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In arrivo la serie tv di Discender e Ascender di Jeff Lemire e Dustin Nguyen

  • Pubblicato in Screen

Secondo quanto riportato da Variety, la Lark Productions ha appena ottenuto i diritti televisivi sui fumetti Descender (qui la nostra recensione) e la serie sequel Ascender, opera di Jeff Lemire e Dustin Nguyen.

Il duo ha lanciato Descender nel 2015 per Image Comics, in Italia per Bao Publishing. La serie ripercorre le avventure del bambino robot di Tim-21, che lotta per rimanere in vita in un universo in cui gli androidi sono fuorilegge e i cacciatori di taglie cercano sempre di collezionarli per i loro interessi. La serie, conclusa nel 2018, è stata seguita, come detto, da Ascender, che si svolge 10 anni dopo rispetto al primo capitolo della storia.       
Mentre Descender è un’opera squisitamente fantascientifica, Ascender introduce elementi fantasy, come la magia e i vampiri.

Lark Productions, che fa parte di NBC Universal International Studios, svilupperà e produrrà la serie, con Lemire e Nguyen nel ruolo di produttori esecutivi. Questa, comunque, non è la prima volta che i fumetti di Lemire e Nguyen sono oggetto di adattamento live-action. Sony, infatti, acquisì nel 2015 i diritti cinematografici per Descender, assumendo poi Jesse Wigutow come sceneggiatura.     
Ma il progetto non ha mai visto la luce.

Vi riportiamo, a seguire, le dichiarazioni rispettivamente, di Jeff Lemire e Dustin Nguyen:

“Il mondo di Descender e Ascender continua a crescere. E Dustin e io siamo molto felici di lavorare con Lark per portarlo anche sugli schermi televisivi. La loro passione per i fumetti e la devozione nel raccontare la storia nel modo giusto ci ha entusiasmati entrambi.”

“Sarà sicuramente una nuova avventura vedere i nostri personaggi prendere vita sullo schermo e condividerli con un pubblico completamente nuovo.”

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In uscita per Bao Publishing Ascender, la nuova serie di Jeff Lemire e Dustin Nguyen

  • Pubblicato in News

Bao Publishing pubblicherà il prossimo 13 febbraio il primo volume di Ascender, la nuova serie di Jeff Lemire e Dustin Nguyen seguito di Descender.
Di seguito trovate tutti i dettagli:

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"Jeff Lemire e Dustin Nguyen tornano a raccontare la vita nello spazio post-apocalittico, dove è la magia a comandare e le regole del mondo robotico sono state rovesciate. A febbraio arriva in libreria per BAO Publishing il sequel ideale di Descender, che inizia dieci anni dopo la fine dell'intelligenza artificiale e racconta un mondo del tutto nuovo.

Come sarebbe stato vivere con i robot in mezzo a noi? Ogni sera guardo le stelle e mi ripeto queste domande. Non pensavo che avrei mai ricevuto una risposta...
BAO Publishing è orgogliosa di annunciare l'uscita del primo volume di Ascender la nuova serie magica di Jeff Lemire e Dustin Nguyen dopo il successo di Descender. 

Cinque anni fa, il team creativo composto da Jeff Lemire e Dustin Nguyen ha creato l'universo fantascientifico di Descender.  Alla fine del sesto volume, un cataclisma ha cambiato le sorti dello spazio. Ma il cosmo ha continuato a esistere, profondamente mutato, e ora si svela ai nostri occhi - a dieci anni dalla catastrofe - in questo primo volume di Ascender.

La magia ha preso il posto dell'intelligenza artificiale e tutte le regole sono cambiate. In un mondo governato dalla Madre, un'entità spregiudicata che ora controlla ogni cosa con i suoi poteri, la piccola Mila - figlia di Andy e Effie - cerca di rimanere un essere libero per non sottostare alle milizie dei Vamp. Un incontro inaspettato la costringerà alla fuga, dando inizio a un'avventura fantasy attraverso mondi popolati da creature straordinarie. E i robot potrebbero non essere del tutto scomparsi? 

Aver letto la serie precedente non è necessario per godere di questa nuova saga: fin dalle prime pagine si dischiude un sorprendente mondo magico in questo incipit esplosivo. Una serie che promette di essere epica ed emozionante, scritta dall'autore di culto Jeff Lemire e dipinta all’acquerello dal magistrale Dustin Nguyen.
 

Ascender vol. 1 - La galassia infestata è disponibile in libreria dal 13 febbraio 2020"
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Anteprima di Legion of Super-Heroes: Millennium #1

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Brian Michael Bendis ai testi e Andrea Sorrentino, Jim Lee, Dustin Nguyen e André Lima Araújo - fra gli altri- alle matite, sono gli autori di Legion of Super-Heroes: Millennium #1, miniserie in due parti, in cui viene narrata un'epica storia che si estende per 1.000 anni e, per la prima volta, collega tutte le linee temporali future della DC. Protagonista con il più improbabile degli eroi DC mentre impara a far fronte all'immortalità ritrovata e si aggira tra le società disparate di Batman Beyond, Kamandi e Tommy Tomorrow, lottando con i suoi demoni interiori e cercando disperatamente di trovare il suo scopo in un mondo in continua evoluzione."

Legion of Super-Heroes: Millennium #1 esce oggi negli States. Di seguito trovate un'anteprima dell'albo.

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Descender 1-6, recensione: la fantascienza confusa di Jeff Lemire e Dustin Nguyen

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Il canadese Jeff Lemire è ormai da diversi anni uno degli artisti più importanti del panorama fumettistico americano. Dopo gli esordi come autore completo per piccole case editrici indipendenti, nel 2009, sulla scia del successo del graphic novel Essex County, considerato in Canada uno dei cinque romanzi più importanti dello scorso decennio, approda alla DC Comics, con cui firma un contratto di esclusiva. È in questi anni che Lemire comincia a cimentarsi come semplice autore dei testi, diventando uno degli scrittori più prolifici del periodo (arriva a scrivere anche sei serie contemporaneamente, e in almeno una di queste si occupa persino dei disegni). Terminato il contratto con la DC, comincia a lavorare, sempre a ritmi altissimi, anche per altre case editrici, tra cui la Marvel e la Valiant, senza disdegnare di dedicarsi a progetti creator-owned per l’Image e la Dark Horse. Tuttavia, come prevedibile, questa iperattività ha finito per incidere sulla qualità dei suoi lavori: per esempio, anche solo restando alla Marvel, sebbene i cicli di Hawkeye e Moon Knight da lui gestiti possano essere considerati due delle cose migliori prodotte dalla Casa delle Idee negli ultimi anni, pur essendo stato chiamato a sostituire due grossi calibri come Matt Fraction e Warren Ellis, non si può dire altrettanto per le sue storie su Extraordinary X-Men, o per la sua collaborazione con Charles Soule ai testi di Death of X e Inhumans vs X-Men. È probabile, però, che il dover sottostare alle rigide regole della continuity marvelliana abbia inciso in maniera consistente sul risultato finale del suo lavoro, tanto è vero che il Lemire visto sulla recente Black Hammer per la Dark Horse, è tornato a essere l’autore ispirato che abbiamo sempre conosciuto. Ma, come la più classica eccezione a confermare la regola, ecco che a smentirci è arrivata Descender, maxiserie di 32 numeri realizzata per l’Image assieme al bravissimo Dustin Nguyen, che la Bao Publishing ha raccolto in Italia in sei eleganti volumetti cartonati (l’ultimo dei quali presentato in anteprima all’ultima edizione di Lucca Comics and Games).

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Uscita originariamente negli USA tra il marzo del 2015 e il luglio di quest’anno, Descender è una serie fantascientifica ambientata in un lontano futuro dove i discendenti dei terrestri hanno costituito, assieme ad altre razze aliene, il Consiglio Galattico Unito (CGU). Cuore di questa alleanza è il pianeta Niyrata, la cui popolazione viene decimata nelle primissime pagine, a seguito del misterioso attacco di un gigantesco robot. Anche gli altri pianeti principali del CGU vengono devastati da robot simili, generando nei pochi sopravvissuti un’autentica fobia verso gli esseri artificiali.
Dieci anni dopo, su una colonia mineraria periferica, il piccolo robot di compagnia Tim 21 si risveglia da un sonno iniziato poco tempo prima dell’attacco dei Mietitori (nome dato nel frattempo agli enormi robot). Collegandosi a un server del CGU per cercare di apprendere cosa sia successo in tutti quegli anni, viene identificato dai militari di Niyrata, che incaricano il capitano Telsa di andare a recuperarlo. Tim 21, infatti, potrebbe aiutare l’umanità a comprendere la natura dei Mietitori, il cui codice macchina (l’equivalente robotico del nostro DNA) è risultato analogo a quello del piccolo robot. È l’inizio di un lungo inseguimento attraverso il cosmo, che vede protagonisti oltre alle varie razze del CGU, anche la resistenza robot del Cablato (di cui fa parte Tim 22, gemello cibernetico del piccolo protagonista), tutti in qualche modo interessati a Tim 21. Ma, alla resa dei conti conclusiva, la sorprendente natura dei Mietitori e dei loro costruttori viene finalmente rivelata.

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Una trama, quella di Descender, avvincente e appassionante quindi, che non manca di parecchi spunti interessanti, ma che nasconde anche diverse cadute di tono. Particolarmente efficace, per esempio, è il modo in cui Lemire tratteggia le personalità dei robot. Sia Tim 21 che Tim 22, sono, di fatto, il risultato delle esperienze vissute dai due esseri artificiali nei primi anni della loro “vita”. Tim 21 è buono, generoso, incapace di fare del male perché è sempre stato trattato dai suoi “genitori” umani quasi alla pari del loro figlio naturale, Andy, il quale considerava il piccolo robot alla stregua di un fratello (sentimento peraltro condiviso da Tim 21). Tim 22, invece, è l’esatto opposto: sottoposto a ogni sorta di angheria dall’anziano padrone a cui, in teoria, avrebbe dovuto fare compagnia, è diventato un essere malvagio e senza scrupoli. Inoltre, l’interesse che il capo del Cablato, Psius (che Tim 22 considera una sorta di padre) prova per Tim 21, lo porta a tentare la distruzione di quest’ultimo per semplice gelosia. Una differenza nei caratteri dei due robot così netta, però, sembra suggerire che secondo Lemire negli esseri artificiali non possano esistere sfumature o compromessi: o sono la rappresentazione ideale della bontà o sono l’essenza del male. Estremi che difficilmente potrebbero essere associati a un essere umano, ma che il lettore trova perfettamente naturale in un robot. Tutto logico, quindi, se Lemire, a un certo punto, non decidesse di scombinare le carte. Infatti, verso la fine della serie, con un lungo flashback, l’autore canadese introduce l’antichissima razza dei Descender. Questi evolutissimi esseri non sono organismi biologici, ma robotici. Non solo, dato che il loro nome significa “coloro da cui deriva tutta la vita”, potrebbero essere addirittura i creatori della vita biologica nell’universo. Un’idea spiazzante e suggestiva ma, francamente, inverosimile. Considerando poi che sia Tim 21 che i Descender sono un’evidente citazione del film A.I. di Steven Spielberg (il primo è un omaggio a David, il piccolo robot protagonista della pellicola, mentre i secondi somigliano parecchio agli avanzatissimi Mecha che compaiono nelle ultime scene del film), la trovata di Lemire appare ancora più bizzarra. Nella pellicola di Spielberg, infatti, i robot si evolvono in esseri molto progrediti, assolutamente immuni dalle imperfezioni che caratterizzano il genere umano, ma a partire da progenitori molto meno sofisticati, creati dall’uomo con il preciso scopo di superare i propri limiti. Esattamente il contrario di quanto mostra Lemire, i cui Descender esibiscono una spietatezza un po’ ottusa e del tutto incoerente con la loro presunta superiorità: non esitano un istante a sterminare l’intera vita organica, senza mai cercare un dialogo e pretendendo che l’umanità si adegui alla fredda logica delle loro equazioni. L’uomo è solo un errore da eliminare al più presto: la vita biologica non è degna di proseguire nel suo cammino, perché incapace di raggiungere quella perfezione che caratterizza invece le macchine.

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A Lemire possiamo concedere il dubbio che volesse solo utilizzare una metafora (e il fatto che i Descender non vogliano rivelare la loro origine, potrebbe addirittura portare a una parziale revisione del nostro giudizio, una volta che l’autore canadese avrà chiarito anche questo mistero) per mostrare quanto l’imperfezione umana sia insita nella sua natura organica. Ma l’avere candidamente ammesso nella postfazione dell’ultimo volume che il finale che aveva concepito per la serie non lo avesse mai veramente soddisfatto, tanto da decidere improvvisamente di modificare la trama attraverso l’introduzione della magia, non aiuta a fugare il dubbio che le diverse incoerenze (oltre a quelle già descritte, occorre almeno citarne un’altra: i Descender chiamano “mietitura” lo sterminio dell’umanità, ma non se ne capisce il motivo, visto che il termine “mietitori” per i giganteschi robot è stato coniato dall’uomo, non da loro), parecchi dialoghi poco efficaci, alcuni personaggi incompiuti (a cominciare dal poco incisivo Dottor Quon) e banalità varie (una su tutte: il ridicolo nome di Regina Ibrida che il personaggio di Effie sceglie per sé, una volta diventata un cyborg) non siano altro che il frutto di continui rimaneggiamenti o di una semplice perdita di interesse dell’autore verso la serie nel suo complesso.

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A ogni modo, la svolta fantasy imposta alla narrazione potrebbe portare parecchi benefici, non solo ai testi di Lemire, ma anche a Dustin Nguyen, i cui splendidi acquerelli, pur se autentico valore aggiunto dell’opera, sono sembrati poco adatti a rappresentare gli scontri a fuoco, le scene di lotta o le semplici ambientazioni fantascientifiche introdotte dalla trama. La delicatezza del suo tratto e la leggerezza dei colori sembrerebbero più idonei ad atmosfere di altro tipo, più intimiste, oppure, semplicemente più fiabesche. E le ultime pagine del volume conclusivo, o l’evocativa immagine finale, che fa da introduzione ad Ascender (la nuova serie che nel 2019 proseguirà con una nuova veste la storia di Descender), sembrano proprio confermare questa impressione.

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