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NPE, Sergio Toppi: un volume con Finché Vivrai, Naugatuck 1757 e Littel Big Horn 1875

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Sulle pagine del catalogo Mega sono stati resi noti i dettagli del prossimo volume della collana Sergio Toppi di Edizioni NPE, in uscita a breve. In esso saranno difatti contenute tre storie, Finché Vivrai, Naugatuck 1757 e Littel Big Horn 1875, come specificato nell'immagine seguente, presa direttamente dalla rivista Mega.

Finché Vivrai
di Sergio Toppi
21x30 cm, 128 pagine, cartonato, b/n, 19,90€

toppinpe

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Arriva per NPE Edward Mani di Forbice – Qualche anno dopo, sequel del film di Tim Burton

  • Pubblicato in News

È disponibile per NPE Edizioni Edward Mani di Forbice – Qualche anno dopo, seguito del film di Tim Burton ad opera di Kate Leth e Drew Rausch. Di seguito, comunicato e anteprima diffusi.

"Dal genio di Tim Burton torna l’immortale personaggio dalle mani di forbice in un’avventura inedita, seguito di quanto accaduto nella pellicola del grande regista.

Fin da quando fu proiettato per la prima volta nei cinema, nel lontano 1990, Edward Mani di Forbice divenne un film di culto, lanciando un giovane e smunto Johnny Depp come attore di primo piano di Hollywood.

Il protagonista era un “essere artificiale” creato da un inventore che lo amava come un figlio. Purtroppo il suo creatore morì prima di poterlo completare, lasciandolo così senza delle vere e proprie mani: con delle forbici provvisorie al posto delle dita.
Il volto pallido di Edward, così, è pieno di ferite di taglio, come un bambino che non sappia ancora badare a se stesso.
Questa opera non avrebbe potuto non assurgere a simbolo di una generazione: i tratti gotici perfettamente inseriti nei nostri giorni, la malinconica tristezza di un essere creato senza mani, e perciò in un certo senso senza anima, senza identità, che cerca se stesso nelle proprie debolezze e si riscopre più umano delle persone “vere”.

Questo fumetto non è un pedissequo adattamento del film, che di per sé avrebbe avuto poco senso data la perfezione della pellicola. Si tratta invece di una storia nuova, poetica come l’originale, gotica e toccante.
Sono passati tanti anni, ed Edward non è invecchiato di un giorno. Il suo è sempre lo stesso sguardo triste e pensieroso. Scopre che il suo inventore aveva anche un altro progetto nello scantinato e gli dà vita seguendo le istruzioni che trova sopra un diario. Ma la nuova creatura è di temperamento malvagio, e fugge.
Comincia a spaventare gli abitanti della città che si rivolteranno una seconda volta contro Edward, credendo che sia lui la causa di tutto.

La storia si apre con Mess, in tutto e per tutto identica alla sua nonna, Kim, che bussa al cancello di Edward e lo incontra. Lui la scambia per la donna che aveva amato un tempo, ma l’equivoco è presto chiarito. Insieme lotteranno contro la nuova creatura, e Mess riscoprirà quanto di vero ci fosse nelle fiabe che la nonna le raccontava quand’era piccola.

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Edward Mani di Forbice – Qualche anno dopo

Prezzo: 19.90
Autore: Tim Burton, Leth, Rausch
Isbn: 978-88-88893-96-9
Formato: 17×23 cm, 128 pp. a colori
Cartonato con sovraccoperta"

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Le novelle di Dino Battaglia, la recensione di Lovecraft e altre storie

Continua la riproposizione da parte delle Edizioni Npe dell’opera di Dino Battaglia, maestro veneziano del tavolo da disegno che ha lasciato un solco profondo nella storia del fumetto italiano, nonostante i 34 anni ormai trascorsi dalla sua prematura scomparsa. Dopo i primi tre volumi dedicati rispettivamente alle trasposizioni realizzate dai racconti di Poe e Maupassant e a L’Uomo della legione, prima storia realizzata da Battaglia per la collana Un uomo, un avventura di Sergio Bonelli, è la volta di Lovecraft e altre storie, raccolta antologica di racconti brevi a sfondo fantastico in cui l’influenza dello scrittore di Providence è palese, nonché dichiarata fin dal titolo, solo nel primo episodio. Le altre novelle, che a una prima lettura non sembrano contenere alcun nesso tra loro, sono in realtà accomunate dal mostrare al lettore le conseguenze, dall’esito sempre tragico, delle scelte dei protagonisti. In questo senso, non è fuori luogo inserire questi brevi parabole nella categoria dei racconti morali.

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In Omaggio a Lovecraft, un guidatore sfortunato è costretto da una pioggia torrenziale a fermarsi in una cittadina apparentemente deserta, fino al tragico epilogo; in La Malizia del diavolo Battaglia si rifà alla tradizione delle miniature medievali per raccontare la storia di un fante e del furto della sua borsa piena d’oro, punita dal diavolo in persona; in Totetanz l’artista si produce in una nerissima danza macabra, genere tipico della pittura medievale, in cui le anime degli uomini danzavano con la morte che le trascinava verso il suo regno. In questo racconto dalle atmosfere gotiche, il pittore Peter è intento a derubare il vecchio e avaro maestro Annekeen quando quest’ultimo lo trova con le mani nel sacco; non avendo altra scelta che ucciderlo, Peter sogna di usare l’insperata ricchezza per convincere la vedova di Annekeen, Marion, a scappare con lui. Peccato che l’anima del defunto tornerà per tormentare l’apprendista. Ne Il Patto, la Contessa Mansi teme che la sua bellezza, ammirata da tutti, possa un giorno sfiorire. Per allontanare il pericolo, la Contessa stringerà un patto dalle conseguenze nefaste. Il volume si chiude con gli adattamenti di due classici: in Lo strano caso del Dottor Jekyll e Mister Hyde l’autore mette i suoi chiaroscuri al servizio dell’omonima novella di Robert Louis Stevenson, mentre ne Il Golem Battaglia si confronta col più celebre mito del folklore praghese, ispirandosi in parte all’omonimo capolavoro del cinema espressionista tedesco girato da Paul Wegener nel 1920, per cercare poi una via personale nell’illustrare con la consueta efficace i vicoli fumosi della Praga del ‘500.

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In Lovecraft e altre storie ritroviamo le stesse atmosfere gotiche del precedente volume dedicato agli adattamenti da Poe, inquietanti ed ammalianti allo stesso tempo. Pur scegliendo di adattare racconti classici, è un sentimento senza tempo come l’angoscia del vivere quello che Battaglia illustra con maestria nelle sue novelle. Bisogna considerare l’arco temporale nel quale si sviluppa la carriera dell’autore, dal dopoguerra fino alla prematura scomparsa, all’alba degli anni ’80: anni in cui il nostro paese esce in macerie dal secondo conflitto mondiale, per arrivare fino alle violenze degli anni di piombo e della strategia della tensione. Pur non trattando direttamente tematiche politiche e sociali nei suoi lavori, è l’inquietudine strisciante per un presente non facilmente decifrabile e un futuro incerto, sublimata dalla paura della morte, che impregna tutta l’opera di Battaglia e i racconti contenuti in questo volume in particolare. E nessuno meglio di lui è riuscito a mettere su carta questa angoscia, grazie alle atmosfere spettrali ed opprimenti delle sue storie, realizzate con un uso dei chiaroscuri e di toni grigi che ha fatto scuola. Abbandonata “l’ossessione” per i neri pieni tipica del suo apprendistato su strisce come Asso di Picche nell’immediato dopoguerra, come sottolineato da Angelo Nencetti nella sua brillante introduzione, Battaglia si apre alle influenze artistiche più disparate: guarda alla grafica mitteleuropea, subisce l’influsso del Liberty e dell’Art Nouveau e ammira l’opera di artisti come Duilio Cambellotti e il Gustavino, uno dei più grandi illustratori del dopoguerra per libri di grandi case editrici come Mondadori e Rizzoli. Proprio da quest’ultimo apprende la tecnica che diventerà la cifra stilistica tipica della sua opera, cioè quella di creare effetti chiaroscurali grazie ad un uso misto di “neri” realizzati a pennino a cui andava ad aggiungere sfumature a secco di matite e pastelli.

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La svolta finale verso la mezza tinta avviene quando la casa editrice inglese Fleetway commissiona a Battaglia degli adattamenti di Shakespeare e racconti mitologici, incoraggiandolo in quella direzione. È in questo periodo che l’autore conosce il lavoro di illustratori come l’inglese Aubrey Beardsley e l’irlandese Harry Clarke, famosi per i loro adattamenti delle opere di Poe. Se degli inglesi apprezzava la compostezza formale, Battaglia ammirava anche le illustrazioni di autori mitteleuropei come Bruno Paul e Adolf Munzer, capaci di riproporre su carta quei tormenti e i toni passionali che erano stati tipici dello Sturm und Drang, grazie ad uno stile che faceva del grottesco la propria caratteristica precipua. È possibile ritrovare queste e altre influenze nello straordinario lavoro dell’artista veneto, un intellettuale del tavolo da disegno la cui arte sapeva parlare però a tutti. E a distanza di quasi cinquant’anni dal primo apparire di questi racconti, siamo ancora rapiti dalle atmosfere gotiche, dai foschi paesaggi, dai luoghi spettrali, dalle misteriose presenze, “metafore delle nostre più profonde inquietudini, esplorazioni negli oscuri meandri della psicologia umana e negli orrori malcelati di una condizione esistenziale lacerata, contraddittoria ed enigmatica” (Gianni Brunoro).

Un plauso al lavoro delle Edizioni NPE, che stanno riproponendo ad una nuova generazione di lettori i lavori di Battaglia, Sergio Toppi e, prossimamente, Attilio Micheluzzi, facendoli così uscire dallo scrigno della memoria al quale erano stati confinati dopo conclusione della gloriosa epoca delle riviste d’autore e donandogli una nuova giovinezza.

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