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Green Lantern: Legacy


GREEN LANTERN: LEGACY (cartonato, 112 pagine, colore, 15 €, Play Press) Storia di Joe Kelly; disegni di Brent Anderson e Bill Sienkiewicz VOTO 6,5/10

Un nostalgico come me non poteva che accogliere a braccia aperte un nuovo ritorno alla ribalta di Hal Jordan, personaggio che come tutti i martiri (in questo caso, del marketing) attira l’amore dei fan in modo incondizionato, vittima del fascino maledetto dell’eroe decaduto.
E questo special, realizzato da un team d’autori di prim’ordine, si rivolge proprio agli ammiratori duri e puri dell’ex crociato di smeraldo, regalando loro un degno epilogo alla lunga parentesi da Lanterna Verde di Jordan, che a seguito di queste pagine può finalmente spiccare il volo verso un nuovo capitolo della sua saga come Lo Spettro.
A sorpresa, il vero protagonista del racconto è però Tom Kalmaku (in originale soprannominato “pieface”, per il fatto di essere un eskimo… incredibile…), la storica spalla silver age di Hal, che oggi vive una vita miserabile, segnata dalla cicatrice che il crudele addio dell’amico gli ha lasciato nel cuore e nell’anima. Tom ha assimilato nel modo più avvilente l’eterna condizione di “spalla”, auto-esiliandosi in una mezza vita illuminata solo dal ricordo dolce-amaro di Hal Jordan, di cui sta scrivendo una biografia “gossippara” destinata a non essere mai conclusa.
Ma il riscatto giungerà, inatteso, sotto forma di un bambino, il presunto figlio di Jordan assegnato come un’eredità alle cure di Tom…
Nasce da queste premesse una storia indubbiamente di piacevole lettura, ma spesso troppo confusa (vedi in special modo il pressoché ingiustificato ritorno di una vecchia conoscenza dei lettori di Green Lantern) e difficilmente comprensibile ai non avvezzi alle tematiche classiche dei personaggi.
Attraverso gli occhi di Tom, rivivremo la carriera di Lanterna Verde fino al suo declino, la cui rilettura si rivelerà la vera eredità per il disincantato eskimo, che aiuterà ancora una volta l’amico di un tempo, in un’ultima missione il cui premio sarà la sua stessa salvezza.
Due cose rendono questo volume davvero unico: in primo luogo, gli splendidi disegni della coppia Anderson / Sienkiewicz, che sprizzano ad ogni tavola la giusta dose di grandeur hollywoodiana, favorita anche dall’ottima colorazione, mista a qualche riferimento d’obbligo al lavoro dei predecessori Gil Kane e Neal Adams; infine, la prestigiosa confezione, proposta con coraggio dalla Play Press ad un prezzo di molto inferiore rispetto all’edizione originale (cosa rara, ultimamente, per la casa editrice romana).
Concludendo, per quanto Kelly abbia costruito la vicenda in modo da stimolare nel lettore un piacevole sospiro di sollievo finale, la sensazione a lettura terminata è quella di una grande occasione mancata: poteva essere un racconto dal peso molto più importante, invece nemmeno l’ennesimo passo verso la redenzione del dannato Hal basta a soddisfare appieno il lettore, che si vede scivolare tra le dita un’altra storia ambigua e difficile da inquadrare.


Fabio Graziano
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