Annual 2003
IL VIALE DEI RICORDI
Di Carlo Monni
Con sincera
ammirazione per l’opera di:
1.
Mentre
percorre il viale d’accesso alla Midtown High School a Queens, New York, la sua
vecchia scuola, Peter Parker non può fare a meno di ritornare indietro con la
memoria a tempi ormai lontani,
Davvero
sono passati dieci anni? Dieci anni da quando ha preso il diploma? È quasi
incredibile a pensarci, in fondo non si è mai sentito così vecchio, anche se,
tutto sommato, gli sono capitate tante cose da quando quel ragno radioattivo lo
morse, che, a volte, gli sembra che di anni ne siano passati 40 da
quell’avvenimento. Scuote il capo, come per scacciare quel fastidioso pensiero
e, preso coraggio, entra. Un breve percorso per corridoi un tempo molto
familiari, gli stessi in cui aveva camminato un timido ragazzino occhialuto, un
ragazzo magro, quasi ossuto, non certo il fisico adatto ad attirare le ragazze,
che preferivano gente meno cerebrale come Flash Thompson. Altri tempi, si dice
Peter e la sua mente torna a quando ha ricevuto l’invito…
… Aveva
aperto la busta ed esclamato:
Questa poi!-
-Che c’è caro?- gli aveva chiesto sua
moglie, la sempre splendida Mary Jane Watson
-Un invito a partecipare ad un
raduno di studenti della Midtown High School per venerdì prossimo, per
festeggiare l’anniversario del diploma.-
-Splendido. Ci andrai?-
-Mah non so se sarebbe una buona
idea dopotutto. Perché rivangare il passato?-
-Ci andrai.- replicò Mary Jane con
un sorriso –Non resisterai alla tentazione ci scommetto.
-Tu verrai con me?-
-Oh no! Io non frequentavo quella
scuola, ricordi? Ed in queste rimpatriate, è sempre meglio lasciar fuori mogli,
mariti, figli e quant’altro. Vacci e divertiti!-
Questo
accadeva al mattino. Più tardi, durante la pausa pranzo all’Università, il
nostro professore e ricercatore stava cercando di favorire la digestione del
non propriamente eccelso cibo della mensa universitaria (una cosa che non era
certo cambiata dai suoi giorni di studente era proprio la qualità del cibo)
volteggiando nei panni dell’Uomo Ragno, quando, passando sopra la Clinica
Universitaria, gli capitò di vedere qualcuno che non vedeva da tempo, sempre
che i suoi occhi non l’ingannassero. Scese subito ad accertarmene:
-Ehilà, colonnello, come butta?-
Gli
occhi d’acciaio di John Jameson si puntarono su di lui, mentre rispondeva:
-Salve Uomo Ragno, vedo che sei
sempre in forma.-
-Lo stesso potrei dire di te.-
replicò l'Uomo Ragno -Mi sono chiesto spesso cosa ti fosse accaduto dopo la tua
scomparsa assieme a quel drago.-[1]
-Troppe cose per potertene parlare
nel poco tempo che mi rimane da passare qui sulla Terra.-[2]
-Quindi sei solo di passaggio, eh?
Ma cosa ti ha riportato qui, allora, e perché proprio alla clinica?-
-Hai il diritto di saperlo, si
tratta di Morbius.-
Jameson
raccontò a Peter gli eventi che avevano condotto al suo recente scontro con
Michael Morbius, il Vampiro Vivente ed alla sua cura dalla maledizione dei
naniti, che infestavano lo stesso ex colonnello dell’U.S.A.F.[3]
e concluse, dicendo: -…e così ho lasciato Morbius ai medici, sperando che
stavolta sia guarito per sempre dalla sua maledizione.-
-Uhm lo spero anch’io…-commentò
l’Uomo Ragno -…ma le passate esperienze mi lasciano alquanto scettico al
riguardo. Ad ogni modo, questo spiega molte cose, a parte: dove hai messo il
tuo bel costumino.-
Jameson
sorrise e rispose.
-È sempre qui, sto solo usando il
potere della Godstone per celare il mio aspetto, ma con te non è il caso,
vero?- immediatamente, l’uomo in semplici vestiti casual fu rimpiazzato dalla
figura di un uomo-lupo dal pelo bianco dai riflessi azzurrini, vestito di
un’armatura smeraldo e oro con un largo spacco che andava dal collo alla cintura.
Alle braccia, portava bracciali dorati con una lama dorsale; alle gambe,
stivali verdi a larghe falde, che lasciavano scoperte le punte dei piedi, da
dietro, spuntava una folta coda.. –Ho immaginato che la vista di un lupo
antropomorfo avrebbe causato del panico non richiesto in ospedale.- terminò di
dire.
-Wow, hai di certo imparato come
si impressiona la gente e sei diventato più fiducioso in te stesso e nel tuo
potere, vedo.-
-In effetti, come ho detto prima,
non sono più lo stesso uomo che è partito da qui qualche mese fa.Ora scusami,
devo andare, affari urgenti mi attendono… ma prima… c’è una cosa che volevo
dirti: non ti ho ringraziato mai abbastanza per avermi salvato la vita tanti
anni fa, quando ero ancora un astronauta.[4]
Non sarei qui, oggi, se non fosse per te.
-Lascia perdere John, da allora ne
abbiamo fatta di strada e sei perfino riuscito a ricambiarmi il favore una
volta o due.-
-Forse, ma io non dimentico ed
ora, scusami, devo proprio andare.-
Un
improvviso bagliore e l’Uomo Lupo era scomparso
-Beh, di certo ha imparato come
fare un’uscita. Buona fortuna vecchio amico.-
E
l’Uomo Ragno riprese il suo giro, riprendendo a pensare alla serata che sarebbe
arrivata di lì a poco.
2.
Ed ecco,
quella sera tanto temuta è finalmente arrivata. Mentre sosta sulla soglia della
palestra del Liceo, riadattata a sala da ballo, Peter pensa a quanti ricordi
conserva questo posto e per lui non tutti sono piacevoli.
-Parker,
Peter Parker, sei proprio tu?-
Peter si gira di scatto. Chiunque
sia, pensa, non è certo un pericolo o il mio senso di ragno sarebbe scattato.
L’uomo non sembra un pericolo, infatti, è basso, grassoccio, quasi
completamente pelato, baffetti ormai bianchi, Peter fatica a riconoscerlo, poi,
arriva l’illuminazione:
-Professor Warren, è proprio lei?-
Il
suo vecchio professore di chimica, nonché fratello di Miles Warren, il suo
professore di biochimica all’Università e, purtroppo per tutti, l’infame
Sciacallo. Quanto si erano rivelati diversi i due fratelli, infine, questo era
un professor Warren che rivedeva con piacere.
-Che te ne pare della rimpatriata,
Peter?- chiede, ancora, Warren.
-Uhm, le confesso che mi sento un
po’ a disagio, mi sembra, come dire, strano.-
-Capisco. È il confronto col
passato credo, e, soprattutto con quello che speravamo di diventare e quello
che siamo diventati.-
Aveva
ragione? Peter pensò alle grandi speranze che aveva per il suo futuro una volta
uscito da quella scuola. Quante si erano avverate? Ed era andata proprio come
voleva lui?
-Mi hanno detto che hai iniziato
gli studi per il Dottorato…- continua il professore -… sono contento, ho sempre
pensato che tu fossi portato per la scienza, anche se devo dire che negli
ultimi tempi tendevi a diventare un po’ distratto durante le lezioni.-
Distratto?
Si, certo, colpa dell’Uomo Ragno. Non è facile restare lucidi sui banchi,
quando si passano le serate a svolazzare appesi ad una ragnatela ed a
suonarsele di santa ragione con supercriminali in buffi costumi. Eppure, a
ripensarci, non erano bei tempi quelli? O forse la pensava così perché era solo
più giovane? In fondo aveva i suoi bravi problemi all’epoca: Zio Ben morto,
fatto di cui lui portava perennemente, anche se spesso nascosto nel lato più
lontano del suo subconscio, il senso di colpa; poi c’erano le malattie della
zia May, i problemi di denaro sempre assillanti, la difficile convivenza con i
compagni, quel senso d’isolamento e d’inadeguatezza, il sentirsi escluso dal
gruppo e, poi, c’erano le ragazze. A quei tempi c’era Betty e sembrava un grande
amore, ma è finito quasi senza che nessuno di loro due capisse perché ad un
certo punto, c’era anche Liz Allen a corrergli dietro, molto sorprendentemente,
e questo gli aveva causato guai con Flash, che pensava di essere il suo
ragazzo. Oh si, i bei vecchi tempi erano davvero belli, ancora un po’ e non gli
sarebbe restato che spararsi.
Peter
raccoglie tutto il suo coraggio ed entra nel salone.
Per Liz Allen l’edificio della
Midtown High rappresenta il ricordo di una donna che non esiste più. Sul serio,
era stata quella vuota, fatua ragazza ricca che si preoccupava solo di
acconciature e vestiti e di quanti cuori di ragazzi avrebbe spezzato la prima
settimana di scuola? Per una come lei era stato quasi naturale mettersi con uno
come Flash Thompson e disprezzare quel timido secchione di Peter Parker; a
ripensarci adesso, sembra successo in un’altra vita e ad un’altra donna. E
allora, perché sei qui? Si chiede, sei così insoddisfatta dal tuo presente, da
voler ricercare il tuo passato? Beh, di certo il suo presente non è dei più
soddisfacenti ed il suo passato di studentessa ha avuto i suoi lati belli.
Rompe gli indugi ed entra.
Una figura l’ha spiata, mentre
entrava nell’edificio.Lui è qui, pensa, è venuto ad incontrare i vecchi amici,
a godersi quella vita che io non potrò mai avere, beh, non l’avrà nemmeno lui,
lo giuro.
3.
Buffo,
pensa Peter, non sembra passato così tanto tempo da quando studiava qui,
eppure, quante cose sono cambiate da allora.Lui è diverso adesso e,
probabilmente, anche gli altri lo sono. Il suo senso di ragno gli lancia un
improvviso avvertimento e Peter, quasi senza pensarci, salta, evitando per un
pelo di finire lungo disteso per terra a causa della gamba tesa di…
-Jason Ionello!- esclama Peter –Non sei affatto cambiato,
vedo.-
L’uomo a
cui si è rivolto gli restituisce un sorriso maligno.
-Tu, invece, ti sei fatto più sveglio, Parker l’imbranato.-
risponde.
Jason
Ionello era una delle sue bestie nere al liceo, uno di quelli che lo
tormentavano più spesso. Anche peggio di Flash Thompson, perché Flash, in
fondo, era un bravo ragazzo, mentre Jason, beh …era Jason ed il tempo non
sembrava averlo migliorato. Per sua fortuna, non c’è solo lui al raduno, ci
sono anche volti amichevoli, come quel gigante biondo che sta arrivando a braccia
tese
-Parker! Sei proprio tu, come stai?- esclama abbracciandolo.
-Tiny McKeever!- risponde Peter –Stavo meglio prima che mi
sfondassi le costole.-
-Oh scusa, non mi rendevo conto.-
L’aria
contrita del giovanotto strappò un sorriso a Peter
-Scherzavo Tiny, sono davvero contento di vederti.-
-Che razza di coppia.- commenta Jason –Il cervellone della
scuola che fa l’amicone con lo scemo della scuola.-
-Il tuo guaio, Ionello, è che non hai capito quando tacere…
cioè: sempre.-
-Liz Allen!- esclama Tiny, rivolto alla nuova arrivata.
-Sarebbe Liz Allen Osborn, adesso.- precisa lei –Ma non
preoccuparti, sono sempre la tua povera ragazza ricca.-
-Non ti vedevo da... dal giorno del diploma, vero?-
-Giusto. Sei sempre un ragazzone Tiny. Allora, che combini?
Ti sei sposato?-
Dopotutto,
pensa Peter, potrei anche divertirmi.
La Torcia
Umana scosse il capo con scetticismo.
-Una riunione della tua vecchia classe? Sarà una noia
mortale, ci scommetto.-
Peter,
nelle vesti dell’Uomo Ragno, addentò un panino e si chiese quale impulso
l’avesse spinto a recarsi al Four Freedom Plaza. Lui e Johnny Storm potevano
anche essere coetanei, ma c’erano giorni in cui lui sembrava venire,
letteralmente, da un altro pianeta, il che lo rendeva davvero irritante.
-Non dirmi che non hai mai avuto voglia di rivedere i tuoi
vecchi compagni del Liceo di... dov’era quel posto? Glendale?-
-Era Glenville e... no, non ho mai sentito un gran bisogno
di rivederli.-
Johnny
ripensò alla sua prima ragazza: Doris Evans. Quando l’aveva reincontrata,
qualche anno dopo, era già sposata e madre di due figli. Tremava all’idea di
reincontrarla grassa e con un altro marmocchio.... brrr.
-Sai qual'è il tuo guaio Storm?- replicò l’Uomo Ragno. -Ogni
volta che penso che tu non sei una testa vuota, tu mi dimostri che è ancora più
vuota.-
-Ah si? Bada che potrei scottarti il sederino.-
-Ed io che pensavo che ormai foste adulti responsabili.-
intervenne una voce femminile. La Donna Invisibile entrò nella stanza, seguita
dagli altri due membri del gruppo: suo marito Reed Richards, Mister Fantastic,
e Ben Grimm, la Cosa.
L’Uomo
Ragno si affrettò a calarsi la maschera sul volto e rispose:
-Niente paura, Sue, io e Fiammifero stavamo solo
divertendoci un po’, come ai vecchi tempi. Ora scusatemi, ma ho un appuntamento
a cui non posso mancare con due belle signore dai capelli rossi, sono certo che
capirete.-
Una
finestra si aprì, il Tessiragnatele lanciò la sua tela e poi saltò nel vuoto.-
-Il solito esibizionista.- commentò la Cosa
-Sapete…- disse Sue -…ricordo la prima volta che venne qui
per chiederci un lavoro, era ingenuo, ma determinato. Ne ha fatta di strada da
allora.-
-Già.- aggiunse Reed –Mi chiedevo quale sarebbe stato il suo
potenziale da adulto, beh, forse ora lo sappiamo.-
-Almeno lui è diventato adulto…- intervenne Ben -… qualcun
altro, invece, ha ancora il cervello di un bambino.-
-Che c’è scimmione? Alludi a me?- esclamò Johnny
-Alludere? Però! Che parole sofisticate conosci, non ti
facevo così sveglio, Testa Calda.-
-Tu brutta razza di ammasso di pietre arancioni…-
-Oh no!- esclamò Sue –Eccoli che ricominciano.-
Il flusso
dei ricordi cessa e Peter si ritrova a guardare fuori dell’ampia vetrata. Siamo
cambiati, pensa, ma quanto? Il suo senso di ragno scatta all’improvviso e lui
si volta, per trovarsi di fronte a Jason Ionello, con una pistola in mano.
-Ehi Jason!- esclama –Se questo è un altro dei tuoi
scherzi…-
-Non proprio.- risponde l’altro e preme il grilletto.
Il senso di
ragno ha fatto scansare Peter appena in tempo, la pallottola era vera. Non può
essere, Jason era un bullo, forse, ma un assassino…
Jason
scappa e Peter gli corre dietro.Lo vede infilarsi nello spogliatoio femminile,
ci entra anche lui, ma… dov’è andato?-
-Cercavi me, Peter?- la voce è femminile, adesso e lui la
conosce. Si volta di scatto, per trovarsi di fronte a…
-Sally Avril, ma tu sei morta!-
-E tu dovresti saperlo, vero, Peter?- ribatte la ragazza
bruna, colpendolo con una mazza da baseball. La sorpresa è stata troppo forte e
Peter non riesce a scansare il colpo. Quando si riprende, la ragazza è
scomparsa. Prima Jason e poi Sally e,
per giunta, Sally era morta prima
della fine del liceo, uccisa in un incidente d’auto.[5]
Chi l’ha aggredito, non era né Jason, ne, tantomeno Sally, ma qualcuno capace
di imitarli alla perfezione. Peter conosce solo uno in grado di farlo e questo
vuol dire che Peter Parker deve lasciare il posto all’Uomo Ragno.
4.
Ok, pensa
il Tessiragnatele, ed ora che sono riuscito a mettermi in costume, sperando che
nessuno noti l’assenza di Peter Parker, che faccio per far venire allo scoperto
il mio vecchio nemico? Senza contare che lui è ormai matto come un cavallo…
basti pensare che… cos’è quella sensazione? È come se il senso di ragno volesse
pizzicare senza riuscirci, che
diavolo… L’avversario gli piomba
addosso senza preavviso e l’urto li trascina entrambi verso il basso.
-Inutile che ti dibatti, ragno, non sfuggirai alla presa di
Kraven il Cacciatore!-
È proprio
lui, non uno dei figli, ma l’articolo originale: Sergei Kravinov in persona. A
quanto pare, il suo sospetto era esatto, quando erano nello spogliatoio gli
deve aver spruzzato una di quelle pozioni che il vero Kraven usava per
addormentare il suo senso di ragno.-
-So che sei tu, Dimitri o Sarah o comunque tu voglia farti
chiamare.- gli dice l’Uomo Ragno –Finiamola con questa pagliacciata, OK?-
L’altro lo
stringe al collo, cercando di strangolarlo e replica, con voce rabbiosa:
-Non c’è nessun Dimitri, io sono Kraven e stavolta ti
ucciderò.-
Nessun modo
di ragionarci, sembra, può solo combatterlo. Sono piombati nel cortile,
attirando anche i partecipanti al raduno e qualche giovane studente. Perfetto,
pensa il Tessiragnatele, come se avessi bisogno di un pubblico.
Sono tutti
lì: Liz, Tiny, Jason, perfino il Professor Warren, tutti ad osservare lo
scontro. Se fosse un normale giorno di scuola, ci sarebbe anche Hallie
Takahama, la supereroina Jolt, ma questo l’Uomo Ragno non può saperlo.
-Quello è Kraven il Cacciatore?- esclama Liz –Non è
possibile, è morto!-
-Forse è quello nuovo, il figlio.- azzarda Tiny McKeever.
-No, è proprio lui. conferma Jason –Ne sono sicuro…ma che
vuol dire tutto questo?
Bella
domanda, Mr. Ionello.
Adesso
basta, pensa il Tessiragnatele, facciamola finita. Il suo avversario avrà anche
l’aspetto di Kraven, ma non ne ha, certo, i poteri ed un pugno ben assestato
dovrebbe bastare a sistemarlo.
Il presunto
Kraven cade, abbattuto e, mentre si accascia a terra, l’aspetto di Kraven cede
a quello del supercriminale noto come il Camaleonte.
-.Noo!- grida -Non lo permetto!-
Il suo
aspetto cambia ancora in quello femminile di Sarah Finn, l’identità che ha
assunto per mesi e su cui sembrava essersi fissato
-Maledetto, ti ucciderò, devo!-
Ancora,
cambia, assumendo, via via, vari aspetti, come quello di Mary Jane, Zia May,
Flash Thompson e di una sfilza di supercriminali affrontati dall’Uomo Ragno, in
un’infinita crisi d’identità, continuando a mormorare:
-No, no!-
L’Uomo
Ragno resta ad osservarlo finché non arriva la Polizia. Non avrei mai dovuto
lasciarlo andare l’ultima volta che l’ho incontrato,[6]
pensa, ha bisogno d’aiuto e spero che al Ravencroft sapranno darglielo.
Tutti
rientrano nel salone chiacchierando su quanto hanno visto e vi trovano
-Parker!- esclama Tiny –Ero sicuro che non eri là fuori.-
-Qualcuno mi ha dato una botta in testa negli spogliatoi, mi
sono ripreso ora. È successo qualcosa?-
-Tipico di Parker.- dice Jason sogghignando –Continua sempre
a perdersi tutto il divertimento.-
Il resto
della giornata trascorre tra balli e chiacchiere, ricordando i vecchi tempi ed
i vecchi amici, che non ci sono più, come Sally Avril e Flash Thompson,
<<Mi è davvero spiaciuto per Flash.>>
<<Tu una dirigente d’azienda, Liz? Da non
credersi>>
<<Si ho un’officina adesso.>>
<<In banca, si ed ho uno stipendio di almeno…>>
Poi,
un'anziana figura si avvicina agli ex studenti.
-Preside Davis.- esclama Peter. -È davvero un piacere
rivederla.-
L’anziano
preside in pensione saluta tutti i suoi ex alunni, poi sale sul podio e
comincia un discorso:
-Ragazzi e ragazze, sono felice di rivedervi qui dopo tanti
anni. è un piacere vedere che non vi siete scordati del vecchio liceo,
nonostante tutti gli anni passati. Io stesso ho accettato con onore l’invito a
tornare qui, dove, lo confesso con un po’ di commozione, ho passato dei
bellissimi anni… ed ora, spero che gradirete qualche parola dallo stesso uomo
che fece il discorso finale il giorno della consegna dei vostri diplomi:
l’Editore del Daily Bugle, J. Jonah Jameson.-
-Ditemi che non è vero!- esclama Jason Ionello.
-Purtroppo si.- commenta Liz, mentre la tozza figura di
J.J.J. prende posto sul podio ed inizia a parlare:
-Mi ricordo che quando avevo la vostra età….-
Peter si
chiede se farsi ammazzare dal Camaleonte non sarebbe stato meglio.
E su questa
nota amena, vi annunciamo che siamo arrivati alla…
FINE
NOTE DELL’AUTORE
Che dire di
questo episodio speciale, nulla, se non poche cose:
1) si tratta
essenzialmente di un omaggio agli anni d’oro dell’Uomo Ragno ed un modo di
festeggiare i 40 anni dall’uscita di Amazing Spider Man Vol 1° #1, che segnò il
ritorno dell’Uomo Ragno, dopo la sua prima avventura su Amazing Fantasy #15.
Per questo motivo appaiono in questa storia coloro che fecero una comparsa in
ASM #1: il Colonnello John Jameson, i Fantastici Quattro ed il supercriminale
affrontato in quell’occasione, il Camaleonte.
2) Dal punto
di vista della continuity, questa storia si situa immediatamente dopo Power
Pack #15 e della conversazione tra Peter Parker e Norman Osborn in Uomo Ragno
MIT 35 ed immediatamente prima di Fantastici Quattro MIT #16
3) I
personaggi che appaiono o sono citati nella storia e sono legati alla Midtown
High School, come Flash Thompson, Liz Allen, il Prof Warren, il Preside Davis,
Jason Ionello, Tiny McKeever e Sally Avril sono tutti apparsi in Amazing Spider
Man #1/28 e Untold Tales of Spider Man #1/25. Kurt Busiek & Patrick Oliffe
sono, se non proprio i creatori di Jason, Sally e Tiny, i responsabili per aver
dato loro una storia ed una personalità
Con questo è tutto e vi raccomando
di continuare a leggere le avventure dell’Uomo Ragno nelle nostre serie, vi
divertirete.
Carlo
[1] In KT7 #1, ovviamente
[2] Ma voi ne sapete, di certo, qualcosa, se avete letto la serie KT7 e l’avete fatto, vero?
[3] Eventi svoltisi, di tutti i posti, in Power Pack MIT #15
[4] Tantissimo tempo fa in Amazing Spider Man Vol 1° #1 (Uomo Ragno, Corno, #1 o Uomo Ragno Classic, Star, #1
[5] Vedi Untold Tales of Spider Man #13
(Wiz #23)
[6] Uomo Ragno, MIT, #34