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The Barbarian King 1, Le spade spezzate, recensione: Il ritorno di Re Conan

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Che Conan il Cimmero, l’eroe creato dalla penna dello scrittore texano Robert Ervin Howard, fosse duro a morire lo sapevamo tutti. Che spesso l’Italia si sia rivelata patria di alcune delle sue rinascite, è una cosa che ci ha sempre fatto piacere. Da La creatura dei boschi, disegnato da Claudio Castellini, a Il signore dei ragni, disegnata da Stefano Raffaele, opere nate nell’era della Marvel Italia, i nostri autori sono sempre riusciti a declinare alla perfezione sia il personaggio che il mondo barbarico dell’era Hyboriana.
The Barbarian King, Le spade spezzate, scritto da Massimo Rosi e Alessio Landi, e disegnato dal trio Luca Panciroli, Federico De Luca e Alessandro Bragalini, riprende il solco d’amore di questa piccola tradizione nostrana e ci conduce di nuovo in quel mondo barbarico, mostrandocelo più feroce e tetro che mai.

Rosi e Landi ci mostrano un Conan ormai vecchio e stanco, un re di Aquilonia ridotto all’ombra del guerriero che fu. Le sue giornate passano tra le beghe di governo e i tempi nei quali spaccava crani a colpi di ascia bipenne sono ormai un ricordo. Solo la famiglia sembra dargli un minimo di conforto. Il ritorno di un inaspettato nemico dal profondo passato farà precipitare il nostro eroe in un inferno come mai si è visto costretto ad affrontare. Trovatosi per causa della stegoneria a commettere un massacro proprio tra le mura della sua corte, Conan, abbandonato trono e corona, deve fare i conti con le conseguenze del maleficio e delle sue azioni, trovando un aiuto inaspettato, mentre il nemico si appresta a riscrivere la storia dei regni hyboriani.

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"Passato", questa è una delle parole da tenere in considerazione nell’opera di Rosi e Landi. Sì, perché questa avventura non prende il lettore per mano e può risultare oscura a chi poco conosce il personaggio mentre si rivolge a chi questo mondo lo ama. La sensazione che traspare durante la lettura, quindi, è quella di un grande omaggio da parte dei suoi autori a un universo che amano profondamente. E "amore" è l’altra parola chiave di questo progetto, amore per un modo di considerare il fantasy, lo Sword and Sorcery, che è sempre stato considerato in antitesi rispetto a quello medievaleggiante di J. R. R. Tolkien o di Dungeons & Dragons, fatto di situazioni al limite del racconto preistorico, ma dove le fantastiche civiltà leggendarie, spesso seme di quelle storiche che conosciamo, si scontrano con magie oscure e creature di Lovecraftiana memoria. E già dalle prime tavole tutto questo viene servito in un colpo solo al lettore, come quando ci si trova di fronte ad un banchetto già imbandito. E i riferimenti continuano, alcuni palesi, altri più oscuri, sottili ma gradevolissimi.

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Dal punto di vista artistico l’atmosfera è tetra, scelta voluta considerando il soggetto di partenza e le premesse di questa storia. Una storia durissima, selvaggia e tutto questo traspare dalle tavole di Panciroli, De Luca e Bargalini. Si nota qualche incertezza qua e là, alcune tavole sono confuse nel montaggio, ma la sensazione generale è ottima, a tratti grezza e grave, ad altri epica e grandiosa. Sembra, a volte, di trovarsi di fronte alle tavole di Mike Docherty, nella grande avventura scritta da Roy Thomas e che vedeva Shuma-Gorath, uno degli storici Grandi Antichi made in Marvel, come grande villain finale.

Una storia feroce, dunque, dura ed esplicita, così squisitamente Sword and Sorcery che farà sicuramente la felicità degli appassionati del genere e del Barbaro in particolare.  Però, e questo va detto, è anche un’opera che si prende delle libertà, imbastisce una storia “ultima” del personaggio che gli appassionati e i fan più duri e puri potrebbero non gradire, considerando ancora oggi Conan delle isole come la vera, ultima avventura del Cimmero. Ma i continui rimandi, le citazioni più o meno sottili, possono tranquillamente portare questa storia ad essere considerata l’ultima grande avventura di Conan, rispetto allo scialbo adattamento di Roy Thomas, forse l’unico suo lavoro veramente mal riuscito.

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Gli elementi per seguire questa storia ci sono tutti e sono spesso più interessanti dell’ultimo reboot Marvel. Forse perché qui si respira quel genere di atmosfere, quelle della leggendaria versione in bianco e nero degli anni ’70, Savage Sword of Conan the barbarian, dove la violenza, il sesso e la magia erano palesi, senza buonismi o censure tematiche e grafiche.
Citazioni a Nosferatu, momenti cosmici degni della più classica tradizione Marvel e, nota personalissima, una bella reinterpretazione del Dio Elefante, graficamente e tematicamente ispirata.
Barbaro questo The Barbarian King, e penso non possa ottenere complimento migliore.

Dati del volume

  • Editore: Red Dragon Publishing
  • Autori: Testi di Massimo Rosi e Alessio Landi, disegni di Luca Panciroli, Federico De Luca & Alessandro Bragalini
  • Genere: Fantasy
  • Formato: 16x24 cm, 132 pp., B., bn
  • Prezzo: 15€
  • Voto della redazione: 8
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