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In inverno le mie mani sapevano di mandarino

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I ricordi scandiscono il tempo, la nostra esistenza, mantengono vivi dentro di noi gli avvenimenti più straordinari e quelli in apparenza più banali. Le situazioni, i luoghi, le persone che incontrano il nostro cammino, inevitabilmente entrano a far parte di noi e ci rendono quelli che siamo. Ci caratterizzano, ci formano, ma soprattutto ci fanno crescere. Restiamo indissolubilmente ancorati ai nostri ricordi e così, quando qualcuno di questi vola via, è come perdere un pezzo di vita.

Succede spesso, però, di non riuscire a distruggere tutti quei ricordi dolorosi che, uniti al quotidiano, hanno segnato, spesso irreparabilmente, la nostra esistenza. In questi casi bisognerebbe provare a chiudere la nostra memoria e compiere un certosino lavoro di eliminazione di tutte quelle scorie che avvelenano i nostri giorni. Questo è proprio ciò che decide di fare Nani, protagonista del secondo lavoro solista di Sergio Gerasi, edito dalla Bao Publishing per la collana Le città viste dall’alto, e giunto qui ad una fase importante del suo processo di crescita come autore.

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L’opera si concentra sul ruolo che le reminiscenze hanno sulla nostra vita, di come pochi secondi, o una scelta avventata, possano spingerci verso una situazione irreparabile e stravolgere completamente la nostra esistenza. L’autore gioca su due piani temporali che si intrecciano tra loro. Il primo, ambientato nel presente narrativo, in cui il protagonista intraprende un viaggio, sia fisico che metafisico, alla ricerca di una cura per il male della di lui nonna, il morbo di Alzheimer; il secondo, ambientato nel passato, in cui veniamo a conoscenza dei frammenti di memoria da cancellare, che ci permettono di capirne la storia e quindi le cause che hanno spinto Nani a questa sua scelta estrema. Questi mostriciattoli colorati che provengono dal suo vissuto e che, come un preciso metronomo, scandiscono il tempo della sua malattia, del suo star male.

La nonna è co-protagonista di questa storia e interpreta il ruolo classico delle nonne. Presente durante la crescita di Nani, affettuosa e protettiva nei confronti di questo nipotino speciale, ma, soprattutto, portavoce di quella paura, tipica degli anziani, di dimenticare ed essere dimenticati. Dimenticare, per loro, è come morire, spegnersi un pò alla volta. Ecco perché, le persone anziane tendono a raccontare gli episodi, talvolta anche quelli meno significativi, della loro vita: per loro è un modo per tenersi aggrappati, per sopravvivere all'oblio. E purtroppo, la povera nonna soffre di questo male che tutto cancella e tutto deforma, fino allo spegnimento definitivo.
Dicevamo del viaggio. Il viaggio è una esperienza costante nella vita dell’uomo. Sin da Omero l’uomo è sempre stato pronto a lanciarsi verso l’ignoto alla ricerca di sé stesso. Non c’è quindi da stupirsi se anche in questa esperienza letteraria ci muoviamo sia su un piano reale che su uno simbolico.

Nel primo caso, Gerasi ci conduce lungo i navigli della sua Milano alla ricerca dell’isola misteriosa di Onalim, a bordo di una nave che è tutto uno scricchiolio e con al timone un improbabile capitano che è tutto meno che un uomo capace di infondere sicurezza e tranquillità al suo unico passeggero. Nel secondo caso, la letteratura trasfigura il viaggio in simbolo di qualcosa d’altro: dell’inquietudine dell’uomo e della sua sete di conoscenza, del suo bisogno di mettersi alla prova sfiorando l’ignoto, dell’itinerario della sua maturazione spirituale o di tutta la sua stessa esistenza. E qui l’autore dà ampio sfoggio della sua bravura compositiva conducendo i protagonisti attraverso delle città realizzate con i frammenti di vita vissuta, viaggi passati. Ogni luogo è diverso dall’altro, ed ognuno è la sintesi delle esperienze sensoriali e visive di un’esistenza intera che portano al momento conclusivo della ricerca, la felicità del compimento dell’eroico gesto mortificata, poi, dall’ineluttabile destino degli esseri umani.

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È evidente anche un forte richiamo ai romanzi di avventura otto-novecentesco ma, soprattutto, per restare nell’ambito dei fumetti, a Corto Maltese, creazione di Hugo Pratt. Nani, prima di intraprendere questo viaggio, si veste proprio come Corto, col tipico cappello e cappotto marinaio, in un omaggio al personaggio che meglio incarna nell’immaginario collettivo il ruolo del viaggiatore.

Lo stile di Gerasi qui si esalta, soprattutto quando questi conduce Nani lungo un vortice di reminiscenze grottesche, personaggi verosimili ognuno dei quali rappresentativo di un vizio della società contemporanea, di uno dei peccati capitali che uccidono e contaminano la nostra morale. Molti sono personaggi storici di ogni epoca e provenienza, tutti facilmente riconoscibili, e perfettamente calati nel ruolo di sirene tentatrici del nostro prode Ulisse.

La tecnica ad acquerelli di grigio ben si adatta a delineare le giuste atmosfere della città milanese, per aprirsi poi in sconfinati bianchi che lasciano parlare l’espressività del protagonista e delle sue riflessioni. Grazie a una struttura della tavola ben delineata, la lettura procede scorrevole, e vengono preferiti primi piani ricchi di elementi espressivi in grado di caratterizzare al meglio ogni comparsa senza ricorrere a troppi dialoghi o didascalie invasive. 

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Alla fine della lettura risulta impensabile sfidare, anche solo per un attimo, la nostra capacità di incamerare e conservare, di vivere e poi ricordare. È impensabile immaginare di sfidare il tempo e la memoria. Niente più reminiscenze, niente più emozioni improvvise dicendo “sì… me lo ricordo bene…”, niente più immagini impresse come incantevoli quadri dipinti dalla nostra testa. Momenti sentiti, amati ed odiati, ascoltati, vissuti. Passati. Cancellati, allontanati per sempre da noi stessi. È impossibile, perché basta una canzone, una parola, uno sguardo, l’odore dei mandarini sulle nostre mani, per farli ritornare a vivere.         

In inverno le mie mani sapevano di mandarino è un’opera sublime di un autore ormai maturo, capace di realizzare un graphic novel intenso, mai banale, capace anche di commuovere il lettore.

Tutto può tornare nei ricordi, sempre.

Dati del volume

  • Editore: Bao Publishing
  • Autori: Testi e disegni di Sergio Gerasi
  • Formato: Brossurato, 17x23, colori
  • Prezzo: 15 €
  • Voto della redazione: 8
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