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Il primo crossover Bonelli, la recensione di Dylan Dog 371 e Dampyr 209

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Dylan Dog e Harlan Draka, il Dampyr, condividono lo stesso “mestiere”: combattere l’orrore sovrannaturale. Il primo lo fa utilizzando più l’ingegno che la pistola, il secondo è più uomo d’azione, ma entrambi proteggono il mondo da queste forze oscure. Con il primo crossover di casa Bonelli – atteso dai lettori da circa due anni – scopriamo che il mondo che proteggono è anche lo stesso. La Bonelli non è certo estranea a voler far incontrare i propri personaggi: Dylan ha incontrato Martin Mystere, Ian Aranill di Dragonero ha combattuto al fianco di Zagor, e l’universo bicromatico di Morgan Lost aveva incontrato quello crepuscolare di Brendon, ma sempre all’interno di “speciali” di una serie. L’esperimento realizzato con questo crossover, invece, vive e si sviluppa attraverso le due testate principali, entrambe proposte con doppia cover: la storia comincia sulle pagine di Dylan Dog 371 (Arriva il Dampyr) e si conclude su Dampyr 209 (L’indagatore dell’incubo), in un chiaro e reciproco omaggio all’altro personaggio principale coinvolto. La casa editrice italiana tenta, dunque, l’introduzione, nel proprio universo, di quella che è una pratica narrativa tipicamente statunitense e supereroistica, ma al contrario del fumetto americano, che utilizza il crossover per allineare le proprie testate verso un’univoca direttrice, quello Bonelli salvaguarda e mantiene salda la peculiarità della singola serie.

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A Roberto Recchioni e a Giulio Antonio Gualtieri ai testi e a Daniele Bigliardo i disegni, il compito di aprire le danze: una vampira in fuga e braccata dai suoi simili è alla ricerca di Dylan Dog, l’unico che potrebbe aiutarla; quello che l’old boy non sa ma che scoprirà fin da subito è che, sulle tracce della bella vampira Lagertha, c’è anche il Dampyr e la sua squadra. L’incontro, dunque, è inevitabile. Come è tipico per questo genere di eventi editoriali, il team up non trova subito felice equilibrio, dopotutto le rispettive filosofie dei due personaggi sono diverse e la “squadra” inizia a formarsi sui punti in comune: l’obiettivo è quello di fermare Lord Lodbrok, un antico Maestro della Notte che, grazie all’aiuto dell’attuale nemesi seriale di Dylan Dog, John Ghost, ha nelle proprie secolari e vampiresche mani, delle armi di distruzione di massa. La prima parte del racconto viene utilizzato per posizione tutti i pedoni sulla scacchiera, riuscendo nel delicato compito di lasciare inalterate le forti identità narrative dei personaggi, equilibrando i caratteri dei due protagonisti principali. I disegni di Bigliardo servono alla perfezione la Londra metropolitana, cupa e grigia, esaltando figure e ambienti attraverso un elegante e raffinato gioco di luci ed ombre.
Se nell’albo di Dylan Dog il contesto cittadino è il set consono al racconto, sulla testata di Dampyr, la narrazione si sposta su un’isolata isola inglese, battuta dalle onde e sferzata dalla pioggia. Scritto dal creatore del personaggio, Mauro Boselli e disegnato da Bruno Brindisi, la seconda parte del racconto è destinata alla sviluppo e alla risoluzione della trama.

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Quello che gli autori imbastiscono è, prima di tutto, un gioco divertito e divertente con i propri lettori. Dopotutto non può un crossover non cercare di raccogliere i consensi di entrambe le schiere di fan dei due eroi Bonelli. Tutti gli elementi caratterizzanti del team up sono presenti: scambio di battute, scontri anche verbali tra i personaggi – punto di forza ironico è il rapporto da Groucho e Kurjak – ma anche vignette destinate al puro godimento nerd come quella in cui Dylan e Harlan sparano insieme contro l’orda di vampiri oppure il sangue del Dampyr versato sulle pallottole della pistola dell’Indagatore dell’incubo. Elementi, questi, che contribuiscono a saldare i due universi narrativi in quella che si configura come una storia godibile sia per i fan dei personaggi, sia per chi ne segue uno solo o si avvicina per la prima volta a questa lettura spinto dalla “novità” del crossover. Indubbio punto di forza del racconto, e architrave narrativa su cui regge si l’intero fulcro drammatico, è, ovviamente, il rapporto tra l’Old Boy e il Dampyr: personaggi simili, vicini all’oscurità, entrambi (a modo loro) dannati da un passato non sempre chiarissimo, si rapportano al loro “lavoro” in maniera dissimile; come anticipato, Dylan non è propriamente un uomo d’azione, Harlan si, per Dylan un promessa è sacra, mentre Harlan è disposto a sacrificare la propria integrità per salvaguardare il mondo. Lo scontro non è meramente ideologico, ma è identitario e i due protagonisti non possono cedere verso la posizione dell’altro: più che le mire vendicative del Maestro della Notte, infatti, a generare curiosità nel lettore e a determinare il climax narrativo è scoprire come i due protagonisti si muoveranno nella risoluzione finale della storia.

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La lettura del racconto è scorrevole grazie a una salda struttura narrativa. Il compito non era facile, specialmente tenendo conto che gli autori sono diversi: se la coerenza del racconto per l’intero crossover è frutto di una sincronia tra gli operatori coinvolti nella stesura della trama, il lettore riscontra una marcata differenza di stile di scrittura e visivo che allontana leggermente i due albi. Il numero di Dampyr è, forse, meno coinvolgente e accattivante, perché costretto a deviare il racconto maggiormente verso la chiarificazione delle linee narrative aperte da quello di Dylan Dog. La specificità dei personaggi viene, comunque, salvaguardata e mantenuta stabile proprio dalla scelta di operare singolarmente su di un albo.

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Il primo crossover di casa Bonelli riesce dunque nel proprio compito: l’equilibrio, la coerenza e il rispetto, tra le due testate, non viene messo in discussione, forse perché si è scelto di non osare troppo, rimanendo su di un asse narrativo più canonico. Dopotutto, tale scelta non può che trovare consenso: questa operazione editoriale è già una novità per la Bonelli e quindi come, sicuro, primo passo, il non eccedere con elementi troppo intrusivi, ha permesso di costruire un terreno saldo per eventuali futuri crossover dai due combattenti del Male.

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Il trailer del Texone di Mauro Boselli e Stefano Andreucci

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Sergio Bonelli Editore ha diffuso un trailer del prossimo Texone, scritto da Mauro Boselli e disegnato da Stefano Andreucci e intitolato Il magnifico fuorilegge. Potete vedere il filmato qui di seguito. Vi proponiamo, inoltre, la sinossi del volume in uscita il prossimo 20 giugno e un'anteprima con alcune tavole nella gallery in basso.

"Audace e solitario, ricercato dalla Legge, Tex cavalca in sella al fedele Dinamite tra i monti selvaggi dell'Arizona, per difendersi da una falsa accusa, sgominare intere bande di desperados e comancheros, salvare fanciulle in pericolo e incontrare (per la prima volta) Cochise dei Chiricahuas!..."

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I dettagli del crossover fra Dampyr e Dylan Dog

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Con un post su Facebook, Roberto Recchioni svela nuovi dettagli sul crossover fra Dampyr e Dylan Dog che avverrà a luglio. La storia si dividerà fra gli albi delle due testata le cui copertine formeranno un'unica illustrazione realizzata Gigi Cavenago ed Enea Riboldi.

L'avventura vedrà Mauro Boselli ai testi per Dampyr e Giulio Antonio Gualtieri e Recchioni per Dylan Dog. Alle matite troviamo Bruno Brindisi (Dampyr) e Daniele Bigliardo (Dylan Dog).

Di seguito, potete vedere la bozza delle cover postata da Recchioni.

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Tex Magazine 1 - 2016

Dopo Dylan Dog, la rivoluzione Bonelliana delle sue testate annuali travolge il suo personaggio più iconico: Tex Willer. Vediamo com'è andato questo rilancio.
 
Accantonato l'ormai poco utilizzato termine "Almanacco" in favore di un più moderno "Magazine", la modifica che subito colpisce l'occhio del lettore non è tanto nella grafica di copertina (rinnovamento grafico che prosegue anche all'interno della rivista) ma l'utilizzo della carta opaca a favore di quella lucida che raddoppia il volume dell'albo seppur le pagine siano le stesse 176 degli anni passati. Se questa carta rende più elegante e pregiato il tomo, anche quella lucida non sfigurava e di certo rendeva meglio sugli articoli a colori, mentre qui il fumetto in bianco e nero acquista più profondità. Ad ogni modo, la resa finale è davvero ottima e la preferenza di un tipo di carta piuttosto che l'altra è assolutamente soggettiva.

Sfogliamo ora la testata che, come da tradizione, propone oltre alla parte a fumetti ottimi articoli tematici d'approfondimento. Il cambiamento maggiore dal passaggio da "Almanacco" a "Magazine", così come per Dylan Dog, è l'aver diviso lo spazio della classica storia "lunga" da 110 tavole in due avventure di cui la prima di 78 pagine mentre, la seconda, di 32.
La prima storia si intitola "Artigli!" e vede la coppia di autori formata da Pasquale Ruju ed Emanuele Barison imbastire una trama con venature soprannaturali per Aquila della Notte in cui una creatura maligna esce dalla foresta per attaccare i cittadini di Black Cedars dopo che il fiume, che ne limitava il passaggio, è stato deviato da un ricco affarista.

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Particolare e degna di nota anche la più breve "Maria Pilar" di Mauro Boselli e Alessandro Bocci che ci mostra un Kit Carson ancora con i capelli neri difendere un convoglio di commercianti ispanici guidato da una giovane e coraggiosa donna a cui dei razziatori le hanno da poco ucciso il padre.
Entrambi i racconti, pur nella loro brevità, risultano interessanti e avvincenti e già da soli valgono il prezzo del biglietto, ma come ciliegina sulla torta troviamo un fumetto scritto da Gianluigi Bonelli pubblicato finora solo nel lontano 1950 e intitolato "Duello a Cactus City". Una rarità con protagonista Kit Carson che possiamo considerare una chicca per i completisti di Tex.

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Anche la parte dedicata agli articoli è stata rivista: gli approfondimenti sono maggiormente legati alle tematiche proposte dalle storie a fumetti e sono posti proprio in apertura di quest'ultime. Non a caso, infatti, "C'è qualcosa di strano laggiù", che anticipa "Artigli!", parla del West & Sorcery a fumetti (e non solo), mentre "Born to Run" approfondisce la leggenda di Kit Carson fra finzione e realtà storica. Altro articolo degno di nota è "I Magnifici 7 (+2)" che analizza 9 leggendari scontri western del cinema.
Apre il volume la carrellata di segnalazioni Western fra cinema, tv, fumetti, libri e videogiochi ma in nuova versione più sintetica rispetto a quella tradizione dei vecchi almanacchi. Quest'ultimo è il solo punto a sfavore di una rivista unica nel suo genere e che conferma la sua validità anche in questa nuova formula che dà nuova linfa vitale alla testata senza snaturarla.

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