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Asterix e il Papiro di Cesare

Fra i fumetti umoristici più celebri e amati di sempre, Asterix deve la sua popolarità non solo alla riuscita intuizione narrativa del piccolo villaggio gallico che tiene testa all'imponente impero romano e ai suoi simpatici protagonisti, ma sopratutto al talento  innato dei suoi due creatori: René Goscinny e Albert Uderzo. Il primo, probabilmente il più grande sceneggiatore umoristico francese, il secondo una delle migliori matite della Francia. La scomparsa prematura di Goscinny segnò profondamente la serie che, gestita da solo Uderzo, mantenne intatta la sua qualità grafica, ma perse sempre di più col tempo quella nei testi. Nel 2013 il disegnatore passò il testimone a due nuovi autori di gran caratura: Jean-Yves Ferri e Didier Conrad che, dopo Asterix e i Pitti, tornano ora sulla serie con Asterix e il Papiro di Cesare.

La storia vede Giulio Cesare esordire come scrittore con il suo "Commentari sulla Guerra Gallica", che diventerà subito un bestseller mondiale (addirittura 50 copie vendute!). Ma il suo editore, Primo Bestsellerus, gli consiglia di omettere il capitolo in cui narra le sconfitte ricevute dal piccolo villaggio di Asterix, ammettendo dunque di aver conquistato tutta la Gallia, mossa che lo potrebbe favorire per il finanziamento di nuove campagne da parte del senato. Ma i muti scribi numidi, ovvero i ghostwriter del libro, non sono d'accordo e uno di loro riesce a consegnare una copia del capitolo a Vispolemix, cronista de "Il Mattino di Lutezia", che lo porta da Asterix e soci come prova da utilizzare contro lo stra-potere di Cesare. Bestsellerus deve dunque fermare i Galli prima che diffondano il contenuto del papiro...

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Il volume si segnala particolarmente per le sue gag, scaturite principalmente dalla lettura in piazza dell'oroscopo del druido Apollosix che porta a numerose incomprensioni che coinvolgono vari personaggi fra cui Obelix che, secondo quanto predetto, dovrà evitare conflitti e mangiare pochi cinghiali. I tormentoni creati per l'occasione ben si amalgamano con quelli storici e classici e rendono la lettura divertente e vivace, così come la satira sugli usi e costumi odierni da sempre presente nella serie. In questa avventura si prendere di mira da un lato il mondo dell'editoria, con il personaggio di Primo Bestsellerus, dall'altro il giornalismo d'inchiesta con il personaggio di Vispolemix chiaramente ispirato a Julian Assange che con la diffusione dei suoi articoli è capace di far tremare il potere.

Quello che però proprio non convince è l'intreccio narrativo: se la premessa, da noi sopra riassunta, è interessante, il problema è che poi non accade praticamente nulla tanto che Asterix e Obelix nel corso della storia hanno un ruolo quasi ininfluente e si limitano semplicemente a scortare Panoramix da un vecchio druido e a tornare al villaggio, giusto in tempo per difenderlo, senza incontrare la minima difficoltà. Scrivere una storia di Asterix, bisogna ammetterlo, non è certo un compito semplice. Questo non solo per il paragone con il periodo d'oro della collana, né perché coniugare umorismo e avventura è impresa ardua, ma anche per alcuni cliché e alcune caratteristiche tipiche della serie. Una su tutte, la forza degli eroi (dovuta alla pozione magica) rispetto ai romani, cosa che rende difficile creare pericoli reali ai personaggi. In questa storia non si avverte un attimo di tensione e di avventura non c'è la minima traccia. E spiace perché lo spunto iniziale e le gag avrebbero meritato uno sviluppo meno piatto. Bisogna, dunque, cercare di coniugare l'umorismo a trame più articolate e avvincenti, e magari cercare di uscire fuori dai topoi della serie, seppur commercialmente potrebbe essere un rischio.
Ammirevole è invece il "post scriptum finale" che riscatta in parte il volume con una piacevole trovata.

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Dal punto di vista grafico, Conrad cerca di inserirsi nella tradizione solcando però una sua strada. C'è una certa uniformità, dunque, rispetto al passato, ma che ci troviamo davanti a un altro disegnatore rispetto ad Uderzo lo si nota subito, lo stile di Conrad è meno tondeggiante e armonioso, ma il risultato è apprezzabile e si denota una spiccata personalità che può solo far piacere. In generale, la regia delle tavole è ottima.

L'edizione Panini è di alta fattura, degna delle precedenti edizioni. L'adattamento ad opera di Vania Vitali e Andrea Toscani nel riportare in italiano i numerosi giochi di parole, è ben riuscito, così come l'utilizzo dialettale dei soldati romani.

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Abbiamo aperto la recensione parlando di Goscinny e Uderzo, potevamo evitarlo alla seconda prova di Ferri e Conrad, ma abbiamo preferito sottolinearlo perché seppur traspare l'amore dei due autori per il personaggio, e sono evidenti segni di miglioramento, bisogna ancora aggiustare il tiro non tanto per eguagliare i due creatori, ma quantomeno per dare vita ad un fumetto che soddisfi al 100%.

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Anteprima italiana di Secret Wars #1, in uscita oggi

  • Pubblicato in News

Finalmente, anche in Italia è arrivato l'evento Marvel più atteso degli ultimi anni. Secret Wars #1 esce oggi in edicola e fumetteria, edito naturalmente da Panini Comics. Proprio grazie alla collaborazione dell'editore modenese, possiamo offrirvi un'esclusiva anteprima delle prime tavole dell'albo in italiano.
Jonathan Hickman e Esad Ribic ci narrano l'inizio della fine dell'Universo Marvel come lo conosciamo, siete pronti per l'evento Marvel più devastante di sempre?

Di seguito trovate le prime 6 tavole di Secret Wars #1 e le due cover ad opera di Alex Ross e di Simone Bianchi.

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Star Wars: l'Impero a pezzi 1

Cresce l’attesa per l’arrivo nei cinema di tutto il mondo di Star Wars: Il Risveglio della Forza (in Italia dal 16 dicembre), il settimo capitolo della saga creata da George Lucas che vede alla regia J.J. Abrams (Lost e Star Trek). Fra le varie iniziative multimediali che ci accompagneranno fino all’uscita del film, la più significativa è senza dubbio la miniserie in 4 capitoli Journey to Star Wars: The Force Awakens – Shattered Empire, edita negli Usa da Marvel Comics e pubblicata per il mercato italiano da Panini Comics col titolo Star Wars: L’Impero a Pezzi.

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La recente cessione del marchio Lucasfilm alla Disney da parte del suo stesso fondatore ha consentito la realizzazione di una proficua collaborazione con la Marvel, acquistata anch’essa pochi anni fa dalla casa di Topolino e Co., rendendo possibile un’interessante e proficua sinergia tra cinema e fumetto. Subito dopo aver rilevato la licenza per la pubblicazione di fumetti ispirati alla saga di Lucas, detenuta dalla Dark Horse per più di 20 anni, la Marvel ha inondato il mercato di titoli ispirati alle Guerre Stellari: oltre alle serie ammiraglie Star Wars e Darth Vader, sono state pubblicate numerose miniserie dedicate a Princess Leia, Lando Carlissian, Chewbacca e ad altri. Ma il titolo più interessante e più atteso è senza dubbio questo Star Wars: L’Impero a Pezzi, che ha l’importante compito di collegare la trilogia classica col nuovo capitolo, mostrandoci cos’è successo dopo la conclusione de Il Ritorno dello Jedi e gli eventi che ci hanno portato a Il Risveglio della Forza.

L’albo si apre con la conclusione della Battaglia di Endor, con le forze ribelli che sferrano l’ultimo e decisivo attacco contro le forze Imperiali; mentre sulla Luna di Endor Han Solo, Leia e Chewbacca, con l’aiuto degli indigeni Ewoks affrontano le truppe imperiali allo scopo di distruggere lo scudo energetico che protegge la seconda Morte Nera, su quest’ultima Luke Skywalker sta affontando per l’ultima volta Darth Vader e l’Imperatore Palpatine: lo Jedi riuscirà ad avere la meglio sul malvagio Imperatore e a porre fino al suo regno di terrore solo grazie al ravvedimento di Vader, in realtà suo padre, che abbandona il Lato Oscuro della Forza, uccidendo l’Imperatore e riconciliandosi col figlio, subito prima di morire. Nello stesso momento i ribelli, guidati da Leia e Han sbaragliano le forze imperiali. La lunga guerra contro il malvagio Impero è terminata: le forze ribelli, esauste, possono tirare un sospiro di sollievo. Durante i festeggiamenti sulla luna ribella facciamo la conoscenza di Shara Bey, un’abile pilota di X-Wing che ha dato un contributo decisivo alla distruzione della seconda Morte Nera, e di Kes Dameron, soldato della squadra d’assalto di Han Solo, che ha partecipato alla battaglia di Endor: i due sono sposati e sognano un futuro di pace da vivere con la propria famiglia e il figlio Poe, affidato provvisoriamente ai nonni. Questo è il primo, importantissimo accenno a Poe Dameron, uno dei personaggi centrali de Il Risveglio della Forza, interpretato nel film da Oscar Isaacs. Purtroppo la pace dovrà attendere: quando Han Solo scopre che ci sono ancora delle sacche di resistenza Imperiale sull’altro lato della luna di Endor, Kes parte nuovamente in missione; a Shara nel frattempo viene assegnato l’incarico di scortare la Principessa Leia in missione diplomatica su Naboo, senza immaginare che il pianeta natale della Principessa sta per essere attaccato da uno Star Destroyer Imperiale, su ordine – postumo – dell’ormai defunto Imperatore.

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Ai testi di Star Wars: L’Impero a Pezzi troviamo il veterano Greg Rucka, con un curriculum importante sia presso Dc (Gotham Central, Wonder Woman) che Marvel (Punisher): lontano anni luce dalle atmosfere noir di Gotham Central e Punisher, Rucka mette il suo lavoro al servizio di una trama di più ampio respiro non limitandosi, però, a realizzare un lavoro di mero servizio ma  costruendo anzi una storia ricca di ritmo e pathos. Il tocco dello scrittore, particolarmente abile nel tratteggiare figure femminili (Renée Montoya in Gotham Central, Rachel Cole – Alves in Punisher) è evidente nella caratterizzazione del personaggio di Shara Bey: figura di soldato donna divisa tra dovere e famiglia, desiderio di pace e necessità di combattere, il Sergente Bey non potrà non diventare un beniamino del pubblico di Star Wars.

Rucka è coadiuvato ai disegni dall’italiano Marco Checchetto, che lo aveva già affiancato alle matite del suo acclamato ciclo di Punisher: Checchetto è a suo agio con spade laser e X-Wings tanto quanto lo era con le avventure urbane di Frank Castle, ed è abile sia nel coreografare combattimenti stellari tra caccia ribelli ed imperiali, sia nel tratteggiare situazioni più intime come le scene tra Kes e Shara sulla luna di Endor. Con tavole sempre più ricche di dettagli, Star Wars: L’Impero a Pezzi è un ulteriore passo avanti nel processo di maturazione del disegnatore italiano e probabilmente la sua consacrazione definitiva nello stardom del fumetto statunitense. La partecipazione alle matite di Angel Unzueta e Emilio Laiso nel secondo capitolo non compromettono la qualità generale e il risultato finale rimane piuttosto omogeneo.

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Star Wars: L’Impero a Pezzi viene presentato da Panini Comics in 2 albi brossurati prestige da 48 pagine, formato riservato alle produzioni di qualità che ha riservato non poche soddisfazioni alla casa editrice modenese.
L’appuntamento con il capitolo finale della saga è previsto per il mese prossimo, in tempo per arrivare preparati all’appuntamento con Il Risveglio della Forza.

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Peanuts - Gli anni d’oro 1

Per la celebre strip di Charles Sparky Schulz, questo è un periodo di rinnovata fortuna nel nostro Paese.
Si moltiplicano progetti multimediali focalizzate sull’allegra brigata di ragazzini e animali. Oltre alla presente pubblicazione, in edicola possiamo trovare le ristampe della seminale rivista “d’Autore” Linus contenenti la produzione di strip e tavole domenicali risalenti alla fine degli anni ’60 e una retrospettiva sui ’50s; la medesima rivista prosegue il suo percorso nella sua più recente incarnazione edita da Baldini & Castoldi; è appena sbarcato un nuovo magazine della Panini, Snoopy e la banda dei Peanuts, dedicato al pubblico più giovane; nelle librerie di varia vi sono vecchie e nuove collane con Charlie Brown & company.
Non ultimo, semmai motore di questa e di altre iniziative, nelle sale cinematografiche è appena giunto il film in 3D Snoopy & friends – La banda dei Peanuts.

Gli anni d’oro è un gustoso allegato editoriale al quotidiano sportivo piemontese Tuttosport e al corrispettivo del centro-sud, il Corriere dello Sport-Stadio, ma la realizzazione e la cura editoriale è tutta farina del sacco della major modenese Panini Comics.
Sono previsti 12 albi in formato orizzontale con la pubblicazione di una ampia selezione di strip e tavole domenicali proposte per biennio, dal 1971-1972 della presente prima uscita al 1993-1994 dell’ultima, con una possibile estensione alla produzione antecedente se l’iniziativa avrà successo.

In questo agile volumetto, ben stampato nonostante il supporto cartaceo sia molto leggero, trovano quindi posto due annate di strisce inframmezzate dalle tavole domenicali, di impianto più sostanzioso.
Il tutto è completato da un’introduzione al mondo di Schulz e dei piccoli protagonisti, e alla presentazione della collana per i testi di Andrea Toscani.
Un compendio, giusto più di un bigino, distante com’è dall’integralità anche cronologica. Però ben fatto e consigliabile a chi si voglia avvicinare per la prima volta a questo travolgente mondo. Ma anche a chi è intimorito proprio dalle edizioni integrali e desidera avere degli assaggi caratteristici meno impegnativi in termini di tempo ed economici.

Sfilano quindi temi ricorrenti e gioviali tormentoni: dal mondo scolastico comune all’attività sportiva con il baseball capitanato da Charlie in primo piano, dai consigli della psichiatra in erba Lucy agli spassosi travestimenti e i mondi alternativi del bracchetto Snoopy e del piccolo pennuto Woodstock, passando per le parche riflessioni del pianista Schroeder e quelle più labili e curiose di Linus, il fratellino un po’ complessato della vulcanica Lucy, e le prime evoluzioni pseudo amorose di Patty, sempre pronta a coinvolgere il “suo” Ciccio/Charlie.
Leggerezza, spontaneità e opportunità di meditazione nelle tranches de vie di una compagnia in cui il divertimento va di pari passo con il dovere insito alle loro attività di piccoli uomini.
Aleggia nel compianto Schulz un forte senso di responsabilità nel caratterizzare tali scene, sempre misurate e mai volgari. I protagonisti, quelli citati e gli altri minori ma non meno importanti, hanno tutti un loro dignitoso spazio e una loro precisa collocazione nello svolgimento delle varie situazioni.

È facile per chi legge immedesimarsi in loro e rivivere il proprio “io” bambino, spensierato ma sempre presente a se stesso, senza degenerazioni esterne.
Il successo dei Peanuts si rinnova principalmente proprio per il candore dei personaggi, la loro simpatia non è forzata ma connaturata alla loro stesso modo di essere.
Non esitate dunque a lasciarvi coinvolgere, ne vale ampiamente la pena.

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