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Netflix e Sandra Bullock al lavoro sul film di Reborn di Mark Millar e Greg Capullo

  • Pubblicato in Screen

Deadline riporta che Netflix e Sandra Bullock (Bird Box) stanno collaborando nuovamente per l'adattamento della serie a fumetti del Millarworld Reborn. Il regista di Lego Batman, Chris McKay, dirigerà il progetto.

Il fumetto, creato da Mark Millar e Greg Capullo, ha per protagonista Bonnie, una donna di 80 anni che si ritrova in un mondo di fantasia dopo la sua morte. Qui la nostra recensione della serie.

L'adattamento cinematografico di Reborn sarà prodotto dalla Bullock al fianco di Roy Lee e Miri Yoon di Vertigo Entertainment, con Millar e Capullo coinvolti come produttori esecutivi, e la stessa attrice in trattativa per partecipare al progetto.

Ricordiamo che il Millarworld è stato acquistato da Netflix nel 2017.

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Batman di Scott Snyder e Greg Capullo: il ciclo dei New 52

  • Pubblicato in Focus

New 52, o… Ricominciamo?
Marvel o DC? Papà o mamma? La risposta per chi ama i fumetti americani è sempre complicata. Esiste però una grande ed oggettiva differenza tra l’uno e l’altro universo: la gestione della continuity.
Se da una parte infatti la casa delle idee ha sempre cercato di mantenere tutte le sue serie all’interno di uno stesso universo narrativo coerente e coeso (fallendo in molti casi), dall’altra la Distinta Concorrenza, complice forse il peso di personaggi dalla storia editoriale infinita (il 2018 è stato l’anno di Action Comics 1000, tanto per intenderci), ha sempre trattato la propria continuity in una forma più "spensierata".
Puntualmente, l’universo editoriale di Superman e soci viene letteralmente azzerato. Capostipite di queste catastrofiche saghe l’evento Crisis on infinite earths a cui ne seguirono altri tra cui, a partire dal 2011, New 52, conseguenza di Flashpoint, una saga in cui il buon Flash, muovendosi a ritroso nel tempo, è riuscito nel (non) difficile compito di far ripartire lo schema narrativo di tutte le 52 testate DC Comics da zero.
Arduo da accettare per il lettore affezionato, l’azzeramento dell’universo crea una lavagna vuota che dona agli autori la libertà di poter reinventare, ammodernare, attualizzare personaggi conosciuti, ma dal passato troppo ingombrante.
Scopo finale? La sopravvivenza del personaggio stesso, in termini di interesse da parte dei lettori e di... Vendite.

Batman- Night of the Owls

I team creativi di New 52
New 52 ha consegnato a team conosciuti ed affermati i personaggi storici, immaginate Geoff Johns e Jim Lee sulla Justice League, o Grant Morrison e Rags Morales su Action Comics. Calibri altissimi, che hanno portato un notevole riscontro di vendite. Basti pensare che Justice League 1 è stato il fumetto più venduto del 2011.
E Batman? Ebbene, la testata del cavaliere oscuro venne affidata al (dinamico) duo Scott Snyder e Greg Capullo.
Il risultato è stata una serie di dieci sfavillanti volumi che raccontano, come fosse un lungo film, una versione inedita ed allo stesso tempo fedele dell’eroe di Gotham City.

Chi è il Batman di New 52
All’avvio della testata, corrispondente ai primi due cicli/volumi “The court of Owls” e “The city of Owls”, Batman è un supereroe affermato dai tratti decisamente appartenenti al canone del personaggio: tenebroso, solitario e risoluto. Completamente assorbito dalla sua crociata personale contro la criminalità e totalmente devoto alla sua città, Gotham.
Dove sta quindi l’eccezionalità di un personaggio che rispetta in tutto e per tutto ciò che i lettori si aspettano? È proprio qui che gli autori iniziano a stupire. Abbandonata la sicurezza dei percorsi conosciuti viene scelto un nemico inedito, il Talon, individuo fortissimo appartenente a una “Corte dei gufi” che, senza svelare nulla della trama, si scopre avere ramificazioni ovunque all’interno di Gotham, tanto da portare l’eroe a compiere un vero e proprio viaggio dall’inferno al purgatorio, senza via d’uscita nel paradiso rappresentato dalla consueta vittoria del bene sul male.
Senza dubbio un biglietto da visita promettente.

La storia definitiva del Joker?
La verità è però che per quanto ad ogni lettore piacciano i nuovi percorsi, le versioni alternative, i nuovi nemici e nuovi scenari, per Batman la battaglia attesa è sempre e solo una: quella contro il Joker.
Passato poco più di un anno dall’avvio dell’epopea raccontata da Snyder e Capullo è quindi giunto il momento di rievocare l’avversario per eccellenza del Cavaliere Oscuro.
All’inizio della storia il genio criminale vestito da pagliaccio non si vede a Gotham da tempo ed è reduce da una mutilazione che, se possibile, ne ha esteso la follia, permettendogli di elaborare un piano volto stavolta ad eliminare non il suo arcinemico, ma l’unica famiglia che gli è rimasta, ossia l’insieme di quei personaggi (Alfred, il commissario Gordon, Robin, Barbara, Nightwing e via dicendo) che gli sono più cari.
Il confronto è serrato e ancora una volta è chiaro l’intento di Snyder di spingere al limite l’eroe incappucciato, allontanandolo dai canoni comuni, facendogli compiere scelte difficilmente condivisibili e finendo col domandarsi se davvero si può vincere contro il lucido ed insano piano architettato dal principe dei clown.
I risvolti della trama sono molteplici, ma una cosa è palese: il ciclo “Death of the family” ed il suo volume di compendio (il settimo), “Endgame”, sono diventati un classico già in fase di pubblicazione.

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Gli altri volumi
Il quarto e quinto volume riportano in scena l’Enigmista nella saga denominata "Zero Year" la quale, oltre a presentare una versione sorprendente di Gotham (persino più estrema dell’ormai antica saga, antecedente all’era New 52, “No man’s land”) esplora le origini del Batman di questo universo narrativo. Le difficoltà degli inizi, le motivazioni alla base delle scelte ed il motivo della cappa e del pipistrello e qualche chicca nel rapporto con Alfred. Un abile stratagemma per approfondire la psiche del personaggio, molto vicino in questo caso al Batman cinematografico di Nolan a cui evidentemente il buon Snyder deve qualcosa, o chissà, forse è vero il contrario.
Se il sesto volume, “Graveyard shift” permette di tirare un po’ il fiato poiché racchiude una serie di storie a se stanti, slegate dalle principali saghe, comunque utili ai fini narrativi ed utilizzate per riempire vuoti di trame lasciate in sospeso è con il sopra citato settimo volume “Endgame” che si arriva al vero momento cardine di tutta la saga. Un colpo di scena non così annunciato permette di catapultarsi all’interno di una realtà tutta nuova, raccontata dall’ottavo volume “Superheavy” in cui a ricevere la cura di bellezza è niente meno che il commissario Gordon.
È qui che la saga assume tratti sorprendenti: il personaggio titolare della testata è assente, ma questa non perde alcuno smalto, anzi, i nuovi terreni esplorati da questa svolta narrativa sono avvincenti e convincenti e preparano il campo al rientro in pompa magna del Cavaliere Oscuro, nel penultimo volume “Bloom” in cui la minaccia è rappresentata da un nuovo e pittoresco nemico che darà del filo da torcere a tutti.
Siamo ai titoli di coda, c’è tempo per un ultimo volume, il decimo, intitolato non a caso “Epilogue” dove vengono tirate le somme del lungo percorso e preparato il campo al nuovo reboot, restart o come lo si vuole chiamare: Rebirth. Ma questa è un’altra storia.

I testi
Se quanto raccontato sinora non invoglia ancora la lettura allora forse è il caso di aggiungere come a livello di prosa Snyder sia sempre in pieno controllo: la fluidità di tutte le trame, che pure non lesinano incursioni nel passato del personaggio, è costante. Raro trovare momenti di noia, i testi sono cuciti per esaltare le qualità del disegnatore amate dai lettori.
Il messaggio per il lettore è estremamente chiaro: “siediti e goditi lo spettacolo”.
Se quindi i cicli narrativi sono assolutamente godibili in forma a sé stante, è doveroso notare come l’insieme dei dieci volumi costituisca un unico coerente grande affresco che si capisce essere stato architettato ad arte, con zero improvvisazione ed estrema qualità.

I disegni
Greg Capullo appartiene a quella categoria di disegnatori su cui i giudizi non sono mai tiepidi: o si odia, o si ama, ma l’ex disegnatore di Spawn ed erede designato di Todd McFarlane (se vogliamo capostipite della categoria sopra menzionata) in questa saga stupisce oggettivamente per il grado di affinità al personaggio.
È vero, Spawn è a suo modo un cavaliere oscuro, quindi Capullo gioca “in casa”È vero, Jim Gordon ha fatto sicuramente da base al duo di detective Sam e Twitch, ma la verità è che pur mantenendo l’inconfondibile stile, Capullo riesce sempre a garantire una coerenza visiva del personaggio, dei comprimari, dei nemici e dell’ambiente (con una Gotham cupa, affascinante e dettagliatissima).
Un lavoro magistrale che non perde mai di qualità e rimane fedele a se stesso, dalla prima all’ultima tavola.

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Conclusioni
Il ciclo di Capullo e Snyder su Batman è tutto racchiuso nei dieci volumi descritti. Epico, avvincente e coerente. Come affermato, già un classico. L’ennesima dimostrazione di come qualsiasi personaggio, anche un allegro -quasi- ottantenne come Batman, abbia ancora molto da raccontare attraverso le parole ed i disegni di autori capaci.
È forse un caso che lo stesso dinamico duo sia stato scelto per l’ultima grande saga DC dal titolo “Dark Knights Metal”? Probabilmente no.

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Brian Azzarello e Greg Capullo e lo speciale Halloween di Swamp Thing

  • Pubblicato in News

Tra il dolcetto e lo scherzetto quest'anno in America a Halloween si potrà optare anche per il fumetto. DC Comics infatti, in collaborazione con Walmart, darà alle stampe uno one-shot dedicato a Swamp Thing ad opera del super team creativo Brian Azzarello e Greg Capullo.

Swamp Thing Halloween Horror Special sarà un bel volumetto di 100 pagine che includerà, oltre alla storia inedita, anche una ristampa della prima apparizione di Swamp Thing (House of Secrets 92) e altri speciali di Halloween opera di Denny O 'Neal, Neal Adams, Paul Dini, Dustin Nguyen, Dan Didio, J. Michael Stracyznski e molti altri.

"Sono mostri, giusto?" Capullo ha dichiarato al Comic Riffs di The Washington Post "Ogni volta che disegni i mostri è divertente. Soprattutto perché non puoi sbagliare. "

"Si svolge a Halloween - [DC] era piuttosto irremovibile volevano che si svolgesse ad Halloween", ha aggiunto Azzarello. "È la storia di una strega che incontra alcuni bambini nei boschi e racconta loro una storia per spaventarli e Swamp Thing è coinvolto nella storia."

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(Via CBR)

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Reborn, recensione: il paradiso fantasy di Mark Millar e Greg Capullo

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Fin dall’antichità l’uomo si è interrogato su cosa ci sia dopo la vita. Correnti filosofiche e religioni hanno dato molteplici risposte e, ognuno di noi, crede in un destino differente. Mark Millar con Reborn fornisce una singolare visione dell’oltretomba. Per lo sceneggiatore scozzese, infatti, ci ritroveremo dopo la morte ad Adystria, un mondo fantastico popolato dai nostri parenti, amici o vicini, nonché dai nostri animali domestici.

La storia parte dalla vicenda di Bonnie Black, una donna anziana che è costretta a passare gli ultimi giorni della sua vita in un ospedale. Mentre sta lasciando la nostra terra, davanti agli occhi le passano la sua infanzia, il suo matrimonio, la nascita di sua figlia. Il tempo di riaprire la palpebre ed eccola ad Adystria, nel bel mezzo di una battaglia. Il suo arrivo mette in fuga i nemici, è lei infatti la predestinata tanto attesa in grado di fermare il perfido Lord Golgotha, quest’ultimo in attesa del sacrificio di Bonnie per aprire un varco verso la nostra terra. Ad accogliere la protagonista, di nuovo giovane, è suo padre che la introduce in questo nuovo mondo. Ma il primo pensiero di Bonnie è quello di ricercare suo marito, scomparso anni prima vittima di una sparatoria da parte di un folle omicida.

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Reborn propone una visione dell’aldilà abbastanza basilare, una seconda vita in cui raccogliere quello che avevamo seminato nella precedente. Anche in questo caso esiste una divisione simile a quella fra Paradiso (Adystria, appunto) e Inferno (Terre Oscure): buoni e cattivi vivono infatti in regioni distinte e il ruolo affidatoci in questa nuova realtà si basa sulle azioni fatte nella vita precedente. Le nostre ossessioni, il nostro credo, la nostra bontà d’animo o cattiveria, tutto ciò ci definisce in questo nuovo piano esistenziale.
Tuttavia, Adystria è un luogo di passaggio, in cui si può anche morire per finire poi in un nuovo aldilà di cui non sappiamo nulla. La visione di Millar, dunque, è perfettamente conciliabile con quella cristiana o di qualsiasi altra religione.

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A livello narrativo, invece, Reborn è un fantasy classico con tutti gli elementi: avventura, un predestinato che salverà il mondo, draghi, fate e quant’altro. Come già sottolineato in altre recensioni, Millar ha un’abilità unica a presentare personaggi e situazioni in poche pagine e, dunque, subito si entra nel racconto. La storia funziona bene, forse fin troppo, apparendo per questo abbastanza lineare e prevedibile, tuttavia non mancano momenti riusciti e intensi anche dal punto di vista emotivo, come i capitoli di apertura e chiusura. In generale, in Reborn c’è tanto mestiere, ma ci si diverte non poco a leggerlo.
Non fatichiamo a immaginarne una trasposizione cinematografica o un sequel fumettistico.

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Dal punto di vista visivo, ad affiancare Millar troviamo in questa nuova opera del Millaworld Greg Capullo, super-star nota per il suo lavoro su Spawn e Batman su tutti. Chi ne apprezza l’arte non resterà deluso da questa sua prova in cui riesce a donare grande umanità ai protagonisti nei momenti più intensi e spettacolarità nelle scene più epiche. In un’opera del genere, la creazione di un mondo immaginario è fondamentale, e Capullo, pur rifacendosi a canoni visivi abbastanza classici, mette su carta un mondo credibile e convincente.

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Per quanto riguarda l’edizione Panini Comics, invece, ci troviamo di fronte alla solita veste cartonata classica di alta qualità. Tuttavia, in questa occasione, dobbiamo segnalare un paio di pecche. Se su un piccolo refuso possiamo pure soprassedere, è sulla qualità delle tavole del primo albo che dobbiamo segnalare un problema abbastanza singolare: le suddette tavole, infatti, appaiano di bassa qualità, dunque sgranate e con una colorazione meno brillante. Il fatto che poi la resa del lettering risulti invece perfetta, ci fa comprendere come sia un problema dovuto ai file di lavorazione originali. Ciò non compromette la lettura, ma è comunque evidente se confrontato con le tavole dei restanti 5 albi che sono, invece, perfetti.

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