MarvelIT Presenta:

FRATELLO VOODOO in:

VOODOO LOUNGE
Di FABIO VOLINO

 

Sono Jericho Drumm. A volte. A volte, invece, mi sembra di essere un' altra persona. A volte non so nemmeno io chi sono. Ma ormai non ci faccio più caso: per me è diventata normale routine. Nulla di strano se si pensa che condivido il mio corpo con lo spirito di mio fratello Daniel. Vivo in una città malata, dove ha luogo una eterna lotta tra la luce e l' oscurità, una città che tento di purificare: a volte me ne chiedo il motivo, visto che nemmeno io sono certo di potercela fare. Forse parlare con il fantasma di tuo fratello non è l' esperienza più sana di mente da fare a questo mondo.
New Orleans è la città in questione: in quelle poche occasioni in cui è stata descritta da ciò che si definisce la settima arte, l' avete vista come una città cupa, ammantata da una cappa di oscurità che non si dirada mai, dove non è strano vedere una donna che si trasforma in una pantera. Queste descrizioni non sono poi così lontane dalle realtà, in effetti. La realtà è ben peggiore: spesso penso che sia stato gettato un incantesimo sugli abitanti di New Orleans, per costringerli a rimanere qui, intrappolati in un male di cui sono i principali artefici, a loro insaputa.
Se di giorno New Orleans è sonnacchiosa, di notte è più viva che mai (anche se il termine viva mal le si adatta): i numerosi club a sfondo horror o vampirico sono presenti ad ogni angolo e, grazie alla presenza di donne che non hanno mai conosciuto la parola pudore, sono sempre pieni. Anch' io ne possiedo uno, del resto non potrò sempre fare il prete voodoo: è il Tipitina, venite a farci una visita nel caso passiate da queste parti, vi posso assicurare che non vi annoierete.
Mi aggiro per il locale: una donna con in mano un cobra danza attorno ad un palo, ad un certo punto il serpente le strappa il reggiseno ed affonda le sue zanne nel suo petto, facendo colare il sangue della donna sul petto, sempre più giù, fino al pavimento. Il pubblico va in visibilio. Per Jeannette, invece, è il consueto spettacolo: il 'serpentaccio', come ama definire Toto il suo cobra (perchè poi gli abbia dato il nome del cane di Dorothy non l' ho mai capito), non possiede veleno fin da quando è nato e nemmeno il sangue è suo, i soliti trucchi da cinema. Continuo a guardarmi intorno, notando che già molta gente ha rincontrato il suo miglior amico: il bicchiere. Spesso si dice che nell' alcool uno possa affogare le proprie amarezze, le proprie delusioni. Beh, se esiste qualcuno che l' abbia fatto fatemelo conoscere, perchè qui la gente beve solo perchè gli piace. Il brivido del liquido che scende per la gola è per gli avventori quasi paragonabile ad un orgasmo avuto con una modella.
Mi siedo al mio solito posto, il trono del re, e subito numerose ragazze mi circondano: ogni sera c'è n'è almeno una che non conosco. Mi sussurrano parole gentili all' inizio, poi vanno più sullo specifico. Non credevo di avere una tale fascino, anche se metà delle donne che mi porto a letto vogliono solo provare il brivido di far l' amore col 'capo della baracca'. L' altra metà, invece, vuole solo scopare, poi scompare per sempre. Non esiste il vero amore a New Orleans.
Penso che, con l' avanzare dell' età, mi stia rammollendo: ormai passo tutte le mie notti qui, nella inania assoluta. Un tempo era diverso: un tempo ero il grande Fratello Voodoo, membro rispettato della ipocrita società dei supereroi. Sapete che ho collaborato con She-Hulk? Che ho riportato in vita l' omino in tutina da ballerina, Pugno d' Acciaio? Che ho ridato fiducia a Nottolone (mi stupisco ancora oggi di quanto le mie parole siano state convincenti, poichè neanch' io ci credevo fino in fondo)? Oggi, semplicemente, sono stanco di tutto ciò, ci sono delle volte in cui vorrei sdraiarmi ed aspettare la mia fine, sia essa subitanea o fra cent' anni. Ve l' ho detto: parlare col fantasma del proprio fratello non è una cosa salutare.

"Zio Jericho!". Il tono della voce mi colpisce subito: mi succede sempre quando mi trovo davanti a membri della mia famiglia.
"Colette" la saluto. E' mia nipote, figlia di Daniel, ed ha avuto la pessima idea di seguire le orme parentali. "Mi stupisce vederti qui, pensavo bazzicassi i locali di New York".
"La mia è una visita di piacere, zio Jericho: del resto non ci vedevamo da tanto tempo".
E sarebbe dovuto essere sempre così: non sopporto il modo in cui sta buttando via la sua vita:"Chissà perchè non ti credo".
Lei corruga il volto:"Sì, in realtà c'è un motivo più profondo: possiamo parlare in privato?".
La osservo per qualche secondo, pare davvero seria ed atterrita allo stesso tempo:"Andiamo nel mio ufficio privato".
Una definizione azzardata per una stanzina cinque metri per cinque dove vi è solo una piccola scrivania ed un telefono (ma per qualche strano motivo questo è il luogo preferito da chi vuole fare sesso, ormai li lascio fare). Ma Colette pare non badarvi. Mentre prendo posto, ripenso a quando era piccola: sembrava così innocente, così piena di vita. Ma la tragedia della morte di suo padre deve averla colpita più di quanto lasciasse ad intendere. A quindici anni fuggì di casa e solo alcuni anni dopo seppi che si era trasferita a New York: ero consapevole che da lì non sarei riuscito a schiodarla, dunque non mi misi affatto alla sua ricerca. Mi limitai ad accertarmi che stesse bene. Immaginate la mia sorpresa quando seppi che era diventata una sorta di sacerdotessa voodoo! Il detto tale padre, tale figlio (anzi, figlia) aveva colpito anche stavolta. Pensai di parlarle, di farla desistere, di farle capire che non era un gioco. Ma desistetti: ormai era maggiorenne, erano scelte che non mi competevano più. Non ho mai avuto la stoffa per fare il padre.
"In effetti le notizie che porto sono molto gravi..." dice Colette "E per quanto ti riguarda anche personali".
"E quali sarebbero?" chiedo.
"Marie Laveau è tornata".
Spalanco gli occhi in segno di stupore e disgusto.

Ognuno ha i suoi demoni personali, i suoi spiriti totemici contro cui deve combattere tutta una vita. Nel caso dei cosiddetti supereroi questi spiriti assumono una consistenza più... fisica, il simile che lotta col suo opposto, i cui poteri o il cui aspetto sono una immagine distorta degli eroi in questione. Capitan America ha il Teschio Rosso, Thor Loki, gli X-Men Magneto (anche se mi si dice stia per cambiare modo di agire, per l' ennesima volta peraltro). Io ho Marie Laveau.
Intendiamoci, non è una di quelle aspre rivalità simili a quelle che ho citato prima. L' ho affrontata solo due volte: credevo fosse rimasta distrutta nell' ultima occasione, consumata da quelle stesse energie oscure che aveva tentato di evocare. Ma mi sono sbagliato, e non è la prima volta.
Ricordo la prima volta che sentii parlare di lei, ero ancora un bambino: si narravano cose spaventose, riti satanici, richiami di entità demoniache... Ma la leggenda di Marie Laveau si perde nella notte dei tempi: è la regina Voodoo di New Orleans. Si dice sia nata addirittura all' inizio dell' ottocento e sopravviva grazie ad intricate magie. Io conosco la verità, ma non è che cambi poi le cose. Una volta divenuto ciò che sono ora, non indagai mai troppo su di lei. Grande errore. E Marie Laveau, essere oscuro, espanse la cappa di oscurità permanente sulla città. Quando qualche tempo fa lei si alleò con Deacon Frost, della cui razza, i vampiri, aveva contribuito alla resurrezione, le cose peggiorarono. Devo ringraziare Blade ed Hannibal King se sono ancora qui a poterne parlare.
Ora è tornata: cosa vorrà stavolta? Non ha la psicologia da due soldi dei criminali di mezza tacca: non vuole vendetta contro di me, sarebbe per lei solo una perdita di tempo. Dunque devo scoprire al più presto il suo obiettivo.

"Marie Laveau?" ripeto pacatamente.
"Esatto" risponde mia nipote "E' incominciato tutto due mesi fa, quando in alcuni... locali che sono solita frequentare si sparse la notizia della nascita di una nuova setta demoniaca. E diversa da tutte le altre: si parlava persino di sacrifici umani. Decisi di verificare se queste informazioni erano vere e, con astuzia e fortuna, riuscii ad infiltrarmi in una delle riunioni segrete della setta. E lì apparve: maestosa, terribile ed imponente, Marie Laveau. Non l' avevo mai vista in faccia in vita mia, ma chi non la conosce? Nel nostro ambiente impari a conoscere il suo volto prima ancora di iniziare a parlare. L' aura di malvagità che emanava era... spaventosa! E scoprii un fatto ulteriore: la storia dei sacrifici umani non era affatto una menzogna. Si stavano apprestando ad uccidere una giovane ragazza, forse una prostituta, e l' officiante era proprio Marie Laveau. Apparve subito chiaro che c' era qualcosa sotto, quella strega non si immischia in faccende del genere se non ne ha un tornaconto. Io, comunque, non avevo intenzione di aspettare e feci un gesto avventato: mi lanciai al salvataggio della ragazza. Ma i membri della setta mi bloccarono subito: è un miracolo che sia riuscita a sfuggire alla loro cattura. Mentre me ne andavo via, infine, qualcuno grido:'Prendetela, in nome di Yog Sothoth dei Grandi Antichi'. Ma fallirono, fortunatamente per me".
"Ma cosa ci fai qui, allora?".
"Ovviamente cercai di tenermi informata e, dalle ultime notizie, pare che Marie Laveau sia a New Orleans, pare per attuare l' ultimo incantesimo. A cosa esso porterà, non so dirtelo".
"I Grandi Antichi, vero?". Lei annuisce.
Molte sono le leggende, grandi o piccole, con cui chiunque di noi entra in contatto durante la sua vita. Questa, appannaggio di una elite oserei dire esclusiva, racconta che prima del genere umano e dei dinosauri un' altra razza dominò la Terra, esseri mostruosi, coacervo di ogni malvagità ed empietà. Secondo alcuni sono alieni, secondo altri forze primordiali che in qualche modo acquistarono fisicità. I loro nomi vengono a malapena sussurrati: Dagon, Chtulhu, l' Abitatore del Buio. Si ignora la loro fine, ammesso che siano davvero esistiti: secondo la teoria più accreditata sarebbero esiliati in un' altra dimensione, pronti a tornare non appena la Terra sarà nuovamente pronta per loro. Marie Laveau, evidentemente, vuole accelerare questo processo. E vuole attuarlo grazie a Yog Sothoth, il peggiore dei Grandi Antichi, l' essere più oscuro di tutti.
Le leggende di cui sopra accennano anche ai riti con cui dovrebbero venir richiamati: il sacrificio di una vergine rientra in questo schema (temo proprio non fosse una prostituta quella vista da Colette). L' ultimo incantesimo è quello che dovrebbe preoccuparmi: l' uccisione di un potente mago. Certo, a New York c'è Strange, ma quella strega è abbastanza furba da non incrociare la sua strada con quella di colui che, non a caso, è definito Mago Supremo della Terra. Io, invece, sono la vittima perfetta: valgo per due, del resto. Sarà il caso di intervenire.
Mi stupisco io stesso di come abbia subito creduto alle parole di Colette, ma poi mi rendo conto che, dopo tanti anni, riesco a capire quando un male imminente sta per avvicinarsi.
"Allora sarà meglio che andiamo a fare qualche domanda in giro" concludo, avviandomi all' uscita.
Mia nipote, senza dar alcun segno di emozione, mi segue.

Quartiere francese.

Se vuoi ammirare il male, vieni qui: non rimarrai deluso. Ciò che è più repellente non è tanto il vedere gente che dona la sua anima alla droga per pochi soldi o contemplare una prostituta che fa il suo lavoro davanti agli occhi di tutti. No, ciò che più inorridisce di questo quartiere è il suo fetore: se il Male ha un odore, si trova qui. Persino io ci vengo poche volte, ed ogni volta ne rimango sconvolto: e sì che di cose in vita mia ne ho viste.
"Dove ci rechiamo, zio Jericho?" chiede Colette.
"Nel club più malfamato di New Orleans" rispondo io "Lì sanno sicuramente dove si trova Marie Laveau e la sua setta".
'Bloodlines', dove la feccia dell' umanità si raduna puntualmente ogni sera: simile con simile, bestia con bestia. E c'è un uomo che sa tutto qui dentro: Jesus il barista. Io e mia nipote ci sediamo al banco, ordinando due birre, ma Jesus non pare molto entusiasta di vederci.
"Cosa ci fai qui, Jericho Drumm?" esclama "Non sei il benvenuto da queste parti, ora chiamo il buttafuo...".
Mi slancio aldilà del bancone e lo afferro alla gola, inutile tergiversare o usare le maniere delicate con lui:"Allora, mettiamola così: o mi dici dove si trova la setta dove viene adorato" abbasso la mia voce affinchè solo Jesus possa sentirla "Yog Sothoth o ti ritroverai a rimpiangere i tuoi testicoli". Fa sempre presa puntare sulla virilità ormonale del proprio soggetto, sopravvalutano sempre le loro capacità in tale senso.
"Ehi, tu!" si fa avanti un omone "Lascialo subito andare o...". Improvvisamente si libra per qualche centimetro in aria, poi viene scaraventato contro un tavolo: ed a compiere tutto ciò è stata Colette, con un semplice gesto della mano!
Trattengo il mio stupore e mi rivolgo nuovamente verso Jesus:"Allora, facciamo la stessa cosa a te finchè non parli?".
"Senti, Drumm, so davvero poco: a volte qualche membro di quella setta è venuto qui e narrava di strani riti in una casa coloniale della zona nord, a due isolati da qui. E' tutto quello che so, giuro...".
"Lo spero anch' io per te, altrimenti sai già sarà la pena". Lo lascio cadere pesantemente a terra, poi mi avvio con Colette verso l' uscita. Nessuno tenta di fermarci o prova a parlare.

Mentre ci avviamo verso il luogo descritto da Jesus, fingo di dover telefonare ad una persona e mi stacco per qualche secondo da mia nipote. Sollevo la cornetta... in diretta col mondo degli spiriti.
"Daniel, cosa ne pensi di tua figlia?" chiedo. Accanto a me c'è una sorta di nebbia, che si confonde facilmente col nero della notte: è mio fratello.
"Davvero incredibile, Jericho: non so se sentirmi orgoglioso o preoccupato".
"Mi sembra però ancora acerba, alle prime armi".
"Già, forse le servirebbe un... maestro".
"Stai pensando a me, Daniel? Non penso di sentirmi adatto".
"Il fatto è che non vorrei vederla inorgoglirsi per le sue prime vittorie, magari pensare di essere invincibile. E pagarla cara. Ci tengo molto a lei".
Rimango in silenzio per qualche secondo, poi:"Va bene, fratello: diamole una possibilità, sperando che lei voglia accettarla".
"Ma prima c'è un' altra cosa da fare" conclude Daniel.

Avete presente quelle case spettrali che spesso si vedono nei film horror di serie B? Dove può annidarsi un alberghiere assassino o dove un tizio di nome Ash è costretto a segarsi una mano? Ecco, è proprio ciò che ho davanti a me: Marie Laveau sa certamente come fare scena. Eppure c'è ancora qualcosa che non mi torna.
"Zio Jericho, avverto una immensa carica mistica proveniente da quella abitazione" dice Colette. Io annuisco. "E ora?" chiede. Una domanda semplice, banale, a cui però non so rispondere: c'è sicuramente qualche trappola che mi aspetta una volta varcata la soglia, ma non posso certo rimanere qui immobile. Ma in quel momento spuntano altre persone che decidono per me: zombie! La cara Marie non rinuncia mai ai vecchi metodi.
Rilascio Daniel, mentre io e Colette cerchiamo di arginare la loro avanzata, scoprendo subito con orrore che possiamo fare poco o nulla! Ben presto perdo ogni contatto con mio fratello, mentre visi che di umano non hanno più nulla offuscano la mia visuale. Vengo sommerso e la stessa cosa capita a Colette. Perdo i sensi, precipito nell' oscurità, certo che non riuscirò mai più a vedere la luce.

O forse no.
Un debole spiraglio mi acceca per qualche secondo, poi riesco ad abituare gli occhi alla nuova stanza. Vi è solo una debole luce, che percuote costantemente i miei occhi: sono saldamente legato, riesco a malapena a girare la testa, ho come una sensazione di deja vu.
"Ben svegliato". Una voce sensuale, una voce suadente, una voce che incute paura: Marie Laveau. "Sai" continua "Lo sapevo che saresti venuto a cercarmi e dunque mi sono detta che era inutile faticare per catturarti. E così ho speso il mio tempo circondandomi di zombie più forti di quanto tu possa immaginare. Il resto è stato facile".
"Bel vestito, Marie" dico io, tentando di smorzare la tensione. Vestito, comunque, è un eufemismo: se c'è una cosa che questa strega non possiede è il senso del pudore. Come le ballerine del mio locale.
"Sei pronto al cambiamento?".
"Diciamo che ne avrei fatto volentieri a meno".
Marie ride, la sua risata mi da ai nervi:"Folle Jericho Drumm, pensi che io intenda sacrificare te? Allora ti sopravvaluti troppo! No, sto per consegnare alla storia un altro potente mago. Anzi, maga".
La verità mi colpisce come una frustrata e subito viene confermata: tre zombie portano Colette su un altare.
"Non farlo! O te ne pentirai!" urlo.
"Le solite vuote minacce" dice Marie "Quando costei si è introdotta nell' altro rito sacrificale ho sentito in lei una immensa potenza, una carica mistica senza pari, a cui ora mi abbevererò. L' ho seguita fin qui per poterla catturare".
"Daniel!" chiamo, senza ricevere risposta.
Spesso, in quell' ipotetico mondo perfetto che è quello supereroistico, i migliori piani criminali vengono sventati grazie alla loquacità e alla autoglorificazione dei malvagi. Non è il nostro caso: Marie Laveau cala il suo pugnale dritto sul cuore di Colette.
"NOOOO!" grido, un urlo di rabbia, di disperazione, di perdita totale. Poi il mondo attorno a me inizia a crollare.
Marie pronuncia alcune formule magiche ormai dimenticate, concludendo con un:"Vieni, Yog Sothoth, vieni". E Lui non si fa pregare: la stanza attorno a noi scompare e ci ritroviamo piombati in un altra dimensione, totalmente bianca. La prigione da cui sta per fuggire.
Ed è allora che lo vedo: potrei usare mille parole, darvi infinite descrizioni, ma sarebbero tutte inutili e non riuscirebbero a delineare l' orrore rappresentato da quell' essere. Yog Sothoth, il Grande Antico, il Male incarnato.
Ma le sorprese non sono finite. Il corpo di Marie inizia a crescere, sempre più: le sue vesti si strappano e rimane totalmente nuda, una bellezza straordinaria che fa da cornice ad un animo totalmente malvagio. Vuole essere accanto a Yog Sothoth durante la sua opera di distruzione. E vuole essere uguale a lui. Un vortice nero si apre davanti a loro.
La bianchezza della dimensione viene contaminata dal sangue di Colette, la prima delle vittime innocenti della furia del mostro. Chino il capo, certo della nostra fine.
Poi accade: mi ritrovo libero. Mi volto: Daniel alla fine è riuscito ad arrivare, ma ormai pare troppo tardi. Nella sua forma spiritica osserva il corpo immobile di sua figlia, non oso immaginare quali pensieri si stiano agitando dentro di lui. Poi si gira verso di me: la sua è una strana espressione, non pare arrabbiato o preda dell' ira. Poi capisco: è un addio.
"No, Daniel!" lo chiamo. Ma lui, imperterrito, continua: si avvicina a Marie, che ancora ride per il suo trionfo e, senza che lei se ne accorga, penetra nelle sue narici. La risata della strega si blocca, poi si porta le mani al petto, grandi spasmi di dolore la stanno dilaniando. In qualche modo Daniel sta prosciugando la sua forza vitale. Infine il suo corpo inizia ad esplodere: fiotti di sangue appaiono dovunque, impregnandola della sua stessa malvagità. E nel suo stesso sangue lei affoga, mentre Yog Sothoth grida per la rabbia e la disperazione: ha perso la sua compagna. So che non mi rimane molto tempo e mi tuffo all' interno del vortice.
Vi è una ultima, terribile deflagrazione, poi, all' improvviso... ricompaio nella casa coloniale. Mi guardo attorno incredulo, il nostro mondo a quanto pare è ancora qui. Marie Laveau, il tramite tra la Luce e l' Oscurità, non esiste più, Yog Sothoth ha perso la sua unica via di uscita.
Anch' io, però, ho perso molto: non avverto più la presenza di Daniel, l' ho perso per la seconda volta. Stavolta per sempre. Mi avvicino al tavolo dove Colette è stata sacrificata, accanto a lei le ceneri degli zombie, polverizzati dalla magia di Marie Laveau. Il sangue di mia nipote macchia il tavolaccio dove ha vissuto i suoi ultimi attimi, il suo corpo non c'è più, perso nella dimensione di Yog Sothoth. Mi inginocchio, le lacrime iniziano a solcare il mio volto, sennonché...

"Zio Jericho!".
La voce di Colette? Ma come è possibile?
"Colette?" la chiamo incredulo "Sei viva? Ma dove sei?".
"Ecco, sapevo di non avere speranze contro Marie Laveau e ho fatto sì che la mia essenza vitale trovasse un rifugio".
"Dove?".
"Beh... Dentro di te".
Rimango in silenzio per un intero minuto ed alla fine posso solo esclamare:"Cosa?".
"Non sapevo nemmeno se l' incantesimo avrebbe avuto successo" dice lei, poi la sua forma astrale appare davanti a me.
"No, di nuovo, è successo di nuovo!" esclamo.
"Di nuovo?".
"E' una lunga storia di cui ti parlerò e che riguarda tuo padre".
"Purtroppo non potrò più ritornare nel mio corpo e non posso rimanere in questa forma in eterno: ho bisogno di un corpo ospite per recuperare le forze ed il tuo sarebbe il più adatto".
Credo per qualche istante di stare vivendo in un sogno, mi viene quasi voglia di ridere: poi mi rendo conto che stasera nessuno ha vinto.
Esco dalla casa, con la forma astrale di Colette alle spalle, il sole sta sorgendo all' orizzonte. Avverto meno forte la presenza della cappa d' oscurità.
"Guarda, Colette, non trovi che l' alba sia meravigliosa?".

FINE

Note dell' Autore: E dopo i Difensori, dopo i New Warriors, dopo Dracula, dopo i Figli della Mezzanotte e dopo gli illustri sconosciuti delle serie di Valerio Pastore... ecco tornare in auge per MarvelIT anche Jericho Drumm, alias Fratello Voodoo.
Certo, per ora ci limitiamo a questo one-shot, che speriamo abbia lasciato il segno, ma non abbiamo certo intenzione di fermarci qui: siamo certi che il buon Jericho ricomparirà prima o poi su "Tomba di Dracula" ed in futuro, chissà, magari sarà protagonista di altre storie a solo. Ma per ora vi salutiamo ringraziando Len Wein e Gene Colan per aver dato forma e sostanza a questo straordinario personaggio.
Ah, un' ultima cosa: se non sapete chi siano Yog Sothoth e i Grandi Antichi correte subito alla più vicina libreria ed acquistate le antologie con i racconti di H.P. Lovecraft, magari vi spaventeranno, cosa che successe a me quando li lessi alla tenera età di sedici anni. Bei tempi, quelli.