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AkaB e Officina Infernale: il preorder di Iron Kobra, il nuovo volume Stigma

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Parte oggi la prevendita del nuovo titolo Stigma - Eris Edizioni, ovvero Iron Kobra di AkaB e Officina Infernale. Di seguito tutti i dettagli.

"AkaB e Officina Infernale: lunedì il preorder di “Iron Kobra” il nuovo volume di Stigma

Al via la prevendita del sesto libro e dello special varati dell’etichetta

Anno nuovo, libro nuovo. Ha superato positivamente il 2018 l’esperienza del sodalizio Progetto Stigma – Eris Edizioni. E dopo aver prodotto ben 5 libri, ultimo "Sarò breve" di Squaz proprio a inizio 2019, si appresta a lanciare il preorder del sesto: “Iron Kobra”, prodotto a quattro mani da AkaB e Officina Infernale. Una graphic novel di 176 a colori realizzata da due dei più materici autori del panorama underground italiano. Anche in questo caso, come per i libri precedenti, la prevendita consente di ricevere anche uno “special” che non sarà poi più disponibile: “Eye: La difficile traversata”, volume di 68 pagine in bianco e nero.

Lunedì parte dunque la prevendita al link: https://progettostigma.com/prodotto/iron-kobra/ al prezzo di 20 euro, spese di spedizione gratuite per ordini sopra i 35 euro. Sarà invece possibile ritirare gratuitamente la propria copia in occasione del Napoli Comicon.

Iron Kobra: Guerra fredda, scienziati pazzi, minacce globali, DMT, complotti, sorelle di satana, illusioni, basi segrete, MK-Ultra, occultocrazia, mass media, perdita d’identità, antichi rituali, la città cancro, profezie, eye, paranoia, schiavi, doc cyclops, sacrifici umani, fisica quantistica, tiãmat dea del massacro, agenti a contratto, progetto Destrukton, nuove droghe, Henry Novak, spie dormienti, tecnologie sperimentali, molto marketing e superpoteri.
 

Extra:. come sempre, i volumi stigma avranno, oltre allo “special”, anche degli extra. La colonna sonora del volume è realizzata da Corpoparassita e sul sito di Stigma si può ascoltare il brano “superironkobra”. Sarà inoltre disponibile una spettacolare t-shirt serigrafata da MUR.

AkaB – è fumettista, illustratore, pittore e regista, che mal sopporta le definizioni. Negli anni 90 fonda lo Shok Studio, con cui ha prodotto e poi venduto fumetti alle major americane. Tipico delle sue immagini è il tratto incisivo e corrosivo che ricerca l’intensità espressiva, l’introspezione psicologica e la comunicazione di un disagio interiore. Ha all’attivo numerose collaborazioni, tra cui Il Male, Mucchio, Il Manifesto, Rolling Stone, Linus, Indipendent e molte altre. Esploratore delle condizioni dell’animo umano e sperimentatore non convenzionale, ha pubblicato libri per diverse case editrici: ReVolver per Poseidon Press, Redux e PoP! per Grrrzetic, Le 5 Fasi per BD, Voci Dentro per Latitudine 42, Come Un Piccolo Olocausto, Un Uomo Mascherato e Monarch per Logos, Storia di una Madre e Human Kit per ABE, Defragment per Blu Gallery, La Città Danzante per il Sole24Ore, Arca Vuota per Shockdom, La Soffitta per Passenger Press e Mondadori.

Il suo primo lungometraggio, Mattatoio, viene selezionato per la Sessantesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Seguiranno Il corpo di Cristo e Vita e opere di un Santo a concludere la trilogia invisibile.

Officina Infernale - Nato nel 1970, si muove tra grafica, pittura e fumetto dalla metà degli anni 90.

Attualmente vive a Padova ed è co-fondatore, art director della skate company Murder Skateboarding. Ha collaborato con: Nixon, la Scimmia magazine, Sherwood Comix, Lamette comix in La Guida illustrata al Frastuono più Atroce, Antifanzine, Bizarro Magazine, Puck Comic Party, Puck Apocalypse, Bubka, Mr. Mango, La Morte ti fa Belva. L’ ultimo suo libro è “Warhol L’intervista”, sceneggiatura di Adriano Barone, uscito per Becco Giallo Editore.

PROGETTO STIGMA + ERIS EDIZIONI

Eris, giovane ma agguerrita casa editrice già vincitrice di numerosi premi, e il neonato Progetto Stigma, etichetta selvaggiamente autogestita che restituisce agli autori il totale controllo sul proprio lavoro, hanno ufficializzato una collaborazione che prevede che l’uscita di ogni volume sia preceduta da un periodo di prevendita online: chi acquista in preorder riceverà anche uno special, un contenuto editoriale dello stesso autore distribuito esclusivamente con la prevendita. Terminata la prevendita, il contenuto speciale non sarà più acquistabile o reperibile. Terminata la prevendita online ed evasi gli ordini, il volume uscirà in libreria allo stesso prezzo di copertina del preorder. Eris, inoltre, supporterà il Progetto Stigma anche alle fiere e agli eventi.  Eris e Stigma riconosceranno una grossa fetta delle vendite a chi il libro la fa materialmente: il 30% su tutto il venduto in preorder verrà dato all'autore. Chi usufruisce della prevendita, dunque, non solo riceverà un prodotto aggiuntivo esclusivo, ma supporterà ancora maggiormente l’autore.
 

CATALOGO

I primi 5 libri di Progetto Stigma:

1)      “Èpos” di Marco Galli (già uscito)

2)      “Storie di uomini intraprendenti e di situazioni critiche” di Luca “Regular Size Monster” Negri (già uscito).

3)      “Perso nel bosco” di Dario Panzeri (già uscito)

4)      “Rubens” di AkaB, Pablo Cammello e Spugna (già prodotto).

5)      “Sarò breve” di Squaz (già prodotto)

6)      “Iron Kobra” di AkaB e Officina Infernale (Uscita prevista: aprile 2019)

Per tutte le altre informazioni è possibile fare riferimento ai siti web http://progettostigma.com e http://www.erisedizioni.org/home.html

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Progetto Stigma, intervista ad AkaB e Marco Galli: I folli stanno entrando nelle nostre menti

Abbiamo già parlato diverse volte del Progetto Stigma e, questa volta, abbiamo incontrato da vicino il fondatore e curatore del progetto, AkaB e Marco Galli, autore della prima uscita dell’etichetta, sviscerando quello che riteniamo fra i fenomeni editoriali dell’anno. In prevendita, attualmente, il terzo volume Perso nel bosco, di Dario Panzeri.

Il primo volume di un’etichetta, collettivo e casa editrice è sempre un salto nel vuoto. La scelta del primo titolo è il biglietto da visita e preludio di ciò che ci aspetteremo. Come avete scelto proprio Èpos?

AkaB: Devo ricordarmi, dato che voglio dirti la dinamica esatta. Esternare la verità, precisa.
 
Marco: Lui sapeva che avevo dei libri già pronti. Quindi, in parte, può essere stata una questione di comodità. AkaB lo aveva già letto mentre ci lavoravo. Quindi conosceva l’opera.

AkaB: Nacque tutto perché, di punto in bianco, ho detto facciamo questa cosa. Lui aveva già il prodotto finito quindi era ideale. Alcuni avevano progetti in lavorazione, altri da editare e controllare. Questo di Marco invece già era pronto praticamente. Subito dopo è arrivato quello di Squaz che uscirà l’anno prossimo. Poi voglio comunque dire che Marco è uno degli autori più bravi in circolazione. Uscire con un primo progetto come il suo era un buon biglietto da visita. Un buon ariete per il nostro manifesto. Un autore già affermato poi seguito da un esordiente. La seconda uscita infatti è quella di Luca Negri. Anche se giovane il suo Storie di uomini intraprendenti e situazioni critiche è magnifico.
Poi ti metto in tavola un’altra cosa che è un misto tra casualità e strategia, proprio perché mi piace essere sincero al 100%, Marco usciva da quel periodo di cui tutti sappiamo della sua malattia. Aveva bisogno di far entrare denaro e Stigma vuole far entrare quanto più denaro possibile agli autori, quindi era il momento giusto al posto giusto.

Marco: Èpos è il mio secondo libro post malattia. A livello di uscita. Prima c’è stato Les chat noir per Coconino, nel 2017. Che poi su Èpos ci ho lavorato nel 2015, poco prima della mia situazione. Come opera è molto importante perché volevo proprio chiudere un cerchio. Questi due libri erano la mia vita di prima e volevo chiudere. Lo stesso Brodowsky è precedente.

Akab: Ci ragionavo su questa cosa che, almeno in questi primi libri per Stigma, lo stesso libro di Cammello, una specie di andare a recuperare o salvare delle cose valide. Quello di Dario, ad esempio è fermo, da 15 anni. Un’opera che promette e deve essere salvata dalla pozzanghera. Dall’abisso.

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Siete soddisfatti del prodotto finale? Dall’idea alla realizzazione insomma.

Akab: Sì, molto. È comunque una prima uscita, attenzione. Possiamo fare di più, ma in termini di pura grafica. Possiamo spingere ancora di più nei dettagli, nelle minuzie. Brodowsky è una figata.

Marco: Ecco quello mi piace di più (in riferimento a Brodowsky). Non che sia tecnicamente superiore ma perché mi ricorda un po’ quei vecchi fumetti sgangherati.

Akab: il tipo di carta e quei colori lì hanno alzato il livello proprio. È d’impatto, non che Èpos sia minore. Messi insieme è proprio una combo bella. Sono due suoi mondi che sono lontani eppure c’entrano. Lui dice di no ma io credo di sì. Sono veramente interessanti insieme. Io ho letto prima Èpos, ovviamente, per l’editing. Dopo ho letto Brodowsky e quando cita alcuni passi ti sembra davvero di chiudere un cerchio che ti arriva in dritto in petto. Sono due storie di personaggi che stanno affrontando la fine. In Brodowsky è palese, inizia con la frase tra sette giorni devo morire etc. Anche Èpos è un ritorno a casa, vero, ma un ritorno a casa verso la fine. Sono due facce della stessa medaglia. Anche come forma. Uno ha una declinazione molto più pop, nel modo, nella narrazione, nel colore, nel modo di affascinare.

Marco, com’è stato riprendere in mano un progetto di un po’ di anni fa? Hai modificato qualcosa oppure è rimasto intatto?

In verità è cambiato moltissimo, perché era a colori. Si potrebbe pensare, magari, di fare una versione sul web così com’era inizialmente. Chissà. All’inizio ho tentato di farlo con Photoshop, cioè di trasformare i colori in bianco e nero però veniva tutto pixelato e la resa era poco convincente. Per fortuna io disegno a mano, scannerizzo e coloro a PS. Per cui avevo quelle tavole già pronte e gli ho messo i grigi e poi ho riscritto. Alla fine devo dare ragione ad Akab che funziona molto di più così. È diventato molto più scarno. Ha tolto quella sovrastruttura a livello visivo che ti fa distrarre da quello che c’è sotto. Ci sono stato molto sui testi. Ci sto molto in generale, ma questo l’ho riscritto almeno 5 volte. Quando sono entrato in Stigma, si intende. In generale faccio così: faccio una prima stesura, poi lo lascio lì per due o tre mesi e poi quando si fanno i tempi per pubblicarlo, lo riprendo in mano così ho un distacco che mi rende più obiettivo.

Akab: Aggiungo solo una cosa sulla questione dei colori. Intanto, lo vedevo più con queste tonalità di grigi, per amplificare l’atmosfera di malessere che regna. Non era tanto la cosa dei bianco e nero ma sulla questione dei grigi pieni e sfumatura. Questi grigi andavano molto bene anche con questo stile super semplice, ritrovato anche in Brodowsky.

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Con questa prima uscita, con il preorder, com’è stata la risposta del pubblico?

Akab: Non avevo davvero un’aspettativa precisa, data l’esperienza. Mi ero fatto dei ragionamenti guardando tutti gli altri casi di preorder in italia di fumetti. Ho visto che più meno il range va dalle 100 copie alle 500 copie, quindi sapevo che era in quello spazio lì e noi siamo andati a 240. Intanto è stramba la situazione. Stigma è un ibrido. Ibridi gli autori, ibridi la casa editrice, ibrido il meccanismo di vendita. Arrivando a vendere 240 in preorder, abbiamo fatto abbastanza soldi da stampare tutto, compreso Brodowsky e poterlo regalare incluso nel prezzo, la percentuale di Marco, che solitamente agli autori non arriva mai a questi picchi, però in realtà il libro inizia la sua vita adesso. Cio,è noi abbiamo già coperto spese e fatto entrare soldi all’autore. Ora iniziamo a vedere a Napoli, in fiera, per vedere com’è, anche se Napoli per i graphic novel non è più la fiera di una volta. Non si vende più come prima. Anche autori grossi non hanno più le file. Detto questo, il libro, sta comunque andando. Ora son curioso di vedere come va in libreria.

Com’è stato invece il lavoro di Luca Negri?

Akab: Ne parlavo con Ratigher ed è contento di Luca. Il problema che aveva per Coconino è che risulta troppo complesso. L’ho letto, ovviamente, e devo dire che realmente è complesso. Nel senso che lui è un genietto. Essendo molto giovane fa appunto dei riferimenti a delle generazioni molto contemporanee alla sua. Lui è uno che lavora sui cliché e te li scompone, li rimonta. Quindi in un certo modo è un po’ intellettuale, nel senso che devi saperne. Ad esempio, fa dei dialoghi che sono delle prese per il culo di un certo tipo di dialoghi, ma anche da autore. In 4 Tails/9 Diamonds, ad esempio, c’è una storia che riprende Le Iene di Quentin Tarantino e l’ha portato nel futuro insomma. Ha scritto quel progetto di salto temporale l’ha portato a dei livelli che non si era mai visto, insomma.

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Dario Panzeri per il terzo volume di Stigma

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Riceviamo e pubblichiamo:

Dario Panzeri per il terzo volume di Stigma

Fino al 31 agosto il preorder di “Perso nel Bosco” con lo special “Nervious Intro”

Terminate con successo le prevendite dei primi due volumi per il sodalizio Progetto Stigma – Eris Edizioni, è già tempo di nuovi annunci. Dopo aver prodotto “Epos” di Marco Galli e “Storie di uomini intraprendenti e di situazioni critiche” del debuttante Regular Size Monster, questa volta tocca a Dario Panzeri. È già partita la prevendita del suo volume “Perso nel bosco” che consente, solo per chi usufruisce del preorder, di ottenere anche il contenuto speciale “Nervious intro”. Il preorder sarà attivo fino al 31 agosto al link http://progettostigma.com/buy/ al prezzo di 19 euro, spese di spedizione gratuite per ordini sopra i 35 euro.

“Perso nel Bosco”: Un mantello nero perso tra gli alberi e la neve, si nasconde all’ombra del supremo pipistrello. Si tratta di un volume di 120 pagine piene dello stile graffiante e lisergico di Panzeri. Lo special “Nervious intro”, invece, parla del 1916, prima guerra mondiale. Una figura di natura indefinita compare improvvisamente durante l'impiego sul campo di battaglia di un’arma sperimentale.

Extra: come sempre, i volumi Stigma avranno, oltre allo “special”, anche degli extra. Oltre alla colonna sonora, questa volta affidata a Macrogramma, usciranno anche una serigrafia limitata e una maglietta, sempre legate al libro, realizzate dal laboratorio di serigrafie MUR.

Dario Panzeri è un disegnatore milanese dal forte impatto visivo ed emozionale. Lavora a progetti personali e collabora assiduamente a varie performance artistiche collettive.

PROGETTO STIGMA + ERIS EDIZIONI

Eris, giovane ma agguerrita casa editrice già vincitrice di numerosi premi, e il neonato Progetto Stigma, etichetta selvaggiamente autogestita che restituisce agli autori il totale controllo sul proprio lavoro, hanno ufficializzato una collaborazione che prevede che l’uscita di ogni volume sia preceduta da un periodo di prevendita online: chi acquista in preorder riceverà anche uno special, un contenuto editoriale dello stesso autore distribuito esclusivamente con la prevendita. Terminata la prevendita, il contenuto speciale non sarà più acquistabile o reperibile. Terminata la prevendita online ed evasi gli ordini, il volume uscirà in libreria allo stesso prezzo di copertina del preorder. Eris, inoltre, supporterà il Progetto Stigma anche alle fiere e agli eventi. Eris e Stigma riconosceranno una grossa fetta delle vendite a chi il libro lo fa materialmente: il 30% su tutto il venduto in preorder verrà dato all'autore. Chi usufruisce della prevendita, dunque, non solo riceverà un prodotto aggiuntivo esclusivo, ma supporterà ancora maggiormente l’autore.

CATALOGO

I primi 4 libri di Progetto Stigma che vedranno la luce nel 2018 sono:

  1. “Èpos” di Marco Galli (già uscito)
  2. “Storie di uomini intraprendenti e di situazioni critiche” di Luca “Regular Size Monster” Negri (già uscito).
  3. “Perso nel bosco” di Dario Panzeri (uscita prevista: settembre).
  4. “Rubens” di AkaB, Pablo Cammello e Spugna (uscita prevista: novembre).

Per tutte le altre informazioni è possibile fare riferimento ai siti web http://progettostigma.com e http://www.erisedizioni.org/home.html

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Stigma: Storie di uomini intraprendenti e di situazioni critiche, intervista Luca Negri aka Regula size monster

Storie di uomini intraprendenti e situazioni critiche è il secondo volume in uscita per l’etichetta Stigma, sotto l’egida della casa editrice Eris Edizioni, senza però perdere di indipendenza o andare contro il proprio manifesto. È il turno dell’esordiente Luca Negri che propone una serie di storie nate da cliché e ne demolisce la struttura. Con il preorder, fino al 31 maggio, verrà inviato anche il volume Skorpia. Solo ed esclusivamente dal sito e fino a fine maggio. Abbiamo intervistato Luca che ci ha descritto un po’ la sua opera e ci ha parlato della sua esperienza con Stigma.

Prima pubblicazione cartacea per te, con un team di artisti - che seguiranno - di una portata immensa. Come ti senti a far parte del gruppo dei folli che hanno occupato il manicomio?
Davvero, è una bella sensazione. Non è facile fidarsi delle persone, soprattutto se queste non hanno lavori alle spalle che possano parlare per loro. Stigma ha voluto provarci e mi ha dato fiducia, a prescindere dal mio nome e dai miei contatti, fiera del fatto che fossi alla prima pubblicazione. La cosa mi fa sentire molto bene e mi ricorda che almeno in questo campo il nepotismo (o networking, come lo si vuole chiamare oggi) non è ancora sovrano.

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Come ti sei trovato con Stigma e quanto hai dovuto cambiare/modificare alcune storie già apparse sul collettivo Sbucciaginocchi?
Libertà assoluta, una volta approvata l'idea generale del volume come raccolta di racconti. I cambiamenti sono stati minimi, principalmente correzioni ortografiche e revisioni del lettering per omologare il tutto. Tanta fiducia può sembrare una trappola, ma non lo è stata, e i racconti originali sono quelli che mi hanno divertito di più in fase di realizzazione.

Parliamo del libro. Affronti diversi generi e i loro cliché, scardinando completamente i canoni. Com’è nata l’idea e come l’hai strutturata poi?
L'idea è nata in corso d'opera. Ho cercato di trovare un filo rosso tra le parti esistenti (che si è rivelato essere il cinema, la sua catalogazione e i suoi ritmi narrativi), dopodiché ho seguito la traccia nuova che mi sono imposto e ho lavorato per generi, i più riconoscibili, dall'horror alla fantascienza al western. La rottura dei cliché è un'altra cosa che è venuta con l'ideazione delle storie in se, e non prima. Mi piace molto riflettere sui canoni, sulle aspettative che crea una certa narrazione, e poi sviluppare di conseguenza. Ciononostante non credo che tutte le storie si costruiscano su rotture di cliché (e non devono): la storia noir è una vera e propria storia noir (anche se raccontata a singhiozzo), la fantascienza è uno spaccato cyberpunk di una vicenda più grande, la storia gangster è la cosa più cinica che abbia mai fumettato...

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Hai molto a cuore il concetto di spazio/tempo e lo si vede anche nei tuoi montaggi. Come mai questa ossessione, se possiamo definirla cosi.
Credo che derivi dal mio modo di lavorare e dai miei mezzi. Molti teorici (e autori) affermano che il cinema si faccia in sede di montaggio, e il montaggio è quel momento in cui lo spazio e il tempo si dilatano e si comprimono a piacimento: un bell'ego trip, insomma. Il montaggio per me è l'unico momento in cui sento di avere davvero il controllo della situazione, e cerco di portare questo sentimento anche all'interno della narrazione fumettistica. Per esempio, spesso, dopo aver concluso una storia, mi sono ritrovato a scambiare l'ordine di alcune pagine e/o vignette nelle tavole stesse. Ecco come nascono queste narrazioni frammentarie.

Le tue storie spiccano per una regia molto curata e cinematografica. Soprattutto abbastanza definibile nella tecnica della camera a mano. Ricordiamo che il tuo Crave è in concorso nella sezione cortometraggi dei David di Donatello. Nel medium fumetto, quindi, è una scelta voluta e funzionale solo per questo libro o in generale la usi nei tuoi fumetti come stile personale?
La costruzione delle mie vignette è spesso caotica: evito di fare gli storyboard, e uso delle shot-list (elenchi scritti di spunti visivi da tenere a mente) per costruire le tavole. La mancanza di continuità che produce questo approccio mi ricorda molto la camera a mano (quella con cui mi trovo più a mio agio in ripresa) e l'improvvisazione di un attore: c'è sempre un elemento di sorpresa nel lavoro finito, e mi piace che ci sia, mi piace che il risultato diventi una cosa a se stante, mi piace poter essere giudicato dal mio stesso lavoro. Non sopporto chi si pone come divinità benevola all'interno della propria produzione.

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Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro? Sei al lavoro su altro?
C'è una storia più lunga che voglio realizzare: una storia di guerra, d'amore e di tecnologia, ma soprattutto di guerra (Seconda Guerra Mondiale, per l'esattezza). Potete vedere il racconto bellico in Storie di uomini intraprendenti come una specie di teaser, se volete. Non dico altro, non voglio portarmi sfortuna.

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