Il punto della situazione: gli spiriti della vendetta sono stati portati nelle terre di sangue, per partecipare alle Transwar... gli amici di Dan: Stacy, Adrienne e Jack (i vigilante noto come Shriker), sono riuniti al capezzale della madre del ragazzo, in coma da giorni. Anton Hellgate, pieno di dubbi riguardo la propria identità, decide di andare a trovare Arthur Dolan, il poliziotto che negli anni passati aveva raccolto informazioni su di lui...

 

Le sirene del porto risuonarono.
Le acque, sulle quali si rifletteva la luna piena si mossero e ribollirono.
Una sagoma pallida se ne trascinò a fatica fuori, giungendo sul pontile.
Ad un primo sguardo pareva un grottesco granchio antropomorfo, il suo corpo era reciso sotto il petto e dal punto di cesura pendevano organi e muscoli; aveva lunghi capelli argentei che scivolavano scomposti sulle spalle e stringeva in una mano una spada.
"Ce l'ho fatta..." ansimò Blackout "Mi ci sono voluti giorni, ho dovuto recidere, metà del mio corpo.. ma ci sono riuscito.. ora dovrò solo riposarmi e lasciarmi che il mio fattore rigenerante faccia il resto... E poi avrò la mia vendetta su Dan Ketch."
Sentì un passo dietro di sé e si volto di scatto.
"Ah sei tu?"
La figura, immersa nel buio, sorrise "Quella spada... è la spada di Foundry?"
"Si.. ma adesso vedi di darmi un mano... devo mettermi al sicuro..."
Una mano si abbassò a stringere la spada, sfilandola dalla presa di Blackout "Questa la tengo io."
"Ridammela!" Ringhiò il vampiro
La figura alzò una mano, lunghi artigli rossi si allungavano da ogni suo dito.
Calò un colpo secco e preciso sulla nuca di Blackout, penetrandogli il cranio e disfacendogli il cervello.
Il lilin non ebbe neanche il tempo di reagire, morendo all'istante.
Un paio d'occhi castani si specchiarono sulla lucida lama della spada.

#13 - Interludio

 

"Nessuna notizia di Michael e gli altri?" chiese Seer.
"Ancora no... il pozzo del destino li avrà condotti da qualche parte. Ma sono sicuro che quando meno ce l'aspettiamo torneranno a farsi vivi." Rispose il custode, era seduto sul bancone del nightclub del sangue.
"Se non avessi avuto la prontezza di teleportarci via dall'isola all'ultimo momento, anche noi ci saremmo trovati nel pozzo del destino..." commentò Seer, era sdraiata sul pavimento che armeggiava con una cassetta degli attrezzi.
"Già... anche se forse non sarebbe successo niente... in fondo, il nostro destino di membri del Sangue si è compiuto..."
"Anche se il Sangue non esiste più, pensi che continuerai con il tuo ruolo di custode?"
L'uomo rimase in silenzio per qualche secondo, poi saltò giù dal bancone e si avvicinò alla ragazza "Hai fatto un bel lavoro."
"Dici?" Seer si alzò da terra e guardò le tre moto che scintillavano davanti a lei, come fossero nuove di zecca "Ho preso qualche pezzo usato e li ho uniti alle carcasse di tre Harley... E poi ho usato un po' di magia, in modo che possano alimentarle con il fuoco infernale. Penso che ai ragazzi manchino le loro moto, visto che quelle vecchie sono andate perdute."
"E' vero che Badilino ti ha curato con il fuoco infernale?" chiese d'un tratto il custode.
"Uh.. si. Strano vero?"
"Molto... Esistono tre tipi di fuoco infernale: rosso, nero e bianco. Quello rosso ha un potere d'offesa spirituale e brucia l'anima. Quello nero ha un potere d'offesa fisico e brucia la carne. Mentre quello bianco ha un potere lenitivo. Il medaglione permette di usare il primo tipo in modo istintivo, mentre l'accesso agli altri due è legato agli eventi particolari in cui si trovano gli spiriti delle vendetta. Badilino si era mostrato già in grado di padroneggiare quello nero, quando Vendetta si suicidò in un'esplosione... ed adesso sta usando quello bianco senza problemi..."
"In fondo Michael ha con se due frammenti del medaglione. Forse per questo ha maggior maestria..." azzardò Seer.
Il custode si grattò il mento, poi si avvicinò alla porta "Devo fare delle ricerca.. continua a tenere d'occhio Badilino." E cosi dicendo uscì.
"Tenerlo d'occhio?" sorrise tra se e se Seer "Volentieri."

L'inferno.
Tra le urla dei dannati si levava più forti il pianto di un bambino.
"Buono Adam... andrà tutto a posto, vedrai...La mamma ti porterà in salvo." Threnody, nascosta dietro a un lastrone, strinse al petto il fagotto in cui era avvolto suo figlio: Mefisto voleva usare Adam per i suoi scopi, e lei non voleva permetterglielo, era solo un bambino, non gli avrebbe fatto correre dei rischi.
"Sei sicura di esserne capace?" chiese Mefisto apparendo alle sue spalle.
Threnody lanciò un grido e corse via di scatto, mise un piede in fallo e scivolò in una scarpata.
Attutendo l'impatto con il suo corpo, per evitare che il bambino si facesse male, la mutante giunse sul fondo di un burrone.
Si guardò intorno, e vide che era circondata da rovi di un colore scarlatto.
Alzò lo sguardo e vide che quei rovi si riunivano a formare una grossa croce, nella quale era intrappolato il corpo di una creatura che non aveva mai visto.
La sua pelle lucida sembrava di rame, il suo volto era privo di lineamenti eccezione fatta per le piccole fessure bianche degli occhi, dal retro della nuca fuoriuscivano dei grossi rovi che sembravo riunirsi a quelli della croce.
Era una visione estatica e al tempo stesso raccapricciante.
"Lei è Rosanera..." mormorò una voce alle sue spalle.
Threnody si voltò e vide Schreech, una delle ancelle di Mefisto, un demone femminile dal volto scavato e dal corpo squamato.
"Lei era come me, moglie di Cuorenero quando egli era il sovrano degli inferi... ma quando Mefisto è tornato a regnare, di lei non è rimasto che un involucro vuoto..." la creatura afferrò Threnody per un polso e iniziò a trascinarla con te "Ma non c'è motivo di perdere altro tempo qui.. Mefisto ti vuole.. subito!" e cosi dicendo la trascinò via.

"Ciao Jack!"
"Ciao Adrienne." Fece il ragazzo alzando lo sguardo dal giornale che teneva aperto sulle gambe: era seduto sulla panchina, in attesa dell'autobus "Vai all'ospedale?"
"Si.. speravo di trovare Dan..."
"Mi spiace.. ma non c'è." Jack chiuse il giornale "Sembra proprio sparito dalla circolazione negli ultimi tempi... non lo trovo mai neanche a casa."
"Uff... quanto mi farà preoccupare ancora quel ragazzo!" sbuffò Adrienne.
"A chi lo dici!" sorrise Jack.
"Beh, io vado lo stesso all'ospedale, sono sempre in ansia per sua madre... tu che fai?"
"Sto andando a trovare Stacy. Non l'ho ancora vista da quando l'hanno dimessa..." allungò il collo verso la strada "Ah, ecco il autobus."
"Ci vediamo presto!" lo salutò Adrienne, mentre si dirigeva verso l'ospedale.

Il bar senza nome.
Un gruppo di criminali si sedette al bancone: tra di loro vi era l'uomo noto come Averla Assassina.
"Quattro whisky!" ordinò.
"E le buone maniere dove sono?" esclamò Madcap, il barista "Non è per niente educato, e visto che oggi è il giorno dei maleducati, offre la casa!"
E così dicendo poggiò due bottiglie di Whisky davanti ai criminali.
L'Averla Assassina si versò da bere, stava per poggiare il bicchiere sulle labbra quando annusò l'aria "ma che è sta puzza di cadavere?"
Al bancone, si era avvicinato con passo trascinato lo Spaventapasseri.
"Gh.. ghhh..." mugugnò l'uomo sbattendo la mano sul tavolo.
"Subito! Un frappé all'amarena per il signore!" strillò Madcap.
"Puzzi da far schifo! Non vorrai mica sederti qui?" sbottò l'Averla Assassina.
Lo Spaventapasseri sembrò non sentirlo.
"Ehi! Parlo con te!" L'averla gli piantò un pugno in faccia, facendolo stramazzare a terra.
Lo Spaventapasseri allungò una mano, cercando di poggiarsi sul bancone e l'Averla gli piantò un calcio nello stomaco.
"No, no, no!" Madcap prese a girare su se stesso, roteando le mani "I giorni in cui si indossano i boxer neri sono vietate le risse e i falò! Quindi se volete continuare andate fuori!"
L'averla assassina afferrò lo Spaventapasseri per un piede, trascinandolo fuori.
"E allora, perdente?" lo schernì calciandolo in volto.
Lo Spaventapasseri riuscì infine ad alzarsi.
Dalla sua bocca fuori usciva un rantolo.
Si afferrò la maglia con la mano e strappò via mostrando il petto.
L'averla sentì l'istintivo bisogno di vomitare, quando vide le carni malformate e decomposte dell'uomo "Che schifo! Ricopriti subito!"
Lo Spaventapasseri emise un altro mugolio mente le sue carni ribollivano e qualcosa si faceva largo dal suo petto.

Qualche minuto dopo, due avventori si avvicinavano all'entrata del locale.
"Cos'è questo puzzo, Freeman?" chiese uno all'altro.
"Non lo so e non mi interessa, Cannon... piuttosto dovrebbero dare una pulita.. guarda che schifo c'è a terra!" rispose l'altro, indicando la massa rossastra sul pavimento.
In un angolo, non molto lontano, lo Spaventapasseri stava rannicchiato con le mani strette sul petto, piagnucolando tra se e se "Mamma... fa male... mamma..."

Suicidio tracannò tutto il contenuto della bottiglia e poi la lasciò cadere nel cassonetto.
Emise un sonoro rutto e riprese a camminare con passi incerti.
Che schifo di vita stava facendo... a passare da un locale all'altro in attesa di trovare qualcosa che lo potesse uccidere.
E pensare che era convinto che il patto fatto con Mefisto avrebbe messo fine ai suoi tormenti... invece era stato solo l'inizio di un'esistenza senza scopo... quasi rimpiangeva il lungo periodo passato nella cripta del custode a rigenerare il proprio corpo in pezzi: almeno a quei tempi era impegnato a fare qualcosa e non pensava quanto inutile fosse la sua vita.
"Chris? Chris Daniels?" la voce giunse alle sue spalle.
Si voltò e si trovò di fronte ad una ragazza di colore dai folti capelli ricci, che gli arrivava con la fronte al petto "Akene?"
"Bene! Vedo che ti ricordi di me! E' una vita che non ti si vede in giro! Hai cambiato caso?" chiese l'ex vicina di casa di Suicidio.
"Beh, più o meno..." rispose lui.
"Ma vai ancora in giro con i vestiti del mio ex?" sorrise lei.
"Beh, più o meno..." ripeté lui.
"Non sei di molte parole, eh?" lei lo prese a braccetto "Beh, è un sacco che non ci vediamo: ho un mare di cose da raccontarti!"

Jack D'Auria era arrivato a casa di Stacy e si era accomodato in salotto, mentre la ragazza preparava un tè.
"Tuo padre è ancora a lavoro?" chiese il ragazzo.
"Si, hanno un sacco da fare dopo tutto quel casino con lo scorpione..." rispose Stacy, entrando nella stanza con la teiera e le tazze "Latte o limone?"
"Limone, grazie." Fece Jack versando una zolletta nella propria tazza "Notizie di Dan?"
Stacy fece segno di no con la testa "Quando mi ha detto.. di essere stato separato da Ghost, pensavo che sarebbe stato possibile vederci più spesso.. invece sembra sparito dalla circolazione.."
"Hai l'aria stanca..." constatò Jack.
"Si, ho dormito poco stanotte..." il campanello suonò interrompendo la loro conversazione "Vado un attimo ad aprire..."
Stacy si avvicinò alla porta, ma ancor prima che potesse abbassare la maniglia, quella fu sradicata dall'esterno e una mano saettò verso il suo collo.
"Stavo cercando suo padre, signorina... è in casa?" sorrise Hellgate.
"Jack! Aiuto!" gridò Stacy, mentre l'uomo la lanciava attraverso il corridoio.
Jack fece capolino dal salotto, in tempo per afferrarla tra le braccia.
Hellgate avanzò tranquillamente, con le braccia distese lungo i fianchi "Vuol dire che mi accomoderò nell'attesa..."
Jack fece scivolare Stacy dietro di se e volò a colpire con un calcio volante in pieno viso Hellgate.
L'uomo si limitò a inclinare leggermente la testa, poi la raddrizzò e guardò Jack sorridendo, mentre un rivolo di sangue gli colava dal naso.
"Spero che stia scherzando, mister..." cosi dicendo allungò un braccio per colpirlo, ma Jack si chinò prontamente, afferrandolo per l'avambraccio, roteò su se stesso e rilanciò Hellgate fuori dalla porta da cui era entrato, correndogli poi dietro.
Giunto in mezzo alla strada, Hellgate si era subito rialzato: puntò una mano contro Jack scagliandogli una palla di fuoco addosso.
Il ragazzo la evitò gettandosi a terra e lasciando che andasse a colpire una cabina del telefono lì vicino, che esplose.
Hellgate fece qualche passo, andando a sovrastare Jack, e li portò la mano davanti alla faccia "Non so chi tu sia.. ma sei stato molto coraggioso.. coraggioso e stupido..."
In quel momento una scarica colpì Hellgate: il suo corpo venne divorato da un intenso dolore che lo fece indietreggiare di qualche passo.
Stacy corse fuori di casa, armata con una pistola e si affiancò a Jack "Per fortuna ho tenuto con me un ricordino di quando facevo parte dello Shield!"
Hellgate li guardò con occhi carichi di odio "Non era mia intenzione perdere così tanto tempo.. quindi decidetevi a dirmi dove posso trovare Arthur Dolan..." colpì l'asfalto con un pugno e ai suoi piedi si aprì un piccolo cratere."O mi arrabbierò molto."

Inferno.
"Non è stato carino da parte tua, piccola Threnody..." mormorò Mefisto carezzando il volto alla mutante incatenata ad una roccia di fronte a lui "Hai dimenticato chi ha dato asilo a te e tuo figlio? Adesso è giunto il momento di ripagare il vostro debito!"
"Ma Adam è solo un bambino! Ti prego..." pianse Threnody.
"Questo è solo un dettaglio..." Mefisto si avvicinò ad un piccolo altare composto di ossa, su cui era stato adagiato il bambino e aprì le braccia.
Gli comparve innanzi un portale, che mostrava un'ampia distesa di cadaveri in via di decomposizione.
"Il potenziale del piccolo Adam, non deve andare sprecato..." con un dito Mefisto indicò Adam, con l'altro l'ammasso di cadaveri.
I corpi iniziarono a ribollire, brandelli di carne si staccarono dalle salme, turbinando nell'aria ed andando ad avvolgere il corpo di Adam, che aveva iniziato a piangere istericamente.
Threnody distolse lo sguardo in lacrime.

"Adesso, cortesemente, mi dica dov'è suo padre, miss Dolan..." Hellgate parlava avanzando di un passo ad ogni parola pronunciata.
Stacy stinse il dito sul grilletto della pistola.
"Aspetta!" sussurrò Jack "Quanti colpi hai ancora?"
"Non l'ho più ricaricata... quindi ce ne sono solo altri due..."
"Allora aspetta prima di usarla... cercherò di spossarlo un po', prima..." Jack si chinò e tirò fuori dai suoi stivaletti di cuoio due nunchaku, muovendosi poi verso Hellgate.
"Non ho mai amato i film di Bruce lee..." fece spazientito l'uomo sferrando un pugno.
Jack lo schivò chinandosi, poi fece roteare le armi ficcandogliele nei fianchi.
Hellgate si chinò per il dolore e Jack ne approfittò per piantargli un calcio in faccia.
Il ragazzo si stava apprestando a colpirlo di nuovo, quando Hellgate allungò una mano l'afferrò per la caviglia, sollevandolo da terra.
"Poniamo fine a questi giochi da bambini!" ruggì Hellgate: la sua mano si infiammò e l'avvicinò al volto di Jack.
"Ehi, ma io a te sbaglio o ti intravisto a Forest Hills?" esclamò Suicidio colpendo l'uomo con un calcio alla schiena.
Hellgate cadde in avanti , mollando la presa su Jack.
"Dai Chris! Fagli vedere chi comanda!" lo incitò Akene, nascosta poco lontano dietro una cabina del telefono.
"Basta.. ne ho le scatole piene... vi ammazzerò tutti!" ringhiò Hellgate rialzandosi.
"Io non aspetto altro, ciccino..." sorrise Suicidio.
Hellgate fece per attaccare Suicidio e Jack, quando Stacy premette il grilletto della sua pistola e l'uomo venne travolto da due potentissime scariche, che lo fecero stramazzare a terra.
"Meglio chiamare la polizia..." suggerì Stacy avvicinandosi.
"Non c'è sarà bisogno?"
"Chi ha parlato?" chiese Jack, guardandosi intorno: ma non vide nessuno, o sarebbe stato meglio dire che non vide niente.
Davanti ai suoi occhi era calato un velo nero, era come cieco, e così pure gli altri.
"Non preoccupatevi... è un giochetto in cui sono abile... ho creato una zona in cui siete tutti ciechi tranne me... non durerà per molto. Solo il tempo di portare in salvo il mio ex-capo..."
"Quella voce! Sei Snowblind!" gridò Stacy tendendo le mani in avanti, ma si trovò ad afferrare Jack per un braccio.
Quando riottennero la vista, di Snowblind non c'era traccia ed Hellgate era sparito.
"Perché quell'uomo cercava mio padre?" si chiese Stacy.
"Non lo so Stace... però è meglio avvertire Dan appena torna..." suggerì Jack.
Akene si avvicinò al gruppetto "Ehi, Chris! Certo che vi sapete divertire voi! Dovremmo uscire insieme più spesso!"

Adrienne si avvicinò alla macchinetta.
Infilò una monetina nella fessura e selezionò il tè freddo al limone.
L'attesa di Dan si stava rivelando vana.
Si chinò a raccogliere la lattina e quando si rialzò vide davanti a sé un'affascinante ragazza con dei lunghi capelli ricci color castano chiari.
"Scusi... Dan Ketch è qui?" chiese la ragazza "Ho saputo che sua madre è ricoverata qui..."
"Si.. cioè no.. cioè.. Dan non è qui, al momento..." balbettò confusa Adrienne "Ma, scusi... ci conosciamo?"
"Ah, perdona la mia mancanza di buone maniere..." la ragazza tese la mano "Io sono Paula Jones, la fidanzata di Dan."

 

Prossimamente:
Spiriti della Vendetta 14
Benvenuto nel mio sogno
La saluta della madre di Dan peggiora, il ragazzo comincia a prepararsi al peggio, ma un uomo misterioso appare dal nulla...

 

Note d'obbligo:
1) Blackout riappare qui dopo il numero 6, dove Dan sembrava ucciderlo. Riappare inoltre la spada di Foundry, che Lilith lo aveva mandato a recuperare nel lontano numero 1 (Poverina, sono 12 numeri che attende... e altrettanti ne attenderà ancora!)
2) la questione del fuoco infernale: ho inventato io la classificazione dei tre colori, ma non le diverse nature del fuoco. Già il primo Ghost Rider (Zarathos) affermava di poter usare due tipi di fuoco, uno che bruciava la carne e uno che bruciava l'anima. In più nella mini di Blazee, questi guariva dalle ferite inferte da Skinner proprio grazie al fuoco infernale. Con il discorso del custode ho cercato di mettere un po' d'ordine in questo potere.
3) per maggiori informazioni su Adam, il figlio di Threnody, vi rimando alla miniserie di Ghost. Tenetelo d'occhio: sarà un personaggio cruciale per i prossimi numeri. Schreech e Rosanera (Blackrose... visto Blackheart è tradotto, mi è sembrato giusto tradurre anche questo) sono apparse negli ultimi numeri della serie originale di Ghost Rider come spose di Cuore Nero. Rosanera si è poi rivelata essere Roxanne Blaze... ci torneremo sopra.
4) lo Spaventapasseri appare qui dopo essere evaso da Ravencroft (L'uomo Ragno 33). La sua capatina al Bar Senza Nome, con relativo cameo di Ed "Switch" Freeman è da collocarsi tra i numeri #18 e #19 di Villians. Ci sarebbe molto da dire su di lui, coma il fatto che dovrebbe avere tutte le ossa saldate storte o, cosa più importante, dovrebbe essere morto, ma parleremo meglio più avanti!
5) riappare Suicidio, visto l'ultima volta su Spiriti 4. Con lui c'è anche Akene, sua amica e vicina di casa, apparsa prima unicamente su All American Comics 37.
6) Il riferimento ai "casini con lo scorpione" di Stacy, riguarda gli eventi della saga Rain On New York (sull'uomo ragno, a partire dal #37)
7) Paula Jones è la fidanzata di Dan Ketch (si sono messi insieme in numeri di Ghost Inediti in Italia). O almeno sono stati tali finché il suo corpo non è stato posseduto dalle bestiali Furie. Dopo non si sono più visti... Ma sembra ben intenzionata a riconquistare il suo uomo!
Che altro dire sulla storia? E' un po' il punto di partenza per la seconda "stagione" di spiriti, che getta le trame che domineranno i prossimi numeri... ma soprattutto in questo episodio tornano le moto!!! Erano loro le grandi assenti di questa serie: come posso esistere spiriti della vendetta senza moto???