IL DESTINO E LA TECNOLOGIA LI HANNO DOTATI DI POTERI STRAORDINARI E, TRA MILLE AVVERSITÀ E MILLE TRAGEDIE, LORO DIFENDONO IL MONDO INTERO DALLE FORZE DEL MALE. SONO LA BANDIERA DEL CANADA, SONO IL SOGNO DI JAMES MCDONALD HUDSON, GUARDIAN.

 

 

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Numero 11

 

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ATTACCO ALLA NAZIONE | Capitolo 3
- SI PUÒ CREDERE IN UN FUTURO MIGLIORE? -

 

di Andrea Garagiola

 

 




Aeroporto Internazionale di Montréal-Pierre Elliott Trudeau. Montréal, Québec, Canada. Kara osserva le luci di Montréal, persa nei suoi pensieri. Lei e Whitman sono seduti a un tavolino di un fast food per mangiare un boccone e ricordare i bei vecchi tempi andati. La loro cena è finita e si stanno apprestando a lasciare il locale in direzione del centro città, per andare a trovare la madre della ragazza, quando una colonna di luce azzurrognola squarcia la notte e si riversa sugli edifici, avvolgendoli. Un lampo di luce bianca illumina a giorno l'orizzonte per poi svanire insieme alla colonna luminosa, e con esse svaniscono anche le luci della città.
Whitman si appoggia alla vetrata del locale, incredulo, non sa cosa dire. Kara si porta al suo fianco e i suoi pensieri sono rivolti solo alla madre.

***

Carcere militare “Red Queen”. Prigione speciale gestita dal generale Atwood. Il piccolo Puck si muove circospetto vicino al perimetro esterno della prigione. Il nuovo costume donatogli da Madison Jeffries è decisamente meno appariscente del precedente e con una notevole quantità di gadget aggiuntivi. Puck ruota un piccolo congegno che porta all'altezza del polso e la sua figura subisce una lieve increspatura, poi torna alla normalità. A parte il fatto che le due guardie armate davanti alle quali sta passando non si accorgono minimamente della sua presenza.
Con un agile scatto si porta sotto una delle torrette di guardia poste lungo il perimetro. Attiva un bottone nascosto nella cintura e tutti sensori di calore e movimento delle telecamere di sicurezza vengono disattivati. In pochi secondi scala la parete di cemento aiutandosi con degli speciali guanti che a contatto con il muro aderiscono perfettamente e sorreggono il suo peso.
La torretta non ha personale umano, solo una mitragliatrice automatica resa cieca dai marchingegni attivati poco prima. Da un corridoio interno alle mura che parte da questa postazione riesce a raggiungere facilmente la struttura principale delle prigioni.
I congegni di Madison sono perfetti per superare senza difficoltà i sistemi di sicurezza della prigione. Da quando è penetrato nella struttura, un virus informatico ha preso il controllo della videosorveglianza, mostrando alle guardie immagini di corridoi vuoti e silenziosi. La speciale chiave magnetica che Puck porta nella cintura gli consente di attraversare indisturbato le pesanti porte blindate. Infine, un paio di dardi carichi di tranquillante si occupano dei due soldati a guardia dell'ala in cui è tenuto prigioniero James Hudson.
Quando il piccolo eroe si posiziona davanti alla porta della cella, l'ospite di quell'angusto giaciglio si desta dal suo sonno leggero. Il rumore di meccanismi che vengono forzati gli fa capire che si tratta di qualcosa di decisamente anomalo. Uno scatto deciso e la serratura elettronica soccombe contro agli apparecchi di Puck. La porta si apre e la sagoma dell'ex alfano appare sulla soglia.
- Puck?! - La luce è scarsa e la silhouette è disegnata solo dalle deboli luci del corridoio, ma la sagoma è indistinguibile. - Puck, sei proprio tu! Cosa ci fai qui? -
- James, se non ti spiace le spiegazioni le rimanderei a dopo, eh? - Puck fa segno al compagno di uscire di corsa dalla cella mentre armeggia con la cintura per estrarre un cilindro metallico. - Ora sbrighiamoci... -
Un sibilo alle spalle di Puck fende l'aria e un attimo dopo una piccola esplosione di energia lo scaglia contro un muro a diversi metri di distanza. Box, non il loro compagno di tante avventure, ma la versione voluta dal generale Atwood, il massiccio involucro di metallo cromato che riveste il capitano Jane Russell. Dalla spalla destra le spunta un cannone ancora fumante, i dubbi sull'origine del raggio sono così dissipati. Il capitano Russell è irruenta e decisa, la sua preda viene prima di qualsiasi cosa, anche della stabilità della struttura in cui si trova.
Il cannone scompare nell'armatura e dai possenti avambracci fuoriescono con uno scatto metallico le sue amate lame di adamantio. Con foga si getta su Puck, desiderosa di mostrare al piccolo intruso i suoi giocattoli.
Puck è veloce e schiva i letali colpi che vanno a frantumare intere porzioni di parete e pavimento. Facendo leva sui muri sferra una serie di veloci calci volanti contro il casco di Box, riuscendo solo a far infuriare ulteriormente il suo avversario che, con un veloce scatto, riesce a colpirlo con l'avambraccio facendogli compiere un secondo volo.
Durante la parabola Puck ha la prontezza di gettare al compagno sulla soglia della cella il cilindro che aveva estratto poco prima. - James! Schiaccia il bottone! -
- Ma... ? - A James Hudson piomba tra le mani il piccolo cilindro lanciatogli dall'amico e, senza indugiare ulteriormente, segue il consiglio di Puck. Il cilindro si trasforma, diventa duttile e avvolge la mano di James. Milioni di naniti programmati da Madison Jeffries rivestono il corpo del Guardian originale e creano una versione rudimentale, e senza copertura bianca e rossa, del suo costume. - Gentile da parte tua, Puck... -
- Non c'è di che, amico... - Puck lancia un sorriso d'intesa mentre si rialza da terra dopo l'atterraggio non proprio morbido. - Son qui apposta... -
Box, intanto, sempre più furiosa, si scaglia verso il nuovo Guardian. Le sue due possenti lame puntano dritte verso la gola dell'avversario. - James Hudson, non lascerai mai questa prigione... - La voce metallica annulla la poca femminilità che al capitano Jane Russell rimane.
- Mi spiace, bella, ma sono costretto a contraddirti! - Puck stacca la sua cintura e la scaglia contro l'avversaria. - James, me lo faresti un favore, eh? - Naturalmente non attende la risposta del compagno e aggiunge. - Colpisci la cintura con una scarica elettromagnetica... Ora! -
Guardian non se lo fa ripetere ed esegue quanto chiesto dall'amico. L'energia gli permea il guanto, gli mancava quella sensazione. Gli mancava maledettamente la sua armatura. Il raggio colpisce in pieno la cintura, che esplode proprio di fronte al volto di Box. Una luce bianca illumina il corridoio, Box cerca di proteggersi il volto, ma il congegno esplosivo ideato da Madison Jeffries non ha intenti mortali, solo quello di disattivare per qualche minuto tutti gli apparecchi tecnologici, armatura di Box compresa.
- Ci siamo giocati l'effetto sorpresa, eh? - Puck si porta vicino al compagno. - Ora dobbiamo trovare un modo per portare le nostre chiappe fuori di qui! -

***

Dipartimento H. Toronto, Ontario, Canada. O per meglio dire quello che rimane del Dipartimento H, un'imponente struttura metallica vuota e senza vita. L'unico punto buio in mezzo alle mille luci di Toronto.
Mr. Gentry è in piedi nel suo ufficio, illuminato solo dalla debole luce del cellulare che ha in mano. Cecilia Lengies lo ha chiamato per avvisarlo che Talisman ha risolto l'emergenza alla villa del Primo Ministro.
- L'ho sentito, Cecilia... - È teso e trema, la situazione sta diventando troppo grande per un ometto come lui. - Qualcosa ha colpito i sistemi del palazzo... Non so cosa, ho dovuto spegnere tutto... avremmo perso definitivamente il Dipartimento H... Non so se è stata la scelta giusta, Dio mio, cos'ho fatto... -
- Calmati, Holland... - Cecilia riesce a portare in lui un po' di tranquillità, ma non basta. La sua voce calma tradisce un giustificato sconforto. - Hai fatto quello che andava fatto... -
- Non capisci... - La voce è strozzata e le lacrime sono sulla soglia. - Ci ho resi ciechi... Ho reso cieco il Dipartimento H, se non lo avessi fatto... Forse i nostri sistemi satellitari sarebbero riusciti a fermare quei raggi... - Una flebile luce proveniente dal corridoio davanti al suo ufficio attira la sua attenzione. - Cecilia, ti richiamo tra pochi minuti, nel frattempo cerca di scoprire cosa diavolo è successo a quelle città... Ora devo parlare con Diamond Lil... Grazie... -
Sulla soglia dell'ufficio fa capolino la figura di Diamond Lil, in mano stringe una grossa lanterna al neon che porta una leggera sensazione di pace nella stanza. - Posso? -
- Certo, entra pure... Non abbiamo molto tempo... -
- Mr. Gentry, cos'è successo? - Diamond Lil poggia sulla scrivania la lanterna. - Ho sentito che delle città sono state attaccate, ma non ho ben capito... -
- Non lo sappiamo con precisione, la signorina Lengies si sta informando in questo momento... - Mr. Gentry allenta la cravatta e si asciuga nervosamente il sudore che gli ricopre la fronte. - Diverse tra le maggiori città del Canada sono state colpite, ma non Toronto... Qui hanno attaccato solo il Dipartimento H e questo mi fa pensare che il nostro nemico si nasconda in questa città o nei pressi... O quantomeno qui c'è qualcosa di molto importante per lui... -
- È per questo che volevi vedermi? -
- Esatto... Ho la certezza che tutto il movimento dell'Am-Cam dell'ultimo periodo non sia una coincidenza... Sono certo che sia tutto collegato... Voglio che prepari una squadra e faccia una visita alla sede dell'azienda qui a Toronto... Non ho idea di cosa dovremo aspettarci... -
- Sarà fatto, Mr. Gentry... - Diamond Lil raccoglie la lanterna e fa un passo verso l'uscita. - Vuole che le lasci... -
- Non ti preoccupare... Il buio mi aiuta a pensare meglio... -
- Come vuole... A presto! - Diamond Lil esce di corsa dall'ufficio, pronta a svolgere il compito affidatole.
L'arrivo di Diamond Lil ha placato solo momentaneamente il desiderio di lasciarsi andare in un pianto liberatorio, ma quando la ragazza lascia la stanza quel desiderio torna con prepotenza. - Buona fortuna... - Bisbiglia con la voce rotta dal singhiozzo, ma il destinatario di quell'augurio è ormai lontano, il bagliore della lanterna è sparito. E poi arrivano le lacrime.

***

Da qualche parte lungo i confini del territorio Canadese. Su di una fortezza volante nascosta a qualsiasi tipo di sistema di rilevamento. Una figura vestita con un abito elegante e un bastone da passeggio osserva il suo operato dalla grossa vetrata nella sala principale della sua cittadella volante. Il Canada sta accusando gli attacchi, dodici tra le più grosse città della nazione sono state messe in ginocchio dai suoi potenti raggi elettromagnetici che hanno annichilito ogni forma di tecnologia nel raggio di centinaia di chilometri quadrati: servizi in tilt, gravi incidenti e panico, tanto panico. E, sopratutto, il Dipartimento H ha subito un colpo devastante, la più grande minaccia ai suoi piani di conquista è con le spalle al muro. Nulla può renderlo più sicuro di sé.
- Snowbird... - L'uomo si volta lentamente e si può scorgere la figura di Cyrus Craven, colui che vegliava al capezzale della povera Heather [1]. - … O forse dovrei chiamarti Kajajuk... Benvenuto, grazie per aver accettato il mio invito... -
- Risparmia i convenevoli, umano... - La voce spettrale fa trasalire i due superesseri che piantonano la porta del loro capo, il demone ha celato loro la sua presenza. Solo Cyrus Craven è riuscito a percepirla. - Cosa ti spinge a chiedere un incontro al temibile Kajajuk? - Le parole hanno un suono orrendo e indescrivibile e suonano ancora più sinistre se a pronunciarle è la bocca delicata e diafana della bella Snowbird.
- Come puoi vedere i piani che ho per il Canada stanno prendendo forma, ma so bene che queste questioni terrene per te sono nulla... E lo capisco, ma c'è qualcosa che forse posso darti, in cambio di una piccola alleanza che sono certo possa fruttare ad entrambi... -
- Cosa potrà mai avere un mortale che possa interessarmi? -
- Non so, qualcosa che desideri da parecchio, ad esempio... - Craven si porta vicino alla semidea posseduta e sul suo volto si disegna un ghigno beffardo. - Come ad esempio la sacca magica di Sciamano... -
- Aaah! - Gli occhi di Snowbird si illuminano di fuoco e al suo interno si può scorgere l'essenza demoniaca di Kajajuk. - Come fai a conoscere questo mio desiderio, stupido uomo... Stai scherzando con la tua vita! - Il braccio di Snowbird si trasforma in una grossa zampa di orso polare e gli orrendamente lunghi e uncinati artigli, distorti dalla corruzione del demone che alberga in lei, si portano a pochi millimetri dalla giugulare di Craven.
- Il bello è che non sto giocando, demone... Piantala di ringhiare e ascoltami! - Craven resta impassibile davanti all'affilata minaccia e mantiene la posizione. - So bene che non sei in grado di toccare quel mistico artefatto... Io posso darti un supporto che possa prelevarlo per te e le risorse necessarie per far sì che il suo potere finisca nelle tue mani... Quello che vorrai farne dopo non è affar mio... -
- Bell'offerta... Ma se davvero puoi fare tutto ciò che stai blaterando, perché cerchi un'alleanza? -
- Io ho i soldi e la tecnologia, è vero... Ma questo, ahimè, non basta per i miei piani... Ho bisogno di qualcuno che, diciamo, protegga i miei interessi dal punto di vista... mistico, se così vogliamo chiamarlo... In quel campo, mi duole ammetterlo, sono un po' vulnerabile... -
- E cosa dovrei fare esattamente per te, uomo? -
- Bah, nulla di complesso per una creatura subdola e malvagia come te... Dovrai annientare Sciamano e Talisman, oltre che tutto ciò che di magico si frappone tra me e la conquista della nazione... Sono certo che non ti dispiacerà questo ingrato compito... -
Gli artigli di Snowbird si allontanano di qualche centimetro dalla gola di Craven, poi la giovane semidea si fionda con velocità fulminea verso le due guardie alla porta. Entrambe cadono a terra con la gola recisa ancora prima di accorgersi di ciò che è accaduto loro. - Affare fatto, Craven... E questo è solo per mettere in chiaro i termini dell'accordo: Kajajuk non è la pedina di nessuno, tanto meno di un insulso mortale... -
- Non l'ho mai messo in dubbio, mio nuovo, grande amico! - Craven osserva il lavoro del suo nuovo alleato con gusto e il ghigno sul suo volto si trasforma in un sorriso di gioia deviata.

***

Sulla statale che conduce all'aeroporto Internazionale di Toronto-Pearson. Toronto, Ontario, Canada. L'auto del Dipartimento H su cui viaggiano Radius e Josh Foley, il giovane mutante che non molte ore prima ha miracolosamente guarito Heather, viaggia spedita in direzione dell'aereo che porterà i due negli Stati Uniti, in attesa che si calmino le acque. Il comunicatore dell'auto avvisa che c'è una chiamata in arrivo.
- A che punto siete, Radius? - La voce di Wolverine è decisa e non si perde in convenevoli.
- Siamo imbottigliati nel traffico, c'è una fila incredibile di auto immobili tra noi e l'aeroporto... C'è qualche problema? -
- Non ti basta quello che sta succedendo in tutto il Canada? -
- Non intendevo questo... -
- Lascia perdere, cocco... La situazione è critica e probabilmente lo spazio di volo sarà inaccessibile... Devi stare incollato a Josh finché non riuscirò a mandarvi qualcuno di fidato con un volo privato a prelevarlo... Nel frattempo non perderlo di vista, non sono ancora riuscito a scoprire chi accidenti era quel commando che ha cercato di rapirlo... -
- Non si preoccupi, signor Logan... Si fidi di me! - Radius si accinge a chiudere la chiamata.
- Oh, no! - Ma l'esclamazione di Josh al suo fianco lo blocca.
- Che succede? - Wolverine dall'altro capo del comunicatore ha sentito la voce del giovane dalla pelle dorata e il suo istinto lo ha messo in allerta. - Rispondi, Radius! Che diavolo sta succedendo? -
Tra le auto in coda si muovono dei soldati vestiti di nero, Josh se li ricorda bene. Sono gli stessi uomini che lo avevano rapito a New York, solo che questa volta sono molti di più e armati più pesantemente.
- Resta qui, immobile... me ne occupo io! - Radius scende velocemente dal suo mezzo e si prepara a combattere contro due dozzine di addestratissimi soldati.

***

Parco nazionale Wood Buffalo. Alberta, Canada. Due figure si muovono a passo spedito lottando contro la fatica e il suolo innevato. Sono due figure molte diverse tra loro: una è alta e snella, l'altra è più minuta e tozza. Sono due uomini in fuga. Una volta erano conosciuti come Guardian e Puck.
- Ci dovremmo essere quasi, Eugene... - James Hudson si guarda intorno avvolto nella sua nuova tuta provvisoria che il compagno gli ha donato. Scruta ogni albero, ogni roccia e ogni irregolarità nel terreno per orientarsi. Per chiunque altro quella sarebbe solo un'infinita distesa di conifere e neve, ma non per lui. - Di qua! - E indica una zona scoscesa nella quale si stagliano degli enormi massi.
- Sei certo che quello che stiamo cercando possa scagionarti, eh? - Eugene fa un piccolo scatto per stare al passo con l'amico.
- Lo spero, amico... - James si appoggia a un albero per mantenere l'equilibrio durante la discesa sul pendio. - Lo spero tanto... -
I due si trovano in una zona pianeggiante, gli alberi si fanno più radi. Un piccolo castoro li osserva curioso nascosto dalla vegetazione. Poi qualcosa attraversa l'aria, come una scarica elettrostatica, la creatura è la prima ad accorgersene e decide bene di darsela a gambe. Un attimo dopo anche i due uomini captano lo stesso pericolo e si immobilizzano, guardandosi attorno.
Gli alberi davanti a loro, al limitare della radura, sembrano come dissolversi. Poi capiscono. Un grosso portale ovale si apre tra loro e il bosco e quattro figure appaiono sulla soglia.
- Eccovi, finalmente! - Con un balzo il Guardian metallico di Sigma Flight si porta a pochi metri dai due fuggitivi, levitando a qualche decina di centimetri dal suolo. - Dove pensavate di nascondervi? Speravate forse che queste montagne potessero proteggervi? - Il leader operativo della squadra del generale Atwood viene raggiunto da due dei suoi compagni: Box e Goblyn. Alle loro spalle, ancora sulla soglia del portale, c'è Pathway.
- Ragazzi, siete sicuri di volervi mettere in mezzo a questa storia, eh? - Eugene, con una mossa spavalda, si fa scrocchiare le articolazioni del collo. - Non vorrei che vi faceste troppo male... La vostra Box ne sa qualcosa... -

***

Il Canada è sotto attacco. Dodici raggi provenienti dallo spazio hanno bloccato la tecnologia e le comunicazioni delle maggiori città. Gli incidenti aerei, ferroviari e automobilistici si susseguono senza sosta. Tutto il territorio è stato invaso dalle truppe dell'Esercito della Nuova Francia, pesantemente armato e corazzato. L'esercito canadese e le forze di polizia non sono in grado di resistere agli attacchi. Decine di superesseri sconosciuti stanno seminando morte e distruzione ovunque. Tutti i supereroi canadesi si sono sparsi su tutto il territorio per contrastare gli attacchi. Gli Stati Uniti d'America stanno mobilitando delle truppe speciali per difendere il confine e dare supporto al Canada ormai stremato. Ma ormai è troppo tardi. Il caos dilaga. È ovunque.

Montréal, Québec, Canada. La sagoma della città in lontananza è parzialmente nascosta dal fumo nero e denso degli incendi. Kara e Whitman sono in auto e si stanno fiondando verso di essa, con la speranza sempre più debole che la madre della ragazza sia ancora viva.
L'autostrada che porta dall'aeroporto alla città diventa impraticabile quando ancora mancano parecchi chilometri alla periferia. L'interminabile colonna di auto che si è creata per fuggire dalla città ha generato una serie di incidenti che ha reso impossibile il traffico. Il panico ha investito gli abitanti terrorizzati che hanno invaso le corsie di entrambi i sensi di marcia per cercare di abbandonare il prima possibile l'orrore che si è scatenato a Montréal.
Whitman inchioda di colpo per evitare di investire una signora in fuga con in braccio la figlia di pochi anni. I due ragazzi scendono dall'auto e osservano la scena apocalittica davanti ai loro occhi: una distesa di auto e diverse centinaia di persone che urlano e corrono verso di loro.
Delle urla e dei movimenti alle loro spalle li fanno voltare di colpo. Un gigantesco essere di tre metri d'altezza e rivestito con una spessa armatura metallica scende dal cielo e si ferma pochi metri sopra l'autostrada, in volo. La creatura osserva per qualche istante la folla urlante, poi un fumo verde acceso inizia ad uscirgli dagli occhi e dalla bocca. Dei raggi dello stesso colore vengono scagliati dai suoi occhi contro le decine di bersagli davanti a lui, uomini e auto, senza distinzione.
- Scappa! - Whitman cerca di convincere l'amica, che rimane pietrificata dalla paura.
- Non possiamo... - Delle auto esplodono in una palla di fuoco e con essa una mezza dozzina di persone. - Dobbiamo fare qualcosa per queste persone! -
- Kara, scappa! - I due vengono gettati a terra da un'altra esplosione poco distante. Altre persone giacciono a terra prive di vita intorno a loro. - Non siamo in grado di fare nulla per queste persone... Mettiti in salvo! -
La creatura rivestita di metallo atterra sull'asfalto davanti a loro, il manto stradale si deforma sotto i suoi piedi. Altro fumo denso e verdastro disegna sul suo volto color pece un ghigno malefico. Una raffica di raggi colpisce il punto esatto in cui poco prima si trovava Kara, lasciando un cratere. La ragazza è sul tetto di una delle auto incidentate, tenuta in braccio da Ape-Man, l'uomo preistorico che Whitman è in grado di evocare.
- Dobbiamo andarcene da qua! - Whitman si rialza in piedi, al suo fianco si ergono anche Proto e Highbrow, le altre due creature che è in grado di evocare. - Subito! -
- Ma tutta questa gente... Come possiamo abbandonarla? - Proto si getta sull'avversario, lo colpisce sul braccio, avvolgendolo. La zona dell'armatura colpita dalla creatura primordiale sfrigola sotto l'effetto corrosivo dell'acido, ma sembra creare pochi problemi al gigante di metallo.
Whitman rivolge un'occhiata a Kara, poi torna a fronteggiarsi con l'avversario. È terrorizzato e confuso. Sa che in quanto dotato di superpoteri è chiamato a gettarsi nella lotta per salvare gli innocenti che lo circondano, ma ora la sua mente e il suo cuore sono focalizzati solo sulla ragazza dalla bellissima pelle color porpora. Si odia per questo, ma il suo unico pensiero è quello di mettere in salvo l'oggetto del suo amore. Kara deve salvarsi a ogni costo.
L'ennesima scarica di raggi si abbatte su Whitman, l'asfalto si frantuma e si alza una colonna di polvere e detriti. Per alcuni lunghi istanti tutto è nascosto alla vista, quando l'enorme essere in armatura riesce di nuovo a scorgere la strada, Kara, Whitman e le tre evocazioni sono svaniti nel nulla. Il potere di teletrasporto di Highbrow li ha condotti lontano da lì.

***

Calgary, Alberta, Canada. Northstar e Aurora sono stati inviati dal Dipartimento H dopo che i raggi di energia bianca e blu hanno mandato in tilt dodici delle maggiori città canadesi, Calgary compresa. La città è in subbuglio, i trasporti sono in tilt e fuoco e caos dilagano per le strade. Le forze di polizia rimaste sono in ginocchio contro i soldati dell'Esercito della Nuova Francia, superiori in numero e in tecnologia. La battaglia più dura si sta combattendo nei pressi del Mount Royal College, qui le forze di polizia cittadine e l'esercito nazionale hanno circoscritto la presenza degli invasori, ma troppi sono gli eroi canadesi a terra e il numero continua ad aumentare. L'esito di questa battaglia deciderà le sorti dell'intera città.
I due eroi velocisti raggiungono il luogo dello scontro, loro potrebbero fare la differenza. Si gettano a tutta velocità sulle truppe di terroristi e danno man forte ai difensori. Alle loro spalle un grosso aereo di linea, in fase di atterraggio al vicino aeroporto cittadino, si infrange contro uno dei grattacieli del centro, il raggio caduto dal cielo ha trasformato il velivolo in un gigantesco proiettile di metallo in caduta libera. L'esplosione è spaventosa, i morti sono troppi per essere contati.
Northstar osserva la scena con la coda dell'occhio per qualche istante, ma riporta subito lo sguardo contro i suoi avversari, sa che non può lasciarsi distrarre e deve dare il massimo per fermare questa invasione, per evitare altre inutili morti.
Aurora, invece, non riesce ad avere la forza di volontà del fratello e la sua psiche si spezza in un'infinità di frammenti. Uno per ogni persona morta in questa interminabile giornata di sangue e follia. La sua mente è persa nell'angoscia che la circonda e non si accorge della raffica di mitragliatore che uno dei soldati dell'Esercito della Nuova Francia le spara contro. I tre colpi che la raggiungono non sono precisi e la colpiscono alla spalla. Il dolore è lancinante e improvviso, e la getta a terra, in ginocchio. I suoi occhi si muovo al massimo della velocità e tutto intorno a lei si muove al rallentatore. Ovunque volge lo sguardo vede solo poliziotti e militari morti, e altri ancora continuano a cadere sotto i colpi incessanti dei terroristi. Jeanne-Marie ormai si è rintanata in qualche meandro oscuro di quella fragile mente. Aurora ha resistito, è impavida e impulsiva, ma ciò a cui sta assistendo è troppo anche per lei. La rabbia la spaventa e la allontana dalla superficie in cerca di riparo, in un luogo più sicuro. La rabbia e la paura hanno il sopravvento, il corpo della ragazza incomincia a vibrare a velocità supersonica e poi sul suo volto torna uno sguardo rilassato che nasconde una mente folle e disturbata. Jeanne-Marie non c'è più. Aurora non c'è più. C'è solo Lei. E Lei si getta a gran velocità sugli invasori.
Tutto accade troppo velocemente, solo Northstar riesce ad assistere al tremendo spettacolo che sua sorella, o quello che ne rimane, mette in scena. Sangue e brandelli di esseri umani sono tutto ciò che riesce a vedere per istanti che a lui paiono minuti, forse ore.
- Aurora! - Lui urla, ma lei non lo sente. - Jeanne-Marie, ti prego... Smettila! - Parole sprecate.
Poi tutto torna alla tranquillità, la velocista si erge in una pozza di sangue e resti umani. Il suo corpo è un tutt'uno con i resti dei suoi avversari. Polizia e soldati rimangono pietrificati, solo Northstar le si avvicina. Titubante.
- Jeanne-Marie... - Allunga una mano verso la sorella. - Chérie... - Lei ricambia con un sorriso carico di pazzia. - Mia piccola Jeanne-Marie, cosa ti è successo... ? -
- Basta usare quello stupido nome, mon frère... Jeanne-Marie è lontana, non può sentirti... Come non può farlo Aurora... - Il suo sorriso maligno si allarga e Northstar capisce che le parole della ragazza sono vere, quella che ha davanti non è sua sorella. - Ora puoi chiamarmi Aurora Boreale! -



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// NOTE //

[1] - Vedi Alpha Flight 7 – MarvelIT.