Amazing Spider-Man #23, recensione: un solido avvio per la serie di Tom Taylor
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"Spider-Man è un tipo che salva il mondo, ma si sta ancora barcamenando per pagare le bollette assieme ai suoi coinquilini. Questo è il cuore della serie. Racconteremo delle grandi storie qui, e introdurremo un nuovissimo eroe, ma tutto ha a che fare con le piccole cose. Vedremo Peter vivere delle avventure nel suo condominio, a poche porte più in là". È con queste esatte parole che lo sceneggiatore Tom Taylor ha presentato lo scorso anno ai microfoni di Newsarama il nuovo rilancio che tutt'oggi lo sta vedendo impegnato di Friendly Neighborhood Spider-Man, una testata secondaria dell'Uomo Ragno nata in origine nel 2005, con la celeberrima saga "L'Altro", e portata a termine solo ventiquattro albi dopo, grazie all'avvento di "Soltanto un altro Giorno". Questo revival dell'amichevole Spider-Man di quartiere intende dunque concentrarsi il più possibile sul lato urbano dell'iconico personaggio concepito da Stan Lee e Steve Ditko, affiancando così l'ammiraglia Amazing Spider-Man, attualmente in mano a Nick Spencer, Ryan Ottley e Humberto Ramos. C'è quindi da aspettarsi l'arrivo di nuovi comprimari, atmosfere pop e avventure che si limitano appunto alla vita terrena del protagonista. Il tutto ha preso il via in Italia proprio questo mese per merito di Panini Comics sulle pagine del 23° numero del quindicinale Amazing Spider-Man.
Intitolato "Madre degli Esuli" e costituito oltreoceano da quattro episodi, il primo arco narrativo mai realizzato da Taylor per l'Uomo Ragno si apre riprendendo aspetti e comprimari che già sono parte integrante delle correnti storie intessute da Spencer: Peter Parker non lavora più nella sezione scientifica del Daily Bugle e si ritrova a dover condividere l'appartamento con Randy Robertson e col fastidioso Fred Myers, rispettivamente il figlio del giornalista Robbie Robertson e il supercriminale noto come Boomerang, in precedenza membro e leader dei Sinistri Sei. Per di più, il nostro protagonista ha perso ogni tipo di credibilità pubblica con la revocazione della sua laurea avvenuta con l'accusa di plagio, ma in compenso ha riallacciato i rapporti con la più storica dei suoi interessi amorosi, ossia la spumeggiante Mary Jane Watson. Partendo da tutti questi presupposti, Taylor sceglie di riproporci un Arrampicamuri dal sapore decisamente tradizionalista che cerca di aiutare i più bisognosi facendosi carico di una serie di responsabilità per lui non ignorabili. Proprio per tale motivo, arriva a interagire o a coltivare delle piccole amicizie con persone svantaggiate che hanno bisogno di una mano, come per esempio Leilani, una giovane donna che custodisce importanti segreti e che, pertanto, si è ritrovata ben presto nelle mire di individui poco raccomandabili. Ciò porta Spider-Man faccia a faccia con un mistero da districare, problemi di cui occuparsi e, soprattutto, un antagonista che fin da subito riesce a imporsi per la sua strepitosa forza fisica.
Condite con un umorismo mai ridicolo e perfettamente bilanciato, le vicende che ci racconta Taylor in questi primi due capitoli si fanno notare principalmente per la loro incredibile abilità nello scandagliare la dimensione privata del supereroe ragnesco, ma anche per un ritmo narrativo scandito e scorrevole. Tutte queste qualità, unite a dei colpi di scena veramente inaspettati, conducono a una lettura piuttosto rapida che, tra le altre cose, riesce perfino ad accennare un tema molto delicato che riceverà senz'altro i dovuti approfondimenti col passare degli albi. Da non sottovalutare sono inoltre le interazioni tra i personaggi e l'abile gestione di questi ultimi nella storia: tra vecchie o nuove conoscenze, trovano spazio su queste pagine anche volti noti ai fan come la Torcia Umana dei Fantastici Quattro e Kingpin, l'attuale sindaco di New York nell'Universo fittizio della Casa delle Idee. Pur essendo giustamente radicata in un contesto più ampio, vale a dire nella continuity pluridecennale della Marvel Comics, questa nuova iterazione di Friendly Neighborhood Spider-Man si impone facilmente come un ideale punto di partenza per nuovi lettori e al tempo stesso si dimostra in grado di saper conquistare anche gli affezionati più datati.
Oltre alla serie flagship, nel parco testate ragnesco c'è di solito spazio per almeno un'altra regular incentrata sul personaggio: in questo senso, Friendly Neighborhood Spider-Man riesce a non far sentire la mancanza dell'acclamata Peter Parker: The Spectacular Spider-Man. Se in quest'ultima Chip Zdarsky si è dedicato prevalentemente alla riuscita di una saga a lunga gittata colma di elementi sci-fi e da spy story, Tom Taylor sceglie invece di differenziarsi e di calare il Tessiragnatele in un contesto molto più immedesimabile e realistico, dando il via a una run dal grosso potenziale che non fa altro che arricchire ulteriormente la proposta editoriale dello spillato italiano dell'Uomo Ragno, che come il resto delle produzioni targate Panini Comics ha di recente adottato un formato di tipologia monografica.
Ai disegni del fumetto troviamo invece il collega di Taylor nelle storie All-New, All-Different Marvel imperniate su Laura Kinney, ovvero Juann Cabal, che adesso affiancherà Al Ewing sulla nuova serie dei Guardiani della Galassia. Le sue tavole popolate da figure nitide propongono una disposizione delle vignette alquanto variegata e non eccessivamente confusionaria, il che favorisce una certa linearità per lo storytelling, che infine risulta sia appassionante che soddisfacente. La saturazione dei colori della palette adoperata da Nolan Woodard non è sgargiante ma spicca per luminosità e riesce peraltro a conferire all'arte plastica di Cabal una maggiore tridimensionalità. Il merito va anche alle ombreggiature che ridefiniscono abilmente la muscolatura delle anatomie.
Degne di menzione sono pure le dieci pagine illustrate da Marcelo Ferreira con le chine del nostro Roberto Poggi per una sconvolgente back-up story di dieci pagine che apporta un consistente cambiamento a un comprimario delle storie di Spidey. Il comparto grafico è qui poco deciso e non esente da carenze visive riscontrabili in alcune espressioni facciali e in dettagli anatomici. Nonostante questo, la prova complessiva al tavolo da disegno non risulta affatto deprecabile poiché riesce comunque ad accompagnarci con una narrazione abbastanza efficace e con un lodevole utilizzo del chiaroscuro.