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Marvel rilancia Ant-Man con una nuova serie

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Dopo avervi ragguagliato che i Marvel Studios hanno ufficialmente dato semaforo verde per la realizzazione dell'atteso Ant-Man 3, vi riportiamo anche dei piani della Casa delle Idee inerenti a un nuovo rilancio a fumetti dedicato al personaggio di Scott Lang. Annunciata al MCM Comic Con di Londra, questa ennesima serie di Ant-Man vedrà all'opera lo scrittore Zeb Wells, l'artista Dylan Burnett (coadiuvato dal colorista Mike Spicer) e il copertinista Eduard Petrovich. Il debutto ufficiale della sua prima uscita è previsto per questo febbraio negli Stati Uniti.

Noto per i suoi lavori su notevoli testate quali Amazing Spider-Man e Nova, Wells ha affermato: "Dylan Burnett, Mike Spicer e io abbiamo intenzione di inserire formiche nel mondo di Ant-Man, capovolgere qualche roccia e creare un racconto incentrato sugli insetti che comincia in piccolo e confluisce in un'avventura che coinvolge il resto del mondo. E anche Stinger (Cassie Lang) si unirà lungo la corsa."

Questa run dell'erede di Hank Pym si focalizzerà dunque sulla coppia composta dallo stesso Scott e da Stinger, un'identità supereroistica che Cassie Lang ha assunto anche nella continuity mainstream della Casa delle Idee nel corso della brillante run di Nick Spencer sul personaggio. A ricoprire il ruolo di antagonista sarà invece l'A.I.M., ossia un'organizzazione di scienziati criminali riconoscibili principalmente per la loro abituale tenuta da apicoltore. A seguire vi riportiamo la sinossi ufficiale di Ant-Man #1.

"Ant-Man è tornato ed è più in forma che mai! Ehm, almeno stando a quanto lui afferma, dato che Stinger e il formicaio in cui vive asseriscono il contrario. Nel disperato tentativo di accrescere la reputazione che sua figlia ha di lui, Ant-Man si mette al lavoro in un centro locale di apicoltori solo per scoprire che una cospirazione globale potrebbe rovesciare l'ordine mondiale! Non c'è tempo per chiamare gli Avengers, e questo sembra proprio un lavoro per -- Ant-Man?! Unitevi all'esplosivo team creativo di Zeb Wells (Nova) e Dylan Burnett (X-Force, Cosmic Ghost Rider) mentre conducono Ant-Man verso nuovissime altezze in questa sua epica avventura!"

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Marvel Studios sono a lavoro su Ant-Man 3

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Sebbene non presente nella fase 4 dei Marvel Studios, la Marvel sta lavorando al sequel di Ant-Man and The Wasp che farà parte, dunque, della Fase 5. Secondo The Hollywood Reporter, il regista Peyton Reed tornerà al timone di Ant-Man 3 con Paul Rudd ed Evangeline Lilly che riprenderanno i loro ruoli.

Probabile che nel cast ci sia anche Emma Fuhrmann nei panni della figlia adolescente di Scott, Cassie Lang.

Al momento non si hanno altre notizie sul film che, probabilemnte, uscirà fra il 2022 e il 2023.

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Panini Comics ristampa l'Ant-Man di Nick Spencer e Ramon Rosanas

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Lanciata originariamente nel 2015 per assecondare l'uscita sul grande schermo del lungometraggio Ant-Man diretto da Peyton Reed, l'acclamata run di Nick Spencer (Secret Empire, Amazing Spider-Man) incentrata sul personaggio di Scott Lang è stata proposta da Panini Comics all'interno di undici brossuratini da edicola, ma a breve sarà raccolta in un'unica, comoda soluzione. Come svelato all'interno di Anteprima #338 dalla stessa casa editrice modenese, il mese di gennaio vedrà infatti il debutto nelle nostre fumetterie di un cartonato Marvel Super-Sized da 472 pagine per 40 euro intitolato Lo Stupefacente Ant-Man: Una Seconda Possibilità, che raggrupperà i cinque numeri di Ant-Man, i due one-shot Ant-Man Annual #1 e Ant-Man: Last Days #1 e i tredici episodi che compongono la regular Astonishing Ant-Man. Oltre al già citato Spencer alle sceneggiature, questi albi vedono ai disegni Ramon Rosanas, Brent Shoonover e la nostra Annapaola Martello.

Quanto segue è la sinossi ufficiale del volume in questione: "Scott Lang è Ant-Man! Okay, è anche un ex-carcerato che ha rubato il costume a Hank Pym… Ma per Scott è ora di un nuovo inizio: nuova città, nuovo lavoro, nuovi amici, nuovi (e vecchi) nemici. Scott riuscirà a essere l’eroe che ha sempre desiderato essere? E a rimanere lontano dalla prigione? Il ciclo completo di Nick Spencer (Amazing Spider-Man) e Ramon Rosanas (Night of the Living Deadpool)"

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Ant-Man & The Wasp: Persi e ritrovati, recensione: a spasso nel Microverso

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Ogni Marvel fan che si rispetti sa bene che Stan Lee e Jack Kirby cominciarono presto a recuperare nelle loro storie parecchi personaggi o concetti provenienti dal passato della Casa delle Idee, quando questa si chiamava ancora Timely. Capitan America e Namor sono due dei ripescaggi più noti, ma in pochissimi sanno che anche il Microverso, reintrodotto da Lee e Kirby su Fantastic Four 16 (vi aveva trovato rifugio il Dottor Destino, dopo essere apparentemente scomparso nel nulla qualche mese prima, per effetto di un raggio miniaturizzante), è in realtà una creazione degli anni Quaranta. Per la precisione, questo universo microscopico apparve per la prima volta sulle pagine di Captain America Comics 26, albo in cui gli autori Ray Cummings e Syd Shores trasportarono il futuro vendicatore a stelle e strisce e il suo fedele alleato Bucky Barnes, fino a quel momento impegnati a difendere gli Stati Uniti dalle forze dell’Asse, nel microscopico mondo di Mita a combattere contro il malvagio despota Togaro.

Successivamente, nelle abili mani di Lee e Kirby, il Microverso divenne lo scenario di storie memorabili, soprattutto non appena i Fantastici Quattro dovettero scontrarsi con uno degli abitanti di quell’universo, il temibile Psycho-Man. Furono poi Harlan Ellison e Roy Thomas a proseguire brillantemente le vicende del Microverso, quando nel giugno del 1971, su Incredible Hulk 140, il Golia Verde, esposto a un raggio miniaturizzante (tanto per cambiare!), si ritrovò sul mondo di K’ai, dove conobbe e si innamorò della principessa Jarella. Ma, per quanto, grazie a quelle storie, il Microverso sia diventato un luogo immaginario ben noto agli appassionati, esso sarebbe rimasto praticamente sconosciuto al grande pubblico, se non fosse stato introdotto, con il nome di Regno Quantico, anche nel Marvel Cinematic Universe. È lì, infatti, che scompare la Janet van Dyne cinematografica, ed è sempre lì che rimane intrappolato Paul Rudd, nelle vesti di Scott Lang, alla fine di Ant-Man & the Wasp, suggerendo in maniera sibillina, che il Regno Quantico giocherà un ruolo importante nella rivincita degli Avengers contro Thanos, che vedremo nei cinema alla fine di aprile. Ed è proprio con l’obiettivo di sfruttare il più possibile l’interesse mediatico che un film di successo porta con sé, che la Marvel Comics ha fatto uscire nella seconda metà del 2018 una miniserie con Scott Lang e Nadia van Dyne come protagonisti, recentemente pubblicata da Panini Comics in un bel volumetto cartonato da fumetteria (impeccabile per confezione e stampa), che è ormai diventato il formato abituale della casa editrice modenese per le serie recenti di un certo rilievo.

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L’intenzione della Marvel non è evidente solo dal titolo della miniserie, che ricalca alla lettera quello del secondo film dedicato all’"Uomo Formica", ma anche dal tono leggero e scanzonato dell’intera opera, una caratteristica ben presente anche nelle due pellicole dirette da Peyton Reed. Senza considerare che l’azione si svolge quasi per intero proprio nel Microverso. Inoltre, sempre per rimarcare il legame tra cinema e fumetto, è bene ricordare che il personaggio di Nadia van Dyne (conosciuta all’esordio come Nadia Pym) è stato introdotto sulle pagine degli Avengers, solo per dare una versione cartacea alla Hope van Dyne vista nei film. Non essendoci, infatti, un modo plausibile per inserire nella continuity marvelliana una figlia di Hank Pym e Janet van Dyne, Mark Waid, in quel momento alle redini della testata degli Eroi più potenti della Terra, è riuscito, attraverso un’abile operazione di ret-con, a presentare ai lettori la figlia, mai menzionata prima, che il “papà” di Ultron ha avuto (senza saperlo) dalla prima moglie Maria Trovaya. Lo stesso Waid, evidentemente desideroso di tornare a una delle sue creazioni, è anche l’autore dei testi di questa miniserie, dove la sua verve ironica (ammirata anche in altre sue opere passate, ma spesso controbilanciata da una buona dose di drammaticità: basti pensare, per esempio, alla lunga run di Daredevil di qualche anno fa) trova libero sfogo in un susseguirsi di situazioni paradossali, colpi di scena a ripetizione, battibecchi continui tra i due protagonisti e personaggi di contorno al limite del demenziale.

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È chiaro che per ottenere un simile risultato, la trama non poteva che essere un semplice pretesto, tanto che possiamo tranquillamente riassumerla in poche righe: dopo aver seguito i Guardiani della Galassia sul pianeta base dei Nova Corps, Scott Lang, al fine di tornare sulla Terra in tempo per festeggiare il compleanno della figlia Cassie, chiede aiuto a Nadia van Dyne, la quale, pur controvoglia, in pochi minuti realizza un mezzo di trasporto subatomico a correlazione quantica, in grado di riportarlo indietro. Scott, però, non segue alla lettera le indicazioni di Nadia e rimane bloccato nel Microverso, costringendo la nuova Wasp a tentare di recuperarlo. L’impresa si rivela più difficile del previsto e solo dopo numerose peripezie (e diversi incontri ravvicinati con gli strani abitanti del Microverso) i due riescono a tornare a casa.

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Waid trova un alleato perfetto in Javier Garrón, le cui tavole ricchissime di dettagli (ma mai confuse), si sposano magistralmente al ritmo frenetico imposto alla narrazione dallo sceneggiatore americano. Grazie anche all’ottimo lavoro del colorista Israel Silva, Garrón riesce a creare un Microverso come mai si era visto prima, più simile al Regno Quantico dei due film di Ant-Man, che all’universo in miniatura delle storie a fumetti del passato. Un ambiente perfetto per mettere in mostra un talento visionario fuori dal comune, particolarmente evidente in una sequenza di tre tavole all’inizio del quinto episodio, che definire surreali è poco. Waid asseconda più che volentieri l’irruenza espressiva del disegnatore spagnolo, capace persino di andare con l’immaginazione ben aldilà delle indicazioni generali presenti nella sua sceneggiatura. Questo lo si intuisce dalle parole di Garrón riportate negli extra alla fine del volume: vi si legge, infatti, che Waid, per aumentare l’effetto comico, aveva chiesto che gli esseri rappresentati nel Microverso non fossero degli umanoidi, come visto fino ad allora, ma degli esseri totalmente alieni, già a partire dal loro aspetto esteriore. Lo sceneggiatore americano, da buon filologo dei fumetti Marvel e DC, porta a esempio i mostri dai nomi roboanti e quasi impronunciabili delle classiche storie di fantascienza, che l’Atlas (nome che assunse la Timely negli anni Cinquanta) pubblicava su testate come Tales to Astonish, Journey into Mistery o Strange Tales, prima che queste cominciassero a ospitare le storie dei super-eroi che tutti conosciamo. Ma i buffissimi Saarg ideati da Garrón, sicuramente più in sintonia con il tono farsesco della serie (l’autore spagnolo sostiene di essersi ispirato a delle semplici patate!), sembrano più un omaggio agli stravaganti alieni ideati da Sydney Jordan sulle strisce di Jeff Hawke, che alle creature di Jack Kirby e Steve Ditko. Inoltre, l’espressione un po’ caricaturale che caratterizza i suoi personaggi, che in serie Marvel più tradizionali potrebbe essere visto come un limite, contribuisce ulteriormente a sottolineare l’ironia di fondo della trama. Sarà probabilmente per tutte queste ragioni che, di recente, a Garrón sono state affidate le matite della nuova serie di un personaggio importante come Miles Morales.

Ant-Man & Wasp è, in definitiva, una bella miniserie adatta a passare un’oretta in allegria.

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