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Warren Ellis continua il suo ciclo su James Bond con Eidolon, prime dichiarazioni

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Apprendiamo da CBR che lo scrittore Warren Ellis, al momento al lavoro al fianco di Jason Masters su James Bond, la serie a fumetti della Dynamite Entertainment ispirata all'iconico personaggio creato da Ian Fleming, continuerà il suo operato con il nuovo ciclo intitolato "Eidolon", che comincerà subito dopo la chiusura di "Vargr" a partire dal #7 in uscita il 15 giugno. Ricordiamo anche che Panini Comics porterà la serie in Italia ad ottobre.

"[Il nostro Bond] non ha nulla a che vedere con quello dei film. La serie emerge direttamente dalla matrice letteraria di libri e dalle storie brevi. Quando ho cominciato, l'associazione che cura l'eredità letteraria di Fleming mi ha inviato tutti i libri e i racconti scritti sul personaggio e ho passato diverso tempo a rileggere ciò che avevo già letto e a scoprire lavori per me nuovi. La chiave per i miei racconti sta nelle storie brevi di Bond - potete trovare un embrione di "Vargr" in "Risico" per esempio", ha dichiarato l'autore.
"Jason [Masters] ha lavorato a partire dalla stessa descrizione di Bond che dà Fleming, dallo sketch che Fleming commissionò ad un artista di cui non so il nome e dall'adattamento di esso fatto dal primo fumettista che ci lavorò, John McLusky".

"Sono arrivato [al titolo Eidolon] leggendo Numero Zero, l'ultimo libro di Umberto Eco, che mi ha ricordato di Gladio e le forze paramilitari presenti in Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale. Stavo cercando di trovare un modo per introdurre un tipo di guerra asimmetrica e un modello di combattimento moderno nella serie di Bond, senza essere troppo maldestro -- Al Qaeda, Daesh, il movimento monetario e tutte queste cose che al tempo di Fleming non c'erano. Proprio come "Vargr" parlava delle droghe, soggetto che Fleming ha solo sfiorato".

Vedremo l'apparizione di questo arco di un personaggio amato dai fan, oltre che alla forte presenza di un personaggio femminile nella trama. Qui di seguito trovate la cover del numero 7 di Dom Reardon.

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Trees Vol. 1/A: In ombra

Un nuovo lavoro di Warren Ellis è sempre oggetto di particolare attenzione da parte di lettori e critica specializzata. Sia che si tratti di un approccio metatestuale al fumetto (Planetary), di un manifesto programmatico per i supereroi del nuovo millennio (The Authority), o del recupero e della decostruzione di vecchi eroi di serie b a cui fornire una nuova ragione d’essere (Moon Knight), l’opera dello scrittore inglese si è sempre segnalata per un sottotesto complesso e stratificato, che non pregiudica comunque una fruizione appagante da parte del lettore. Non è da meno questo ultimo Trees, opera di science - fiction che pur non appartenendo al filone revisionista tipico dello scrittore inglese, presenta comunque una prospettiva inedita sul tema dell’invasione aliena.

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Ellis immagina che dei misteriosi monoliti, simili ad enormi alberi di cui non è possibile scorgere la sommità, siano atterrati in diverse parti del globo, forme aliene di inintelligibile complessità che non sembrano dare alcun segno di vita, salvo il rilascio di periodiche scorie dalla propria corteccia che seminano distruzione al loro passaggio. Dieci anni dopo l’arrivo di questi “strani visitatori” e il conseguente sconcerto della comunità internazionale, il mondo ha accettato la presenza degli alberi e le persone cercano di andare avanti con le proprie esistenze. Uomini e donne diversi in diverse zone del mondo, ma legati da un filo comune: la muta presenza degli alberi nella loro vita.
Il primo volume di Trees focalizza la sua attenzione su tre vicende in particolare: quella di Tiang Chenglei, giovane pittore proveniente da un piccolo villaggio cinese che si trasferisce nella città di Shu, capoluogo di una Regione Culturale Speciale dove il ragazzo spera di affermarsi come artista. Tiang assaporerà la vertigine della libertà offerta dalla grande città e supererà i suoi pregiudizi grazie all’incontro con una giovane transgender. Ci trasferiamo quindi nel Mare Glaciale Artico, nell’isola di Spitzbergen. Il ricercatore Marsh, membro di una équipe scientifica, compie una scoperta potenzialmente determinante circa la natura degli alberi ma deve affrontare l’ostinata incredulità dei suoi colleghi.  Intanto a Cefalù, in Italia, la giovane Eligia, donna del leader di un movimento neofascista, impara a difendersi dai continui soprusi a cui è sottoposta grazie ai suggerimenti di un carismatico e misterioso anziano.

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Come tutte le buone storie di fantascienza, Trees si dota di un apparato di genere per raccontarci altro: un’indagine sulle mille risorse della natura umana e l’analisi dei comportamenti di un gruppo di individui alle prese con circostanze difficili e probanti. Smessi i panni dello scrittore demiurgo indossati in tante delle sue serie cult, Ellis riversa in Trees tutto il suo amore per la narrazione tout court, ideando un affresco complesso e sfaccettato che ben si presterebbe ad una trasposizione in un serial per la tv. Lo scrittore inglese si concentra sulla caratterizzazione di tipi umani diversi che cercano di vivere in tempi bui, lasciando volutamente sullo sfondo i misteriosi alberi che, gettando comunque la loro lunga ombra, sono una metafora efficace delle tante crisi mondiali che affliggono il nostro presente.

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L’appassionante script di Warren Ellis prende vita grazie al talento di Jason Howard, disegnatore proveniente dalla factory di Robert Kirkman. Il punto di forza dell’artista sta sicuramente nella dettagliata resa delle location, ognuna delle quali presenta caratteristiche specifiche e ben distinte. Contribuisce alla realizzazione dei setting anche un’ispirata palette cromatica, sempre curata da Howard, con colori più caldi nelle bellissime tavole ambientate in Cina e a Cefalù e colori freddi nelle scene nella base norvegese. L’artista sembra mostrare invece qualche incertezza nelle espressioni del viso, spesso simili pur tra personaggi diversi, ma è un dato che non pregiudica un’ottima resa finale del comparto grafico, sostenuta anche da uno storytelling sospeso tra tradizione e sperimentazione, originale e mai banale.

Se state cercando un’ispirata metafora dei tempi che stiamo vivendo o semplicemente una storia di fantascienza emozionante e coinvolgente, Trees centra il bersaglio in entrambi i casi.

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Karnak #1: primo sguardo alla nuova serie di Warren Ellis

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Dopo le parole di Warren Ellis che ci introducevano alla nuova serie "All New, All Different" della Marvel Comics dedicata all'inumano Karnak, ecco le prime tavole non letterate del numero #1.

L'esordio di questo nuovo lavoro di Ellis per la Casa delle Idee è previsto per il prossimo 21 ottobre e il tandem creativo è completato dall'artista Gerardo Zaffino. Chi è Karnak? Con il potere di trovare delle imperfezioni in ogni cosa, sistemi, filosofie, strutture, persone, non esiste nulla che non possa distruggere. Ma quando Phil Coulson e lo S.H.I.E.L.D. chiederanno il suo aiuto per un caso insolito, Karnak potrebbe aver incontrato il suo destino.

Nella gallery in basso, dunque, ecco le prime tavole dell'albo e le cover realizzate da Zaffino, David Aja, Skottie Young, Simone Bianchi, Jim Cheung, Kaare Andrews ed Eric Powell.

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All New, All Different Marvel: Ellis ci parla di Karnak

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Dopo avervi parlato di Red Wolf, passiamo a conoscere un'altra serie che farà il suo esordio il prossimo autunno. Si tratta di Karnak, anche questa nata come spin-off di una mini tie-in a Secret Wars, che può vantare tra i suoi autori uno scrittore di primissimo livello, Warren Ellis.

In una recente intervista a Entertainment Weekly, Ellis ha parlato del suo approccio al personaggio, di certo non uno dei più famosi della Casa delle Idee. Partiamo dal conoscere perché la scelta si ricaduto proprio su questo personaggio. "Perché? Allora, lui non è un Inumano. Ogni anno o due la Marvel mi propone un cadavere e mi dice di portarlo in laboratorio, sai, elettrificarlo, attaccargli dei pezzi aggiuntivi, cose del genere. Mi hanno mostrato Karnak e ho letto qualcosa su di lui e, davvero, come si fa a dire di no ad un ragazzo che può annientare tutto a colpi di karate? Inoltre, non è un Inumano. Non è mai entrato in contatto con le Nebbie Terrigene come tutti gli altri Inumani. È un filosofo follemente violento che può vedere l'imperfezione in qualsiasi cosa, oggetti, sistemi, idee, persone, e colpire quel difetto al fine di distruggerlo. E, una volta che capisci che questo è ciò che stavi cercando, come puoi non fare un tentativo? Sarebbe da folli".

Ancora vivido è il lavoro compiuto da Ellis sulle pagine di Moon Knight (qui la nostra recensione). Proviamo a mettere in parallelo le due esperienze e capire come Ellis si sia relazionato con entrambi i personaggi. "Sinceramente, tutto quello che ho dovuto fare con Moon Knight è stato privarlo di tutti quegli elementi inutili e mantenere solo quelli che ritenevo importanti. Con Karnak è stato ancora più semplice. I suoi genitori hanno impedito che diventasse un Inumano, e così ha studiato presso la Torre della Saggezza fin quando i suoi poteri naturali di percezione sono divenuti così forti che avrebbe potuto annientare qualsiasi cosa semplicemente toccandolo. È l'Inumano che si è fatto Inumano con la sola forza di volontà. Allarga il suo apprendistato presso la Torre della Saggezza sia con l'insegnamento sia aiutando le popolazioni danneggiate (così lui le vede) dalle nebbie Terrigene che generano l'Inumanità. Tutto qua. In questo nuovo universo Marvel, dove tutte le specie umane sono state mutate dalle Nebbie Terrigene, ci sono un numero infinito di storie da poter sviluppare".

La sfida più difficile, a detta di Ellis, è stata "essere nella testa di Karnak. Inoltre, io sono un idiota che ha deciso di scrivere una serie su un ragazzo che può distruggere tutto a colpi di karate il che ha richiesto la lettura, da parte mia, di molti libri di filosofia nichilista. Karnak è completamente pazzo, e si fa portavoce delle idee più deprimenti che si possa immaginare, se escludiamo il fatto che lui sia convinto che, invece, siano positive ed edificanti, e costituiscono la maggior parte delle sue motivazioni".

In conclusione, Ellis ci svela le sue speranze circa la riuscita di questa serie. "Onestamente, credo che l'impostazione sia davvero semplice, ma il personaggio è molto più profondo e particolare e spero solo che i lettori restino affascinati da quel piccolo bastardo 'strano come lo sono io'. Fa cose incredibilmente altruiste per motivi profondamente personali, e le fa in un modo così violento e misantropo che in realtà potrebbe apparire come il cattivo della situazione".

Inoltre, sempre via Entertainment Weekly, sono state diffuse alcune immagini del primo numero di Karnak realizzate dal disegnatore della serie, Gerardo Zaffino.

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