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Le grandi storie dell'orrore, recensione: l'horror Marvel anni '50

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Gli anni ’50 furono per il fumetto americano un decennio di transizione, ma ugualmente molto importante, se non addirittura fondamentale. Dopo il boom dei comics dedicati ai supereroi, il genere sembrò aver esaurito tutto quello che aveva da dire e le testate, anche quelle più popolari, chiusero man mano. Furono pochi i supereroi che sopravvissero (fra cui Superman & Batman) mentre altri, durante il decennio, furono protagonisti di rilanci non particolarmente apprezzati.

In questa fase, fu il parco testate della EC Comics, soprattutto grazie a testate memorabili quali Tales from the Crypt, The Vault of Horror, Weird Science e Weird Fantasy, a fiorire e in molti seguirono il loro esempio: fra questi troviamo Martin Goodman, fondatore e presidente della Timely, ovvero la futura Marvel. L’editore, che aveva perso fiducia nel settore puntando su altro, accolse bene la diminuzione di pagine dei comic book (da 64 a 48 prima, a 32 infine) che, per un prezzo di copertina invariato, garantiva un guadagno migliore a fronte di spese più contenute.
Nello stesso periodo, per la precisione nel 1951, Goodman decise anche di avviare una società di distribuzione propria, chiamata Atlas News Co., Inc., che portò a dare un nuovo marchio alle sue testate al posto del “vecchio” Timely.

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Nacquero in questo decennio serie quali Journey into Mystery, Menace, Strange Tales, Tales of Suspence e altre, alcune della quali diverranno famose in seguito per ospitare le prime avventure dei nuovi eroi Marvel. La formula di queste testate era semplice: storie brevi di 6-7 pagine, che presentassero una trama con un finale in grado di far sussultare il lettore. La redazione era composta da pochissime persone, e i disegnatori erano quasi tutti freelance, tuttavia grazie in particolare all’inventiva di un certo Stan Lee, le storie potevano vantare un ottimo livello qualitativo.

Le cose sembravano funzionare, finché nel 1954 non accadde l'impensabile. Lo psichiatra Fredric Wertham pubblicò infatti il volume Seduction of the Innocent in cui dimostrava la sua assurda teoria seconda la quale i fumetti sarebbero una delle principali cause della delinquenza giovanile. Il libro divenne un caso nazionale tanto da avere serie ripercussioni nel mondo del fumetto a cui seguirono - fra le altre cose - fallimenti, chiusure di intere testate nonché la istituzione di un codice di autoregolamentazione approvato dagli stessi editori che rassicurasse i genitori sull'affidabilità della lettura. La verve delle serie crime e horror, dunque, venne duramente colpita e questo spinse gli sceneggiatori ad aggirare l’ostacolo e ad accettare le regole o, in alternativa, a puntare sulle serie fantascientifiche.

Se le suddette vicende colpirono il mondo dell’editoria in toto, lo stesso Goodman ci mise del suo per complicare la situazione. Chiuso il suo ramo distributivo nel 1957, l’editore si affidò ad uno dei maggiori distributori nazionali - la American news company - che però a sua volta fallì di li a breve costringendo Goodman a un’alleanza col suo principale avversario (la National Comic, ovvero la DC) in un patto che gli consentiva la diffusione di solo 8 testate al mese, che l’editore trasformò - astutamente - in 16 bimestrali. Sembrava, insomma, l'inizio della fine. Tuttavia, qualcosa stava cambiando, e grazie al ritorno di Jack Kirby, che già collaborò con Goodman a inizio anni '40, e all’arrivo di artisti come John Romita Sr. e Steve Ditko, non solo il livello qualitativo restò alto, ma soprattutto si preparò il terreno per la rivoluzione Marvel di inizio anni ’60.

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Panini Comics ha deciso di varare una collana dedicata a queste storie partendo da quelle appartenenti al genere horror. Il volume si presenta, dunque, come un’elegante cartonato antologico in cui sono state selezionate un numero elevato di avventure restaurate che portano il totale delle pagine a 296. Il libro, che presenta anche un apparato redazionale inedito, è suddiviso in 5 capitoli, di cui i primi 3 dedicati alle storie anni ’50, un quarto più breve a quelle anni ’70, mentre il quinto e ultimo è composto da una breve storia umoristica che funge da parodia al genere. Una selezione ricca e soddisfacente, che spazia nei sottogeneri horror dalle minacce esterni a quelle più intime e nascoste, dai vampiri agli zombi, passando per fantasmi, mostri e così via.

Non ci troviamo dinanzi a pietre miliari della Nona Arte, Come già premesso nei redazionali dello stesso volume, ma a semplici storie che gli stessi autori sapevano che di lì a poco sarebbero state rimpiazzate nella memoria del lettore da altre. Tuttavia, proprio il loro dover catturare l’attenzione del pubblico, unito anche alla brevità delle stesse, rende queste avventure avvincenti e gradevoli ancora oggi a oltre 60 anni dalla loro pubblicazione originaria. Chi ama, dunque, le serie EC Comics e le storie stile Ai confini della realtà troverà qui pane per i propri denti. Inoltre, veder all’opera artisti come Lee, Dikto e Kirby prima dell’era Marvel non è secondario e aggiunge un valore immenso a questi lavori.

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Come anticipato sopra, il quarto capitolo è dedicato agli anni ’70, quando il genere horror tornò di moda e soprattutto spopolavano i vampiri. Abbiamo, dunque, una selezione di 5 avventure tratte da Vampire Tales in cui possiamo ammirare artisti quali Jim Steranko, John Romita Sr., Bernet e altri. Sono passati 20 anni da quando testate del genere spopolavano e questo appare evidente osservando le tavole in bianco e nero – in questa occasione – delle storie che presentano una narrazione più moderna e una costruzione della tavola più libera e con un tratto più contemporaneo.
Alla luce di quanto detto finora, non possiamo che consigliare l’acquisto del volume, per motivi storici ma non solo in quanto la lettura si è dimostrata appagante e degna di nota.

 

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Il nuovo lavoro di Steve Ditko è "Qualcosa di grande"

  • Pubblicato in News

Steve Ditko negli ultimi anni della sua carriera sta realizzando una serie di antologie a fumetti acquistabili tramite la piattaforma crowdfunding Kickstarter insieme a Robin Snyder. L'ultima di queste antologie, che potete sostenere qui, si intitola Something Big.

Il contenuto dell'albo di 48 è però misterioso. In una lettera aperta pubblicata su Kickstarter, Ditko spiega la sua decisione di non diffondere alcuna informazione sui contenuti della nuova antologia, ma piuttosto lasciare che sia il suo lavoro passato a parlare.

"Detto fra noi, il nostro prossimo albo è qualcosa di speciale, forse questa l'hai già sentito, ma questo è... "Qualcosa di grande". Alcuni di voi vorranno ulteriori dettagli. In passato abbiamo rivelato molto sui contenuti dei nostri fumetti: i nomi dello sceneggiatore, dell'artista, del colorista e dell'editore, la trama e il tema di ogni storia, il numero delle tavole, ogni possibile collegamento con una avventura precedente o imminente, le sorprese in serbo per te, il lettore. Poi abbiamo notato che quasi tutti stavano facendo lo stesso.
Questa tendenza si è ampliata fino a includere le recensioni di televisione, teatro e film. (...) Leggendo, guardando o ascoltando questi commenti, si può cogliere quasi ogni dettaglio di un'impresa artistica imminente: non è necessario assistere allo spettacolo, leggere il libro o acquistare il fumetto."

Insomma, Ditko vuole che il lettore venga sorpreso in toto e dunque non vuole svelare alcun dettaglio del suo nuovo lavoro. L'autore conferma solo che Something Big sarà un'antologia di 48 pagine con "forse la copertina più colorata che abbiamo mai pubblicato". L'avventura principale sarà una sua storia pubblicata in precedenza che "non è stata ristampata da troppo tempo".
Ditko non specifica quale sarà la storia ristampata, ma l'immagine che utilizza per il Kickstarter  è una porzione della cover di Konga #6 della Charlton Comics. Quella storia, tuttavia, è stata ristampata dalla IDW Publishing nel 2013.

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(Via Newsarama)

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La cover scartata di Spider-Man di Steve Ditko per Amazing Fantasy #15

  • Pubblicato in Focus

In edicola trovate, in questi giorni, il primo numero della collana Marvel Legends che propone la ristampa di Amazing Fantasy #15 e una targhetta in metallo della sua storica copertina disegnata da Jack Kirby su chine di Steve Ditko. Come noto, l’albo contiene la prima apparizione di Spider-Man ad opera di Stan Lee e Ditko. Quel numero, secondo Lee, doveva essere la nuova incarnazione della rivista che proponeva storie brevi in pieno stile “Ai confini della realtà”. Tuttavia, l’editore Martin Goodman, non era convinto dell’idea di un eroe che possedeva poteri di ragno e dunque chiuse lo stesso la testata nonostante avesse dato inizialmente l’ok a Lee. I due fumettisti stavano, nel frattempo, lavorando ad altre storie di Spider-Man che riutilizzarono quando Goodman vide i sorprendenti dati di vendita di Amazing Fantasy #15 e decise dunque di lanciare una nuova testata dedicata all’Uomo Ragno: The Amazing Spider-Man.

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Inizialmente, Stan Lee aveva pensato di sviluppare il personaggio di Spider-Man con Jack Kirby, ma il suo stile troppo enfatico non convinceva lo scrittore che così decise di affidarsi a Ditko ripartendo da zero. La versione di Ditko era quella di un ragazzo comune, che si discostava di molto dalla classica figura e dalla rappresentazione stereotipata dell’eroe. Peter Parker era un adolescente come tanti e questo determinò il successo del personaggio. Anche quando indossava il costume, Spider-Man non assumeva le pose classiche degli eroi e il suo fisico era più asciutto e meno muscoloso rispetto a quello dei suoi colleghi.

Ditko realizzò, naturalmente, la cover per Amazing Fantasy #15, ma Goodman la scartò. Il motivo era proprio dovuto al tipo di rappresentazione dell’eroe così distante da quella classica. Per questo motivo, l’editore affidò la copertina a Kirby. Se confrontiamo le due cover – di seguito potete vedere la copertina di Ditko colorata e riutilizzata come variant per Amazing Spider-Man #700 – possiamo vedere come siano simili nell’idea, ovvero vediamo il nostro eroe volteggiare fra i palazzi con la sua ragnatela, con un ladro appena catturato sotto il suo braccio. Quello che rende differenti i due disegni è l’impostazione della figura: non solo lo Spider-Man disegnato da Ditko è meno possente, la sua posa meno epica e molto più naturale, ma "vola" basso, quasi a contatto con le persone. L’inquadratura è dall’alto, il che contribuisce a rendere meno enfatico il tutto.
La cover di Kirby ribalta tutta la scena, dunque. La posa di Spider-Man è più eroica, la visuale è dal basso verso l’alto, la stessa figura è più possente e in una posa più plastica.

Amazing Spider-Man Vol 1 700 Steve Ditko Variant

Kirby disegnerà anche la cover di The Amazing Spider-Man #1, solo dal numero successivo l’editore darà via libera alla versione del personaggio di Ditko che ne curerà, dunque, anche le cover fino al suo storico addio. Emblematiche sono, se confrontate, le due cover qui di seguito della diversa visione dell'eroe data dai due artisti.

Amazing Spider-Man Vol 1 1 Amazing Spider-Man Vol 1 2

Nella gallery in basso trovate la versione originale a matita della cover scartata di Ditko.

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Steve Ditko ha realizzato una nuova storia di Mr. A acquistabile su Kickstarter

  • Pubblicato in News

Una nuova antologia di 48 pagine di Steve Ditko, realizzata insieme allo sceneggiatore/editor Robin Snyder, è finanziabile su Kickstarter ed è prevista per marzo 2018. Anche se al momento senza titolo, il volume avrà come protagonista Mr. A, un personaggio creato da Ditko nel 1967 e che vede Rex Graine, incorruttibile reporter per il Daily Crusader, combattere il crimine nei panni di Mr. A.

La storia è già stata completata, secondo quanto riportato. La campagna ha già abbondantemente superato l'obiettivo prefissato di 4500 dollari nonostante la fine sia fissata per il 19 dicembre.

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