ATTENZIONE: La seguente recensione contiene SPOILER!
L'attesa è finalmente terminata, e la fine dell'universo narrativo della Marvel è diventata realtà tra le pagine di questo prima capitolo del maxi-evento Secret Wars. La mente dietro quest'enorme progetto editoriale è lo scrittore Jonathan Hickman, il quale sin dal suo esordio come autore della testata Avengers nel rilancio Marvel NOW! ha iniziato a tessere questa trama che giunge qui al suo punto più alto, epico e drammatico.
I continui viaggi nel tempo e le alterazioni del continuum spazio-temporale hanno creato delle forti lacerazioni che stanno portato al collasso del Multiverso. Terra 616 e Terra 1610 (quella Ultimate) sono gli ultimi due mondi rimasti e dovranno affrontarsi in uno scontro all'ultimo sangue per decretare quale dei due sopravviverà. Tutti gli eroi si uniscono contro una minaccia comune, anche gruppi che precedentemente erano in conflitto tra loro, come Avengers e X-Men, mettono da parte ogni dissidio per lanciarsi uniti in questa guerra spinti solamente dal loro istinto di sopravvivenza.
A monte di questa battaglia troviamo le macchinazioni del Reed Richards Ultimate, e la sua volontà di creare una società perfetta, pronto a mettere in atto un estremo machiavellico. Dal Triskelion partono tutte le navi disponibili e dopo poco è subito caos. La narrazione si fa subito frenetica, veloce, non ci sono attimi di pausa, e ogni vignetta viene riempita con la vicenda di un eroe differente. E quando gli eroi di Terra 616 riescono a fermare questo primo attacco, ecco che Richards libera la sua arma segreta e diverse sono i caduti sul campo. Nel frattempo, eroi come Thor Donna, Spider-Man, Capitan Marvel scompaiono avvolti da una strana luce. Intanto, il piano del Reed Richards dell'universo 616, salvare la sua famiglia e gettare le basi per una rinascita della razza umana, continua. Il Life Raft, così si chiama la base spaziale che li porterà lontani, è pronta a partire, ma la distruzione della Terra è iniziata, il tempo scaduto, e il lampo di luce bianca che giunge all'ultima pagina decreta la fine dei due universi.
La preoccupazione principale che accompagnava questa storia era che potesse essere destinata e capita solo da quel gruppo di lettori che seguono da sempre l'autore (in questo caso Avengers e New Avengers) o, più in generale, da lettori onnivori di ogni uscita della Casa delle Idee. Hickman, invece, sebbene utilizzi trame partite anni addietro, è abile nel fare interagire tra loro i personaggi e in questo modo, utilizzando dialoghi esplicativi delle volontà dei singoli personaggi, ci permette di cogliere completamente il significato di ogni avvenimento, evitando ogni eventuale senso di smarrimento da parte del lettore.
Un'altra grande capacità dell'autore è quella di sapere superare una delle pecche principali degli ultimi eventi della Marvel, ovvero la scarsa caratterizzazione dei personaggi, questione delicata nelle saghe corali. In questo primo episodio Hickman viene sicuramente agevolato dalla velocità degli avvenimenti, e quindi non ha bisogno di approfondire e valorizzare ogni singolo character. Ciò nonostante l'autore è bravo a ritagliare per tutti uno spazio adeguato che ne valorizza le caratteristiche e ne fa emergere l'umanità. Ciò permette al lettore di avvertire lo stato di ansia, paura ed agitazione che la gente comune sente mentre dal cielo sbucano navi spaziali nemiche o Hulk e She-Hulk devastano intere città.
L'artista che si è fatto carico dell'aspetto grafico di questa epica saga è Esad Ribic, coadiuvato dai colori di Ive Svorcina. Il disegnatore croato è in ottima forma ed è artefice di tavole spettacolari. Sia gli scontri corpo a corpo che le battaglie aeree rendono a pieno l'intensità dei colpi e la loro portata devastante, non perdendo mai la loro intensità. Dal canto suo Svorcina alterna tonalità calde (giallo, rosso, arancione) per le ambientazioni all'aperto, con tonalità più fredde destinate agli interni. Mai eccessiva, la colorazione esalta la forte espressività che Ribic conferisce ad ogni personaggio, espressività che permette a Hickman di non sovraccaricare ogni pagina di troppe didascalie o ballon.
Ci troviamo, dunque, di fronte uno degli esordi più convincenti degli ultimi anni. La storia è forte, coinvolgente, ricca di pathos. L'auspicio è che lungo il percorso intrapreso da Hickman e Ribic non si verifichino cali di tensione che andrebbero a rendere vano quanto di buono letto in questa prima uscita. Se il buongiorno si vede dal mattino, allora questa sarà una splendida giornata, anche se siamo qui a celebrare la morte del Marvel Universe.