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Speciale Movie Comics: Presentazione del film V per Vendetta




SPECIALE MOVIE COMICS: PRESENTAZIONE DEL FILM V PER VENDETTA


Tratto dal capolavoro di Alan Moore e David Lloyd, arriva sul grande schermo la visione di un futuro angosciante ma sempre più vicino, in una pellicola dalle tinte forti che sta già facendo discutere e che, interpretata da Hugo Weaving e Natalie Portman, non farà più dimenticare il 5 novembre. La sceneggiatura è dei fratelli Wachowski, la regia dell'esordiente James McTeigue.

W come Wachovski

Lo scorso anno, con l'uscita nelle sale del Sin City diretto da Robert Rodriguez e Frank Miller, per gli adattamenti cinematografici basati sui fumetti si è aperto un nuovo capitolo. Per la prima volta il grande schermo ha iniziato ad essere non più monopolizzato solo dai supereroi Marvel e Dc (quasi sempre campioni del box office), ma ha portato gli spettatori a volgere la loro attenzione su opere meno conosciute da chi abitualmente non frequenta l'ambito fumettistico, ma che sono da anni, per i cultori del genere, delle vere e proprie pietre miliari.
Anche se arriva sugli schermi cinematografici dopo l'opera di Miller, V for Vendetta è ormai da oltre vent’anni in cima alla lista dei capolavori assoluti del medium fumetto.
Ma come sempre, portare sul grande schermo un opera tratta da un fumetto non era facile, e ancora più difficile era farlo con una graphic novel di tale complessità e fascino narrativo come quella realizzata da Alan Moore e David Lloyd. Con V for Vendetta, infatti, non era possibile da parte dei produttori usare la stessa superficialità che negli anni passati aveva portato all'uscita di altre due pellicole tratte dai fumetti dell'autore britannico (From Hell - la vera storia di Jack lo squartatore (2001) e il catastrofico La leggenda degli uomini straordinari).
A preoccupare gli appassionati però non era solo la pochezza con cui Hollywood affrontava la realizzazione di certe pellicole, ma anche e soprattutto la scelta poco oculata riguardo i registi e i cast di attori, tutti ritenuti - salvo per il caso di Johnny Deep in From Hell – poco all'altezza nel riportare sul grande schermo le atmosfere e la forza dei fumetti di Moore. E per V for Vendetta l'ambiente di oppressione, di morte e anche di speranza era qualcosa che andava fatto sentire all'animo dello spettatore.
Pronta a combattere la sfiducia dei fans e a voler fare di V for Vendetta un nuovo punto di riferimento per i fumetti al cinema, nell'autunno del 2004 la Warner Bros. annuncia che i fratelli Wachowski, creatori della trilogia di Matrix, scriveranno la sceneggiatura della pellicola. Dietro la macchina da presa ci sarà l'esordiente James McTeigue, (valido aiuto regista di George Lucas in Star Wars Episodio 2), supportato alla produzione dalla Village Roadshow di Joel Silver, già macchina finanziaria dietro grandi successi come Predator e Arma Letale.
Una squadra creativa a cui mancavano solo i volti dei protagonisti della storia: quelli della giovane, dolce Evey Hammond, e soprattutto quello, nascosto, di V.


Weaving e Portman

Come sempre in questi casi, prima ancora che la pellicola venisse messa in produzione, l’attenzione degli appassionati si è raccolta attorno ai nomi degli attori coinvolti.
La prima scelta, annunciata dalla Warner il 15 Ottobre 2004, è stata quella di Natalie Portman, ormai libera dal peso della nuova trilogia di Star Wars.
La venticinquenne attrice ha saputo dare in questi ultimi anni una valida prova delle sue qualità interpretative in pellicole come e Closet. Un talento, il suo, che le ha permesso fin da subito di essere la sola e unica scelta per ricoprire il ruolo di Evey Hammond, la dolce ragazza salvata da V, testimone della rivoluzione di un solo uomo e in seguito continuatrice di un sogno. Come ha dichiarato la stessa Portman: "Evey è una donna che subisce una trasformazione. Inizialmente è molto passiva e accetta le decisioni dei politici senza battere ciglio, ma poi diventa una voce molto attiva. E’ proprio questa trasformazione il punto di interesse fondamentale che mi ha convinto a fare questo film". Una trasformazione non solo psicologica ma anche fisica, che ha portato l'attrice a radersi completamente i capelli, e che lei stessa descrive come la "trasformazione interiore del personaggio all'interno della pellicola".
Alla Portman viene ben presto affiancato l'attore James Purefoy, che però sarà immediatamente sostituito da Hugo Weaving, volto noto ai fratelli Wachowski e agli spettatori come l'agente Smith nella serie di Matrix, ma anche figura di eterea saggezza nel ruolo di Elrond nella pluripremiata saga del Signore degli anelli. A lui McTeigue e i Wachowski guardano per incarnare sul grande schermo l’enigmatica ed eccentrica figura di V, a cui l'attore ha cercato, riuscendovi, di dare una personalità, nonostante per la quasi totalità del film il suo volto sia coperto da una maschera. "Interpretare un personaggio con una maschera è per un attore una specie di esercizio tecnico - ha detto Weaving - ma a poco a poco la cosa si è fatta interessante. In questo caso sono i gesti, i piccoli movimenti, o certi accenti che metto nelle parole a dare vita alla maschera, dandole alla fine un’interpretazione. Sicuramente non è stato facile, faceva molto caldo e sentivo come ci fosse quasi una barriera tra me e gli altri attori. Però, come viene detto nel film, ‘Sotto la maschera non c'è solo carne, sotto la maschera c'è un'ideale’. E quando non si vede il viso di un attore si è quasi costretti a prestare maggiore attenzione a quello che dice, e per me questo era l'aspetto fondamentale".
E interpretare - nel senso di comprendere – V, è invece lo scopo principale di Finch, interpretato da Stephen Rea, attore di punta del cinema britannico, visto in pellicole quali Michael Collins. Un personaggio dalla coscienza critica, che vive con distacco il suo ruolo di poliziotto, al servizio del dittatore Adam Sutler, interpretato da John Hurt, a cui si affiancano altri caratteristi degni di nota come Stephen Fry e Sinead Cusack, quest'ultima nel ruolo della dottoressa Delia Surridge, personaggio tra i più tormentati nell'opera di Moore.


Terrorismo e Vendetta

A concentrare ancora di più l'attenzione dei mass media su questa pellicola, è certamente il significato politico che essa racchiude. Un significato che porterà quasi certamente lo spettatore ad individuare nella sceneggiatura alcuni concetti chiave del mondo del XI secolo come il terrorismo e la questione della democrazia. Interpellata sulla questione la protagonista Natalie Portman ha però glissato, dando del film un interpretazione più generale. "Non credo che il film voglia dare un vero messaggio. I Wachowsky hanno creato una storia complicata ambientata in un tempo e in un luogo non definito, una sorta di futuro immaginario. Secondo me la forma d'arte più alta non è certo il monologo, ma la possibilità di dialogare con le persone. Il pubblico poi può interpretarlo come vuole e cogliere ciò che meglio crede. Qualcuno ha visto il film e poi ha detto: ricorda il governo di Hitler, qualcun altro ha pensato all'Apartheid, altri lo vedono e dicono: 'oh ma è chiaro che si riferisce all'Iraq e agli Stati Uniti'. Cosa che non è... Tutto dipende da chi sei tu, da dove vieni, dal contesto dal quale provieni e soprattutto da ciò in cui credi".
Ad avvicinare così tanto V for Vendetta alla realtà è stata poi la coincidenza, angosciante, con gli attentati di Londra del Luglio scorso, che per un certo periodo hanno gettato un'ombra sulla pellicola diretta da James McTeigue. "Che ci crediate o no abbiamo finito di girare prima degli attentati a Londra, e per di più tutto il film, se non per le riprese del Parlamento londinese, sono state girate qui a Berlino. E' quindi solo un caso che l'argomento trattato nella graphic novel si sia poi tristemente avvicinato alla realtà dei fatti. D'altronde è solo un film" ha dichiarato il regista, che ha tenuto a sottolineare come la pellicola puntasse a denunciare non solo il pericolo dell'estremismo e della violenza, ma anche temi come la repressione politica in nome della sicurezza, e il controllo a cui sono soggetti i cittadini anche in tempi non sospetti.


Il distacco di Moore

Se la produzione ha fatto di tutto per essere il più fedele possibile alla graphic novel di Alan Moore, l'interesse di quest'ultimo nei confronti dell'adattamento cinematografico è stato nullo fin dall'inizio. Come già accaduto con le precedenti pellicole, Moore ha rifiutato ogni commento sulla lavorazione, rinunciando - stando a quanto detto un anno fa dal sito Mymovies.net - persino di parlare con Larry Wachowski, il quale avrebbe tentato di convincere lo scrittore a supervisionare personalmente il progetto. Una polemica che negli ultimi mesi ha coinvolto anche il famoso sito Aicn di Harry Knowles, il quale, dopo aver visionato il film alla "Butt-Numb-a-Thon" (una sorta di rassegna di anteprime legata al sito) ha violentemente attaccato Moore definendolo addirittura una puttana per aver osteggiato quello che, a detta di Knowles, è uno dei migliori adattamenti tratti da un fumetto. Dichiarazioni pesanti a cui Moore non ha reagito, anche se indirettamente, proprio pochi giorni fa, in un’intervista rilasciata al quotidiano Usa New York Times, lo scrittore ha nuovamente detto di non volere avere niente a che fare con questo film e con chiunque lo abbia promosso, anche per via delle alterazioni subite nel lungometraggio da alcuni personaggi come Evey e da alcune sequenze, soprattutto nella parte finale.
Tutt'altro attaggiamento invece da parte di David Lloyd, che ha sostenuto il progetto della Warner fin dall'inizio: "Non ho mai pensato a V for vendetta solamente come a un fumetto. Ho sempre pensato potesse trasmettere la sua idea anche ad altre forme di media, come in questo caso il cinema, sono certo che gli elementi e la chiave del messaggio sia lo stesso di vent’anni fa, e che la gente lo percepisca, da questo punto di vista sono fiducioso".
Alla fine, a giudicare saranno, come sempre, gli spettatori.




IL CAST E GLI AUTORI:

Hugo Weaving

Hugo Wallace Weaving nasce il 4 Aprile 1960 in Nigeria, in quanto il padre per impegni professionali è costretto a numerosi spostamenti. Quando Hugo ha solo un anno, la famiglia si trasferisce in Sud Africa. Negli anni Settanta i genitori lasciano il continente africano e tornano in Inghilterra dove Hugo si iscrive alla Queen Elisabeth Hospital School di Bristol. Nel 1976 si stabilisce definitivamente in Australia dove termina gli studi laureandosi al National Institute of Dramatic Arts nel 1981. Appare per la prima volta sul grande schermo nel film australiano a basso costo The city's edge (1983). Nel 1984 sposa Katrina Greenwood, la quale gli darà due figli, Harry nel 1989 e Holly cinque anni più tardi. Dopo una serie di interpretazioni poco rilevanti, si dedica alla televisione: nel 1988 ha un ruolo fisso nella sit-com della CBS Dadah is Death a fianco di Julie Christie e Sarah-Jessica Parker. Ritornato al cinema, nel 1991 ottiene il premio AFI (Australian Film Institute) come migliore attore protagonista nel film Istantanee. Tre anni dopo ottiene una nomination dell'AFI come migliore attore per Priscilla la regina del deserto in cui interpreta la drag queen Tick.. Il film fa conoscere l'attore anche oltre i confini dell'Australia. Con The Interview (1998) ottiene il premio AFI per la seconda volta. Nel 1995 dà la voce nell'edizione originale al cane pastore Rex nel film Babe maialino coraggioso e nel sequel Babe va in città. Si afferma nel cinema internazionale solo dal 1999, anno in cui accanto a Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss dà vita all'Agente Smith, il "cattivo" di Matrix personaggio che interpreta nel 2003 anche in Matrix Revolution e Matrix Reloaded. La notorietà è ancora aumentata con l'interpretazione di Elrond in Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello (2001) e negli episodi successivi Le Due Torri (2002) e Il Ritorno del Re (2003).

Natalie Portman

Natalie Hershlag (in arte Portman) nasce a Gerusalemme (Israele) il 9 Giugno 1981. Figlia unica di un ginecologo e di una casalinga con l'hobby dell'arte, a soli tre anni si trasferisce negli Stati Uniti dove gira diverse città americane prima di stabilirsi a New York. Studentessa modello, si diploma con successo alla Syosset High School di Long Island e in seguito si iscrive alla facoltà di psicologia di Harvard. Ha studiato danza fin da piccola e a soli undici anni è stata scoperta da un'agenzia di modelle, ma non essendo interessata a quella carriera ha frequentato i corsi dello Stagedoor Manor Performing Arts Camp per specializzarsi nella recitazione. Nel 1994 ha debuttato sul grande schermo nel film Léon di Luc Besson, e in seguito ha selezionato accuratamente le proposte cinematografiche,. Ha detto no a ruoli come quello di Lolita nell'omonimo film di Adrian Lyne, di Giulietta in Romeo + Giulietta di Baz Luhrmnan e quello di Wendy in La tempesta di ghiaccio di Ang Lee, che erano in contrasto con i suoi principi morali. Ha dovuto così attendere il 1999 per ottenere nuovamente parti da protagonista. In quell'anno è accanto a Susan Sarandon nel film La mia adorabile nemica di Wayne Wang, ma soprattutto è la principessa Amidala nel primo episodio della saga di Guerre Stellari diretta da George Lucas. Ha vinto il Golden Globe Awards del 2005 come migliore attrice non protagonista per la sua interpretazione in Closet del regista Mike Nichols. Sin dai suoi esordi ha deciso di adottare il cognome da nubile della nonna, prima per paura di screditare il cognome di famiglia con una brutta prestazione sullo schermo e in seguito per preservare la sua privacy. E' vegetariana dall'età di otto anni e ha fatto questa scelta dopo aver assistito a una operazione al laser su una gallina durante una conferenza a cui era andata con il papà. Oltre alla lingua inglese, conosce l'ebraico, il francese e il giapponese.

Stephen Rea

Nato il 31 Settembre 1946 a Belfast (Irlanda del Nord), Stephen inizia la sua carriera come attore di teatro, e tra gli anni '70 e '80 ha lavorato anche in produzioni cinematografiche e televisive. Debutta sul grande schermo con una piccola parte nella pellicola di Neil Jordan Angelo (1982), e sempre con Jordan ha lavorato nei film La compagnia dei Lupi (1984), Dolce è la vita (1991), La moglie del soldato (1992), Intervista con vampiro (1994) e Michael Collins (1996) accanto a Julia Roberts e Liamo Neeson. Nel 1998 è nel film The Butcher boy e nel 1999 è nella pellicola Fine di una storia, entrambi di Jordan. Nel 2002 viene scelto da William Malone per interpretare il film Paura.com e nel 2003 è protagonista del film Bloom di Sean Walsh, presentato al Taormina BNL Film Festival 2003.

Stephen Fry

Nato il 24 Agosto 1957 a Hampstead (Inghilterra) e cresciuto a Norfolk, Stephen Fry si diploma e dopo aver passato tre mesi nel carcere di Pucklechurch per frode, nel 1979 si iscrive all'Università di Cambridge. Qui conosce Emma Thompson, Tony Slattery, Martin Bergmann e Hugh Laurie, con cui instaura un forte legame e con cui girerà alcuni importanti film. Debutta come attore nel 1982 con la serie tv Cambridge Footlights Revue, ed alterna interpretazioni per il piccolo schermo con film per il cinema.
Nel 1988 interpreta una piccola parte nel film di Charles Crichton Un pesce di nome wanda (1988), e nel 1992 è accanto a Hugh Laurie nella commedia Gli amici di Peter.
Nella metà degli anni Novanta interpreta Genio per Amore (1994), Il Vento nei Salici (1996), Spice Girls - il Film (1997) e Wilde (1998) con cui ottiene molti apprezzamenti sia dalla critica che dal grande pubblico. Nel 2000 lavora nelle pellicole Best e Londinium.
Nel 2001 torna di nuovo al successo con Gosford Park di Robert Altman accanto a Jeremy Northam, Kristin Scott Thomas e Emily Watson. Ultimamente ha lavorato nella commedia Tu chiamami Peter (2004), al fianco di Geoffrey Rush.

Andy e Larry Wachowski

Andy Wachowski è nato il 29 Dicembre 1967 a Chicago (Illinois) mentre il fratello Larry è nato il 21 Giugno 1965, sempre a Chicago.
Di entrambi si sa pochissimo, in quanto non concedono un’intervista pubblica dal 1999.
Hanno esordito alla regia scrivendo e dirigendo Bound - Torbido inganno (1996), seguito nel 1998 da Matrix, prima puntata della trilogia del thriller d’azione futuristico che sarà poi conclusa con Matrix Reloaded (2003), e Matrix Revolutions (2004).

James McTeigue

James McTeigue è stato aiuto regista in molti film realizzati tra gli anni '90 e 2000, tra questi sono da segnalare Paradise Road, Dark City, la trilogia di Matrix, e gli ultimi due capitoli di Star Wars. V for Vendetta segna il suo esordio alla regia.





Movie Comics, la più longeva rubrica di Comicus.it, con notizie, gossip, anteprime, dai set sparsi per il mondo dove vengono girati i film e i telefilm tratti dai fumetti.




Carlo Coratelli
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