACE SOLO DI FARE QUALCHE FURTARELLO E QUALCHE SCIPPO. MA TUTTO CAMBIO' QUANDO MI NOTO', UN GIORNO, DURANTE UNA RAPINA. ERO NERVOSO SAI? IL PRIMO COLPO GROSSO DELLA MIA VITA O COSI' PENSAVO... PARTI' UN COLPO PER SBAGLIO E BAM!!! UNA DONNA SI ACCASCIO' IN TERRA, COME UNA BAMBOLA DI PEZZA, E DAPPERTUTTO PEZZI DI CRANIO E CERVELLO E IL SANGUE CHE SI ALLARGAVA COME UNA MACCHIA D'OLIO SUL PAVIMENTO DI MARMO DI QUELLA VECCHIA BANCA. LA BAMBINA URLAVA, URLAVA, SINGHIOZZANDO COME UNA SCIMMIETTA NEVROTICA, GRIDANDO: MAMMA!!! MAMMA!!! CHE STRAZIO!!! AVRESTI DOVUTO ESSERCI!!! E ALLORA... ALLORA L'HO FATTO. PARLO DEL GRANDE SALTO! LA ZOCCOLA L'AVEVO ACCOPPATA PER SBAGLIO... PER ERRORE... MA NELLA VITA SI DEVE ESSERE PRONTI A COGLIERE AL VOLO OGNI OPPORTUNITA' PER DARE UNA SVOLTA E COSI' BAM!!! ADDIO PICCOLETTA. POI BAM!!! ADDIO SOCIO CHE ERA RIMASTO IMPIETRITO A GUARDARE LA SCENETTA. LEI VENNE DA ME QUELLA NOTTE SPIDER... SCIVOLO' TRA LE TENEBRE, INSINUANDOSI A FORZA TRA LE PIEGHE DELLA MIA COSCENZA MENTRE ME NE STAVO BUTTATO SU QUEL SUDICIO LETTO, IN QUEL MOTEL DA QUATTRO SOLDI, COMPLETAMENTE UBRIACO, SPORCO DI URINA E VOMITO. ALL'INIZIO FU UNA SPECIE DI SELVAGGIA VIOLENZA CARNALE... POI FU COSI' DOLCE... COSI' DELICATA... NON MI ERA MAI SUCCESSO PRIMA MA... CREDO DI ESSERMI INNAMORATO ALLA PRIMA BOTTA! UN VERO COLPO DI FULMINE! ALLORA FECI DI TUTTO PER COMPIACERLA... PER AVERE ANCORA I SUOI BACI E I SUOI ABBRACCI... PER VIVERE ANCORA QUEI MOMENTI DI LASCIVIA E PERVERSIONE... NULLA ERA TROPPO PER ME... NULLA! CI FURONO ALCUNI CHE TENTARONO DI METTERSI TRA NOI SAI?"

"Joe... Cappuccetto Rosso...?"

la risposta era venuta rapida e spontanea alla mia mente e cominciai a provare un senso d'angoscia soffocante mentre capivo, mentre realizzavo quello che avevo sempre saputo e che avevo rifiutato.

"LUI. TUTTI GLI ALTRI RIVALI CHE MINAVANO LA MIA BELLA STORIA D'AMORE. PER UN PERIODO, UN LUNGO PERIODO, E' ANDATO TUTTO BENE. MA POI SEI ARRIVATO TU... CAPISCI? TU!!! ERI CONVINTO DI ESSERE IL CAMPIONE DEL BENE!!! POVERETTO!!! TI HA MESSO SUBITO GLI OCCHI ADDOSSO LA SGUALDRINELLA!!! NON APPENA VARCATI I CONFINI DELLA NOSTRA CITTA'! QUELLA CITTA' CHE HO MESSO AI SUOI PIEDI CON TANTA FATICA E TANTA DEDIZIONE! QUANDO LE CHIEDEVO, PERCHE' AVEVO CAPITO CHE ERA ARRIVATO QUALCUNO, SE ERO ANCORA IO IL SUO UNICO E DOLCE PECCATORE, IL SUO IMPAREGIABILE PRINCIPE DEL MALE, IL SUO RE DELLE TENEBRE, MI RISPONDEVA DI NON PREOCCUPARMI, CHE NON DOVEVO ESSERE SCIOCCO E GELOSO. CHE C'ERO SOLO IO!!! MA LEI MENTIVA! CAPISCI?! COSI' E' VENUTA DA TE QUELLA SERA, AD ARCHAM, CAREZZANDOTI, SUSSURRANDOTI... COME AVEVA FATTO CON ME! E QUANDO L'HAI RIFIUTATA TI HA TROVATO ANCORA PIU' IRRESISTIBILE!!! AVREI VOLUTO UCCIDERTI!!! NO, PEGGIO!!! AVREI VOLUTO DARTI UN DOLORE INFINITO!!! INVECE LEI MI CHIESE DI PRENDERTI COME MIO APPRENDISTA! MI DISSE CHE AVREMMO POTUTO ESSERE FRATELLI E CHE IL SUO AMORE PER NOI SAREBBE STATO PARI! AVREMMO REGNATO INSIEME PER SEMPRE, SU DI UN TRONO DI AMARE LACRIME E DISPERATE URLA! MENZOGNE. MA NON ME LA PRENDO CON LEI. SO COM'E' FATTA. SO ANCHE CHE CI PUO' ESSERE UN SOLO SIGNORE DEL MALE QUI... E TU LA TUA OCCASIONE L'HAI PERSA... ED ORA... MIA CARA, VIENI, VIENI A ME! LASCIA CHE TI OFFRA IL TUO AMATO IN SACRIFICIO A CHE IL NOSTRO PATTO SIA NUOVAMENTE SUGGELLATO!"

L'aria si levò in un gelido turbine tutto intorno al costone, una specie di oscura nube che si condensava sempre più, formando ora qua ora la, dei volti, espressioni sfuggenti e divertite, accigliate, doloranti, rabbiose... la potevo sentire e provai vergogna e schifo per essere stato l'oggetto del desiderio di quella nauseante creatura, qualunque cosa fosse e da qualunque inferno fosse stata vomitata.

"Il bambino... lui... era lui il cavaliere del bene... la speranza... lui... non io... lo sapevi e... lo temevi e... quando hai avuto l'occasione... l'hai eliminato..."

"DI CHE COSA PARLI? COSA VAI BLATERANDO?! SEI IMPAZZITO?! FAI BENE! RIFUGIATI NELLA DEMENZA PERCHE' QUELLO CHE SUBIRAI ORA..."

"Eheheh.... non sto parlando con te, stronzo... ma con la tua signora..."
sfoderai un ghigno beffardo e crudele almeno quanto il suo:

"... la tua signora che ha fatto i conti senza... senza l'oste..."

"ZITTO!!! COME OSI PARLARLE COSI'?!?!?!"

Strinse leggermente gli artigli sulle mie tempie, bucando la pelle e toccando l'osso. Mi contorsi leggermente, ancora troppo intontito dal gas per fare qualsiasi cosa.

Poi, quando ogni speranza sembrava persa, lui si girò di scatto, udendo la sua amata urlare in preda allo scorno e alla paura.

Lui, il piccolo, era li, con noi, su quella roccia che si ergeva dal buio della terra, e guardava la cosa, terrorizzandola.

Si voltò, e prima posò lo sguardo sull'avatarr del male, che appariva confuso e poi su di me, sorridendomi.

Selina, che era riuscita a liberarsi e si era calata giù, aveva approfittato della sua distrazione per colpirlo sul capo.

La roccia che aveva usato si frantumo e lui schizzò sangue dappertutto. La colpì con un man rovescio e lei girò su sé stessa finendo a faccia in avanti.

L'adrenalina percore il mio corpo, liberando le forze residue che il veleno aveva bloccato, e allora...

ROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Strinsi spasmodicamente il lungo orecchio appuntito che gli avevo strappato di netto mentre lui si era portato una mano sulla ferita sanguinante e dopo averlo gettato in terra, gli afferrai la gola, stringendo, e lo spinsi a forza contro il trono che andò in frantumi. Non so cosa fosse stato più forte: il rumore della dura pietra nera che si rompeva o quello delle ossa che si trasformavano in tante schegge dentro la carne, lacerandola ovunque.

Gli artigli dei piedi strusciavano a terra mandando scintille e spezzandosi e sentii il vento oscuro che tentava di fermarmi, formando invisibili barriera tra me e l'abisso. Ma ero troppo furibondo, troppo fuori di me, ormai il corpo pompava adrenalina con un intensità tale che sapevo non sarei sopravvissuto ancora a lungo a me stesso. Lo colpii al volto, trasformandolo in una poltiglia informe, facendogli schizzare gli occhi dalle orbite. Poi lo morsi... alla gola, stracciando le carni, mentre fiotti scarlatti e caldi mi colpivano il volto. Lanciai un suono selvaggio dalla gola! Un grido di selvaggia gioia che l'Essere accolse con grande gioia. Irruppe dentro di me come il mare che riempie una piccola caverna, distruggendo tutto quello che trovava sul suo passaggio. Lanciai il corpo straziato di Batman contro la lontana parete, con una forza persino superiore a quella che avevo normalmente. Ridevo, libero dall'opprimente senso della morale, di nuovo Kaine, anzi, ancora più Kaine di quanto non fossi mai stato.

Selina piangeva, urlando il mio nome, ma io la sentivo a mala pena. Gordon e Dick erano entrati nella sala assistendo increduli a quello che stava succedendo. Sapevo che dovevo ucciderli, farli soffrire, nutrirmi del loro dolore e delle loro carni.

Lo stomaco bruciava per quella fame... l'anima oscura che mi si era insinuava dentro era  bramosa...

SEMPRE INSIEME, OH MIO NUOVO AMORE! SEMPRE INSIEME IO E TE! SEMPRE INSIEME L'ANTICO, E IL NUOVO CHE TANTO HO BRAMATO NELLO SCORRERE DEL TEMPO! SEMPRE...

NEI TUOI SOGNI!!! PUTTANA!!! le urlai con tutto il mio odio.

Urlò. Un suono che non era un suono. La rappresentazione della frustrazione e della paura. Non capì se non quando fu troppo tardi.

 

 

Passarono sei mesi.

 

Era una giornata di dolce tepore primaverile quando uscii a fare una passeggiata dopo mesi di coma. Peter era venuto a Bludhaven a trovarmi diverse volte ed era li quando aprii gli occhi. C'era anche mia nipote, che sorrideva contenta vedendo lo zio svegliarsi. E c'era anche lei. Aveva cambiato l'acconciatura dei capelli. Li aveva un po' tagliati e pareggiati ma stavano ugualmente bene.

Gordon l'aveva fatta passare per morta, falsificando l'identificazione di un corpo e cosi', Selina Kyle, alias Catwoman, era passata a miglior vita ed ora avevo davanti Selenia Kirkland, 26 anni, nata a Utica, Stato di New York, arrivata a Gotham come apprendista giornalista al Gazette.

Era bello vederla ridere, mentre le lacrime rigavano il suo volto illuminato dai raggi di un luminoso sole dorato.

C'era ancora qualche segno ma presto, anche quelli, sarebbero andati via.

 

Camminavo appoggiandomi alle stampelle, per il giardino di Hubert Ville, la residenza di Knight Owl, vecchio compagno di squadra di Pete che si era generosamente offerto di ospitarmi durante il periodo della mia degenza.

C'era un buon profumo di giazzie, glicini e magnolie. Ovunque fiori e piante, tutto ben curato ed ordinato. Ci sedemmo su di una panchina di pietra e presi un pezzo di pane che sbriciolai, lanciando le briciole ai grandi pesci rossi che nuotavano spensierati nella grande fontana di forma circolare che stava poco distante da noi.

"Quel panino lo dovresti mangiare! Hai bisogno di rimetterti in forze, non ricordi che ti ha detto il dottore?"

"Oh... Maine sarà pure il migliore dei maghi... ma è troppo apprensivo come medico."

Sorrisi, non senza avvertire un po' di dolori al viso. Alcune cicatrici non sarebbero mai andate via... specie quelle che mi portavo dentro. Tuttavia in quel momento mi sentivo al sicuro, mentre una tenue brezza mi sfiorava gentilmente, e con Selina al mio fianco.

"Ti è dispiaciuto cambiare nome?"

"No. Non più di tanto almeno. E' stato un po' come... cambiare pelle."

"Capisco."

"A te piace?"

"A me piaci tu."

Lei rise.

"Non ti facevo tipo da queste smancerie!"

mi schernì ed io, stando al gioco, mi finsi offeso:

"Smancerie? Accidenti! Chi ti capisce è bravo... è dire che volevo quasi..."

"Volevi quasi?"

chiese impaziente di sentire la risposta.

"... chiederti se ti andava di uscire con me."

"Signor Fitzpatrick! Mi stai chiedendo di diventare la tua ragazza?"

"Certo signorina Kirkland!"

sentire di nuovo le sue labbra calde e morbide premute contro le mie fu bellissimo.

 

 

Gotham era ancora in situazione critica ma, la fine di quell'orrore, le aveva dato una chace di salvezza e, finalmente, i lavori di ricostruzione stavano davvero iniziando. Il Pretore era stato indagato grazie all'articolo che il Gotham Gazette aveva pubblicato e il suo posto era stato preso da un ex appartenente a Force One, Sam Wilson. I doogies erano stati sciolti e, quanti non erano indagati per corruzione, erano entrati in forza alla polizia ordinaria sotto il comando di Gordon e del suo vice, Grayson che aveva ufficialmente appeso al chiodo i suoi panni di Claws. Ci eravamo rivisti poco dopo il mio risveglio... ormai conoscevamo la mia faccia e la mia identità segreta ma non mi avrebbero mai tradito. Di loro mi fidavo più che di me stesso. Uscivamo insieme delle volte, come un terzetto di vecchi amici che si ritrovava allegramente per chiacchierare del più e del meno... e questo mi faceva davvero piacere.

Cosa era successo quella notte? Non glielo avevo mai spiegato. Neanche a Selina. Maine credo che avesse capito ma preferivo non parlarne mai. Solo a Peter gli confessai, molto tempo dopo, la verità.

Era tutto un trucco organizzato da quella cosa. Si era stancata di quel perverso disgraziato che aveva corrotto. Lo aveva spremuto come un limone e ormai non poteva dargli più niente. Tutti i candidati ideali erano stati preventivamente eliminati dal bastardo che in questo si era dimostrato piuttosto furbo... tutti tranne me ovviamente. Era stata lei a suggerirgli di trasformarsi in quel mostro pipistrello, ed era stata lei a scatenare il combattimento. Sperava che avrei liberato il mio lato oscuro e così era stato... l'avevo lasciata entrare dentro di me... fino a toccare i più oscuri recessi della mia mente.

Contavo sull'aiuto del piccolo Bruce. Sapevo che lui poteva esorcizzarla fintanto fosse stata in un corpo in cui c'era ancora un barlume di speranza. Così alla fine, il vero campione del bene, aveva compiuto il dovere che lei aveva pensato di impedirgli di compiere uccidendolo. L'aveva fatto attraverso le stesse tenebre di cui era composta... attraverso me.

Da allora non era più comparso. Sapevo che stava bene. Seppi anche che Alfred era morto il mattino seguente quella storia. Morto nel sonno, per cause naturali, nessuna sofferenza. Sorrisi quando me lo dissero, sapendo che finalmente era insieme ai suoi amati amici e al piccolo.

Provavo sempre un brivido nella schiena pensando al rischio che avevo corso... se il mostro aveva fatto di un delinquentello da due soldi come Jason Todd quel demone... cosa avrebbe potuto fare con me?

Ma questo è solo uno dei tanti se... uno dei tanti altri mondi che avrebbero potuto essere... non la realtà.

Mi ero dimesso dal mio incarico dal Gazette, con grande dispiacere di Farrel, che non fece mai domande su quanto mi era successo, e con grande gioia della Vikernes.

Anche io provai un gran divertimento quando scoprii che non faceva altro che litigare con la nuova collega: Selenia Kirkland.

 

Ottenni, dopo un annetto, un posto da insegnante alla Thomas Wayne School e scoprii che insegnare scienze e biologia era qualcosa che mi piaceva molto. Specie grazie ai miei studenti tra cui il migliore era senza dubbio Tim.

 

Correvamo saltando da un tetto all'altro. Eravamo passati dai grattaceli del New Finantial District di Gotham alla città vecchia in pochi minuti. Non avevo bisogno di girarmi per sapere che mi stava dietro. Sorrisi soddisfatto perché anche con la mia agilità sovraumana riusciva sempre a starmi dietro. Si impegnava moltissimo e faceva di tutto per essere all'altezza del costume che gli avevo dato. Del resto sapevo che tenermelo vicino era l'unico modo per evitare che finisse nei guai... e comunque il ragazzo non era male. Dick mi aveva dato una grossa mano nell'addestrarlo e ormai si vedevano i frutti.

Anche se non c'era più la cosa e il suo avatarr, il male a Gotham non era stato completamente sradicato. Effettivamente era impossibile farlo, fintanto che avesse trovato rifugio nel cuore degli uomini.

Effettivamente avere un aiutante non era male, rendeva meno pesante quel mio lavoro. Ogni tanto Catwoman e il misterioso Rapax si univano a noi, ma la maggior parte delle volte eravamo noi due.

Spider kid era troppo infantile come nome ed ero sicuro che Benji sarebbe stato fiero che il nome di Scarlet Spider fosse portato da un ragazzo così coraggioso e buono.

 

Quando Bruce entrò dentro di me, dopo aver disgregato Lei condannandola ad un eterno oblio, carezzò la mia anima martoriata, un attimo prima di scomparire nella pace che tutti dovremmo avere una volta morti. Quell'attimo durò diverso tempo nella mia mente e allora gli chiesi:

Perché io? Avresti potuto scegliere qualcuno più forte di me, più saldo nell'animo.

Sorrise, dolcemente, mentre mi abbracciava e con una voce infantile e gentile rispose:

Perché ho sempre amato gli eroi vestiti di nero.

 

 

 

Fine...

 

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Dedicato al super visore e a tutti i ragazzi dei due siti.

Grazie a Rosso, a cui dedico le note infondo :) Grazie per l'alacre lavoro ( Questo di termine lo hai o no sul tuo vocabolario? ;) ), per avermi sopportato tutti questi mesi. Spero mi sopporterai ancora in futuro.

Grazie per l'incoraggiamento che mi avete dato durante questo mio anno di lavoro. Per aver sopportato tutte le mie dimenticanze, gli assurdi errori, i colpi di testa e le mattate.

Mi è stato sempre detto di scrivere in primis per me stesso, perché l'importante è che a divertirmi sia sopratutto io.

E' vero... ma è ancora più divertente sapere di scrivere per persone che amano davvero il mondo dei comics e apprezzano il tuo lavoro.

Forse questi racconti non arriveranno mai oltre le pagine di queste fan fiction... ma poco importa... non saprei immaginare una più gloriosa collocazione!

Un saluto a tutti quanti voi e... alle prossime storie!

 

 *: IL TERMINE ANCESTORI INDICA I NOSTRI ANTENATI, ANCHE SE DESUETO NON è SCORRETTO. LA SUA ORIGINE è LA STESSA DELLA PAROLA ANCESTRALE = AGG. ATAVICO, PRIMORDIALE; NELLA LINGUA INGLESE,  QUESTO TERMINE CHE SE NON RICORDO MALE DOVREBBE AVERE ORIGINE LATINA (ANCHE SE SU "IL" NON NE HO TROVATO TRACCIA. QUESTO NON IMPLICA CHE IL TERMINE NON ESISTA, DEL RESTO A) NON  HO TROVATO TRACCIA DELL'AGG ANCESTRALE NELLA PARTE ITALIANO - LATINO B) MOLTI TERMINI DESUETI NON SONO PIù INDICATI NEI NOSTRI VOCABOLARI, DE AGOSTINI COMPRESO. QUESTO VALE ANCHE PER MOLTE ESPRESSIONI CHE SONO CADUTE IN DISUSO, AD ESEMPIO, ALLA VOCE POICHé = CONG UN TEMPO SAREBBE STATO INDICATO CHE DOVEVA ESSERE PRECEDUTO DALLA PAROLA POICHé. NEI BEI TEMPI ANDATI SI SAREBBE DOVUTO SCRIVERE E DIRE, GIACCHé POICHé PER ESSERE CORRETTI.), HA UN SUO EQUIVALENTE, OVVERO LA PAROLA ANCESTOR.

TUTTA QUESTA PIPPA ATROCE, CHE SPERO VI SIATE DEGNATI DI LEGGERE, è PER SPIEGARE COME MAI NEL DIZIONARIO DI QUALCUNO LA PAROLA MANCHI.

**: KAINE DOVREBBE ESSERE DI FORMAZIONE PROETESTANTE E NON CAPISCO PERCHé IL SUO MODO DI PARLARE DOVREBBE INDICARE QUALCOSA DI DIVERSO. TENIAMO ANCHE CONTO DEL FATTO CHE IN QUESTO UNIVERSO PARALLELO POTREBBE AVER CAMBIATO RELIGIONE ED ESSER DIVENTATO CATTOLICO.

***:PER SAPERE COME MAI IL SANGUE DI KAINE SI SIA COAGULATO COSì VELOCEMENTE, CONTINUATE A SEGUIRE U.R. E RAGNO NERO... E QUI MI SPOILERO UN PO'.

Yuri N. A. Lucia

 

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