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Dark Knight III: The Master Race, le variant di Jae Lee e Sean Murphy

  • Pubblicato in News

L'attesa per l'uscita di Dark Knight III: The Master Race cresce di giorno in giorno. La DC Comics, per promuovere al meglio l'evento, ha concesso la realizzazione di variant esclusive alle fumetterie che aderivano all'iniziativa. Dopo quella mostratavi la volta scorsa, ecco dunque due nuove variant realizzate da Jae Lee e Sean Murphy, che potete vedere qui di seguito insieme all'elenco completo degli artisti coinvolti:

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BuyMeToys.com – Gary Frank
Newbury Comics – Michael Allred
Comic Book Legal Defense Fund – Paul Pope
Books-A-Million – Rafael Albuquerque
Silver Snail – Francis Manapul
Hypno Comics – Bill Sienkiewicz
Borderlands Comics and Games – Klaus Janson
Graham Crackers Comics – Darwyn Cooke
Yesteryear Comics – Jason Fabok
Third Eye Comics – Brian Bolland
M&M Comics Service – Dave Dorman
Legacy Comics and Cards – Artgerm
Dynamic Forces – Jae Lee
Midtown Comics – Greg Capullo
Midtown Comics – Marc Silvestri
Rebel Base Comics & Toys – Sean Murphy
Lone Star Comics – John Cassaday
Dragon’s Lair – Ivan Reis
Tate’s Comics + Toys + More – Kevin Eastman
Cards, Comics & Collectibles – Amanda Conner
Diamond UK – Jock
Forbidden Planet Limited – Adam Hughes
AOD Collectibles – Dale Keown
JScottCampbell.com – J. Scott Campbell
Heroes and Fantasties – Tim Sale
Yancy St. Comics – Kelley Jones
Zapp! Comics – Terry Dodson
Madness Games & Comics – Joshua Middleton
Ssalefish Comics – John Romita, Jr.
Lange's Sports – David Finch
Disposable Heroes Comics – Simon Bisley
Phantom – Walter Simonson
Hastings – Tyler Kirkham
Beyond Comics – Eduardo Risso
Instock Trades – Lee Bermejo
Discount Comic Book Service – Neal Adams
Bulletproof Comics – Gabriele Dell’Otto

Dark Knight III: The Master Race è scritto da Frank Miller e da Brian Azzarello, per i disegni di Andy Kubert e Klaus Janson. Il primo numero sarà disponibile dal prossimo 25 novembre.

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Inumani Primo Contatto

Spesso si sente dire che l’etichetta Marvel Knights, creata dalla Casa delle Idee per permettere la realizzazione di storie più mature, autoriali e per un pubblico adulto, non è all’altezza dei prodotti sfornati dalla sua storica nemesi, la Vertigo della Distinta Concorrenza. Ed effettivamente se si fa un bilancio delle serie realizzate dall’una piuttosto che dall’altra si nota una certa discrepanza di qualità. Eppure ci sono delle belle sorprese e degli ottimi lavori anche in Marvel Knights e in particolare vi parliamo della serie Inhumans scritta nel 1998 da Paul Jenkins, allora astro nascente del fumetto americano, e disegnata meravigliosamente da Jae Lee. Una serie in 12 numeri, ora raccolti in un volumone dalla Panini Comics, che venne accolta con grande plauso di critica e pubblico e vinse ben due Eisner Awards, uno per autore, meritatissimi.
Gli Inumani, seppur apparsi per la prima volta su The Fantastic Four #45 nel 1965, non hanno mai goduto di storie in solitaria di particolare spessore e bellezza, se si escludono appunto questa serie del ’98-’99 e il graphic novel omonimo scritto da Carlos Pacheco su disegni di José Ladrönn; al momento però stanno rivivendo una sorta di rinascita editoriale, lanciatissimi nel Marvel Universe grazie allo scrittore Charles Soule.

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In questa opera in 12 numeri invece abbiamo uno sguardo a tutto tondo sul mondo di questa famiglia di esseri geneticamente superiori agli umani, sulla loro società genocratica, sulla loro vita, sulla loro mentalità e la loro diversità biologica, vero e proprio aspetto dominante della specie.
Una storia incredibilmente profonda, psicologica, a tratti estremamente angosciante e opprimente, riflessiva al punto da diventare interattiva, chiamando in causa direttamente il lettore, ponendogli quesiti, facendolo ragionare sul peso e sull’importanza delle scelte che vengono compiute dai personaggi, coinvolgendolo personalmente e mettendolo in gioco.

Il sipario si apre su Attilan, la leggendaria città degli Inumani, che ha subito numerose delocalizzazioni spaziali, dalla Zona Negativa ad Atlantide, dove si trova all’inizio di questa run. Una città circondata da una barriera potentissima che evita la contaminazione del microclima interno con l’atmosfera inquinata della Terra, e la protegge da attacchi esterni; tuttavia la quiete inumana viene minacciata da un esercito mercenario e da intrighi politici che mirano al vibranio nel sottosuolo della recentemente riemersa Atlantide.
Freccia Nera, il re degli Inumani, dovrà quindi affrontare queste minacce esterne e al contempo fronteggiare quelle interne che vedono suo fratello Maximus alle prese con una rivolta a capo degli Alfa Primitivi, specie creata in laboratorio dal genetista inumano Avadar, con lo scopo di realizzare una razza che liberasse gli Inumani da qualsiasi lavoro fisico. In questo precario equilibrio la goccia che farà traboccare il vaso sarà la trasformazione a seguito di Terrigenesi, processo che risveglia l’abilità genetica dell’Inumano in un essere biologicamente unico e superiore, in un Alfa Primitivo, gettando ombre sulla presunta perfezione genica della specie e mettendo in discussione l’effettiva direzione della loro mutazione, oltre che instillare i germi della non liceità e correttezza etica dello sfruttamento degli Alfa.

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E Jenkins descrive magnificamente questa condizione di metastabilità, di precarietà assoluta, di crisi di certezze e di completa incertezza esistenziale e sociale. Il ritmo narrativo è sapientemente ammaestrato, con lenti, esaustivi e opprimenti periodi di gestazione e sviluppo degli intrecci iniziali che sublimano in rapidi e scattanti momenti risolutivi che rimuovono in modo deciso la non azione generando un climax vibrante e mai scontato.
Ma la vera peculiarità di quest’opera è il grande lavoro di approfondimento e indagine psicologica dei personaggi che lo scrittore porta avanti sin dalla prima pagina. Non ci troviamo davanti, come sempre più spesso accade, a vuoti involucri, marionette bidimensionali che lottano unicamente per la spettacolarità dell’azione; soprattutto gli Inumani vengono analizzati molto attentamente, facendoli interagire, dialogare, mossi dal loro intelletto e dai loro sentimenti, cercando di donargli vita propria, in un lavoro introspettivo mirabile.
Non si sentono forzature narrative in questa storia: Jenkins caratterizza i personaggi comprendendo appieno la loro natura e facendoli agire senza stonature o coercizioni, in completa armonia con il loro essere.

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Molto spesso infatti ci vengono riportati per filo e per segno direttamente i pensieri dei singoli, permettendoci di capire i ragionamenti degli stessi; altre volte invece si sfrutta una voce fuori campo che chiama lo stesso lettore a mettersi in gioco e a rispondere agli interrogativi che gli pone, creando una complicità con il fruitore che porta l’interattività della lettura ad un livello superiore.
E il personaggio chiave dell’intera run, quella su cui più ci si focalizza, è re Freccia Nera. La figura muta di Blackagar Boltagon è la più comunicativa dell’intera opera, grazie soprattutto all’ottimo lavoro di Jae Lee. L’impossibilità di emettere suoni porta lo scrittore ad animarlo e definirlo tramite i suoi pensieri, lasciando all’abilità del disegnatore la comunicatività di un personaggio tormentato da dubbi, paure, responsabilità e doveri asfissianti di chi deve proteggere, accudire e governare un’intera civiltà.

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Questo ciclo di storie è una sorta di racconto di formazione dai toni shakespeariani per tutti i personaggi che lo popolano, per un’intera società; tutti dovranno “evolvere” per far fronte ai pericoli che si porranno sul loro cammino.
Ed è nella parte grafica che si accentua tutto quanto fatto da Jenkins a livello di trama. Il titanismo, l’incertezza, la paura, l’ansia e il dolore vengono perfettamente messi su tavola dall’eccezionale abilità artistica di Lee che con il suo tratto marcato e scuro, dominato da un nero denso e morbosamente attraente, incupisce ancora di più l’atmosfera, rendendola ancora più claustrofobica e soffocante. Con uno stile spesso inquietante e realistico fino all’estremo, la tavola non è accessorio ma forza motrice essenziale dell’intera opera, fusa indissolubilmente alla narrazione.

Edizione Panini cartonata di grande formato che rende al meglio le pagine illustrate dell’artista e dona il pregio meritato alla storia, con una piacevole gallery finale di artwork e studi preparatori delle tavole. Immancabile nelle librerie di chi vuole storie Marvel autoriali o semplicemente di grande bellezza.

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DC Comics: Action figures tratte da Superman/Batman di Jae Lee

  • Pubblicato in Nerd

Dopo essersi occupato della trasposizione grafica del romanzo di Spephen King, la Torre Nera, Jae Lee è tornato ad occuparsi di supereroi grazie alla serie Superman/Batman(attualmente pubblicata in Italia nell’antologico Superman: L’Uomo d’Acciaio).

Riprendendo lo stile utilizzato da Lee in queste pagine, la Dc Comics ha realizzato un set di quattro action figures da collezione che ritraggono Superman, Batman, Wonder Woman e Catwoman.
 
Nel video in basso, Kevin Kiniry, Vice Presidente del Creative Services della DC, ha svelato in anteprima queste statuette, alte circa 18 centimetri, che saranno diffuse sul mercato a partire dalla prossima estate.
 
Durante il video, Kiniry ha definito queste quattro action figures come “le prime” ad essere annunciate, lasciando intendere che altre saranno svelate nei mesi prossimi.

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