Mojuro, recensione: il sequel di Jujutsu Kaisen di Gege Akutami apre le porte a un futuro di magia e alieni
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Dopo il travolgente successo di Jujutsu Kaisen, Gege Akutami torna sulle pagine di Weekly Shōnen Jump con il debutto di Mojuro, una serie che fonde il linguaggio oscuro delle arti occulte con suggestioni di fantascienza. Il primo capitolo, intitolato Special Grade Circumstance, non ha deluso le aspettative dei lettori, portandoli 68 anni avanti rispetto agli eventi della saga originale.

La narrazione si apre con un evento senza precedenti: l’arrivo di circa 50.000 alieni Simuriani, in fuga da un pianeta ormai in rovina. A bordo della nave madre Naunax, gli extraterrestri chiedono asilo politico sulla Terra. Gli Stati Uniti, dopo un primo contatto, lasciano la responsabilità della trattativa al Giappone: un riconoscimento implicito del peso che gli stregoni continuano a esercitare nello scacchiere mondiali.
Tra i protagonisti spiccano Yuka e Tsurugi Okkotsu, fratelli di dieci e undici anni e nipoti dei celebri Yuta Okkotsu e Maki Zen’in. Orfani dei nonni, recentemente scomparsi di vecchiaia, i due si ritrovano a gestire un’eredità ingombrante: l’anello maledetto di Yuta, passato a Tsurugi per volontà del clan Gojo. La scelta scatena inevitabili tensioni familiari, con Yuka che fatica ad accettare un destino che sente di meritare almeno quanto il fratello.
Mentre la diplomazia si interroga sull’integrazione dei Simuriani, un’altra minaccia scuote la società: rapimenti di bambini e stregoni. Un oscuro traffico sembra muoversi dietro le quinte, pronto a trasformare l’energia maledetta in merce da rivendere. In questo scenario ambiguo fa la sua comparsa Maru, investigatore enigmatico che si rivela essere lui stesso un Simuriano, aprendo nuovi interrogativi sul fragile rapporto tra umani e alieni.
Il capitolo culmina con un confronto drammatico: i due fratelli Okkotsu vengono travolti dagli eventi e messi di fronte al crimine che insidia la loro epoca. Sullo sfondo emerge la figura di Tsugi, antagonista legato al mercato nero, che tratta gli stregoni come beni di scambio. È il primo assaggio di una lotta che non sarà solo contro mostri o maledizioni, ma anche contro l’avidità e le nuove regole del potere.

Con tavole dense di atmosfera e un ritmo serrato, Mojuro segna l’inizio di un racconto inedito: non più soltanto il Giappone delle maledizioni, ma un mondo sospeso tra magia e fantascienza, in cui la sopravvivenza degli eredi dei grandi stregoni si intreccia al destino di un’intera razza extraterrestre. Lo stile di disegno, molto dinamico come il suo prequel, strizza anche un po' l'occhio alle prime tavole di Bleach, di cui Akutami è un grande fan.
Una nuova era si apre, e il futuro degli Okkotsu promette di riscrivere ancora una volta le leggi della stregoneria.

