Numero 3

 

di Andrea Garagiola

 

 

Per Scott Lang, la figlia Cassie è sempre stata il centro del mondo. Se lei non ci fosse stata, lui non sarebbe quello che è ora. Un padre. Un eroe. Un uomo distrutto dal dolore.

Ha sempre lottato strenuamente per conservare quei pochi attimi di felicità mensile con la figlia, ma la sua ex-moglie Peggie ha sempre cercato di tenerla alla larga dal mondo dei supereroi. Come darle torto? È un mondo pericoloso, un mondo in cui una ragazzina come Cassie non può vivere. Si merita di meglio. Il lento declino dell'eroe che il mondo conosce come Ant-Man inizia con una fredda e dolorosa telefonata: Peggie ha deciso di non condividere più con lui l'affidamento della figlia. Il dolore attanaglia il suo cuore in una gelida morsa. Un cuore da eroe, un cuore forte che ha saputo affrontare tragedie e sfide che un normale essere umano non potrà mai provare in dieci vite. Ma anche un cuore di padre, un cuore fragile che si frantuma in mille pezzi come un delicato cristallo.

 

Ubriaco e perduto nella valle della disperazione affronta un energumeno in una rissa da bar uscendone sconfitto. La ferita infertagli da un criminale poche ore prima si è riaperta con la colluttazione e Scott si ritrova solo e privo di sensi a terra in un vicolo.

 

L’uomo dietro Ant-Man si risveglia privo di ricordi in un mondo sconosciuto abitato da uomini-insetto. Soccorso da Mirmeci, un’anziana donna-formica, Scott cura le sue brutte ferite e inizia ad ambientarsi nel nuovo mondo alieno in cui si ritrova catapultato. Con le fattezze nascoste da pesanti abiti, si reca in paese insieme a Mirmeci per il giorno di mercato. Un gruppo di feroci Vespidi attacca la piazza, nello scontro i vestiti che celano il volto di Scott vengono strappati e le guardie della Regina, vedendo le vere fattezze dello straniero, lo arrestano e lo conducono nelle prigioni.

 

Mentre da qualche parte accade tutto ciò, nel mondo che noi ben conosciamo una ragazza inizia a chiedersi che fine abbia fatto il più piccolo dei Vendicatori...

 

 

UN MONDO SENZA ANT-MAN

ANTHILL KING - Speciale

 

di Luca Losito e Andrea Garagiola

 

- Cassie! -

- Cos’hai da strillare, mamma!? -

- Accidenti, Cassie! Vuoi rispondere quando ti chiamo? -

- Mamma! Ti ho risposto. Che c’è? Sei sorda per caso? -

- Non rispondere così a tua madre.. - Peggie Rae, nel difficile ruolo di madre di un’adolescente ed ex-moglie di un Vendicatore, raggiunge la figlia in sala da pranzo e la investe con una di quelle occhiatacce che solo le madri infuriate sanno dare. - Quante volte ti ho detto di mettere a posto la tua camera? È un inferno là sopra. -

- E io quante volte ti ho detto di non entrare in camera mia? -

- Cassie!! -

- Va bene, ‘ma. Appena finisco la colazione, prima di uscire, rimetto a posto la camera, contenta? -

- Anche questa mattina devi andare dal Dottor Pym? -

- Sì... non vorrai fare anche questa volta una scenata? -

- No, cara... È solo che... Non puoi andare da un dottore... “Normale”? -

- Il Dottor Pym è un amico di papà e una delle menti più brillanti del pianeta. Sono in buone mani. Henry dice che forse ha capito perché ultimamente ho avuto questi mancamenti, l’ultima volta mi ha prelevato un campione di sangue e oggi mi dirà i risultati. -

- Beata gioventù... Non sei nemmeno un po’ preoccupata? E se fosse qualcosa di grave? -

- Oh, mamma... Sempre allarmista! Non sarà nulla e sono fiduciosa che il Dottor Pym possa aiutarmi... Di qualsiasi cosa si tratti. - Cassie trangugia un cucchiaio di latte e corn-flakes e, con una spensieratezza che la madre non riuscirà mai a comprendere, cambia subito discorso. - ... Piuttosto, l’hai comprata tu questa porcheria da quattro soldi? - Indicando con il cucchiaio gocciolante una copia di uno scadente settimanale scandalistico.

- Eh? Oh, sì... Non sapevo cosa leggere dal parrucchiere e ho comprato la prima cosa che ho trovato al supermercato. Non l’ho ancora sfogliata... -

- Ma hai visto che razza di stupido titolo c’è in copertina? -

- No. Non ci ho fatto caso... -

- “Il mondo senza Ant-Man!”, sono proprio curiosa di leggere le fesserie che ci sono scritte dentro. -

- Non darci troppo peso, Cassie. Sono giornalacci... - Ma la ragazza è troppo presa dall’articolo per dare retta al consiglio della madre. Ben presto va oltre il “darci troppo peso” e getta a terra la rivista infuriata. - Cassie?! -

- Papà è un eroe! - Si morde il labbro e trattiene a stento le lacrime. - Come si permettono questi idioti di parlare male di lui? -

- Calmati, tesoro. Cosa c’è scritto? -

- Questi giornalisti da strapazzo si interrogano se il potere di papà di rimpicciolirsi e di comandare le formiche sia realmente utile rispetto ai suoi colleghi Vendicatori... Leggo una cosa del genere e tu mi dici di calmarmi? -

- È gente che non sa quante persone Scott ha salvato con i suoi poteri... Lasciaglielo dire, noi sappiamo che Ant-Man è un eroe. -

- Sarà... Ma finché ci saranno in giro riviste del genere, il mondo penserà che papà sia un buono a nulla. E non è così. - Cassie raccoglie la sua borsa e il giubbotto e si dirige furiosa verso la porta d’ingresso.

- Te ne vai così? Non hai nemmeno finito la colazione... -

- Meglio che faccio quattro passi per calmarmi prima di andare dal Dottor Pym... - E prima che la porta si chiuda alle sue spalle. - ... La camera la sistemo poi, ok? -

 

Camminando per le stradine del parco sotto il sole mattutino, la mente di Cassie imbocca vie decisamente più cupe. L'articolo letto poco prima le ha rovinato la giornata. I suoi pensieri vengono rivolti inevitabilmente all'amato padre, sono ormai due settimane che è sparito. Non le ha lasciato nessun messaggio, Pym e i Vendicatori non riescono a mettersi in contatto con lui e, come se non bastasse, sua madre sta cercando di allontanarlo sempre più dalla sua vita. Per il bene di Cassie. Così dice lei.

Il pensiero che sia in pericolo si fa sempre più insistente. Si trasforma in brividi gelidi che le percorrono la schiena e le mozzano il respiro. Il cuore batte all'impazzata e una lacrima amara solca la sua delicata guancia. Basta un attimo alla lacrima per lasciare il viso della ragazza ed infrangersi al suolo. Un attimo che a Cassie pare durare un'eternità. Un attimo per farle prendere una decisione. Fare tutto il possibile per salvare suo padre.

 

Il laboratorio del Dottor Pym, per una ragazza curiosa come Cassie, è come un parco dei divertimenti per un qualsiasi bambino. Soprattutto la nuova stanza in cui il geniale Vendicatore l’ha appena condotta. Ovunque posi lo sguardo trova sofisticate apparecchiature dal misterioso scopo e  giganteschi schermi che elaborano una quantità infinita di dati. In una teca, in un angolo un po’ dimenticato, c’è una vecchia tutta di Ant-Man, uno dei costumi di suo padre e di Pym prima di lui. Cassie lo fissa con ammirazione e una punta di malinconia. Le manca sempre di più il padre.

- Siediti pure qua, Cassie. - La voce del buon dottore la riporta alla fredda realtà.

- Grazie, Dottore. - Cassie sprofonda in una grossa poltrona girevole di pelle indicatale dal dottore. - Come mai quello si trova sul tavolo da lavoro? - Cassie indica con un cenno del capo un elmetto di Ant-Man sommerso da cianfrusaglie su uno dei molteplici tavoli del laboratorio.

- Uh?!.. Oh, quello?... È un vecchio casco del costume di Ant-Man che ho trovato nello “scatolone delle cose a cui dare un’occhiata”, non so da quanto tempo è lì... Ogni giorno mi riprometto di prenderlo in mano, ma poi, tra una cosa e l’altra, me ne scordo sempre. Probabilmente non sarà nemmeno funzionante... Ora veniamo a noi, ho delle novità riguardo alle tua analisi. -

- Se lo dice con quel tono, però, potrei preoccuparmi sul serio. - Sdrammatizza la giovane.

- Non c’è da allarmarsi, Cassie. Non per il momento, almeno. Ma non è un problema da sottovalutare, quindi affrontiamo la cosa con serietà. Come avevo supposto dalle analisi preliminari, i disturbi di cui hai iniziato a soffrire sono causati da una prolungata esposizione con le particelle Pym di tuo padre... -

- Un punto in più per mamma... -

- Come?! Oh... Allora, come dicevo, essendo rimasta a contatto con le particelle Pym di Scott, il tuo corpo ne ha assorbito una piccola quantità. La quantità non è così elevata da donarti le capacità derivanti dalle particelle che ben conosciamo, ma è abbastanza per crearti un’instabilità molecolare che ti ha causato i forti dolori e mancamenti che accusi nell’ultimo periodo. -

- Ha già una cura, vero? -

- La cura, se così possiamo chiamarla, sarebbe quella di stabilizzare la quantità di particelle nel tuo corpo con una dose controllata di particelle Pym... Ma non è la soluzione che ho in mente. Vorrei pensare a qualche altra strada. -

- Perché non vuole prendere la strada più semplice? -

- Vedi Cassie, per stabilizzare il quantitativo residuo presente nel tuo organismo, potrebbe bastare un’iniezione di una di quelle dosi di particelle... - Pym indica uno dei banchi da lavoro su cui sono poste una serie di fialette metalliche. - ... Ma questo porterebbe a un quasi inevitabile sviluppo della capacità di mutare le dimensioni del tuo corpo e non è questo a cui voglio arrivare. -

- E sei io lo volessi? - Cassie ha sempre fantasticato sulla possibilità di possedere i poteri del padre, ma erano solo fantasie di una bambina che ha sempre avuto come punto di riferimento uno degli eroi più potenti del pianeta. Ora, trovandosi davanti alla concreta possibilità di ottenere quei poteri e di rendere reali i suoi sogni, la scintilla di desiderio che albergava nel suo cuore si trasforma in un incendio che divampa incontrollabile. - Dottore, la prego, mi faccia una di queste iniezioni. Voglio ottenere i poteri di papà. - Le emozioni sono troppe e troppo contrastanti per Cassie. Si sforza di mantenersi calma e trattenere le lacrime, ma gli occhi bruciano e deve cedere.

- Sono stato uno stupido a parlartene, avrei dovuto pensare a questa tua reazione. Mi spiace, cara, non posso proprio farlo. Non voglio cacciarti in questo guaio, ne ho già fatti tanti in vita mia, vorrei evitarne di farne un altro. E poi tua madre ucciderebbe me e Scott e, prima di morire, tuo padre troverebbe il modo di resuscitarmi per potermi uccidere lui stesso con le sue mani... No, grazie, Cassie. Se devo morire di morte violenta, preferirei fosse per mano di qualche acerrimo nemico dei Vendicatori... Sto pensando ad una soluzione per eliminare del tutto le particelle che hai in corpo. Vedrai che è la soluzione migliore per tutti. -

- Dice di aver paura dell’ira di mio padre, ma mio padre è scomparso e nessuno sa dove accidenti sia finito. Se lei mi concedesse la possibilità di ottenere i poteri, potrei essergli d’aiuto. Potrei partecipare alla ricerca. -

- Cassie, io e i Vendicatori ci siamo già attivati per ritrovarlo... -

- E con quale risultato? Non mi sembra che sappiate dove accidenti si trova! Voglio essere d’aiuto...  Voglio ritrovare papà! - La ragazza scoppia a piangere a dirotto.

- Mi spiace, ma non cambierò idea. Ti assicuro che stiamo facendo il possibile per trovare tuo padre e ti assicuro che farò tutto ciò che è in mio potere per avere risposte sulla sua scomparsa. Ho diramato l’allarme anche al di fuori dei Vendicatori, Reed Richards dei Fantastici Quattro sta già seguendo delle piste... -

- Quali piste? -

- Richards è sempre criptico, non è entrato nello specifico... Se ora mi prometti che ti calmi e smetti di piangere, vado a contattarlo per sentire se ha qualche novità e te le riferisco subito, ok? Mentre aspetti prendi pure una soda dal frigorifero... È laggiù, vicino al tavolo con il caso di Ant-Man. -

- Ok, promesso, me ne starò qui buona buona.... Grazie, dottore. -

- Non c’è di che, Cassie. -

 

Quando Pym torna nel suo laboratorio si sente orgoglioso. Era dispiaciuto per aver fatto piangere Cassie, vederla triste le ha spezzato il cuore. Ha dovuto fare appello a tutta la sua forza di volontà per non cedere davanti a quei dolci occhioni pieni di lacrime. Avrebbe preferito cento volte essere davanti ad Ultron piuttosto che a quella bionda ragazzina disperata. Ma ora il senso di colpa è superato, Pym sta portando a Cassie buone notizie. Richards non ha ancora individuato dove si trovi Scott, ma sostiene di essere sulla strada giusta e conta di avere notizie positive nel giro di qualche ora. Henry non vede l’ora di dirlo a Cassie.

Al momento, però, non vede più nemmeno Cassie. È sparita dal laboratorio. Dalla sedia ormai vuota, lo sguardo del dottore si muove nervosamente per tutta la stanza in cerca della ragazza, ma quello che trova, o meglio che non trova, sono la tuta e il casco di Ant-Man e una fialetta contenente le particelle Pym. Povero dottore, chissà quali insulti e maledizioni rimbombano nella sua testa. Quanto odio prova per se stesso fissando a terra la sua siringa a pistola con inserita la fialetta ormai vuota.

 

- Cassie! -

- Ciao ‘ma! -

- Aspetta! Vieni in cucina... Raccontami com’è andata dal Dottor Pym. -

- Non ora ‘ma. Vado in camera mia. Più tardi ti racconto tutto. -

- Cassie... Cassie? Cassie!! - Al terzo “Cassie” la serratura della camera è già scattata. - Ragazza mia, quando crescerai? -

Rinvigorita dalla dose di particelle Pym e dall’adrenalina, Cassie si cambia velocemente d’abito e indossa il costume e il casco di Ant-Man. Guardandosi allo specchio, non vede più la ragazzina triste e sola, ma si trova davanti l’eroe che ha sempre ammirato. Questo le dona una sicurezza e una forza d’animo che non ha mai provato prima. Ora non è più Cassandra Lang è Ant-Man, o meglio Ant-Girl e così vestita, è certa di essere in grado di trovare suo padre.

Cassie si concentra su se stessa e sul suo corpo, inconsciamente invia impulsi ad ogni cellula del suo organismo e in pochi istanti si ritrova ridotta alle dimensioni dell’insetto di cui porta il nome. Il pavimento della sua stanza le sembra una gigantesca e desolata distesa. Anche una stanzetta piccola come la sua, per un insetto, deve apparire come un vasto e sconfinato territorio, pensa stupidamente d’istinto.

- Wow!... E questo sarebbe quello che ogni volta vive papà... Fantastico! - Il disorientamento iniziale viene ben presto sommerso da un’ondata di curiosità ed entusiasmo per questo nuovo ed immenso mondo. - ... Sto anche iniziando a parlare da sola ad alta voce... Spero sia solo l’adrenalina del momento e non un effetto collaterale delle particelle Pym che mi stanno dando alla testa. -

Una volta testato il potere di rimpicciolire il proprio corpo, non le resta che provare il casco per comunicare con le formiche. L’eccitazione è crescente in lei e le fa scordare totalmente il buonsenso. Durante la ricerca di una possibile candidata non pensa minimamente ai rischi che sta correndo. Non ci pensa finché da dietro la scrivania non ne sbuca una. È decisamente grossa e ormai è troppo tardi per tirarsi indietro. La formica avanza minacciosa verso di lei.

Cassie tenta invano di far funzionare il casco, in effetti non sa come si fa. Pensava fosse naturale, come rimpicciolirsi. La formica continua la sua corsa inesorabile. Solo ora a Cassie viene in mente che il Dottor Pym ha detto che il casco probabilmente non è funzionante. A questo pensiero, la paura si trasforma in terrore. La ragazza, a questo punto, potrebbe semplicemente ritornare alle sue dimensioni reali e trasformare quell’insetto inferocito e pericoloso in un innocuo esserino dalle sei zampe, ma in una situazione del genere, in cui un feroce mostro le si sta avventando contro con le intenzioni più cattive che esistano, anche solo pensare di tornare semplicemente normale è un’impresa ardua. La creatura ormai le è addosso.

Due enormi polpastrelli la afferrano per la collottola della tuta e la sottraggono dalle grinfie della feroce formica. Il Dottor Pym, con tutta la delicatezza di cui dispone la poggia sul letto. È salva, c’è mancato davvero un pelo.

Cassie lentamente si calma e riprende le sue dimensioni originali. Appena si rende conto di essere in salvo scoppia a piangere e si getta al collo del dottore. La madre preoccupata li osserva appoggiata alla porta.

- Dio, Cassie. Cosa ti è saltato in mente? - Peggie è sconvolta e furibonda. - Potevi farti ammazzare, cosa ti dice il cervello? -

- Tua madre ha perfettamente ragione. Se non fossi corso qui subito dopo che mi sono accorto che sei sparita dal laboratorio, a quest’ora avresti potuto essere morta. - Pym non vorrebbe prendersela con la ragazza, è colpa sua. È stata la sua stupidità a mettere in pericolo la vita di Cassie. - Ora capisci perché non volevo donarti quel potere? Non ci può essere sempre qualcuno pronto a salvarti ogni volta che ti metti nei guai. Rivoglio subito il costume indietro e domani tornerai in laboratorio da me e troveremo il modo di ripulirti dalle particelle. -

- La prego, dottore. Non accadrà più. Non sapevo cosa fare, ma ora ho capito cosa comporta questo potere e questo costume. Starò attenta. Mamma, Dottor Pym, datemi una possibilità... Anche papà aveva rubato il costume dal laboratorio e lei glielo ha donato... Lo lasci anche a me. Imparerò ad usare i poteri e sarò cauta. Non mi caccerò più nei guai. -

- Cassie... - Henry Pym non riesce a dire di no alla ragazza. Guardandola negli occhi vede lo stesso ardore e la stessa volontà che ha visto negli occhi di Scott anni prima quando gli ha donato il costume. Guardandolo negli occhi aveva avuto la certezza che quella fosse la scelta giusta ed è la stessa sensazione che sta provando ora guardando dritto in quelli di Cassie. Pym distoglie lo sguardo e cerca approvazione in Peggie, ma lei è troppo sconvolta per far trasparire un qualunque pensiero.

BZZ BZZZZZZ... BZZ BZZZZZZ... Il comunicatore dei Vendicatori salva il dottore dall’imbarazzante situazione di stallo che si è creata.

- Hank, sono Reed... Incontriamoci subito al tuo laboratorio. Penso proprio di aver capito dove sia finito Scott, ma vorrei confrontare con te i dati che ho elaborato.

- Arrivo subito, Reed... Grazie mille.-

- Reed Richards ha trovato papà?! Vengo anche io con lei, dottore. Voglio venire a salvarlo insieme a voi. -

- Cassie, te lo proibisco categoricamente. Sono tua madre e tu mi ubbidirai. A costa di chiuderti a chiave nella tua stanza, rimarrai in casa e non ti caccerai in nessun guaio, capito? -

- Dimenticate che ora posso rimpicciolirmi a piacimento e non sarà di certo una porta chiusa a chiave a potermi fermare. Voglio trovare papà e niente potrà impedirmelo. In un modo o nell’altro io mi metterò alla sua ricerca e, se volete che non mi cacci nei guai, sarà meglio che accettiate l’idea di unirmi alla squadra di salvataggio. -

Peggie e il Dottor Pym sono messi alle strette, si scambiano un’occhiata e, di fronte a questo ricatto, non possono che accettare le condizioni di Cassie.

- Sarà meglio che ti prepari un casco funzionate...Con quello che hai ora non potrai fare nulla... -

- Grazie mille, dottore. Lei incominci ad andare a parlare con il Dottor Richards, la raggiungo tra poco. Devo prima mettere a posto la mia stanza. –

 

Mentre la nuova e improvvisata eroina che risponde al nome di Ant-Girl affronta il caos che regna nella sua camera, nel piccolo mondo popolato da uomini-insetto, per Ant-Man, iniziano le avventure e i guai.

Catapultato in un mondo sconosciuto, senza ricordi e con una profezia che incombe su di lui, dovrà affrontare terribili sfide e dovrà prendere decisioni difficili, ma Scott Lang è un eroe e farà sempre la scelta giusta. O forse no.

Speriamo che sua figlia, aiutata da eroi e amici, riuscirà a raggiungerlo in tempo e portarlo in salvo prima che sia troppo tardi.

Pensate che sia troppo per un uomo così piccolo? Dimenticate che Ant-Man è uno degli eroi più potenti della terra!

 

 

[ CONTINUA SU ANT-MAN 4 ]

 

NOTE

Con questo numero tornano sui vostri schermi le avventure di Ant-Man, questa volta però verrò spalleggiato da uno scrittore da poco arrivato tra le file dei Marvlits, si tratta di Andrea Gargiola (autore anche della nuova serie dedicata al gruppo canadese Alpha Flight). Questo numero è un intermezzo alla saga "Anthill King" da me iniziata qualche tempo fa e che proseguirà nei prossimi numeri. Per scoprire cosa si inventeranno Hank Pym e Cassie Lang per recuperare e salvare Ant-Man non dovete fare altro che continuare a seguire questa serie ;)