MarvelIT Presenta:
L' ULTIMA STORIA DI DEATHLOK
Parte 2

 

Per usare una frase fatta, la vita scorreva tranquilla e felice. Fino al 1982. I bambini andavano a scuola, gli innamorati si baciavano sulle panchine, gli amanti si incontravano di nascosto, gente veniva promossa, altra bocciata. E poi ovviamente c’erano le consuete battaglie supereroe contro supercriminale. Il continuo ciclo della vita, a volte noioso, a volte eccitante.
Poi arrivò il 1983: arrivò la cosiddetta Operazione Purga. La Brand Corporation, una filiale della Roxxon Oil, diede vita verso la metà degli anni ‘70 al Commando Ennesimo, un gruppo clandestino dedito allo sviluppo del Proiettore Ennesimo, un congegno in grado di aprire varchi tra la nostra realtà ed infinite altre. Intento delle Brand e della Roxxon era quello di epurare il mondo di tutti gli esseri dotati di superpoteri: anni di attenta preparazione e pianificazione, che sfociarono infine in quella drammatica Operazione del 1983. Ancora un anno e George Orwell avrebbe festeggiato.
Il Commando fece irruzione nei vari quartieri generali dei supergruppi… Vendicatori, Fantastici Quattro, X-Men, Difensori… cogliendoli di sorpresa ed usando contro di loro i Proiettori Ennesimi per scagliarli in realtà ostili dove incontrarono una rapida morte. Eliminati i gruppi principali, i singoli eroi rimasti in vita furono cacciati e neutralizzati con sorprendente facilità. Rimossi i principali ostacoli alla sua supremazia, la Roxxon fece ciò che da anni voleva fare: lanciare i suoi uomini in un tentativo di assumere il controllo totale degli Stati Uniti d’ America.
Ma per ogni piano apparentemente perfetto vi è sempre una falla: i Proiettori Ennesimi avevano dei limiti, erano occorsi anni per sviluppare l’ energia necessaria per l’ Operazione Purga e ce ne sarebbero voluti altri per rigenerarla. La Roxxon avrebbe dunque dovuto affidarsi per i suoi scopi di dominio a mezzi più convenzionali, ma scoprì che non fu così facile come aveva pensato. Lo scontro durò a lungo, sembrò quasi infinito: le vittime aumentavano, il governo si scisse ed emersero vari gruppi di potere, il più delle volte schegge impazzite, dai precedenti organi esecutivi. Alla fine vinceva solo la Morte.
Le ripercussioni sul resto del mondo furono spaventose: la guerra devastò il Medio Oriente e fu seguita da altre lungo tutto il pianeta. Quando alla fine un attacco distrusse New York ed una decina di città americane nessuno fu certo di chi lo avesse lanciato. Ma l’ umanità era testarda e sopravvisse, creando decine di gruppi armati, ognuno pronto a ritagliarsi la sua fetta di potere. E come ciliegina sulla torta di questo panorama, la fascia d’ ozono che proteggeva la Terra dai raggi solari cadde, emanando sul pianeta terribili radiazioni capaci di provocare gravi tumori.
Ed in mezzo a questo caos emerse un uomo: il Colonnello Luther Manning. Anche se l’ esercito americano era praticamente soltanto un ricordo, lui fece di tutto per non farlo rimpiangere. Ma i suoi sogni di gloria e le sue speranze si infransero un brutto giorno del 1985, quando durante una esercitazione camminò sopra una mina, che gli esplose dritta in faccia, dilaniandolo.
Ma quella che poteva essere la sua fine, si rivelò un inizio. Forse l’ inizio di un lungo incubo. Venne preso in consegna dai due fratelli Simon e Harlan Ryker, il primo a capo di una potente fazione militare, il secondo uno scienziato, e la sua mente venne trasferita all’ interno di un corpo cibernetico, una macchina assassina vivente. La perfetta fusione di uomo e macchina: Deathlok.
Erano chiari gli scopi per cui i Riker l’ avevano ideato: aumentare grazie a questo inarrestabile cyborg la loro fetta di potere. Ma andò loro male: Deathlok riuscì a ribellarsi e a riacquistare una coscienza propria, che gli permise di fuggire e di iniziare a combattere per altri ideali, in un mondo sempre meno idealista. Era il 1990 e l’ agonia di Luther Manning era appena cominciata. Trovò nel corso del suo impervio cammino altri compagni di sventura ed insieme a loro provò a dare una scossa all’ ambiente e nello stesso tempo a riconquistare la sua umanità. Ma l’ unico risultato che ottenne in tal senso fu quello di avere un corpo clonato con le stesse memorie di Luther Manning, oggi perduto per sempre peraltro. Ad un tratto Deathlok venne catapultato in un altro mondo, dove quei tragici eventi che lui aveva vissuto dovevano ancora avverarsi. Per lui era una possibilità più unica che rara: poteva davvero cambiare il futuro. Non fu una cosa facile, ma insieme ad alcuni eroi di quel mondo ci riuscì, tornando infine nella sua era ed avendo apparentemente la meglio sul suo creatore, Hellinger, alias Harlan Ryker, mutato anch’egli in una fusione di uomo e macchina.
Ma l’ incubo era ben lungi dall’ essere finito: Hellinger ritornò in un corpo clonato, più potente e spietato che mai. Cacciò ed uccise tutti gli alleati di Deathlok, da Godwulf al Bucaniere, a Iron Butterfly. Finché il cyborg rimase solo. Deciso più che mai a continuare la sua personale guerra, si ritrovò in pratica nel ruolo di Davide contro Golia: e non aveva nemmeno una fionda. Oggi dunque l’ esercito personale di Simon Ryker controlla gran parte della costa ovest degli Stati Uniti e si sta rapidamente espandendo: ma non dimentica il suo vecchio nemico che si è rifiutato di divenire una sua pedina. Deathlok ha ormai perso il conto di quanti attentati siano stati lanciati contro di lui. L’ ultimo è avvenuto pochi giorni fa ed a pagare caro è stata una bambina innocenti di nome Lucy. Il tutto mentre il corpo del cyborg viene divorato dall’ interno da un sofisticato virus informatico concepito da Hellinger, che gli lascia ormai poco tempo.
L’ anno è il 1999. Se esistessero ancora le feste comandate, oggi sarebbe Natale. Ma nessuno in giro nel mondo ha voglia di addobbare abeti o mettere in scena presepi per ricordare una scena il cui valore simbolico ormai sfugge a chiunque. Le radiazioni sono ormai sempre più forti e letali e nessuna cura è stata ancora trovata. Ma l’ uomo che sta correndo disperatamente per le solitarie strade di quella che un tempo era la metropoli di Los Angeles ha ben altre preoccupazioni in mente: proiettili fioccano da tutte le parti, fin troppo vicini per i suoi gusti. Ad un certo punto, svolta un angolo e capisce subito di aver commesso l’ errore più grande della sua vita. Un vicolo cieco. Subito si volta per tornare da dove è venuto, ma lui è lì ad aspettarlo.
Sembra immenso in quella sua forma robotica e gli procura più brividi di terrore lungo il corpo. Avanza, ogni passo attentamente studiato. “Bene, ho davanti a me un ex generale dell’ esercito di Simon Ryker” afferma Deathlok.
“Ex?” dice l’ altro con voce tremante.
“Sì, perché quando avrò finito con te credo proprio che non potrai più essere di alcuna utilità ai fratelli Ryker”. Manning gli punta la pistola sulla fronte e preme forte, fino a lasciargli il segno. “Puoi ben immaginare cosa accadrà se non mi dirai la verità, considera anche che ti ho disarmato con irrisoria facilità poco prima. Quanti?”.
“Quanti cosa?”.
“Quanti innocenti hai ucciso per ordine dei Ryker?”.
“Trecento” risponde subito lui “Forse di più, non ricordo. Sono stati così tanti”.
“Già, davvero tanti. E mai una volta che tu ti sia fermato a pensare se quello che facevi era giusto: forse perché non sei capace di pensare, dico bene?”.
“Bene, benissimo” ribatte l’ altro accondiscendente.
“Allora vediamo di capovolgere tutto questo: ti farò molto meno male se mi indichi il più vicino covo dei Ryker”.
“Io non lo so, davvero”. Deathlok preme più forte la canna della sua pistola contro la fronte del malcapitato. “Aahhh, ti prego, basta. Ti giuro che non so…”. Deathlok spara un colpo che colpisce il muro dietro l’ uomo e lo rende temporaneamente sordo. “D’ accordo, d’ accordo” grida mentre un forte ronzio gli percuote le orecchie “So di una base, si trova dove un tempo vi era la sede locale della Roxxon”.
“Ma se è tutta decadente” critica Manning.
“Appunto: chi penserebbe di cercare lì?”.
Deathlok abbandona la presa sull’ uomo:”Bravo, ti sei comportato bene”.
“Vuol dire che mi lasci vivo?”.
“Certo, ti lascio vivo”. Poi spara due colpi alle gambe dell’ uomo, che inizia ad urlare per il dolore. “Ma non intatto”.
“Figlio di puttana, perché l’ hai fatto?”.
“Hellinger e Simon Ryker mi hanno privato di ogni mia speranza di umanità. Tu paghi le loro decisioni. Ti ho gambizzato e non so quanti vorranno fornirti adeguate cure mediche. Ma stai tranquillo, presto quei dannati fratelli avranno un destino peggiore. E se mai tu avessi la possibilità di parlare con loro, improbabile però non è una ipotesi da scartare, digli che sto facendo tutto questo per Lucy”. Infine il guerriero svanisce nella notte.

Base segreta di Simon Ryker.

“È ancora vivo, dunque?” chiede Hellinger.
“Sì” conferma suo fratello “E ha deciso di scatenarsi: in queste ultime settimane ha distrutto dodici nostre installazioni ed ucciso molti nostri uomini. Una grave perdita, sia economica che di potere”.
“Non capisco: finalmente è diventato il guerriero che volevamo sempre fosse, ma ora più che mai è contro di noi. Non ha mai agito in modo così spietato prima d’ ora”.
“Credo comunque che la sua strada stia bruscamente per terminare”.
“Come mai?”.
“È diretto alla base di Los Angeles”.
“Oh, quello che tutti hanno definito il Crocevia dell’ Inferno. E come erano nel giusto, soprattutto perché ci ho messo le mani io” afferma Hellinger.

Ex stabilimento Roxxon di Los Angeles.

Per un istante Deathlok si convince del fatto di essere stato ingannato: questo edificio sembra davvero troppo decadente per ospitare un rifugio. In questo caso, comunque, quel farabutto l’ ha pagata cara. Al prossimo che fa il furbo mirerà all’ inguine. Tuttavia non sarebbe la prima volta che le apparenze ingannano.
Il guerriero entra nell’ ex stabilimento, percorrendo un lungo corridoio che sfocia infine in una immensa sala ovale, piena di quelli che un tempo erano computer funzionati: persino i ragni e gli scarafaggi hanno abbandonato questo posto. Rimangono solo le ragnatele e la polvere. Deathlok avanza con circospezione all’ interno di questo stabilimento, misurando ogni passo: ma questo non gli impedisce di mettere un piede in fallo e, per via del suo imponente peso, precipitare verso il basso. La brusca caduta si interrompe svariati metri più in basso, provocando una immensa fitta di dolore lungo tutto il corpo di Deathlok, acuita dalla sofferenza interna che continua a provare. Rimane lì immobile per svariati minuti, infine si rialza: c’è solo oscurità davanti a lui. Avanza a tentoni, intensificando ogni suo senso.
“Computer, forme di vita?”.
“Skkrkzzz… Nessun… Skrrr”. Ed anche il computer sta per abbandonarlo.
Il guerriero continua ad avanzare, fino a quando un breve sprazzo di luce inizia a perforare l’ oscurità. Quella luce proviene da una ampia sala, nella quale sono stati piazzati alcuni riflettori, miracolosamente ancora funzionanti. Al centro di essa vi sono delle strane armature: immense, di color giallo, con delle protuberanze simili a piccoli tubicini.
Deathlok vi si avvicina con cautela e legge su uno di essi questa scritta: MANDROIDE 456. SHIELD. Quest’ ultima parola non gli è nuova, ha sentito parlare di questa organizzazione: era al servizio del governo degli Stati Uniti, ma si è immediatamente disciolta dopo l’ inizio dei conflitti che hanno segnato la scomparsa del suo leader, Nick Fury. In ogni caso Luther Manning non nota nulla di interessante qui, sicuramente non è una base dei Ryker, è stato ingannato.
O forse no? Improvvisamente il visore di uno dei Mandroidi inizia a risplendere di una sinistra luminescenza e poi una voce si propaga nella sala:”Benvenuto, Deathlok. Benvenuto al tuo spettacolo finale”.
“Hellinger, dove ti nascondi, codardo?”.
“Sicuramente non qui, intelligentone. Cosa ti aspettavi da un codardo, dopotutto? Comunque avrò un posto in prima fila per lo spettacolo più bello, la tua totale distruzione”.
“Non contarci: devi pagare per quello che hai fatto, hai ucciso tutti i miei amici, una bambina innocente…”.
“Vittime di guerra, ci sono sempre state, sempre ci saranno. Ma io non pagherò un bel niente: ho riprogrammato questi robot e… ma scoprilo tu stesso”.
“Hellinger… Hellinger, bastardo, aspetta…”.
In quel momento una raffica energetica rischia quasi di colpirlo, solo i suoi incredibili riflessi evitano il letale impatto. Poi tutti i Mandroidi presenti iniziano ad avanzare verso di lui. Luther Manning spara dei proiettili contro di loro, ma rimbalzano tutti.
“Non ho tempo per queste stronzate!” urla Deathlok. Guarda il soffitto, non reggerà ancora per molto e tutta questa struttura sta per crollare. Allora estrae una granata e la lancia in mezzo ai Mandroidi, poi si allontana quanto più possibile.
L’ esplosione è deflagrante e si propaga dai sotterranei fino ai piani più alti: ed in pochi secondi l’ ex stabilimento della Roxxon crolla definitivamente. Per svariati minuti vi è una intensa cortina di fumo che non abbandona la zona, infine vi è solo il silenzio.

Base segreta di Simon Ryker.

“È morto?” chiede il generale dell’ esercito.
“Non possiamo esserne certi” risponde Hellinger “Ci è sfuggito così tante volte. Ed in ogni caso ha appena distrutto uno dei nostri più importanti arsenali: quell’ essere sarà una nostra eterna spina nel fianco, il giorno in cui ci libereremo di lui non sarà mai abbastanza festeggiato”.

Los Angeles.

Nessuno osa avvicinarsi alle macerie dell’ ex stabilimento Roxxon, la paura è l’ unica compagna per molti degli abitanti di questa città. Per ore dunque vi è solo un silenzio irreale, carico di tristi presagi. Poi, improvvisamente, dal mucchio più alto di detriti, alcuni ciottoli iniziano a rotolare. Finché diventano una piccola valanga, che crea un buco sotto le macerie: un buco dal quale esce poco dopo un dolorante Deathlok.
“Non… Non è così facile distruggermi, Hellinger” pensa Luther Manning “E poi il mio desiderio di uccidere te e tuo fratello è capace di superare ogni ostacolo”.
Compie alcuni passi, poi una fitta lancinante lo coglie al petto, facendogli a stento trattenere un gemito di dolore. “Quel dannato virus… Si sta facendo strada dentro di me a gran velocità”.
“Skkkrrzzz… Attenzione, sistemi in decadimento” annuncia il computer “Crollo totale previsto tra 130 ore e 56 minuti… Skkkrzzzz”.
“Sono più che sufficienti” afferma Deathlok “Ma non posso continuare questa mia lotta da solo. Devo trovare al più presto qualcuno che mi aiuti, che mi indichi dove si annidino i fratelli Ryker”.
E così si incammina: spera di ritrovare quel generale da lui gambizzato alcune ore fa, deve completare un certo lavoretto con lui per l’ inganno che ha voluto perpetrargli.
Il 26 dicembre è iniziato da poche ore e mentre un alba color rosso sangue inizia a fare capolino, Luther Manning si avvia verso la sua fine.

CONTINUA...

Note dell' Autore: Il paragrafo iniziale presenta un lungo excursus, con qualche mio elemento aggiuntivo, sugli eventi principali del mondo alternativo di Deathlok, con tanto di date. Ricordiamo, però, che quando venne presentato (metà degli anni '70) questo si poneva come uno dei tanti futuri alternativi della Marvel (la saga originale si svolgeva prevalentemente nel 1990, noi l' abbiamo spostata in avanti di circa un decennio). Futuro poi sventato da Deathlok stesso e Capitan America su Capitan America & I Vendicatori 29/31. Ma questo ora poco conta, ha importanza solo la resa dei conti tra il cyborg ed i fratelli Riker, le sue spine nel fianco, nonché i suoi creatori.