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Shockdom: conferenza Fumetti Crudi Cartoomics 2015

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Alla conferenza odierna Shockdom Fumetti Crudi - Il fumetto autogestito ma non autoprodotto tenutasi in occasione della terza e ultima giornata di Cartoomics 2015, la kermesse milanese legata al mondo del fumetto, erano presenti Gianluca Caputo, Antonucci&Fabbri, Simone di Meo, Andrea “Grillo” Grillenzoni e Bigio.

Il tema dell'incontro è l'etichetta Fumetti Crudi, nata nel 2012 come ensemble di autori che autogestiscono e non autoproducono i loro fumetti senza supervisioni né modifiche editoriali, che si è definitivamente associata a Shockdom diventandone una effettiva collana.
I primi due prodotti sono The Author di Bigio, raccolta di episodi umoristici auto conclusivi di una pagina, e Gesù - La trilogia di Daniele Fabbri e Stefano Antonucci, raccolta in volume della web series creata dai due.
Prossimamente verrà pubblicato anche un altro lavoro di Antonucci&Fabbri che si intitolerà V for Vangelo.

Si è poi parlato di come vengono scelti gli autori che entrano a far parte di questo gruppo, e in particolare di come siano aperti a proposizioni da parte degli autori stessi che manifestano interesse nell'iniziativa e vorrebbero vedere le loro opere pubblicate sotto questa etichetta. Se il prodotto proposto risulta interessante si tenta di inserirlo nell'antologico annuale e poi dipende dalla risposta del pubblico e dalla disponibilità dell'autore proseguire questo rapporto.

A breve inoltre verrà indetto un contest da parte di Fumetti Crudi che mette in palio una pubblicazione con l'etichetta, ma di cui si saprà molto di più a breve, tenendo d'occhio la pagina Facebook ufficiale della collana.

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Il fantastico pianeta di Fraffrog: intervista a Francesca Presentini

Francesca Presentini, in arte Fraffrog, è una popolare Youtuber e un abile progettista grafico. Si è fatta conoscere sul web realizzando tutorial di grafica e brevi storie animate che hanno subito attirato l'attenzione per la loro elevata qualità e immediatezza comunicativa. E ora si cimenta con il suo primo fumetto, Il fantastico pianeta che sta nel sistema solare ma nessuno lo sa perchè nessuno lo ha mai visto, pubblicato da Shockdom, sempre a caccia di giovani talenti sulla rete.

E più che un fumetto è un interessante esperimento grafico, dal design accattivante e piacevole, che sconfina dal vincolo della vignetta per regalarci una pagina completamente illustrata. Non un semplice fumetto quindi, ma neanche solo un libro illustrato. Una cosa è certa, è un prodotto di difficile classificazione.

Abbiamo incontrato la giovane disegnatrice durante la presentazione del suo libro alla Games Academy di Vimercate, e di seguito l'abbiamo contattata per farle una breve intervista che trovate più in basso.
Ma parliamo prima un po' dell'opera.

Questo volume è quasi un opuscolo didattico su di un misterioso pianeta a forma di pillola che nessuno ha mai visto perchè è nascosto dall'obesità di Giove e segue un orbita caotica e apparentemente priva di senso logico; il Pianeta Pillola è poi diviso in due emisferi, uno bianco, triste e privo di vitalità, e uno rosso, dominato dall'amore e dalla gioia. Su di entrambi vivono delle creature che rispecchiano in tutto e per tutto l'ambiente che le circonda ma ignare della natura duale del pianeta. Ed è proprio il libro a parlarcene, letteralmente, illustrandoci il suo contenuto e questa incredibile scoperta astronomica. Una trovata narrativa quantomeno interessante e innovativa questa, che conferisce originalità al volume.

Per non parlare poi del far dialogare tra loro i pianeti del sistema solare, in primis il Sole, comprimario egocentrico con manie di protagonismo in cerca di un'autobiografia, o Giove, un pianeta enorme visibilmente incapace di trattenere la sua fame, o Plutone, emarginato dopo essere stato declassato dal grado di pianeta, che cerca in ogni modo di rientrare nel gruppo.

È però dal punto di vista visivo che quest'opera lascia la sua impronta più marcata. La disposizione degli elementi sulla pagina, le scelte tipografiche, i colori accesi, il tratto cartoonesco e completamente deformato e le scelte stilistiche denotano una grande conoscenza del media visivo, cartaceo o animato, oltre che una capacità comunicativa originale e che non annoia. Il tutto condito con un'ironia che strappa qualche sorriso.

Una prima prova interessante anche se non superba per la giovane Youtuber che porta nelle fumetterie un modo originale di concepire l'arte visiva, con un'opera fuori dagli schemi. L'edizione cartacea pecca un po' per la qualità della copertina da cui tende a scollarsi facilmente la pellicola trasparente protettiva oltre che per un buon numero di refusi non corretti.

Ma parliamo ora con Francesca, innanzitutto ciao e benvenuta su Comicus!

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Come è nata l'idea di questo progetto e quando hai deciso di trasferire il tuo impegno dalla rete alla carta? Quali sono state le motivazioni che ti hanno spinto a questa scelta un po' contro tendenza?
L’idea di impegnarmi per un prodotto cartaceo è sempre stata il mio pallino sin da quando ero molto piccola. A quattordici anni ho scritto il primo romanzo di una saga fantasy che ero convintissima avrei pubblicato, anche se adesso lo tengo ben nascosto e dubito che qualcuno avrà mail il (dis)piacere di leggerlo.
L’idea del Pianeta Pillola è nata come una consegna scolastica, solo un anno dopo ho deciso di mettermi alla prova e tentare di proporre l’idea ad una casa editrice perché diventasse un progetto concreto.
 
Sei una Youtuber piuttosto popolare in rete ormai e leggendo il tuo libro è evidente una scansione della tavola decisamente dinamica, che richiama i video di animazione presenti sul tuo canale, molto elaborati e dal forte impatto visivo. Come questa tua capacità/abilità ha influito nella trasposizione cartacea della tua opera?
Ha influito al 100%, ma non me ne sono accorta subito. Ciò che faccio sul web ha totalmente assorbito il mio impegno negli ultimi due anni, influendo soprattutto sul mio linguaggio.
Solo ad una fase avanzata del progetto mi sono soffermata su quanto somigliasse ad uno Storyboard per un ipotetico video animato, e ho dovuto lavorare molto sul renderlo equilibrato per non complicarne la lettura.
 
Come è nata l'idea del Pianeta Pillola e cosa ti ha spinto a realizzare un'opera su di un sistema solare animato?
Come ho detto si trattava di una consegna scolastica da far partecipare ad un concorso editoriale internazionale: Edition Lidu – Art Books Wanted. Ho tirato fuori l’idea e una storia approssimativa di circa 20 tavole in una settimana, per poi presentarla al concorso un’ora in ritardo rispetto alla scadenza (in realtà credevo di essere in ritardo, ma grazie al fuso orario avevo ancora cinque minuti di tempo) e ricevendo inaspettatamente una Nomina come “Best comic”. Una nomina, niente di eccezionale, ma è stata sufficiente per convincermi che non fosse un’idea da lasciar morire nel cassetto.


 
Tra i tuoi video troviamo molti tutorial in cui spieghi l'utilizzo di particolari feature di Photoshop oltre che parecchie tecniche grafiche interessanti. Questa tua attitudine divulgativa, a tratti educativa, emerge forte anche in questo fumetto, con una narrazione dettagliata e documentaristica e, per quanto ironica, informativa. Ci stai confessando che volevi fare l'insegnante?
Credo di non aver mai preso in considerazione l’idea di insegnare ma mi piace molto riuscire a trasmettere concetti in modo divertente, cosa di cui ho sentito la mancanza a scuola.
Iniziare con i tutorial è tipico di chi sul web, non sapendo come mettere in luce le proprie capacità, tenta di spiegare agli altri ciò che conosce. Adesso per me è diventato un piacevole passatempo, sento di avere qualcosa in più da dire rispetto a qualche anno fa e so che nel mio piccolo posso davvero aiutare qualcuno ad intraprendere un suo percorso. Io stessa devo tutto ciò che ho imparato ai tutorial che ho seguito online, avendo scelto un percorso di studi totalmente diverso.
 
Sei una semplice appassionata di astronomia o sei una studiosa della materia? Da dove derivano le tue conoscenze?
Non ho mai studiato astronomia ma mi piace approfondire le cose che catturano la mia attenzione. Mi sono sorpresa anche io di come, pochi giorni fa, mi sono chiusa in bagno con il telefono e la domanda “ma cos’è esattamente il velluto?” e ne sono uscita solo dopo aver imparato bene come funzionasse la tessitura, di cui mai mi ero interessata prima.
Da profana, per quanto nel mio fumetto si parli di nozioni abbastanza elementari, ho reperito tutte le informazioni passando giorni su giorni su Wikipedia. Reputo le mie conoscenze in materia pressoché nulle, considerando che l’astronomia è un concetto immensamente più vasto della… tessitura.
 
Quali tecniche di disegno hai utilizzato? Che tipo di studi hai svolto in passato? Come ti approcci ai tuoi lavori?
Le tecniche utilizzate, soprattutto a causa del tempo trascorso tra l’ideazione del progetto e la sua realizzazione, sono abbastanza imprecisate. Iniziamente doveva essere qualcosa di vettoriale e minimale (soprattutto a causa delle influenze scolastiche), con il tempo non ho potuto fare a meno di imbottirlo di elementi che andavano in totale contrasto con la scelta iniziale. La mia ricerca stilistica è ancora un po’ caotica e in questo periodo mi sto impegnando per lavorare proprio su questo.
 
Nel realizzare i tuoi lavori, non solo questo Il fantastico pianeta che sta nel sistema solare ma nessuno lo sa perchè nessuno lo ha mai visto, ma anche i tuoi video, c'è un qualche grafico o disegnatore a cui ti ispiri? Una sorta di modello che segui?
Ho molti disegnatori a cui mi ispiro, stessa cosa per gli animatori e i coloristi. Rimango affascinata da molti stili anche diversi tra loro, ed è per questo che non ho ben delineato il mio: scegliendone uno non posso far altro che soffermarmi su quanti ne abbia scartati.
In ogni caso ho un elenco di segnalibri con le pagine di tutti gli artisti che seguo sempre a portata di mano nel browser, in modo da poter restare aggiornata sulle loro pubblicazioni quasi in tempo reale.
 
Raccontaci di come è nata la collaborazione con Shockdom.
È nato tutto da un pranzo con Lucio [Staiano], il direttore di Shockdom, la scorsa estate. Aveva visto le prime tavole del Pianeta Pillola (datate inizio 2012) sotto mia richiesta, ma non aveva negato si trattasse di un progetto acerbo e dallo sviluppo imprevedibile. In sostanza, se una volta finito il progetto lo avesse convinto avrei avuto delle possibilità di essere pubblicata. Ho avuto poco tempo vista la prossimità con il Lucca Comics 2014, ma ci tenevo davvero tanto e qualche notte insonne non mi ha certo fermata.

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Al momento hai altri progetti su cui stai lavorando, oltre ai video per il tuo canale YouTube?
Mi sono resa conto che i video per il mio canale YouTube sono il vero progetto alla base di tutti gli altri. Tutti i lavori e gli incarichi che ho avuto in questi anni sono stati dovuti al mio canale, che ha sempre avuto per me la funzione di portfolio, e mai mi è stata chiesto quale fosse il mio titolo di studio (anche perché, come Perita Agraria, non sarei servita a molto).
Quest’anno conto di dare una vera svolta alla mia attività sul web e di creare le fondamenta per un progetto a cui sto lavorando da qualche mese, per la prima volta e finalmente non da sola.

Potete continuare a seguire Fraffrog sul suo canale YouTube e sulle pagine ufficiali dei social network Twitter e Facebook o sul suo blog. Si ringrazia anche Games Academy Vimercate per l'evento e per le foto che potete trovare nella gallery in basso.

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Scottecs Megazine: esaurito e #1 su Amazon

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Il successo di Sio è ormai inarrestabile. Dopo le 3500 vendute nei 4 giorni di Lucca Comics & Games 2014 del suo primo libro, ora la Shockdom ha annunciato che Scottecs Megazine #1, uscito in edicola la scorsa settimana, è non solo esaurito (e in ristampa) ma anche al #1 dei libri più venduti di Amazon.

Insomma, visti i numerosi contatti della pagina ufficiale Facebook di Sio, e i numeri fatti dal volume, che la rivista trimestrale avesse un buon riscontro era scontato, che diventasse un caso editoriale una piacevole sorpresa che premia indubbiamente sia l'autore che l'editore.

Ricordiamo che, attualmente, è possibile acquistare la versione digitale del fumetto sul sito ufficiale Shockdom.

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"All'apice della nostra civiltà per evitare l'estinzione decidemmo di trasferire le nostre menti in corpi androidi, eterni e indistruttibili. Fu una scelta scellerata. Adesso vaghiamo in una terra inospitale e abbandonata. Siamo ancora vivi, ma a quale prezzo?".
In questo incipit è racchiusa l'essenza stessa del primo numero di Robotics, edito da Shockdom, e realizzato dagli artisti Claudio Iemmola, Francesco Polizzo, Giacomo Pilato e Gaetano Matruglio con la collaborazione di Christian G. Marra che ha illustrato la copertina dell'albo. Come si può evincere dalla parole della presentazione si tratta di un fumetto di fantascienza, ma definirlo tale sarebbe limitativo, in quanto l'opera creata dai quattro fumettisti trascende il genere.

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Sono passati centocinquanta anni da quando l'umanità è scomparsa. Ora la Terra è popolata da alcuni milioni di androidi, eredi di quegli esseri umani che hanno abitato il pianeta a lungo e che alla fine hanno dovuto arrendersi di fronte all'avanzare inarrestabile della morte: una terribile epidemia, il "cancro virale". Ma non tutto è andato perduto grazie al "bridge", un processo biomeccanico che ha consentito di trasferire le menti degli uomini in corpi robotici. Si tratta di un'operazione avveniristica e costosa e solo alcuni hanno potuto accedere a una tecnologia simile. Chi ce l'ha fatta ora vaga per il pianeta con sembianze robotiche.
In questo nuovo mondo vive l'androide Dreamer, colui che fa sognare le macchine, una sorta di figura mitologica ricercata dai suoi simili che vogliono assaporare la vita ancora una volta. Anche se si tratta solo di un sogno, il ricordo di sentimenti ed emozioni per alcuni vale un prezzo altissimo, e così in molti vagano alla sua ricerca mettendo in pericolo la propria infinita vita artificiale.

Nonostante l'uomo si sia sottratto dalla catena alimentare, non essendo più composto da sangue e carne e non cibandosi più di esseri vegetali e umani, la sua nuova esistenza di androide non lo esclude dai pericoli quotidiani e il più grande è rappresentato dall'eredità dell'uomo: vizi e virtù di quest'ultimo si sono riversati nei corpi d'acciaio. Un tiranno, Misprizer, controlla l'energia atomica che alimenta i corpi robotici e schiavizza circa quattro milioni di androidi che vivono nell'unica città rimasta sulla Terra: l'Agglomerato. Altri due milioni di androidi, i più fortunati, vagano per il resto del pianeta cercando di sopravvivere.

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La storia è realizzata a quattro mani da Polizzo e da Iemmola, quest'ultimo autore anche dei disegni. Fin dalle prime pagine risalta subito all'occhio il buon lavoro realizzato dagli autori: un incipit breve e secco, che in poche righe cala il lettore nella vasta ambientazione di Robotics, e testi ben costruiti trovano il giusto equilibrio tra mistero e spiegazione degli eventi. Le tavole sono caratterizzate da una griglia libera in cui si susseguono inquadrature, sia sul soggetto che sull'ambiente, tali da veicolare il messaggio narrativo con naturalezza e fluidità. Iemmola fa un largo uso di campiture nere nel realizzare contrasti di luce e ombra e tratteggia i personaggi con linee marcate e decise. I suoi androidi ricordano i robot degli anni '70 - '80 e grazie agli elementi estetici che li contraddistinguono risaltano per una caratterizzazione unica, frutto molto probabilmente di uno studio dei personaggi approfondito.

Oltre a questa storia ne troviamo un'altra, realizzata da Pilato e Matruglio (cover interna dell'albo), che funge come un approfondimento per capire a come si è passati da un mondo popolato da uomini a uno popolato da androidi. Per la cronaca bisogna segnalare che inizialmente la storia era stata scritta da Rita Porretto e Silvia Mericone e poi riadattata da Iemmola in un unico corpo narrativo.
Le vicende narrate si svolgono nel passato, poco prima che l'umanità incontrasse la propria fine, e attraverso gli occhi dei protagonisti umani viviamo la fase di cambiamento da cui il mondo di Robotics ha preso vita in seguito.
Questa storia è una piccola chicca, per nulla fine a sé stessa, anzi da ritenersi parte integrante della narrazione principale. Vengono svelati retroscena importanti che fanno capire a posteriori alcuni eventi, e anche comportamenti dei personaggi, fondamentali per la completa comprensione delle vicende.
La trama imbastita da Pilato è caratterizzata dall'elemento drammatico. Abile nel giocare con i sentimenti dei personaggi e dei lettori stessi, ci trascina all'interno di una disputa familiare che avrà modo di sorprenderci più volte nel giro di poche tavole. I disegni aumentano questa sensazione di giocare con le emozioni grazie all'abilità nel rappresentare graficamente le espressioni, sia facciali che posturali, dei personaggi umani. Le sue tavole sono contraddistinte da un largo uso di pattern per le ombreggiature, caratteristica già presente nella prima storia anche se in modo minore.

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Robotics, oltre ad essere un fumetto di fantascienza, affronta tematiche filosofiche come il senso della vita e della morte. Nella lettura si ritrovano argomenti tipici della letteratura di Isaac Asimov, così troviamo riflessioni su androidi che possono provare sentimenti, o sul dubbio se sia migliore una piatta immortalità o una vita breve ma ricca di emozioni. È l'eterna ricerca di una via per scampare alla morte a qualsiasi prezzo. Un continuo ossimoro in cui a volte vi è più umanità in una macchina che in un corpo fatto di carne e ossa. Una fantascienza che fa riflettere.

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