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Il trailer di The Crow

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È stato diffuso oggi il trailer di The Crow, la nuova versione cinematografica del fumetto di James O'Barr in uscita il prossimo 7 giugno. Bill Skarsgard, che ha interpretato Pennywise in It, sarà Eric Draven, il protagonista, mentre Rupert Sanders (Biancaneve e il cacciatore, Ghost in the Shell) ha diretto la pellicola.

Potete vedere il trailer qui di seguito.



Zach Baylin, (Una famiglia vincente - King Richard), ha scritto la sceneggiatura. Edward R. Pressman e Malcolm Gray, co-produttori del thriller City of Crime con Chadwick Boseman, hanno prodotto la pellicola.

The Crow è un fumetto indipendente scritto e disegnato da James O'Barr alla fine degli anni '80 che racconta la storia di un uomo e della sua fidanzata che vengono aggrediti e uccisi da una banda dopo che l'auto della coppia si è rotta. L'uomo viene resuscitato da un corvo ed esige vendetta su coloro che hanno tolto la sua vita e la vita del suo amore.

Il Corvo ha avuto un primo film cult nel 1994 con Brandon Lee, e poi diversi seguiti (The Crow: City of Angels con Vincent Perez nel 1996, The Crow: Salvation nel 2000 con Eric Mabius e The Crow: Wicked Prayer nel 2005 con Edward Furlong) e una serie tv a fine anni '90 con Mark Dacascos. In seguito, diversi progetti che hanno visto coinvolti attori come Luke Evans e Jason Momoa, sono tutti naufragati.

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Bill Skarsgard sarà Il Corvo nel remake del film

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Dopo anni di false partenze, il remake de Il Corvo sembra finalmente essere in realizzazione. THR riporta, infatti, che Bill Skarsgard, che ha interpretato Pennywise in It, sarà Eric Draven, il protagonista. Rupert Sanders (Biancaneve e il cacciatore, Ghost in the Shell) dirigerà la pellicola.

Zach Baylin, (Una famiglia vincente - King Richard), ha scritto la sceneggiatura. Edward R. Pressman e Malcolm Gray, co-produttori del thriller City of Crime con Chadwick Boseman, produrranno la pellicola.

Il progetto è in fase di pre-produzione con le riprese che inizieranno a giugno fra Praga e Monaco. Il budget è di 50 milioni di dollari.

The Crow è un fumetto indipendente scritto e disegnato da James O'Barr alla fine degli anni '80 che racconta la storia di un uomo e della sua fidanzata che vengono aggrediti e uccisi da una banda dopo che l'auto della coppia si è rotta. L'uomo viene resuscitato da un corvo ed esige vendetta su coloro che hanno tolto la sua vita e la vita del suo amore.

Il Corvo ha avuto un primo film cult nel 1994 con Brandon Lee, e poi diversi seguiti (The Crow: City of Angels con Vincent Perez nel 1996, The Crow: Salvation nel 2000 con Eric Mabius e The Crow: Wicked Prayer nel 2005 con Edward Furlong) e una serie tv a fine anni '90 con Mark Dacascos. In seguito, diversi progetti che hanno visto coinvolti attori come Luke Evans e Jason Momoa, sono tutti naufragati.

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Jason Momoa e Corin Hardy lasciano il remake de Il Corvo

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Deadline riporta che Jason Momoa e il regista Corin Hardy si sono ufficialmente ritirati dal remake de Il Corvo in quello che sembra un contrasto creativo e finanziario con Samuel Hadida di Davis Films che detiene i diritti del film e sta finanziando il progetto.

Il nuovo film de Il Corvo, che ha avuto diversi rinvii, era passato in mano a Sony Pictures lo scorso anno ed era previsto per l'11 ottobre 2019. Le fonti dicono che l'accordo con la Sony non è stato chiuso, ma al momento non si hanno ulteriori notizie.

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Il Corvo: Memento Mori 1, recensione: Vittime, non lo siamo tutti?

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Si possono dire tante cose sul fenomeno de Il Corvo - opera nata dalla mente di James O’Barr negli ormai lontani anni '80 - fumetto underground che richiama quel movimento Dark e Gothic musicale tra The Cure, Joy Division, Bauhaus da cui trae ispirazione per estetica ed emotività, unita all’esorcizzazione della vicenda molto personale della morte della sua fidanzata. Sull'opera originaria se ne è parlato tanto, quello che ci interessa è soffermarci sui suoi sequel. L’opera di O’Barr era conosciuta nell’ambiente, ma divenne mito e culto dopo la versione cinematografica ad opera di Alex Proyas con protagonista il defunto Brandon Lee, una morte avvenuta sul set dello stesso film che ne aumentò l’epicità definendo, forse per sempre, le sembianze nel nostro immaginario della figura di Eric Draven.
Successivamente son stati fatti altri film ed altre storie a fumetti che portano il nome de Il Corvo, ma nessuna è rimasta a lungo impressa finendo tutte presto nel dimenticatoio. Non che il fumetto di O’Barr brilli in sceneggiatura e disegni, ma dentro aveva una carica di rabbia, delusione, disperazione ed infinito amore che han portato il titolo a divenire il mito che è oggi.

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Nel 2019 arriverà al cinema il reboot dell’opera originale, con Jason Momoa come protagonista di cui molti si son già lamentati, parlando più con l’emotività che con la razionalità. Ricordiamo che il personaggio di O’Barr era bello pompato, a differenza di Brandon Lee, ma questa è un’altra storia. Siamo nell’era dei reboot, sequel e quant’altro e, ci piaccia o no, è così. Era solo questione di tempo prima che toccasse anche al Corvo. Sulla scia di questo rilancio, arrivò anche l’annuncio di Memento Mori, un progetto importante che vede la BD Edizioni di Marco Schiavone e la IDW co-produrre l’opera per il mercato americano ed internazionale. Questa volta però il parto è tutto italiano: autori italiani con location italiana. La probabilità di un faschio era dietro l’angolo, nonostante il titolo, ma non è stato così. I nomi in ballo sono grossi: Roberto Recchioni, Werther dell’Edera, Matteo Scalera, Davide Furnò, Alberto Ponticelli, solo per dirne alcuni.
L’opera è strutturata in 4 spillati mensili da 33 pagine. In ogni albetto è presenta la storia madre, scritta da Roberto Recchioni e disegnata da Werther dell’Edera e una mini storia autoconclusiva che aggiunge pezzi al puzzle, prodotta da diversi autori. In questo primo numero vediamo Matteo Scalera con colori di Moreno Dinisio.

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Passiamo quindi a Memento Mori. La storia riprende il tema classico introdotto da James O’Barr: la vendetta. Se nell’opera prima c’era Eric Draven che, come ormai tutti sanno, richiama foneticamente The Raven, ovvero il corvo, nell’opera di Recchioni abbiamo David Amadio. Già da questo possiamo intuire quale direzione verrà presa, ma procediamo con ordine.
Recchioni ambienta la vicenda nella sua Roma (chi al posto suo non l’avrebbe fatto), in maniera però del tutto motivata, essendo la città la capitale mondiale del cattolicesimo e sede della Città del Vaticano. Un attentato kamikaze ammazza decine di persone durante una processione, compreso David, chierichetto della chiesa, e la sua amata Sarah. Al ragazzo viene data la possibilità di vendicarsi grazie alla figura del corvo, lo psicopompo. Insomma le tematiche intuibili sono la vendetta e lo scontro tra religioni.

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La sceneggiatura di questo primo albo è tesa e diretta. La prima parte introduce la sacralità della città e la faccia della medaglia oscura della religione, quella della spada. David è la spada che farà sgorgare sangue in nome di Dio. Ma che ne sappiamo noi di Dio? Lui stesso lo dice in una delle scene più belle del volume, lo scontro con un suo coetaneo dal diverso credo. L’ambientazione di Roma e il mood oscuro si percepiscono dalla prima all’ultima vignetta. Lo storytelling dell’autore, sempre asciutto e deciso, rende le sequenze e il personaggio di David molto melodrammatiche, senza eccedere però in teatralità ostentate. Una drammaticità che Recchioni muove e gestisce bene.

Il lavoro di Dell’Edera e della Niro è impressionante. Pagine pulite e dalla facile leggibilità, con flashback appena sketchati e dalle tonalità chiare, e nei momenti d’azione sempre molto enfatici ma mai eccessivi. L’albo così risulta molto efficace, la sequenza iniziale, in particolare, offre un ritratto notturno di Roma affascinante che non scade nella classica immagine da cartolina che ci viene sempre propinata. Le tonalità di blu ne amplificano la cupezza, con lampi in tonalità di arancione. Tutto diventa praticamente meno Goth e più punk, partendo proprio dal design di David, vigilantes in All Star. Da brividi il ‘nuovo’ Corvo in piedi, sulle spalle dell’angelo che troneggia su Castel Sant’angelo.

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La short story presente in questo albo è firmata da Matteo Scalera che, in modo meno didascalico e più libero, struttura la narrazione in maniera dettagliata e dal dinamismo esemplare. "Virtù Sepolta", questo il titolo firmato da Scalera, si addentra ancora di più nel tema della vendetta, ma in maniera completamente differente, mostrandone le conseguenze e il risultato finale. La colorazione di Moreno Dinisio, arricchisce il bianco e nero con un tocco di giallo.
L’albo, infine, è arricchito da un ottimo comparto redazionale firmato da Micol Beltramini, mostrando le origini del mito e la lunga storia che portò alla pubblicazione. Altra nota di merito è la cura dell'edizione: lo spillato, in soft touch e con alette interne nere che, aprendo completamente, richiamano le ali di un corvo, rendono grazia alla storia.

Dopo averne letto il primo albo possiamo dire che, a differenza dell’opera di O’Barr - che aveva più cuore che metodo -, tutto è pensato in maniera dettagliata e con arte. Struttura e narrazione pulita e ragionata che, al momento, è di certo superiore a tutti i sequel apparsi fino ad ora.
Quel timore di base di un titolo fatto solo per sfruttare l'appeal commerciale del personaggio sembra essersi affievolito con una prima parte realmente ben giostrata e che mostra la qualità e la professionalità degli autori per questo ambizioso progetto.

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