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Erri De Luca al lavoro su un fumetto con Paolo Castaldi per Feltrinelli

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Il giornalista e scrittore napoletano Erri De Luca, scriverà un fumetto per la linea editoriale Feltrinelli Comics. Ad annunciarlo su Facebook è Paolo Castaldi, artista che illustrerà l'opera.

Castaldi, per Feltrinelli, ha già realizzato Zlatan, in cui narra la storia del calciatore Zlatan Ibrahimovic. Del nuovo lavoro con De Luca non si hanno al momento maggiori informazioni, né verranno mostrati materiali durante la lavorazione, sappiamo solo che il libro uscirà nel 2019.

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Feltrinelli Comics presenta Vlad. Le lame del cuore, la vera storia di Dracula: Vlad III di Valacchia

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Feltrinelli Comics presenta Vlad. Le lame del cuore di Matteo Strukul e Andrea Mutti in cui i due autori raccontano il personaggio di Vlad III di Valacchia. Di seguito trovate tutti i dettagli del volume.

"Vlad. Le lame del cuore

Matteo Strukul e Andrea Mutti raccontano la vera storia di Dracula: Vlad III di Valacchia. Il personaggio reale dietro la leggenda del vampiro.

Con VLAD. Le lame del cuore comincia una trilogia di libri a fumetti creata da Matteo Strukul per i disegni di Andrea Mutti. Vlad III di Valacchia, noto soprattutto con il nome di Dracula, è il condottiero che ha ispirato Bram Stoker nella creazione del vampiro per eccellenza. Matteo Strukul sceglie però di raccontare un’altra storia, quella reale. Non ci sono elementi sovrannaturali, ma anche in questo caso il sangue scorre a fiumi. Battaglie, intrighi politici e passionali, efferati delitti e feroci esecuzioni pubbliche…

Strukul Vlad. Le lame del cuore Vol 1 COMICS

Scheda: 64 pagine, a colori, € 14,00

GLI AUTORI

Matteo Strukul (Padova, 1973) è uno dei romanzieri italiani di maggior successo, soprattutto grazie alla tetralogia I Medici (Newton Compton), che è stata ai vertici delle classifiche di vendita internazionali. Con il primo volume della serie, Una dinastia al potere, ha vinto il Premio Bancarella 2017. Nel filone storico si collocano anche Giacomo Casanova, la sonata dei cuori infranti (Mondadori, 2018; Premio Emilio Salgari 2018) e Inquisizione Michelangelo (Newton Compton, 2018). Le sue opere sono in corso di pubblicazione in oltre quindici lingue e opzionate per il cinema. Collabora come giornalista con diverse testate e insegna tecniche di narrazione. Vive tra Padova, Berlino e la Transilvania. Per Feltrinelli ha pubblicato Vlad. Le lame del cuore. Volume 1 di 3(2019; con Andrea Mutti).

Andrea Mutti (Brescia, 1973) comincia giovanissimo la sua carriera di fumettista con editori indipendenti. Passa poi nella scuderia delle serie cult Hammer e Lazarus Ledd, per le edizioni Star Comics, per approdare sulle pagine di Nathan Never, per Sergio Bonelli Editore. Inizia una proficua attività, per case editrici di prima grandezza, con il mercato francese e quello americano. In quest’ultimo ambito, firma episodi di serie popolarissime come Batman, X-Men, The Punisher, Iron Man, Guardians of the Galaxy, Conan e Star Wars. Vive tra l’Italia e gli Stati Uniti. Per Feltrinelli ha pubblicato Vlad. Le lame del cuore. Volume 1 di 3 (2019; con Matteo Strukul)."

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La Mennulara, recensione: uno spaccato storico e sociale nell'adattamento del romanzo di Simonetta Agnello Hornby

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La morte di qualcuno è il dolore di un altro. Sono i vivi a dover gestire il dramma a seguito della scomparsa di un familiare o amico.
Ma la morte di Maria Rosali Inzerillo, detta la Mennulara, non causa propriamente dolore. Almeno non quel dolore per una prematura scomparsa, causata da un tumore.
Nella Sicilia del 1963, nel paesino di Roccacolomba, la Mennulara era la governante della famiglia Alfallipe. Donna rigida, caparbia e dalla grande dignità, la Mennulara amministrava anche i beni economici della famiglia nobiliare decaduta, servendo in casa fin da giovanissima. La sua morte crea scompiglio tra gli eredi, ma persino in tutto il paese, grazie a provocatori manifesti funebri e alle chiacchiere tra concittadini.

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Scritto e disegnato da Massimo Fenati, che adatta il romanzo bestseller omonimo di Simonetta Agnello Hornby, La Mennulara è edito da Feltrinelli Comics in un volume corposo di grande qualità.
La sceneggiatura si attesta su una narrazione “romanzata”. La storia si costruisce attraverso la voce di personaggi multipli, nessuno vero e proprio protagonista. Il motore delle azioni è proprio la grande “assente”, la Mennulara che, con la sua morte, da avvio alle molteplici trame destinate a confluire nel finale. La complessa figura, quasi sempre accigliata, della Mennulara, difatti, viene svelata dai racconti che fanno i personaggi e, come in un romanzo giallo, la verità dietro le azioni, dietro i rapporti, emerge lentamente alla luce del lettore.

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Con i testi, Fenati riesce a dosare con perfetta misura il legame che si costruisce tra lettore e personaggi. Questi ultimi sono veri e propri “esseri umani”, fatti di debolezze e contraddizioni, sono crudeli, approfittatori, alcuni di loro nascondono un animo fragile dietro una scorza di freddezza. Il lettore così non riesce a giudicare o ad etichettare le figure che si muovono nel graphic novel, ma si ritrovare a cercare di comprendere le motivazioni di ognuno di loro. Il più grande enigma rimane, comunque, sempre l’imponente e onnipresente figura della Mennulara.

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Il disegno descrive con l’eleganza di poche linee tanto la Sicilia rurale degli anni sessanta, quanto il vasto campionario di emozioni della moltitudine di personaggi. L’arte apparentemente minimale di Fenati stigmatizza volti ed espressioni, nascondendo o palesando l’identità narrativa dei personaggi, riuscendo contemporaneamente sia ad essere ironico e divertente, quanto inteso e drammatico. Il tratto sintetico riesce, dunque, a fare da impalcatura non invasiva al racconto, libero di coinvolgere totalmente il lettore.
I colori di Manuela Nerolini, allineandosi alle volontà narrative del disegno, giocano con le situazioni e le emozioni, grazie a una campitura piatta che si adatta e si conforma ai diversi contesti del racconto.

La Mennulara è un potente graphic novel dalla grande narrazione e dalla grande intensità emotiva capace tanto di ricostruire fedelmente uno spaccato storico e sociale italiano, quanto di palesare la molteplice natura dell’uomo davanti alle proprie contraddizioni, a quelle degli altri e di fronte alla morte.

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Le voci dell'acqua, recensione: lo "schizofrenico" primo graphic novel di Tiziano Sclavi

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Schizofrenia, psicosi cronica che altera le funzioni cognitive e percettive di una persona, provocando allucinazioni visive e auditive, portando a deliri, problemi comportamentali ed emozionali, fino ad ansia e depressione.
A soffrirne è Stavros, protagonista de Le voci dell’acqua, primo “graphic novel” di Tiziano Sclavi, creatore di Dylan Dog, edito da Feltrinelli Comics. Ed è l’acqua presenza incessante di questo racconto, che scorre imperterrita su una città sena nome e grigia, popolata da figure vive ma spente, quasi anonime. Ed è quando l’acqua scorre che Stavros sente delle voci indistinguibili, dei lamenti.

Il lavoro di Sclavi immerge il lettore in un micro-universo fatto di piccoli momenti, situazioni forse reali, forse solo immaginate, in cui ci si perde e il cui filo condutture è sottile, quasi invisibile, lasciando chi legge disorientato e con una storia da ricostruire, da cercare fra le suggestioni di una narrazione scomposta e frammentaria. È come se la schizofrenia del protagonista aprisse mondi, finestre alternative sulle realtà.

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Il tono del racconto è cupo e desolante, non solo per la pioggia incessante, ma ogni frammento, ogni rapporto umano, è malato, decadente: una ragazza da lasciare, una madre da condannare, un dottore da disobbedire, un capo a cui sottostare. Neanche la morte, tema ricorrente del libro, è consolatoria: non ci sono, dunque, luci, né una riappacificante ironia a là Dylan Dog.

Sclavi ci consegna, dunque, un'opera sconnessa ma altamente sentita, non immediata, su cui ci si ritorna più volte: è il lettore a doverne trovare, anche con una certa fatica, la chiave di decodifica, avvicinandolo ancora di più alla condizione del protagonista. In tal senso, anche un respingimento totale fa parte del gioco, tuttavia è difficile che se ne rimanga indifferenti.

Egregio, dal canto suo, nella messa in scena Werther Dell’Edera, che adopera un tratteggio sottile e nervoso e simula il violento cadere della pioggia anche negli interni, dove sembra suggerirci che questa incessante tempesta riesca a raggiungerci ovunque ci nascondiamo. Il tratto sottile modella anche i volti, spesso in ombra, o appena abbozzati, delineati da pochi elementi essenziali, come se fossero sfuggenti, difficili da catturare. L’atmosfera emanata è suggestiva, grazie a tavole spoglie, essenziali, il cui vuoto si riempie dei tratteggi che donano volume, intensità, diventano elemento essenziale e caratterizzante, quasi narrativo.

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Una nota sul lettering, a cura di Luca Bertelè, che invece contrasta con le tavole di Dell’Edera, in un risultato che non ci convince a pieno. Non tanto perché sia interamente realizzato in digitale, oggi una consuetudine, ma perché fin troppo “perfetto” e “pulito”, laddove forma dei baloon e font meno tondeggianti e sottili si sarebbero integrati meglio con il lavoro del disegnatore.

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