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La disfatta di Napoleone in Waterloo, recensione del volume Historica Mondadori

Waterloo è un nome che rappresenta uno spartiacque socio-politico e simbolico fondamentale nella storia dell'800: epilogo apparente degli ideali rivoluzionari e inizio delle illusioni di restaurazione di un mondo che – Napoleone o meno – non sarebbe comunque stato mai più lo stesso.
Bruno Falba, Christophe Regnault e il nostro Maurizio Geminiani si propongono ambiziosamente di raccontare una delle battaglie più famose di tutti i tempi, usando come punto di partenza le Mémoire de chirurgie militaire et campagnes di Dominique-Jean Larrey, capo chirurgo della Grande Armee, testimone di molte campagne militari napoleoniche e sopravvissuto a quest'ultima disfatta. Sarà lui a raccontarla al generale prussiano Blucher, uno dei vincitori di Napoleone e dei suoi più spietati avversari.

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Waterloo è un prodotto curatissimo per quanto riguarda la documentazione storiografica e visuale dei vari momenti e aspetti della battaglia, ma fallisce in modo abbastanza evidente quando deve utilizzare gli strumenti peculiari del medium fumettistico. Raccontare una battaglia così complicata dal punto di vista delle forze in campo, dei loro spostamenti e delle strategie è sicuramente un'impresa ardua, che viene affrontata in modo molto schematico alternando dialoghi fra due-tre personaggi che raccontano quello che è successo o che sta per succedere e i principali momenti della battaglia, che non risultano però sempre pienamente comprensibili (chi scrive ha dovuto colmare le lacune documentandosi in rete per esempio).
La sceneggiatura di Falba cade poi nelle trappole più ovvie dei fumetti che raccontano eventi storici: il nozionismo e il resoconto enciclopedico. I tanti balloon, ricchi di testo sono una naturale conseguenze delle scelte narrative di cui sopra, ma appesantiscono non poco la lettura e – a meno che non si sia appassionati di storia – rischiano di annoiare.

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La parte grafica, affidata a Regnault e Geminiani, è molto curata nei dettagli relativi ad armi, uniformi, rappresentazione dei vari ordini di battaglia degli eserciti; le tavole costruite anch'esse con grande attenzione falliscono però – difetto non da poco visto l'argomento dell'opera - nel trasmettere il giusto dinamismo nelle scene di azione: queste sono suggestive nei campi lunghi e nelle splash-page, ma risultano tali perché sembrano dipinti piuttosto che fumetti. I volti dei personaggi inoltre risultano legnosi, sovente inespressivi, molto somiglianti fra di loro, poco caratterizzati e riconoscibili.

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L'impressione generale è che gli autori, volendo concentrarsi sui dettagli, abbiano perso di vista questioni più generali e potenzialmente interessanti: Waterloo fu una battaglia sanguinosa, durissima, difficile, piena di episodi, da ambo le parti, di grande eroismo, resistenza, tragicità, crudeltà. Di questo viene mostrato poco e quel poco non coinvolge: non ci si arrabbia, non si soffre, ne ci si commuove o ci si esalta, non si parteggia per nessuno. Si legge e si seguono i fatti con distacco e tutto finisce lì: quale il valore aggiunto o la differenza rispetto ad un trattato di storia?
Il difetto maggiore dell'opera però è la “grande assenza” del suo protagonista principale: Napoleone, uno dei personaggi più famosi e importanti di tutti i tempi, poteva essere rappresentato come un'affascinante dio al crepuscolo, stanco, malinconico eppur combattivo e invece, inspiegabilmente, gli viene riservato un ruolo marginale e, nelle poche tavole in cui è presente, viene tratteggiato come un condottiero irascibile, rancoroso e isterico. Una caratterizzazione debole e superficiale che lascia ulteriormente l'amaro in bocca per un'opera potenzialmente molto interessante, ma complessivamente deludente.

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