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UN RACCONTO DI EROISMO E TRAGEDIA TRA PASSATO E PRESENTE

 

V

 

V COME VITTORIA

 

Di Carlo Monni

 

 

1

 

 

Inghilterra, poco fuori Londra. Non molto tempo fa. Si avvicina alla finestra e la apre lentamente. Per lei l’oscurità è un’amica e non le impedisce di vedere il fagottino nella culla. Avanza nella stanza per poi bloccarsi di colpo. C’è qualcosa che non va, pensa, un attimo prima che un proiettile sibili davanti al suo naso e una voce d’uomo risuoni nel buio:

-Ciao Lily… ti stavo aspettando.-

            La vampira si volta di scatto e, seduto su una poltroncina, vede l’eroe noto come Union Jack, che sembra essere molto calmo.

-Ti ho mancato intenzionalmente.- dice ancora lui -Prima di ucciderti volevo parlare un po’ con te.-                   

            La Baronessa Sangue non l’ascolta. Si volge verso la culla e solo allora si accorge che dentro c’è solo un bambolotto. Dalle sue labbra un ringhio furio mente si volge verso l’uomo in costume.

-Mio figlio…- sibila.

-Inutile che lo cerchi qui: ho mandato lui e Jackie a Londra. Lei non era tanto entusiasta di lasciarmi qui da solo ma l’ho convinta a fare la brava nonnina e che me la sarei cavata benissimo anche senza di lei.-

-La tua arroganza ti costerà cara.-

            Senza dire altro la vampira gli si scaglia contro.

 

            New York City, uffici direttivi della Oracle Inc. Due mesi fa. Ci sono poche cose al mondo che possono sorprendere l’uomo di nome Jim Hammond e una nuvola di fumo che si leva improvvisamente nel suo ufficio di responsabile della sicurezza della Oracle Inc. non è tra queste per quanto insolita sia

            Dal fumo appare la figura di un uomo calvo, vestito con un costume verde scuro con mantello, guanti e stivali rossi. La sua pelle è anch’essa verde ma di una tonalità più chiara e i suoi occhi sembrano due fessure bianche.

-Ti porgo i miei saluti, Torcia.- dice il nuovo venuto.

-Visione… devi sempre fare queste entrate ad effetto?- replica Jim senza perdere la calma. Perché dovrebbe, del resto? Conosce quest’essere da oltre settant’anni, da quando entrambi combattevano contro il crimine e contro i Nazisti, un tempo quando Jim Hammond era noto come la Torcia Umana e l’alieno davanti a lui era noto come la Visione, nomi di battaglia oggi portati con onore da altri due valorosi.

-Questo è il mio modo di spostarmi.- dice il nuovo venuto guardandosi intorno –E così è questo che fai adesso, invece di punire i malvagi per i loro crimini?-

-Faccio anche quello.- ribatte Jim –Ma ho preferito lasciare spazio alla nuova generazione di eroi in costume che ci ha sostituito.-

-Sì… questo è quello che dici a te stesso e credi di essere sincero ma io… io so…-

-… quale male alberga nel cuore degli uomini?- Jim abbozza un sorriso -Scusa non ho saputo resistere,-

-Temo di non aver capito di cosa parli.-

-Si tratta di…oh lascia perdere, sarebbe troppo lungo da spiegare. Piuttosto, dimmi che cosa fai qui.-

-Sono stato esiliato in questa dimensione e per un po’ sono stato con un gruppo di eroi che si facevano chiamare i Thunderbolts e poi in California con altri il cui nome è Vendicatori ma se mi guardo intorno non posso non posso non chiedermi se c’è davvero posto per me in questo… nuovo mondo.-

            Jim non può fare a meno di scoppiare a ridere.

-Benvenuto nel club, amico.- dice -Non sei il solo in questa situazione. Il che mi fa venire in mente una cosa: ti va di fare un viaggetto a Londra?-

-Nulla di più facile.- risponde Aarkus del Mondo di Fumo.

            Una nuvola di denso fumo bianco avvolge i due superesseri e quando si dissipa la stanza è vuota.

 

            Chicago, Illinois. Circa un mese fa. La bionda attira su di sé gli sguardi di tutti quando entra nel locale e non c’è da sorprendersi visto il suo aspetto. Si siede al banco e aspetta. Non deve attendere molto: un uomo le si avvicina e con fare arrogante dicendole:

-Il mio capo vorrebbe conoscerti, baby.-

-E se io non avessi voglia di conoscerlo?- replica la donna.

-Nessuno dice di no a Mister Lang… non da questa parte di Chicago.-

            Un sorriso appare sul volto della donna mentre ribatte:

-Davvero? Allora vale la pena di fare la sua conoscenza. Fammi strada.-

            C’è qualcosa in quella donna che imbarazza l’uomo altrimenti arrogante e duro. Senza parlare l’accompagna al tavolo dove siede un uomo su trent’anni ben vestito, capelli e baffi neri. Accanto a lui tre uomini armati e due donne poco vestite.

-Mi hanno detto che volevi conoscermi.- dice la ragazza.

-Sono sempre contento di conoscere una donna bella come te.- replica il boss -Da dove vieni?-

La donna scuote i capelli biondi e sorride mentre risponde:

-Oh… da molto lontano. Davvero da molto lontano. Da un posto molto… molto caldo.-

-E perché sei venuta a Chicago? Cerchi lavoro? Potrei dartene uno.-

-Oh… lo immagino.- la donna si siede senza aspettare inviti ed accavalla le gambe –Purtroppo per te, ne ho già uno, Garvey Lang, ed il mio principale è molto più esigente di te, puoi credermi. Mi ha mandato qui per te.-

            L’uomo di nome Garvey Lang si agita ed i suoi uomini estraggono le loro pistole. La bionda non se ne dà pensiero.

-Bei gingilli…- dice -… ma del tutto inutili con me.-

            Lang la guarda meglio e sembra accorgersi solo ora che sulla calzamaglia scura che la donna indossa c’è il disegno di un ragno. Le zampe anteriori poggiano sui seni e quelle posteriori sull’punto in cui le cosce si incontrano. Gli viene in mente qualcosa… una vecchia storia che ha sentito raccontare… una specie di leggenda ma non riesce a rammentare.

-Chi sei?- chiede –Chi ti manda?

            Come se non avesse sentito la domanda, con voce calma la donna continua a parlare:

-I tuoi affari sono la prostituzione, la droga e le rapine. Hai seguito le orme del nonno di cui porti il nome.-

-Che… che c’entra mio nonno adesso?-

-Io l’ho conosciuto.-

Il locale è silenzioso. Nessuno si muove, come se fossero tutti in trance, tutti tranne quelli intorno a quel tavolo. È stata lei, non sa come ma è opera sua. È una specie di supereroina… o qualcosa di molto peggio.

Garvey Lang si sente la gola asciutta. Quasi non riconosce la sua voce mentre dice.

-Non… non è possibile. Mio nonno è morto nel 1941 e tu… tu non sei così vecchia.-

-Ma io c’ero. L’ho visto morire… perché l’ho ucciso io.-

-Uccidetela!- urla Lang con tono quasi isterico, incurante degli altri clienti del locale, incurante di tutto.

            I suoi uomini non se lo fanno ripetere due volte e scaricano i loro caricatori contro la donna… che sembra non accorgersene nemmeno.

-Poveri sciocchi… dice alzandosi in piedi -… ve lo avevo detto che le vostre armi non sarebbero servite a niente.-

            Garvey Lang sente le urla dei suoi uomini, poi vede la testa di uno di loro rotolare sul suo tavolino e non riesce a reprimere un grido.

-Guardami, Garvey Lang.- ordina la donna –Ho detto guardami!-

            Lui non può fare a meno di obbedirle. Per il resto si sente completamente paralizzato ma i suoi occhi si fissano su quelli di lei dove ora le pupille sono scomparse, sostituite da due teschi.

-Mi chiedevi chi sono, Garvey? Io sono la Vedova Nera e Satana mi ha mandato per scortare la tua anima all’Inferno.-

            Quanto tempo è passato? Avventori e personale del locale hanno l’impressione di aver sognato ad occhi aperti per qualche minuto, poi volgono gli occhi verso il tavolo d’angolo ed il sogno è sostituito da un vero incubo.

            I corpi di tre uomini giacciono nei pressi del tavolo. Uno è stato fatto letteralmente a pezzi, ad un altro manca la testa… che è poggiata sul tavolino davanti a Garvey Lang riverso sulla sedia, gli occhi sbarrati, un’espressione di puro terrore sul viso e sulla fronte un marchio a forma di ragno.

 

 

2.

 

 

            Aeroporto internazionale di Oakland, California. Due giorni fa. La ragazza non ha molto che attiri l’attenzione: è una bella ragazza, questo è certo, ma non più di tante altre che è possibile incontrare in California. Oggi, però, lei si sente speciale.

            Il suo nome è Melissa Hawthorne e fino a poco tempo fa era solo una normale studentessa di Giurisprudenza, poi, il giorno stesso del suo funerale, ha appreso che il suo bisnonno era stato un avventuriero mascherato, uno di quelli che oggi chiamano supereroi. Il suo nome in codice era Falcon, come l’eroe di colore di Harlem, ma non aveva superpoteri, solo un buon pugno ed una pistola.

Ha anche saputo del Battaglione V, l’associazione di ex supereroi degli anni 40 a cui suo nonno era affiliato. Le hanno chiesto se le sarebbe piaciuto seguire le sue orme non solo come avvocato ma anche come combattente del crimine al di fuori dei limiti imposti dalla legge. La sua risposta è stata un entusiastico sì.

Ora è tornata a casa carica di entusiasmo e pronta al debutto. Sale sul treno che la porta a Berkeley ed una volta seduta guarda la valigia con dentro il suo costume e sorride.

 

            Inghilterra, poco fuori Londra. Non molto tempo fa. La Baronessa Sangue fa per avventarsi contro Union Jack ma un secondo sparo echeggia nel silenzio notturno e lei cade con un grido tenendosi la coscia sinistra.

-Pallottole d’argento, Lily.- dice Union Jack alzandosi ed avanzando con calma verso di lei -Costano un bel po’ ma sono molto efficaci contro i vampiri.- dà uno sguardo alla pistola –Questa Webley ha almeno cent’anni, apparteneva al primo Union Jack, il padre di Jackie, ma fa ancora il suo dovere non trovi? Buona, vecchia, manifattura britannica. Dov’eravamo rimasti Lily?-

-Non chiamarmi Lily… Lily Cromwell è morta, io sono la Baronessa Sangue.- ribatte la vampira con odio.

-Ma certo. Un giorno qualcuno mi spiegherà perché quelli come te hanno questa predilezione per ripetere il loro nome. Per fortuna non hai detto: “La Baronessa Sangue ti ucciderà, stolto”. Odio quando parlate in terza persona come reduci da un film in costume.-

            Un altro sparo e stavolta il proiettile si conficca nella spalla destra. Ed ancora la vampira urla di dolore

-Tu…- gli si rivolge con stupore -… non potresti farmi questo… il Graal mi ha resa invulnerabile.-

            Si potrebbe indovinare un sorriso sul volto di Union Jack integralmente coperto dalla maschera, mentre si china sulla sua nemica.

-Sì, certo… e Babbo Natale arriva ogni 25 dicembre a portare i doni. La coppa non era così efficace come credevi eh? Per la cronaca il vero Graal l’ha trovato il dottor Jones in una caverna in Asia ed è ancora lì, lo sanno tutti.-[1]

-Tu… ti prendi gioco di me ma…-

-Sì, sì, lo so: me la farai pagare eccetera eccetera. Conosco la solfa.- la afferra per un braccio e la sospinge verso la finestra -Ascolta, baronessa dei miei stivali, per stavolta mi limiterò a buttarti fuori di qui. In fondo sei sempre la madre del piccolo John ed io sono un dannato sentimentale ma ti conviene star lontana da lui perché se provi ancora ad avvicinarti a lui o a Jackie ti ucciderò. Tu dici che non è possibile ma fidati: troverò un modo. E per buona misura…-

            Le spara ancora all’altra spalla strappandole un altro urlo poi la getta dalla finestra e la guarda cadere.

 

            Londra. Diogenes Club. Due mesi fa. La nuvola di fumo si dissipa e Jim Hammond si guarda intorno riconoscendo dove si trova.

-Ma come…?-

-Hai detto che volevi andare a Londra ed io ti ho portato esattamente dove volevi essere.- risponde Aarkus.

         Jim si guarda intorno: è proprio la sede del Battaglione V. La Visione dei tempi che furono ce l’ha portato in un battito di ciglia… o meglio: in uno sbuffo di fumo. In maniche di camicia si sente un po’ fuori posto in quel luogo così formale… ma in fondo chi se ne frega? Scoppia a ridere.

-Aarkus, uno di questi giorni dovremo fare un discorsetto su quando e come fare le cose.- dice al suo amico –Adesso seguimi. Ho un po’ di telefonate da fare e gente da farti conoscere… o farti rivedere, magari.-

            Gli fa cenno di seguirlo e si dirige verso l’ufficio del direttore sotto lo sguardo un po’ perplesso dei camerieri.

 

 

3.

 

 

            Chicago, Illinois. Circa un mese fa. Il Detective scuote la testa. Non può biasimare i due agenti in uniforme accorsi per primi alla chiamata se si sono sentiti male ed uno ha perfino vomitato sul pavimento, rischiando di inquinare le prove. Non che ci sia molto da inquinare comunque: lo scenario è abbastanza chiaro e sembra uscito da un film dell’orrore.

-Allora dottore?- chiede.

-Il medico legale alza la testa a guardarlo. E risponde con voce cupa:

-Sarò più preciso dopo le autopsie ma per ora direi che sono stati fatti a pezzi a mani nude.-

-Un superumano quindi. Non ne bazzicano molti a Chicago da quando Cage se n’è andato.-

-I testimoni che dicono?-

-Quelli in grado di parlare sono abbastanza concordi nel dire di aver visto entrare nel locale una giovane donna bionda in calzamaglia e mantellina ma da lì in avanti non ricordano altro fino a che non hanno visto quel… quello spettacolo.-

-E niente donna bionda.-

-Niente donna bionda, esatto. Cercherò di avere una descrizione precisa e la manderò al F.B.S.A.[2] sperando che dal loro database salti fuori qualcosa. Che mi dice di lui? –indica Garvey Lang –Com’è morto?-

-Nessuna causa apparente.- risponde il Medico Legale –Così ad occhio direi che è morto di paura.-

-Ma chi o cosa può aver spaventato tanto uno come lui? E perché lasciargli quel marchio a forma di ragno?-

-Di Vedova Nera per essere esatti. Me ne intendo un po’ e direi proprio che è quel tipo di ragno. Lo si capisce da questa specie di clessidra sull’addome.-

-Vedova Nera? Uhm… l’unica Vedova Nera che conosco è una rossa e non è certo capace di fare questo. Non sarà facile venire a capo di quest’enigma anche se…-

-Anche se…?-

-Se sono i criminali come Lang i bersagli di questa donna, forse invece di darle la caccia dovremmo farle un monumento.-

-Non la pensi davvero così.-

-Forse no… forse.-

 

            Londra. Circa due mesi fa. Dovrebbe essere insolito veder apparire una nuvola di fumo nel centro del tuo salotto ma se sei una supereroina in semi ritiro, tuo padre, tuo fratello e praticamente qualunque tuo amico sono o sono stati avventurieri in costume e nella tua famiglia ci sono stati almeno due vampiri… beh la parola insolito tende ad assumere significati particolari.

            La reazione di Jacqueline Falsworth è stringere i pugni e prepararsi ad uno scontro, poi dal fumo emergono due figure: una indossa un familiare costume rosso e l’altra… dove l’ha già vista?

-Jim!- esclama buttando le braccia al collo del biondo vestito di rosso -Che piacere rivederti.-

-Ehm… grazie Jackie.- risponde Jim Hammond –Anch’io sono felice di essere qui.-

            Passata l’euforia del momento Jackie si stacca da Jim e guarda l’altro nuovo arrivato.

-Lui… lui è…-

-Aarkus, milady.- risponde l’essere in verde –Ma credo che tu ti ricordi di me con il nome di Visione, Spitfire.-

-La Visione… certo.- replica la donna –Devi scusarmi se non ti ho riconosciuto subito ma sono passati quasi settant’anni dall’ultima volta che ci siamo incontrati. Non sei cambiato molto però.-

-Nella mia dimensione il tempo scorre diversamente che nella vostra e siamo comunque più longevi. Anche tu, però… da quel che ricordo di voi abitanti della Terra, tu non dovresti avere l’aspetto che hai dopo tutto questo tempo.-

-Storia lunga… comunque è merito del nostro comune amico Jim. Ora sono anche più giovane di quando ci vedemmo l’ultima volta. Ma non parliamo di me. Voglio sapere tutto di te e di come mai sei tornato tra noi. Sediamoci e parliamo. Siete arrivati giusto in tempo per il the. Tu bevi il the Aarkus?-

            L’alieno dalla pelle verde sorride... o almeno è quel che sembra a Jackie… mentre risponde:

-Occasionalmente.-

            Jackie suona un campanello ed in poco tempo ecco apparire un impeccabile maggiordomo.

-Samuels… the anche per i miei ospiti.- gli ordina

-Naturalmente Milady. I signori preferiscono latte o limone?-

-Portali entrambi.-

            Non appena il maggiordomo è uscito Aarkus si rivolge a Jacqueline.

-Il tuo… servitore… si dice così giusto?... non sembrava molto stupito di trovare due intrusi in salotto specie uno come me.-

-La famiglia di Samuels è con la mia da generazioni e lui personalmente ne ha viste di cose… compreso un assalto di vampiri a questa casa. Diciamo che, viste le mie conoscenze, è abituato ad eventi ancora più strani dell’incontrare un alieno verde. E servitore è considerato un termine non politicamente corretto di questi tempi.-

-Cercherò di ricordamelo… ma sarebbe utile che qualcuno mi spiegasse cosa vuol dire. “Politicamente corretto”.-

         Jackie ride divertita.

-Questo sì che è un compito difficile. Ne parliamo più tardi. Dunque dicevamo… cosa ti ha riportato tra noi dopo tutto questo tempo?-

            Aarkus spiega le vicissitudini che ha vissuto negli ultimi tempi: lo scontro con l’androide noto come Anti Visione, l’esilio sulla Terra e le avventure con i Thunderbolts[3] e con la sezione Costa Ovest dei Vendicatori. Alla fine Jackie commenta:

-Beh… Jim ti avrà detto del Battaglione V. Tu sei uno di noi, un membro di pieno diritto ed avrai sempre il nostro aiuto.-

            Nel frattempo è tornato il maggiordomo accompagnato da una cameriera decisamente meno impassibile di lui alla vista di Aarkus.

            Una volta servito il the Jackie riprende a parlare:

-Ovviamente, Aarkus sei… siete entrambi miei ospiti per cena e per la notte.-

-Jackie!- esclama Jim Hammond.

-Veramente…- replica Aarkus –La Torcia mi ha già trovato un alloggio al Diogenes Club.-

-Sciocchezze. Non sia mai detto che lasci andare via così due vecchi amici. Samuels fai preparare le camere per gli ospiti e due coperti in più per la cena.-

-Subito, Milady.-

-Spero che tu apprezzi la cucina britannica Aarkus.-

-Sono… molto adattabile, grazie.-

            Jim Hammond, la Torcia Umana Originale sospira e Jackie gli fa l’occhiolino.

 

            Contea di Los Angeles, California, Quartier Generale del Commando V. Oggi. Dallas Riordan è in piedi vestita del suo costume ma senza la maschera.

-Spiacente di avervi rovinato il weekend, ragazzi…- dice -… ma a quanto pare c’è un’emergenza al largo delle Hawaii e con i Vendicatori impegnati altrove,[4] dovremo pensarci noi.-

-Le Hawaii? Ottimo- esclama la Bionda Fantasma -Preparo il costume da bagno.-

-Per favore Wanda… potresti non recitare la parte della bionda svampita una volta tanto?-

-E tu perché non ti rilassi un po’?- replica Wanda Mason -Sei troppo seria sai? In fondo non sei Capitan America e nemmeno quel tizio dei fumetti, quello che si veste come un pipistrello.-

-Sono sempre il capo di questo gruppo e si fa come dico io.-

            Un suono persistente la interrompe: è una comunicazione da Londra, il Diogenes Club. Non ha bisogno di rispondere per sapere che sono cattive notizie e non vene smentita quando lo fa.

 

 

4.

 

 

            Poco fuori Londra. Non molto tempo fa. La Baronessa Sangue piomba a terra. Rimane ferma per un po’ poi prova ad alzarsi e scopre di non poterlo fare. Arranca strisciando nell’erba. Le spalle e la gamba dolgono terribilmente, l’argento scorre nelle sue vene devastandola come un veleno. Non doveva accadere: lei è immortale, invulnerabile, invincibile.

            Davanti a lei due gambe di donna inguainate in una calzamaglia nera.

-Chi è l’arrogante adesso?- chiede, sprezzante, Lilith sollevandola come un fuscello -Forse ora hai imparato che il solo potere non basta a fare di te un’arcivampira e che c’è sempre qualcuno più in gamba di te.-

-Cosa… cosa vuoi farmi?-

-Ti permetterò di vivere… per servirmi.-

            Lilith muta in pipistrello ma i suoi artigli sono abbastanza forti da sostenere la sua consorella mentre si leva in volo.

 

            Un cimitero inglese. 1953. Roger Aubrey guarda la lapide davanti a sé e pensa all’uomo che è sepolto sotto di essa. Brian Falsworth, morto a neanche 35 anni.

Il destino sa essere beffardo: nei panni prima del Potente Distruttore e poi del secondo Union Jack Brian ha beffato la morte molte volte sfidando i nazisti in casa loro e su vari teatri di guerra ed ecco che lei gli ha presentato il conto in un banale incidente stradale.

Roger è a malapena consapevole della presenza degli altri: del vecchio Lord Falsworth in sedia a rotelle, di Jacqueline che non riesce a smettere di piangere e degli amici, quelli che, come lui e Brian, un tempo erano avventurieri in costume ed ora si sono ritirati e quelli per i quali lui era solo un membro dell’aristocrazia locale con un certo gusto per i problemi sociali.

            Figlio, fratello e amico… e per Roger… per lui era molto di più ma questo nessuno deve saperlo e meno di tutti il vecchio Lord Falsworth. No… resterà un suo segreto. Dopotutto è abituato ai segreti specie da quando ha messo su il Battaglione V… un’altra impresa che dovrà portare avanti senza Brian. Dovrà abituarcisi… dovrà abituarsi a tante cose adesso.

 

            Londra, Inghilterra. Oggi. Roger Aubrey prova ad alzarsi e maledice le gambe che da tempo non lo reggono più. Usa le grucce per sostenersi e fa un passo e quindi un altro, poi sente un dolore al petto, le sue mani perdono la presa sulle grucce e cade sul pavimento. Non sente la voce di un domestico preoccupato che lo chiama.

 

 

5.

 

 

            Berkeley, California. Oggi. La ragazza è emozionata: questa è la sua prima uscita come supereroina e non vuole commettere errori. In ogni caso le cose dovrebbero andare abbastanza lisce: Berkeley è una cittadina universitaria sostanzialmente tranquilla, non come San Francisco di là dalla Baia con un bel po’ di supereroi e supercriminali molti dei quali al servizio del misterioso e temibile come il Signore del Crimine.

            Quando è stata avvicinata per prendere il posto del suo bisnonno materno come membro del Battaglione V, Melissa Hawthorne l’aveva trovata un’idea un po’ bizzarra, ma, deve ammetterlo: ha ceduto presto all’entusiasmo al punto da chiedere lei stessa di partecipare ad un programma di addestramento e farsi preparare quel costume speciale. Ora avrà modo di mostrare quel che sa fare.

            In poche ore di pattugliamento ha fermato un paio di aspiranti ladri d’auto ed uno che cercava di entrare in una gioielleria. Robetta, ma almeno i poliziotti sembrano ben disposti con lei. Ora, però, forse, è il caso di tornare a casa e provare a studiare un po’. Ehi ma cos’è quello? Non può sbagliare: è Hobgoblin, il supercriminale che ha affrontato più volte il Ragno Rosso. Dicono che lavori per il Signore del Crimine e di solito il suo campo di operazioni è dall’altro lato della Baia, nella grande e tentacolare metropoli. Che cosa ci fa qui a Berkeley stanotte? In fondo non le importa molto. Ciò che conta è che è ricercato in più Stati. Che colpo se lei riuscisse dove il Ragno Rosso e anche l’Uomo Ragno hanno fallito.

            Grazie alle ali del suo costume plana verso la figura volante che però si accorge di lei e con una virata la evita.

-E tu chi saresti?- le chiede –Non ti ho mai vista prima.-

-Puoi… puoi chiamarmi Falconet.- risponde lei riprendendo l’assetto di volo.

-Che nome stupido. Beh sei troppo bianca per essere la sorella piccola o la nipote di Falcon, quindi chi sei?-

                        Mentre parla Hobgoblin evita un altro assalto della ragazza e le spara una scarica dal guanto.

            Melissa evita a malapena il colpo e poi sferra al suo avversario un diretto al mento. Hobgoblin barcolla ma si mantiene in equilibrio sul suo glider.

-Non male, ragazza.- ammette con una risatina -Ma sono stato picchiato da professionisti e tu ne devi ancora fare di strada per essere al loro livello… se te la lascerò fare.-

            Le scaglia contro una bomba zucca che la ragazza riesce ad evitare a malapena. Atterra su un vicino tetto ancora frastornata. Deve riprendersi assolutamente. Non può darla vinta a quel…

            Il rostro acuminato del glider la trapassa da parte a parte e la ragazza che si faceva chiamare Falconet ha appena il tempo di urlare, poi reclina il capo.

            Hobgoblin salta sul tetto mentre il glider rimane sospeso in aria sostenendo il peso della sua nemica. Le strappa la maschera e vede il volto di una ragazza di non più di vent’’anni.

-Peccato.- dice e sembra perfino sincero -Forse non meritavi di finire così ma non avresti dovuto attraversarmi la strada.-

            Con un movimento brusco la stacca dal rostro e la scaglia sul tetto, poi monta a bordo e sparisce lasciando dietro di sé l’eco di una sinistra risata.

 

            Londra, Inghilterra. Tre giorni dopo. Sir Roger Aubrey non ha mai saputo della morte di Melissa Hawthorne e se l’avesse saputo forse avrebbe potuto rammaricarsi di aver autorizzato così facilmente il suo addestramento come supereroina, ma non si è mai risvegliato… sinora.

            L’infermiera che lo accudisce si accorge che sta tentando di dire qualcosa ma non riesce a capirlo, troppo flebile è la voce e cessa troppo presto, come il respiro dell’uomo. Roger Aubrey, Dinamite, il Potente Distruttore, ha cessato per sempre la sua lotta e nessuno saprà mai qual è stata la sua ultima parola:

-Brian.-

 

            Una clinica privata appena fuori Londra. Nello stesso momento. Sono circa quattro anni che infermieri e medici di questo istituto si occupano del paziente di questa stanza privata, quattro anni da quando è stato portato in coma. Il personale della clinica non sa che il paziente in questione è a malapena sopravvissuto a un’esplosione provocata dal Barone Zemo e che quando è accaduto indossava un costume ed una mascherina appartenuti all’avventuriero mascherato della Seconda Guerra Mondiale chiamato Citizen V; non lo sa e non lo saprà mai.

            Quattro anni senza un cambiamento… sino ad oggi, quando occhi azzurri da tempo chiusi si aprono e da una gola da troppo tempo non avvezza escono due parole:

-Dove sono?

            John Watkins III si è appena risvegliato.

 

 

EPILOGO UNO

 

 

            Un piccolo cimitero fuori Londra. Due giorni dopo. Viene seppellito senza ostentazione, accanto a Brian Falsworth, un posto che, lo si scopre dal suo testamento, aveva prenotato da oltre sessant’anni. Al funerale sono presenti i suoi conoscenti più stretti: Jacqueline Falsworth Crichton, Joey Chapman, Jim Hammond e John Watkins. Il funerale è essenziale e sobrio come nello stile dell’uomo. I presenti passano accanto alla fossa e gettano una manciata di terra e si allontanano lasciando Roger Aubrey alla sua ultima dimora.

 

 

EPILOGO DUE

 

 

            New York, Hotel Plaza. Due settimane dopo. La sala è piena, pensa Jacqueline Falsworth entrando nel salone delle feste al braccio di Jim Hammond, lei in un abito da sera nero e lui in un impeccabile smoking, sì: la sala è piena ma i vecchi amici sono sempre di meno ad ogni raduno. Il tempo che passa sta esigendo il suo prezzo a tutti coloro che non sono stati fortunati come lei o speciali come Jim e Namor… che contro tutte le aspettative è venuto assieme ad una bella donna di colore. Fa uno strano effetto vederlo in smoking ma bisogna ammettere che fa la sua figura e deve pensarlo anche Namora il cui sguardo alla sua accompagnatrice è di quelli che inceneriscono.

            Sì alcuni vecchie conoscenze non ci sono più ma altre, grazie al Cielo, sono inaspettatamente tornate. Non è la sola a guardare verso l’entrata appena oltrepassata da un uomo alto e atletico affiancato da una bella donna dai capelli neri e soprattutto dall’uomo e tutti aspettavano di rivedere: un giovane dell’apparente età di poco più di vent’anni che sembra a disagio con indosso uno smoking e che è a braccetto con una ragazza bionda che sembra ancora più a disagio di lui nel suo abito da sera nero.

            Jackie sorride. I miracoli a volte accadono: Bucky è tornato dai suoi amici.

 

 

FINE

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            E così è finita. A dire il vero ci sarebbe ancora molto da dire sui supereroi e supereroine del periodo che va dal 1939 al 1949 che per la Timely Comics ha segnato la Golden Age e sui loro successori. Abbiamo appena grattato la superficie. Alcune precisazioni doverose:

1)     Nella complessa continuity Marvel ci sono state numerose retcon che hanno interessato anche il periodo che va dal 1939, con la creazione di personaggi nuovi di zecca inseriti in quel contesto e modifiche alla storia di quelli preesistenti. Una delle modifiche più rilevanti fu la creazione di due supergruppi in realtà mai esistiti all’epoca: gli Invasori, che agivano sui fronti della Seconda Guerra Mondiale e la Legione della Libertà, che invece agiva sul fronte interno. Un’altra rilevante modifica è quella per cui gli originali Capitan America e Bucky erano scomparsi poco prima della fine della guerra e rimpiazzati da altri nel periodo 1945/1949 e 1953/1954.

2)     Joy Chapman ha ereditato il manto di Union Jack pur non essendo membro della famiglia Falsworth… e non credo che valga il fatto che ha avuto una relazione con Jacqueline Falsworth alias Spitfire.

3)     La Baronessa Sangue è un personaggio creato da Ben Raab & John Cassaday nella miniserie Union Jack del 1998/1999 basandosi su concetti e personaggi creati da Roger Stern & John Byrne su Captain America Vol. 1° #253/254. Nonostante fosse stata vampirizzata dal Barone Sangue è riuscita, con mezzi magici, a concepire un figlio con Kenneth Crichton e a dare vita ad un bambino. Nel folklore dell’Europa Orientale il figlio di un vampiro e di una donna mortale è un dampyr, che è, tra le altre cose, un avversario ed implacabile e letale per i vampiri. Blade viene considerato un dampyr pur non essendo tecnicamente foglio di un vampiro perché il fatto che la made sia stata uccisa da un vampiro mentre lo partoriva gli ha dato un po’ di attributi tipici del dampyr. Tutto questo varrà anche per i figli delle vampire? Lo scopriremo solo leggendo assieme al fato della Baronessa Sangue ora nelle mani di Lilith. -_^

4)     Lilith, figlia di Dracula, è l’attuale Signora di tutti i vampiri, anche se non mancano i pretendenti al titolo.

5)     Come avrete capito, la mia versione della Vedova Nera Golden Age è molto virata sull’horror, spero che apprezziate. Nella storia lei fa riferimento al nonno omonimo del gangster Garvey Lang, (che una mia creazione sia chiaro), che è stato la vittima designata della nostra agente di Satana in Mystic Comics #5 datato marzo 1941.

6)     Che tra Brian Falsworth e Roger Aubrey ci fosse stata una relazione di tipo omosessuale è stato rivelato nella Miniserie “Citizen V & the V Battalion” del 2002. Essendo materiale uscito dopo l’inizio di Marvelit secondo le nostre regole potevo ignorarlo. Ho scelto di non farlo.

7)     Hobgoblin appare qu su gentile concessione di Carmelo Mobilia e Mickey, coautori della serie del Ragno Rosso.

8)     L’incontro tra Bucky e i suoi vecchi amici lo vedrete in maggiore dettaglio sia su Capitan America che su Vendicatori Segreti.

Questo chiude il discorso per ora. Come ho detto sopra c’è ancora molto da dire sui personaggi della Golden Age e per farlo avrei avuto bisogno di almeno dodici numeri… e così me li sono presi. A breve aspettatevi una seconda miniserie con rivelazioni su chi non abbiamo ancora incontrato e sui membri del Commando V.

            A presto.

 

 

Carlo

             

 



[1] Avete capito a cosa si riferisce? -_^

[2] Federal Bureau of Superhuman Affairs. Agenzia federale che si occupa di superumani

[3] Dettagliate in Avengers Icons MIT #31/38.

[4] Su Vendicatori Costa Ovest MIT #32/34.