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I maestri del mistero: Il mastino dei Baskerville, recensione: il ritorno di Sherlock Holmes

I maestri del mistero: Il mastino dei Baskerville, recensione: il ritorno di Sherlock Holmes

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Correva l’anno 2009 quando uscì nelle sale cinematografiche di tutto il mondo Sherlock Holmes, la prima di due pellicole (per il momento) interpretate da Robert Downey Jr. e Jude Law, che riportò sotto i riflettori il celebre detective creato da Sir Arthur Conan Doyle nel 1887. Il successo del film incoraggiò altri progetti con protagonista l’investigatore più famoso della storia della letteratura gialla, soprattutto in ambito televisivo. Dopo pochi anni videro infatti la luce due serie simili, accomunate dal tentativo di ambientare le avventure di Holmes e Watson ai giorni nostri rendendole plausibili, ma molto diverse per esiti qualitativi: la poco riuscita Elementary e lo Sherlock della BBC che ha rivelato al mondo il talento recitativo di Benedict Cumberbatch. I film per la tv interpretati da quest’ultimo e da Martin Freeman nel ruolo del Dr. Watson hanno adattato in maniera fedele, salvo le ovvie modifiche dovute alle differenti epoche di ambientazione, i romanzi di Conan Doyle, preservandone lo spirito e rendendo il vecchio detective d’epoca vittoriana una star della fiction moderna. Non stupisce quindi il proliferare di iniziative multimediali dedicate all'illustre inquilino di Baker Street, tutte accomunate, come le serie tv appena citate, dalla necessità di restare fedeli al materiale di partenza pur adattandolo al gusto moderno. Ultima arrivata, tra questa serie di progetti, la versione a fumetti di una delle più celebri avventure di Holmes, Il Mastino dei Baskerville, ad opera di Giulio Antonio Gualtieri e Federico Rossi Edrighi, inserita nella collana I maestri del Mistero curata da Roberto Recchioni ed edita dalla Star Comics.

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La storia è ben nota a chiunque abbia letto il romanzo originale: a Dartmoor, nel Devonshire, la popolazione locale è terrorizzata dalle apparizioni di un enorme cane, un mastino il cui arrivo è annunciato da latrati raggelanti. La bestia sarebbe legata da una maledizione ad una famiglia nobile locale, i Baskerville, dannata per sempre a causa della condotta sconsiderata di un suo membro, Sir Hugo, ora deceduto. Quando l’erede diretto alle fortune della famiglia, Sir Charles, muore assassinato in circostanze misteriose, il Professor Mortimer, un amico di famiglia, si reca a Londra per cercare l’aiuto dell’investigatore privato più famoso d’Inghilterra, Sherlock Holmes. Mortimer crede, e a ragione, che il successivo erede nella linea di sangue, Sir Henry, sia in grave pericolo. Holmes invierà nel Devon il suo fidato amico John Watson per proteggere Sir Henry, osservare la situazione e relazionarlo. Il detective risolverà il caso a Londra sulla base delle sue infallibili deduzioni, salvo poi recarsi a Dartmoor, dove qualcuno non è chi dice di essere, per smascherare il colpevole.

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Riuscito adattamento dell’originale di Conan Doyle, Il Mastino dei Baskerville è una lettura piacevole ed avvincente, grazie alle scelte creative di Gualtieri e Rossi Edrighi che oscillano tra classico e moderno. Lo scrittore, pur rifacendosi alla versione classica di Holmes, fissata non solo dai romanzi ma anche dai lungometraggi degli anni ’40 interpretati da Basil Rathbone, riesce a fornirne una versione non paludata e particolarmente fresca, grazie ad una perfetta caratterizzazione del personaggio che passa attraverso i gustosi scambi verbali col Dr. Watson, che non riesce a tenere il passo dei ragionamenti e delle brillanti deduzioni del suo celebre amico, generando così divertenti siparietti. Holmes è ritratto come un campione della ragione, scettico su tutto quello che viene definito “paranormale”: ironia volle che il suo creatore, Sir Conan Doyle, fosse invece un seguace dello spiritismo, tanto da cadere vittima di una truffa ai suoi danni. Uno script appassionante, quello di Gualtieri, che si beve tutto d’un fiato catapultando il lettore immediatamente nell’azione e non appesantendo la fruizione con inutili didascalie.

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Lo stile di Federico Rossi Edrighi è un altro esempio di quella commistione tra classico e moderno di cui si parlava prima: un tratto stilizzato e aguzzo, molto contemporaneo, che contrariamente a quanto si pensi diventa la scelta ideale per illustrare una storia gotica e di fantasmi, grazie alla capacità di creare giochi di ombre col tratteggio. Uno stile minimalista che nasconde belle sorprese, basta pensare alla sequenza in cui Holmes scioglie il mistero rivelando la soluzione del caso, in cui i contorni delle vignette prendono la forma della rete in cui sta cadendo il colpevole. Una soluzione grafica che dimostra inventiva, insieme all’uso efficace delle onomatopee.

Completa il volume un ottimo apparato redazionale, curato dagli stessi Recchioni e Gualtieri con l’apporto di Kevin Scauri e Michele Monteleone, che analizza con competenza l’opera di Conan Doyle e il rapporto travagliato con la sua creazione più celebre: come bonus, un gustoso elenco dei “mastini infernali” che hanno infestato la Gran Bretagna nella sua storia secolare. Tutti buoni motivi che, uniti ad una piacevolissima veste editoriale da cartonato soft-touch, rendono consigliabile l’acquisto del volume.

Dati del volume

  • Editore: Star Comics
  • Autori: Testi di Giulio Antonio Gualtieri, disegni di Federico Rossi Edrighi
  • Genere: Giallo
  • Formato: 112 pp., 16x21 cm, C., b/n
  • Prezzo: 14€
  • ISBN: 978-8822607065
  • Voto della redazione: 7
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