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Luis Quiles e Paul Azaceta ospiti a Lucca Comics & Games

  • Pubblicato in News

Apprendiamo dalla pagina Facebook della casa editrice 001 Edizioni che l'artista spagnolo Luis Quiles, molto famoso sul web per la sua stigmatizzazione della società mediante illustrazioni al vetriolo, sarà presente a Lucca Comics & Games 2015, dove promuoverà la sua nuova raccolta di artwork Revolutionary Road. Di seguito il post ufficiale. Ricordiamo che l'autore ha già presenziato al Treviso Comic Book Festival quest'anno, sempre ospite di 001 Edizioni.

LUIS QUILES è il primo grande ospite che 001 porterà a Lucca Comics, Quiles e noi presenteremo il suo nuovo libro Revolutionary Road in una edizione personalizzata per il nostro paese.

Posted by 001 Edizioni on Lunedì 5 ottobre 2015

Sempre sul social, questa volta però dalla pagina ufficiale di Saldapress, apprendiamo la notizia che il disegnatore Paul Azaceta (Outcast) sarà ospite per tutti i giorni della manifestazione in quel di Lucca.

SALDAPRESS A LUCCA COMICS 2015 / 3Pronti?Non vedevamo l'ora di potervelo annunciare.A Lucca potrete incontrare Paul...

Posted by saldaPress on Lunedì 5 ottobre 2015
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Sheltered 1: Prima dell'Apocalisse

Una sperduta località nel nord-ovest degli Stati Uniti d'America. Un villaggio, Safe Haven, in fase di realizzazione. Una comunità di cittadini che non vuole farsi trovare impreparata all'imminente catastrofe che sconvolgerà la Terra. L'ansia e la paura di dover fronteggiare qualcosa di misterioso, devastante, al di fuori della propria portata. La fiducia riposta in chi, forte e convinto delle sue teorie, li condurrà lontani dal pericolo.

La narrativa, come il cinema e i fumetti, è sempre stata attratta da scenari apocalittici. Volendo ristringere il campo agli ultimi decenni tante sono le opere nate sull'onda dell'isterismo scaturito dalla paura del Millennium Bug o della Profezia Maya, in cui eventi naturali o scaturiti da difetti informatici avrebbe fatto collassare la società così come la conosciamo. The Walking Dead, serie creata da Robert Kirkman, è solo l'ultimo esempio di una lunga serie di opere di genere che focalizzano l'attenzione su questi improvvisi cambi di status quo, sugli effetti che questi hanno sui superstiti e sulle nuove dinamiche sociale che si vengono a creare. Edita dalla stessa casa editrice di TWD, la Image Comics, giunge in Italia, grazie alla Saldapress,Sheltered, serie co-realizzata da Ed Brisson e Johnnie Christmas, per i disegni dello stesso Christmas.

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Eccoci dunque a Safe Haven dove decine di famiglie stanno allestendo i propri bunker. Facciamo subito la conoscenza di Victoria e Hailey, due adolescenti del campo, alle prese con le difficoltà di due ragazze costrette a vivere in cattività. Uno alla volta ci vengono introdotti i protagonisti di questo thriller dalle tinte quasi horror, da David, il padre di Victoria, pronto a migliorare la vita della base a Lucas, vero e proprio leader dei ragazzi della comunità. Ma la serenità viene subito spezzata e la causa è tanto inattesa quanto scioccante.

Questo primo volume è pervaso da una sensazione latente di angoscia che corre lungo tutte e 128 pagine. L'abilità principale dei due autori è quella di dotare la trama di una narrazione serrata, ricca di azione e colpi di scena. Non ci sono momenti di pausa o rallentamenti e, considerando che la storia è ambientata in un campo di pochi chilometri quadrati, la cosa evidenzia la bravura in fase di scrittura dei due. Nessuna didascalia viene usata né flashback che ci spieghino come sia nata l'idea del campo o sulla natura della catastrofe che incombe, la scena viene subito catturata dai protagonisti, dalle loro interrelazioni, dalle loro scelte spesso drammatiche. Punti focali e principali poli d'attrazione sono Victoria e Lucas, sebbene la narrazione mantenga un'impostazione corale e ampio sia il cast dei comprimari. Brisson e Christmas, però, sono bravi nel tratteggiare figure dalla riuscita caratterizzazione, ben riconoscibili ed in grado di creare subito empatia con il lettore.

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Come tutta la letteratura di genere dietro questo scenario si nasconde un attacco alla società contemporanea, alle sue fobie ed ipocrisie, oltre che l'esorcizzazione della paura atavica che l'uomo nutre nei confronti della natura, unica vera forza che non è in grado di domare. Dunque, le fobie apocalittiche, l'isteria che scaturisce dall'allarmismo diffuso tramite media e social network, e l'ondata di violenza giovanile con il loro uso scriteriato di armi da fuoco, vengono sublimate in questa serie e ritratte con la faccia di Lucas ed i suoi amici. Le manie di una generazione si palesano innanzi ai nostri occhi e spingono i giovani protagonisti di questo racconto a giocare in maniera troppo leggera con la vita e con la morte.

Al tavolo da disegno Christmas è bravo a restituire quella sensazione di claustrofobia che accompagna la narrazione. Le sue tavole sono dominate da tinte d grigio e di nero, le ambientazioni sono prevalentemente spazi interni angusti e privi di ogni armonia, ed anche quando ci spostiamo all'esterno il paesaggio è privo di connotazione e bellezza. La composizione della tavola è ricca di vignette, e la struttura regolare della tavola si squarcia per far posto al colpo di scena, all'evento drammatico. La cromia plumbea del volume è arricchita dal rosso del sangue, come quello della copertina, che sempre accompagna i momenti salienti dello storytelling.

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Altri due volumi completeranno questa avvincente saga, e il colpo di scena posto in chiusura spalanca scenari ancora misteriosi ed intriganti. Sheltered unisce diversi spunti derivati da altre opere, sia letterarie che cinematografiche, ma si lascia apprezzare per la sua freschezza e per la capacità di tenerci incollati alla lettura della prima all'ultima pagina.

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Guarding The Globe vol.1: Sotto Assedio

Che Robert Kirkman sapesse scrivere di supereroi e superpoteri era chiaro fin dal suo debutto nei primi anni 2000. Grandissimo fan del genere, aveva già riversato nei primi lavori per la Image Comics tutto il suo amore per il fumetto supereroistico, in particolare per quello degli anni '90, il decennio della sua adolescenza, e la perfetta conoscenza e padronanza del mezzo espressivo aveva contraddistinto la sua breve ma significativa esperienza in casa Marvel, con successi istantanei come Marvel Zombies e serie di culto come The Irredeemable Ant-Man. Ma la sua dichiarazione d’amore definitiva nei confronti del genere supereroistico arriva nel 2002, con il lancio della serie Invincible per la Image Comics.

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Invincible è il manifesto per la riscrittura del mito del Supereroe degli anni 2000, serie che pur contenendo tutti i topoi del genere li mescola abilmente con atmosfere da teen-drama per potersi presentare all’attenzione di una nuova generazione di lettori smaliziati. Mark Grayson è il Peter Parker del nuovo millennio, il nerd che diventa eroe e con cui i lettori possono identificarsi. Fin dai primi numeri della serie Kirkman introduce un gran numero di comprimari e di personaggi di contorno, manifestando fin da subito l’intenzione di costruire un proprio universo e una propria continuity con cui giocare a suo piacimento.  È proprio sulle pagine di Invincible, infatti, che fanno la loro prima apparizione i Guardiani del Globo, supergruppo i cui membri rimandano inevitabilmente alle icone della Justice League of America della DC Comics.
 
Il volume è strettamente connesso alla serie di Invincible e in modo particolare al volume 17, con il protagonista impegnato a combattere la sanguinosa Guerra Viltrumita. L’assenza di Invincible dal nostro pianeta, unita alla misteriosa scomparsa di Robot e Monster Girl, costringono l’Agenzia di Difesa Globale ad assemblare un nuovo team. L’idea è quella di costruire una squadra con membri provenienti da ogni parte del Globo, in modo da poter ottenere un riconoscimento internazionale. Il compito viene affidato a Brit, altro pezzo da 90 del Kirkman Universe, che comincia a girare il mondo a caccia di nuove reclute. Facciamo così la conoscenza di nuovi personaggi come il nepalese Yeti, l’americana Knockout, la sudafricana Outrun, l’australiano Kaboomerang, la russa Pegasus, il messicano El Chupacabra, etc.; ai nuovi personaggi si uniscono vecchie conoscenze come BulletProof e Black Samson, l’unico sopravvissuto del vecchio gruppo. Un supergruppo imbattibile e affidabile, almeno sulla carta, ma in realtà Brit dovrà sudare le proverbiali sette camicie per trasformare un’alleanza di sconosciuti in un team affiatato e gestirne le diverse personalità. Purtroppo non avrà molto tempo a sua disposizione, perché sullo sfondo si profila la minaccia di Set, potente e misterioso villain che ha reclutato a sua volta i peggiori criminali della terra in un temibile sindacato del crimine, L’Ordine, che si prepara a procurare non pochi grattacapi ai nostri eroi.

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Nonostante riproponga cliché del fumetto supereroistico a cui il lettore potrebbe essersi assuefatto, Guarding The Globe: Sotto Assedio risulta essere una lettura fresca e piacevole perché riesce a giocare con i luoghi comuni del genere e a presentarli in una veste nuova ed accattivante; il merito va principalmente a Robert Kirkman (qui assistito da Benito Cereno), maestro nell’arte di caratterizzare i personaggi e nel metterne in luce pregi e difetti (la debolezza di El Chupacabra, la “generosità” di Outrun). Non ci troviamo di fronte a paladini senza macchia, ma a persone spesso segnate da vicende personali dolorose: la lezione del supereroe con superproblemi di Stan Lee non è stata dimenticata. I dialoghi che fuoriescono dalla penna magica di Kirkman sono vivaci e scoppiettanti, e arricchiscono i momenti di intimità e di introspezione che sono la carta vincente della serie, più delle inevitabili scazzottate da tipico fumetto di supereroi che comunque non tardano ad arrivare.

Lo script di Kirkman e Cereno è ben supportato dalle matite di Ransom Getty e Kris Anka: Getty costruisce tavole di notevole potenza visiva senza trascurare di caratterizzare il look di ogni singolo personaggio, il suo tratto è una commistione di forza e raffinatezza e ricorda il Tom Raney di Stormwatch. Il tratto di Kris Anka è invece ancora grezzo (la serie risale al 2010/11), ben lontano dalle ottime prove fornite in seguito dall’autore sulle testate degli X-Men per la Marvel.

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SaldaPress presenta il primo ciclo completo di Guarding The Globe in un elegante volume di 160 pagine, arricchito inoltre da un corposo sketchbook commentato dagli autori, segnalandosi per un ottimo rapporto cura editoriale/prezzo.
Un vero must per ogni fan del fumetto di supereroi che si rispetti, e una delle migliori proposte di questa estate.

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Manifest Destiny #2: Amphibia e insecta

Il fascino dell'ignoto ha caratterizzato la storia dell'uomo sin dalla notte dei tempi spingendolo verso l'esplorazione e la ricerca. Nel corso dei millenni, i viaggi alla conquista di nuove terre e pianeti, le scoperte tecnologiche e scientifiche hanno segnato le epoche e reso immortali i loro fautori. William Clark e Meriwether Lewis rientrano in questa prestigiosa categoria, essendo il loro nome legato alla prima spedizione statunitense che raggiunse la costa ovest degli U.S.A. via terra. E il loro viaggio attraverso i territori inesplorati che si spingono fino alle coste dell'Oceano Pacifico è al centro di questa nuova serie, Manifest Destiny, edita dalla Skybound, etichetta creata nel 2010 da Robert Kirkman all'interno della Image Comics, scritta da Chris Dingess e disegnata da Matthew Roberts.

In Italia le avventure del Corpo di Esplorazione voluto dall'allora presidente Thomas Jefferson sono pubblicate dalla Saldapress, giunta qui al suo secondo volume che raccoglie dal numero #7 al #12 della serie originale. Dopo essersi lasciati alle spalle il campo di La Charette ed essere scampati all'attacco di un virus vegetale che trasforma gli organismi animali in zombie e di strani animali col corpo di toro, il tronco di uomo e la testa di bisonte, il Capitano Clark e il Capitano Lewis conducono il loro equipaggio attraverso le sconosciute acque del fiume Missouri. Seguiti a vista dalla misteriosa Sacagawea, figlia della tribù di Shoshone Lehmi, e dal di lei  marito Touissant Charbonneau, padre del bimbo che porta in grembo, i nostri questa volta dovranno affrontare una minaccia che proviene dalle acque torbide del fiume (gli amphibia del titolo) che proverrà ad arrestare la loro corsa. E, come se non bastasse, dovranno essere accorti nello schivare le punture di zanzare (gli insecta), pronte a lasciare sotto pelle la propria progenie.

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Il manifest destiny è un'idea di base che univa il popolo americano nell'esportare la propria forma di libertà e democrazia. L'espansionismo a stelle e strisce ottocentesco è considerato cosa ovvia, manifesta, ed inevitabile, come il destino, e chi pagherà il prezzo più alto di questa volontà saranno i nativi americani, cacciati dalle loro terre ed uccisi in nome della supremazia della razza anglosassone. La vicenda storica offre qui ampi margini di spazio per le digressioni fantastiche dell'autore, che con ottima padronanza mescola diversi generi. Lo spirito pioneristico del viaggio di Clark e Lewis, infatti, non viene snaturato, ma, anzi, ampliato con una componente mitologica dalle marcate venature horror che la sfida contro l'ignoto rappresenta. La natura matrigna dispiega tutte le sue forze attraverso animali, anfibi, insetti e vegetali pur di arrestare l'avanzata dell'uomo. Ma la fede incrollabile nel nascente nazionalismo americano spinge i due capitani ad affrontare ogni ostacolo, sebbene con piglio e motivazione diverse. Mentre Lewis nasconde dietro un rigoroso metodo scientifico e una sete di conoscenza le sue paure e il suo animo più dissoluto, Clark è più rigido, o meglio è costretto ad esserlo, per mantenere unito il gruppo con la disciplina e la sua abnegazione. Due spiriti così diversi, due storie di vita così lontane ma tra di loro complementari. I due si cercano, sanno che un esercito composto in parte da soldati e in parte da galeotti non ti permette di dormire sonni tranquilli, eppure, con il loro esempio, riescono, almeno per ora, nel loro intento.

Se l'attenzione riposta nelle dinamiche di gruppo, la presenza di zombie vegetali e altre mostruosità disseminate lungo la strada sono elementi che possono ricondurre all'opera di Kirkman, The Walking Dead, ciò che lo differenzia e che conquista il lettore è l'azione. Perché Manifest Destiny è sopratutto un bel romanzo di avventura in cui la storia scorre veloce, in cui pochi sono gli attimi di tregua, in cui la paura ci assale ogni qualvolta giriamo una pagina. Dingess ci conduce attraverso paesaggi esotici, alla conquista della costa pacifica. La narrazione viene condotta in prima persona da Lewis attraverso il suo diario personale, e questo ci permette di sentirci noi stessi parte della spedizione. Ma l'autore è altrettanto bravo nella caratterizzazione dei personaggi, nel conferire loro quel giusto alone di mistero che ci consente di entrare nella mente dei protagonisti e dei comprimari un po' alla volta, riuscendo a regalarci delle sorprese quando ormai eravamo certi di certi aspetti.

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Ma tutto questo lavoro ai testi sarebbe risultato vano se non supportato dall'ottima prova grafica di Roberts. L'artista è abile ad adeguare il suo stile alle diverse fasi della narrazione, passando sovente da un tratto più realistico ad uno cartoonesco. Ma Roberts è soprattutto bravo nell'imprimere thrilling allo storytelling. La costruzione della tavola è libera, se nei momenti di stanca tende a mantenere uno schema rigido, con vignette allineate e squadrate, nelle fasi concitate degli scontri perde quella fissità, i disegni spesso si accavallano a trasmettere ansia, concitazione, paura, per culminare poi in illustrazioni a tutta pagine che provano ad allentare in parte la tensione. La cura dei dettagli è quasi maniacale, le anatomie umane e animali sono precise ed accurate, la composizione della vignetta è perfetta, capace di conferire profondità e dinamismo alla scena.

Ci sentiamo di segnalare con merito Manifest Destiny, una serie in grado di conquistare sin dalla prima lettura. Avventura, horror, fantasy e qualche zombie sapranno tenervi incollati a questo volume di cui l'opera realizzata al tavolo da disegno da Roberts, mai eccessiva o invadente, è il vero punto di forza.

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