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Infinity Abyss & Marvel Universe : The End

J. Starlin: "The Infinity Abyss", collana Marvel Mix nn. 48 e 49 (98 pp. cad., col., brossurati), Panini Comics/ Marvel Italia, due volumetti a 4.00 euro cad..
Voto: 8/10

J. Starlin: "Marvel Universe: The End", collana Marvel Mix nn. 50 e 51 (due volumetti rispettivamente di 98 e di 88 pp., col., brossurati), Panini Comics/ Marvel Italia, euro 4.00 (vol. 1) e euro 3.80 (vol. 2).
Voto: 6 e mezzo/10

Tra la fine degli anni Ottanta e l´inizio degli anni Novanta le storie di Jim Starlin costituivano uno dei pochissimi motivi validi che potevano giustificare la lettura di un fumetto supereroistico targato Marvel Comics.
Chi l´aveva seguito negli anni Settanta, quando diede vita a saghe cosmiche - incentrate sulle figure di Warlock e di Capitan Marvel - lisergiche e nichilistiche che poco posto lasciavano alla luce e alla speranza, se lo ritrovò, frizzante e umoristico, al timone di cicli narrativi galattici popolati da personaggi sfaccettati e densi di azione scatenata.
Collane come "Warlock e La Guardia dell´Infinito", "Warlock Chronicles", "Silver Surfer" e "The Mighty Thor"; mega cross-over come "The Infinity Gauntlet", "The Infinity War" e "The Infinity Crusade", miniserie come "Thanos Quest", divennero un appuntamento gustoso e impedibile per qualsiasi appassionato di science-fantasy.
Nel 2002, Starlin ha rimesso mano alla dimensione "universale" della Marvel - di cui si può considerare uno dei principali architetti - con una deliziosa mini-saga di sei numeri intitolata "The Infinity Abyss".
Personaggio centrale della vicenda è ancora una volta il machiavellico Thanos - creatura prediletta di Starlin, nonché uno dei personaggi più belli e complessi della Marvel - il quale, ritiratosi in un esilio volontario dedicato agli studi e alla ricerca, si ritrova a fronteggiare una minaccia cosmica... partorita dalla sua stessa sete di conoscenza.
In suo aiuto - anche se con parecchie remore e sospetti - sono costretti ad accorrere gli eroi più svariati: la mercenaria Gamora, ex pupilla di Thanos; Dragoluna; il Dottor Strange; Capitan Marvel; l´Uomo Ragno; Warlock e Pip il Troll.
Starlin è un decano dei comics americani, testimone e artefice di un modo di realizzare fumetti supereroistici che sta scomparendo.
Basta analizzare ogni singolo capitolo di "The Infinity Abyss" per rendersene conto.
Nel primo episodio Starlin introduce al lettore tutti i personaggi della vicenda, ovviando velocemente a tutti gli eventuali gap generati dalla fantomatica continuity. Un atto quasi commovente e sempre più difficile da scovare di chiarezza espositiva e di correttezza verso il pubblico.
Imbastisce poi, come minimo, due o tre momenti topici (con relativi climax) per ogni capitolo successivo.
Considerando che l´attuale tendenza di molti sceneggiatori di comics è quella di dilatare i tempi delle sequenze e dei dialoghi (riducendo quindi drasticamente il numero dei colpi di scena per ogni albo), quello di Starlin appare come un esempio di generosità narrativa che sembra sbucare da un´altra epoca.
A Starlin non occorrono troppi giri di parole per delineare la personalità di un personaggio. Quando Capitan Marvel domanda stupito all´Uomo Ragno: "Ma... perché giri sulle pareti di casa?", la risposta dell´aracnide umano ci dice già tutto di lui, rendendocelo ancora più caro e umano: "E´ una cosa che faccio quando sono nervoso."
Allo stesso modo sequenze d´azione come l´epico duello astrale tra Strange e Dragoluna - risolto in sole sette densissime e costruitissime tavole - dovrebbero rappresentare l´ABC di qualsiasi aspirante disegnatore di comics supereroistici.
"The Infinity Abyss" è un gioiello di regia e di composizione delle vignette, denso di scene ricche e articolate, impeccabile nei testi e accurato nelle soluzioni, graziato da un ottimo inchiostratore (il veterano Al Milgrom) e da colori che rimandano alle vivide, magiche tonalità degli albi Silver Age senza rinunciare al contemporaneo gusto per la sfumatura luminosa e l´effetto speciale derivanti dai più avanzati software grafici.

Seguito ideale e "non ufficiale" di "The Infinity Abyss" è "Marvel Universe: The End", un´epopea che si va a collocare accanto ai vari "epiloghi ideali" che la Marvel sta producendo per ogni personaggio principale della sua library ("Hulk: The End", "Wolverine: The End", "Punisher: The End", ecc.).
In questo caso Starlin cicca il colpo e - preso dalla necessità di gestire e inserire a forza diverse centinaia di personaggi - scade notevolmente di tono, sia a livello narrativo che grafico, in diverse occasioni.
"Marvel Universe: The End" - a differenza di "The Infinity Abyss" - propone una vicenda poco compatta, di scarsa originalità e non priva di cincischiamenti e lungaggini.
C´è una minaccia universale di origine egizia, c´è una razza aliena ultra-progredita, c´è un conflitto che vede coinvolti tutti i supereroi del pantheon Marvel, c´è un finale confuso e inconcludente che tira fuori l´espediente del deus ex machina e rende alfine inutile l´intero progetto (con lettura annessa).
Ne risentono, dicevo, anche il disegno - meno accurato del solito, nonostante alcune tavole di forte impatto - e la scansione delle vignette che mostrano uno storytelling meno accorto e inquadrature meno studiate del solito.
Un prodotto non del tutto malvagio, considerando comunque l´innegabile professionalità col quale è stato realizzato. Ma in fin dei conti trascurabile.

Da notare che in appendice all´edizione italiana di queste saghe - inserite dalla Panini nella collana "Marvel Mix" - vengono spesso inserite short-stories tratte dalla collana antologica americana "Marvel: Double Shot".
Nel caso dei quattro volumetti qui recensiti, abbiamo potuto leggere un´interessante storia del Dottor Destino - dal finale comunque sopra le righe rispetto ai presupposti - scritta da Christopher Priest e illustrata da Paolo Rivera; un divertente omaggio a Will Eisner, Stan Lee e Steve Ditko realizzato da Michael Gilbert, con protagonista il Dottor Strange e, infine, un team-up tra Reed Richards e suo figlio Franklin, a opera di Jai Nitz e Gurihiro.
Raccontini senza particolari pretese, ma abbastanza piacevoli nella loro voluta leggerezza.


Alessandro di Nocera
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