#7

ADDII E PARTENZE

Di Tobia

 

 

Arlington, Virginia. Iron Man ha appena presenziato, insieme ai compagni Vendicatori, al funerale del compagno Capitan America.[I] Nonostante il dolore degli altri compagni, l’uomo all’interno dell’armatura, Anthony Stark, non si abbandona allo sconforto. Non è la prima volta che riceve la notizia della morte del suo compagno, ricorda la prima volta che ha dovuto chiudere il suo file, dopo il primo scontro con Viper.[II] Ricorda l’ultima, durante la cosiddetta Guerra dei Mondi[III]… Il Vendicatore Dorato si alza in volo, sempre immerso nei suoi pensieri. Capitan America non era solo il simbolo del suo paese, ma il simbolo di qualcosa di più grande. Ricorda quel giorno, anni fa, a bordo di quel sottomarino, quando quel blocco di ghiaccio si sciolse, e da sotto quella tuta lacera intravide il costume e lo scudo della Leggenda.[IV] La sensazione che provò quel giorno la provò ben poche altre volte nei panni di Iron Man… Aveva conosciuto la forza di un sogno, l’impossibilità di soffocare la libertà. Oggi, si sforza di trovare dentro di sé quegli stessi pensieri. Non è certo mai stato il miglior compagno possibile per Cap. Lui è un uomo proiettato nel futuro, Cap, Steve, era, è un uomo che trae la sua forza dal passato. Ma lo rispettava, anzi, lo considerava l’unico comandante possibile per i Vendicatori. Per quanto egli stesso abbia sfidato più volte l’autorità di Cap, anch’egli ne sentiva il carisma, la forza d’animo… Perché continua a pensare a lui al passato? Forse perché stavolta il funerale si è svolto in maniera solenne? Ma persino lui è stato sepolto… Per quelli come loro, la morte è solo un altro tassello che formerà il mosaico eterno della leggenda. È sicuro che Steve non è morto…

 

L’avviso di chiamata interrompe le riflessioni di Tony.

“Qui Iron Man, cosa c’è, Jocasta?”

“Ciao Tony. Michael non ha ancora dato notizie. Aaron ha deciso di installarsi in un corpo fisico ed andare a cercarlo.”

“Corpo fisico?”

“Si, era un progetto a cui stavano lavorando lui e Michael ultimamente… Non ti hanno detto nulla perché era poco più un esperimento: utilizzare le conoscenze insite nella memoria di Machine Man per ricreare un corpo similare a quello vecchio di Aaron…”

“Con la mia tecnologia?”

“Anche. Ti dà fastidio?”

Tony resta in silenzio per un attimo. “No, ma ricordami che dovrò dargli un’occhiata, quando tornerò da questo viaggio.”

“Va bene.”

Nel laboratorio sotterraneo della REvolution, un corpo robotico, rivestito da una smaltatura viola, inizia a muoversi.

“Uhmmm… a quanto pare funziona bene. Machine Man è tornato sulla scena. Forse anche te, Jo…”

Il volto sul monitor assume un’espressione che potremmo definire perplessa. “Io… Non lo so, è da tanto che non ho un corpo fisico…”

In quell’istante entra Jim Rhodes.

“Whoa! È tornato il Machine Man che tutti conosciamo e amiamo, eh?”

“Ciao, Jim. Spero che questo corpo funzioni bene. Devo trovare Michael, sono molto preoccupato per lui.”

“Buona fortuna…”

Dopo che Machine Man esce dalla stanza, Rhodey si rivolge a Jocasta.

“Jo, come è messa l’armatura di War Machine?”

“Sto ultimando il check up, sembra tutto a posto…”

“Bene, dal momento che non ho intenzione di utilizzarla più di tanto, preferisco metterla via in condizioni perfette… così se dovrò riprenderla in mano non perderò tempo a controllarla.”

“Davvero non hai intenzione di utilizzarla?”

“L’ho già ripetuto un sacco di volte… Io non sono un supereroe! Tony lo è, non vedo che bisogno ha il mondo del cugino povero di Iron Man!”

“Ho capito. È appena tornato Tony!”

La scintillante figura di Iron Man entra nel laboratorio.

“Ciao, Jocasta. Ciao, Rhodey. Novità su Deathlok?”

“Machine Man è appena andato a cercarlo. Tu come stai? Il funerale?”

“Non lo so, Rhodey… Sai anche te che strano concetto sia la morte nel nostro mondo, ma assistere al funerale di Cap mi ha fatto una strana impressione. Ma credo sia ancora vivo, in realtà.”

“Ti ricordo che dopodomani sera devi partire per la Terra Selvaggia, Tony.”

“Si, me lo ricordo, Jo.”

“Verrà con te anche Miss Wing.”
”Che cosa?”

“Ha insistito nel voler accompagnarti in quanto responsabile della sicurezza. Ha detto che non vuole lasciare andare un dirigente da solo in un posto del genere.”

“Dannazione, volevo parlare a Ka-Zar nei panni di Iron Man! Mi inventerò qualcosa.”

“Scusa, ma cosa vai a fare nella Terra Selvaggia, Tony?”

“Devo parlare con Ka-Zar e Nereel. Alcuni fenomeni sismici nella zona[V] hanno rivelato nuovi giacimenti di vibranio. L’impatto ambientale dell’estrazione sarebbe minimo. Potremmo approfittarne…”

“Ma il vibranio della Terra Selvaggia è altamente instabile! A cosa può servire?”

“Ho compiuto degli esperimenti su quel vibranio, ultimamente. Penso di essere vicino a trovare un metodo per stabilizzarlo… Ed utilizzarlo poi come fonte di energia alternativa potrebbe aiutarci tantissimo nelle nostre opere in quei paesi che non possono permettersi impianti ad alto consumo!”

La voce elettronica di Jocasta si inserisce nella discussione.

“Tony, scusa se ti interrompo, ma ho trovato sul sito internet della Stark-Fujikawa delle dichiarazioni di tuo cugino Morgan che potrebbero interessarti.”

“Mandamela sullo schermo!”

La Stark-Fujikawa presenterà all’inizio della prossima settimana il suo prossimo prodotto. Si tratta di un comodissimo guanto repulsore, simile a quello utilizzato dal famoso Iron Man, che ben si adatta alle esigenze di difesa personale delle nostre metropoli.

Tony resta senza parole. Rhodey è sconvolto.

“Non è possibile! Ho cancellato tutti i dati riguardanti le tue armature prima di consegnare la società in mano alla Fujikawa![VI]

“Non sono i miei guanti repulsori, infatti. Sono derivati da quelli che erano in dotazione ai guardiani della Volta! Evidentemente Morgan ha trovato qualcuno abbastanza bravo da modificare i miei progetti. Ma sono dei pazzi se vogliono commercializzare un’arma del genere!”

“E non puoi fare nulla per impedirlo?”

“No… Legalmente il brevetto era delle Stark Enterprises, quindi ora è della Stark-Fujikawa. A meno che…”

“A meno che?”

“A meno che non riesca a distruggere i prototipi ed i progetti… ma non posso farlo nei panni di Iron Man! Collegherebbero immediatamente l’accaduta a me, e una simile immagine distruggerebbe la reputazione della REvolution.”

“Cacchio, avrei dovuto pensarci…”

“Non è colpa tua, Rhodey. Hai già fatto un bel lavoro nell’evitare che i piani della mia armatura finissero nelle loro mani! Penserò a qualcosa. Jocasta, chiedi un appuntamento a Felix Alvarez e Matt Murdock… Voglio vedere se riesco a trovare una scappatoia legale per questa storia.”

Mentre Tony prende l’ascensore, Rhodey continua ad osservare la notizia sul monitor. Credeva di aver sventato i piani della Stark-Fujikawa parecchio tempo fa, ma a quanto pare non era stato abbastanza attento. Di nuovo, come con Spacca-Atomi, gli si ripropongono questioni lasciate in sospeso.

“Jo, prepara l’armatura di War Machine!”

 

Il giorno dopo. Base dei Vendicatori. Iron Man atterra nel giardino, ad attenderlo c’è Jarvis.

“Buongiorno, signore. Mi scuso per l’improvvisa chiamata, ma gli altri Vendicatori hanno detto che è una questione che riguarda tutti i membri.”

“Jarvis, non ti preoccupare. Ma spero che non sia nulla di grave, devo prendere un aereo tra un’ora…”

Iron Man entra nella sala delle riunioni, ad attenderlo ci sono Occhio di Falco, Scarlet, Wonder Man, Songbird e gli ospiti Fante di Cuori e Kaina.

“Clint, cosa succede?”

“Guarda con i tuoi occhi, Testa di Latta!”

Sul monitor passano le immagini di un servizio giornalistico che riprende in azione… Capitan America?!?[VII]

“Ma allora è vivo!”

Occhio di Falco preme un pulsante e fa rivedere il replay.

“Osserva bene! Ti faccio partire sull’altro monitor delle immagini di Cap in allenamento: le tecniche sono le stesse, ma guarda lo sforzo che compie questo nuovo Cap rispetto a quello vero… ed inoltre ha dei tempi di reazione leggermente più lenti.”

“Quindi mi dici che non è lui?” chiede Iron Man osservando con attenzione le immagini.

Sul monitor stanno scorrendo le immagini del breve intervento del nuovo Cap al microfono dei giornalisti.

“Che faccia tosta.” commenta Occhio di Falco “‘Sono Capitan America, dovrete accontentarvi di questo!’ Ma chi si crede d’essere, è solo un impostore.”

“Un impostore in gamba, però.” commenta Iron Man “Le sue tecniche sono le stesse del vero Cap.”

“Ma non è lui.!” esclama Occhio di Falco “Lui è morto stavolta, abbiamo il cadavere, le analisi del D.N.A., io stesso ho aiutato a portare la cassa, non ci può essere dubbio su questo.”

Iron Man lo guarda, se qualcuno potesse vedere il suo volto, lo troverebbe solcato da un sorriso. Io stesso sono stato sepolto non una, ma ben due volte[VIII], pensa, ed eccomi ancora qui, peccato non poterlo dire davanti a coloro che non sanno che lui è Tony Stark.

“Scusate.” interviene Songbird “Ma è così grave? Forse l’esistenza di un nuovo Capitan America è una cosa buona, dopotutto. Dovremmo concedergli il beneficio del dubbio.”

“Non ha torto.” dice Wonder Man “Aspettiamo e vediamo quel che combina.”

“Devo andare, ora. Starò assente per un paio di giorni… Wanda, mi accompagni?”

“Uh? Va bene…”

I due si allontanano, ed una volta usciti dalla stanza, Scarlet, sorridendo, si rivolge ad Iron Man con un tono scherzoso.

“Cosa c’è? Non è una scusa per provarci spero, Tony! Ho già abbastanza casini sentimentali…”

“No, figurati! È che non potevo parlarne dentro. Vado nella Terra Selvaggia, vi manderò un resoconto della situazione lì, dopo gli ultimi avvenimenti, ma non potrò indossare i panni di Iron Man. Ci vado nelle vesti di Tony Stark.”

“Ho capito… senti, detto tra noi, cosa ne pensi di Cap?”

“Ha ragione Clint, questo non è Steve. Ma sono sicuro che è ancora vivo! Voleva semplicemente battere il mio record di finte morti, tutto qui!”

Scarlet si lascia sfuggire un sorriso amaro, mentre il Vendicatore Dorato spicca il volo.

 

Aeroporto La Guardia. Colleen Wing sta aspettando sulla pista di decollo degli aerei privati. Sta sfogliando una cartella piena di ritagli di giornale, appunti e documenti.

Una volta che appare Tony Stark chiude la cartella in tutta fretta.

“Salve, signor Stark. Siamo pronti a partire. Vuole mettere la valigetta nella stiva?”

“No, grazie. Preferisco tenerla con me.” All’interno della valigetta, ovviamente, c’è l’armatura di Iron Man. “Il resto del mio bagaglio è già stato imbarcato. Mi tolga una curiosità: come mai ha insistito tanto per venire?”

“Beh, la Terra Selvaggia non è esattamente il posto più adatto per un dirigente d’azienda.”. Colleen tace il fatto che da giorni sta indagando sul passato di Tony Stark.

“Non è certo la prima volta che faccio viaggi del genere, Miss Wing!”

“Già. Anche se a quanto pare non le sono mai andati molto bene, eh? Nel sud-est asiatico le successe qualcosa, vero?”

“Non sono affari suoi, Miss Wing!”

I due salgono sull’aereo privato. Una voce fuoriesce dagli altoparlanti.

“Benvenuti a bordo. È il comandante McGuire che vi parla. Prevediamo di arrivare alla base ONU della Terra Selvaggia tra otto ore…”

Colleen è stupita.

“Otto ore? Per attraversare il pianeta?”

“È un prototipo che avevo realizzato per le Stark Enterprises. Vuole che le spieghi il funzionamento?”

“Uh… no, grazie. Come mai non l’ha commercializzato?”

“Mi hanno sottratto la società prima che potessi ultimare i controlli di sicurezza. I voli di collaudo finora sono sempre andati bene, comunque. Siamo perfettamente al sicuro.”

 

La mattina seguente. Queens. Una uomo con dei grossi occhiali da sole entra in una casa disabitata. Non appena entra, si toglie gli occhiali, rivelando due occhi sintetici viola.

“Jocasta, sono arrivato a quell’indirizzo che mi hai segnalato. Ma sembra disabitato.”

“Eppure i miei dati indicano che Deathlok si è collegato recentemente da lì”

Machine Man esplora la casa. Ad un certo punto nota una sorta di botola. La solleva, e scende delle scale che portano ad una stanza interrata.

Intorno a lui, vari pezzi di computer e parti bioniche.

“Jocasta, ho trovato dove si è nascosto ultimamente… Aspetta, c’è qualcuno!”

In un angolo buio, vede Deathlok seduto a fissare il vuoto.

“Michael?”

Michael Collins continua a fissare il vuoto, quasi non curandosi della presenza di Machine Man.

“Perché non posso morire? Perché questo stupido computer si ostina a mantenermi in vita? Conoscerò mai la pace?”

 

Antartide. Tony e Colleen si svegliano di soprassalto. “Che cosa succede?”

La voce del comandante risuona dagli altoparlanti:

“Siete pregati di restare seduti e allacciarvi le cinture. Stiamo attraversando una grossa turbolenza!”

Non appena finisce di parlare, un fulmine colpisce il reattore del piccolo jet, facendolo esplodere. Quello che rimane del veicolo inizia un’inesorabile, velocissima discesa verso le lande ghiacciate.

 

 

#8

ISTINTI E TRATTATIVE

Di Tobia & Carlo Monni

 

 

L’aereo precipita a gran velocità oltre le nubi, giù oltre i ghiacci dell’Antartide, verso la Terra Selvaggia. Al suo interno, i passeggeri non possono fare altro che contemplare la terra che si avvicina, poi il violento schianto e quindi il buio.

            Tony Stark non sa quanto tempo è rimasto svenuto, è abituato alle situazioni di crisi e riprende rapidamente il controllo di se, guarda verso la sua compagna e quel che vede lo raggela: Colleen Wing ha il petto trapassato da una lamiera e perde sangue come una fontana. Tony le corre al fianco, la tocca, è ancora viva, ma che importanza ha? Con uno squarcio simile non durerà molto. Anche se fossero in mezzo alla civiltà i soccorsi arriverebbero, comunque, troppo tardi e lui non può farci niente, se provasse a togliere la lamiera aggraverebbe solo la ferita, la sente lamentarsi debolmente e questo aggrava la sua frustrazione. Ostinata ragazza. Ha voluto seguirlo sin lì, se fosse rimasta a New York ora non sarebbe in pericolo di vita. Pensieri del genere sono oziosi e Tony lo sa, Colleen ha solo fatto quel che riteneva giusto fare ed era disposta a pagarne il prezzo. Tony s’impone di non cedere alla disperazione, ci dev’essere qualcosa che può fare. Un improvviso rumore lo distrae, eccone un altro, provengono dalla cabina di pilotaggio. I piloti che cercano di uscire, probabilmente, deve aiutarli, aprire il portello di comunicazione. Ci prova senza riuscirci, si è incastrato, Cerca qualcosa con cui fare leva e lo trova in un pezzo di lamiera appuntita. Prova e riprova, per tutto quel tempo non gli viene in mente di usare l’attrezzatura di Iron Man nella valigetta, la sua identità supereroica è completamente sepolta nel suo inconscio ora e Tony lotta con i pochi mezzi che ha. Ecco, ce l’ha fatta, il portello si apre e…. anche se è un ateo dichiarato (o sarebbe meglio dire un agnostico) Tony esclama un…

“Mio Dio”

Un velociraptor (non può sbagliare, dopo i film di Spielberg tutti conoscono la sagoma inconfondibile di quei rettili) sta banchettando con quello che resta dei piloti. Tony rimane interdetto un istante di troppo, il dinosauro gli balza addosso, squarciandogli il petto con l’artiglio della zampa. Tony cade, pensando, piuttosto paradossalmente, che non ha salutato Pepper prima di partire, poi crolla, immerso nel proprio sangue. Il raptor sta per azzannargli la testa, quando, all’improvviso, una spada katana sibila nell’aria ed è la testa del rettile a cadere giù dal suo collo.

“Razza di schifosa borsetta troppo cresciuta” borbotta una voce di donna Colleen è i piedi, i vestiti sono abbondantemente stracciati ed un lungo taglio le attraversa il ventre ma si sta rapidamente cicatrizzando. In qualche oscuro modo la sua ferita sta guarendo da sola, ma lei non sembra nemmeno rendersene conto.  Ancora stordita, si avvicina a Tony, sdraiato sull’erba, mentre perde copiosamente sangue dal petto.

“Mister Stark…Tony” urla, lui non risponde. Non morire, pensa lei, non permetterti di morire e lasciarmi qui.

 

Long Island, sede americana della Stark–Fujikawa. Il Presidente Morgan Stark, cugino di Tony, sta parlando con qualcuno tramite un videotelefono:

“I miei complimenti, mia cara. Le tue modifiche alle armature dei Guardiani hanno funzionato perfettamente. Saranno pronte per il prossimo ordinativo per la Volta”.

“È sempre un piacere fare affari con te caro Morgan” risponde una voce femminile.

“Meglio che con mio cugino?” chiede tronfio Morgan

“Direi proprio di si.” Risponde la donna misteriosa.

 

In volo sopra il complesso, che una volta era noto come Stane International ed ancor prima come Stark International, troviamo una familiare figura in un’armatura nera ed argento. È War Machine ed in questo momento sta intercettando (illegalmente certo, ma, considerata la sua missione, non potrebbe importargliene di meno) proprio questa comunicazione. La voce della donna gli sembra familiare, deve averla già sentita a qualche parte, ma non riesce a riconoscerla. C’è solo una cosa da fare:

“Jocasta, qui è War Machine, mi senti?”

“Forte e chiaro Jim. Cosa posso fare per te?”

“Innanzitutto chiamami War Machine, so che questa frequenza è protetta, ma di questi tempi non si è mai troppo sicuri…” ribatte James Rhodes “…voglio che mi risali alla fonte di una videoconferenza dallo studio di Morgan Stark, voglio sapere con chi parlava quel furbone.”

“Nessun problema J..War Machine, ti richiamo tra pochi minuti”

“Fa più in fretta che puoi Jo, il dispositivo di criptaggio non mi terrà nascosto ai sensori della S-F molto a lungo”

            Interrotta la comunicazione Rhodey, si prepara ad un’attesa che spera breve.

 

Queens, New York, in una delle tante villette di un usualmente tranquillo quartiere residenziale. Il Robot vivente noto col nome di Machine Man, (anche se lui preferirebbe di gran lunga il nome Aaron Stack, datogli dal suo creatore, l’uomo che per lui è stato un vero padre) è in piedi all’ingresso del seminterrato di fronte a Deathlok, il cyborg che accoglie l’anima di Michael Collins, scienziato pacifista. Machine Man non riesce a credere alle parole che ha appena sentito uscire dalle labbra di Deathlok:

“Perché non posso morire? Perché questo stupido computer si ostina a mantenermi in vita? Conoscerò mai la pace?”

“Deathlok tu vuoi ucciderti? Non è possibile” esclama.

“X-51? Come mi hai trovato? No, non m’importa saperlo. Certo che voglio morire, che esistenza è mai questa? Intrappolato dentro una macchina di distruzione, costretto a vedere solo violenza insensata. Molto meglio morire.”

“Non puoi crederlo davvero.” Ribatte Machine Man “Credi che l’umanità sia solo carne e sangue? Io sono un robot creato appositamente per un programma militare, destinato ad essere un esercito condensato in una sola unità.[IX] Non so per quale miracolo ho acquisto l’autocoscienza, ma il mio creatore, la cosa più vicina ad un padre che abbia mai avuto, il Dottor Abel Stack, lo considerava un dono del cielo, pensava che il fatto che non fossi di carne e sangue non mi rendesse meno umano, mi dette il suo cognome, mi chiamò Aaron, come se fossi davvero suo figlio e sacrificò la sua vita per salvarmi. Una macchina poteva ispirare simili sentimenti? Non lo so, so di avere provato gli stessi sentimenti degli esseri umani: amore, odio, rabbia, gioia, sofferenza e…si…anche invidia, invidia per te Michael Collins.”

            Deathlok alza la testa a guardarlo e dice:

“Per me?”

“Si.” Risponde Machine Man “Tu almeno hai avuto quello che io non avrò mai: sei stato un vero essere umano, hai una vera famiglia, dei figli, cose che io non avrò mai.”

“Non ci avevo mai pensato.” Commenta Michael Collins “Eppure è vero. Ero così preso ad autocommiserarmi che ho scordato le cose veramente importanti, Uccidermi non è la risposta. Ho un cervello, una personalità, sono un uomo e l’aspetto esteriore non conta. Io e te abbiamo più cose in comune di quanto pensassi amico e se tu non molli, nemmeno io lo farò.”

            Machine man gli tende una mano ed il cyborg l’afferra tirandosi in piedi.

“Torniamo a casa Ma…Aaron, abbiamo un lavoro da fare”

 

Terra Selvaggia. Tony Stark sogna e nella sua mente agitata ecco i volti e le voci delle donne della sua vita, alcune le ha amate, altre sono state vittime del suo egoismo, Ecco Meredith McCall, suo primo vero amore di quando aveva 17 anni ed il suo sguardo è di triste rimprovero:

“Ti amavo Tony e tu non hai avuto il coraggio di lottare per noi”

“Meredith, perdonami” replica lui “Non sono stato abbastanza forte da oppormi a mio padre” poi, ecco un altro volto, Sunset Bain che lo sedusse e gli spezzò il cuore quando aveva solo vent’anni. È stato allora che cominciò a costruire intorno al suo cuore un’armatura più spessa di quella reale di Iron Man? Amava Joanna Nivena, che aveva deciso di sposare e che lo lasciò poco dopo il suo incidente in Indocina e la nascita di Iron Man, perché aveva compreso la sua incapacità a condividere la sua vita con qualunque donna. L’ha rivista anni dopo, sposata e con due figli, una femmina ed un maschio, non le ha chiesto il loro nome e se ne dispiace. Pepper Potts l’amava con rara devozione e lui l’ha spinta consapevolmente tra le braccia del suo migliore amico, perché era troppo orgoglioso per legarla ad un uomo dal cuore malato. Per com’è finita tra lei ed Happy, forse non è stata una buona idea. Cara Pepper, nonostante tutto è sempre stata al suo fianco nei momenti decisivi. Le donne sono sempre state parte della sua vita e lui le ha deluse tutte: Janice Cord che poi è morta, Marianne Rodgers, sarebbe impazzita se lui avesse prestato attenzione ai suoi problemi ed avesse provato ad aiutarla? E poi Roxie Gilbert, che se ne andò senza salutare e senza lui che nemmeno se ne accorgesse, Whitney Frost, Madame Masque..ecco, lei se ne andò lasciandolo vuoto e quel vuoto fu riempito da una bottiglia sino all’arrivo di Bethany Cabe, ma nemmeno con Bethany funzionò e dopo di lei, tante, troppe donne: Janet Van Dyne, alias Wasp, Indries Mumy e Clytemnestra Erwin che, ciascuna delle due a suo modo, l’hanno tradito; Rae Lacoste e Bree Daniels, relazioni troppo superficiali, Kathy Dare, la psicopatica che gli sparò dopo che lui l’ebbe scaricata, paralizzandolo quasi per sempre; Sun Yi, la dolce dottoressa cinese, Veronica Benning, la sua fisioterapista, Rumiko Fujikawa, le ha allontanate tutte alla fine. Perché non riesce ad aver una relazione stabile con una donna, perché? E questo cos’è? Sembra…il volto di un bambino, ma non riesce a metterlo a fuoco e sente una voce:

“Tony!” il volto del bambino sfuma e si trasforma in quello di Colleen Wing ed è la sua voce che grida “Tony sveglia!”

            Con uno scatto Tony è seduto nell’erba.

“Cosa?” mormora “Che è successo?”

            Le immagini del sogno svaniscono, mentre Tony si rende conto di dove si trova e che Colleen è perfettamente sana e lui pure, delle ferite non rimane nemmeno la cicatrice.

“Cosa sta succedendo?” chiede Colleen.

“Non lo so, ma vorrei scoprirlo. Credo di sapere come fare.” S’interrompe e guarda i poveri resti dei piloti “Prima c’è una cosa da fare, però.” dice.

            Meno di mezz’ora dopo, il triste compito di seppellire quel che rimane dei piloti è compiuto. Se riusciranno a sopravvivere, pensa Tony, farà in modo di far riportare le spoglie ai parenti, se non ce la fanno, beh…la Terra Selvaggia è un posto migliore di altri per riposare per sempre.

            Seguito da Colleen, (Tony nota che la ragazza ha indossato una camicetta di riserva ed un paio di short e che, davvero non è niente male.) Tony rientra nell’aereo e comincia a frugare. Le sue strumentazioni scientifiche sono intatte e, a quanto pare, i rilevamenti indicano che nella zona ristagnano dei gas sconosciuti. È probabile che abbiano proprietà rigenerative dei tessuti e questo spiegherebbe perché lui e Colleen siano guariti dalle loro ferite mortali.[X] Sia come sia, è stato un bene, perché, quando, istintivamente, Colleen si è tolta il pezzo di lamiera che la squarciava dal petto al ventre, non avrebbe potuto sopravvivere altrimenti. Tony prova la radio di bordo, ma deve constatare che è irrimediabilmente perduta.

“Se fosse rimasto qualcosa d’intatto, potrei costruirne una facilmente” dice “ma non è questo il caso, purtroppo”

“Ed ora che facciamo?” chiede Colleen.

“La sola cosa da fare è cercare Ka-Zar e le Tribù della Terra Selvaggia.” risponde lui

“Già, immagino di si. Andiamo, allora.”

“Un attimo solo.”

            Tony recupera la sua valigetta con dentro l’armatura polarizzata di Iron Man, a parte tutto può essere utile contro i pericoli della jungla.

“Quella ventiquattrore la rallenterà Stark”

“Non se ne preoccupi, c’è dell’attrezzatura di cui non posso fare a meno.”

            Colleen Sbuffa, ma rinuncia a fare domande, per ora ed i due s’incamminano nella jungla, Tony ha una vaga idea della direzione e tanto basta.

 

            S’incamminano in silenzio, dapprima, poi è Colleen a rompere il silenzio

“Non immaginavo che fosse così in gamba in queste cose materiali Stark.”

“Date le circostanze, direi che può chiamarmi Tony, Colleen” risponde lui

“Si risparmi i suoi giochetti da playboy con me, non attaccano.”

“Ma che le ho fatto che ce l’ha tanto con me?” sbotta Tony.

“Me lo chiede? Non ha fatto altro che buttare via la sua vita, ha passato gran parte della sua vita tra feste e gente fatua, ha avuto più donne di Casanova ed almeno tre fidanzamenti rotti. E le donne della sua vita: quell’attrice, Bree Daniels, Wasp, la Vedova Nera, anche, dicono, per non parlare del suo legame con una donna come Whitney Frost, il capo del Maggia.”

“Lei da troppo retta ai giornali, con i personaggi pubblici esaltano troppo spesso i lati negativi ed a volte inventano quel che non sanno. E lasci stare Whitney, lei è… beh lasci perdere, non capirebbe.”

“No, non capisco. Infatti, ma, dopotutto le piacciono le donne pericolose, vero? Una certa Kathy Dare le ha sparato e l’aveva resa un paralitico vero? Ma il suo denaro le ha pagato una cura miracolosa.”

“Questo non è giusto!”

“La vita non è giusta signor playboy multi milionario. Devo continuare?”

“Se proprio vuole..” Replica Tony con stizza. Sciocca donna, cosa vuol capirne lei della sua vita? A dir la verità anche lui non sa cosa pensarne a volte.

“Parliamo di Iron Man. Un impiegato, che risponde solo a lei e nessuno sa chi sia. Il primo impazzì e rimase ucciso in uno scontro con un certo Firepower[XI] ed un altro si è messo in proprio col nome di War Machine e passa per essere un eco terrorista. C’è chi si chiede se ad ogni prototipo di armatura non ci sia stato un uomo diverso ad indossarla…”

“Sciocchezze, Iron Man è un mio brevetto personale e la segretezza che lo riguarda serve a proteggere la sua vita privata, se si sapesse chi è, i suoi nemici potrebbero minacciare lui e la sua famiglia ed amici.”

“Posso capirlo, si….Questo si.”

            Colleen riflette sul socio di Tony, il suo vecchio amico Danny Rand, in segreto Iron Fist, anche lui non ama che si parli della sua identità di supereroe, poi continua:

“Ci sono altre cose che non mi convincono di lei Stark. I suoi fallimenti, per esempio. È notorio che lei è alcolizzato ed ha avuto almeno una ricaduta durante la quale ha perso la sua compagnia originale, la Stark International, che oggi è parte della Stark Fujikawa.”

“Non posso negarlo, vivo il mio problema ogni giorno, ma da allora non ho ceduto una sola volta.”

“Posso dire, però che per ben tre volte è stato dato per morto ed è tornato con scuse, a volte ridicole, come l’ultima volta?”[XII]

            Che dire? La ragazza ha ragione, certo, a volte non è stata colpa sua, ma non cambia le cose. Tony non resiste, però, al gusto di un’ultima battuta:

“Non l’unico esperto in questo, se non sbaglio anche il suo amico Danny Rand ha la sua quota di resurrezioni o sbaglio?”

            Colleen non replica, Tony ha ragione, accidenti a lui. Tace e Tony l’osserva: ha uno spirito forte e determinato. Gli ricorda sia Whitney che Bethany, non può negare di esserne attratto, certo lei non sembra ben disposta, ma, chissà…

“Abbiamo troppa ostilità reciproca Colleen” dice “Forse siamo partiti col piede sbagliato e….”

            Il ruggito (non saprebbe come altro chiamare quel rumore) gli impedisce di continuare, si voltano e vedono un Tirannosauro caricarli. Scappano, ma è chiaro che non hanno scampo, il gigantesco rettile è troppo veloce. Se solo avesse il tempo, pensa Tony, basterebbe trasformarsi in Iron Man e al diavolo le preoccupazioni per l’identità segreta, ma non riuscirebbe mai ad aprire la valigetta ed indossare l’armatura in tempo, è impotente, maledizione.. Non osa voltarsi mentre sente il rumore di alberi abbattuti ed altro che preferisce non sapere, poi sa che la bestia è su di loro. Sente il muso del tirannosauro che lo colpisce, scaraventandolo lontano e facendogli perdere la presa sulla sua valigetta Si riprende abbastanza in fretta da vedere Colleen minacciata dal T-Rex. La valigetta non è in vista, ma anche se lo fosse non avrebbe il tempo di indossare l’armatura. Cosa può fare il semplice Tony Stark contro quella belva? Non può abbandonare Colleen, però. Non ha scelta: deve intervenire comunque.

Afferra una pietra e la getta sul muso del gigante distraendolo un attimo, sufficiente per raggiungere Colleen.

“Tony!” esclama.

“Vieni, scappiamo!” esorta lui.

“Troppo tardi!”

            Il dinosauro è di nuovo loro addosso, improvvisamente ed impulsivamente, Colleen si stringe a Tony e lo bacia.

            Nulla sembra poterli salvare adesso.

 

            All’improvviso qualcosa s’interpone tra il T-Rex e le sue prede: è Zabu, la fiera tigre dai denti a sciabola, che si avventa sul mastodontico dinosauro, mentre, dall’alto ecco saltare sul dorso dell’animale il padrone di Zabu, Ka-Zar, l’autonominato signore della Terra Selvaggia. Con pochi, ben assestati, colpi ai fianchi della belva, Ka-Zar la convince a desistere dalla caccia e, mentre. Il tirannosauro si allontana, Ka-Zar balza al suolo e si rivolge ai due:

“Voi venite dal mondo esterno, cosa fate qui?”

“Io sono Anthony Stark, forse hai sentito parlare di me.” si presenta Tony.

“Beh non distribuiscono il National Enquirer[XIII] o il Sun[XIV] da queste parti, ma ogni tanto guardo i notiziari sui canali satellitari, quindi so chi è lei, Mr. Stark, ma non vuol dire che sappia perché siete qui.”

“Beh…forse sarà il caso che ne parliamo in un posto più comodo.” Dice ancora Tony “…a proposito, come devo chiamarla? Lord Plunder, Sua Signoria o che?”

“Ka-Zar, andrà benissimo, ora seguitemi, vi porterò al Villaggio principale delle Tribù Unite. Vieni Zabu”

            E mentre Ka-Zar e Zabu fanno loro strada, Colleen si rivolge a bassa voce a Tony:

“Antenna satellitare? Dove sono finiti i tarzanidi di una volta? Quelli che al massimo sapevano dire: Io Tarzan, tu Jane?”

            Tony si limita a sfoderare uno dei suoi migliori sorrisi. Quando arrivano al villaggio, è ormai il tramonto. Tony è stato altre volte nella Terra Selvaggia, nei panni di Iron Man, ma non è sicuro di come funzioni l’alternarsi di notte e giorno da queste parti. In teoria trovandosi in Antartide, in questo periodo dell’anno il sole non dovrebbe tramontare per sei mesi di seguito, ma lui ha sempre visto un ciclo di notte/giorno. Sarà merito delle macchine che mantengono lo straordinario clima?

            È troppo stanco per pensarci, appena esaurite le formalità di saluto a Nereel, la giovane donna capo delle Tribù riunite della Terra Selvaggia, si reca nella capanna assegnatagli e si addormenta come un sasso.

 

            Arriva il mattino, Tony non sa quanto ha dormito, ma quando si sveglia, si sente veramente riposato. Dinanzi a lui c’è un ragazzo, poco più di un bambino, a pensarci bene, alto e robusto per la sua età (che potrebbe essere dieci anni circa)

“Sei l’uomo del mondo esterno” gli chiede.

“Si, io sono Tony e tu…”

“Il mio nome è Peter, sono il figlio di Nereel” così dicendo gli tende la mano e Tony la stringe, pentendosene quasi subito dopo, il ragazzino ha davvero una stretta d’acciaio, lo vede sorridere, dev’essere un giochetto che ama fare spesso, che sia superumano? Ha sentito che nella Terra Selvaggia ci sono nebbie che… lascia perdere il pensiero, uscendo dalla capanna e vedendo la gente affaccendata. È incredibile, pensa, in pieno 21° secolo, ancora una cultura primitiva, io avrei delle difficoltà senza rasoio elettrico.

“Parli un ottimo inglese” dice rivolto al bambino.

“Ho conosciuto molti uomini del mondo esterno, amici di mia madre, si fanno chiamare X-Men.”

            E ti pareva. Esiste un luogo in cui i ragazzi e le ragazze del Prof. Xavier non sono passati? Ne dubita davvero.

“La ragazza che era con me, dov’è?” chiede.

“Oh quella?” fa Peter alzando le spalle “Dorme ancora, vuoi che la svegli?”

            Tony ci pensa su, poi risponde:

“Noi, lasciala dormire.La vedrò più tardi. Hai detto che tua madre è il capo della tribù, pensi che vorrà parlarmi, ho una cosa da chiederle.”

“Ma certo, la mamma ascolta tutti, vieni ti accompagno.”

            Quando è davanti a Nereel, trova con lei anche Ka-Zar e la sua consorte Shanna. Bella come sempre, pensa Stark. Dopo un breve preambolo Tony viene subito al sodo.

“Desidero il permesso di mandare delle squadre ad estrarre il vibranio.” Chiede.

“Mi spiace straniero, ma non possiamo acconsentire alla tua richiesta.” Risponde Nereel “Innanzitutto non sta alle Tribù Unite disporre del vibranio, come lo chiami tu, esso è affidato ala custodia di Ka.Zar e solo a lui spetta decidere cosa farne, tuttavia, come capo riconosciuto delle Tribù Unite, io ti dico che non avrete mai il mio permesso di inviare le vostre macchine a devastare la terra, abbiamo già quel che ci serve e non gradiamo intrusioni nella nostra pace faticosamente raggiunta. “

“Ma…” fa Tony.

“L’udienza è tolta”

            Tony si rivolge a Ka-Zar e Shanna.

“Anche voi la pensate così?” chiede.

“Beh in parte si.” Risponde Ka-Zar “Non siamo così chiusi, però, io vendo già piccole quantità di vibranio attraverso una società del Wakanda e ad un accordo con la Rand-Meachum Enterprises, ma solo per scopi di ricerca. È un elemento troppo instabile, se fosse portato alla luce in grandi quantità, chi può dire che accadrebbe?”

“E lei, Dottoressa O’Hara (o preferisce che la chiami Lady Plunder?) la pensa come suo marito?

“Certamente.” Ribatte Shanna “Nessuno sa veramente cosa accadrebbe se ci si fosse un’estrazione indiscriminata. Il padre di Kevin lo chiamò antimetallo a ragion veduta. Se una piccola quantità era in grado di dissolvere i metalli a breve raggio, che accadrebbe se si portasse alla luce una grande quantità? Forse una reazione a catena che distruggerebbe tutti i metalli del mondo. Immagina le conseguenze Mr. Stark? L’equilibrio ecologico della Terra Selvaggia e dell’intero pianeta irreparabilmente compromessi.”

“Questa è pura fantascienza!” esclama Tony.

“E lei Stark può garantire che non sarà davvero così?” ribatte lei.

            Tony tace, non può ovviamente, ripensandoci, sa che Shanna ha ragione, eppure ci potrebbe essere un modo se ci pensa… basta, forse è meglio dar loro retta, in fondo. Chi gli da il diritto di distruggere il paradiso terrestre? Vuole davvero essere il serpente di questo Eden? O forse la verità è che per lui è sempre difficile discutere con una bella donna in bikini di leopardo.

            Ci sta ancora pensando. Lui, di certo non saprebbe consapevolmente vivere senza tecnologia, è un discorso che ha fatto altre volte con il suo amico Thor ed è sempre giunto alle stesse conclusioni: la scienza è il suo dio personale e non si può chiedergli di rinunciarvi..

            Entra nella capanna assegnatagli e rimane folgorato. Dinanzi a lui c’è Colleen con indosso il bikini di pelle tipico delle donne del luogo.

“Beh che c’è?” chiede lei divertita.

            Tony sorride:

“Direi che ti dona, è la tua scelta per la nuova stagione?”

“Potrebbe…” si avvicina a lui “Ti devo delle scuse Tony Stark” dice a mezza voce

“Perché?” chiede lui, mentre sente il suo cuore accelerare i battiti.

“Credevo fossi il solito riccone egoista che si mascherava dietro una facciata di generosità apparente, ma ti ho visto ieri nella giungla ed ho capito come sei veramente, non hai esitato ad aiutarmi pur sapendo che saremmo stati spacciati entrambi….”

“Confidenza per confidenza…” le dice lui “Io ero convinto che tu fossi la più classica delle rompiscatole col vizio delle regole, poi ho visto quanto tu sia fiera ed indipendente, determinata e….

“E…?”

“Mi piace, mi piace molto.”

            Di scatto l’abbraccia e la bacia, lei non si sottrae, risponde al bacio e poi i due si lasciano cadere sulle stuoie del pavimento, mentre lei gli strappa la camicia e lui cerca di toglierle il bikini, il resto… beh è facilmente prevedibile.

 

            Il giorno passa ed i due si ritrovano ancora distesi sulle stuoie. Colleen è distesa su Tony che le accarezza i lunghi capelli rossi. Suo padre è mezzo giapponese ha sentito dire, ma la madre doveva essere irlandese, pensa ridendo tra se. A lui toccano sempre rosse, come Pepper o Beth. No, non è corretto nei confronti di Colleen pensare ad altre donne

“A cosa stai pensando?” le chiede “Spero non sia nulla di banale come: Chissà cosa penserai di me adesso?”

“No, no!” risponde lei ridendo, poi torna seria “A dir la verità, stavo pensando… abbiamo fatto l’amore senza protezioni e…”

“Temi che io abbia… fidati, mi faccio controllare settimanalmente.”

“L’immaginavo. Non è a quello che pensavo, ma… se fossi rimasta incinta che faresti?”

            Lui rimane un attimo interdetto, non aveva mia pensato a questa eventualità, eppure avrebbe dovuto. È fortunato che non sia mai capitato sinora, no?

“Che farei?” replica “Il padre immagino. Non credo che lascerei mai solo mio figlio.”

            Il discorso è interrotto dall’entrata di Shanna.

“Scusate..” si blocca divertita, mentre Colleen afferra una coperta “Calma, calma. Qui nella Terra Selvaggia abbiamo un’idea di pudore diversa da quella di voi del mondo esterno. Volevo dirvi che quando volete, io e Ka-Zar vi accompagneremo al nostro rifugio per farvi usare la radio… ovviamente dopo che vi sarete rivestiti.” Esce ancora ridacchiando.

            Tony e Colleen si guardano e scoppiano a ridere, poi lui dice:

“sarà meglio darci una mossa”

            Si rivestono e Tony le dice:

“La settimana prossima la Fondazione Taylor darà una festa per la raccolta di fondi per le vittime dell’11 settembre,[XV] ti va di venirci con me?”

“Io ad un evento mondano? Perché no?

            Ed anche questa è fatta, pensa Tony, ora se solo ritrovasse la valigetta…

 

New York, sede della Fondazione Maria Stark. L’amministratore Harold J, “Happy” Hogan sta esaminando i conti dell’ultimo trimestre ed anche se non è un esperto contabile, capisce che ci sono più uscite del previsto. C’è decisamente qualcosa di strano. Quando Tony tornerà ne parlerà con lui, ma per ora sarà bene fare qualche indagine per conto suo. Se qualcuno spera di prenderlo per i fondelli contando sul fatto che è solo un pugile suonato, beh ha fatto male i suoi conti.

 

La capanna di Ka-Zar, almeno all’interno, non somiglia alla tipica abitazione di Tarzan nei film, c’è una specie di sobria eleganza. In un angolo un bambino di circa due anni o, forse, tre, sta giocando. Il figlio di Ka-Zar e Shanna, Matthew gli sembra di ricordare o era Adam?[XVI] Ultimamente incontra spesso bambini, come quel Peter prima. A pensarci bene somigliava a qualcuno che conosce, ma non riesce a focalizzare chi.[XVII] Ecco la radio promessa da Ka-Zar, ora deve chiamare la REvolution e farsi venire a prendere.

 

Sede della REvolution, Jim Rhodes si è appena tolto l’armatura ed è rientrato nel suo ufficio di Vice Presidente, quando il suo telefono satellitare squilla:

“Rhodey sei proprio tu?” è la voce di Tony Stark

“Tony, ma dove diavolo ti eri cacciato?”

            Tony gli spiega rapidamente la situazione ed ha appena staccato la comunicazione, lasciando Rhodey a predisporre i soccorsi, che la linea si attiva nuovamente in viva voce

“Jim, sono Jocasta. Sono risalita all’informazione che cercavi”

“Bravissima. Dunque?”

“La donna con cui Morgan Stark stava parlando è…Sunset Bain!”

 

 

#9

CONTROLLORI E SCIACALLI

Di Tobia

 

 

New York. Nel complesso industriale della REvolution è notte fonda, tutti gli uffici dovrebbero essere deserti.

Ma in realtà nel sotterraneo vi è un'attività febbrile. Attorno ai vari computer e macchinari ci sono tre persone che sembrano morse da una tarantola: Tony Stark, Jim Rhodes e Michael Collins.

"Non è possibile! Jim, Mike, ricontrollate tutto da capo!"

"Tony, è la quinta volta che lo facciamo… Non ci sono errori di sorta."

"Rhodey ha ragione, i sistemi di rintracciamento sono perfettamente funzionanti!"

"Allora, signori, rispondete a questa domanda: dove diavolo è finita la mia armatura?"

Tony Stark è un ossesso, Michael non ricorda di averlo mai visto così agitato da quando lavora alla REvolution. Nemmeno quando si trattava di predisporre le difese contro i Marziani era così nervoso…

"Insomma, ogni mia armatura ha un sistema di rintracciamento, mi spiegate come mai non si riesce a capire dove si trovi?"

"Scusami, Tony" interviene la voce computerizzata di Jocasta "Ho appena finito il controllo esteso a tutto il globo e non ho trovato traccia dell'armatura. Posso estendere il controllo anche alla Luna, Titano ed al resto del sistema solare abitato."

"Non credo sia utile, Jocasta… Se l'armatura è nello spazio, senza le opportune modifiche è inutilizzabile. Ma non ho ricevuto nemmeno il segnale di distruzione, dev'essere da qualche parte!!!"

Improvvisamente una sorta di trillo persistente si inizia a sentire per tutta la stanza.

"C'è qualcuno alla porta a quanto pare, Tony!"

"Sì, ed ho anche una mezza idea di chi potrebbe essere, Rhodey."

Controllando che non ci sia nulla che possa compromettere la sua identità segreta, Tony apre la porta, ritrovandosi di fronte Colleen Wing.

"Sa una cosa, mister Stark? Come responsabile della sicurezza di questo complesso, devo ricordarle che è necessario presentare una richiesta per usufruire dei locali della società in orari non lavorativi!"

"Beh, miss Wing, mi dispiace non averla avvisata, ma…"

"Per questa volta chiuderò un occhio sui suoi colleghi, ma lei deve venire con me per… ripassare le procedure!"

"Io… beh, ecco…"

Rhodey e Michael sorridono.

"Non si preoccupi, 'mister Stark'… Ci pensiamo noi a concludere quel progetto…"

Colleen afferra il braccio di Tony.

"Avanti, allora. Ai piani superiori c'è Misty che controlla il resto… Possiamo anche staccare per il resto della notte! Conosco un locale in cui suonano jazz che è una favola…"

L'ascensore riparte prima che Tony possa controbattere.

 

Redazione di Now. Isobel Aguirre e Gordon Clay stanno lavorando al loro prossimo servizio.

"Avanti, Gordon, dobbiamo andare in stampa domani notte. Possibile che non hai trovato nulla di interessante?"

"Non è tanto semplice scoprire qualcosa di nuovo su Tony Stark. Ormai un sacco di riviste l'hanno sbattuto in copertina per la sua storia con quella Colleen Wing subito dopo aver rotto con Rumiko Fujikawa… Trovare qualcosa di diverso è dura, sempre le solite cose: Fondazione Stark, donne, alcolismo, Iron Man…"

"Beh, provaci! Non possiamo dedicargli la copertina e poi pubblicare una banalissima intervista sulle attività della REvolution. Se non battiamo la concorrenza, Jameson ci manda a redigere gli annunci mortuari sul Bugle!"

"Aspetta, aspetta… Isobel, vai sul sito dell'America Airlines e prenota due biglietti per il primo volo verso Chicago!"

 

Mali. La REvolution sta lavorando ad un impianto di estrazione mineraria nel deserto. Daniel Rand, uno dei soci fondatori della società, sta supervisionando lo svolgersi dei lavori.

"Come le stavo spiegando, mister Rand, il metodo di estrazione approntato da Stark ci permette di raggiungere giacimenti di silicio e quarzo altrimenti irraggiungibili a costi accettabili."

"Si, ho controllato il progetto, signor Makewebe. Quello che mi stavo chiedendo è come mai non avete accettato l'offerta della REvolution: eravamo disposti, con un piccolo rialzo nel prezzo, a coprire noi l'installazione dell'impianto…"

"Vede, signor Rand, le nostre finanze sono estremamente limitate. Apprezziamo il vostro sforzo di concederci dei prezzi estremamente agevoli, ma se riusciamo ad abbassare ulteriormente il prezzo dell'installazione rivolgendoci ad un'altra società, capisce che per noi è un'occasione che non possiamo lasciarci sfuggire…"

"E questa società sarebbe…"

"Non so se la conosce, la BS Control."

"Effettivamente non la conosco… Mi informerò."

"Se ora vuole tornare nei suoi alloggi, ci vedremo per il pranzo…"

I due si dirigono verso due distinti prefabbricati. Una volta che Daniel Rand è nel suo alloggio, accende il suo portatile e si collega con la sede newyorkese della REvolution. L'immagine di Misty Knight, trasmessa attraverso una webcam, appare su monitor. Indossate un paio di cuffiette con microfono, inizia a parlare.

"Ciao, Misty. Come è la situazione a New York?"

"Come vuoi che vada? La mia collega a pensato bene di portare la sua indagine su Tony Stark su binari mooolto più personali del consentito…"

"Beh, evidentemente mi sbagliavo su Tony. E tu?"

"Io? Considerato che il mio ragazzo è a mezzo mondo di distanza, non mi resta che guardarmi le repliche di 'Star Kings' mentre aspetto una sua chiamata…"

"Beh, se vuoi passare il tempo in qualche modo, che ne dici di scoprire qualcosa su questa società, la BS Control?"

"Ok, ti farò sapere… hai intenzione di tornare presto?"

"Penso proprio di sì. I lavori procedono bene… E poi c'è una ragazza favolosa che mi aspetta a casa!"

Mentre Danny Rand chiude la comunicazione, la luce si spegne e una massiccia figura entra nel suo alloggio, completamente buio a causa delle finestre chiuse da pesanti pannelli.

"Chi è?" chiede il giovane manager girandosi di scatto.

La figura non dice nulla ed avanza minacciosa.

Daniel assume una posizione di attesa, mentre l'intruso si lancia contro di lui. Con un agile capriola, l'alter ego di Iron Fist evita l'attacco e risponde colpendo l'aggressore al fianco con un pugno che lascerebbe senza fiato chiunque. Sul volto dell'aggressore si riesce a distinguere un sorriso, mentre una decina di persone irrompono nel prefabbricato afferrando Danny Rand. La massiccia figura si avvicina a Danny afferrandogli il collo.

 

Attico di Tony Stark. Il sole brilla alto nel cielo già da qualche ora quando il suono di un cellulare sveglia i due amanti ancora abbracciati nel letto.

È la mano di Colleen che afferra l'apparecchio appoggiato sul comodino, mentre Tony apre gli occhi e assume un'espressione confusa.

"Pronto? Oh, Misty, sei tu? Cosa c'è? Ora? Mi vesto e arriviamo…"

Si gira verso Tony con la faccia ancora assonnata. "Era Misty, ha detto che dobbiamo andare in ufficio al più presto."

"Ma che ore sono?"

"Sono già le dieci e mezza, muoviamoci…"

 

Dopo un'ora, i due arrivano alla sede della REvolution. Non appena scendono dalla macchina, un paio di fotografi scattano delle foto alla coppia.

"Beh, Colleen, a quanto pare apparirai sui rotocalchi anche questa settimana!"

"Sì… si stancheranno prima o poi?"

"Non penso, sono le regole del gioco, quando sei un personaggio pubblico devi imparare a sopportare le intrusioni e le illazioni sulla tua vita privata…

"Beh, non so se riuscirò a sopportarlo come fai tu…"

I due si dirigono verso l'ufficio della sicurezza, dove li aspettano Misty Knight e Jim Rhodes.

"Buongiorno! Vi sembra ora di presentarsi al lavoro?" Li apostrofa con un sorriso Misty. "A parte gli scherzi, c'è qualcosa che non quadra in Mali."

Tony si fa perplesso.

"Mali? È dove stiamo installando l'impianto di estrazione mineraria, no?"

"In realtà no. Il governo ha deciso di rivolgersi ad un'altra società per l'installazione, sostenendo che pratica prezzi più convenienti." interviene Rhodey.

"Più convenienti dei nostri? E quale sarebbe questa società?" chiede stupito Tony.

Misty Knight rivolge il monitor del computer verso gli altri.

"Questa: la BS Control. Danny, che è in Africa per supervisionare i lavori, mi aveva chiesto di controllarla. Ho scoperto che è una società molto recente, praticamente affiliata alla Stark-Fujikawa."
"Morgan…"

"Non so che intenzioni abbia tuo cugino, Tony, ma non mi sembrava il tipo da opere umanitarie!"

"Hai ragione, Rhodey… Probabilmente avrà raggiunto un accordo per un'agevolazione nell'acquisto del materiale che verrà estratto."

"C'è di più, Stark:" interviene Misty "ho cercato di contattare nuovamente Daniel per comunicargli quanto avevo scoperto, ma non ho ricevuto risposta. E soprattutto, ho trovato questo documento su Internet." Afferma mostrando una pagina web molto scarna.

"Che cos'è?" Chiede Colleen.

"Un racconto di un volontario della Croce Rossa. Afferma che negli ultimi quindici giorni ci sono state strane sparizione di giovani dai villaggi nella zona dell'impianto."

"Lasciami indovinare, la BS Control sta lavorando all'impianto da due settimane, giusto?"

"Inizio a capire come ha accumulato quella fortuna, Stark."

"Manderò immediatamente Iron Man ad indagare. E, Misty, chiamami Tony, ok?"

"Ti ringrazio, ma vorrei andare anche io. Daniel è il mio ragazzo, e…"

"Ha ragione, Tony, la accompagnerò anche io. Solo, per piacere, non metterci a disposizione un altro dei tuoi aerei sperimentali, ok?"

"Va bene, Colleen" risponde sorridendo "ma fai attenzione!"

 

Nel pomeriggio, Colleen e Misty sono su un aereo privato in partenza verso il Mali, mentre Iron Man e War Machine sono già in volo sopra l'Atlantico.

"Tony, spiegami perché mi hai voluto con te…"

"Rhodey, la REvolution opera sotto l'egida dell'ONU. In caso di guai, in qualità di Vendicatore e dipendente della REvolution, potrei avere dei problemi ad intervenire se le autorità non me lo consentono…"
"…mentre io, nei panni di War Machine, posso fare il lavoro sporco, eh?"

"Beh, ecco, in un certo senso. Ufficialmente sei un indipendente, quindi hai molta più libertà d'azione."

"Ok, hai ragione, e sinceramente preferisco di gran lunga il mio ruolo al tuo. Il piano d'azione qual è?"

"Io mi incontrerò con Rand insieme a Misty e Colleen, mentre tu sorvolerai la zona in cerca di qualcosa di sospetto, va bene?"

"Sì, ho fatto missioni del genere anche in guerra, solo che lì pilotavo un elicottero invece che un'armatura!"

 

Nel primo pomeriggio l'aereo della REvolution atterra nella pista provvisoria costruita dalla BS Control, scortato da Iron Man. Ad attendere sulla pista ci sono Daniel Rand e William Makewebe, l'incaricato dal governo alla supervisione dei lavori. Non appena Misty Knight scende dall'aereo, corre incontro a Daniel in preda all'euforia.

"Danny! Ero così preoccupata, perché non ti sei fatto sentire?"

L'abbraccio della donna quasi stupisce il biondo manager.

"Scusa, Misty. Ci sono stati…"

William Makewebe interviene immediatamente.

"Abbiamo avuto dei problemi con i generatori, e abbiamo dovuto tagliare l'energia a tutte le installazioni non indispensabile. Come ad esempio, appunto, le telecomunicazioni."

Colleen si guarda intorno, mentre Iron Man sembra scrutare impassibilmente Rand e Makewebe.

"Scusa, Iron Man, ma non noti nulla?"

"Ehm… Mi scusi, miss Wing, ma ero… impegnato… Cosa c'è?"

"Beh, Makewebe ha detto che hanno tolto l'energia alle installazioni non indispensabili, giusto? Ma dove sarebbero le installazioni 'indispensabili'? Per costruire un impianto come quello progettato da Tony, bisognerebbe impiegare fior di macchinari, oppure migliaia di persone come manodopera… Ma sarebbe impossibile mantenere prezzi bassi pagando così tante persone, anche al minimo…"

"Ha ragione, miss Wing. Sto trasmettendo alcuni dati a Jocasta, se il mio intuito non si sbaglia, forse ho capito con chi abbiamo a che fare…"

"Cioè?"

"Non ne sono sicuro… Nel frattempo, lei e miss Knight evitate di abbassare la guardia, anche con mister Rand."

"Mi sa che Misty abbasserà ben altro che la guardia con Danny…"

"Ehm… ecco, io ora devo fare un giro di ricognizione…"

I razzi sotto gli stivali di Iron Man si accendono, ed il Vendicatore Dorato scompare nel cielo.

Immediatamente, un nugolo di persone escono da varie capanne e prefabbricati e accerchiano le Figlie del Dragone. Misty Knight si stringe a Danny, il quale rimane impassibile.

"Danny, cosa diavolo succede?"

Nessuna risposta. Colleen, colpendo i vari aggressori con la katana inguainata, raggiunge l'amica.

"Misty, sveglia! Danny non è in sé, a quanto pare."

Come a voler dare ragione alla ragazza, anche il biondo eroe si unisce al branco di simil-zombie.

 

Iron Man nel frattempo si incontra con War Machine in quota.

"Allora, scoperto qualcosa?"

"Nulla… Ma è proprio questa la cosa inquietante! In tutta la zona c'è una desolazione impressionante, tutti i villaggi sono deserti. Cosa diavolo sta succedendo, Tony?"

"Ho una mezza idea… Analizzando Rand, ho notato che emetteva delle radiazioni di una frequenza conosciuta. Sto aspettando che Jocasta finisca di analizzarle e mi dia il responso…

-Tony?-

"Eccoti qui! Allora?"

"A quanto pare avevi ragione: è la frequenza su cui operano i dischi di controllo di Basil Sandhurts, il Controllore. Solo che l'intensità non è mai stata così forte!"

"E nessuno dei due aveva i dischi di controllo alla base del collo, come al solito… Qui c'è sotto qualcosa!"

 

Nel cantiere, Misty Knight e Colleen Wing affrontano una frotta di uomini e donne in trance che cercano di soggiogarle. L'abilità nelle arti marziali di Colleen e il braccio bionico e la grinta di Misty evitano al duo di soccombere.

Improvvisamente gli assalitori si bloccano e una figura massiccia, impeccabilmente vestita con un vestito d'Armani e con la faccia sfigurata dalle cicatrici, appare davanti alle Figlie del Dragone.

"Buongiorno, signorine. Mi dovrei presentare: sono Basil Sandhurst, il presidente della BS Control."

Le due ragazze lo riconoscono immediatamente. Colleen è la prima a parlare.

"Io ti ho visto nei file della REvolution! Sei il Controllore!"

"Sì, in passato mi facevo chiamare così. Ma dopo che alcuni personaggi hanno pensato ad offrirmi, oltre ad un'impeccabile assistenza legale, la carica di presidente di questa compagnia, ho deciso di abbandonare quel vecchio soprannome…"

"Tutto ciò è molto interessante, bruttone. Ma non spiega cosa stai combinando qui!"

"Beh, immaginate cosa si penserà di Tony Stark e della REvolution quando si scoprirà che i suoi impianti vengono costruite schiavizzando un'intera popolazione!"

"Ma la REvolution non c'entra nulla!"

"Lo sappiamo, ma credi che ai giornali interesserà specificarlo?"

"Quindi è tutta una meschina vendetta personale, eh?"

"Si, possiamo dire che si tratta anche di quello. Ma principalmente sono affari, e non mi pare corretto parlare di queste questioni con dei concorrenti. Ora mi spiace, ma dovete morire. Controllare due addette alla sicurezza non mi è di nessuna utilità, al contrario di mister Rand. Rand, uccidi la ragazza nera!"

Daniel si avvicina minaccioso, inespressivo, verso Misty.

 

Sopra il deserto, Iron Man e War Machine continuano a parlare, ignari della situazione al cantiere.

"Tony, ora che ci penso, pattugliando la zona ho notato una cosa molto strana: vedi quella duna laggiù?"

"Sì, che cos'ha di strano?"

"Beh, le dune si formano per l'azione del vento sulla sabbia, no? Per questo presentano le striature da una parte ed hanno una forma quasi a 'onda'. Ma guarda bene: quella duna presenta striature su entrambi i lati, ed inoltre ha una forma perfettamente simmetrica!"

"Ho capito, aspetta un attimo."

Il petto di Iron Man si illumina di una luce azzurra, la quale, una volta raggiunta la massima luminosità, diventa un raggio che, colpendo la duna, disperde la sabbia in un raggio di un paio di chilometri. Non appena la sabbia si deposita, un macchinario di enormi dimensioni appare dove prima c'era la duna.

"Wow, Tony, potresti brevettare un mini Uni-Raggio per le pulizie domestiche, eh?"

"Ci ho provato una volta, ho dovuto sostituire tutta la cristalleria… Da quanto mi dicono i miei sensori, quella macchina è una specie di diffusore di 'raggi di controllo'!"

"E come mai su di noi e sulle ragazze non sembrava avere effetto?"

"A quanto pare, reagisce con un particolare enzima che deve essere iniettato nella vittima… Probabilmente l'avranno iniettato a Rand."

"E come avranno fatto a iniettarlo a tutta la popolazione di quei villaggi?"

"Non lo so… aspetta, i miei rilevatori di movimento hanno notato qualcosa…"

"Sicuro? I miei non rilevano nulla…"

"Ho apportato qualche modifica da quando ho costruito quell'armatura, Rhodey. Eccolo!"

Una scia nera e gialla alza una scia di sabbia correndo ad una velocità impressionante per il deserto. All'improvviso prende una duna e con lo slancio raggiunge Iron Man. Tony ha appena il tempo di distinguere una figura umana armata di artigli prima di notare dei danni al sistema.

"Dannazione, con cosa mi ha colpito?" esclama, notando il rivestimento superficiale della sua armatura danneggiato all'altezza dell'addome.

Rhodey attiva il mirino laser installato nel suo elmetto.

"Aspetta solo che lo inquadri!"

Improvvisamente il display interno di Rhodey annuncia l'agganciamento del bersaglio. Tutti i sistemi d'armi si attivano e sparano all'unisono, ma il bersaglio è sempre troppo veloce.

"War Machine, la mia unita di alimentazione è danneggiata, devo atterrare e aspettare che si autoripari!"

"Ti copro io, Iron Man." Il cannone al plasma sulla spalla destra di Rhodey inizia a sparare colpi a ripetizione, fino a quando il misterioso nemico non perde la presa sulla sabbia. È allora che la figura appare distintamente ai due eroi in armatura: un nero, vestito con un costume nero a striature gialle, con tre artigli retrattili per mano ed un ulteriore artiglio su entrambi i gomiti. Vari denti di leopardo adornano la collana e la cintura, mentre la faccia ha sembianze quasi feline.

"E tu chi diavolo saresti?" chiede War Machine.

"Sono Ghepardo!" risponde l'uomo alzandosi.

Non fanno a tempo a vederlo, che è già in piedi e corre verso Iron Man. War Machine resta sospeso in aria, utilizzando tutto il suo arsenale nel vano tentativo di colpire il velocista.

Tony, all'interno della sua armatura, lotta contro il tempo per reinizializzare i sistemi.

-Avanti... Escludi tutti gli elementi superflui, convoglia tutta l'energia disponibile sull'Uni-Raggio…-

Gli artigli di Ghepardo sono ad un passo dall'elmetto di Iron Man, quando viene investito da un raggio multicolore e crolla a terra.

"Complimenti, Tony! Come diavolo hai fatto?"

"Beh, vista la velocità, colpirlo con le armi convenzionali era quasi impossibile! Per quanto veloce fosse, però, non lo era più della luce: ho impostato l'Uni-Raggio su una sequenza luminosa che l'avrebbe fatto svenire."

"Bene, e ora che facciamo con questo macchinario?"

Iron Man carica i repulsori.

"Lo radiamo al suolo, ecco cosa facciamo!"

Sta per sparare, ma una voce alle sue spalle lo blocca.

"Non lo faccia, Iron Man. Non ha idea di quanto potrebbe costare a Tony Stark l'abbattimento di quella struttura."

A parlare è stato Ghepardo, che ora ha le sembianze di William Makewebe.

 

Nel cantiere, Daniel Rand è in piedi davanti a Misty Knight. Le sue mani si protendono in avanti, per afferrare il collo della ragazza. Misty evita la presa e tira un pugno di rara potenza grazie al suo braccio bionico.

"Mi spiace rovinare il tuo bel faccino, Danny!"

Nel frattempo Colleen affronta altri schiavi del Controllore.

Daniel resta a terra, mentre Misty si ritrova a fronteggiare il Controllore in persona.

"Avanti, bruttone! Fatti sotto!" urla mentre sferra un pugno. Sandhurst non fa una piega.

"Miss Wing, deve sapere che io assorbo anche la forza delle persone che controllo."

Così dicendo molla uno schiaffo che fa rotolare Misty a terra.

"Misty!" urla Colleen, distraendosi quanto basta agli schiavi del Controllore per sopraffarla.

"Ah! Patetiche, assolutamente patetiche" si compiace Sandhurts, quando un colpo lo fa vacillare.

"Chi osa?"

"Io oso. Iron Fist!" pronuncia sprezzante la figura apparsa alle spalle del Controllore.

"E tu che cosa ci fai qui?"

L'eroe abbozza un sorriso. Non può certo rivelargli di essere Daniel Rand e di essersi liberato del controllo dopo essere stato steso dalla sua ragazza. Quindi decide di tagliare corto con le chiacchiere e attacca con un calcio volante. La rapidità di esecuzione coglie di sorpresa Sandhurst, che incassa il colpo in pieno petto.

"Maledetto…"

Un altro calcio colpisce il volto sfigurato, poi il pugno di Iron Fist inizia a brillare. Daniel scarica il Pugno d'Acciaio, la concentrazione del suo ki, in un unico colpo. Il Controllore, colpito in pieno volto, perde i sensi, mentre tutti i suoi schiavi sembrano risvegliarsi da un sonno profondo.

 

Nel deserto, Makewebe fronteggia Iron Man e War Machine.

"Avete sentito bene. Siete su uno stato sovrano, ed essendo dipendenti di una società che lavora per l'ONU, siete tenuti a rispettare le decisioni dei suoi rappresentanti. L'esistenza di quella macchina è nota al governo del Mali, anzi, è uno dei fondamenti del processo di modernizzazione del paese."

"Intendete raggiungere il progresso tramite la schiavitù? È un paradosso!"

"Lei può pensarla come vuole, ma se tocca quella macchina, le posso assicurare che la REvolution non lavorerà mai più per nessuno stato. E non parlo esclusivamente come rappresentante del Mali."

War Machine arma tutti i suoi sistemi.

"Sa una cosa? Io non sono un dipendente della REvolution, non sono più nemmeno un Vendicatore, sono solo War Machine. E faccio quello che ritengo giusto!"

In un fragore di spari ed esplosioni, il macchinario è raso al suolo.

Makewebe si copre il viso dalla sabbia che turbina ancora.

"La pagherete, questo ve l'assicuro!"

"Ci mandi il conto, ma non si aspetti le agevolazioni che le abbiamo fatto per l'impianto di estrazione!" risponde Iron Man volando via.

 

Prime avvisaglie della notte, a New York. Un aereo proveniente da Chicago atterra al JFK. Isobel Aguirre e Gordon Clay scendono dall'aereo con in mano appunti e fotografie.

"Ti rendi conto di cosa abbiamo scoperto?"

"Isobel, non so… queste cose forse sono più adatte per il Bugle, o peggio per giornali scandalistici…"

"Non credo che una notizia del genere su uno dei personaggi più importanti degli Stati Uniti sia solo 'robaccia scandalistica'. Notizie del genere possono anche sconvolgere Wall Street…"

"Vedremo. Domattina sarà in edicola…"

 

Il mattino dopo, a New York. Dopo aver ricevuto una nota in cui si diceva che "il governo del Mali ringrazia la REvolution per la collaborazione ma rende noto che il loro contributo non è più richiesto ed invita i vari dipendenti e dirigenti ad abbandonare il territorio nazionale", Colleen, Misty e Danny atterrano al LaGuardia. Una volta scesa, Colleen si dirige verso l'edicola. Approfittando della solita promozione, acquista il Bugle e Now al prezzo di soli due dollari. Il Bugle apre con un articolo sul nuovo Capitan America, mentre in copertina su Now c'è Tony Stark. Incuriosita, Colleen legge la scritta sotto la foto, sbiancando in volto e lasciando cadere la rivista. La scritta in copertina recita:

 

ESCLUSIVO: La storia e le foto dell'erede di Tony Stark!

 

CONTINUA…

 

 

NOTE DEGLI AUTORI

 

 

            Continuiamo con le Ultimate Edition della serie di Iron Man scritte dall’amico Tobia. Come nella precedente, ho lasciato pressoché intatto l’impianto delle storie, limitandomi ad aggiustamenti di tipo formale e sintattico. Poche le note:

1)       Questa saga serve soprattutto a preparare la via a nuovi scenari e relazioni tra i protagonisti del cast, sempre più divisi in due campi opposti: da un lato la REvolution con Tony ed i suoi amici, tra cui spicca il ritrovato War Machine; dall’altro la Stark-Fujikawa, con Morgan Stark, Sunset Bain e la famiglia giapponese dei Fujikawa impegnati in un’aspra rivalità finanziaria e commerciale.

2)       Sugli episodi #9 e 9 lascio la parola a Tobia. “Grazie all’inestimabile aiuto (troppo buono Tobia -_^) di Carlo Monni (che probabilmente è il più grande amante di Iron Man dello staff di MarvelIT, dopo di me, ovvio!) è arrivato l'episodio che, come avrete visto, segna una svolta nella vita sentimentale di Tony. Avrete notato che questo episodio è scritto con lo stile classico di Carlo, in effetti io mi sono limitato a scrivere un plot dettagliato dell’episodio, poi ci ha pensato il nostro Editor In Chief a sviluppare il tutto (e questo mi ha permesso di inserire anche delle scene ad hoc, come quella in cui Tony sogna le sue vecchie fiamme, pallino fisso di Carlo)… Devo dire che non avrei potuto trovare un aiuto migliore in questa occasione!;

3)       Nell’episodi #9,  magari qualcuno l’ha notato, ma una parte dei dialoghi alla base dei Vendicatori sono presi da CAPITAN AMERICA 1. Come sarebbe a dire che non l’avete ancora letto? Non siete ansiosi di leggere cosa combina la nostra memoria storica Carlo alle prese con il patriota per eccellenza? Siete ancora in tempo per rimediare!

 

 

Tobia & Carlo

 



[I] CAPITAN AMERICA & U.S.AGENT 2002

[II] CAPITAN AMERICA: STANOTTE MUOIO (SPECIALE CAPITAN AMERICA 1, Star Comics)

[III] IRON MAN MarvelIT 5 GdM

[IV] THOR Corno 9

[V] POWER PACK 3-4

[VI] L’UOMO RAGNO 228

[VII] Non avete ancora letto CAPITAN AMERICA 1?

[VIII] Su IRON MAN: DALLE CENERI 2 e IRON MAN & I VENDICATORI 15. Inoltre era stato dato per morto anche su DEVIL Corno 45/47

[IX] Come visto in 2001 A Space Odissey #8 (Eterni, Corno #9)

[X] E proprio così, come spiegato in dettaglio in X-Men Hidden years #1/4 (X-Men Revolution #1/4)

[XI] Iron Man, Vol 1°, #230 (Iron Man, Play Press #13)

[XII] Tony era “morto” durante nell’epilogo della famigerata saga “La traversata”. Le circostanze della sua resurrezione sono state spiegate in Iron Man MIT #4

[XIII] Famoso giornale scandalistico americano

[XIV] Famoso quotidiano scandalistico inglese

[XV] Vista in Marvel Knights #8

[XVI] In realtà era entrambi: Adam è il nome datogli in X-Men Annual #12 e Matthew nella serie di Ka-Zar di Waid & Kubert

[XVII] Colosso degli X-Men ovviamente, ma non glielo diremo di certo.