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La Marvel annuncia il sequel a fumetti di Secret Invasion

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Come noto, l'evento del 2008 Secret Invasion sta per essere adatto in una serie televisiva per Disney+, prevista per la fine dell'anno, e la Marvel non si è lasciata scappare l'occasione per dare vita a un sequel a fumetti intitolato Secret Invasion: The Skrull.

Lo sceneggiatore Ryan North, che scriverà la storia, ha dichiarato a IGN:

"È un sequel in quanto si svolge nello stesso Universo Marvel del primo e tutti nella storia ricordano che quanto accaduto in precedenza, ma è anche una storia a sé stante perché tutti hanno imparato da quell'avventura e non sono interessati a vederla andare allo stesso modo due volte, dove per poco non perdevano la Terra a causa di invasori alieni. Non doveteavere letto la saga del 2008 per goderti questa, ovviamente - la serie vi dirà tutto ciò che devi sapere - ma se hai ci sono alcuni piccoli richiami che noterete".

Nell'originale Secret Invasion, la razza aliena mutaforma nota come Skrull si era segretamente infiltrata nella società umana - e persino nella società sovrumana - nel tentativo di conquistare il mondo. Di Secret Invasion: The Skrulls, invece, sappiamo ancora poco circa la trama e lo stesso autore non si sbilancia. Sicuramente, Nick Fury e Maria Hill avranno un ruolo centrale, così come nel telefilm Marvel Studios.

Di seguito le cover di Secret Invasion: The Skrulls #1 di Giuseppe Camuncoli e di Gabrielle Dell'Otto e le prime tavole a matita diffusa ad opera di Francesco Mobili che disegnerà la miniserie di 5 numeri. La data di uscita della serie non è al momento nota.

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Steve Orlando celebra i 50 anni di Man-Thing

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Steve Orlando scriverà tre one-shot di Man-Thing per il suo primo lavoro targato Marvel Comics. L'occasione è la celebrazione dei 50 anni dell'Uomo Cosa. Il primo dei tre albi sarà intitolato Avengers: Curse of the Man-Thing # 1 illustrato da Francesco Mobili e vedrà gli eroi affrontare un nuovo nemico chiamato Harrower.

Il secondo albo è Curse of the Man-Thing: Spider-Man che sarà disegnato da Alberto Foche al suo debutto alla Marvel. Nella storia vedremo sia Peter Parker che Miles Morales. Le cover dell'albo sono ad opera di Daniel Acuña e Nick Bradshaw.

La serie di tre one-shot coinvolgerà dunque gli Avengers, Spider-Man e un ultimo one-shot con gli X-Men, di cui ancora non sono stati resi noti i dettagli.

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Vecchio Occhio di Falco 2 - Giustizia Cieca, recensione: la fine del viaggio

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Nel 2008 usciva nelle fumetterie americane Old Man Logan, pubblicato in Italia col titolo di Vecchio Logan, saga futuristico – distopica di grandissimo successo per i testi di Mark Millar e i disegni di Steve McNiven. Nel futuro desolato immaginato dallo sceneggiatore di Kick-Ass e Kingsmen, i supercriminali si sono alleati tra loro e hanno sconfitto tutti gli eroi, uccidendone la maggior parte, così da spartirsi gli Stati Uniti d’America. Tra i pochi sopravvissuti c’è Logan, l’uomo un tempo conosciuto come Wolverine, che conduce una modesta vita di agricoltore nell’area una volta corrispondente alla California, ora proprietà della terribile gang degli Hulk. Il mutante verrà coinvolto suo malgrado dall’amico ed ex collega Vendicatore Occhio di Falco, ormai cieco, in una ultima avventura on the road attraverso ciò che resta degli USA, in un disperato tentativo di rovesciare il governo del Teschio Rosso, insediatosi alla Casa Bianca dopo la caduta degli eroi. Mad Max in salsa superoistica, Old Man Logan fu una delle “hit” di maggior fortuna della Marvel dello scorso decennio, ispirando in parte uno dei migliori cinecomic mai realizzati, quel Logan vincitore di un Oscar per la miglior sceneggiatura non originale.

La stessa Casa delle Idee è tornata più volte a visitare la distopia immaginata da Millar e McNiven, prima facendo arrivare nell’universo Marvel regolare lo stesso Vecchio Logan a seguito degli eventi del cross-over Secret Wars, poi con un “prequel” ufficiale dedicato stavolta al vecchio Clint Barton e realizzato dal duo composto da Ethan Sacks e Marco Checchetto.

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Uscito in Italia in occasione della scorsa mostra mercato di Lucca, il primo volume di Vecchio Occhio di Falco aveva stupito i lettori per la disinvoltura dimostrata dal quasi debuttante Sacks nel costruire un western distopico avvincente e nel giocare con la vasta continuity Marvel, riuscendo a sfuggire abilmente al confronto con l’ingombrante prototipo; ma il vero fiore all’occhiello di quei primi sei numeri era costituito dai disegni al fulmicotone del nostro Checchetto, alle prese col lavoro che lo collocava definitivamente tra i più grandi talenti del mercato fumettistico a stelle e strisce. Tavole spettacolari e dirompenti, cariche d’azione, unite ad un restyling ispirato di alcuni tra i più classici eroi e criminali del cosmo Marvel.

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Nel secondo volume della maxiserie ritroviamo il vecchio Clint Barton, l’uomo che un tempo era conosciuto come il vendicatore Occhio di Falco, intento a riprendere il suo viaggio in compagnia della sua vecchia amica ed aiutante Kate Bishop, che in passato aveva sostituito proprio Clint nel ruolo di arciere. Barton, ormai reso quasi cieco da un glaucoma, sta attraversando gli Stati Uniti d’America per andare a caccia dei vecchi membri dei Thunderbolts, squadra di ex-criminali solo apparentemente redenti, che si erano resi responsabili del tradimento e del massacro della squadra di Avengers guidata da Clint, compresa l’amata Natasha Romanoff, la Vedova Nera. Come nelle rese dei conti dei migliori film western, Clint somministrerà una vendetta implacabile ai suoi avversari, fino ad arrivare allo scontro finale col Barone Zemo, il leader dei Thunderbolts. Come se non bastasse, i due arcieri sono tallonati da Bullseye, la spietata nemesi di Daredevil, ora “sceriffo” al soldo del Teschio Rosso, che ha provveduto a  potenziarlo con innesti cibernetici alla Deathlok.

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Il viaggio di Vecchio Occhio di Falco arriva alla sua conclusione, purtroppo, circondato da un’imprevista atmosfera di disimpegno: la resa dei conti finale tra Clint, Zemo e Bullseye risulta piuttosto di maniera e non all’altezza delle aspettative suscitate dal primo, ottimo volume. Ma le noti dolenti arrivano soprattutto dal reparto grafico: Checchetto realizza solo tre dei sei numeri contenuti nel volume, in quanto scelto dalla Marvel come illustratore del nuovo corso di Daredevil (dove sta svolgendo un lavoro egregio), e i sostituti scelti non sembrano all’altezza del talento dell’artista veneto. L’episodio chiave, quello contenente il lungo flashback sul massacro degli Avengers da parte dei criminali, viene affidato al brasiliano Ibraim Roberson, un discreto artigiano del tavolo da disegno e nulla più, che con le sue tavole dalla composizione piuttosto semplice non riesce a trasmettere il pathos di un momento così doloroso e determinante per l’intera vicenda. Gli episodi conclusivi sono opera della matita dell’italiano Francesco Mobili, qui al suo primo incarico per Marvel Comics. Pur lasciando intravvedere qualità interessanti per quanto riguarda il  dinamismo e la struttura della tavola, l’artista toscano è al momento un buon prospetto di disegnatore che ha bisogno di crescere e ogni paragone col lanciatissimo Checchetto ci sembra al momento improponibile e ingeneroso. Lo aspettiamo con curiosità alle prossime prove.

Vecchio Occhio di Falco conclude la sua corsa con un secondo volume che non risponde del tutto alle aspettative suscitate, lasciando nella bocca del lettore il gusto amaro di un’occasione sprecata.

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