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Speciale Movie Comics: X-Men 3




SPECIALE MOVIE COMICS: "X-MEN: CONFLITTO FINALE"

A tre anni esatti dal precedente capitolo, tornano sul grande schermo i mutanti della Marvel con X-Men: Il Conflitto Finale, una pellicola in cui vedremo il regista Brett Ratner raccogliere l'eredità di Bryan Singer. Nel film, tra vecchie conoscenze come il letale Magneto, inarrestabili cattivi quali il Fenomeno e nuovi arrivi nelle fila degli X-Men, come Angelo e Bestia, assisteremo alla scoperta di una cura per la mutazione e a un minaccioso ritorno, quello di Jean Grey nelle sua nuova incarnazione:Fenice Nera.

Un nuovo regista

Dopo il successo di X-Men 2 nel 2003, tutto era pronto alla 20th Century Fox per la realizzazione del terzo capitolo della saga cinematografica dei mutanti Marvel. Niente, infatti, poteva far pensare ai dirigenti della major che di lì a poco un ostacolo avrebbe messo in gravi difficoltà la produzione della pellicola.
Nell'estate di due anni fa l'attenzione di molti non era legata solamente all'uscita di Spider-Man 2. Tra gli addetti al settore c’era infatti anche la curiosità sul nuovo film di Superman, e soprattutto sul nome del regista che avrebbe diretto la pellicola.
Il 19 Luglio 2004 la notizia piomba come un fulmine a ciel sereno. Variety annunciava che Bryan Singer avrebbe diretto il nuovo film sull'uomo d'acciaio, abbandonando la saga degli Uomini-X proprio nel suo momento culminante, avendo gettato nel finale di X-Men 2 le basi per l'apparizione di Fenice nel terzo capitolo.
Lo sconforto, che colpisce non solo la dirigenza della Fox, ma ancor di più gli appassionati, diviene ancora più forte nelle settimane seguenti. Singer, infatti, si porta appresso non solo la coppia di sceneggiatori formata da Michael Dougherty e Dan Harris, autori dello script di X-Men 2, ma anche il compositore John Ottman e gran parte della troupe.
Dopo una confusione iniziale, alla Fox parte immediatamente la ricerca di colui che sostituirà Singer nella realizzazione della pellicola. Si fanno così strada tra i "soliti sospetti" i nomi di numerosi registi come Zack Snyder, Alex Proyas e Joss Whedon, l'acclamato creatore del serial Buffy The Vampire Slayer.
Proprio attorno al nome di Whedon (attualmente impegnato nella stesura dello script di Wonder Woman, di cui sarà regista), si concentra, nelle settimane seguenti l'addio di Singer, l'attenzione dei fan e dei media. Il regista ha infatti dalla sua non solo la serie interpretata dalla bella Sarah Michelle Gellar, ma anche il ruolo di sceneggiatore di Astonishing X-Men, una tra le serie mutanti più acclamate degli ultimi anni, cosa questa che ne aumenta considerevolmente le chance per dirigere l'atteso film.
La major però la pensa diversamente, e dopo alcune settimane di confusione il nome di Whedon viene accantonato. Poco dopo segue quello che inizialmente sembra un annuncio definitivo: la Fox infatti comunica nel Marzo 2005 di aver affidato a Matthew Vaughn, autore di Layer Cake (da noi noto come Pusher) la regia della pellicola. Vaughn appare fin da subito come la scelta migliore per continuare il lavoro del predecessore, come Singer anche Vaughn è un regista che proviene dal cinema indipendente, con una forte attenzione nei confronti degli interpreti, dei personaggi e delle loro caratterizzazioni. Vaughn si mette subito al lavoro sulla sceneggiatura, e tutto sembra filare liscio fino a quando, a pochi mesi dell'inizio ufficiale delle riprese, lo stesso Vaughn annuncia improvvisamente di aver abbandonato il progetto, motivandolo con problemi di natura personale.
Il nuovo, pesante intoppo non ferma la volontà della Fox di realizzare la pellicola, e poche settimane dopo il nome di Brett Ratner, regista di film d'azione come Rush Hour ma ancor più noto per aver diretto l'acclamato Red Dragon (prequel de Il Silenzio degli innocenti) e fino a due anni prima coinvolto nel film di Superman, mette definitivamente la parola fine a questa vera e propria Odissea, dando il via a una nuova avventura, sul grande schermo, degli studenti di Xavier.


Vecchie conoscenze e nuovi arrivi

Anche questa volta, il ritorno degli X-Men sul grande schermo porta con se conferme e molte novità, sia nelle fila dei buoni che in quelle dei cattivi. Tornano infatti quei nomi e quei volti che nei precedenti capitoli si sono fatti conoscere, amare e ammirare non solo dagli appassionati di fumetti, ma da un vasto pubblico che ne ha decretato per ben due volte il successo nelle sale di tutto il mondo. Nel film diretto da Brett Ratner rivedremo infatti gran parte del cast originale, a cominciare da Hugh Jackman, consacrato alla fama internazionale dal ruolo di Wolverine, che l'attore riprende per la terza volta, in attesa di affilare gli artigli di adamantio il prossimo anno con lo spin-off interamente dedicato al mutante canadese.
Assieme al personaggio di Logan, torna anche Ororo Munroe/Tempesta, interpretata ancora una volta dal premio Oscar Halle Berry, la cui partecipazione al terzo capitolo è rimasta in dubbio per molto tempo. La Berry infatti, insoddisfatta del poco spazio dato al personaggio della bella mutante sin dal primo X-Men, aveva rilasciato molte dichiarazioni contraddittorie su un suo ritorno nei panni di Tempesta, poi confermato in seguito all'entusiasmo dimostrato dall'attrice per l’evoluzione caratteriale del personaggio, che nel film assumerà un ruolo di rilievo nelle fila del gruppo. "Tempesta quando c'è ha qualcosa da dire, ha un suo preciso punto di vista e questo per me è fantastico. Brett è riuscito a trovare una voce per il mio personaggio".
Tornano poi anche Patrick Stewart e James Marsden rispettivamente nei ruoli del Professor Charles Xavier e di Scott Summers/Ciclope (entrambi al centro in questi mesi di numerose indiscrezioni circa la sorte nel film dei loro personaggi), Shawn Ashmore ancora una volta nel ruolo di Bobby Drake/Uomo Ghiaccio, il premio Oscar Anna Paquin in quello della dolce Rogue e Daniel Cudmore, promosso X-Men a pieni voti dopo la veloce comparsata nel precedente capitolo, e tornato a vestire i panni di Colosso. Non sono poi da dimenticare la bella Rebecca Romjin nel ruolo della letale mutaforma Mystica, Aaron Stanford nuovamente nei fiammeggianti panni di Pyro e ovviamente lui, il signore del magnetismo, Magneto, ancora una volta interpretato dal bravissimo Ian McKellen.
Ma come abbiamo avuto modo di vedere nei precedenti film, l'universo mutante portato al cinema da Bryan Singer e ora da Ratner, si avvale, come nei fumetti, di molti e variegati personaggi, che in questo film esordiranno sia come protagonisti di semplici camei, sia come fattori determinanti ai fini della storia. Determinanti come uno dei character più amati dagli appassionati, ovvero Hank McCoy/Bestia, sotto il cui pelo blu si cela il volto di Kelsey Grammer, noto in Usa per il serial Seinfeld, Warren Worthington/Angelo, interpretato dal giovane Ben Foster (Six Feet Under), e la dolce Kitty Pryde/Shawdocat (personaggio già brevemente apparso nei primi due capitoli e interpretato da due differenti attrici in entrambe le occasioni, ma che questa volta, oltre a essere un personaggio con uno spazio maggiore, ha il volto di una giovane emergente, quella Ellen Page che in Usa sta facendo discutere con il thriller Hard Candy). Nelle fila della confraternità dei mutanti faremo la conoscenza dell'inarrestabile Fenomeno, ovvero l'ex giocatore di calcio Vinnie Jones, passato da qualche anno alla carriera cinematografica, oltre a Callisto, interpretata da Dania Ramirez. Ultimo ma non meno importante, il ritorno - ma sarebbe meglio parlare di rinascita - del personaggio dietro cui ruoterà gran parte della trama, ovvero Jean Grey, ancora col volto della bella e brava Famke Janssen, ora più potente e pericolosa che mai, in quanto divorata dal potere di Fenice Nera, un potere di cui Magneto cercherà di servirsi.


Una pesante eredità

Fin dall'annuncio di Ratner come regista del terzo capitolo cinematografico degli X-Men, nei forum sono immediatamente nate numerose discussioni tra gli appassionati, i quali si chiedevano se un regista come Ratner sarebbe stato adatto a gestire la pesante eredità lasciata da Bryan Singer. Molti, infatti, temevano per i mutanti Marvel un effetto "Batman", e cioè un collasso della saga come già accaduto anni prima con i film dell'uomo pipistrello, rapidamente schiacciati dalle pellicole fracassone dirette da Joel Schumacher e ripresosi solo pochi mesi fa, con il Batman Begins di Christopher Nolan. Una preoccupazione diffusasi anche in seguito alla comparsa sul sito AICN di una presunta bozza dello script che non lasciava trasparire nulla di buono per i nostri mutanti. Una preoccupazione smentita non solo dalla Fox, la quale disse che si trattava di una bozza non definitiva della sceneggiatura (poi realizzata da Simon Kinberg e Zak Penn) ma anche dal teaser e dal trailer della pellicola, che hanno fatto tirare un sospiro di sollievo ai fan, pronti a fidarsi della professionalità di Ratner, che in molte occasioni ci ha tenuto a rimarcare la sua fedeltà al lavoro compiuto dal suo predecessore, soprattutto per quanto concerne la caratterizzazione dei personaggi. "Ho centrato tutti i miei sforzi nel mantenere lo stile che Bryan aveva creato attorno alle vicende degli Uomini-X, cercando di approfondire ulteriormente la psiche dei personaggi - ha detto il regista - ho considerato sin dall'inizio questa pellicola come la terza di una serie e non volevo per nessun motivo creare discontinuità, facendone un film diverso dagli altri. Mi ritengo una persona passionale e mi piace essere emozionato da un film, proprio come era successo con i primi due capitoli di X-Men, e so bene che un taglio netto e differente, usato solo per vanità personale, avrebbe disorientato gli spettatori e rischiato di affondare il film".
Non è un caso che Ratner si definisca come una persona passionale, in quanto il regista sembra aver concentrato i suoi sforzi nel donare agli spettatori una pellicola con elementi emozionali molto forti, che sapessero lasciare un segno indelebile nel corso del film: "Ho cercato di realizzare un film più emozionante, un film con più cuore e pathos. Ho voluto raccontare innanzitutto una storia, non reinventarla, non farne un film alla Brett Ratner, ma mantenere la formula vista nelle pellicole precedenti aggiungendoci più intensità".
Un’intensità che scaturirà dagli eventi che colpiranno la comunità mutante, a cominciare dalla comparsa improvvisa di una cura per la mutazione (idea presa direttamente dalle pagine di Astonishing X-Men) e che avrà un forte impatto, anche se con reazioni diverse, sui protagonisti della pellicola (specialmente sulla figura di Hank McCoy) e che porterà in breve a un vero e proprio conflitto definitivo tra la confraternità di Magneto e gli X-Men, con in gioco il destino non solo dei mutanti, ma anche dell'umanità stessa.


La cura

"L'idea della cura aiuta a portare il terzo film molto più avanti dei precedenti. Questo in quanto ogni personaggio avrà una sua opinione o una ragione per essere pro o contro questa cura, e questo motiva gran parte della trama, credo sia un idea davvero favolosa". Così Brett Ratner descrive quella che sarà in X-Men 3 una delle tematiche principali della pellicola. La scoperta di una cura, la consapevolezza di potere cambiare se stessi, un argomento questo che scava ancora più in profondità nel solco tracciato dai primi due capitoli, portando avanti quell’analisi della diversità - e delle opposte visioni di Magneto e Xavier - che nel primo film fu descritta da Bryan Singer con un paragone che Ian McKellen ci tiene a riprendere, ampliando però il discorso all'attualità del mondo reale. "E' l'eterna sfida tra due personaggi coinvolti nei diritti civili, che si chiamino Martin Luther King o Malcolm X... Ci sono persone che pensano che gli omosessuali possano essere curati, e la mia reazione a questa argomentazione è di disprezzo. L'idea che la gente possa pensare che io mi debba curare per la mia sessualità, o che le persone di colore possano prendere una pillola per non essere più tali per me è una cosa davvero atroce. Nel film ci sono alcuni personaggi che sostengono questa causa".
Nel film questa vicenda porterà a una consacrazione di Wolverine come leader del gruppo. "Nel corso della pellicola Logan vive questa situazione in maniera distante, per poi rendersi conto che questa cura sta significando sia politicamente che socialmente, portandolo a prendere una posizione decisa, perché si rende conto che la cura è il motivo della battaglia che li sta consumando".
A essere coinvolto in maniera maggiore dalla comparsa della cura è il Dottor Hank Mc Coy, alias la Bestia, un personaggio diviso tra la razionalità della scienza e l’irrazionalità dei sentimenti, tra la scelta di una vita normale e quella di un essere diverso. Una divisione nell'animo che, secondo la produttrice della pellicola, Lauren Shuler Donner, sarà fonte di molto interesse nei confronti della Bestia da parte del pubblico. "Penso che Bestia sia il personaggio più accattivante di X-Men 3 e questo a causa della sua situazione. Rappresenta i mutanti nel governo americano, ma a causa della cura, deve decidere quali azioni eseguire e chi supportare. Come Nightcrawler, egli non è uno dei 'bellissimi' X-Men, ha problemi ad essere accettato dalla società e quindi offre una prospettiva diversa verso il mondo degli X-Men che abbiamo avuto modo di conoscere finora. E Kelsey Grammer fa un così grande lavoro sul personaggio di Hank con così tanta intelligenza e grazia da farlo diventare uno tra i miei favoriti".
Un ritratto, quello offerto dalla Donner, confermato anche dalle parole dell'interessato, ossia Kelsey Grammer, che per diventare in tutto e per tutto Bestia si è dovuto sottoporre a circa 2/3 ore giornaliere di trucco, e che così descrive il suo personaggio e l'intensa battaglia combattuta dentro se stesso. "Per quanto riguarda la cura, ha emozioni contrastanti al riguardo, è un personaggio con un intelligenza straordinaria e una forza incredibile, ma al tempo stesso ha un forte desiderio di essere amato, un sentimento che ha dovuto mettere da parte per via della sua mutazione".
Un desiderio che nel film si rifletterà anche su Rogue. Fin dal suo esordio in X-Men, la giovane e tormentata mutante sudista ha espresso la sofferenza di una persona la cui vita è priva dell'espressione più alta di un sentimento come l'amore, e cioè essere toccata, baciata, sentirsi desiderata. Nel film, questa mancanza sarà ancor di più sottolineata nel rapporto di Rogue con Bobby Drake, un rapporto difficile e irto di ostacoli, a cui si aggiungerà la figura di Kitty Pride, in un triangolo amoroso che porterà a scelte difficili e ad addii forse definitivi.


Fenice Nera

"Quelli che hanno letto i fumetti conoscono bene la saga di Fenice Nera. Al suo interno c'è l'impero Shiar e l'imperatrice Lilandra, galassie che vengono distrutte e conflitti stellari. Se avete visto X-Men e X-Men 2 e non siete un fan dei fumetti,questo non dovrebbe avere senso se inserito in X-Men 3. Spero di non rovinare le attese di qualcuno, ma non ci saranno battaglie intergalattiche, vogliamo fare svolgere la saga di Fenice sulla Terra, in maniera tale che non sia l'unica storyline del film". Così qualche mese fa lo sceneggiatore Zak Penn spiegava al pubblico della Comic-Con di San Diego l'inserimento nello script del film di una sorta di rilettura di una delle saghe più appassionanti della Marvel degli anni '80, la "Saga di Fenice Nera", una memorabile serie di storie realizzate da Chris Claremont e John Byrne che lasciò un segno indelebile nel mondo dei fumetti e nella storia dei mutanti Marvel. Ora, a più di 20 anni di distanza, quella saga, anche se in maniera diversa, giunge sul grande schermo con il suo carico di distruzione e morte. La storyline di Fenice e della ricomparsa di Jean Grey è però, a differenza di quella riguardante la cura, ancora coperta dal più assoluto mistero, niente infatti in questi mesi è trapelato su questa parte della trama, che a quanto pare porterà a una sequela di lutti nelle fila degli Uomini X. Come rivelato in una delle tante interviste rilasciate nei mesi scorsi, il regista Brett Ratner ha tenuto a sottolineare come questa parte della storia sarà la parte più oscura della pellicola. Una conferma di questo viene dalle immagini del trailer e da un intrigante filmato mostrato alla Showest di Las Vegas. Qui vediamo l’eroina interpretata da Famke Janssen accecata dai propri smisurati poteri, sdoppiata nella sua personalità, e al tempo stesso confusa e disperata. Un ritratto che porterà gli spettatori a conoscere una tragedia che ha macchiato l'infanzia di Jean e un inquietante segreto celato per anni dal Professor Xavier.
Di questa confusione, e soprattutto di questo immenso potere, ne approfitterà la figura di Magneto, che arruolerà la rediviva Jean Grey nella propria confraternita dei mutanti, una mossa che costringerà gli X-Men a lottare contro la loro ex-compagna e amica e a fare i conti con il proprio dolore.


Una valanga di effetti speciali

"Il mega-evento del film è quello visto nei trailer, e cioè la scena in cui il Golden Gate Bridge viene praticamente sradicato da terra e spostato in aria - ha detto Ratner - quello è il mega-mega-mega evento della pellicola. E quando ho visto la scena completata in montaggio ho preso il volo anch'io. Le scene che abbiamo girato, la fabbricazione del ponte in miniatura e il conseguente miglioramento in CGI con l'inserimento di elementi reali come la gente che fugge ne fanno davvero l'evento del film".
Così Brett Ratner parlando di una delle sequenze più spettacolari di X-Men 3, ovvero la famosa scena in cui Magneto sradica letteralmete il Golden Gate Bridge di San Francisco, realizzata con la costruzione di un modellino della lunghezza di 800 metri perfettamente uguale alla versione originale. Una sequenza poi modificata con l'utilizzo della computer-grafica, che anche qui riveste una parte importante nel narrare la storia.
Forte infatti di un budget che supera i 150 milioni di dollari, la 20th Century Fox ha schierato per X-Men 3 un vero e proprio esercito di effetti visivi, per ricreare non solo scene come quella riguardante l'entrata degli Uomini-X all'interno della famosa Stanza del Pericolo ma anche i poteri dei numerosi mutanti che vedremo all'interno della pellicola, come quelli di Jean Grey/Fenice Nera, a cui ha lavorato per mesi la Rhythm &Hues, che aveva già realizzato molti degli effetti speciali del precedente X-Men 2.
All'appello hanno così risposto numerose società, come la Framestore CFC, che si è occupata di modificare con la computer grafica alcune scene con protagonista Angelo (Ben Foster), inclusa la famosa fuga del mutante dai laboratori Worthington.
Ma non solo i mutanti sono stati investiti dall'avanzata degli effetti visivi in campo cinematografico. Anche l'X-Jet, infatti, ha dovuto subire qualche ritoccatina, come ha detto John Bruno, supervisore agli effetti visivi, nonché autore della testa della Sentinella che apparirà nel film. Bruno, in una recente intervista, ha dichiarato che per fare in modo che il jet sembrasse un po’ più realistico, sono state create diverse estensioni e miglioramenti secondari. "Abbiamo snellito l'X-Jet un pochino, abbiamo aggiunto alcune cose all'interno, ma essenzialmente è ancora lo stesso veicolo che avete visto nei due film precedenti".
In una scena con l'X-Jet in cui vediamo Tempesta, Wolverine e i loro compagni cercare il covo di Magneto, la produzione ha filmato la prima parte in uno dei Mammoth Studios di Vancouver. "Atterrano nella foresta ed è tutto molto nebbioso - ha detto Ed Verreaux, designer di produzione - e loro non possono vedere. Dato che la scena continua, gli X-Men scendono dal jet con la rampa (che sarà parzialmente modificata in CG animata) e si trovano di fronte a una zona di un lago, completamente ricreata in studio. Per questa scena, la parte inferiore del jet e una parte della cabina centrale sono state riassemblate e sospese con dei cavi, mentre la rampa, la coda e tutto quello che vedrete sul grande schermo è stato aggiunto digitalmente", ha rivelato lo stesso Verreaux.
Ed è proprio grazie al lavoro del designer di produzione che si deve la creazione del set in cui si è svolta la sequenza della Stanza del Pericolo. "C'è stato un momento in cui ci siamo detti che avremmo potuto usare il set di X-Men 2 dove non potemmo girare la scena che fu in seguito accantonata, ma poi abbiamo deciso di costruirne uno del tutto nuovo", ha detto Verreaux, che ha descritto il set come un enorme stanza rotonda, che ha permesso alla troupe di realizzare numerose inquadrature e di muoversi in maniera più veloce, visto che il precedente set era molto più piccolo e non lasciava alla troupe uno spazio vitale per riprendere.





IL REGISTA


Brett Ratner

Regista, produttore e sceneggiatore. Nato nel 1970, ha frequentato la Tisch School of Art della New York University, laureandosi in cinematografia a soli 16 anni . Ha esordito alla regia con "Whatever happened to Mason Reese", nel 1990, di cui ha anche firmato la sceneggiatura e la produzione. Sono seguiti "Traffico di diamanti" (Money Talks, 1997) e "Rush Hour" (1999). Nel 1999 ha anche firmato "Partner", episodio pilota per una serie televisiva. Ha vinto diversi premi anche per la realizzazione di video musicali e spot pubblicitari.



IL CAST


Patrick Stewart

Figlio di un militare di carriera e di una tessitrice, Patrick Stewart è nato a Mirfield, nello Yorkshire (Inghilterra), il 13 luglio 1940. Cresciuto in una famiglia molto povera e violenta, Patrick ha iniziato a recitare in vari gruppi teatrali della zona (una passione e un modo per restare fuori casa) e a quindici anni, appena terminati gli studi obbligatori per la legge britannica, ha lasciato la scuola. Il suo interesse per il teatro, però, gli ha consentito di sviluppare una proprietà di linguaggio che gli ha fatto ottenere un lavoro da reporter nel quotidiano locale.
Ma Stewart dedica molto più tempo al teatro che al giornale, e presto resta disoccupato. Dopo alcuni mesi di lavoro come venditore di mobili, a diciassette anni è accettato alla prestigiosa Bristol Old Vic Theatre School, e nel 1959 fa il suo debutto da professionista interpretando Morgan in una produzione di L'isola del tesoro. In tournée con la London Old Vic Theatre Company, tra il 1961 e il 1962 appare a fianco di Vivien Leigh in La signora delle camelie, di Alexandre Dumas, e in La dodicesima notte, di William Shakespeare. Nel 1966 entra nella Royal Shakespeare Company: ci resterà ventisette anni, spesso interpretando i ruoli principali, da Enrico V a Titus Andronicus, e diventando uno dei più importanti attori del teatro inglese. Lo stesso anno sposa la coreografa Sheila Falconer. Poi, comincia a lavorare anche per il cinema e per la televisione, e all'inizio degli anni ottanta appare in film famosi come Excalibur (1981), di John Boorman, e Dune (1984), di David Lynch. Nel 1987, il produttore Robert Justman gli offre il ruolo di Jean-Luc Picard, successore del capitano Kirk (William Shatner) al comando dell'Enterprise di Star Trek. La nuova serie televisiva, Star Trek: The Next Generation, durerà sette anni (dal 1987 al 1994), e riuscirà a superare la prima, in termini di popolarità. Stewart legherà il suo nome a quello della saga di Star Trek anche sul grande schermo, interpretando il ruolo del capitano Picard in ben 4 film.
Dopo il divorzio da Sheila Falconer, nel 1990, il 25 agosto del 2000 Stewart ha sposato la produttrice Wendy Neuss, sua compagna già da molti anni. L'attore ha due figli adulti, Sofie e Daniel, e vive tra il nord dell'Inghilterra e Hollywood Hills.


Ian McKellen

Ian Murray McKellen nasce alle 20.30 del 25 maggio 1939 nell'ospedale di Burnley, un sobborgo industriale dell'Inghilterra del nord. Durante la guerra si trasferisce con la sua famiglia prima a Wigan, nel Lanchshire, e poi a Bolton. Scopre l'arte a soli tre anni, assistendo ad una messa in scena di Peter Pan. I genitori lo incoraggiano subito nel suo amore per il teatro e Ian inizia a recitare fin dai tempi della scuola. Sostiene il suo primo ruolo shakespeariano a soli tredici anni, vestendo i panni di Malvolio nella Dodicesima Notte. Continua poi a recitare anche all'Università di Cambridge, dove studia Letteratura Inglese e debutta finalmente nel 1961 al Belgrade Theatre di Coventry. Dopo aver fatto parte di molte compagnie regionali, nel 1964 Sir Laurence Olivier lo invita a unirsi alla National Theatre Company dell'Old Vic. Negli anni successivi, il suo Amleto lo consacra tra gli attori classici di maggiore successo della sua generazione e negli anni successivi McKellen continua a portare in scena tutti i più importanti ruoli shakespeariani e anche Brecht, Cechov, Ibsen e Shaw. Vince tutti i premi più prestigiosi e a Broadway le sue apparizioni sono sempre successi straordinari. Arriva al cinema piuttosto tardi, agli inizi degli anni Settanta, ma si mette in luce soprattutto tra la fine degli anni Ottanta e lungo gli anni Novanta, partecipando a Plenty, Sei gradi di separazione, Cold Comfort Farm e Riccardo III. Nel 1998 riceve una nomination all'Oscar come miglior attore protagonista per Demoni e Dei e nel 2000 ottiene un grande successo nel ruolo di Magneto in X-Men. In seguito lavora nuovamente con Singer ne L'allievo, e nel 2002 riceve una nuova nomination all'Oscar. E’ quella intensa e straordinaria di Gandalf il Grigio nel primo film di Peter Jackson ispirato alla trilogia di Tolkien, Il signore degli anelli: La compagnia dell'anello.
Nel 1990 Ian McKellen ha ottenuto anche il cavalierato dell'Impero Britannico, come massimo riconoscimento per la sua splendida e luminosa carriera.


Hugh Jackman

Nato il 12 Ottobre 1968, a Sidney, in Australia, Hugh Jackman dopo la separazione dei genitori cresce con il padre Chris e i suoi quattro fratelli e sorelle. Dopo essersi laureato in Comunicazione all'University of Technology di Sydney si iscrive a un corso dell'Actors' Center e in seguito si specializza in Arte Drammatica alla Western Australian Academy of Performing Arts. Finiti gli studi viene scelto per interpretare il protagonista della serie tv australiana Corelli nella quale ottiene subito un grande successo. Dotato anche come cantante viene scelto per recitare in teatro in alcuni musical tra cui la versione australiana di La bella e la bestia della Disney, Sunset Boulevard e Oklahoma! entrambi diretti da Trevor Nunn. Grazie all'interpretazione di Curly in Oklahoma! al Royal National Theatre, ottiene la candidatura al premio Olivier come Miglior attore di Musical. Dopo aver recitato in due produzioni cinematografiche australiane, Paperback Hero (1998) e Erskineville Kings (1999) che gli ha fatto guadagnare numerose candidature e premi in patria, nel 2000 viene scelto dal regista Bryan Singer per il ruolo di Wolverine in X-Men, dopo che l'attore Dougray Scott, inpegnato nelle riprese di Mission Impossible 2, aveva abbandonato il progetto. Raggiunto il successo internazionale, nel 2001 è tra i protagonisti di altri due film: Codice: Swordfish di Dominic Sena, accanto a John Travolta e Halle Berry, e Qualcuno come te di Tony Goldwyn con Ashley Judd, Greg Kinnear e Marisa Tomei. In seguito ha affiancato Meg Ryan nella commedia romantica Kate e Leopold (2001) ed è tornato nel ruolo di Wolverine in X-Men 2, per poi essere protagonista di Van Helsing, travolgente successo al botteghino ma bocciato dalla critica. Nel 1996 ha sposato l'attrice Deborra-Lee Furness, conosciuta sul set della serie "Corelli". Nel 2000 i due hanno adottato un bambino, Oscar Maximillian, mentre recentemente hanno avuto un altro figlio. Tra i suoi hobby ci sono il golf, il windsurf, il pianoforte e la chitarra.


Halle Berry

Halle Maria Berry è nata a Cleveland, Ohio, il 14 agosto 1968 ed è cresciuta, dopo il divorzio dei suoi genitori, con la madre Judith, un'infermiera psichiatrica, e con la sorella maggiore Heidi.
Figlia di un afroamericano, ma cresciuta in un quartiere abitato quasi esclusivamente da bianchi, Halle ha sofferto molto durante l'infanzia per colpa dei pregiudizi razziali ed ha reagito dedicandosi con grande impegno allo studio, rivelandosi una studentessa brillante.
Dopo aver vinto nel 1985 il titolo di Miss Teen Ohio, la Berry ha partecipato a Miss Usa e a Miss World, poi ha frequentato il Cuyahoga Community College di Cleveland per studiare giornalismo radiotelevisivo, ma dopo un'esperienza come reporter per un'emittente locale, ha deciso di accettare un lavoro da indossatrice a Chicago.
Nel 1989 ha ottenuto un ruolo fisso nella sitcom 'Living Dolls' e due anni dopo ha fatto il suo esordio cinematografico nel film di Spike Lee Jungle Fever (1991) con Wesley Snipes.
Poi ha interpretato Cory nel thriller di Tony Scott L'ultimo Boyscout (1991) con Bruce Willis e nel 1992 è apparsa al fianco di Eddie Murphy nella commedia di Reginald Hudlin Il principe delle donne.
Nel 1994 la Berry è comparsa con John Goodman e Elizabeth Perkins nel film di Brian Levant I Flintstones e l'anno successivo ha interpretato Khaila Richards in Lontano da Isaiah (1995) con Jessica Lange. Dopo un'apparizione nella commedia di Spike Lee Girl 6 - Sesso in linea (1996), l'attrice è stata al fianco di Warren Beatty in Bulworth - Il senatore (1998) e quindi ha impersonato Ororo Munro/Tenpesta in X-Men (2000) di Bryan Singer.
Alternando il lavoro come modella e testimonial della Revlon alle apparizioni cinematografiche, la Berry nel 2001 è comparsa nel film di Dominic Sena Codice: Swordfish (2001) e infine è esplosa grazie alla sua splendida interpretazione della sfortunata Leticia Musgrove nel film Monster's Ball - L'ombra della vita (2001), che le ha regalato un meritato premio Oscar e il primato come prima donna di colore ad aggiudicarsi la statuetta come migliore attrice protagonista.
Meravigliosa bond girl al fianco dell'affascinante Pierce Brosnan nell'ultimo film della serie 007 La morte può attendere (2002), Halle Berry ha poi interpretato il film thriller Gothika, al fianco di Penelope Cruz, per poi tornare a un ruolo supereroistico inCatwoman (2004), diretto dal francese Pitof, e che si rivelerà un gigantesco flop al botteghino Usa. Dopo il divorzio dall'attore David Justice, con il quale è stata legata dal 1992 al 1996, ha sposato nel gennaio del 2001 il musicista Eric Bénet, da cui ha divorziato nel gennaio del 2005.


Famke Janssen

Nata il 5 Novembre 1965 ad Amsterdam, in Olanda, Famke Beumer, in arte Famke Janssen, ha iniziato fin da giovanissima a fare la modella, per poi trasferirsi negli Stati Uniti nel 1984, dove inizialmente risiede a New York, e in cui studia alla Columbia University dove si specializza in letteratura. Nel frattempo nasce la sua passione per la recitazione, che la Janssen inizia a studiare presso i corsi di Harold Guskin.
Si trasferisce poi a Los Angeles, dove continua a studiare recitazione sotto l'ala di Roy London, per poi debuttare al cinema nel 1992 nel film Presagio di morte (1992), un thriller con Jeff Goldblum dove Famke interpreta un piccolo ruolo. In seguito compare in un episodio di Star Trek: The Next Generation, in quello che è il suo primo vero ruole .E’ il preludio al debutto sul grande schermo come la letale bondgirl Xenia Onatopp in Goldeneye, accanto al nuovo 007 Pierce Brosnan, che le regala la notorietà. Compare poi in film quali Deep Rising (1998), Rounders (1998) accanto a Matt Damon e in Celebrity (1998) di Woody Allen.
Ma è nel 2000 che arriva un altro ruolo che fa si che il suo nome non venga più dimenticato, l'attrice infatti entra nel cast di X-Men (2000) nel ruolo di Jean Grey. Da quel momento, Famke ottiene ruoli sempre più impegnativi in film di forte rilievo come Don't say a word (2001), per poi tornare in X-Men 2(2003) e Nascosto nel buio (2005), un thriller in cui la vediamo accanto a Robert De Niro e Dakota Fanning. Partecipa nel frattempo al telefilm Nip & Tuck nel ruolo di Ava, un altro tassello che la rende ormai conosiuta tra il grande pubblico. Famke Janssen parla ben 4 lingue, ama i peluche tra cui il suo preferito, di nome Licorice. Nel 1995 ha sposato Tod Williams, da cui ha divorziato nel 2000.


Anna Paquin

Anna Helen Paquin è nata a Winnipeg, in Canada, il 24 giugno 1982, ma è cresciuta in Nuova Zelanda, dove la sua famiglia si è trasferita quando lei aveva soltanto quattro anni. Scelta tra circa cinquemila coetanee, Anna ha debuttato sul grande schermo nel 1993, nel ruolo della piccola Flora McGrath, nell'indimenticabile Lezioni di piano di Jane Champion, che le ha permesso di vincere, a soli undici anni, un premio Oscar come miglior attrice non protagonista.
Due anni più tardi, nel 1995, Franco Zeffirelli la contatta per interpretare la parte della giovane Jane Eyre nella sua riduzione cinematografica del celebre romanzo di Charlotte Bronte. Nel 1996, la piccola Anna interpreta L'incredibile volo. Poi, nel 1998, è nel cast di Bugie, baci, bambole & bastardi accanto a nomi del calibro di Sean Penn, Kevin Spacey e Meg Ryan, e in seguito compare in Quasi Famosi accanto a Kate Hudson. Nel frattempo, dopo il divorzio dei suoi genitori, Anna decide di trasferirsi a Los Angeles insieme alla madre e nel 2000 si diploma alla Winward School e poi si iscrive al Columbia College. Nello stesso anno compare in Scoprendo Forrester di Gus Van Sant, mentre nel 2002, ormai ventenne, conquista finalmente un ruolo da protagonista nell'inquietante thriller di Jaume Balaguerò, Darkness, in cui compare in una parte secondaria anche il nostro Giancarlo Giannini. Torna poi a rivestire il ruolo di Rogue in X-Men 2, e fa parte del cast de La 25ma ora di Spike Lee, al fianco di Edward Norton, Philip Seymour Hoffman e Rosario Dawson.


Rebecca Romjin

Nata a Berkeley in California il 6 novembre 1972, Rebecca Romijn-Stamos è figlia di un fabbricante di mobili e di un'insegnante di inglese, entrambi di origini olandesi. Dopo il liceo a Berkeley, ha studiato musica a Santa Cruz e poi ha iniziato a lavorare come modella, conquistando in poco tempo le copertine di 'GQ', 'Sport Illustrated', 'Elle Magazine' e molte altre riviste. Prima di esordire sul grande schermo con la commedia demenziale Austin Powers - La spia che ci provava (1999), Rebecca ha preso parte ad alcune celebri serie tv, tra cui la notissima 'Friends'. Il successo però è arrivato per lei grazie al ruolo di Mistica nel film X-men (2000) di Bryan Singer, poi l'attrice ha conquistato la sua prima parte da protagonista affiancando Antonio Banderas nell'inquietante Femme Fatale (2000) di Brian De Palma e infine ha vestito i panni di Aurora, con tanto di parrucca nera e cicatrice sul volto, nel vertiginoso Rollerball (2001) di John Mc Tiernan. Nel 2001 è anche comparsa in un breve cameo al fianco di Al Pacino e Wynona Ryder in S1MONE, diretto da Andrew Niccol.
E' stata sposata dal 1998 con il musicista e attore John Stamos, da cui ha poi divorziato. Rebecca ha un segno particolare: un tatuaggio sulla caviglia, con le iniziali dei nomi dei suoi tre più cari amici.


Ellen Page

Nata il 21 Febbraio 1987 a Halifax, in Nuova Scozia (Canada), Ellen Phillpots-Page inizia a recitare all'età di 10 anni, comparendo nel film per la Tv Pit Pony, che poi diviene una serie televisiva e che durerà fino al 1999. In seguito, la brava Ellen compare nel 2002 all'interno del serial di successo Trailer Park Boys (ancora in onda in Canada) nel ruolo di Treena Lahey, per poi prendere parte a numerosi film per la televisione e a pellicole indipendenti, fino ad Hard Candy, diretto da David Slade, che ottiene un grandissimo successo in patria e a numerosi festival, facendola notare dal regista Brett Ratner, che la chiama per il ruolo di Kitty Pryde in X-Men: Il conflitto finale.


Shawn Ashmore

Nato il 7 Ottobre 1979 a Richmond, nella Columbia Britannica (Canada) appena 3 minuti dopo il suo fratello gemello Aaron, Shawn Robert Ashmore inizia a recitare già a 10 anni, comparendo in numerosi serial canadesi, tra cui Katts & Dogs, trasmesso anche nel nostro paese, e in molti film realizzati per la televisione, tra cui Guitarman (1994), che gli fa guadagnare una nomination ai Gemini Award. Da questo momento in poi, per Shawn è un susseguirsi di apparizioni in numerosi serial, fino al suo approdo sul set di X-Men (2000) dove interpreta il ruolo di Bobby Drake, in quello che è un piccolo cameo che piace così tanto al regista Bryan Singer da convincerlo a richiamarlo in X-Men 2, dove ottiene , sempre con lo stesso personaggio, un ruolo più importante che gli da grande notorietà. Nel frattempo compare anche in due episodi del serial Smallville e in altri film per il grande schermo, da noi ancora inediti. Attualmente sta girando Solstice.


Ben Foster

Nato il 29 Ottobre 1980 a Boston, nel Massachuttes, Ben Foster si è poi trasferito a Fairfield, nell'Iowa con i genitori, dove ha scoperto la sua vocazione per la recitazione dopo aver interpretato un piccolo ruolo nella commedia scolastica "You're a good man, Charlie Brown". Ragazzino prodigio, ha scritto, diretto e interpretato uno spettacolo da lui ideato all'età di 12 anni. A 14 si è iscritto alla Interlochen Theaters Arts Summer Program, dove ha intrapreso un corso estivo di recitazione che lo ha portato all'età di 16 anni nella città di Los Angeles, dove viene scelto per prendere parte alla show televisivo della Disney Flash Forward, in cui due amici narrano gli alti e bassi in un liceo.
Debutta poi sullo schermo con un piccolo ruolo nel film indipendente Kounterfeit, e dopo alcune apparizioni televisive e teatrali affianca Joe Mantegna e il futuro premio Oscar Adrien Brody nel film Liberty Heights (1999), mentre nel 2001 ottiene il suo primo vero ruolo di spicco nella commedia Get Over It accanto a Kirsten Dunst per poi comparire in alcuni episodi del serial Boston Public, nel film The Punisher dove interpreta Spacker Dave, per poi raggiungere la notorietà con il serial Six Feet Under nel ruolo di Russell Corwin.


Kelsey Grammer

Nato il 21 Febbraio 1955 a St. Thomas, nelle Isole Vergini, Allen Kelsey Grammer è stato cresciuto dalla madre e dal nonno paterno prima in New Jersey e poi in Florida. In seguito alla morte del nonno, ha intrapreso la carriera di attore, interpretando alcune commedie di Shakespeare in teatro e spendendo due anni della sua vita all'interno della facoltosa Juilliard School. Ha poi preso parte a numerosi tour teatrali regionali fino alla sua entrata nel cast del telefilm Cheers che gli ha regalato la notorietà, facendogli vincere numerosi premi, tra cui tre Emmy Award. E' poi stato protagonista del telefilm Frasier che ha cementato la sua popolarità e la sua simpatia presso il grande pubblico.


James Marsden

Nato il 18 Settembre 1973 a StillWater, Oklahoma, James Paul Marsden ha intrapreso la carriera di attore nel 1991, dopoa ver incontrato l'attore Kirk Cameron a Los Angeles, iniziando una lunga gavetta che lo ha visto comparire in numerosi serial televisivi come Blossom, Party of five per poi iniziare a farsi notare con film come Gossip e Generazione perfetta. Nel 2000 raggiunge la notorietà con il ruolo di Scott Summers/Ciclope in X-Men di Bryan Singer, ruolo che riprenderà nel 2003, mentre nel frattempo appare in altri film degni di nota come Le pagine della nostra vita. Dal 2000 è sposato con Lisa Linde, da cui ha avuto due figli.


Aaron Stanford

Nato il 27 Dicembre 1976 a Westford, nel Massachusettes, Aaron Stanford ha debuttato in teatro nel 1995 in Equus, una produzione diretta da Michael Towers per la locale Roudenbush Community Center. Non interessato a frequentare la scuola di recitazione di Westford, continua a recitare in produzioni scolastiche, finché non viene notato e contatto per il ruolo del protagonista Oscar in Tadpole (1999), che lo vede debuttare sul grande schermo al fianco di Sigourney Weaver. Un esordio illuminante, che lo porta poi ad apparire in un ruolo ne La 25ma ora di Spike Lee. Notato da Bryan Singer, ottiene il ruolo di Pyro in X-Men 2, e rapidamente inizia a farsi conoscere con numerosi film tra cui il recente Le colline hanno gli occhi, remake di un classico horror.


Vinnie Jones

Nato il 5 gennaio del 1965 a Watford, Hertfordshire, (Inghilterra) Vincent Peter, in arte Vinnie Jones, sin da piccolo rivela la sua grande passione per il calcio. Nel giro di pochi anni questa lo porta a militare nella English Football League come calciatore professionista. Grazie al suo carattere estremamente irruento, che culmina in episodi celeberrimi come la foto che lo immortala mentre “marca” Paul Gascoigne del Newcastle afferrandolo violentemente per i testicoli, si mette rapidamente in luce come uno dei giocatori più duri del campionato inglese. Nel corso della sua carriera Jones indossa le maglie dei club più prestigiosi come Wimbledon, Leeds United, Sheffield United, Chelsea, Queens Park Rangers, di cui è anche allenatore, e quella del Galles giocando ben 384 partite, segnando 33 goal e venendo espulso un’infinità di volte (non a caso detiene anche il record per l’espulsione più rapida di un calciatore professionista: 3 secondi).
Il suo esordio nel cinema è datato 1998 quando viene scelto dal regista Guy Ritchie per interpretare la commedia nera Lock and Stock – Due Pazzi Scatenatiambientata nel mondo della malavita inglese. Nel 2000 approda ad Hollywood comparendo in un ruolo secondario al fianco di Nicolas Cage nell’adrenalinico Fuori in 60 Secondi e subito dopo viene nuovamente chiamato da Ritchie per interpretare The Snatch – Lo Strappo commedia a sfondo picaresco che schiera in campo divi come Jason Statham, Brad Pitt e Benicio del Toro e ruota attorno a traffici di gangster russi, ladri imbranati e zingari organizzatori di violenti incontri clandestini di boxe. L’anno seguente Jones è nuovamente coprotagonista di una produzione hollywoodiana ad alto budget, l’action Codice: Swordfish con le superstar John Travolta , qui nei panni di un agente federale intenzionato a mettere a segno il colpo del secolo, e Hugh Jackman. L’attività dell’attore continua alternando produzioni americane con pellicole girate in madre patria sino al 2004, anno che, complice il carattere rude e la notevole presenza fisica, segna la sua definitiva affermazione nel panorama del cinema d’azione hollywoodiano. Il regista Anthony Hickox lo sceglie per interpretare lo spettacolare Blast che lo vede nei panni dello spietato Michael Kittredge, leader di un gruppo di terroristi super addestrati che assediano una piattaforma petrolifera al largo delle coste della California. In seguito Jones è protagonista al fianco del leggendario Steven Seagal di un altro film d’azione sempre diretto da Hickox dal titolo Submerged, dove ha anche modo di cimentarsi in ottime scene di combattimento.
Dal 1994 è sposato felicemente con Tanya Terry ed ha due figli: Aaron e Kayley. Nonostante questo però il turbolento ex calciatore inglese non pare aver messo la testa a posto: basti infatti pensare che è stato bandito a vita dai voli della Virgin Atlantic per aver scatenato una rissa a bordo di un aereo per Tokyo.





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Carlo Coratelli
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