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Nuovi artisti nell'annual del Millarworld di Mark Millar

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Mark Millar è un autore poliedrico di incredibile successo, una delle più importanti ed influenti menti creativa del fumettomondo e non solo, che è stato in grado di dar vita a numerosissime storie indimenticabili e personaggi iconici, costruendosi addirittura un universo narrativo, il Millarworld, in cui ambientare le sue serie creator owned, intrecciandole con grande maestria. Tra i suoi ultimi lavori troviamo Huck, Empress e Starlight. Qui trovate un nostro recente articolo sullo sceneggiatore.

Ma arrivare fino a questo punto non è stato facile e Millar se lo ricorda bene, per questo vuole aiutare altri artisti ad emergere nel panorama fumettistico. Ecco che quindi ha deciso di realizzare il Millarworld Annual, una antologia di storie, in uscita il 13 luglio 2016, con protagonisti i suoi personaggi più famosi che vengono per la prima volta affidati a nuovi artisti e scrittori, che ne avranno la completa padronanza per la realizzazione di queste brevi storie.

"È una cosa strana; puoi anche essere bravo a suonare la chitarra, ma potresti non sapere nulla di come si formi una band. La stessa cosa vale per il fumetto. Io sono cresciuto nel nulla, a migliaia di chilometri da dove venivano fatti i fumetti, ma volevo fortemente esserne parte. Si è fatta molta strada [in Inghilterra], con la rivista 2000 AD, dove autori come Alan Moore e Neil Gaiman, hanno avuto il loro inizio. Avevano un programma di tirocinio dove i nuovi scrittori potevano farsi pubblicità e questo ha aperto le porte per un lavoro alla Marvel e alla DC per tutti", ha dichiarato a ComicBook.com.

Millar ha così lanciato un bando a cui hanno partecipato moltissimi artisti, di cui "solo circa il 20% proviene dagli USA. Alcuni provengono dall'Asia, altri dall'Africa e da altri paesi in cui non sapevo che le mie serie avessero grande seguito", ha aggiunto l'autore.
L'editor del progetto, Rachael Fulton, sostiene che "l'obiettivo è quello di realizzare un annual a fumetti con un gruppo di talentuose ed entusiaste persone. Una volta trovate, fare questo volume è stato facilissimo". E la selezione delle personalità che avrebbero partecipato al lavoro è stata effettuata dallo stesso Millar insieme ad un gruppo di amici che hanno analizzato e visualizzato tutti i partecipanti, e sembra che le persone selezionate siano molto promettenti.

"Credo fermamente che queste persone possano avere una carriera professionale e credo che alcune ce l'avranno di sicuro, 3 o 4 di loro ce la faranno molto velocemente, nel giro di qualche settimana, verranno presi da Marvel o DC. Sono davvero bravi. Credo che siano tutti bravi, a livelli professionali".

"Sono un gruppo di autori che provengono da paesi diversi e con diverse esperienze di vita. C'è un pittore indiano di 22 anni, uno scrittore ex medico filippino che vive a Brooklyn, un artista nigeriano che ha inviato dei disegni incredibili anche se ha una scarsa connessione a Internet, uno scrittore della Nuova Zelanda e rappresentante di birra di Dumfries, in Scozia, solo per citarne alcuni". Alcuni scrittori poi, non hanno ancora visto le pagine ultimate dagli artisti per le loro storia.

"Non voglio fare le preferenze, ma il ragazzo che ha scritto la storia di Hit-Girl (Mark Abnett, lo scozzese di prima), mi ha fatto davvero pensare ‘è meglio delle mie storie!’. È un po' paurosa, ma mi rende fiero. È così che deve sentirsi Stan Lee quando legge un buon fumetto Marvel. È una sensazione adorabile quella di vedere delle tue proprietà fatte così bene. Non ho mai permesso a nessuno a parte ai creatori di mettere le mani su questi personaggi, e credo che gli standard si siano mantenuti".

Ma questa bella iniziativa è destinata a diventare un appuntamento annuale, tanto che ad ottobre Millar comincerà a vagliare i nuovi artisti che compariranno nell'Annual del 2017. Tutti i proventi dell'opera andranno alla Hero Initiative, organizzazione no-profit che mira a dare sostegno ad autori del mondo fumettistico qualora lo necessitino. Di seguito infine vi riportiamo le ragioni per cui dovreste acquistare l'albo, secondo Millar stesso, e una breve bio degli artisti coinvolti.

"1, è fatto davvero bene. 2, credo che questi personaggi vengano benissimo in queste storie. 3, poter vedere questi nuovi talenti al lavoro. E 4, i proventi andranno alla Hero Initiative per aiutare gli autori che hanno bisogno".

Cliccando sui nomi potete accedere ai siti personali degli artisti.

Satine Zillah [Cover]
Mark Abnett  [Scrittore, Hit Girl]
Ozgur Yildirim [Artista, Hit Girl]
Cliff Bumgardner [Scrittore, American Jesus]
Steve Beach [Artista, American Jesus]
Philip Huxley [Scrittore, Kingsman]
Myron [Artista, Kingsman]
Deniz Camp [Scrittore, Starlight]
Pracheta Banerjee, [Artista, Starlight]
Ricardo Mo [Scrittore, Kick Ass]
Ifesinachi Orjiekwe [Artista, Kick Ass]
Shaun Brill [Scrittore, Chrononauts]
Conor Hughes [Artista, Chrononauts]

(Via ComicBook.com)

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Jupiter's Legacy e MPH: i due Mark Millar a confronto

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Esistono due autori, omonimi, che per una strana coincidenza sono nati anche lo stesso giorno e lo stesso anno. Parliamo di Mark Millar e di Millar Mark, entrambi scozzesi ed entrambi sceneggiatori per il mondo dei fumetti, con il secondo che ha anche un occhio di riguardo per il cinema. È il caso di approfondire questo curioso parallelismo fra i due sceneggiatori in particolare dopo l’uscita, a poche settimane l’uno dall’altro, di due volumi da parte di Panini Comics: parliamo di Jupiter’s Legacy e di MPH.

Mark Millar, il primo dei due che prendiamo in esame, noto per lavori quali Authority e Ultimates, è sicuramente un autore non molto prolifico. Le sue opere sono contraddistinte da una forte connotazione politica, tendente decisamente verso sinistra, che con uno sguardo critico reinterpretano il mondo dei supereroi inserendoli in uno contesto moderno, complesso e credibile. Le sue opere, inoltre, sono ricche di chiavi di lettura e attentamente costruite. La psicologie dei suoi personaggi sono complesse e sfaccettate. I suoi Ultimates, i Vendicatori degli anni 2000, sono un chiaro esempio del suo lavoro: Millar, qui, rielabora i classici personaggi Marvel dando loro una moderna interpretazione da cui non è stato più possibile tornare indietro.
Jupiter’s Legacy è un esempio lampante di quanto appena detto.

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Se finora abbiamo avuto eroi iconici che hanno attraversato i decenni indenni, Millar abbatte su di loro lo scorrere del tempo, invecchiandoli e dandogli una prole. Qual è, dunque, la vita che condurrebbero, oggi, questi superdotati figli di eroi? Millar, in piena chiave decostruzionista, li delinea come complessati e alienati, psicologicamente fragili, con genitori che sono stati per loro un peso poco sostenibile, più attenti alla loro immagine pubblica che a salvare il mondo. E lo stato del mondo è uno dei problemi che alcuni dei personaggi si pongono: possibile mai che, nonostante il loro intervento, il mondo sia sempre sull’orlo di una perenne crisi economica così come nel 1929? Servono davvero a qualcosa le loro scazzottate o è un modo ormai superato di affrontare i problemi? Forse è tempo di cambiare la politica da dentro portando oltre le loro responsabilità.

Come evidente, dunque, lo sguardo critico e politico dell’autore porta a un nuovo livello quella voglia di smontare il mito degli eroi e condurli in un contesto sempre più realistico e disincantato. Non è un caso se questo tipo di operazione è stata sempre fatta da autori europei (Alan Moore, Neil Gaiman, Grant Morrison, Warren Ellis etc., per spiccata e diversa sensibilità culturale). E Millar lo fa con puntualità e perizia, con una sceneggiatura attenta fin nella costruzione stessa della tavola, suddivisa sempre in 4 parti dall’elegante lavoro di Frank Quitely.
Siamo solo al primo volume, dunque bisogna fare attenzione nello sbilanciarsi, eppure Jupiter’s Legacy è una di quelle perle rare capace di segnare il mondo del fumetto per un bel po’. 

A differenza del suo omonimo, Millar Mark (quello di MPH, per intenderci), è un writer dallo spirito decisamente più commerciale, ma detto nel senso più buono possibile del termine. Lo scrittore, infatti, predilige soggetti che hanno di base un’idea tanto semplice quanto accattivante, plot che in genere sviluppa in 4-6 albi e che sono, in pratica, storyboard per il cinema, visto che vengono puntualmente opzionati, spesso prima dell’effettiva uscita, dai produttori di Hollywood. Tendenzialmente, i suoi lavori portano all’estremo idee che nei classici universi narrativi Marvel e DC sarebbero impossibili da applicare fino in fondo. MPH, disegnato dal bravissimo Duncan Fegredo, potremmo definirlo quasi un suo manifesto programmatico.

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La storia parla di Roscoe, un ragazzo di Detroit che vuole giungere al successo nella vita spacciando droga per il suo capo. Non ha alcun intenzione di scalare le gerarchie, sa stare al suo posto e mantiene un basso profilo. Ma, nonostante questo, finisce in prigione. Caduto in basso, si lascia convincere ad assumere una droga, l’MPH appunto, che gli donerà il potere della supervelocità. Roscoe, dunque, scapperà di prigione e coinvolgendo un gruppo di amici, tra cui la sua fidanzata, mette su una sorta di super-gruppo nel tempo limitato alla scorta di pillole in suo possesso. Ma come sfrutterà i suoi poteri, facendo del bene o del male? In realtà, rapinando banche, arricchendosi e divertendosi, questo gruppo si attira la simpatia della popolazione anche elargendo parte delle rapine e non ferendo mai nessuno. Naturalmente, qualcosa andrà storto e ci sarà più di un colpo di scena ad attenderci.

Lo stile di scrittura è scorrevole, i personaggi ben definiti e i dialoghi veloci e frizzanti. L’opera non ha implicazioni politiche o particolari chiavi di lettura (nonostante una connotazione sociale di sottofondo è ben presente), lo scopo principale di Mark è intrattenere il suo pubblico in modo avvincente, puntando non sulla riflessione ma sull’azione. A differenza di Jupiter’s Legacy, dunque, in MPH abbiamo un soggetto molto più leggero, ma al tempo stesso intrigante, ideale per una trasposizione cinematografica.

Quello che ci preme sottolineare è che i due autori presi in esame non sono in alcun modo in competizione fra loro. Chi ha scritto MPH, infatti, non è un sceneggiatore svogliato, poco ispirato o meno bravo rispetto a quello di Jupiter’s Legacy come tendenzialmente si crede, semplicemente è uno scrittore consapevole dei propri mezzi che decide di creare volutamente un’opera di semplice intrattenimento come Kick-Ass, ad esempio, Supercroocks o Superior, per citarne alcune. L’errore di fondo sta nella concezione, del tutto sbagliata, che autori di opere considerate di maggiore profondità debbano essere elogiati più di coloro che realizzano lavori più leggeri. Liberi, ognuno, di preferire l’uno o l’altro genere, tuttavia questo non deve andare a demerito di uno scrittore che consapevolmente scrive un’opera volta al puro intrattenimento. Chiariamo: ciò non toglie che Jupiter’s Legacy sia effettivamente un fumetto di maggior spessore e che verrà rimarrà più a lungo, a differenza di MPH, assolutamente godibile ma non seminale. 

La verità, alla fine, è che esiste un solo Mark Millar, un autore versatile, che sa fare bene il proprio lavoro e che, come un attore cinematografico, ama tanto fare commedie leggere quanto film impegnati. Uno scrittore che ci si è creato (meritatamente) un nome e che ha fiutato bene l’aria che tira a Hollywood, sempre più a corto di idee, e ha creato un proprio marchio, una fucina di idee pronte per l’uso che, male che vada, rimangono buoni fumetti realizzati da grandi artisti. Non si tratta, dunque, di maggiore o minore ispirazione (sebbene opere più o meno riuscite ci siano, e MPH di sicuro non si piazza nella top 5). L’evidente bravura di Mark Millar è palese in entrambi i casi, non sempre però i suoi lettori riescono a capire con quale spirito ha scritto un’opera prima di leggerla, per questo, dunque, può capitare di sentirsi spiazzati se ci troviamo di fronte a due titoli come Jupiter’s Legacy e MPH. In realtà, basta giusto informarsi un po’ prima.

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Anteprima di Jupiter's Legacy, Vol. 2 #1

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Da non molto approdato in Italia per Panini Comics, torna in America la serie di Jupiter's Legacy, dopo la parentesi di Jupiter's Circle. Mark Millar e Frank Quitely sono ancora insieme in questo sequel di un'opera che segna un ulteriore passo nell'evoluzine del fumetto supereroistico e che è stato così ben accolto dalla critica e dal pubblico.

Nella gallery in basso potete ammirare alcune tavole del #1 della seconda serie in uscita il prossimo 29 giugno.

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I comics indipendenti da non perdere nel 2016

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Dopo la lista dei manga da non perdere in questo 2016, passiamo alle serie principali del fumetto americano che verranno proposte ai lettori italiani nei prossimi mesi. Abbiamo volutamente escluso titoli Marvel e DC Comics, in quanto verranno trattati in un altro articolo dedicato. Tra di esse sicuramente alcuni gioielli come Low e I hate fairyland, ma in generale tutti i titoli presentati di seguito sono altamente validi. Non lasciatevene sfuggire neanche uno, non ve ne pentirete!

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Low di Rick Remender e Greg Tocchini (Uncanny X-Force) (SCP)

Dopo due delle serie che stanno riscuotendo maggior successo negli States e non solo, ossia Black Science e Deadly Class, lo scrittore Rick Remender ha messo a segno un altro colpo da maestro con Low, serie sci-fi pubblicata da Image Comics. La storia, ambientata in un mondo post-apocalittico a miliardi di anni di distanza da noi, quando il sole ha già iniziato la sua fase di espansione in una Gigante Rossa, rendendo così inospitale la vita sulla superficie del nostro pianeta. Due milioni sono i sopravvissuti della razza umana che vivono nella città sottomarina di Salus e tra questi troviamo la famiglia protagonista: Stel Caine alla ricerca di pianeti ospitali per il proseguo della vita, il marito Johl e i loro figli. Un'altra donna forte come protagonista quindi, che si opporrà al fato con tutte le sue forze. La narrazione è accompagnata dai magnifici disegni di un Greg Tocchini (Uncanny X-Force) allo stato di grazia, veramente surreale e mozzafiato. Un ottimo colpo per Edizioni Star Comics e per la neonata etichetta SCP.

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I hate fairyland di Skottie Young (Bao Publishing)

Altra serie di grandissimo successo oltreoceano è sicuramente I hate fairyland di Skottie Young, il famoso disegnatore Marvel che realizza versioni deformed e infantili dei principali supereroi, con un tratto che dire unico è poco e una comicità e sana follia caratteristiche. In passato l'autore ha anche realizzato una bellissima trasposizione e reimmaginazione dei libri sul Fantastico mondo di OZ di L. Frank Baum, mentre ora si cimenta con una sua personalissima rivisitazione in chiave splatter del mondo delle fiabe, quell'incantevole immaginario delle storie per bambini che verrà messo a soqquadro con insana violenza dalla protagonista Gert, una ragazzina di 6 anni che è rimasta intrappolata in quel mondo fatato per 30 lunghissimi anni, e ora non vuole far altro che tornare a casa sua, lasciando alle sue spalle un'enorme montagna di cadaveri. Giunto ormai al #5 numero in patria, non vediamo l'ora che Bao Publishing pubblichi il primo volume nel 2016.

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Southern Bastards di Jason Aaron e Jason Latour (Panini Comics)

Per la nuovissima collana 100% HD, che sta proponendo alcuni pezzi da '90 della letteratura a fumetti contemporanea, come Deadly Class e Providence, per fare un esempio, nel 2016 arriverà un nuovo supporto di alto livello con l'intento di arricchire ulteriormente il catalogo: si tratta di Southern Bastards di Jason Aaron e Jason Latour. Una serie cruda e torbida, una storia di Bastardi, proprio come da titoli, di efferati crimini, di violenza e di perdizione, lontana da voler dare una speranza di redenzione ai suoi protagonisti, anzi, con l'obiettivo di tirarne fuori tutta la cattiveria e il barbaro sadismo. Ambientata a Craw County, una cittadina dell'Alabama, dove risiede il campione di football americano dei Runnin' Rebs Boss BBQ, questo fumetto segue in diversi archi narrativi differenti personaggi che popolano questo luogo, a partire dal vecchio incazzoso Earl Tubb fino a Euless Boss, coach della locale squadra di football vincitore di innumerevoli premi ma con tantissimi scheletri nell'armadio... e sottoterra.

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Fight Club 2 di Chuck Palahniuk e Cameron Stewart (Bao Publishing)

Questo titolo lo aspettiamo tutti. Anche solo per leggere qualcosa di nuovo di Chuck Palahniuk, per non parlare poi del fatto che sia il sequel della sua opera più famosa, volutamente realizzato a fumetti per evitare di "intaccare" il film e il romanzo. La storia è ambientata 10 anni dopo le vicende che tutti noi conosciamo già, con protagonista Sebastian, ossia lo stesso narratore del primo romanzo ma con un nome differente, che insieme a Marla ha ricominciato a vivere nella società dopo gli eventi del  Progetto Mayhem. Solo che Tyler, la personalità distruttiva che era nata nella sua mente come tentativo di cambiare vita, non sembra essere del tutto scomparsa con il fallito tentativo di suicidio del protagonista. Le tavole sono ben disegnate, con uno stile abbastanza pop ma che rimanda agli eccessi, alla violenza e alla follia descritta negli scritti di Palahniuk, e poi le copertine sono di David Mack, tanto per dare un pregio in più all'opera. Aspettiamo pazientemente il volume Bao.

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Jupiter’s Legacy di Mark Millar e Frank Quitely

La Panini Comics porta a febbraio in Italia il primo volume di Jupiter’s Legacy di Mark Millar e Frank Quitely, serie iniziata nel 2013 di Image Comics e lungi dall'essere terminata, la più lunga scritta da Millar e ambientata nel famoso Millarverse, l'universo narrativo creato dallo scrittore scozzese di cui fanno parte ad esempio Wanted, Superior, Nemesis, Kick-Ass e altri ancora. Di stampo supereroistico, questo Jupiter’s Legacy segue le vicende di un gruppo di persone che recandosi su di un'isola misteriosa acquisiscono poteri soprannaturali, diventando di fatto i primi supereroi mai esistiti. Il loro scopo, una volta ottenuti i poteri, è quello di usarli a fin di bene per salvare il paese dalla recessione e da altre problematiche, ma non tutti hanno la stessa opinione, sebbene tutti abbiano a cuore il benessere del pianeta. Ma due di loro, dopo essersi sposati, hanno avuto due figli Brandon e Chloe che hanno ereditato dai genitori i poteri, ma non la purezza di intenti. Infatti i giovani sono solo interessati a vivere le loro vite da star, tra party, sesso e droghe. Della serie è stato realizzato anche uno spin-off dal titolo Jupiter's Circle. Lo stile plastico, iperdettagliato ed estremamente preciso di Quitely è un piacere per gli occhi. Da acquistare assolutamente.

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Suiciders di Lee Bermejo (RW Lion)

Prima opera interamente realizzata dall'artista Lee Bermejo, che oltre ai suoi classici disegni magnifici questa volta scrive anche la sceneggiatura. In una Los Angeles post apocalittica in un futuro tutto fuorché auspicabile, uccidere non è un crimine, è solo puro intrattenimento e una serie televisiva in particolare, intitolata Suiciders, fornisce al pubblico esattamente ciò che cerca. Una gara che metterà alla prova i concorrenti tecnologicamente modificati e drogati: tra violenza sdoganata, combattimenti all'ultimo sangue e capacità di sopravvivenza di fronte a ostacoli tecnologici e letali. Le tavole come ogni lavoro di Bermejo sono mozzafiato e il look decadente a metà tra una storia di criminalità underground e fantascienza si intona benissimo con il suo stile netto e precisissimo, in un contrasto esaltante.

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