#24 - IMPATTO! /3: DESTINI

by Pablo

 

La situazione era diventata insostenibile: centinaia di uccelli, dai più innocui canarini ai più feroci rapaci si scagliarono con furia impensabile contro Capitan America, sotto lo sguardo della loro guida, Sam Wilson, conosciuto come Falcon.
- Ti farò cavare gli occhi dai condor, bastardo! - sibilò quest'ultimo , mentre Cap, lanciando fendenti col suo scudo, che i nanoidi avevano mutato in una sorta di randello, colpendone alcuni, ma finendo inevitabilmente beccato da altri, che dapprima scalfirono il suo costume, per poi penetrare dentro la pelle, aprendo squarci sempre più ampi.
Cap fece un balzo all'indietro, uscendo dal nugolo di volatili, e saltando su una macchina.
- Fury... - invocò tramite le sue nanoniche neurali.
- Vedo tutto, ma non possiamo aiutarti molto, abbiamo tutte le divisioni impegnate nel prevenire atti di vandalismo e a proteggere i centri del potere democratico.
- Qui ci lascio le penne se non mi trovate una soluzione.
L'attenzione di Fury fu attirata da un suo collaboratore che gli mostrò dei dati presenti su un display, facendolo sorridere.
- Ascolta Patriota, ho una buona notizia per te.

Sharon Carter e l'uomo che si faceva chiamare Black Knight rimasero fermi uno di fronte all'altro.
- Darth Vader dei poveri, eh? - replicò stizzito l'uomo, facendo roteare la lama laser – Preparati, che di te rimarrà solo uno spezzatino.
Affondò il colpo ma Sharon era comunque più rapida di lui, e riuscì a schivare l'ennesimo attacco, ma questa volta Black Knight fu più astuto e roteò la lama giusto in tempo per colpire di striscio Sharon ad una coscia. La ragazza urlò per il dolore, mentre una leggera puzza di carne bruciata aleggiava nell'aria, e cadde a terra, stringendosi la coscia ferita.
- Eh! Eh! - ridacchiò il suo avversario, venendole incontro – Ora ho come il presentimento che infilzerò il tuo cuoricino con la mia arma.

Iron Man fece una rapida inversione ad U a pochi centimetri dal suolo, ripartendo verso l'alto e puntando verso War Machine.
- Non ti sei ancora stancato dei colpi ricevuti? - chiese quest'ultimo, sparandogli una seconda raffica di colpi, che colpirono in pieno volto l'automa guidato da Tony Stark.
Ma questi si era preparato, e riuscì ad assorbire l'impatto neurale.
- Come vedi, sono bravo ad adattarmi! - rispose Tony, afferrando e spingendo via il suo avversario fuori dal centro abitato.
- Cosa credi di fare, stupido? - chiese l'avversario, mentre cercava di dimenarsi dalla presa di Iron Man.
- Darti una lezione coi fiocchi!
Raffiche di mitraglietta partirono da War Machine, colpendo ripetutamente e a distanza ravvicinata Iron Man, causandogli discreti danni strutturali.
- Per quanto credi di poter resistere, prima di esplodere?
Tony strinse i denti.
“Maledizione a me e a quando ho pensato che Michael aveva ragione!” pensò.

Random si avvicinò alle macerie che avevano sepolto USAgent, con un sorriso di vittoria stampato sul volto.
- Un altro maledetto americano nemico dei mutanti fatto fuori. - disse soddisfatto – Ma voglio essere sicuro che nemmeno un alito di vita è rimasto in quel pezzo di merda.
Cominciò a sollevare le macerie, quando improvvisamente sul naso si ritrovò poggiata la canna di una pistola.
- Ok, amico! Sarò un pezzo di merda, ma sono ancora vivo, e se non vuoi finire con la testa sparsa per l'asfalto ti consiglio di non fare scherzi con i tuoi cromosomi. - gli disse, con un sorrido perfido Jack.

Hawkeye e Vedova Nera staccarono le loro bocche.
- Sai che è assurda questa situazione? - ammise il primo.
- Perchè? Da buona spia, so che l'amore e la guerra vanno spesso a letto.
Scosse il capo l'arciere.
- Siamo su due fronti diversi, e lo sai. Non è la prima missione che faccio per Painer, e non sarà l'ultima.
- Lavori per Painer?
Hawkeye la fissò.
- Non dirmi che non lo sapevi.
- Non sono tenuta a sapere contro chi combatto, e dovresti saperlo. E ti dirò di più, non m'interessa per niente.
Hawkeye si allontanò, puntando il suo sguardo dove si erano riuniti tutti gli uccelli.
- E cosa vuoi fare adesso?
Natasha sorrise.
- Ucciderti, catturarti o lasciarti andare. E nessuna di queste opzioni mi piace.
- Cioè? - gli chiese Hawkeye con uno sguardo interrogativo.
- Avrei preferito non incontrarti mai come avversario.
I due si fissarono e sorrisero.
- Non hai proposte interessanti da farmi, oltre quel bacio, - proseguì la spia – quindi sparisci... e augurati che non ti ritrovi più sui miei passi... mi dispiacerebbe molto.
Hawkeye entrò nel camion e lo mise in moto, poi affacciò.
- Anche a me, sappilo. Anche a me dispiacerebbe.
E partì, allontanandosi.

Sul nervo ottico di Tony Stark si accavallarono migliaia di impulsi che segnalavano quanto la situazione stesse per diventare drammatica per il suo alter ego metallico, e quanto di questo si sarebbe ripercosso su di lui.
Fece piroettare Iron Man, passando sotto il suo avversario metallico e allontanandosi verso l'Oceano Pacifico.
- Non crederai di potermi sfuggire, vero? - chiese War Machine, lanciandosi al suo inseguimento.
Tony non pensava di potergli sfuggire, non a lungo almeno, ma sperava di poter prendere tempo e riuscire ad uscirne vivo e vegeto da questa situazione, e nel contempo dava la possibilità ai sistemi di diagnosi e riparazione di risistemare quanti più danni possibili.
- Non ti sto sfuggendo, - bluffò – sto solo portando la sfida su un campo a me più congeniale.
Questa affermazione incuriosì e preoccupò l'alter ego di War Machine, ma forte del suo armamentario decise di proseguire l'inseguimento, disattendendo la missione principale.

- Quale buona notizia? - chiese Steve a Fury.
- I nostri satelliti di rilevazione mutante stanno facendo un ottimo lavoro a Washington D.C., Patriota. - rispose Fury, mentre Cap cercava di evitare gli assalti di due condor – Pare che tutto questo casino hitchcockiano sia stato generato dall'uomo che hai difronte.
- Da Wilson? - rispose Cap, mentre con lo scudo tagliava in due un falcone.
- Si, dalla sua area partono centinaia di onde ELF, che pare controllino i centri nervosi degli uccelli.
- Quindi devo...
- ...ucciderlo, si!
Cap si fermò, si alzò in piedi e fissò dritto negli occhi il suo avversario.
- Ti devo raccontare una storia!

Tony rimase in silenzio, osservò i dati telemetrici suoi e del suo avversario, poi fissò le interfacce di connessione delle armi, e sorrise.
Con un solo impulso neurale ordinò ad Iron Man di fermarsi di colpo. Stava volando ad oltre 200 km/h, e questo comando gli permise di fermarsi nell'arco di poco più di 200 metri. Confidò che questa recente aggiunta fatta al suo cyborg, basata sulla connessione ai punti magnetici della Terra, non fosse presente sul suo avversario, e i fatti gli diedero ragione: War Machine impiegò oltre 3 km per fermarsi, finendo dritto nelle braccia di Iron Man, che con un preciso pugno gli spaccò i servo motori dell'avambraccio destro.
Gli impulsi stordirono il suo alter ego, che rimase per qualche istante confuso dal feedback neuronale. In quegli attimi Iron Man gli staccò di netto l'arma agganciata sul braccio destro, portando con se i connettori. Poi staccò la placca che proteggeva il suo braccio e vi collegò le prese, che altro non erano che versioni avanzate della più semplice porta USB.
Infine puntò l'arma verso la testa di War Machine.
- 'Fanculo Michael Moore!
Sparò.

- Ti devo raccontare una storia!
- Non m'interessa! - rispose Wilson.
Fra i due c'erano circa 150 metri e un nugolo di uccelli.
Cap cominciò a correre verso di lui.
- Hai un nome importante, ti chiami Sam Wilson. - disse mentre con lo scudo squarciava i petti di numerosi pennuti. - Sai chi era Sam Wilson? Era un fornitore dell'esercito americano dell'800, che per indicare che i suoi sacchi erano diretti ai soldati ci stampava sopra U.S., tanto che alla fine tutti quanti dicevano che quei sacchi venivano da uncle Sam. Capisci? Porti il nome del simbolo del patriottismo americano, eppure mi fai così schifo che per te vedo una sola scelta... - Wilson indietreggiò, spaventato dall'incedere di Capitan America, giunto ormai a meno di 10 metri da lui. - ...questa! - lanciò lo scudo. I nanoidi che lo componevano, sotto un chiaro impulso mentale di Steve Rogers, affilarono ulteriormente il bordo dello scudo, e alla fine questi tranciò di netto la testa di Wilson, per poi tornare nelle mani del suo proprietario.
In quel momento tutti gli uccelli caddero a terra, in preda a spasmi, poi a poco a poco si alzarono e ripresero il volo.

Sharon era a terra, immobile. Fissò Black Knight con uno sguardo duro, di chi è pronta a morire, senza paura. Il suo avversario ridacchiava mentre sollevava la sua arma, pronta a trafiggerla, quando un colpo di pistola attraversò la mano che impugnava la spada facendola cadere.
Black Knight si girò per vedere chi gli aveva sparato.
- T-tu?! - esclamò stupito, prima che un altro colpo gli attraversasse il volto, uccidendolo.
Sharon fissò il suo salvatore: era un uomo anziano, di circa 60 anni, anche la sensazione era che fosse più vecchio; e inoltre c'era qualcos'altro che non le quadrava, qualcosa in lui di familiare, che non riusciva a percepire e la disturbava.
- Ti ho salvato la vita, Sharon, spero che tu te ne ricorderai quando sarà il momento.
Sharon si alzò e fissò intensamente il vecchio.
- Tu... sei Painer?
L'uomo si allontanò lentamente, puntando la pistola verso la ragazza.
- Oramai il mio piano è fallito, devo andare via.
- Fermati!
Painer sorrise.
- La spada di Black Knight, oltre a ferire, manda in corto circuito il sistema nervoso, quindi puoi fare ben poco per fermarmi. Inoltre, mi costringeresti a fare qualcosa che non voglio, quindi... stai buona mia cara!
Sharon si accasciò, incapace di muovere alcun passo.
- Fer...mati!
Ma Painer era svanito.

Note: finisce così la prima stagione di Extreme Capitan America. Finisce con un pò di morte (Falcon e Black Knight sicuri, su l'ater ego di War Machine non ne sappiamo nulla), con un pò di mistero (chi è Painer in realtà?), con una strana love story (Hawkeye - Vedova Nera) e con le basi per gli Extreme Avengers. Ci saranno? Non ci saranno? Lo saprete presto, fidatevi.