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I Colori di Carnevale

L. Bartoli – M. Carnevale: "I Colori di Carnevale", vol.mi 1 e 2 (Collana Euracomix nn. 181 e 185, ottobre 2003 e febbraio 2004, 68 pp., col., cartonati), Eura Editoriale, Roma, euro 9.00 caduno.
Voto: 6 e mezzo/10

Massimo Carnevale è da diversi anni uno dei più apprezzati illustratori del comicdom italiano.
Punta di diamante della casa editrice Eura – per la quale ha ormai realizzato centinaia di cover, sia per i settimanali "Lanciostory" e "Skorpio" che per i mensili "Dago", "Martin Hel" e "John Doe" – Carnevale ha instaurato anche una sorta di sodalizio artistico con lo sceneggiatore Lorenzo Bartoli, assieme al quale ha realizzato l'apprezzato ciclo di "Uomini e Topi" e poi il pluripremiato "Il Dono di Eric".
Le opere di Bartoli e Carnevale hanno sempre trovato uno spazio di rilievo nella storica collana di volumi cartonati denominata Euracomix. E non fanno eccezione le storie autoconclusive a colori riunite in due libri antologici pubblicati tra l'ottobre 2003 e il febbraio 2004: "I Colori di Carnevale" e "I Colori di Carnevale/2".
Un titolo, una ragione lampante: perché a farla da padrone, sulle pagine delle due raccolte – che ripropongono in modo ragionato racconti apparsi in tempi diversi sui settimanali dell'Eura – è principalmente l'arte di Massimo Carnevale; il suo tratto originale e citazionistico insieme; i colori ora delicati, ora squillanti della sua personale tavolozza.
L'artista attinge a piene mani da fonti diverse: in "Amore e Guerra" omaggia il tratteggio di Bill Sienkiewicz; in "L'Uomo del Mare" si riallaccia all'Alberto Breccia più cupo e orrorifico; in "Lucille" e in "Lasciate che il Pargolo…" si diverte a imitare lo stile caricaturale di Carlos Nine; in "Sempre il Mare" e "Confesso che ho Peccato" rievoca la fantascienza di Metal Hurlant; in "La Vita Segreta dell'Uomo-Pianta" riduce le linee ed esplode nel colore puro come farebbero un John J. Muth o un Kent Williams.
Non solo: la narrazione, il montaggio della tavola e la "recitazione" dei personaggi, palesano, non di rado, l'influenza di Domingo Mandrafina (vedi, per esempio, "Don Chisciotte 2140"). E lo stile espressionista presente in certe tavole – come accade in "Polvere di Mostri" – è degno del migliore Jorge Zaffino (che assieme a Corrado Mastantuono rappresenta il principale referente di Carnevale, soprattutto nelle storie in bianco e nero apparse su Lanciostory e Skorpio).
Il problema, però, è che in questo sfoggio virtuosistico – in cui l'artista riesce a manifestare comunque un suo stile riconoscibile e la sua intima visione del medium – i soggetti sembrano rappresentare un mero pretesto. Dei divertissement estemporanei.
Sceneggiatore di atmosfere e suggestioni più che di fatti e di sostanza, Lorenzo Bartoli consegna infatti al suo amico illustratore delle storielle (oscillanti tra il drammatico, il fantasy onirico, l'umorismo grottesco e la fantascienza leggera) davvero troppo esili e volatili per lasciare il benché minimo segno sul lettore più smaliziato.
Un lettore che oltretutto potrebbe restare infastidito non poco dalla tendenza dello scrittore romano a infarcire i suoi testi di citazioni letterarie, analogie, metafore, similitudini, aforismi, correlativi oggettivi che danno spesso l'idea di una profondità falsa e artificiosa. Che scade nella totale cialtroneria quando ci si trova davanti a frasi tipo: "Veniamo tutti dal mare, dicevo… altrimenti perché le lacrime sarebbero così salate?".
Un momento di affascinante intensità e di perfetto connubio tra esigenze narrative e illustrative si può certamente cogliere nel suggestivo "Ipotesi su un risveglio" (vi sfido a non reprimere un brivido per questa rielaborazione del mito di Lazzaro…), ma per il resto si ha sempre l'impressione di trovarsi davanti a dei lavori troppo incentrati sulla rinomata perizia grafica di Carnevale perché valga la pena di donare loro uno spazio duraturo sugli scaffali della propria libreria.


Alessandro di Nocera
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