PROLOGO: Italia, 2003

 

Provate ad immaginare il mondo che conoscete come uno strato, una piccola parte di un insieme più grande, così come un pianeta è diviso a sua volta in strati…Ma con una differenza: pochissimi mortali, e c’è da dubitare se siano o meno, in tal senso, fortunati, possono comprendere le implicazioni dell’esistenza di altre dimensioni.

Una di queste dimensioni, interamente regolata dalla magia e da forze che nel nostro piano non esistono nemmeno a livello ipotetico, per ragioni meramente culturali, è chiamata Inferno. In termini spaziali, per noi esseri tridimensionali, potrebbe essere situata ad anni-luce di distanza…Tuttavia, per varcare tale distanza, basta un portale, un varco fisso nel nostro spaziotempo, un tunnel che da’ accesso tanto al nostro mondo quanto all’altro.

Da tempo immemorabile, una ristretta casta di individui, quegli stessi individui abbastanza sani e forti da resistere al contatto con l’Inferno, si occupa di vigilare sui portali e sulle creature che ne fuoriescono. Che siano essi umani, nani, troll, e persino draghi, loro, i Guardiani, si sono votati a fare la loro parte perché venga mantenuta la pace fra le tante specie che abitano la loro parte di mondo.

Ma i Guardiani non possono operare da soli. Non sono onnipotenti, e la loro longevità non è eterna. Per questo essi hanno addestrato e forgiato personalmente una speciale stirpe di guerrieri, anch’essi selezionati fra le varie specie senzienti che condividono il dominio del pianeta. Sono il loro braccio armato, sono determinati, e conoscono bene i rischi del fallimento.

Sono i Cacciatori. Il loro scopo è trovare gli intrusi demoniaci, e ricacciarli da dove sono venuti, senza guardare troppo per il sottile. Sono agenti speciali con licenza di uccidere, e la magia è la loro sfera di azione. Devono essere pronti a sacrificare la vita, gli affetti più cari se necessario. E spesso, troppo spesso, le loro esperienze li segnano in modo molto profondo.

Molti, invecchiati prima del tempo, lasciano il loro lavoro, per avvicinarsi ad uno stile di vita più pacifico, sempre bucolico. Altri, purtroppo, cedono al richiamo del male. Sentono di avere sprecato la propria esistenza, e vogliono recuperare il tempo perduto, acquisire per sé il potere che hanno sempre combattuto. Il loro numero va ad aggiungersi a quello dei sacerdoti oscuri che infestano i sogni dei Guardiani.

 

Due di tali, disillusi Cacciatori, tuttavia, non avrebbero infoltito quel numero. Questa volta, le entità coinvolte nello scellerato patto non erano interessate a farsi degli adepti. Bensì ad espandere personalmente il proprio dominio. I loro volenterosi burattini erano solo pedine sacrificabili.

Come scoprirono coloro che ora dovevano fermare uno dei mostri…

 

 

MARVELIT e SANS SOUCI presentano

LE GRANDI BATTAGLIE: 

KNIGHTS TEAM 7 

&

Episodio 3/4: L’ESORCISMO DI FALANDRA

 

 

“A proposito, devo proprio ricambiarti un certo ‘favorino’…” A pronunciare queste parole era stato un demone, una bestiale creatura antropomorfa, leonina, con grandi ali da pipistrello alla schiena, e una minacciosa falce crepitante in mano. Un demone alto come un gigante, del tutto incurante dei due non meno giganteschi draghi azzurri che lo circondavano ai fianchi, in volo librato.

Davanti al gigante, cioè ai suoi piedi, stavano altri due suoi nemici. Uno di loro era un lupo mannaro, un maschio bianco vestito di un’armatura smeraldo e oro. Impugnava una lunga spada con l’elsa a forma di testa di lupo.

L’altro, il destinatario di quelle parole, era un elfo, una figura alta e slanciata, efebica, vestita di una specie di tuta nera, dai lunghi capelli rossi. L’elfo, il capo-Cacciatore Alexander ‘Sasha’ Istvanov, impugnava una spada a sua volta, ma sembrava, e non apparentemente a torto, tutt’altro che disposto ad uno scontro diretto, laddove il lupo mostrava un ringhio battagliero feroce quanto quello del demone. Sudore freddo gli colava sulla fronte. “Su, in fondo ci eravamo divertiti[i]…no?” tentò con un curioso pigolio nella voce.

In risposta, il demone spalancò la bocca! Un possente ruggito accompagnò un tremendo vomitar di fiamme!

Attento!” I riflessi dell’uomo-lupo di nome Stargod furono più pronti, e spinse via Sasha…solo per venire investito dalle fiamme a sua volta!

L’elfo rotolò e si rimise in piedi, fissando con orrore la torcia che il suo salvatore era diventato…

“Idiota,” commentò il demone, facendo un passo in avanti e scuotendo il suolo con quel gesto. “Peccato, volevo tenerlo vivo per usarlo come…Cosa?”

Le fiamme furono spazzate via da un impulso energetico! Stargod era ancora in piedi, illeso; alla sua gola, incastonato in un elaborato collare pendente, un gioiello brillava di propria energia. “Grande e grosso, sei solo un’entità minore. Non vali la pena.”

Il demone ghignò: “Sei spiritoso, vuol dire che ti*URRGH!*” Qualcosa lo colpì alla schiena, con una forza tremenda!

Era stato uno dei due draghi, il più piccolo, dalla criniera grigia e corna cervine tipiche della razza Orientale. Ibrido di drago ed elfo o no, Kaim Istvanov, cugino di Alexander, era forte come sua madre, e non era davvero poco! Il suo attacco era stato velocissimo, ed ora sferrava colpi e morsi senza lasciare tregua al demone.

Purtroppo, il vantaggio non era destinato a durare in eterno, non quando occorreva trovarsi a così stretto contatto con il nemico. Kaim riuscì a fare versare parecchi sangue, ma aveva contato sul potente veleno paralizzante emesso dalle sue zanne; e dalla forza con cui il demone reagiva, era chiaro che la sua peculiare natura sovrannaturale era immune dai veleni.

Kaim, invece, non era invulnerabile…come confermò il colpo della falce che gli segnò il torace dal basso verso l’alto, facendo schizzare sangue scuro! Il drago ruggì più la sua frustrazione, che il dolore –era già stato indebolito dal veleno delle creature evocate da questo demone[ii], e non stava dando il meglio di sé.

Il demone sferrò un altro arco, questa volta avendo cura di approfittare dell’occhio destro e cieco di Kaim, sicuro che non avrebbe avuto problemi…Invece, il suo colpo fendette solo l’aria. Kaim era ben conscio del suo handicap, e aveva imparato a reagire prontamente per non trovarsi scoperto proprio lì.

Imprecando, il demone barcollò in avanti, trascinato dalla propria inerzia. Polverizzò alcune abitazioni, ma restò in piedi. “Sei in gamba, mezzosangue. Ma non abbastanza!” fece per lanciare la sua arma…e qualcosa lo serrò per il braccio. Qualcosa di grande e forte! La sua carne fu perforata da invisibili pugnali, che fecero schizzare altro sangue. “Chi..?”

Poi, con un gran spostamento d’aria, quella stessa cosa lo sollevò come un fuscello! “YAAAA! Lasciami, chiunque tu sia!! Ti ucciderò, ti…Oh.”

L’aria tremolò sopra di lui, e il demone si scoprì afferrato dagli artigli dell’altro drago –questo, invece, era un Europeo, grande oltre 1/3 in più del suo simile, con le lunghe corna appuntite e una cresta bianchissima.

 

Di sotto, la voce mentale di Stargod raggiunse Kaim e Alexander. <Vi consiglio di schermarvi gli occhi.>

Un attimo dopo, una nuova stella si accese nel cielo, illuminandolo a giorno! Una stella fatta interamente di elettroni.

Pochi istanti dopo, la stella si spense, lasciando cadere un frammento ancora percorso da scintille e fiamme. Il demone si schiantò su quello che rimaneva del già semidistrutto Municipio del paese, sollevando un geyser di polvere, calcinacci e terriccio.

Max arrivò poco dopo, maestoso ed aggraziato, atterrando accanto a Kaim. Subito gli posò una zampa sulla ferita. “Lasciami fare,” disse al suo simile che si era teso come una corda di violino. “Voglio guarirti.”

Kaim lo vide mormorare qualche parola in una lingua a lui sconosciuta, non quella dei draghi! Avvertì come un gran pizzicore alla pelle…Ma niente altro.

Max ritirò la zampa, per poi annusare prudentemente il sangue rimasto su di essa. “Infezione magica. Non posso…”

<ATTENTO!>

La voce di Stargod esplose nella sua mente con una forza fisica. Il grande drago reagì d’istinto, gettandosi in avanti, ma non poté evitare che il colpo di energia lo raggiungesse alla schiena, provocandogli uno squarcio proprio sotto l’attacco dell’ala!

Il demone si alzò in piedi! Le ustioni da corrente stavano scomparendo a vista d’occhio. I suoi occhi brillavano di energia. “Bel tentativo…ma inutile, come puoi vedere. Io sono immortale!” menò un fendente tremendo, ma esso si scontrò con il campo di energia di Max. Il contatto generò una fiammata abbagliante.

 

“Andiamo male,” disse Alexander. “Non era così potente, la prima volta che l’ho incontrato. Sta usando un qualche amuleto, ma deve tenerlo nascosto sotto la pelliccia.”

“Ne sei certo?” chiese Stargod, che si teneva a debita distanza dai titani. “Il talismano usato per corrompere le anime degli abitanti di questo villaggio non era in contatto fisico.”

“Credimi, lupo: lo conosco, quel mostro. Adora circondarsi delle sue proprietà, adora tenersele addosso quando può. Sai, a letto, si sciolgono parecchie lingue.”

*??*

Sasha levò gli occhi al cielo. “Non è il momento di fare moralismi: tanto lo vedo con che angoscia guardi il tuo drago, cocco! E poi ti avevo sentito chiamarlo ‘tesoro’, prima.”

Stargod ebbe almeno il flebile piacere di vederlo arrossire. “D’accordo, allora quale piano raccomandi per togliergli questo fantomatico amuleto?”

“Per cominciare, trovarlo.” Indicò il demone con un dito. “Lanciami sulla sua schiena. Al resto, ci penso io. Tu di’ solo al drago di non usare i fulmini su di lui fin quando ci sono io, dac?”

“La mia squadra può…”

Alex gli diede una pacca sulla spalla. “Avranno da fare abbastanza per conto loro, inclusi i miei amici. Quindi, se lo puoi fare, lanciami, o ci penserà Kaim a darmi una mano.”

Stargod lesse la sua mente, e capì cosa voleva dire. Il che gli diede la determinazione necessaria ad afferrarlo per il colletto dell’uniforme con una mano e per il sedere con l’altra.

“Hmm, tocco delicato. Dovremmo proprio conoscerci meglio, non appena finita questa storiaAAAAH!” Fu scaraventato in alto come fosse stato un ciottolo nelle mani di un lanciatore di pesi!

Stargod vide Alex sprofondare nell’ispida pelliccia. <Max! Kaim! Decollate e attiratelo via da qui!>

 

“Gli piace, dare ordini, vedo,” brontolò Kaim, ma fece quanto detto.

“Se hai un’idea migliore…” rispose l’altro drago, raccogliendosi. Abbassò la barriera e prese il volo nel momento esatto in cui un altro colpo veniva calato.”

 

Il demone sibilò, e decise di inseguire le sue prede.

Sasha, avvertito mentalmente dal dio-lupo, serrò la presa sul pelo…Partenza! Si sentì uscire le viscere dallo stomaco, ma tenne la presa. Per quanto attento fosse stato il suo addestramento, per quante fossero state le esperienze che lo avevano portato al rango di capocacciatore, be’, doveva ancora ammettere che c’era una ‘prima volta’. Come questa. Madre Terra, come puzza! Almeno, l’altra volta si era pulito!

 

L’ombra a forma di bestia attaccò, le zanne snudate e stillanti acido letale. La lama argentea interruppe d’un colpo la sua parabola. La bestia urlò, si contorse, e un attimo dopo il suo corpo si trasformò in quello di un ragazzo; crollò a terra, incosciente ma ancora vivo, in virtù delle proprietà magiche della spada -distruggeva la magia, non chi ne era vittima.

La ferina femmina di nome Tigra non ebbe il tempo di compiacersi, che già doveva parare un altro assalto, stavolta mirato alle sue caviglie: stavolta, mirò la spada al collo, e infilzò la nera parodia di lupo, che si rivelò essere una donna.

“Non appartengono a questo villaggio,” disse un altro licantropo, un esemplare un po’ meno robusto, più giovane di Stargod, dalla pelliccia castano/nera. Era impegnato a schivare la spada di un’ombra umanoide in armatura. “Non ne hanno l’odore, ne sono sicuro!”

Un’ascia crepitante di energia colpì in pieno l’ombra, che si dissolse in un pugno di sabbia nera, emettendo un lamento da agghiacciare il sangue.

“Il che spiega,” spiegò il proprietario dell’arma, il felino Grigar “perché queste cose siano ancora in piedi quando Stargod aveva neutralizzato l’incantesimo…Purtroppo,” compì una rotazione su sé stesso, e colpì con un piede a zampa l’ombra che si era materializzata dietro di lui. La sua natura parzialmente demoniaca gli permise di rendere efficace tale colpo: l’ombra, centrata al mento, andò a terra.

Il cielo sopra il gruppo misto dei Cacciatori e dei cinque Cavalieri di Stargod era pieno di mostri urlanti, creature a metà fra draghi ed arpie. Solo la presenza di forze mistiche fra quei sette eroi aveva impedito loro, finora, di sferrare, un attacco in massa. E Diablo, il Signore dell’Alchimia, si assicurò di confermare i loro timori: l’uomo segaligno, nel suo costume verde e oro, lanciò una fiala scelta nel suo campionario che teneva nascosto addosso. All’apice della sua traiettoria, la fiala scintillante esplose, e dalla nuvola che si generò emersero elementali di fulmini! Creature di energia vivente, numerose come api e molto cattive! Il cielo si riempì di nuove grida di dolore dei mostri e di esplosioni quando c’era un contatto.

“Sono felice che tu sia dalla nostra parte, mister,” disse un’elfa che, a parte il sesso, era in tutto e per tutto identica ad Alexander. Il suo nome era Elsa Istvanov, e la sua ammirazione, incontaminata, ignorante dei precedenti del suo insolito alleato, solleticò non poco l’orgoglio di Diablo. “Mi piace il tuo vestito: andiamo dallo stesso fabbricante?” Domanda non gettata lì a caso: lei stessa possedeva una giacchetta piena di tasche dalle quali sembrava essere capace di estrarre un’infinità di oggetti. Poco fa, per esempio, aveva estratto due pugnali ricurvi, le lame incise di rune, e li manovrava con una precisione incredibile, ogni fendente un centro.

Stretto nel mezzo del cerchio dei guerrieri, il più vulnerabile fra loro, Overrider, nel suo costume-armatura scarlatto e argento, se la sarebbe volentieri svignata, se avesse saputo dove nascondersi, al sicuro. No, stare con gli altri era la sua sola opzione… “Eep!”

Un ‘arpia’ era riuscita a farsi largo nello sbarramento di elementali, ed aveva puntato proprio lui. E il mutante, il cui potere era legato al controllo telepatico delle macchine, era indifeso contro la magia…

La creatura lo morse a una spalla…E si dissolse con uno strillo! Almeno, le protezioni mistiche volute dal Seminatore di Morte erano ancora valide…A proposito del Seminatore, decisamente la sua tetra figura, avvolta in un completo nero e da un ampio mantello pure nero, se la stava cavando meglio di tutti. Le creature magiche, alimentate con la fonte stessa della vita, poco potevano contro chi poteva sfasarsi rispetto al tessuto spaziotemporale. E quelle abbastanza imprudenti da venire in contatto con le sue mani, venivano distrutte ad un solo tocco dei bioscrambler installati nei guanti. E quand’anche loro imparavano ad evitare il tocco che all’angelo nero dava il suo nome, questi doveva solo teleportarsi, per raggiungerle.

Tristan Johnsson, il licantropo, era il secondo di quel gruppo ad essere il più vulnerabile. Le sue temibili zanne ed artigli poco potevano contro un nemico basicamente incorporeo e allo stesso tempo fin troppo letale. Per questo, gli era stata affiancata Tigra. “Ci stanno solo facendo perdere tempo,” disse lui, ergendosi sulle zampe posteriori e mettendosi schiena a schiena con lei, che indossava solo un succinto bikini. “Percepisco le forze maligne acquisire una presa sempre più salda intorno a noi. Dobbiamo raggiungere Ventosa al più presto.”

La valle di Ventosa era, secondo il rapporto che aveva spinto i Cacciatori fin là, un epicentro in espansione di attività di forze oscure. Era anche il posto dove i Knights Team 7 contavano di trovare la via d’uscita presso quella linea temporale a loro estranea, e nella quale erano stati intrappolati a tradimento.

“Sentito, capo?” fece Tigra.

<Ho sentito, Greer,> fu la laconica risposta mentale. Un attimo dopo, un ampio cono di energia scarlatta investì le orde volanti! Esse furono dimezzate d’un colpo.

Stargod era arrivato, ed i suoi occhi brillavano ancora di quell’energia. Si concentrò, e rilasciò una nuova scarica, stavolta verso il suolo, rompendo i ranghi degli aggressori a terra. La battaglia poté riprendere con rinnovato vigore, eppure, ancora, il numero del nemico sembrava riprendere consistenza velocemente.

Stargod guardò verso il cielo -non poteva abusare del potere della Godstone, questo era il suo patto con chi gliel’aveva donata. La chiave di volta di questa scaramuccia era il demone…e il tempo a loro disposizione si assottigliava…

 

“Perché hai paura di me?”

Kaim non esitò un momento, prima di rispondere, “I draghi ‘puri’ mi odiano, provano ripugnanza per me che sono mezzosangue. Per loro, accoppiarsi con chiunque al di fuori della loro specie è un peccato gravissimo…Per questo mi chiamano ‘Il Drago Peccatore’. Sono l’incarnazione dei loro timori xenofobici. Al tuo posto, un altro dragone mi avrebbe abbandonato al mio destino, a morire…So che sei un alleato, ma non posso non provare…”

Altre fiammate infernali striarono il cielo. I due draghi le evitarono senza tanti problemi, così come gli ennesimi colpi di energia lanciati dalla falce del demone.

Se non fosse stato per il dramma del momento, quel gioco di gatto-e-topo, inframezzato dalle chiacchiere, avrebbe potuto essere stato uno splendido spettacolo acrobatico.

“Non devi scusarti. Nel mio mondo, Altro Regno, ci sono ancora grandi dragoni così; arroganti e ciechi…ma sono una minoranza. La nostra specie ha imparato l’umiltà nel modo più duro, perdendo il dono più prezioso che Antesys stesso aveva fatto loro. Per noi, queste morali non hanno più senso: lo stesso Stargod è mio compagno di vita, e questo dà solo onore alla nostra specie.”

“E VOLETE STARVENE FERMI, RAZZA DI &%$ç?!” urlò il demone, frustrato.

“Cerchiamo piuttosto di tenerci bassi,” disse Kaim, “o il povero Sasha morirà soffocato.”

Altro attacco, altra manovra per evitarlo; i draghi scesero di quota. “Speriamo che non ci metta troppo.”

 

Per conto suo, il povero elfo non poteva che condividere una simile speranza! Per fortuna, almeno, che il mostro aveva la pelliccia dura, e che fosse troppo ossessionato dalle sue prede per occuparsi del suo ‘passeggero’…ma era fatto così, sempre incapace di concentrarsi su più di un obiettivo per volta. C’era da chiedersi chi fosse la mente dietro i suoi sforzi. Lui era solo un ‘raccoglitore’, uno che si dedicava a prede facili e occasionali possessioni per mezzo del sesso; niente di impegnativo. Molti muscoli, in compenso… “Ah, eccoti lì!”

La luce della Luna si rifletté su un oggetto metallico, rotondo. Sasha raddoppiò i suoi sforzi, e finalmente giunse abbastanza vicino da distinguerne i…particolari… “’Fanculo,” sussurrò. L’oggetto era solo un frammento, uno di numerosi, e tutti sparpagliati per benino, ed ognuno infisso nella carne del demone. Almeno, non si trattava di ferro -quello era un anatema per simili creature. Doveva essere piombo, o una qualche lega; sempre, comunque, roba robusta, che bisognava tirare via per renderla inefficace. E non si poteva farlo, perché essa conferiva l’invulnerabilità al suo possessore.

Furbo, l’amico! “Bah, inutile perdere altro tempo, qui!”

 

Kaim e Max udirono entrambi un grido che riconobbero all’unisono. E insieme, dissero, “ALEXANDER!”

Urlando di sfida, l’elfo si era gettato dal suo ‘aereo’!

Più leggero e dotato di maggiore manovrabilità, Kaim fu il primo a reagire, gettandosi all’inseguimento del giovane sciagurato!

Per il demone, fu un’occasione troppo ghiotta! Dimentico di Max, convinto che entrambi fossero impotenti di fronte al suo potere, si preparò a colpire…e il suo corpo fu avvolto da una fitta catena esplosiva di fulmini globulari.

 

Con una manovra da campione, resa ancora più memorabile dalla ferita che lo indeboliva, Kaim si portò sotto Sasha, in modo da potergli permettere di atterrare sulla schiena, afferrandosi alla cresta. “A rimproverarmi ci penserai dopo, cugino! Ora devo dirvi cosa ho scoperto!”

 

Stargod, che era rimasto ‘sintonizzato’ sulla mente di Sasha, ascoltò il rapporto. <Quindi, se il metallo di cui sono fatti quei frammenti diventasse ferro, ne resterebbe danneggiato?>

<Forse anche ucciso,> rispose Alexander. <Lo puoi fare con la tua pietra magica?>

<Basterà molto meno.> Stargod chiuse quella comunicazione, e si rivolse a due dei suoi due Cavalieri…

 

Ancora una volta, con grande seccatura del demone, lo scontro non stava andando come previsto. La creatura maledetta stava usando il potere del fulmine, una forza elementale che poteva essere ostile alle forze infernali…Dannazione! Non era giusto! Il suo socio non gli aveva detto che esistessero draghi capaci di generare l’elettricità!

Dalla sua, per ora, aveva solo la sua inesauribile forza, e l’invulnerabilità, mentre il dragone ferito, alternando fulmini globulari e campi di corrente, non sembrava essere capace di andare all’infinito. Sangue colava ancora lungo la sua schiena. Presto, sarebbe stato debole abbastanza…

Perso nel suo senso di trionfo, il demone trascurò la figura che apparve alle sue spalle -del resto, se anche avesse visto il Seminatore di Morte puntargli quella strana arma addosso, di cosa aveva da spaventarsi?

Di una pistola alchemica, ecco cosa! La mira del tetro eroe era buona, e il raggio ad ampio spettro colpì in pieno i frammenti dell’amuleto. Di qualunque materiale fossero fatti, si trasformarono istantaneamente in ferro purissimo!

Il demone fu come morso da migliaia di serpenti velenosi in un colpo solo! Il dolore era semplicemente insopportabile, il suo corpo iniziò a fumare, i muscoli guizzarono in preda a spasmi terribili. La sua voce assunse toni acuti che squassarono l’aria. Si portò le mani alla schiena, per strapparsi via quell’agonia dalle sue carni.

Max, che aveva approfittato di quella preziosa pausa per riprendere fiato, concentrò le sue forze e dai suoi occhi partì un doppio fascio laser, sottile ma penetrante come un trapano.

Il cranio del demone, sotto quell’attacco, esplose. Il corpo se ne stette lì, agitando le ali, incapace di comprendere cosa gli fosse successo…poi, si dissolse in una cascata di sabbia.

Max sospirò, soddisfatto, e si diresse a terra, dove già li aspettavano gli altri. La notte stava terminando, e le ombre scomparirono, fuggendo da dove erano venute.

 

“Be’, poteva andare peggio, no?” chiese Alexander, tutto pimpante, guadagnandosi sguardi ammonitori da almeno metà del gruppo. Il mattino era giunto, e la riconoscente gente del villaggio, dopo le opportune spiegazioni da parte dei Cacciatori, avevano organizzato tutto l’aiuto che potessero dare in cambio, con cibo, acqua e medicinali.

Elsa stava curando Kaim, avvolgendogli il petto in una solida fasciatura; l’elfo ‘nero’, per una volta tanto, non si era messo a protestare. Max, come Kaim nella forma umana, adesso, stava ricevendo lo stesso trattamento da Stargod, che prima di fasciare, aveva pulito la ferita con dei gran colpi di lingua. “Niente proteste,” disse il lupo, “avete perso sangue e siete deboli. Abbiamo ancora della strada, da percorrere, e dobbiamo arrivare al nostro obiettivo in piena forma.”

“Sempre che il misterioso ‘socio’ del nostro nemico ce lo permetta,” disse Kaim, gravemente. “Non c’è dubbio: siamo stati testati, messi alla prova. Ora che siamo deboli, il momento di attaccarci è propizio.” Guardò verso le montagne dell’Appennino, dove stava la valle di Ventosa. Ormai, era possibile vedere delle macchie nere sospese in quel cielo.

Nessuno ebbe da aggiungere qualcosa. C’era solo da sperare che dalla prossima prova, ne potessero uscire tutti vivi..!



[i] TSD #1: Alexander in a Trap!

[ii] Ultimo ep.