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Julia 62


JULIA 62: "L'assassino è innocente" (brossurato, 130 pagine, b/n, € 2,70, Sergio Bonelli Editore) testi di Berardi/Calza, disegni di Zaghi
Voto: 8/10

In quanti modi si può uccidere una persona?
In quanti modi si può condannare un uomo?
In che modo, nella società contemporanea può essere assicurata la certezza del diritto e della giustizia?
Come si fa a stabilire una verità certa in un mondo in preda all'impazzimento e ai micro-orrori della quotidianità?
Il sessantaduesimo albo di "Julia" – intitolato "L'assassino è innocente" – presenta una storia le cui implicazioni sono talmente ricche e problematiche da generare molteplici spunti di riflessione.
Il fulcro centrale della vicenda – un uxoricidio che forse non è tale – si espande a raggiera e. grazie a una sceneggiatura calibratissima, dà impulso a varie storie individuali che si intrecciano e si inseguono mostrandoci come l'assurda complessità dei rapporti individuali nella società contemporanea può condurre alla follia e alla morte.
La protagonista, la criminologa Julia Kendall, in questo caso diventa poco più che una testimone del dramma di un uomo – Rupert Strode – la cui vita meschinamente dissoluta si rivela foriera di una nefasta miriade di apocalissi personali, la più grave delle quali si conclude, l'abbiamo accennato, con la morte violenta della moglie.
Ma, come sovente accade, niente è ciò che sembra e tutto si nasconde dietro cortine insondabili e ipocrisie assassine. Ne viene fuori il ritratto di una borghesia stremata dalla propria inquietudine e sempre più preda di solitudini patologiche e aride ansie vendicative.
Luigi Bernardi ne "Il male stanco" – sicuramente il saggio sulle dinamiche del crimine in Italia più importante degli ultimi dieci anni – fa notare con acutezza come nella società globalizzata, gli omicidi spesso non sono più dettati da una virile quanto distruttiva volontà di imporsi agli altri, quanto piuttosto da una resa incondizionata alla trappole esistenziali che la vita ci tende.
E' praticamente lo stesso assunto che ritroviamo ne "L'assassino è innocente": a voler giudicare oggi un fatto di sangue, si corre il rischio di andare a caccia di moventi che non esistono se non nella mente ottenebrata dall'impazzimento di colui che l'ha messo in atto.
Giancarlo Berardi – coadiuvato da Lorenzo Calza – dimostra così, come sempre, di sapersi rapportare allo spirito dei tempi, riuscendo nel difficile tentativo di rendere sorprendentemente sofisticato e profondo un titolo mensile che resta comunque condizionato da certe dinamiche aziendali che tendono a rigettare i collegamenti diretti con la cronaca e l'attualità.
Non solo: Berardi rinuncia ancora – e in questo caso anche più del solito - alla centralità del protagonista principale per concentrarsi quasi esclusivamente sui characters secondari, ribadendo il proprio personale concetto di serialità. Tra l'altro, resta anche l'unico sceneggiatore che sa come accomiatarsi dai suoi stessi personaggi, facendoli uscire di scena con una grazia e un'attenzione commossa alla loro dimensione umana che appartiene solo al narratore di razza.
E per chi vuole capire meglio cosa intendiamo, può andare a pag. 107 e lasciarsi straziare il cuore dalla coppia di coniugi distrutta che si perde nel gelo cittadino.
Per noi "Julia" resta una lettura imprescindibile per chiunque voglia conservare un minimo di contatto con l'essenza più pura del fumetto popolare italiano.


Alessandro di Nocera
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