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Promethea 15

Promethea 15, “Passaggio a Mercurio”, testi di Alan Moore, disegni di J.H. Williams III, su ABC n°16, Magic Press, 4,75 euro. Voto: 8.

Che ABC fosse una delle riviste contenitore più variegate e originali del panorama italico, si sapeva già. D’altronde dalla penna di Alan Moore, anche nel peggiore e meno ispirato dei casi, non puoi che aspettarti simpatiche commistioni di pulp stories, supereroi e tanto mestiere nella costruzione della sceneggiatura. Nel migliore dei casi, però, qualunque aspettativa potrà venire superata da uno dei tanti colpi di genio del maestro di Northampton. E’ questo il caso di Promethea n° 15, complicato e interessantissimo esperimento che si inserisce nel solco “esoterico” già tracciato dalla serie più elitaria e raffinata della divisione Wildstorm interamente gestita dal barbuto scrittore inglese.
Partita come una riflessione trasversale sulle modalità e la tradizione del racconto e della narrativa, Promethea si è presto trasformata, o sarebbe meglio dire “evoluta”, in un prontuario magico, una sorta di bignami alchemico e cabalistico, una riflessione, questa volta, sul modo di narrare, codificare e riplasmare la realtà. A Moore si può rimproverare, talvolta, di privilegiare la carica informativa a scapito dell’intreccio, inevitabilmente lento, farragginoso e spesso in secondo piano. Sicuramente una scelta voluta, una presa di posizione non-commerciale che fa di Promethea una serie anti-avventurosa, negazione del fumetto d’azione e quindi non per tutti. Questo numero 15, “Passaggio a Mercurio”, si distingue per un’ulteriore accelerata sul binario documentaristico e si sofferma, questa volta, sul binomio linguaggio e interpretazione, alla base di ogni comunicazione, magia e arte sequenziale comprese. Un altro tassello nel complesso mosaico che Moore sta tessendo intorno alla sua semidea/eroina, e che porterà, si dice, alla fine del mondo. Dal lato grafico, senza limiti la bravura di J.H Williams III, perizioso disegnatore che fa della costruzione e dell’architettura della tavola il suo punto di forza. E in effetti, la doppia pagina 7-8 sul percorso a forma di “infinito” vale da sola il prezzo dell’albo.


Giovanni Agozzino
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