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Doom Patrol TP 2

DOOM PATROL 5-8(spillato, 32 pagine, colore, 2,99 $ cad., DC Comics) Storia di John Arcudi; disegni di Tan Eng Huat VOTO 7/10

Continuano le avventure della nuova e sempre più sgangherata Doom Patrol. In questo secondo volume, si conclude da dove l’avevamo lasciato lo scontro con il silenzioso Tycho e gli antichi spiriti da lui evocati per motivazioni misteriose.
A dar man forte al team di Robotman ci sarà di nuovo il gruppo formato da Metamorpho (che a dire il vero, come ci viene sottolineato nel racconto stesso, avevamo lasciato da morto sullo storico JLA Play #3), Changeling, Elongated Man e il Dr. Light, tutte o quasi vecchie conoscenze dei fan DC/Play e il cui ritorno non farà rimpiangere per verve le apparizioni storiche sull’indimenticata American Heroes.
In questo volume John Arcudi conclude il prologo della serie, iniziando finalmente a giocare i temi che rappresenteranno le basi della nuova Doom Patrol. Se storicamente, nelle precedenti incarnazioni della collana, a farla da padrone erano il contrasto tra l’esistenza tormentata degli eroi freak e il sogno di un’esistenza “globalizzata” e forse, a monte, utopica, qui i riflettori si stringono ad inquadrare una prospettiva più intimista, il dubbio della conoscenza di se stessi e degli altri (spesso sulla scia di parte del lavoro di Grant Morrison su Doom Patrol vol. II). Quanto sappiamo veramente di noi, e di chi ci sta attorno? Quanto di ciò che ignoriamo vorremmo davvero scoprire? Ma soprattutto, quanto inconsciamente il fatto di essere pericolosamente diversi può condizionare le relazioni sociali?
A quest’ultima domanda in particolare risponderanno dal vivo i goffi e tormentati tentativi dei personaggi di stabilire dei rapporti, anche intimi, in una sorta di grande fratello cartaceo a cui assisteremo attraverso il filtro di un obiettivo capace di caricaturare con il giusto equilibrio i momenti più buffi e quelli più amari.
Ma al centro del palco, vero protagonista del dramma pirandelliano, c’è Cliff Steele alias Robotman. A partire dal folle colpo di scena sul finale del primo episodio del volume, sarà il fulcro di una vera e propria quest alla ricerca di chi egli sia veramente: da un lato, lo conosceremo da zero dagli occhi dei suoi nuovi compagni d’avventura, dall’altro seguiremo il suo stesso viaggio interiore, quello di un uomo che forse non ha mai osato conoscersi davvero.
Come sempre straordinari i disegni di Tan Eng Huat, la cui mano cresce di freschezza a vista d’occhio, con risultati insoliti e adattissimi al clima della storia.
Se il voto finale non è alto è solo per l’effettivo disagio che l’ignoranza delle gesta passate del team può creare a volte durante la lettura: certi atteggiamenti e colpi di scena non possono essere apprezzati del tutto se non si ha già familiarità con i personaggi, e se questo non basta a rovinare la lettura ne smussa certamente l’impatto emotivo.

Questi albi verrano collezionati nel secondo volume della DP in uscita per la Play Press.


Fabio Graziano
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