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Movie Comics Special: Catwoman

In attesa del Batman di Nolan, arriva nei cinema italiani la donna gatto più famosa dei fumetti in una nuova e inedita versione con protagonista il premio Oscar Halle Berry, che dopo essere stata la mutante Tempesta, indossa il costume di Catwoman per graffiare il grande schermo… ci riuscirà?

Arriva Catwoman…

Dodici anni fa, gli spettatori di tutto il mondo rimasero affascinati da una donna che con sensualità e aggressività felina sfidava e seduceva Batman sui tetti di Gotham City. Quella donna era una bellissima Michelle Pfeiffer, il film in questione era “Batman Returns”, e il personaggio che dava filo da torcere all’uomo pipistrello era Catwoman.
Da allora, visto il successo che la nemesi felina di Batman riscosse, grazie anche alla magnifica interpretazione della Pfeiffer, che ne tratteggiò la figura di una donna disturbata e al tempo stesso simbolo di anarchia e sessualità, nelle teste dei dirigenti della Warner si intrufolò il pensiero di realizzare una pellicola interamente dedicata a Selyna Kyle e al suo alter ego. Un progetto che però, col passare degli anni, in seguito ai disastri al botteghino che coinvolsero i successivi film sull’eroe di Gotham e anche per le eccessive richieste della stessa Pfeiffer (che per tornare a indossare il costume di Catwoman chiedeva un cachet di 7 milioni di dollari) naufragò nel limbo di Hollywood.
Nel 2002 però, la major, sull’onda dei numerosi adattamenti cinematografici di fumetti che hanno invaso il grande schermo negli ultimi anni, decide di ritirare fuori dal cassetto il progetto sulla donna gatto, prima chiamando lo scrittore John Rogers per realizzare la sceneggiatura (affiancato poi da John D. Brancato e Michael Ferris), e in seguito affidando al regista francese Pitof (“Vidocq”) noto per il suo stile iper-moderno, il compito di dirigere la pellicola sulla celebre bellezza felina. Una bellezza felina che nell’estate del 2002 sembra trovare nell’attrice Ashley Judd il volto che avrebbe riportato sul grande schermo le fattezze di Catwoman. La Judd infatti firma ufficialmente per il ruolo e si prepara alla parte rilasciando dichiarazioni circa quello che sarà il suo approccio verso il personaggio, frasi che finiscono improvvisamente nel vuoto quando, nel febbraio del 2003, iniziano a circolare strane e insistenti voci che gettano un ombra di confusione sulla pellicola. La rivista Hollywood Reporter infatti indica che le attrici Nicole Kidman e Halle Berry sono entrambe interessate al ruolo della donna gatto, aumentando così la confusione sul reale status del film.
Il mese dopo il mistero viene chiarito, Ashley Judd rinuncia al ruolo per recitare a teatro in un altro famoso titolo dai tratti felini (“La gatta sul tetto che scotta” di Tennesse Williams) e Halle Berry ottiene la parte tra le polemiche furibonde degli appassionati, i quali contestano fortemente la scelta, soprattutto per il difficile accostamento tra la Selyna Kyle dei fumetti e il premio Oscar, cosa questa a cui la Warner Bros. non risponde anche perché i fan hanno pienamente ragione… il film non parlerà di Selyna Kyle.
Nel frattempo, al cast si aggiungono Benjamin Bratt nel ruolo del detective Tom Lone e una rediviva Sharon Stone in quello della cattiva di turno, ossia la perfida Laurel Hedare, affiancata da Lambert Wilson in quello del marito George. Ma andiamo a vedere chi è la nuova gatta in città.

Una nuova donna gatto

Gli appassionati DC fin da subito non hanno gradito la cosa e, mentre la lavorazione continuava in quel di Vancouver, i fan si mobilitavano in massa su internet arrivando addirittura ad aprire una sottoscrizione di firme per chiedere la cessazione immediata delle riprese e la riscrittura totale della sceneggiatura, in virtù di uno script il più fedele possibile alla continuity del personaggio. Erano contrariati dalla sostizuzione di Selyna Kyle con un personaggio che a detta loro non aveva alcun punto di contatto con la vera Catwoman, e le polemiche aumentarono ancora dopo la diffusione via internet delle prime immagini della Berry con indosso il costume da donna gatto.
La sceneggiatura del trio Rogers/Brancato/Ferris, infatti, sottolinea subito una cosa che diventa chiara a tutti: la pellicola sarà uno spin-off solo di nome, in quanto la protagonista, come molti erroneamente si aspettavano, non è la famosa Selina Kyle ma la sconosciuta Patience Philips, ultima di una serie di donne gatto che si sono susseguite nel corso dei secoli (cosa questa che marca fortemente le differenze con il prototipo fumettistico e che sposta il personaggio in una direzione molto più mistica e meno oscura, senza alcun riferimento alla Gotham City dei fumetti, nonostante durante le riprese si sia sparsa una indiscrezione che indicava all’interno di un dialogo del film, una piccola citazione di Bruce Wayne, cosa che però non è avvenuta).
Non è però molto differente l’origine di questa bellezza felina: la storia della pellicola narra della timida artista e designer Patience Philips, anonima impiegata della Hedare Beauty, un azienda di cosmetici di proprietà dei perfidi coniugi George e Laurel Hedare, la quale un bel giorno, proprio come la Selina di “Batman Returns”, ficca il naso dove non dovrebbe, scoprendo un terribile segreto riguardante un prodotto dell’azienda in cui lavora, e venendo per questo apparentemente uccisa da alcuni killer. Ma i killer non hanno fatto i conti con le strane vicende del destino: Patience viene resuscitata da alcuni gatti, e rinasce dotata della forza, dell’agilità e delle percezioni di cui sono dotati i felini, oltre che di un nuovo carattere, che non solo la trasforma in una persona diversa dalla timida impiegata che era, ma ne rafforza la voglia di libertà e, soprattutto, costruisce una sottile lotta tra il bene e il male, due emozioni sempre in equilibrio all’interno della personalità di Patience e del suo nuovo alter ego.
E’ in questo contesto che entrano all’interno della storia due personaggi che faranno da ago della bilancia non solo per il futuro della nuova donna gatto, ma anche e soprattutto per il presente della giovane Patience: il primo è Ophelia Powers (L’attrice Frances Conroy di “Six feet Under”), una donna misteriosamente a conoscenza della nuova doppia vita della giovane e dei suoi poteri e che la aiuterà non solo a saperli utilizzare, ma soprattutto in quale direzione. La seconda figura chiave è incarnata dal Detective Tom Lone, attratto dalla bella Patience, con cui inizia a costruire una relazione, ma al tempo stesso incuriosito dalle vicende che ruotano intorno alle apparizioni della misteriosa e affascinante Catwoman, su cui indaga per via di alcuni crimini che la indicano come responsabile.
In questo intricato quadro, Patience/Catwoman affronterà non solo il suo destino, ma anche il senso di vendetta che la attanaglia e che vede in Laurel Hedare e suo marito, intenti a portare sul mercato un prodotto cosmetico rivoluzionario che al tempo stesso nasconde un terribile segreto, quello stesso segreto che ha portato alla rinascita di Patience e alla sua nuova vita come Catwoman.

Il regista

Pitof


Regista, supervisore agli effetti speciali, montatore e musicista. Pitof (pseudonimo di Jean-Christophe Comar) ha iniziato la carriera nel 1979 come aiuto regista e montatore di documentari, spot pubblicitari e lungometraggi. Considerato un vero e proprio pioniere dell'immagine digitale sotto la Torre Eiffel, ha cominciato ad interessarsi di effetti speciali nel 1986 collaborando a numerosi spot e video con Lars Von Trier, Jean-Marie Poiré, Alain Chabat, Wim Wenders e Jean-Paul Saulieu (con il quale ha vinto il premio 'Spotitalia' 1995 per il miglior uso di effetti speciali nello spot del 'Mulino Bianco'). Per gran parte degli anni '90 ha lavorato nel cinema come supervisore agli effetti speciali con, fra gli altri, Bertrand Tavernier, Mathieu Kassovitz, Luc Besson e Claude Zidi. In questi anni Pitof ha ideato e realizzato un software per computer in grado di generare effetti speciali digitali per lungometraggi con una multi-risoluzione. Ha esordito alla regia di lungometraggi cinematografici con 'Vidocq' (2001) dopo aver, in precedenza, diretto e montato diversi spot pubblicitari. Nel 1997 ha lavorato come regista della seconda unità in 'Alien - La clonazione'.

Il Cast

Halle Berry


Halle Maria Berry è nata a Cleveland, Ohio, il 14 agosto 1968 ed è cresciuta, dopo il divorzio dei suoi genitori, con la madre Judith, un'infermiera psichiatrica, e con la sorella maggiore Heidi.
Figlia di un afroamericano, ma cresciuta in un quartiere abitato quasi esclusivamente da bianchi, Halle ha sofferto molto durante l'infanzia per colpa dei pregiudizi razziali ed ha reagito dedicandosi con grande impegno allo studio, rivelandosi una studentessa brillante durante il liceo.
Dopo aver vinto nel 1985 il titolo di Miss Teen Ohio, la Berry ha partecipato a Miss Usa e a Miss Mondo, poi ha frequentato il Cuyahoga Community College di Cleveland per studiare giornalismo radiotelevisivo, ma dopo un'esperienza come reporter per un'emittente locale, ha deciso di accettare un lavoro da indossatrice a Chicago.
Nel 1989 ha ottenuto un ruolo fisso nella sitcom 'Living Dolls' e due anni dopo ha fatto il suo esordio cinematografico nel film di Spike Lee “Jungle Fever” (1991) con Wesley Snipes.
Poi ha interpretato il personaggio di Cory nel thriller di Tony Scott “L'ultimo boyscout” (1991) con Bruce Willis e nel 1992 è apparsa al fianco di Eddie Murphy nella commedia di Reginald Hudlin “Il principe delle donne”.
Nel 1994 la Berry è comparsa con John Goodman e Elizabeth Perkins nel film di Brian Levant I Flintstones e l'anno successivo ha interpretato Khaila Richards in “Lontano da Isaiah” (1995) con Jessica Lange. Dopo un'apparizione nella commedia di “Spike Lee Girl 6 - Sesso in linea” (1996), l'attrice è stata al fianco di Warren Beatty in “Bulworth - Il senatore” (1998) e quindi ha impersonato Ororo Munro/Tempesta in “X-Men” (2000) di Bryan Singer, ruolo che ha poi ripreso in “X-Men 2” (2003).
Alternando il lavoro come modella e testimonial della Revlon alle apparizioni cinematografiche, la Berry nel 2001 è comparsa nel film di Dominic Sena “Codice: Swordfish” (2001) e infine è esplosa grazie alla sua splendida interpretazione della sfortunata Leticia Musgrove nel film “Monster's Ball - L'ombra della vita” (2001), che le ha regalato un meritato premio Oscar (prima attrice di colore ad aggiudicarsi la statuetta come migliore attrice protagonista).
Meravigliosa bond girl al fianco dell'affascinante Pierce Brosnan in “007 La morte può attendere” (2002), Halle Berry, dopo il divorzio dall'attore David Justice, con il quale è stata legata dal 1992 al 1996, ha sposato nel gennaio del 2001 il musicista Eric Bénet, da cui ha divorziato recentemente.

Sharon Stone

Al contrario di molti suoi colleghi, figli di attori, registi e produttori, nati e cresciuti accanto ai teatri di posa di Hollywood, Sharon Stone e nata a Meadville, un paesino della Pennsylvania, il 10 marzo 1958, in una famiglia operaia. Sharon era una bambina straordinariamente intelligente, e a quindici anni ottenne una borsa di studio che le permise di frequentare l'Edinboro State University. Mentre recitava in uno spettacolo messo in scena per una fiera locale, Sharon attirò l'attenzione degli organizzatori di un concorso di bellezza che, dopo averla contattata, decisero che la ragazza non aveva la personalità malleabile di una miss, e le consigliarono di fare l'indossatrice, una professione in cui intelligenza e carattere pare non siano handicap insormontabili. I genitori, dopo un primo momento di perplessità, decisero di appoggiare Sharon, nella speranza che il nuovo lavoro potesse aiutarla ad avere una vita migliore. Certamente il lavoro di modella aiutò la Stone a risolvere molti problemi, quelli economici in primo luogo, ma riuscì anche ad annoiare mortalmente Sharon, che iniziò ad accettare piccole parti in teatro. Nel 1980 Sharon Stone appare (fugacemente) nel film di Woody Allen “Stardust Memories”, e negli anni successivi ottiene piccole parti in un'interminabile serie di pellicole non certo memorabili. Il primo ruolo di un certo rilievo arriva nel 1990, con il film di Paul Verhoeven “Atto di forza”, interpretato da Arnold Schwarzenegger. Due anni dopo Sharon Stone è protagonista, con Michael Douglas, di “Basic Instinct” (1992), che ha contribuito in maniera decisiva alla fama di femme fatale dell'attrice americana. Dopo un diluvio di fidanzamenti e un paio di matrimoni, il 14 febbraio 1998 Sharon Stone ha sposato Phil Bronstein, editore del quotidiano San Francisco Examiner con il quale ha adottato un bambino, Roan Joseph. Dopo una grave emorragia al cervello Sharon Stone ha lottato per tornare in forma, ha divorziato dal marito e ha ricominciato a lavorare quest’anno interpretando il thriller “Oscure presenze a Cold Creek”.

Benjamin Bratt

Benjamin Bratt è nato a San Francisco, California, il 16 dicembre 1963. La madre, Eldy, un'indiana Quechua nata a Lima (Perú) ed emigrata negli Stati Uniti a quattordici anni, ha sposato un operaio siderurgico e ha avuto cinque figli. Dopo il divorzio dal marito, nel 1968, Eldy è diventata un'attivista del movimento dei nativi americani, e nel 1970 ha partecipato all'occupazione dell'isola di Alcatraz. Così Benjamin, il fratello maggiore Peter e le tre sorelle, hanno passato una parte della loro infanzia nella prigione più famosa del mondo.
Alla Lowell High School, Benjamin è più attratto dallo sport che dal teatro, ma il padre, figlio dell'attore George Bratt, lo spinge a partecipare ad uno spettacolo e, dopo il diploma, il ragazzo decide di iscriversi al corso d'arte drammatica dell'University of California, a Santa Barbara.
Terminata la specializzazione all'American Conservatory Theater di San Francisco, Bratt gira alcuni TV movie e diversi episodi dei serial “Knightwatch” e “Nasty Boys”. Spesso interpreta il ruolo del giovane poliziotto Chicano della squadra narcotici, come nel film di Taylor Hackford “Patto di sangue” (1993), di cui è protagonista insieme a Damian Chapa e Jesse Borrego. In seguito è nel cast di “Demolition Man” (1993), con Sylvester Stallone e Sandra Bullock, è il capitano Ramirez nel film di Phillip Noyce “Sotto il segno del pericolo” (1994), con Harrison Ford e Willem Dafoe, ed è a fianco di Meryl Streep in “The River Wild - Il fiume della paura” (1995).
Nel 1995, Bratt sostituisce Chris Noth nella serie televisiva “Law & Order” , ancora una volta in un ruolo da poliziotto, quello del detective Reynaldo 'Rey' Curtis, che in cinque anni lo fa diventare famoso, anche se già prima era noto per essere stato per alcuni anni il fidanzato del premio Oscar Julia Roberts.


Carlo Coratelli
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