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Il Cuore delle Amazzoni, recensione: una rilettura moderna del mito delle Amazzoni

Il Cuore delle Amazzoni, recensione: una rilettura moderna del mito delle Amazzoni

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Con Il Cuore delle Amazzoni, la sceneggiatrice Geraldine Bindi e il disegnatore Christian Rossi operano una rilettura moderna del mito delle Amazzoni collocando la loro vicenda durante la ben nota guerra di Troia.

Ribellatesi alla sottomissione degli uomini, le Amazzoni sono protette dalla dea Artemide che garantisce loro incolumità e prosperità. La nascita di una società matriarcale composta da sole donne non può, tuttavia, esentarsi dall’annuale Festa dei Fiori, ovvero un rito orgiastico in cui le donne amazzoni possono accoppiarsi con uomini schiavizzati per l’occasione. Le rinunce, però, sono molteplici: non solo a loro è proibito innamorarsi degli uomini ma, una volta gravide, possono tenere e crescere solo le figlie femmine.
Una minaccia profetizzata, tuttavia, incombe: “Un amazzone amerà un greco, e per questo la città sarà perduta”. Il greco suddetto è Achille, semidio e – per questo - unico degno di accoppiarsi con la regina Pentesilea.

Da notare che, secondo la mitologia classica, Pentesilea  - figura esaltata durante il romanticismo - combatté al fianco dei troiani e venne uccisa in battaglia proprio da Achille, che si innamorò di lei togliendole l’elmo dopo averla uccisa. Nulla di tutto questo, però, accade nel graphic novel di Bindi e Rossi che segue tutt’altra direzione, creando un inedito amore fra i due personaggi, oltre che un differente epilogo.

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Il Cuore delle Amazzoni propone, essenzialmente, un ribaltamento sociale in cui sono le donne ad avere le redini del comando, loro a sottomettere gli uomini e a dominarli in nome di un riscatto voluto e dovuto. Tuttavia, le crepe di questa società sono ben visibili e minano alla stabilità della stessa, al di là della pretestuosa profezia riguardante Achille e che possiamo definire come la classica goccia che fa traboccare il vaso. La sofferenza per non poter amare un uomo, la depressione scaturita dal dover uccidere i propri figli maschi, portano a più di semplici contrasti e malumori in particolare nelle nuove generazioni. In tal senso, dunque, l’opera è una profonda riflessione sociale sul ruolo dell’uomo e della donna, che si manifesta attraverso le vicende delle protagoniste.

Protagoniste che sono numerose e ben caratterizzate. Bindi opera un ottimo lavoro nella definizione psicologica dei suoi personaggi, rendendoli tutti molto umani, e anche nella costruzione della trama che si prende il tempo necessario non solo a costruire il suo intreccio, ma anche a far emergere le contraddizioni di questa società. Alla fine, la Bindi, che attraverso l’utilizzo del racconto epico, mette in scena conflitti della società odierna, trova un equilibrio e una risposta a questo dualismo.

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Il tema della sessualità è centrale nell’opera di Bindi e Rossi, così come la contrapposizione fra sesso e amore. Questo si può vedere non solo nel ruolo che il sesso ha per le amazzoni, ovvero strumento finalizzato alla riproduzione ma anche attività rivolta al puro piacere. L’accoppiamento, che prevede la sottomissione non solo figurativa dell’altro, è sia riscatto sociale, sia valvola di sfogo che mezzo necessario alla sopravvivenza e viene vissuto in maniera libera e senza pregiudizi. La rappresentazione del sesso da parte dei due autori, per quanto esplicita, è sempre naturale e mai volgare. Non c’è mai malizia neanche nel mostrare le nudità dei protagonisti: le amazzoni sono sempre nude, e frequenti sono anche i nudi maschili, ma la loro raffigurazione non è mai ammiccante, non ci troviamo di fronte a un fumetto erotico, quantomeno non nell’accezione classica del termine, nonostante ci possano essere tutti gli elementi per poterlo etichettare come tale.

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Il cuore delle Amazzoni è un racconto dallo scenario epico, ma intimo e umano nei fatti, e dunque Christian Rossi punta molto sull’espressività dei personaggi, ognuno con una propria precisa identità anche grafica. L’ambientazione storica è presente solo in maniera marginale in quanto buona parte del racconto si svolge in un villaggio situato in una ricca vegetazione selvatica, così come le nudità dei protagonisti mettono in secondo piano vestiti e armature del secolo.
Lo stile pittorico di Rossi, a cui un acquerellato seppia modula e dona profondità alle figure e agli sfondi, si esalta sia nelle scene di gruppo che in quelle dettagliate dei paesaggi. La suddivisione della tavola, per quanto regolata da rigide vignette, propone una grossa varietà di soluzioni e non dunque una gabbia fissa, risultando dunque funzionale alla narrazione.

Le tavole trovano la giusta ariosità nell’ampio formato del solido cartonato 23.5X31 Panini Comics che, ad un costo sicuramente non per tutte le tasche di 38€ per 160 pagine, offre un’edizione di pregio che consente di ammirare il lavoro di Rossi grazie alle pagine lucide proposte. Peccato per l’assenza, facoltativa ma gradita, di redazionali o schede sugli autori.

Dati del volume

  • Editore: Panini Comics
  • Autori: Testi di Geraldine Bindi, disegni di Christian Rossi
  • Genere: Mitologico, intimista
  • Formato: 23,5x31, 160 pp, C., col.
  • Prezzo: 38€
  • ISBN: 9788891246066
  • Voto della redazione: 8
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