Ma#velit
& D.C.italia present:
What if... in a Else World. n.1
Kaine in:
Ghosts of Past... Shadows
of Future. #7
di Yuri N. A. Lucia
Uomini in guerra.
Gordon e Grayson erano dove gli avevo
chiesto di incontrarmi: davanti al vecchio Hollister's Restourant, all'angolo
tra Amsterdam street e la Second Avenue, nei pressi della chiesa di Saint
Willem, in quello che un tempo era stato il famoso quartiere olandese, un
concentrato di edifici in stile coloniale, case tardo vittoriane e Regina Anna.
Mi aspettavano da cinque minuti ma prima
di andare da loro mi ero attardato da Selina per spiegarle cosa avrebbe dovuto
fare. Sembrava impazzita quando le dissi che stavo andando a stanare il Batman
e che non volevo venisse con me.
A dire il vero neanche lei voleva
seguirmi, desiderava semplicemente che io non andassi e che insieme partissimo
per un altro posto, uno qualsiasi, dove dimenticarci di tutta questa storia e
far finta che le nostre vite potessero davvero ricominciare da zero.
"Non mi è possibile Selina - le
risposi con gentilezza, e quasi me ne vergogno, con una punta di rimpianto. -,
non volterò le spalle alle mie responsabilità, non quando un bambino pagherà le
mie azioni al posto mio."
Le raccomandai di essere prudente, di
non fare nulla di avventato. Le diedi
il numero del mio conto come Abel Fitzpatrick e firmai un foglio dove la
autorizzavo a prelevare tutto, le dissi che se avesse lasciato un messaggio ad
una certa casella postale internet, qualcuno avrebbe confermato telefonicamente
al mio posto quella richiesta. Ovviamente mi riferivo a Peter... a lui avevo
lasciato un messaggio in segreteria, salutandolo e dicendogli di abbracciare
per me la sua famiglia e che gli volevo un gran bene e che avrei voluto essere
un fratello migliore.
Mi ero preparato a morire.
Il nostro concilio di guerra, perché
questo era, fu rapido e pervaso da un'atmosfera sinistra. Sapevamo tutti cosa
ci accingevamo a fare e sapevamo che era necessario farlo da soli. Gordon non
poteva chiedere aiuto a nessuno dei suoi per non rischiare una fuga di notizie
che avrebbe tradito i nostri intenti e lo stesso valeva per Dick.
Il commissario indossava, sotto la
camicia, un giubotto di kevlar rinforzato da una speciale copertura polimerica,
e nascoste sotto la giacca e il soprabito, diverse armi da fuoco: una Smith
& Wesson 38, una Beretta Glock 39, un fucile Riot Shot Gun di fabbricazione
russa, un aggeggio leggero e letale, e un
equivalente di UZI di fabbricazione serba.
Aveva con se diverse munizioni e
caricatori, persino un paio di fumogeni e di granate.
Nascondeva anche un coltello da incursore
e la cosa mi fece sorridere perché non riuscivo ad immaginarmi quell'uomo di
mezza età, dall'aspetto così dignitoso e distinto, che si esibiva in un feroce
assalto all'arma bianca ma sapevo anche che invece ne sarebbe stato
capacissimo.
Anche Claws non era andato leggero. La sua
uniforme era coperta da un lungo trench di pelle nero, portava un paio di
pugnali da lancio e un lungo macete assicurato ad una coscia, un paio di Uzi e
una Parker 39.
Nel baule della vecchia Ford di Gordon
c'era anche un lancia missili, un Blaizer T
10, e un paio di missili incendiari.
Roba seria.
Esposi loro quello che avevo scoperto e,
mentre lo facevo, maledissi la mia stupidità per non esserci arrivato prima.
Quando Gordon mi accennò alla leggenda
legata ai Wayne qualcosa aveva cominciato ad affacciarsi alla mia mente, ma
evidentemente ero troppo preso da altre questioni per metterla a fuoco e capire
che era la risposta ai miei interrogativi.
"Ma ne sei davvero sicuro?"
chiese Claws che ormai doveva essere stato
denunciato come disertore dai suoi ex compagni.
"Si, e tutto torna, più ci penso, più
mi dico che sono stato uno scemo a non capirlo prima: Villa Wayne è il posto
dove dobbiamo andare! La sera in cui sono stato attaccato dai doogies nei suoi
pressi è la prova che volevano proteggere il posto da me, ecco perché mi hanno
dato la caccia con così tanta insistenza, hanno cercato di farmi allontanare il
più possibile! La storia di Gordon si adatta benissimo alla cosa... sono sicuro
che ci siamo allontanati un po' dal centro abitato e l'ingresso alle caverne in
cui siamo passati doveva trovarsi nei pressi della Villa... quello è il famoso
sistema di gallerie con cui venivano portati in salvo gli schiavi in fuga... e
sono certo che ci siano delle entrate anche nella vecchia casa..."
"Stai andando un po' ad intuito,
ammettilo."
l'osservazione di Gordon era
effettivamente vera e non potei far altro che alzare le spalle mentre lui si
accendeva un'altra delle sue sigarette.
"Quella robaccia che ti fai da solo
ti accorcia la vita."
commentò Dick un po' infastidito dal fumo.
"Credo che la mia vita sia stata
accorciata nel momento in cui ho deciso di partecipare a questa specie di folle
crociata. Ti rendi conto, che se anche avessi ragione, anche se davvero
esistessero le caverne e passassero sotto Villa Wayne, e che al suo interno,
per un fortuito caso, trovassimo un accesso ad esse, saremmo noi tre contro la
più potente organizzazione criminale della città? Pensi che contro quel mostro
e tutti i suoi sgherri avremmo quelche chance di farcela?"
come suo solito il poliziotto dai capelli
bianchi era stato schietto e diretto. Avevo alzato la maschera fino al naso e
sfoggiai uno dei miei sorrisi migliori.
"Se c'è una cosa che ho imparato in
tutti questi anni è che il punto più forte di qualcosa o qualcuno, spesso è
anche il suo punto debole. Nella sua tana il nostro bastardo, si sente al
sicuro, al riparo da qualunque cosa. Pensa che anche se qualcuno sapesse dove
si trova, non avrebbe mai il coraggio di attaccarlo li. Invece io lo voglio
inchiodare proprio sul suo bel trono e godermi la faccia che farà. Abbiamo dalla
nostra la sorpresa e nessuno di noi tre è uno sprovveduto, diciamo che sappiamo
il fatto nostro. Non vi mentirò, effettivamente c'è il rischio di lasciarci
tutti le penne, ma non voglio starmene qui ad aspettare che sia lui a dettare
le condizioni dello scontro finale, se si gioca, voglio farlo alle mie regole.
Ho chiesto il vostro aiuto ma siete liberi di rifiutarmelo..."
"Non dire scemenze! Ora che ci hai
coinvolti fino a questo punto, in un modo o nell'altro siamo segnati tutti e
due... presto o tardi capiranno che esistono delle connessioni con te e ce la
faranno pagare... preferisco stirare le zampe che farmi sorprendere con le
brache calate, magari mentre sto leggendo una rivista sul cesso."
commentò agguerrito Dick mentre l'altro
assentiva tranquillamente con la testa.
"Allora sappiate che dovremo essere
rapidi e decisi e che... forse... ci dovremo sporcare le mani. Non avrei mai
pensato di dirlo... ma non potremo pensare più di tanto alle vite dei nostri
nemici... non possiamo permetterci di fallire. Mi potete capire?"
ancora un assenso.
Pregai silenziosamente Dio di perdonarmi
per tutti i miei peccati passati o, se proprio non poteva farlo, almeno di
permettermi di portare dritto all'inferno con me quel figlio di troia.
Con la macchina arrivarono fino a Florance
Garden, poco fuori l'aria urbana di Gotham, superando i controlli grazie al
tesserino di Gordon. Scesero, dopo aver parcheggiato la macchina in un
vicoletto, tra una vecchia casa in stile classicheggiante e un'altra in stile
vittoriano. Portarono con sé solo una sacca dove stava il lancia missili e
alcuni utili attrezzi, proseguendo a piedi lungo la Bernard Halliwell street,
in un quartiere ormai disabitato, ad eccezione di qualche clochard che viveva
in puzzolenti cartoni, in mezzo alla lordura che si era accumulata dai giorni
del terremoto. Era uno spettacolo davvero desolante, vedere le facciate
danneggiate, i timpani caduti a terra, i colonnati crepati, le scalinate
coperte di calcinacci, i giardini incolti e pieni di erbacce.
Lasciarono la strada per prendere un
sentiero laterale che si inoltrava in un querceto che separava la zona abitata
dal boschetto di Agnese's Hills. Li mi riunii a loro e facemmo la strada fino
alla vecchia magione degli Wayne insieme.
Quando la raggiungemmo non potei fare a
meno di guardala ammirato, ipnotizzato dai giochi di forme e dalle simmetrie.
Ero ammirato dall'abilità
dell'architetto che l'aveva costruita, un russo di nome Vasilich, se non mi
ingannava la memoria, di armonizzare tra di loro curve acute e linee dure,
senza mai scadere nel pacchiano o nel grottesco. Era un edificio piuttosto
imponente, e la sua posizione elevata lo faceva apparire ancora più grande. Il
grande corpo centrale sembrava quello di un maniero europeo, con i tetti
spioventi, gli abbaini, i comignoli che spuntavano quasi fossero antiche torri
merlate. Si trovava al centro di un grande giardino di forma esagonale,
recintato da un muro di mattoni rossi, alto circa 3 metri, con inferriate
protettive sulla sommità. Superammo, dopo averlo scostato, il grande cancello
in ferro battuto, decorato da enormi rose bronzee, coperto in molti punti dalla
stessa edera che ormai dominava gran parte della facciata di villa Wayne. Un
tempo doveva essere stato un giardino magnifico, mi riferisco ai giorni in cui
la dinastia Wayne aveva dominato dall'alto di quel colle tutta Gotham che,
vista da lì, aveva davvero l'aspetto di un enorme cattedrale gotica. Adesso era
solo un mucchio di erbacce, fiori selvatici, dominato da un silenzio rotto solo
occasionalmente dal movimento di qualche animale, forse gatti selvatici, forse
donnole o topi. Respirai profondamente, sino a sentire persino nella mia bocca,
il sapore acre della notte selvatica, una notte fatta di caccia e morte e
provai un brivido lungo la schiena. Salimmo sull'ampio terrapieno, fino a
raggiungere il colonnato davanti ai grandi scalini di marmo bianco che
portavano a due porte di legno, sui cui pannelli erano state scolpite delle
scene che riecheggiavano quelle delle chiese romaniche e gotiche. Ai suoi lati,
due enormi vetrate istoriate, su cui comparivano quelli che avrebbero potuto
essere benissimo santi, vestiti di umili saii
e dallo sguardo implorante e carico di cristiano perdono rivolto verso
l'alto.
Ci avvicinammo con molta circospezione, ma
il mio senso di ragno non individuò nulla che facesse pensare ad un sistema di
sorveglianza: possibile che non si aspettasse che qualcuno potesse entrare da
li? L'interno della vecchia abitazione, vuota dai tempi dell'estinzione della
famiglia, era avvolto in un atmosfera irreale, dove il tempo sembrava essersi
bloccato, come le lancette di una grande pendola inglese del tardo '800 che
stava alla parete sulla nostra sinistra. C'erano alcune porte di legno scuro e
davanti a noi un'ampia scalinata che si biforcava in un pianerottolo che dava
su altre due rampe di scale.
"Molto bene ragno - fece Gordon -,
ora che siamo qui da dove iniziamo?"
"Ho un idea... hai detto che uno dei
Wayne portava gli schiavi attraverso i tunnel vero? Ho dato un occhiata ad un
interessante file scaricato da internet prima di venire da voi... tutti i
lavori di restauro che sono stati fatti nel corso degli anni, non hanno
cambiato di molto la pianta della casa, e i suoi padroni, i signori Wayne,
dormivano sempre nella stessa camera da letto dei propri ancestori* e
passavano il loro tempo a riflettere nella biblioteca privata costruita nel
1729... io direi che quello è il posto più adatto per cercare un ingresso alle
caverne."
Sapevo di non sbagliare e salimmo alla
biblioteca, un grande ambiente con un pavimento di noce coperto da un
impolveratissimo e prezioso tappeto cinese dalle forti tinte cremisi e con una
smorta carta da parati azzurra alle pareti, e morbidi drappi di velluto con
frange che arrivavano fino a terra alle finestre. Le vecchie librerie di noce
erano cariche di libri rovinati dal tempo e dall'incuria, e notai che in quella
centrale, c'erano un gran numero di testi a carattere teologico e giuridico.
Cominciammo a cercare in ogni dove, attenti anche al più piccolo ed insignificante
indizio. C'erano dei mezzi busti, sorretti da colonne corinzie, che
raffiguravano i vari padroni di quella casa che si erano avvicendati nel corso
degli anni... volti dai lineamenti decisi ma allo stesso tempo aggraziati,
fronti alte e mascelle virili, labbra piene, occhi gentili ma dallo sguardo
intenso. Erano uomini belli, di una bellezza severa, mascolina, impregnata di
una dignità che veniva dal retaggio di una famiglia che aveva costruito una
città e ne aveva fatto la gloria e la fortuna. Ripensai al povero vecchio
Pennyworth, chiuso da una vita in quell'ospedale, ai giorni in cui aveva
servito fedelmente in quella stanza i suoi signori, intenti nelle letture o in
piacevoli conversazioni, quando ancora il sole filtrava mollemente con i suoi raggi
dai vetri piombati ormai ridotti in frantumi. Non potei far a meno di notare
che c'erano diversi oggetti religiosi a decorare quel posto: Icone russe ai
muri, crocefissi latini e greci sui mobili di legno scuro, una stuatua della
Maria Regina su di un piedistallo di marmo verde; c'erano anche rotoli su cui
erano raffigurate divinità egizie, persiane, cinesi, giapponesi... tutte
benigne ma tutte quante all'apparenza pronte ad impugnare le armi contro il
male quando ce ne fosse stato bisogno. Ci guardavano tutti, bambinelli, santi e
idoli pagani, quasi si aspettassero che noi, i primi dopo decenni a mettere
piede in quella polverosa stanza, dicessimo o facessimo qualcosa di decisivo**. Ero catturato dai
disegni gemetrici di una tenda damascata, un tempo probabilmente di un acceso color oro ed ora smorta e spenta, come una
falena catturata dalla luce di una fiamma...
"Hey ragno! Non è il momento di
ammirare l'ambientino."
Claws aveva ragione, mi scossi dal torpore
che stranamente mi aveva colpito, e ripresi la ricerca del passaggio insieme a
loro.
Lo trovammo... era sito proprio a fianco
dell'alto camino di marmo, una porta mimetizzata con la parete, tradita solo da
un pezzo di carta da parati lacerato e da uno spiffero che passava da una
piccola fessura... una cosa a mala pena percettibile, a meno di non cercare
qualcosa di particolare e strano. Il meccanismo che ne provocava l'apertura,
era una statuetta raffigurante il dio egizio Anubi,
che indifferente e vagamente minacciosa, ci osservava dall'alto di una mensola
di pietra colorata.
Girato il contatto, che era la testa stessa del dio, la porta si
aprì se pur tra mille e più cigolii. Dietro di essa degli stretti scalini, di
pietra grigia, incredibilmente arrotondati e lisci, come se fossero stati consumati
dall'utilizzo da parte di molte persone... ci incamminammo, facendoci luce con
la luce della mia cintura, pronti ad affrontare il nostro destino, o almeno
così pensavamo.
Discesa nel pozzo.
Scendemmo per un po', prima di trovarci
innanzi un corridoio sormontato da arcate di legno, ormai preda dei tarli, che
si inoltrava nel buio, scendendo leggermente. Camminavamo
in fila indiana, calpestando il suolo di terra battuta, attenti ad ogni movimento
per non innsescare nessuna trappola ma, proprio come prima, continuavo a non
avvertirne la presenza.
Ad un tratto mi assalì di
nuovo la stessa sgradevole sensazione che avevo provato quando mi ero trovato
di fronte il Batman per la prima volta e realizai che eravamo vicinissimi al
nostro bersaglio. Con un gesto avvertii gli altri di prepararsi e tenersi
pronti a tutto e quelli, senza pormi domanda alcune, estrassero le loro armi.
Sentimmo dei passi ed io spensi la luce della mia cintura per non attirare l'attenzione.
Dopo qualche secondo, l'eco delle gallerie, portò alle nostre orecchie brani di
una conversazione tra due uomini:
"... questo è certo!
Nessuno può mettersi impunemente contro di lui! Presto anche le ultime voci di
dissenso saranno messe a tacere e il Pretore farà meglio a smetterla di fare la
voce grossa con l'Intermediario!"
"Quell'uomo è solo un idiota! Ma con
chi crede di avere a che fare? Non sà che il maestro, come ha fatto la sua
fortuna, può essere artefice della sua rovina?"
"Sciocco miserabile! Pagherà la sua
insolenza vedrai! E quando arriverà il tempo, e credimi, sento che è questione
di giorni, noi che siamo stati i suoi fedeli servi verremo ricompensati! Nel
giorno della definitiva ascesa delle tenebre, saremo tutti i suoi principi al
cospetto della corte infernale che regnerà nei secoli a venire."
"Eppure... quel Dark Spider è
riuscito ad eliminare il Campione del Nostro Oscuro Signore..."
"Silenzio! Non dire queste cose
neanche sottovoce... non pensarle neanche! Dunque non ricordi che noi dobbiamo
Lui la massima fiducia? Che la nostra fede deve trascendere i dubbi? Chi è poi
questo Dark Spider? Qualcuno a cui il Maestro ha concesso per suo diletto, il
permesso di infastidirlo e di vivere ancora qualche giorno! Ha battuto Bane, è vero,
ma Bane era un uomo, potenziato, ma pur sempre un uomo! Il Maestro è il Maestro
e nessun Campione sarà mai forte quanto lui in persona! E poi vedrai che faccia
farà il ragno, quando vedrà il suo amichetto, quella piccola carogna che ha
osato aiutarlo... quando vedrà cosa gli stiamo per fare..."
Provai un moto di rabbia improvvisa e se
Gordon, che aveva intuito cosa stavo per fare, non mi
avesse messo prontamente una mano sulla spalla, avrei commesso l'incredibile
sciocchezza di attaccare quei due e perdere così una preziosa occasione per
ritrovare Tim.
Calmato mi voltai solo un secondo per fare un cenno
d'assenso al commissario, inutile per via dell'assenza di luce, poi invitai i compagni a seguirmi, facendo il massimo silenzio.
Ci inoltrammò ancora di più
nel buio, attraverso un corridoio secondario che si immetteva in quello dove
stavano passeggiando i due accoliti del così detto Maestro, misurando ogni
passo, evitando ogni piccolo rumore. C'erano un leggero chiarore, e l'odore di
olio che bruciava... torce appese ai muri, assicurate mediante degli anelli di
ferro, il cui fumo doveva essere aspirato da piccole forature che si trovavano
sul soffito, che in quel tratto si alzava notevolmente. Anche l'ambiente in cui
erano arrivati era più largo e, l'ingresso, era mimetizzato nelle ombre di un
punto non illuminato dal fuoco. Notai che i due che avevamo cominciato a
seguire, tenendoci sempre ad una certa distanza, erano vestiti con tuniche e
cappuccio, come gli appartenenti ad uno di quei bizzarri culti fuori di testa,
tanto in voga ultimamente negli States. Con un gesto bloccai i miei amici,
invitandoli a tornare indietro e ad aspettarmi all'ingresso dove eravamo
passati. Io aderii al soffitto, strisciando lungo la sua superfice, bloccandomi
ogni tanto, per nascondermi dietro un arco di pietra, e riprendere il mio
silenzioso inseguimento.
Dal resto della loro
conversazione, dedussi che stavano andando a prendere Tim per portarlo dal loro
signore e, alla fine, mi condussero in una caverna, dove era stata costruita
una cella in cui evidentemente, venivano portati tutti quelli che si erano
avvicinati troppo al covo del Batman o quelli che lui avrebbe torturato per il
suo sadico piacere.
Nelle mie orecchie risuonava
ancora la voce disperata di Selina che mi narrava le orripilanti angherie
subite da quel pazzo e quelle di cui lui in persona, con un ghigno di febbrile
follia, si era vantato.
Uno dei due cominciò a
chiamare il ragazzo schernendolo, dicendogli che presto sarebbe morto tra
atroci sofferenze, e in quel momento lo udii gridare contro di loro, dicendogli
che non si sarebbe mai messo a piangere per far felice quel bastardo del loro
padrone.
Attesi qualche secondo, giusto
il tempo di fargli aprire la pesente porta di legno, rinforzata con due barre
di ferro e poi gli calai addosso, come un ombra della notte che all'improvviso
si era animata.
Non lasciai loro neanche il
tempo di gridare, ci fu soltanto il tonfo dei loro crani che si scontravano l'uno contro l'altro.
Tim uscì con passo incerto dalla sua
prigione, guardandomi stralunato ed io avvertii un tuffo al cuore.
Metà del suo viso era tumefatto, l'occhio
destro completamente chiuso, gli abiti laceri e diverse contusioni e tagli sul
corpo. Il sangue secco che lo imbrattava. Mi fissò come se stesse cercando di
capire chi fossi e perché mi trovassi là.
Gli dissi con un filo di voce:
"Tim... sono io..."
soffocò un singhiozzo che stava per
esplodere tappandosi la bocca con tutte e due la mani, chiudendo per un istante
gli occhi pieni di lacrime e poi, con uno scatto fulminio, si gettò tra le mie
braccia. Mi piegai sul ginocchio, per stringerlo, carezzargli la nuca, baciarlo
sulla fronte...
Ci eravamo messi addosso le tuniche delle
due guardie che avevo rinchiuso nella cella dopo avergli tappato la bocca con
la tela. Raggiunto l'ingresso che l'avrebbe riportato in superfice, trovai
Gordon e Dick che mi avevano atteso pazientemente. Anche loro, quando videro il
ragazzino, non riuscirono a trattenere un espressione di rabbioso sdegno misto
a incredula pietà.
Gli raccomandai di uscire di li, di
scappare il più lontano possibile, di raggiungere Bludheaven e chiedere del
dottor Maine all'Hotel dove alloggiava, di dirgli che l'avevo mandato io e di
dargli ospitalità per un po'... se non mi fossi fatto vivo entro un giorno,
sarebbe stato doc ad occuparsi di lui ma non doveva mai più ritornare a
Gotham... mai più.
"Ma Lea! E tutti i miei amici? Non
puoi chiedermi di far questo... non puoi chiedermi di abbandonarli!"
La sua voce era rotta dalla strazio e
dalla sofferenza. Avrei tanto voluto potergli dire qualcosa che fosse
rassicurante e che non suonasse come una bugia ma era impossibile in quel
frangente.
"Tim, ascolta. Non ti voglio mentire.
Se non riesco a fermare il Batman ora, sarà la fine per questo posto, lo
capisci? Tu devi metterti in salvo e sopravvivere, perché comunque non potresti
fare niente per contrastarlo. Sarà Maine a vedere che cosa potrà fare per i
tuoi amici, lui ha conoscenze molto in alto, ed è intimo amico anche degli
Ones... vedrai che farà qualcosa per Lea e gli altri. Però tu ora devi
promettermi, anzi no, devi giurarmi che farai quello che ti ho chiesto ora. Te
ne prego! E' molto importante, perché solo con questa certezza potrò combattere
al meglio e senza preoccupazioni quel miserabile verme."
"Io... te lo prometto Spider... so
che ce la puoi fare! Tu lo sconfiggerai vero?"
"Ce la metterò tutta, su questo ci
puoi giurare."
"Io..."
"Si... dimmi Tim..."
"Se per caso tu... tu non dovessi...
ti giuro che un giorno prenderò il tuo posto! E sarò io a ucciderlo con le mie
stesse mani!"
Lo fissai, annichilito dalla rabbia con
cui lo aveva detto... quella rabbia che io stesso avevo conosciuto così
spesso...
"No Tim... ascoltami bene. Non posso chiederti di non affrontarlo quando sarai grande ma
devi promettermi due cose... che aspetterai il momento giusto... ossia non
prima che tu sia un uomo e che... non lo farai con quest'odio nel cuore. So che
è difficile quest'ultima cosa... io stesso non riesco a non provarlo nei suoi
confronti ma devi sapere un segreto: lui non è completamente umano... è... un
demone nel senso vero della parola e si nutre dell'oscurità nel cuore
altrui. Non lasciare che usi la tua rabbia e la tua furia contro di te... non
lasciare che esse crescano possenti nel tuo animo... ora va piccolo... e
ricordati sempre di me!"
Lo abbracciai ancora una volta, sentendolo
di nuovo piangere sulla mia spalla, poi gli presi il mento tra due dita e
scherzosamente gli dissi:
"Hey! Non devi fare così! Pensa che
sei stato indispensabile nella mia lotta contro quel mostro! Volevo farti
diventare il mio assistente personale!"
"Davvero...?"
"Si, tu che nome ti saresti scelto
per aiutarmi nella lotta contro le forze del male?"
"Spider
kid!"
"Ah!
Spider kid? Niente male davvero! Allora
Spider Kid vai, e pensa che quello che ti ho chiesto di fare è una missione
della massima importanza, capito? Ricordati di dire al dottor Maine tutto su
questo posto, dove si trova, e come può essere raggiunto! Digli anche di
mandare un messaggio a chi sa lui, perché gli ho spedito altre informazioni
mediante un corriere riservato... ora corri ragazzo! Vai!"
Indietreggiò di qualche passo, guardandomi
con gli occhi ancora velati dalle lacrime, ma un sorriso sul viso duramente
colpito:
"Tu tornerai, lo so! E allora io e te
saremo soci! Sarò il tuo partner fisso e ti aiuterò sempre e comunque! Ora vado
a compiere il mio dovere!"
Si girò e corse via, mentre provavo un
gran senso di sollievo man mano che lo sentivo allontanarsi.
"Signori - dissi voltandomi. -, ora è
arrivato il momento di prendere il bastardo."
Gordon e Grayson camminavano fianco a
fianco, i volti nascosti dagli ampi cappucci delle tuniche, mentre io li
seguivo dall'alto.
Oramai il soffitto si era riempito di stalattiti e si alzava
sempre di più. Alla fine riconobbi il luogo dove ero passato con
l'Intermediario e fui sorpreso di vederlo all'imbocco della sala privata del
Batman, le mani sui fianchi, vestito con un attilatto completo Broke's Brothers
e costosissime scarpe Church ai piedi, il viso coperto da una maschera candida,
su cui spiccavano due occhi neri.
"Avete portato il prigioniero?"
"Abbiamo chiesto aiuto perché il
ragazzo si divincolava come un ossesso. Lo porteranno tra qualche minuto, erano
proprio dietro di noi."
Capii subito che non l'aveva bevuta.
Quella merda conosceva le voci di tutti quelli che erano impiegati nel loro
covo e quella di Dick gli giungeva nuova. Il senso di ragno cominciò a ronzare
e seppi subito che si stava creando uno situazione di pericolo. Mi scostai di
scatto, evitando un proiettile che fece staccare una piccola stalattite che
cadde pesantemente in terra, frantumandosi in decine e decine di frammenti. Un
cecchino nascosto nelle ombre, forse con un rilevatore di infrarossi, mi aveva
visto ed era quasi riuscito a farmi fuori. Nell'ambiente, da alcune entrate
nascoste, si riversarono una cinquantina di soldati, in tenuta da combattimeno,
molto simile a quella dei doogies fuorché il colore.
Un energumeno, che era evidentemente stato
pompato come Bane, si scagliò contro Gordon il quale, senza perdere la calma,
estrasse dalle pieghe del mantello il lancia razzi armato con una testata
incendiaria ed un secondo dopo, ci fu una violenta fiammata rossa e un puzzo
soffocante di carne bruciata tale da bloccare per qualche istante gli altri, in
preda a crisi di tosse convulsa. Dick aveva lasciato venire fuori Claws e si
era gettato come un falco notturno sulla preda, usando il macete e gli artigli
del costume. Sapevo che in altri momenti lo avrei
fermato, impedendogli quella carneficina, ma ora sarebbe stato fuori luogo e da
pazzi, visto che arano armati sino all'inverosimile e desiderosi solo di
ucciderci.
Vibrò diversi fendenti,
amputanto mani, lasciando squarci su spalle, aprendo gole... e poi, afferrato
l'Uzi dopo aver tirato fuori gli artigli da un ventre che aveva gettato un
fiotto di sangue e disgustosi fluidi organici, aveva aperto il fuoco a distanza
ravvicinata su dieci soldati che stavano cercando di riorganizzarsi.
Intanto
bloccai con un paio di tele di impatto alcuni assalitori che avevano cercato di
accerchiare Gordon. Anche quest'ultimo se la cavava piuttosto bene, muovendosi
con una agilità e un vigore inaspettati in un uomo di quell'età. Lo vidi fare
lo slalom tra i bozzoli girgi, per tenersi fuori tiro da un paio di uomini che
lo avevano raggiunto. Inaspettatamente, ne aggirò uno, arrivandogli di lato e
lo freddò con un colpo ravvicinato alla tempia. Poi, con un rapido movimento
circolare, infilò il suo pugnale nel fianco di un altro, usandolo come scudo
per proteggersi dai colpi dei due rimasti. Quello urlava mentre i proiettili
penetravano il suo corpetto protettivo e mentre il commissario girava la lama
nelle carni, lanciò una granata contro i due che un attimo dopo si ritrovarono
in terra, uno privato delle gambe e ancora vivo, l'altro senza la tesa. Balzai
in terra, saltando da una parte all'altra della caverna, usando la mia suit per
mimetizzarmi nelle ombre e tornare a colpire. Spaccai visiere, fecendo
penetrare vetri nelle carni e negli occhi. Ruppi e frantumai ossa, senza
pensarci su due volte. Schiacchiai letteralmente casse toraciche sotto i miei
piedi e, alla fine, mi lanciai nella sala del trono del mostro...
L'Apprendista... Lo Stregone...
L'Olocausto.
Quando feci il mio
ingresso avvertì una morsa selvaggia dietro alla nuca, così forte che quasi
temetti di uscire di senno. L'Intermediario era accanto al trono del suo
Signore, piegato sul ginocchio e il capo abbassato. I faretti proiettavano le
loro colonne di luce azzurrina verso l'alto, verso un soffitto che sembrava
lontanissimo.
"BENVENUTO DI
NUOVO, OH FIGLIO DELL'OSCURITA. DIMMI... SEI VENUTO ANCORA CON L'IMPUDENZA DI
INSEGNARE... O FINALMENTE HAI RICONOSCIUTO I TUOI LIMITI, E FATTOTI PENITENTE E
UMILE SEI VENUTO QUI PER APPRENDERE?"
La sua voce sembrava
essere divenuta più profonda, quasi cavernosa, solcata da un curioso stridere,
un suono acuto e indecifrabile, qualcosa di sbagliato in una voce normale. Non
riuscii a capire da dove provenissime a causa dell'eco ma, in preda all'ira
urlai:
"Non ci provare
con me! I tuoi trucchetti da signore del male risparmiateli per quei pazzi che
hanno deciso di seguirti! Con me non hanno nessun effetto! Sei solo un maniaco
omicida e questo lo sai bene! Vieni fuori e facciamola finita!"
"AH! QUALE
DOLORE CHE MI DAI! QUALE DISPIACERE! SENTIRE TANTE SCIOCCHEZZE DA QUALCUNO CON
COSI TANTO POTENZIALE! NON E' UN PECCATO, EH DENT?"
L'Intermediario, senza
sollevare il volto dal paviemento di pietra del costone di roccia, che come un
isola apparentemente sospesa nel vuoto, si stagliava dall'abisso fin li, al
centro dell'enorme caverna, rispose con un filo di voce:
"Perdono mio
Signore! E' colpa mia se questo impudente eretico e i loro amici sono penetrati
sin qui, nel tuo santuario! La mia colpa è grande, perché ho disatteso i tuoi
ordini! Dimmi come posso espiare ed io lo faro! Prendi la mia vita se questo
potrà anche minimamente soddisfarti, ed io te la darò..."
"DENT...
DENT... MIO CARO AMATO DENT... TI HO MAI DETTO QUALE AMANTE FAVOLOSO SAI
ESSERE? TI HO SEMPRE PREFERITO A SELINA ED E' PER QUESTO CHE TU SEI DIVENUTO IL
MIO BRACCIO DESTRO E LEI NO... PER QUESTO E PER LE TUE MOLTEPLICI CAPACITA'. MA
PRIMA O POI TUTTI CI DELUDONO, IN UN MODO O NELL'ALTRO, SENZA NESSUNA ECCEZIONE
E QUESTO VALE ANCHE PER TE, MIO DOLCE DENT. TUTTAVIA DECIDERO' DOPO CHE COSA
FARNE DI TE... PRIMA HO ALTRE QUESTIONI DI CUI OCCUPARMI... LASCIACI SOLI
DENT... VOGLIO PARLARE CON LUI..."
Senza nessuna replica
vidi l'Intermediario ubbidire prontamente all'ordine e, passandomi di fianco,
uscì dall'ambiente, tornando di la dove ancora si stava combattendo. Non feci
nulla per fermarlo, perché adesso non era lui a preoccuparmi... non era lui che
desideravo uccidere...
"VUOI LA MIA
MORTE VERO? EH SI! NON PUOI MENTIRMI SPIDER... NON ORA... NON OGGI... PERCHE'
ADESSO IO E TE, SIAMO UNITI PIU' CHE MAI ED I PENSIERI DI UNO SONO QUELLI
DELL'ALTRO. PROPRIO COSI', CREDIMI, SOLO CHE TU NON HAI ANCORA CAPITO COME
ASCOLTARE I MIEI... ANZI, IN REALTA' NON VUOI NEANCHE FARLO, CONCENTRATO COME
SEI SUI TUOI ASSURDI ED ANTIQUATI VALORI DI GIUSTIZIA, MORALITA' E, COM'E' CHE
SI CHIAMA? AH SI... BENE... PICCOLO RAGNETTO NERO, COME SEI COMMOVENTE NELLA
TUA CIECA STOLTEZZA E QUANTA PENA MI
SUSCITI, MENTRE ORA DA QUI VEDO TUTTI I TUOI TIMORI, LE TUE PAURE... TI STAI
RODENDO DENTRO, LO SO... CERCHI DI REPRIMERE I TUOI DESIDERI MA NON CI RIESCI.
GUARDATI! A STENTO TI TRATTIENI ORA! QUELLO CHE VORRESTI E' IL MIO SANGUE, LA
MIA TESTA, VEDERMI SOFFRIRE, TORTURARMI, MUTILARMI... NO? OH, SI CHE LO VUOI, E
SCOMMETTO CHE IL CAZZO TI DIVENTA DURO SOLO A PENSARCI! SAREBBE INTERESSANTE
SCOPARMI MENTRE MI AMPUTI QUALCHE PARTE DEL CORPO O MENTRE MI SFREGI IN MODO
IRRIMEDIABILE IL VISO. IO SO QUELLO CHE SI PROVA SAI? E' BELLISSIMO, CREDIMI!"
"MOSTRO!!!"
Avevo ringhiato quelle
parole e ormai l'ira stava tracimando possente, abbattendo tutte quelle
barriere di autocontrollo che avevo faticosamente costruito in anni di duro
lavoro su me stesso. Mai dal giorno del mio rinsavimento mi ero sentito così
simile al vecchio Kaine che in quel momento.
"AH! ORA SI
CHE RAGIONIAMO! ASPETTA... RENDIAMO LE COSE ANCORA PIU' INTERESSANTI, LASCIMITI
MOSTRARE UNA PICCOLA SORPRESA CHE HO PREPARATO PER TE SOLO, MIO IMPAVIDO
CAVALIERE OSCURO, SPERANDO CHE TU LA GRADISCA..."
Uno dei faretti
illuminò un punto verso l'alto e, con mio sommo orrore, vidi che appesa ad una
funa che veniva calata da una specie di carrucola fissata alla roccia, c'era
Selina.
Indossava il costume
di Catwoman, ridotto ormai ad un ammasso di cenci insanguinati, e il suo corpo
era ricoperto da ferite recenti. Aveva un bavaglio alla bocca e gli occhi colmi
di lacrime mentre mi fissava impotente.
"Selina..."
mormorai impietrito.
"L'AMORE FA
MIRACOLI NEVVERO? UNA SQUALLIDA PUTTANA ASSASSINA DA QUATTRO SOLDI SI REDIME E
CORRE A SALVARE L'UOMO CHE AMA. COMMOVENTE! HO SEMPRE AMATO LE BELLE STORIE
ROMANTICHE! PECCATO CHE NON ABBIA AGITO CON LA DOVUTA CAUTELA E SI SIA MESSA
NEI GUAI. ONESTAMENTE L'AVEVO SOTTOVALUTATA... NON PENSAVO AVESSE CAPITO DOVE
SI TROVAVA IL MIO NASCONDIGLIO, IL MIO... TEMPIO... ED INVECE E' MOLTO PIU'
INTELLIGENTE DI QUANTO AVESSI MAI CREDUTO. VOLEVA PRECEDERTI E PRENDERMI ALLA
SPROVVISTA E SAI, C'ERA QUASI RIUSCITA MA... SONO IO CHE HO PRESO ALLA
SPROVVISTA LEI..."
mi lanciai di lato
finendo quasi oltre l'orlo della roccia sulla quale mi trovavo, evitando
l'ombra che era calata come un fulmine dall'alto e che mi era stata annunciata
dal mio senso di ragno. Due occhi di brace mi fissavano con malizia ed odio,
una larga bocca carica di zanne ghignava perversamente mentre la mole oscura
della creatura si rivelava in tutta la sua imponenza.
"IL DANARO
PUO' COMPRARE MOLTE COSE SPIDER: VITE, ANIME, POTERE... E I MIGLIORI GENIGEGNERI
SULLA PIAZZA. SAI, ORIGINARIAMENTE FACEVANO PARTE DI UN PROGETTO GOVERNATIVO
SEGRETO PER CREARE DEI SUPER TROOPERS CAPACI DI COMBATTERE IN CONDIZIONI
ESTREME E NEGLI AMBIENTI PIU' DISPARATI. GOTHAM ERA IL TERRENO IDEALE PER
TESTARE I LORO PRODOTTI E IL PRETORE ROSS E' STATO FELICISSIMO ALLA PROSPETTIVA
DI POTER CONTARE SULLA LORO OPERA. E' STATA SOLO UNA QUESTIONE DI PREZZO E,
OVVIAMENTE, PRIMA CI SONO STATI DIVERSI DOLOROSISSIMI TEST SU QUALCHE MIGLIAIO
DI CAVIE... MA TRA TERREMOTI ED EPIDEMIE IN QUELLA CHE ORMAI E' TERRA DI
NESSUNO, CHI VUOI CHE SI ACCORGA SE QUA E LA MANCANO UN MILLE O DUEMILA SENZA
TETTO?
NON NE VALEVA FORSE
LA PENA? GUARDAMI PREDATORE! GUARDA IL TUO FRATELLO NELLA TENEBRA!!!"
Spiegò le ampie ali
membranose, come una malefica nube che si spandeva all'improvviso per divorare
tutto l'orizzonte, cacciando da quella enorme gola uno strillo acuto che mi
fece accapponare la pelle.
Ero così disorientato
da quello che vedevo da farmi prendere in contropiede quando, sospinto dalle
zampe, mi si lanciò contro mandandomi a finire in terra. Senti la fedda pietra
contro la schiena mentre i suoi artigli mi laceravano il costume, intrappolando
la spalla sinistra in una morsa dalla quale riuscii a
liberarmi aumentando ancora di più il dolore che sentivo quando, allontanando
di forza quell'arto animalesco, lembi di pelle e carne furono strappati via.
Gemetti
mentre con l'altra mano tenevo lontano dalla mia gola il muso di quella cosa
che, altrimenti, mi avrebbe dilaniato in pochi istanti.
"BELLO VERO?!
NON MI TROVI MERAVIGLIOSO?! PRIMA ERO IL BATMAN
ED ERA FANTASTICO! MA ORA? ORA SONO UN MANBAT!!! E SONO UN DIO!!!! E' COSI' CHE
TI SENTI??! E' QUESTO CHE VUOL DIRE ESSERE UN PREDATORE DOTATO DI MENTE
RAZIOCINANTE?!?! POTER GUSTARE APPIENO LA PROPRIA FEROCE VOGLIA DI CARNE E
SANGUE!!! LA GIOIA SELVAGGIA DELLA CACCIA!!! OH SPIDER MIO!!! CHE COSA MI SONO
PERSO FIN'ORA! MA PER RECUPERARE C'E' TEMPO!!!"
GAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Non fu tanto l'urlo a
sorprenderlo ma il fatto che con un calcio lo avevo fatto volare diversi metri
addietro.
Per un attimo, quando
superò il limite del costone, sperai, poi lo vidi riemergere dalle tenebre,
quella parodia che era divenuto il suo volto sconvolta dalla rabbia e dall'umiliazione,
posarsi rapido e leggero sul suo trono, accucciato come se stesse di nuovo per
saltarmi addosso.
"NO!!! COSA
SIGNIFICA!?! NON PUOI FARMI QUESTO!!! NON ORA!!! NON ORA!!! HO DATO IN
OLOCAUSTO LE ULTIME VESTIGIA DELLA MIA UMANITA' PER DIVENIRE QUESTO!!! IL
PERFETTO SOLDATO DEL MALE!!! SONO DECINE DI VOLTE PIU' FORTE DI UN NORMALE
UOMO!!!"
Mi alzai in piedi, il
costume sul torace strappato, la spalla aperta con il sangue che si era quasi
completamente seccato*** , la testa in fiamme e
un truce sorriso che si era allargato sotto la maschera dai grandi occhi a
specchio.
"Imbecille! Ecco
cosa sei!!! Tu sarai anche decine di volte più forte... ma io sono cento volte
più forte di uomo!!! Il tuo olocausto è stato completamente inutile bastardo!
Come tutta la sofferenze che hai fatto patire alla gente di questa città...
stanotte però finisce tutto! Capolinea Batman o Manbat o qualsiasi sia il nome
del cazzo con cui vuoi farti chiamare! Vuoi vedere come agisce un predatore?!
Vuoi una lezione di come si macella una preda?! Vieni qui rottinculo figlio di
troia!!! Vieni qui succhiacazzi psicopatico e ti faccio vedere io cosa vuol
dire maciullare qualcuno!!!"
Stavo per spiccare un
balzo su di lui quando, improvvisamente, fu lui che si proiettò verso l'alto e
urlai vedendolo addosso alla donna che amavo. Le teneva il viso tra due lunghe
e affilate unghie e cominciò a leccarle una guancia.
"NEANCHE IO ME
LA CAVO MALE IN QUANTO A SQUARTAMENTI MIO CARO! SAPESSI QUANTI NE HO PRATICATI!
VUOI VEDERE?! EH?! TI FACCIO VEDERE COME APRO LA FACCIA A QUESTA BALDRACCA?!!
EH?! MAGARI LE PIACE! HA GUSTI PARTICOLARI LA NOSTRA SELINA E TU LO SAI!!!
ANCHE QUANDO ANDAVA A QUEL FOTTUTO COLLEGIO!!! AH SI, QUESTO MAGARI NON TE LO
HA DETTO!!! LA SADICA DIRETTRICE CHE LA
PUNIVA PER LE SUE AZIONI E LEI CHE IN SEGRETO SI INFRADICIAVA TRA LE COSCE
MENTRE ASPETTAVA DI ESSERE BATTUTA DI SANTA RAGIONE!!! AH CHE DONNA!!!! VUOI
VEDERE COME LE COLA LA FIGA MENTRE LE FACCIO IL SERVIZIETTO AL VISO!?!"
"Bastardo!!!
FIGLIO DI TROIA BASTARDO!!!! Vieni qui da me!!! Oh sai solo farti scudo con un
una donna indifesa eh?! Avanti!!! Vieni qui e poniamo fine a questo duello tra
me e te!!!"
Nonostante il cranio
fosse in fiamme e dietro la nuca sentissi martellare fu troppo tardi quando mi
accorsi che da alcune grate poste in terra ne era fuoriscito un gas verdognolo
che avevo in parte inalato.
I polmoni erano in
fiamme e quasi non ci vedevo più mentre mi ritolavo in terra in preda alle
convulsioni.
Vomitai
nella maschera facendo un macello e per evitare di morire soffocato dovetti
strapparmene un pezzo all'altezza della bocca lasciando cadere in terra una
pozza di materia limaciosa e gialla.
Calò su di me rapido e
spietato come la morte, colpendomi con le nocche dure la testa, la schiena, la
spalla ferita, il ventre.
Tre lunghi artigli in
cui terminavano le zampe posteriori mi lacerarono le carni sulla coscia
sinistra e fui sollevato e sbattuto in terra diverse volte mentre dalle bocca
stavolta stavo buttando sangue.
Mi inchiodò in terra,
accecato e con il corpo in gran parte insensibile al dolore.
Il suo alito fetido
era sulla mia faccia tumefatta e tagliata e lo sentivo mormorare una sorta di
litania, poi, come tornato in sé cominciò a parlarmi, ma stavolta con un tono
comprensivo, persino indulgente, come un adulto che sta riprendendo un bambino
senza però voler essere troppo duro.
"QUANTO
POTENZIALE SPRECATO AMICO MIO... FRATELLO MIO!!! ANCHE TU HAI PENSATO CHE FOSSI
SOLO UN BRUTALE PEZZO DI MERDA... ED INVECE COME HAI VISTO SONO UN PEZZO DI
MERDA FURBO!!! MI SONO DOCUMENTATO SU ALCUNI SCONTRI DI SPIDER MAN A NEW YORK,
SAI, NOI SIGNORI DEL CRIMINE ABBIAMO I NOSTRI CANALI PRIVILEGIATI. SICCOME TU
SEI IN TUTTO E PER TUTTO UGUALE A LUI BEH, HO CREDUTO CHE GLI STESSI METODI
AVREBBERO POTUTO FUNZIONARE SU DI TE. UNA PAIO DI VOLTE E' STATO STORDITO DA UN
GAS RICAVATO, PENSA UN PO', DA UN VELENO PENSATO PER ELIMINARE ALCUNE
FASTIDIOSE SPECIE DI ARACNIDI... NON E' SORPRENDENTE? HO CHIESTO UN PARERE AI
MIEI SCIENZIATI E LORO HANNO DETTO CHE POTEVA FUNZIONARE E COSI' GLI HO FATTO
PREPARARE L'ARMA CHE HAI POTUTO SPERIMENTARE... PRIMA DI TRUCIDARLI TRA ATROCI
SOFFERENZE OVVIAMENTE! CHE CI VUOI FARE? ERO AFFAMATO!!! CON QUESTO CORPO HO
SCOPERTO CHE UN SANDWICH NON BASTA PIU' COME SPUNTINO E DOVEVO PRENDERE
QUALCOSA DI SOSTANZIOSO!!!"
Tremavo tutto, come un
bimbo, un po' per il gas, un po' per la paura.
"Uccidimi
insopportabile stronzo! Fammi fuori... - biascicai quelle parole dopo essermi
leccato le labbra spaccate in più punti - basta che non ti senta più! Se però
pensi che mi ti metta a supplicare, hai completamente sbagliato!!!"
"OH SPIDER,
SPIDER! COME AVREBBE DETTO ALFRED DI HAPPY DAYS: GIA' GIA' GIA'...; A TE
PIACEVA HAPPY DAYS? IO LO ADORAVO! TU NON HAI CAPITO NIENTE VERO? CHE
TRISTEZZA! SEI CONVINTO CHE QUESTA FOSSE UNA LOTTA TRA IL BENE E IL MALE... TRA
LA LUCE E LA TENEBRA... QUANTO HAI SBAGLIATO! NON E' MAI STATO COSI'! DIO SE NE
E' ANDATO DA TEMPO DA QUESTO POSTO!!! E' SCAPPATO A GAMBE LEVATE E CON LA CODA
TRA LE GAMBE!!! QUI I PECCATI DEGLI UOMINI SONO STATI COSI' GRAVI DA RENDERE
IMPOSSIBILE OGNI REDENZIONE!!! MI SENTI?!?! NESSUNA REDENZIONE!!! NE' ORA NE'
TRA MILLE ANNI, NE' MAI!!! C'ERI MENTRE QUESTA GENTE SI DAVA AL CANNIBALISMO
DURANTE L'EPIDEMIA?! LI POTEVI VEDERE AVVENTARSI COME DEMONI SUI PIU' DEBOLI,
DONNE, VECCHI, BAMBINI, E MANGIARSELI VIVI? UN PEZZO DOPO L'ALTRO? C'ERI?!?
NO!!! E TU CREDEVI DI ESSERE ARRIVATO QUI PERCHE' ERA STATA UNA FORZA CELESTE A
MANDARTI PER SALVARLI TUTTI!?!!?
NON PUOI
SALVARLI!!! SONO DANNATI PER L'ETERNITA'!!! DA PRIMA DI TUTTE QUESTE PIAGHE!!!
E TUTTI QUELLI CHE SONO ARRIVATI DOPO SONO STATI ATTRATTI DAL LEZZO DI MARCIO
CHE VENIVA DAI SASSI E DALLE PIETRE DI GOTHAM CITY!!! ORMAI SIAMO IN UN POZZO,
UNA FERITA SANGUINOLENTA E INFETTA CHE SI ALLARGA, UN GIORNO DOPO L'ALTRO,
SEMPRE PIU' VORACE, SEMPRE PIU' FEROCE! E LUI CHIEDE SEMPRE NUOVE VITTIME,
SEMPRE!!! PERCHE' HA FAME AMICO MIO!!! OH, SAPESSI QUANTA NE HA! IO... LO SO
BENE..."
la sua voce si fece
triste all'improvviso, e quello che disse dopo lo disse con infinito strazio e
costernazione:
"L'HO SEMPRE
CONOSCIUTO, COME OGNI ABITANTE DI QUESTA CITTA' E COME TUTTI, HO SEMPRE FATTO
FINTA CHE NON CI FOSSE, FORSE PERCHE' NE AVEVO PAURA. MA LUI... LEI... E'
VENUTA DA ME UN GIORNO... PARLANDOMI, SUSSURRANDOMI, PRENDENDOMI ORA CON LA
FORZA ORA CON LA GENTILEZZA. QUANTO ERO PATETICO ALLORA, POCO MENO DI UNA
NULLITA' PIAGNUCOLANTE, CAPACE SOLO DI FARE QUALCHE FURTARELLO E QUALCHE
SCIPPO. MA TUTTO CAMBIO' QUANDO MI NOTO', UN GIORNO, DURANTE UNA RAPINA. ERO
NERVOSO SAI? IL PRIMO COLPO GROSSO DELLA MIA VITA O COSI' PENSAVO... PARTI' UN
COLPO PER SBAGLIO E BAM!!! UNA DONNA SI ACCASCIO' IN TERRA, COME UNA BAMBOLA DI
PEZZA, E DAPPERTUTTO PEZZI DI CRANIO E CERVELLO E IL SANGUE CHE SI ALLARGAVA
COME UNA MACCHIA D'OLIO SUL PAVIMENTO DI MARMO DI QUELLA VECCHIA BANCA. LA
BAMBINA URLAVA, URLAVA, SINGHIOZZANDO COME UNA SCIMMIETTA NEVROTICA, GRIDANDO:
MAMMA!!! MAMMA!!! CHE STRAZIO!!! AVRESTI DOVUTO ESSERCI!!! E ALLORA... ALLORA
L'HO FATTO. PARLO DEL GRANDE SALTO! LA ZOCCOLA L'AVEVO ACCOPPATA PER SBAGLIO...
PER ERRORE... MA NELLA VITA SI DEVE ESSERE PRONTI A COGLIERE AL VOLO OGNI
OPPORTUNITA' PER DARE UNA SVOLTA E COSI' BAM!!! ADDIO PICCOLETTA. POI BAM!!!
ADDIO SOCIO CHE ERA RIMASTO IMPIETRITO A GUARDARE LA SCENETTA. LEI VENNE DA ME
QUELLA NOTTE SPIDER... SCIVOLO' TRA LE TENEBRE, INSINUANDOSI A FORZA TRA LE
PIEGHE DELLA MIA COSCENZA MENTRE ME NE STAVO BUTTATO SU QUEL SUDICIO LETTO, IN
QUEL MOTEL DA QUATTRO SOLDI, COMPLETAMENTE UBRIACO, SPORCO DI URINA E VOMITO.
ALL'INIZIO FU UNA SPECIE DI SELVAGGIA VIOLENZA CARNALE... POI FU COSI' DOLCE...
COSI' DELICATA... NON MI ERA MAI SUCCESSO PRIMA MA... CREDO DI ESSERMI
INNAMORATO ALLA PRIMA BOTTA! UN VERO COLPO DI FULMINE! ALLORA FECI DI TUTTO PER
COMPIACERLA... PER AVERE ANCORA I SUOI BACI E I SUOI ABBRACCI... PER VIVERE
ANCORA QUEI MOMENTI DI LASCIVIA E PERVERSIONE... NULLA ERA TROPPO PER ME...
NULLA! CI FURONO ALCUNI CHE TENTARONO DI METTERSI TRA NOI SAI?"
"Joe...
Cappuccetto Rosso...?"
la risposta era venuta
rapida e spontanea alla mia mente e cominciai a provare un senso d'angoscia
soffocante mentre capivo, mentre realizzavo quello che avevo sempre saputo e
che avevo rifiutato.
"LUI. TUTTI
GLI ALTRI RIVALI CHE MINAVANO LA MIA BELLA STORIA D'AMORE. PER UN PERIODO, UN
LUNGO PERIODO, E' ANDATO TUTTO BENE. MA POI SEI ARRIVATO TU... CAPISCI? TU!!!
ERI CONVINTO DI ESSERE IL CAMPIONE DEL BENE!!! POVERETTO!!! TI HA MESSO SUBITO
GLI OCCHI ADDOSSO LA SGUALDRINELLA!!! NON APPENA VARCATI I CONFINI DELLA NOSTRA
CITTA'! QUELLA CITTA' CHE HO MESSO AI SUOI PIEDI CON
TANTA FATICA E TANTA DEDIZIONE! QUANDO LE CHIEDEVO, PERCHE' AVEVO CAPITO CHE
ERA ARRIVATO QUALCUNO, SE ERO ANCORA IO IL SUO UNICO E DOLCE PECCATORE,
IL SUO IMPAREGIABILE PRINCIPE DEL MALE, IL SUO RE DELLE TENEBRE, MI RISPONDEVA
DI NON PREOCCUPARMI, CHE NON DOVEVO ESSERE SCIOCCO E GELOSO. CHE C'ERO SOLO
IO!!! MA LEI MENTIVA! CAPISCI?! COSI' E' VENUTA DA TE QUELLA SERA, AD ARCHAM,
CAREZZANDOTI, SUSSURRANDOTI... COME AVEVA FATTO CON ME! E QUANDO L'HAI
RIFIUTATA TI HA TROVATO ANCORA PIU' IRRESISTIBILE!!! AVREI VOLUTO UCCIDERTI!!!
NO, PEGGIO!!! AVREI VOLUTO DARTI UN DOLORE INFINITO!!! INVECE LEI MI CHIESE DI
PRENDERTI COME MIO APPRENDISTA! MI DISSE CHE AVREMMO POTUTO ESSERE FRATELLI E
CHE IL SUO AMORE PER NOI SAREBBE STATO PARI! AVREMMO REGNATO INSIEME PER
SEMPRE, SU DI UN TRONO DI AMARE LACRIME E DISPERATE URLA! MENZOGNE. MA NON ME
LA PRENDO CON LEI. SO COM'E' FATTA. SO ANCHE CHE CI PUO' ESSERE UN SOLO SIGNORE
DEL MALE QUI... E TU LA TUA OCCASIONE L'HAI PERSA... ED ORA... MIA CARA, VIENI,
VIENI A ME! LASCIA CHE TI OFFRA IL TUO AMATO IN SACRIFICIO A CHE IL NOSTRO
PATTO SIA NUOVAMENTE SUGGELLATO!"
L'aria si levò in un
gelido turbine tutto intorno al costone, una specie di oscura nube che si
condensava sempre più, formando ora qua ora la, dei volti, espressioni
sfuggenti e divertite, accigliate, doloranti, rabbiose... la potevo sentire e
provai vergogna e schifo per essere stato l'oggetto del desiderio di quella
nauseante creatura, qualunque cosa fosse e da qualunque inferno fosse stata
vomitata.
"Il bambino...
lui... era lui il cavaliere del bene... la speranza... lui... non io... lo
sapevi e... lo temevi e... quando hai avuto l'occasione... l'hai
eliminato..."
"DI CHE COSA
PARLI? COSA VAI BLATERANDO?! SEI IMPAZZITO?! FAI BENE! RIFUGIATI NELLA DEMENZA
PERCHE' QUELLO CHE SUBIRAI ORA..."
"Eheheh.... non
sto parlando con te, stronzo... ma con la tua signora..."
sfoderai un ghigno beffardo e crudele almeno quanto il suo:
"... la tua
signora che ha fatto i conti senza... senza l'oste..."
"ZITTO!!! COME
OSI PARLARLE COSI'?!?!?!"
Strinse leggermente
gli artigli sulle mie tempie, bucando la pelle e toccando l'osso. Mi contorsi
leggermente, ancora troppo intontito dal gas per fare qualsiasi cosa.
Poi, quando ogni
speranza sembrava persa, lui si girò di scatto, udendo la sua amata urlare in
preda allo scorno e alla paura.
Lui, il piccolo, era
li, con noi, su quella roccia che si ergeva dal buio della terra, e guardava la
cosa, terrorizzandola.
Si voltò, e prima posò
lo sguardo sull'avatarr del male, che appariva confuso e poi su di me, sorridendomi.
Selina, che era riuscita a liberarsi e si era calata giù,
aveva approfittato della sua distrazione per colpirlo sul capo.
La roccia che aveva
usato si frantumo e lui schizzò sangue dappertutto. La colpì con un man
rovescio e lei girò su sé stessa finendo a faccia in avanti.
L'adrenalina percore
il mio corpo, liberando le forze residue che il veleno aveva bloccato, e
allora...
ROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Strinsi
spasmodicamente il lungo orecchio appuntito che gli avevo strappato di netto
mentre lui si era portato una mano sulla ferita sanguinante e dopo averlo
gettato in terra, gli afferrai la gola, stringendo, e lo spinsi a forza contro
il trono che andò in frantumi. Non so cosa fosse stato più forte: il rumore
della dura pietra nera che si rompeva o quello delle ossa che si trasformavano
in tante schegge dentro la carne, lacerandola ovunque.
Gli artigli dei piedi strusciavano a terra mandando scintille e spezzandosi e
sentii il vento oscuro che tentava di fermarmi, formando invisibili barriera
tra me e l'abisso. Ma ero troppo furibondo, troppo fuori di me, ormai il corpo
pompava adrenalina con un intensità tale che sapevo non sarei sopravvissuto
ancora a lungo a me stesso. Lo colpii al volto, trasformandolo in una poltiglia
informe, facendogli schizzare gli occhi dalle orbite. Poi lo morsi... alla
gola, stracciando le carni, mentre fiotti scarlatti e caldi mi colpivano il
volto. Lanciai un suono selvaggio dalla gola! Un grido di selvaggia
gioia che l'Essere accolse con grande gioia. Irruppe dentro di me come il mare
che riempie una piccola caverna, distruggendo tutto quello che trovava sul suo
passaggio. Lanciai il corpo straziato di Batman contro la lontana parete, con
una forza persino superiore a quella che avevo normalmente. Ridevo, libero
dall'opprimente senso della morale, di nuovo Kaine, anzi, ancora più Kaine di
quanto non fossi mai stato.
Selina piangeva,
urlando il mio nome, ma io la sentivo a mala pena. Gordon e Dick erano entrati
nella sala assistendo increduli a quello che stava succedendo. Sapevo che
dovevo ucciderli, farli soffrire, nutrirmi del loro dolore e delle loro carni.
Lo stomaco bruciava
per quella fame... l'anima oscura che mi si era insinuava dentro era bramosa...
SEMPRE
INSIEME, OH MIO NUOVO AMORE! SEMPRE INSIEME IO E TE! SEMPRE INSIEME L'ANTICO, E
IL NUOVO CHE TANTO HO BRAMATO NELLO SCORRERE DEL TEMPO! SEMPRE...
NEI TUOI SOGNI!!!
PUTTANA!!! le urlai con tutto il mio odio.
Urlò. Un suono che non
era un suono. La rappresentazione della frustrazione e della paura. Non capì se
non quando fu troppo tardi.
Passarono sei mesi.
Era una giornata di
dolce tepore primaverile quando uscii a fare una passeggiata dopo mesi di coma.
Peter era venuto a Bludhaven a trovarmi diverse volte ed era li quando aprii
gli occhi. C'era anche mia nipote, che sorrideva contenta vedendo lo zio
svegliarsi. E c'era anche lei. Aveva cambiato l'acconciatura dei capelli. Li
aveva un po' tagliati e pareggiati ma stavano ugualmente bene.
Gordon l'aveva fatta
passare per morta, falsificando l'identificazione di un corpo e cosi', Selina
Kyle, alias Catwoman, era passata a miglior vita ed ora avevo davanti Selenia
Kirkland, 26 anni, nata a Utica, Stato di New York, arrivata a Gotham come
apprendista giornalista al Gazette.
Era bello vederla
ridere, mentre le lacrime rigavano il suo volto illuminato dai raggi di un
luminoso sole dorato.
C'era ancora qualche
segno ma presto, anche quelli, sarebbero andati via.
Camminavo
appoggiandomi alle stampelle, per il giardino di Hubert Ville, la residenza di
Knight Owl, vecchio compagno di squadra di Pete che si era generosamente
offerto di ospitarmi durante il periodo della mia degenza.
C'era un buon profumo
di giazzie, glicini e magnolie. Ovunque fiori e
piante, tutto ben curato ed ordinato. Ci sedemmo su di una panchina di pietra e
presi un pezzo di pane che sbriciolai, lanciando le briciole ai grandi pesci rossi
che nuotavano spensierati nella grande fontana di forma circolare che stava
poco distante da noi.
"Quel panino lo
dovresti mangiare! Hai bisogno di rimetterti in forze, non ricordi che ti ha
detto il dottore?"
"Oh... Maine sarà
pure il migliore dei maghi... ma è troppo apprensivo come medico."
Sorrisi, non senza
avvertire un po' di dolori al viso. Alcune cicatrici non sarebbero mai andate
via... specie quelle che mi portavo dentro. Tuttavia in quel momento mi sentivo
al sicuro, mentre una tenue brezza mi sfiorava gentilmente, e con Selina al mio
fianco.
"Ti è dispiaciuto
cambiare nome?"
"No. Non più di
tanto almeno. E' stato un po' come... cambiare pelle."
"Capisco."
"A te
piace?"
"A me piaci
tu."
Lei rise.
"Non ti facevo
tipo da queste smancerie!"
mi schernì ed io,
stando al gioco, mi finsi offeso:
"Smancerie?
Accidenti! Chi ti capisce è bravo... è dire che volevo quasi..."
"Volevi
quasi?"
chiese impaziente di
sentire la risposta.
"... chiederti se
ti andava di uscire con me."
"Signor
Fitzpatrick! Mi stai chiedendo di diventare la tua ragazza?"
"Certo signorina
Kirkland!"
sentire di nuovo le
sue labbra calde e morbide premute contro le mie fu bellissimo.
Gotham era ancora in
situazione critica ma, la fine di quell'orrore, le aveva dato una chace di
salvezza e, finalmente, i lavori di ricostruzione stavano davvero iniziando. Il
Pretore era stato indagato grazie all'articolo che il Gotham Gazette aveva
pubblicato e il suo posto era stato preso da un ex appartenente a Force One,
Sam Wilson. I doogies erano stati sciolti e, quanti non erano indagati per
corruzione, erano entrati in forza alla polizia ordinaria sotto il comando di
Gordon e del suo vice, Grayson che aveva ufficialmente appeso al chiodo i suoi
panni di Claws. Ci eravamo rivisti poco dopo il mio risveglio... ormai
conoscevamo la mia faccia e la mia identità segreta ma non mi avrebbero mai
tradito. Di loro mi fidavo più che di me stesso. Uscivamo insieme delle volte,
come un terzetto di vecchi amici che si ritrovava allegramente per chiacchierare
del più e del meno... e questo mi faceva davvero piacere.
Cosa era successo
quella notte? Non glielo avevo mai spiegato. Neanche a Selina. Maine credo che
avesse capito ma preferivo non parlarne mai. Solo a Peter gli confessai, molto
tempo dopo, la verità.
Era tutto un trucco
organizzato da quella cosa. Si era stancata di quel perverso disgraziato che
aveva corrotto. Lo aveva spremuto come un limone e ormai non poteva dargli più
niente. Tutti i candidati ideali erano stati preventivamente eliminati dal
bastardo che in questo si era dimostrato piuttosto furbo... tutti tranne me
ovviamente. Era stata lei a suggerirgli di trasformarsi in quel mostro
pipistrello, ed era stata lei a scatenare il combattimento. Sperava che avrei
liberato il mio lato oscuro e così era stato... l'avevo lasciata entrare dentro
di me... fino a toccare i più oscuri recessi della mia mente.
Contavo sull'aiuto del
piccolo Bruce. Sapevo che lui poteva esorcizzarla fintanto fosse stata in un
corpo in cui c'era ancora un barlume di speranza. Così alla fine, il vero
campione del bene, aveva compiuto il dovere che lei aveva pensato di impedirgli
di compiere uccidendolo. L'aveva fatto attraverso le stesse tenebre di cui era
composta... attraverso me.
Da allora non era più
comparso. Sapevo che stava bene. Seppi anche che Alfred era morto il mattino
seguente quella storia. Morto nel sonno, per cause naturali, nessuna
sofferenza. Sorrisi quando me lo dissero, sapendo che finalmente era insieme ai
suoi amati amici e al piccolo.
Provavo sempre un
brivido nella schiena pensando al rischio che avevo corso... se il mostro aveva
fatto di un delinquentello da due soldi come Jason Todd quel demone... cosa
avrebbe potuto fare con me?
Ma questo è solo uno
dei tanti se... uno dei tanti altri mondi che avrebbero potuto essere... non la
realtà.
Mi ero dimesso dal mio
incarico dal Gazette, con grande dispiacere di Farrel, che non fece mai domande
su quanto mi era successo, e con grande gioia della Vikernes.
Anche io provai un
gran divertimento quando scoprii che non faceva altro che litigare con la nuova
collega: Selenia Kirkland.
Ottenni, dopo un
annetto, un posto da insegnante alla Thomas Wayne School e scoprii che
insegnare scienze e biologia era qualcosa che mi piaceva molto. Specie grazie
ai miei studenti tra cui il migliore era senza dubbio Tim.
Correvamo saltando da
un tetto all'altro. Eravamo passati dai grattaceli del New Finantial District
di Gotham alla città vecchia in pochi minuti. Non avevo bisogno di girarmi per
sapere che mi stava dietro. Sorrisi soddisfatto perché anche con la mia agilità
sovraumana riusciva sempre a starmi dietro. Si impegnava moltissimo e faceva di
tutto per essere all'altezza del costume che gli avevo dato. Del resto sapevo
che tenermelo vicino era l'unico modo per evitare che finisse nei guai... e
comunque il ragazzo non era male. Dick mi aveva dato una grossa mano
nell'addestrarlo e ormai si vedevano i frutti.
Anche se non c'era più
la cosa e il suo avatarr, il male a Gotham non era stato completamente
sradicato. Effettivamente era impossibile farlo, fintanto che avesse trovato
rifugio nel cuore degli uomini.
Effettivamente avere
un aiutante non era male, rendeva meno pesante quel mio lavoro. Ogni tanto
Catwoman e il misterioso Rapax si univano a noi, ma la maggior parte delle
volte eravamo noi due.
Spider kid era troppo
infantile come nome ed ero sicuro che Benji sarebbe stato fiero che il nome di
Scarlet Spider fosse portato da un ragazzo così coraggioso e buono.
Quando Bruce entrò
dentro di me, dopo aver disgregato Lei condannandola ad un eterno oblio,
carezzò la mia anima martoriata, un attimo prima di scomparire nella pace che
tutti dovremmo avere una volta morti. Quell'attimo durò diverso tempo nella mia
mente e allora gli chiesi:
Perché io? Avresti
potuto scegliere qualcuno più forte di me, più saldo nell'animo.
Sorrise, dolcemente,
mentre mi abbracciava e con una voce infantile e gentile rispose:
Perché ho sempre amato
gli eroi vestiti di nero.
Fine...
?
Dedicato
al super visore e a tutti i ragazzi dei due siti.
Grazie
a Rosso, a cui dedico le note infondo :) Grazie per l'alacre lavoro ( Questo di
termine lo hai o no sul tuo vocabolario? ;) ), per avermi sopportato tutti
questi mesi. Spero mi sopporterai ancora in futuro.
Grazie per l'incoraggiamento che mi avete dato durante questo mio anno di lavoro. Per aver sopportato tutte le mie dimenticanze, gli assurdi errori, i colpi di testa e le mattate.
Mi è stato sempre detto di scrivere in primis per me stesso, perché l'importante è che a divertirmi sia sopratutto io.
E' vero... ma è ancora più divertente sapere di scrivere per persone che amano davvero il mondo dei comics e apprezzano il tuo lavoro.
Forse questi racconti non arriveranno mai oltre le pagine di queste fan fiction... ma poco importa... non saprei immaginare una più gloriosa collocazione!
Un saluto a tutti quanti voi e... alle prossime storie!
*: IL TERMINE ANCESTORI
INDICA I NOSTRI ANTENATI, ANCHE SE DESUETO NON è SCORRETTO. LA SUA ORIGINE è LA
STESSA DELLA PAROLA ANCESTRALE = AGG. ATAVICO, PRIMORDIALE; NELLA LINGUA
INGLESE, QUESTO TERMINE CHE SE NON
RICORDO MALE DOVREBBE AVERE ORIGINE LATINA (ANCHE SE SU "IL"
NON NE HO TROVATO TRACCIA. QUESTO NON IMPLICA CHE IL TERMINE NON ESISTA, DEL
RESTO A) NON HO TROVATO TRACCIA
DELL'AGG ANCESTRALE NELLA PARTE ITALIANO - LATINO B) MOLTI TERMINI DESUETI NON
SONO PIù INDICATI NEI NOSTRI VOCABOLARI, DE AGOSTINI COMPRESO. QUESTO VALE
ANCHE PER MOLTE ESPRESSIONI CHE SONO CADUTE IN DISUSO, AD ESEMPIO, ALLA VOCE POICHé
= CONG UN TEMPO SAREBBE STATO INDICATO CHE DOVEVA ESSERE PRECEDUTO DALLA PAROLA
POICHé. NEI BEI TEMPI ANDATI SI SAREBBE DOVUTO SCRIVERE E DIRE, GIACCHé POICHé
PER ESSERE CORRETTI.), HA UN SUO EQUIVALENTE, OVVERO LA PAROLA ANCESTOR.
TUTTA QUESTA PIPPA ATROCE, CHE SPERO VI SIATE DEGNATI DI LEGGERE, è
PER SPIEGARE COME MAI NEL DIZIONARIO DI QUALCUNO LA PAROLA MANCHI.
**: KAINE DOVREBBE ESSERE DI FORMAZIONE PROETESTANTE E NON
CAPISCO PERCHé IL SUO MODO DI PARLARE DOVREBBE INDICARE QUALCOSA DI DIVERSO. TENIAMO
ANCHE CONTO DEL FATTO CHE IN QUESTO UNIVERSO PARALLELO POTREBBE AVER CAMBIATO
RELIGIONE ED ESSER DIVENTATO CATTOLICO.
***:PER SAPERE COME MAI IL SANGUE DI KAINE SI SIA COAGULATO COSì
VELOCEMENTE, CONTINUATE A SEGUIRE U.R. E RAGNO NERO... E QUI MI SPOILERO UN
PO'.
Yuri N. A. Lucia
per commenti, invettive, spedizioni punitive, informazioni e ciance varie:
Spider_man2332@yahoo.it
Green_Lantern832@yahoo.it
Loky_Lolth@hotmail.com