Comincia da dove era iniziato l'ultimo ciclo di storie di Ann Nocenti su Daredevil, pubblicato per la prima volta sui numeri 283-291 della testata americana e riproposto da Panini Comics nel numero 24 della Daredevil Collection, in una sorta di allegorica chiusura del cerchio: proprio come nei suoi primi racconti, l'attenzione della scrittrice statunitense ritorna sull'ambiente di Matt Murduck, quella Hell's Kitchen che l'eroe ha giurato di tenere pulita alla fine di Rinascita. Inevitabilmente, ritornano alla ribalta i temi sociali, le storie di ordinaria ingiustizia americana, raccontate questa volta con una vena polemica più forte, cresciuta col passare degli episodi e diventata consapevolmente provocatoria.
Dopo aver abbandonato l'approccio più sperimentale al personaggio, che aveva lanciato Daredevil addirittura all'inferno per combattere le macchinazioni di Mefisto al culmine di un vagabondaggio senza meta lontano da New York, nell'America di provincia più profonda (spinto dal veleno portato nella sua vita da Thypood Mary, figura femminile che rimarrà l'eredita più grande della gestione della scrittrice), Ann Nocenti riporta il Diavolo Rosso a casa, ma lo fa a modo suo: il Matt Murdock che torna ad Hell's Kitchen, infatti, è un uomo distrutto nello spirito e dal precario equilibrio mentale.
Ben presto l'eroe perde la memoria, comincia a vivere in un palazzo disabitato con una vagabonda di nome Nyla Skin, che diventa la sua nuova fiamma, si convince di essere la reincarnazione di suo padre, arrivando addirittura a farsi chiamare Jack Murdock e incomincia una carriera da pugile, diventando una sorta di eroe per tutti i disperati di Hell's Kitchen, soprannominato il "pugile cieco".
Ma non si può tornare a New York senza fare i conti con il passato: Kingpin e Bullseye, infatti, non hanno alcuna intenzione di lasciare in pace il loro vecchio nemico e cercano di stanarlo, il primo minacciando il suo nuovo flirt, il secondo arrivando addirittura ad impersonare Daredevil, per macchiarne la credibilità agli occhi del suo quartiere, commettendo una serie molto lunga di crimini contro i più deboli. Matt dovrà quindi lottare contro i suoi demoni interiori e i suoi storici nemici, per ritornare in sé e, allo stesso tempo, tornare ad essere l'eroe che Hell's Kitchen aveva imparato ad amare.
Per quanto la virata rispetto all'ambientazione precedente, on the road e piena di personaggi non di casa sulla testata del Davolo Rosso come Mefisto e gli Inumani, sia stata molto repentina e imposta dalle alte sfere della Marvel, preoccupate per un calo di vendite della testata, Ann Nocenti non rinuncia al suo tocco personale e riprende forse l'unico tema non approfondito da Frank Miller durante la sua gestione, ormai diventata epica: la vita delle persone povere ai margini della città e del sogno americano, nel quartiere più malfamato e famoso di New York.
Se in Rinascita Matt Murdock aveva avuto solo un assaggio molto traumatico della vita degli homeless di Hell's Kitchen, in questo ciclo di storie ci si immerge totalmente: col pretesto dell'amnesia, l'eroe rimane sullo sfondo e agisce come cassa di risonanza delle storie di degrado urbano che vengono via via presentate e analizzate, facendo emergere tutte la distanza che la scrittrice sentiva tra il sogno americano e la realtà sociale di fine anni '80.
Dalle desciminazioni verso le persone di colore allo strapotere delle multinazionali, dall'imperialismo americano in politica estera alle imperfezioni del sistema legale, tutti i problemi della società americana vengono analizzati con una lente di malinconico pessimismo, tanto che persino Capitan America, ospite speciale del primo episodio, si mostra dubbioso della strada che sta prendendo il suo paese.
In questo scenario si innesta la battaglia personale del nostro eroe, impegnato in una lunga ricerca di sé stesso, che passa attraverso l'immedesimazione nella sua figura di riferimento: suo padre. Vestendo calzoncini da pugile, Matt ritrova le motivazioni che aveva perso a causa della sua ultimo scontro con Kingpin e del suo viaggio all'inferno, e ritrova la connessione con la gente del suo quartiere, in una sorta di ritorno catartico alle sue origini. Anche questo aspetto viene distorto dalla vena polemica della scrittrice: attraverso la sottotrama che vede Bullseye vestire I panni di Daredevil, la Nocenti ci mostra come il confine tra eroe e criminale sia davvero molto sottile e l'episodio dello scontro finale tra i due eterni rivali è davvero sorprendente e carico di tensione psicologica.
Dopo l'abbandono di John Romita Jr., la serie del Diavolo Rosso fu affidata ad un nuovo disegnatore, Lee Weeks, che firmerà un ciclo abbastanza lungo, legando il suo nome principalmente ad Ultimi Riti, la saga della caduta di Kingpin culminata nello speciale numero 300.
Il tratto di Weeks, sebbene qui al suo debutto, appare particolarmente adatto a Daredevil: con le sue anatomie e prospettive classiche e naturali, i movimenti fluidi, lo storytelling chiaro, la cura nella rappresentazione dei volti e l'eleganza dei chiaroscuri, l'artista risulta una scelta azzeccata per rassicurare il lettore e riportare la serie alle atmosfere urbane definite dal ciclo di Miller, con quel tocco retrò che ricorda davvero molto il primo David Mazzucchelli.
La lentezza del disegnatore americano, tuttavia, costrinse la Marvel a trovare dei sostituti occasionali con risultati alterni: se Mark Bagley e Greg Capullo, autori rispettivamente dei numeri 283 e 286, pur lontani dai loro lavori migliori, sembrano a loro agio e meritano ampiamente la sufficienza, lo stesso non si può dire di Kieron Dwyer, autore dei numeri 289/290, il cui disegno appare troppo frettoloso scarsamente particolareggiato per colpire nel segno.
Il volume Panini Comics contiene, inoltre, una storia speciale, contenuta in Daredevil 500, uscita nell'ottobre 2009- molti anni dopo la fine della gestione di Ann Nocenti, ma sempre scritta da lei, che può considerarsi un piccolo omaggio al personaggio. Una giovane studentessa e un vecchio pugile aiutano Devil a riprendersi dalle ferite provocate da una brutale battaglia contro Bullseye, in un racconto al cardiopalma, che riesce a centrare l'essenza del personaggio ed è un bellissimo esempio dello stile angosciante e nervoso dell'autrice.
Anche grazie alle matite di David Aja, che gioca con abilità con luci e ombre per rendere al meglio la tensione e le emozioni dei personaggi, 3 Jacks è una chicca che non può mancare nelle librerie dei fan del Cornetto e contribuisce ad aumentare il giudizio sul volume, ampiamente consigliato a tutti gli amanti dei fumetti sofisticati ed impegnati e a tutti i fan di Daredevil, che hanno ora a disposizione per intero uno dei cicli fondamentali del personaggio.