DESTINO

di Fabio Furlanetto

 

INTERVISTA CON DESTINO

 

La gente tende a considerare Latveria come un paese uscito da una favola dei fratelli Grimm, sormontata dal Castello Von Doom. Parte delle mie aspettative sono state rispettate, ma la presenza del castello non è così dominante se non a Doomstadt, la capitale. La limousine nera attraversa in pochi minuti la strada che separa il paese dal castello.

Lungo la via principale non si vede nessuno, nonostante l’occasione sia decisamente rara. Per la prima volta il monarca di Latveria ha acconsentito a rilasciare un’intervista ad un giornale straniero: le uniche dichiarazioni alla stampa sono state fatte da dei subalterni all’ambasciata latveriana a New York, una delle più attive nel mondo.

Quando chiedo di poter leggere uno dei giornali locali (acquistabili solo a Latveria) per avere un’idea della sua presenza nell’informazione, l’autista mi risponde con una frase secca che il traduttore tascabile datomi all’aeroporto traduce all’istante.

Arrivati al castello mi accorgo che il portone d’ingresso, che secondo le guide turistiche ha più di quattro secoli e protegge il castello dai malefici, è protetto da due robot alti due metri e mezzo. Ne ho già visti alcuni in vecchie foto dei Fantastici Quattro all’ambasciata latveriana. Il paese ne è pieno e l’aeroporto ne è praticamente presidiato.

All’entrata, un funzionario minore mi spiega che l’orario dell’udienza mi è stato comunicato erroneamente e che la vera udienza avverrà cinque minuti dopo. Quando accenno ad un ritardo del re mi risponde descrivendomi l’inchino corretto. Cerco di far passare il tempo con una conversazione ma al suo rifiuto categorico mi ritrovo ad osservare i quadri che ritraggono invariabilmente Von Doom.

Allo scadere esatto dei cinque minuti (non esistono ritardi a Latveria) le porte si aprono e nella stanza entra re Victor Von Doom nella sua armatura. Con una mano tiene il mantello verde elegantemente ripiegato e con l’altra ordina senza parole di inchinarci. Dopo l’inchino il funzionario se ne va ad un cenno del re che torna sui suoi passi. Lo seguo e dietro le porte si chiudono da sole.

Ci troviamo nella sala del trono, più piccola di quanto immaginassi. I quadri sono moltissimi, ritratti della famiglia del re (tra cui spicca uno della madre in posizione frontale rispetto al trono), due Van Gogh, un Picasso e tre Renoir.

-Può spegnere il traduttore- mi dice in un perfetto inglese senza il minimo accento latveriano.

-Desidera sedersi?

-Se posso, vostra maestà.

Von Doom schiocca le dita con un tintinnio metallico ed un servo robot mi porta un’antica sedia in legno. Estraggo il registratore e lo accendo.

-La ringrazio per l’udienza, sire. Cosa l’ha spinta, dopo tanti anni, a rilasciare un’intervista ad un giornale americano?

Quando parla, Von Doom soppesa bene le parole, fa piccole pause e ogni sua frase è una sentenza scolpita sulla pietra.

-Un re deve anche far capire ai suoi alleati la propria benevolenza verso di loro. E nonostante alcuni screzi passati Latveria e l’America sono alleate.

-Lei ha recentemente incontrato il Presidente. Lui ha dichiarato di essersi sentito davanti ad Einstein ed a Cesare in una sola persona. Lei cosa pensa di quell’incontro?

-E’ stato un colloquio breve e futile. Il suo presidente non è stato in grado di mantenere i nervi saldi davanti ad un governante che non fosse un politico ed abbiamo semplicemente rinnovato gli accordi commerciali precedentemente presi.

-Ci sono state alcune proteste a riguardo, dato che lei indossava l’armatura.

-Il problema non è stato posto dato che i sistemi offensivi erano disattivati.

-Mi perdoni, sire, ma non è inusuale che un capo di stato sia costantemente armato?

-Un regnante ha il diritto di difendere la propria persona.

-Non può essere questo un motivo di tensione nei suoi incontri con altri capi di stato?

-Sfortunatamente ignoranza e superstizione sono comuni anche tra i governi.

-Tornando all’argomento commerciale, Latveria è rimasta in isolamento fino a tempi relativamente recenti. Ora è tra i paesi leader dell’esportazione di alta tecnologia pur basando le proprie entrate interne sull’agricoltura. Ha in programma un’espansione industriale?

-I paesi cosiddetti avanzati tendono a ricoprire il proprio territorio di industrie, avvelenando i propri cittadini. Così non sarà per Latveria.

-La situazione è però, se permette, precaria, dato che ogni volta in cui lei non è stato al potere l’economia è crollata.

-L’accentramento del potere comporta rischi simili in mancanza di fidati luogotenenti.

-A proposito di accentramento di potere, secondo i più moderati la sua situazione politica è superata mentre c’è chi la definisce un dittatore.

-L’America è oppressa dall’inquinamento, nella mia Latveria si respira aria fresca. In America le strade sono piene di criminali, a Latveria i cittadini dormono sonni tranquilli. Cosa funziona di più, la democrazia o la monarchia? La storia darà ragione a Destino. Inoltre la mia posizione è ben accetta dai miei sudditi.

-A proposito di inquinamento, lei stesso ha progettato le piattaforme di mantenimento ambientale che controllano il clima. Ha pensato di dividerne i progetti con altri paesi?

-Ho suggerito il loro utilizzo a patto che fossero costruite a Latveria ma nessun governo ha ancora accettato.

-Sono vere le voci di armamenti nucleari latveriani?

-Non vi è onore nello sterminio di innocenti, e Destino è un uomo d’onore. Inoltre, tali armi sono obsolete.

-Cosa pensa delle critiche sulla soppressione dei diritti umani a Latveria?

-I cittadini mi obbediscono non perché ciò gli è imposto ma perché sanno che il mio intelletto ed il mio potere sono al loro servizio.

-Eppure in un recente sondaggio lei è stato indicato come uno dei maggiori nemici d’America.

-L’America dovrà temermi solo se minaccerà un latveriano.

-Finora Latveria ha mantenuto una politica di non intervento nelle questioni degli altri paesi, ed in particolare riguardo alla guerra che ha colpito i paesi balcani confinanti con Latveria.

-Ovviamente deploro l’operato dei paesi belligeranti ma le ricordo che Latveria si tiene sempre neutrale per principio in questi casi, dato che in conflitti del genere l’intervento di una potenza la cui superiorità è netta causa solo maggiori danni agli innocenti.

-Cambiando argomento, come commenta i suoi legami con i super-esseri? Tranne re T’Challa di Wakanda, membro dei Vendicatori, nessun regnante ha avuto così tanti incontri con essi.

-Casualità, spiacevoli malintesi e in rari casi conflitti di interessi con Latveria.

-Anche per quanto riguarda i Fantastici Quattro? La sua rivalità non solo intellettuale con Reed Richards è ben nota.

-Quando due intelletti simili vengono in contatto i contrasti sono inevitabili. Tuttavia non esiste rivalità, solo la risolutezza di Richards a non ammettere i propri errori.

-Sempre a proposito del professor Richards, lei è stato messo al secondo posto dopo di lui nella lista dei fisici più importanti di questa metà del secolo nella rivista Time.

-Propaganda anti-latveriana. Il mio genio è incontestabilmente superiore a quello di Richards, ma essendo egli stesso l’unico in grado di comprendere il mio lavoro nessuno lo ammette.

-Eppure il suo lavoro è ben noto in campo scientifico. Alcuni fisici sostengono addirittura che lei avrebbe creato una macchina del tempo funzionante.

-Sappia che spesso le fughe di notizie sono inattendibili o non verificabili. Ciò che lei e gli scienziati siete venuti a sapere deriva da colloqui con vari governanti, i cui argomenti sono incontestabilmente segreti alla massa.

-Capisco che preferisca non commentare, ma lei e Richards avete pubblicato degli studi in proposito in passato.

-I fatti lo dimostrano, anche se in verità gli studi di Richards non sarebbero stati portati a termine senza di me.

-A proposito di studi, lei è conosciuto come Dottor Von Doom ma non ha mai conseguito il dottorato alla Empire State University.

-Ho abbandonato gli studi data l’arretratezza delle nozioni insegnate nelle università americane. Io stesso ho riveduto, dopo averla creata, la facoltà di fisica di Haasenstadt, dove ho conseguito in seguito un dottorato ad honorem.

-Non si conosce quasi niente della sua vita privata. Ha dei confidenti o degli amici che la consigliano nel suo operato?

-Il mio solo confidente ed amico è Boris, vecchio amico di mio padre.

-Lei è l’ultimo Von Doom vivente e data l’ereditarietà del titolo, chi sarà re dopo di lei? Si sa che aveva designato il giovane Kristoff Vernard come suo erede, ma non si è più saputo nulla di lui.

-Kristoff non è più mio erede in quanto si è dimostrato inadeguato. Per quanto riguarda la mia successione è ancora troppo presto per dichiararmi.

-Lei è anche noto come un brillante roboticista. Sono vere le voci secondo cui molti dei suoi robot a sua immagine e somiglianza, i Doombot, hanno fatto le sue veci anche come regnati?

-I miei robot sono talmente perfetti da essere indistinguibili da me ed in passato me ne sono servito per proteggere il castello, ma mai Destino lascerebbe regnare una macchina.

-So che lei preferisce non dichiarare la causa delle sue ferite facciali, nonostante le abbia nominate in alcuni suoi comunicati, ma ha mai pensato di ricorrere alla chirurgia plastica?

-Il volto non è importante. Conta la maschera, che è il simbolo della mia forza intellettuale e del mio fervore per Latveria.

-Per lei le tradizioni ed il suo popolo sono molto importanti, vero?

-Più della mia vita.

-Come vede la situazione internazionale dei popoli zingari, come quello da cui provengono le sue origini?

-Latveria è stata in grado di restare libera dai regimi comunisti dei paesi confinanti grazie a me, ma al mondo nessuno può considerarsi pari a Destino. Tuttavia, ogni situazione può essere risolta con la dovuta determinazione.

-Ritornando alla concezione che l’America ha di lei, lei è stato più volte definito un super-criminale.

-E’ disdicevole che la popolazione americana non distingua Destino da un volgare criminale. Certo alcune mie aspirazioni possono essere simili a quelle di questi individui che chiamate con assai poco ingegno “super-criminali”, ma le intenzioni di Destino sono sempre onorevoli e per il bene del suo popolo. Ora temo che il tempo della sua udienza sia terminato.

-Ci sarebbero altre domande che vorrei farle…

-Il mio tempo è prezioso. Se ha ulteriori domande concernenti il mio governo può chiedere ai miei subalterni e sono sicuro che le spiegheranno senza lamentarsi i vantaggi di vivere a Latveria.

Si alza dal trono e così faccio anch’io, inchinandomi. Se ne va con passi decisi e subito le porte si aprono per farlo passare. Dall’altra porta entra il funzionario di prima che mi riporta nella limousine. Entro un’ora sono all’aeroporto dove all’entrata trovo un robot che mi analizza con un raggio e mi dice che posso passare. Il mio aereo per New York parte tre minuti dopo.

Efficienza latveriana.